Oggi vi racconterò una storia, che si potrebbe chiamare “RAPINA AL LIMONE – lo stupido che si credeva un genio del crimine

Un bel giorno del 1995, un uomo di mezza età, decise di rapinare due banche di Pittsburgh in piena luce del giorno. Non indossava una maschera o travestimenti di alcun genere, e sorrise pure alle telecamere di sorveglianza prima di uscire da entrambe le banche.

Più tardi, la polizia arrestò con facilità un esterrefatto McArthur Wheeler. Quando gli mostrarono i video di sorveglianza, Wheeler li fissò incredulo. “Ma mi ero messo il succo addosso”, bofonchiò.

A quanto pare, Wheeler era venuto a conoscenza, grazie ad un trucco di magia fatto da un suo amico, del fatto che il succo di limone veniva utilizzato come inchiostro invisibile, quindi, se non si fosse avvicinato a una fonte di calore, sarebbe rimasto invisibile. Si era convinto che strofinarsi del succo di limone sul viso l’avrebbe reso invisibile alle telecamere di sicurezza.

La polizia concluse che Wheeler non era né pazzo né sotto effetto di droghe, solo incredibilmente in errore.

Venticinque anni fa fu arrestato l”ignorante zero’

L’EFFETTO DUNNING-KRUGER CI SPIEGA PERCHÉ GLI IGNORANTI SONO CERTI DI AVERE SEMPRE RAGIONE

Questo bizzarro fenomeno catturò l’attenzione dello psicologo David Dunning della Cornell University, che incaricò il suo studente, Justin Kruger, di indagare su quanto stava succedendo.

Sento alcuni di voi dire il fenomeno non è così nuovo. Già Socrate – e siamo nel quinto secolo avanti Cristo –avverte che “è sapiente solo chi sa di non sapere, non chi s’illude di sapere e ignora così perfino la sua stessa ignoranza“, e il faraone Akhenaton (qui siamo nel quattordicesimo secolo avanti Cristo) afferma: “il folle è ostinato e non ha dubbi. Conosce tutto tranne la propria ignoranza“, e sì avete ragione, ma questi due di innovativo hanno STUDIATO E MISURATO in maniera sperimentale per la prima volta nella storia la propensione all’errore.

GLI STUDI

Così, Dunning e Kruger misero in atto alcuni brillanti esperimenti. Formularono a studenti di corsi di laurea triennale una serie di domande. Ad ogni volontario venne chiesto quale fosse il proprio livello di competenza e di stimare il livello di competenza degli altri studenti intorno a loro, in tre differenti aree:

Umorismo. Logica. Grammatica.

Nella seconda parte dell’esperimento i partecipanti vennero poi invitati a sostenere un test per misurare la loro effettiva abilità in questi tre ambiti.. Cosa interessante: gli studenti che avevano avuto il punteggio più basso nei test cognitivi erano anche quelli che avevano dato i pronostici più ottimistici, troppo ottimistici  (autoproclamandosi altamente competenti).

In uno studio di follow up, Dunning e Kruger lasciarono il proprio laboratorio per andare in un poligono, dove sottoposero quelli che sparavano per hobby a un test sulla sicurezza delle armi da fuoco. Similarmente alle loro precedenti rilevazioni, quelli che risposero correttamente a meno domande erano anche quelli che sovrastimavano in modo generoso la propria competenza relativa alle armi. Al di là della conoscenza reale, però, l’effetto di Dunning-Kruger può essere osservato nell’autovalutazione di una miriade di altre abilità personali.

Se si guarda qualsiasi talent show trasmesso oggi in TV, si noterà lo shock sui volti dei partecipanti che non superano le audizioni e vengono respinti dai giudici. E sebbene per noi sia uno spettacolo quasi comico, queste persone sono sinceramente ignare di quanto la loro illusoria superiorità le abbia ingannate.

“E se chi è stupido fosse troppo stupido per accorgersi di essere stupido?”

PERCENTUALI BIZZARRE

Per esempio, succede che quasi la metà (il 42 per cento) di un gruppo di ingegneri stimi di far parte del 5 per cento costituito dai più bravi. Oppure: “Ti consideri un guidatore nella media o sopra la media? L’88 per cento degli automobilisti americani ritiene di avere capacità di guida superiori alla media. Temo che il dato italiano potrebbe essere ancora più clamoroso”.

Curiosamente, anche le persone più intelligenti non riescono a valutare in maniera accurata le proprie capacità. Così come gli studenti che prendono regolarmente 18 e 19 agli esami sovrastimano le proprie capacità, gli studenti da 30 sottostimano le proprie. Nel loro studio più celebre, Dunning e Kruger rilevarono che gli studenti con le performance migliori, i cui punteggi nei test cognitivi stavano nel quartile più alto, sottostimavano la propria competenza relativa. Questi studenti erano convinti che se certi compiti per loro erano facili, dovevano esserlo anche per gli altri.

 La cosiddetta “Sindrome dell’Impostore” può essere considerata l’esatto opposto dell’effetto di Dunning-Kruger, e a causa sua le persone di successo non riescono a riconoscere il proprio talento e credono che le altre persone abbiano il loro stesso livello di competenza. La differenza è che le persone più competenti, una volta ricevuto un feedback appropriato, possono ricalibrare, ed effettivamente ricalibrano, la propria autovalutazione, mentre gli individui incompetenti spesso non ci riescono.

