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Vitamina B12, una carenza può portare alla depressione

Se vi sentite stanchi, spossati, avete l’affanno anche nel compiere i più semplici gesti quotidiani, il vostro problema potrebbe riguardare l’alimentazione che state seguendo, probabilmente povera di vitamina B12.

Amici e conoscenti vi consiglieranno come prima cosa di assumere una maggiore quantità di ferro, magari attraverso la classica pasticchetta di acido folico. Va benissimo come suggerimento, ma potrebbe non essere sufficiente.

Cos’è la vitamina B12?

Si tratta di una vitamina fondamentale per il nostro organismo, che possiamo trovare in cibi come la carne, il pesce ed i latticini. Dobbiamo assumerla con l’alimentazione perché il nostro corpo non è in grado di produrla autonomamente.

A cosa serve?

Aiuta la formazione e la crescita dei globuli rossi, ma contribuisce anche alla sintesi del DNA e dell’RNA, quindi allo sviluppo dei globuli bianchi che costituiscono una parte fondamentale del nostro sistema immunitario. E’ responsabile anche della buona salute del sistema nervoso, ecco perché una carenza eccessiva di vitamina B12 può portare alla depressione, in alcuni casi limite.

Dove la troviamo?

In particolare è presente nella carne, nelle uova, nel pesce e nei latticini. Questo perché di solito gli animali vengono nutriti con mangimi addizionati con questa sostanza.  In realtà anche nella frutta e nella verdura troviamo questa vitamina, dato che i batteri presenti nella terra sono in grado di sintetizzarla, ma prima di mangiare una mela o una carota siamo sempre attentissimi a lavarle o a sbucciarle e quindi perdiamo la possibilità di assumerla.  Non è un caso che i vegani siano la categoria che soffre maggiormente di carenza di vitamina B12.

Cosa comporta una carenza di vitamina B12?

I sintomi sono molteplici: debolezza, formicolii alle estremità, mal di testa, irritabilità, depressione, difficoltà ad addormentarsi, anemia.

Come integrarla?

La giusta dose di vitamina B12 per un adulto sano è di 2,5 mg. E’ sufficiente mangiare quotidianamente una buona dose di quelle che noi cataloghiamo come proteine: carne, pesce, uova, latticini. Una pietanza particolarmente ricca di vitamina B12 è il fegato.

Se questo tipo di alimenti vi ripugna o per altri motivi non potete nutrirvene, esistono in commercio degli integratori specifici da prendere per via orale o per via intramuscolare.

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L’ascesa del Giappone: Da stato isolato a “Guardiano dell’Asia”

Negli ultimi  anni il Giappone ha conosciuto un boom economico incredibile ed è riuscito a mantenersi stabilmente tra le primissime potenze economiche mondiali. E pensare che appena 170 anni fa la situazione era agli antipodi rispetto a quella attuale.

UN PAESE FUORI DAL MONDO

samurai

Intorno al 1850 il Giappone era praticamente isolato dal resto del mondo. La società era strutturata in maniera gerarchica. C’era un Imperatore che aveva poteri limitati. Il vero padrone dello stato era lo Shogun, la massima carica militare, che aveva in pugno anche le famiglie più ricche del paese (Daimyo), obbligate a sottomettersi al suo volere.

In una posizione inferiore si trovava la casta dei Samurai, che non erano solo guerrieri, ma anche funzionari dello stato. Infine, al livello più basso della gerarchia, c’erano i contadini, gli artigiani ed i pescatori, i quali costituivano la maggior parte della popolazione.

 

 

L’economia era molto arretrata e si basava quasi esclusivamente sull’agricoltura e sull’artigianato della seta e della paglia. Non erano presenti industrie e mancava qualsiasi tipo di infrastruttura.

Il Giappone non aveva alcuna intenzione di aprirsi al resto del mondo per allargare i propri orizzonti e migliorare la propria situazione economica.

L’unico contatto con l’estero avveniva una volta l’anno, quando una nave olandese poteva gettare l’ancora nel porto di Nagasaki per lasciare alcune casse di prodotti per scambiarle con altre mercanzie.

UNA SVOLTA IMPREVISTA

Nel 1853 una flotta da guerra degli Stati Uniti, capitanata dal commodoro Matthew C. Perry, intimava l’apertura dei porti per le sue navi. Il Giappone rifiutò e le navi statunitensi, in risposta, bombardarono i villaggi costieri e si allontanarono.

Nel 1854 gli Stati Uniti rinnovarono la richiesta. Il Giappone, seppur controvoglia, cedette. Da quel momento anche alcuni stati europei (Inghilterra, Francia, Germania e Portogallo) ottennero il diritto di commercio con i nipponici.

Questa vicenda portò ad una svolta nella storia giapponese. L’Imperatore del tempo, Meiji Tenno ( sovrano celeste), si rese conto che il Giappone avrebbe dovuto modernizzarsi ed adeguarsi agli stati occidentali, proprio per evitare altre umiliazioni da parte degli americani e degli europei.

UNO SVILUPPO INCREDIBILE

Nel 1868 la struttura dello Stato giapponese cambiò radicalmente. I poteri vennero accentrati nelle mani dell’Imperatore che era affiancato da pochi fidati funzionari e da un ristretto Parlamento. Vennero confiscati tutti i beni dello Shogun, delle ricche famiglie nobili e dei Samurai, ma soprattutto vennero attuate delle riforme importantissime.

