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Bridgerton – 5 Curiosità sulla serie Netflix più vista di sempre

Un elegante commistione fra Gossip Girl, i Tudor e Downtown Abbey, la nuova serie creata da Shonda Rhimes è già un cult per il pubblico e per la critica

“In 28 giorni l’hanno seguita 82 milioni di abbonati alla piattaforma. Superato il precedente detentore del record, il successo fantasy ‘The Witcher’ (76 milioni), terzo ‘Lupin’ (70 milioni) e quarta ‘La regina degli scacchi’ (62 milioni) – La Repubblica

Arrivata sulla nota piattaforma di intrattenimento il giorno di Natale, Bridgerton è a tutti gli effetti la serie più vista di sempre su Netflix. C’era gran fermento già prima della sua uscita. Shonda Rhimes (Grey’s Anatomy, Le Regole del Delitto Perfetto) si è rivelata ancora una volta una garanzia di successo.

La serie è l’adattamento del romanzo di Julia Quinn “Il Duca e io”. Bridgerton è appunto il nome della famiglia dell’alta società protagonista della storia, ambientata agli inizi dell’Ottocento. Al centro della scena otto fratelli, di cui 4 maschi e 4 femmine. La vicenda si concentra in particolare su Daphne, la primogenita, arrivata all’età giusta per prendere marito. Oggetto del desiderio il duca di Hastings con il quale instaurerà un rapporto molto particolare. A rendere più frizzante il tutto, la presenza della misteriosa Lady Whistledown, autrice di un giornaletto di gossip seguitissimo perfino dalla Regina in persona, che svela i retroscena di tutta l’alta società londinese.

5 CURIOSITA’ SULLA SERIE

1.Costumi da favola

Non può non colpire lo spettatore l’accuratezza e la ricercatezza dei costumi e delle acconciature dei protagonisti della serie. Ci è voluta una squadra, guidata magistralmente da Ellen Mirojnick, per creare oltre 7500 costumi. Alla base delle creazioni uno studio approfondito su ritratti dell’epoca. La sola protagonista Daphne ha indossato 104 abiti.

2. Daphne ispirata ad un’icona del cinema

Il look di Daphne Bridgerton, interpretata da Phoebe Dynevor, è ispirato alla diva di Hollywood per antonomasia, Audrey Hepburn. Nessun tubino nero, ma una scelta preponderante per le acconciature e gli abiti dai toni dell’azzurro tanto cari all’attrice di Colazione di Tiffany. Phoebe Dynevor ha seguito sedute quotidiane di fitting di quasi tre ore nei mesi di riprese.

3. La misteriosa Lady Whistledown

La voce della Gossip girl del 1800, che accompagna lo spettatore dalla prima all’ultima puntata, nella versione originale è quella di Julie Andrews. Sì, proprio l’attrice che interpretò Mary Poppins nel classico Disney del 1964.

4. Un personaggio che non c’era nei libri

Persino la Regina Charlotte si innamora della classe e dell’eleganza di Daphne Bridgerton, ma nei libri questo personaggio non è presente. L’attrice che la interpreta Golda Rosheuvel è stata ingaggiata perché Shonda Rhimes è una sua fan accanita. Tuttavia nella storia questo personaggio è esistito veramente, si tratta di Sophia Carlotta di Meclemburgo-Strelitz, la prima persona bi-razziale della famiglia reale inglese.

5. Le coreografie delle scene di sesso

La serie non risparmia le scene di sesso, anche piuttosto esplicite e spettacolari. I momenti intimi sono stati coreografati da Lizzy Talbot, la “intimacy coordinator” responsabile di istruire gli attori sugli acrobatici atti amorosi. La regina degli schacchi, l’unico super eroe che riesce a salvare se stesso>>>LEGGI SUBITO L’ARTICOLO SU UN’ALTRA SERIE CULT DI NETFLIX

FOTO: Tvserial.it

Marco Fabio Ceccatelli

I misteri della città eterna: Da Suburra a Roma Criminale

Ho finito di vedere da poco la prima serie di un telefilm (è in programmazione la seconda) che non pensavo mi avrebbe appassionato così tanto. Si tratta di Suburra, la prima serie televisiva italiana prodotta da Netflix.

Il teatro della vicenda è Roma, il sindaco ha appena annunciato le proprie dimissioni. Si intrecciano le vicende di una grande varietà di personaggi tra malviventi, famiglie influenti della città, politici e clero, coinvolti nelle attività criminali della città eterna. Mi sono affezionata in particolare ai tre protagonisti, apparentemente molto diversi fra loro e facenti parte di opposte fazioni, ma che arrivano a legarsi in maniera profonda. Sono degli antieroi che devono scontrarsi con delle famiglie piuttosto ingombranti. Una sorta di Romeo&Giulietta a tre.

Ma oggi non voglio parlarvi di questo telefilm, che, tuttavia, vi consiglio assolutamente.

Il tema trattato e i vari intrighi rivelati nella trama assai avvincente, mi hanno stimolata ed invogliata a leggere un libro di oltre 500 pagine che mi ripromettevo di iniziare prima o poi.