Tutto questo fa sì che l’effetto Dunning-Kruger sia, oltre che disarmante, difficilissimo da emendare. E ci sono due ulteriori complicazioni. In primo luogo, esperti e inesperti usano dialogare (e scontrarsi) su due diversi livelli. Gli esperti entrano nel merito, mentre gli inesperti, forti solo delle proprie certezze, tendono a mettere in discussione la credibilità e l’autorevolezza dei loro interlocutori, mettendoli con ciò in una posizione scomoda e sgradevole.

Lo possiamo vedere nei numerosi dibattiti in tv dove alla fine un medico contro show girl e opinionisti non riesce a far valere la sua tesi, seppur provata scientificamente, ed alla fine i telespettatori non credono più alla veridicità della scoperta. Peccato che così si danneggiano gli esperti e si avvantaggiano gli altri (almeno in termine di autostima, fino a quando non proveranno a rapinare una banca). Se vi interessa di quanti pregiudizi cognitivi siamo vittime CLICCATE QUI

COME NON CADERE NEL TRANELLO

Tutti noi purtroppo possiamo essere vittime di questo bias cognitivo e, come detto, Internet, nonostante i suoi meravigliosi vantaggi, ha aggravato questa piaga.

Capita così che sempre più persone pur non rientrando nella classica definizione di “idioti inconsapevoli” si comportino come:

·         “Mamme Pancine” che elargiscono dettagliati consigli medici ad altre neo-mamme.

·         Frequentatori di bar che dissertano di geo-politica internazionale.

·         Autoproclamati esperti di ingegneria civile che non hanno mai montato neanche un mobile Ikea.

·         No-vax con dottorato in virologia preso all’Università della Vita.

·         E naturalmente gli immancabili 60 milioni di Commissari Tecnici che spuntano fuori ogni volta che gioca la Nazionale Italiana.

Qui sta il segreto per non finire come lo stupido ladro di cui si parlava prima. A volte tentiamo imprese che terminano con risultati positivi, ma altre volte – come nel caso del succo di limone – il nostro approccio alle cose è imperfetto, irrazionale, o semplicemente sciocco. Il trucco è non farsi fregare da illusioni di superiorità e imparare a rivalutare accuratamente la nostra competenza. Dopo tutto, come avrebbe detto Confucio, la vera conoscenza sta nel conoscere il livello della propria ignoranza.

CONSIGLI PRATICI

1.       IMPARA A SCEGLIERE LE FONTI: Non limitarti a reagire come un burattino dopo aver letto di sfuggita un titolo. Controlla sempre la fonte di un post: a volte basta verificare il sito che ha condiviso la notizia. Ricorda, che che ne dicano complottisti & co. , la notizia con titolo acchiappa-like di l-hadettomiocugggino.altervista.com non avrà mai lo stesso valore di un report giornalistico del New York Times.

2.       LEGGI, LEGGI, LEGGI: Viviamo nell’Economia dell’Attenzione e le aziende del tech si contendono, anche sfruttando le nostre vulnerabilità psicologiche, ogni istante delle nostre giornate. Ogni singolo minuto di distrazione strappato ai propri utenti equivale per queste multinazionali a miliardi di dollari in ricavi pubblicitari. Non c’è dunque da sorprendersi se abbiamo l’impressione di non avere più tempo per leggere, approfondire e sviluppare il nostro pensiero critico. La lettura ci costringe ad un livello di concentrazione nettamente superiore, ma sopratutto ci permette di assorbire le informazioni ad un livello più profondo e ci dà il tempo fisico per riflettere su quanto stiamo imparando; tutte componenti essenziali per limitare l’effetto Dunning-Kruger e sviluppare una reale competenza specifica sugli argomenti su cui ci stiamo informando.

3.       UMILTA’: In un mondo che ci insegna ad urlare le nostre verità assolute, riscoprire la forza gentile dell’umiltà può essere rivoluzionario.

Hans Rosling scrive “Essere umili significa essere consapevoli di quanto i nostri istinti possano ostacolare la corretta interpretazione dei fatti. Significa essere realistici riguardo alla portata delle proprie conoscenze e pronti a dire: “Non lo so“. Significa anche essere disposti a cambiare opinione quando si scoprono fatti nuovi. È alquanto rilassante essere umili, perché si può smettere di sentirsi costretti ad avere un’opinione su qualsiasi cosa e a doverla difendere ad ogni costo.”

Leggere questo post non farà di nessuno di noi un esperto di psicologia sociale, questo è chiaro. Può aiutarci, però, ad avere maggiore consapevolezza di alcune nostre dinamiche mentali.

E se la vita vi da dei limoni, invece di spalmarveli in faccia, meglio farci una bella limonata…

Ek.

FOTO: Anankenews

Author: ErikaStreppa

Erika. Blogger, riccia bionda naturale, amante dei cani e della natura. Mi interesso di Ambiente, Sport, Attualità e faccio anche qualche Recensione. Sono appassionata di Biocosmesi, sempre alla ricerca della Tabella INCI perfetta!