In ambito fiscale vengono sostituiti i vecchi tributi, che venivano pagati per lo più in natura , con delle tasse in denaro. Queste permisero alle finanze giapponesi di rifiatare. Venne introdotto l’obbligo scolastico di 5 anni per i bambini maschi. Le famiglie che potevano permetterselo mandavano i propri figli a studiare all’estero. Negli Stati Uniti per studiare medicina, in Germania per imparare la chimica e migliorare la tecnica di fabbricazione delle armi, in Inghilterra per rubare i segreti della lavorazione dei tessuti e delle costruzioni navali.

Si cominciarono a tradurre migliaia di libri occidentali, fu messo da parte il calendario tradizionale e fu introdotto il modello occidentale scandito in settimane ed anni.

Dulcis in fundo, furono chiamati tecnici stranieri per addestrare il personale giapponese. Bastarono appena 40 anni (dal 1870 al 1910) per permettere al Giappone di diventare una delle più grandi potenze mondiali.

IL GUARDIANO DELL’ ASIA

Dopo il clamoroso sviluppo economico, il Giappone organizzò anche un esercito ed una flotta molto potenti. Nel 1894 si accese un conflitto con la Cina per il controllo della Corea. L’esercito giapponese spazzò via quello cinese e assunse il controllo non solo sulla Corea, ma anche su Formosa (odierna Taiwan). Il Giappone andava assumendo a tutti gli effetti il ruolo di “Guardiano dell’Asia”.

IL CROLLO DEL MITO DELL’UOMO EUROPEO

Nel 1904 la Russia tentò un’incursione in territorio cinese, ma il Giappone intervenne militarmente e in meno di un anno sconfisse sia l’esercito che la flotta russa, arrivando anche ad un passo da Mosca. Per la prima volta, dopo centinaia di anni crollava il mito dell’invincibilità dell’uomo europeo.

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Chi mi salverà?

 

Chi mi salverà? 

Certe notti sono lì che ascolto un po’ di musica per cercare di mettere ordine nei pensieri, che come onde del mare si infrangono sugli scogli.
Stasera la playlist suona “chi mi salverà?” . Una lacrima mi riga il viso, un ricordo di un tempo passato, in cui da piccino potevi correre tra le braccia del tuo adulto di riferimento perché avevi paura, perché non sapevi cosa fare o come affrontare una situazione, perché un bullo ti trattava male, o semplicemente perché in camera c’era “il buio”.
Quando potevi piangere e sapevi che tutto si sarebbe risolto.
La nostalgia. 
Uno studio eurostat dice che l’età adulta comincia ufficialmente a 30 anni, io credo che inizi prima, quando devi prendere decisioni delle quali sarai responsabile, quando nessuno può salvarti più da certi dolori, quando non basta più un cerotto di winnie pooh per farti smettere di piangere. L’adultitudine. 
Come fare allora? La risposta è facile e molto difficile da accettare.
Chi ti salverà?
Tu. 
Tu ti salverai dal dolore, dalle incertezze, dalle difficoltà. Dovrai essere forte e coraggioso come tutte le favole insegnano, temerario e pronto.
Se sarai fortunato sarai circondato dalla seconda cosa che ti salverà sempre, l’Amore.
Non posso dire che sia facile, quando ripenso alla me bambina che gioca in giardino alle principesse con mia sorella o a fare a cuscinate. Proprio ieri con mia sorella ricordavamo delle sgridate prese per non aver mai voluto indossare le scarpe anche in giardino. Ero sempre scalza e venivo inseguita fin sui rami degli alberi dalla mia santa Tata, che adoravo.

Impariamo a gestire i conflitti. Suoniamo la campana!

Credi che non sarai più così felice . 
La spensieratezza che avevi, la apprezzi solo quando la perdi, come tutte le cose belle. Certo da piccola volevo crescere perché stufa di non poter decidere, ed è buffo che oggi pagherei per aver qualcuno che decida al posto mio ogni tanto.
Le risate avevano un sapore più dolce? Forse sì o forse le ricordiamo diverse perché i pensieri e la vita non ci avevano ancora segnato. Quando le persone ci lasciano, ci mancano gli abbracci ed il loro profumo, ed ecco la nostalgia, però quelle persone ci hanno lasciato anche tanti insegnamenti, e  più si diventa grandi più si diventa maestri per i più piccoli, e quindi da salvati si diventa salvatori.
Di una cosa possiamo essere certi per fortuna, ogni tanto qualcuno ci salverà ancora, solo, in maniera differente.  Credetemi, l’amore che avete accanto vi salverà sempre, e sarà sempre lì per voi.
Forse nessuno ci metterà più un cerotto su un ginocchio sbucciato o verrà in ufficio a dire al bullo di turno di smetterla e chiamerà la sua mamma, saranno salvataggi differenti, ma ci saranno.
E così, cambiando prospettiva, ci renderemo conto che la nostra rete di salvataggio esiste. Amici, coniuge o compagno, fratelli, cugini, e perché no, animali domestici. La nostra rete ci abbraccia quando ne abbiamo bisogno, dobbiamo solo ricordarlo sempre, soprattutto nei momenti tristi, quando una canzone ci metterà malinconia.

Asciughiamo la lacrima che scende una sera triste di novembre, e pensiamo che tutto passerà. Il tempo piano piano ci guarirà, l’amore ci aiuterà.

Con l’augurio che la forza ed il coraggio siano sempre in voi. 

Ek

 

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