Trattasi di Roma Criminale” di Cristiano Armati e di Yari Servella. E’ una carrellata di delitti, crimini e misteri che si intrecciano in quella che è la storia millenaria della capitale d’Italia. Si parte con i dettagli della diatriba tra Romolo e Remo, fondatori della città, che costò la vita al secondo. Si passa velocemente ai fatti di sangue della Roma umbertina di fine Ottocento. E’ presente una panoramica completa del delitto Matteotti, della vicenda incredibile di Gino Girolimoni, il cosiddetto Mostro di Roma.

Sarebbe impossibile elencarli tutti, ma se ad esempio siete curiosi riguardo all’assassinio di Pier Paolo Pasolini, in questo libro troverete pane per i vostri denti. Se non avete mai sentito parlare del Canaro della Magliana, autore di quello che ancora oggi viene considerato il delitto più efferato della storia recente della nostra città, allora non potete non leggere il capitolo a lui dedicato.

Se siete giovani come me, o anche di più, probabilmente sarete più interessati a casi ancora più recenti come la morte di Vanessa Russo, la ragazza assassinata in metropolitana con un’ombrello o all’omicidio di Gabriele Sandri, tifoso laziale ucciso in un autogrill d’Arezzo da un colpo d’arma da fuoco partito dalla pistola di un agente della polizia stradale.

Alcune storie sono talmente eclatanti e conosciute che hanno dato vita a film e serie di successo come l’epopea della Banda della Magliana e il misterioso caso della scomparsa di Emanuela Orlandi, che conserva ancora molti tratti oscuri e inspiegabili.

In tutti i casi affrontati viene descritto con dovizia di particolari il contesto storico, la scoperta del fatto di sangue, le indagini degli inquirenti e le vicende processuali che ne conseguono.

Ogni capitolo di questo libro equivale a godersi una puntata di programmi televisivi come “Storie Maledette”, “Amore criminale”, “Quarto Grado” e simili. Se vi appassionano programmi del genere, avete trovato la lettura perfetta per voi.

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“Il momento di uccidere” di Grisham: E’ arrivato il momento di leggerlo o di vedere il film

Pochi giorni fa stavo controllando su internet i programmi serali e mi sono illuminata quando ho visto in programmazione alle 21 il film “Il momento di uccidere” di Joel Schumacher su un canale che ancora non conoscevo, Cine Sony. Lo trovate al canale 55 del digitale terrestre.

Sebbene si tratti di un film del 1996, con una cast stellare, in cui brillano fra tutti Matthew McConaughey, Samuel L. Jackson, Kevin Spacey ed una giovanissima e bellissima Sandra Bullock, non ero ancora riuscita a vederlo. Il mio entusiasmo derivava dal fatto che qualche anno fa avevo letto il romanzo omonimo di John Grisham e l’avevo trovato a dir poco appassionante.

Non sono mai stata una grande amante dei gialli giudiziari, ma il consiglio di una persona cara e la sua insistenza mi avevano convinto ad iniziare la lettura. Mai scelta fu più azzeccata.

La storia è molto forte e non nascondo che in alcuni punti è stata anche disturbante. Una bambina di colore viene violentata e picchiata a sangue da due ragazzi neo nazisti. Il padre della bimba vuole farsi giustizia da solo e lo confida ad un suo amico avvocato, che non lo prende sul serio. Inevitabilmente la vendetta si consuma, e…

Non voglio darvi ulteriori dettagli per non spoilerarvi tutta la trama.

https://erikastreppa.it/ecco-perche-non-esiste-un-seguito-di-eragon

Fanno da sfondo alla vicenda gli scontri fra rappresentanti del Ku Klux Klan e manifestanti della comunità afroamericana.

Nel romanzo, Grisham affronta magistralmente gli stati d’animo dei componenti della giuria, chiamati a giudicare su un caso che metterà a dura prova le loro coscienze ed i loro pregiudizi, razziali e non. La fase del processo viene esaltata soprattutto nel film, dove l’intensissima arringa finale del giovane avvocato rampante è da standing ovation. Nel libro la fase processuale occupa uno spazio più limitato, ma traspare l’enorme passione dell’autore per quella che è la sua professione legale.

In questo momento storico del nostro paese, in cui la questione migranti spacca nettamente in due l’opinione pubblica, è senza dubbio un libro che fa molto riflettere sulle diversità e sulla parità di diritti che è stata raggiunta solo a parole.

Il pregiudizio con il quale la comunità bianca del Mississipi guarda all’imputato di colore, lascia presagire una condanna certa alla pena di morte. Allo stesso modo, la diffidenza con la quale ci poniamo nei confronti dei migranti che giungono sulle nostre coste o in linea generale con chi riteniamo diverso e in qualche modo meno meritevole di avere una vita dignitosa rispetto a noi, condannano la solidarietà fra SIMILI ( e non UGUALI, perché sarebbe impossibile) ad essere una merce sempre più rara come la giustizia in tribunali palesemente parziali.

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