RECENSIONI

Possiamo eliminare le zanzare dal mondo e vivere sereni?

Sta per arrivare l’estate e già iniziamo a percepire la loro presenza intorno a noi. Ma possiamo davvero “rinunciare” alle zanzare?

Ci siamo già muniti di racchette elettriche, piastrine, zampironi, spray alla citronella, Olio di Neem ovunque che sembra di essere in India.

Queste piccole ronzatrici, alle quali saremo disposti a donare anche il nostro sangue, se non fosse per la terribile scocciatura delle protuberanze pruriginose e di notti insonni a causa del loro piccolo, ma martellante frastuono, in realtà non sono poi così inutili come possiamo immaginare, anche se alcune di loro portano con sé malattie a volte fatali.

IL RUOLO DELLE ZANZARE

Uno studio condotto dalla comunità Europea, capitanato dall’esperta María José Ruiz-López, ha dimostrato che le zanzare svolgono un ruolo fondamentale nell’ambiente. La Ruiz-López afferma «Sappiamo che trasmettono le malattie e che quando ci pungono, le odiamo, ma non fanno solo questo.»

IMPOLLINATORI

Prima di tutto è giusto sfatare un mito su questi piccoli vampiri succhia sangue, e cioè che solamente le femmine traggono nutrimento dagli animali (umani inclusi), mentre sia maschi che femmine si nutrono di nettare. Ciò significa che le zanzare svolgono un importante ruolo di impollinazione, in particolare quando sono attive durante la notte, momento in cui gli impollinatori per eccellenza, quali api e farfalle, non sono presenti. E qui sento già il mormorio con “uccidiamo tutte le femmine”, ma non si può, per la storia del proseguimento della specie.

RUOLO “ECOLOGICO”

Per non parlare poi del fatto che già prima che dispiegano le proprie ali, svolgono un ruolo ecologico rilevante in forma larvale, poiché filtrano microbi, detriti e alghe da pozze stagnanti, il che le rende spuntini irresistibili per piccoli pesci e anfibi che rappresentano l’alimento di pesci più grandi e uccelli e così via.

«Inoltre, sono importanti anche da adulte», spiega Ruiz-López «poiché, ad esempio, forniscono nutrimento a uccelli e ragni.»

E se eliminassimo almeno le quattro specie di zanzare che trasmettono la malaria? Loro sono le prime in lizza nei programmi di eradicazione, ma ci si è resi conto che non si può fare, poiché si sono dimostrate determinanti per l’ecosistema di più ampio respiro. «Se ci liberassimo di una di queste specie, non sappiamo cosa potrebbe succedere: più di quanto pensiamo, probabilmente», afferma Ruiz-López.

VIRUS WEST NILE

Tramite il progetto TransWNV, finanziato dall’UE, Ruiz-López ha studiato il ruolo della zanzara comune nella trasmissione del virus West Nile. Di solito, uccelli e zanzare si passano reciprocamente il virus, che tuttavia può essere trasmesso anche agli esseri umani. La ricercatrice ha riscontrato che alcuni uccelli, tra cui i passeri, sono altamente suscettibili alla malattia, mentre altri, quali quaglie e tortore, fungono da vettori asintomatici.

Ma allora perché le zanzare pungono anche noi esseri umani? A causa della rimozione di una fonte di approvvigionamento alimentare preferita della zanzara comune, ovvero gli uccelli, la costringe a cacciare prede meno desiderabili. Ed è proprio questo che avviene quando spuntano casi di virus West Nile negli esseri umani.

«Durante i miei interventi sostengo che ciò riflette il concetto di salute unica, vale a dire che la nostra salute è imprescindibile da quella degli animali e dell’ecosistema. Un ecosistema sano comprende le zanzare per fornire nutrimento agli insetti e pulire l’acqua: l’ambiente ha bisogno di tutti questi elementi.»

Sebbene le zanzare dimostrino una predilezione per specie, nonché per persone particolari, Ruiz-López ha un consiglio in merito: «Se si ha paura di essere punti, potrebbe essere una buona idea sedersi vicino a una persona più stuzzicante!». Quindi circondatevi di altre persone, alla fine qualcuno più appetibile di voi lo troveranno. 

Amici a 4 zampe – La migliore lettiera per cani

Qual è la lettiera più adatta al vostro fidato amico? Vediamolo insieme. Mi raccomando, la lettiera non deve sostituire le uscite giornaliere

Il cane, come si sa, è un impegno quotidiano. Ci sono situazioni estreme in cui non è sempre possibile portare il proprio amico a quattro zampe fuori a passeggiare per fare i propri bisogni. Soprattutto se abbiamo un cane anziano, o debilitato da una malattia.

Per questi casi viene in nostro soccorso la lettiera, che ricordiamo non deve mai essere un sostitutivo delle 4 uscite giornaliere (due lunghe da almeno mezz’ora e due brevi) che un cane dovrebbe fare.

A differenza dei gatti, le lettiere per cani sono un po’ più elaborate. Infatti, al gatto basta la classica ghiaia fine, mentre il cane combinerebbe un bel disastro. Ecco perché in commercio non troverai mai una lettiera per cani riempita con ghiaia fine. Inoltre, educare il cane all’uso della lettiera non è così semplice come avviene per i gatti: questo è un altro motivo per cui tante persone preferiscono portarlo fuori regolarmente.

In base a cosa si sceglie una lettiera per cani? Cosa contraddistingue un buon modello da uno scarso? Scopriamolo insieme.

La pulizia della lettiera

È giusto dire che qualsiasi lettiera si sceglierà, comprese le famose traversine, l’odore in casa sarà presente. Non esiste nessuna magia che permetta all’ambiente dove si trovi la lettiera “usata” di profumare. E questo vale anche per i gatti. La lettiera, che diventerà il suo WC, può essere collocata in casa oppure all’interno del giardino. Per evitare i cattivi odori è meglio posizionarla all’esterno, come fuori al balcone o in un proprio spazio verde.

Non utilizzare né candeggina né altri detergenti chimici: sono dannosi per la salute del nostro cane. Se l’acqua non è sufficiente si può optare per l’utilizzo dell’aceto che funge, così come la candeggina, da sterilizzante e da disinfettante naturale. Per un ulteriore consiglio puoi chiedere al tuo medico veterinario di fiducia, comunque in commercio si trovano tanti prodotti appositamente studiati per la pulizia dei luoghi dove soggiorna il cane.

Tre tipologie di Lettiera domestica

LETTIERA CON TAPPETINO: LA TREVERSINA (Costo economico Alto, costo fatica basso)

Concettualmente questo tipo di lettiera è molto simile a quella in erba sintetica, con la sola differenza che non viene utilizzato nessun manto erboso per l’assorbimento. Infatti, il cane fa i propri bisogni su un apposito tappetino realizzato in materiale assorbente, molto simile a quello utilizzato per produrre i pannolini. Alcuni di questi tappetini sono dotati di nastro adesivo per il fissaggio al pavimento, ma molto spesso fanno fatica ad attaccare e il tappetino rimane mobile. Ciò non è il massimo in fatto di igiene e praticità, quindi ecco la soluzione: una sorta di “blocca – tappetino” realizzato in plastica. Invece che fissare il tappetino assorbente a terra, si può utilizzare questa speciale lettiera.

Contro: questo tipo di lettiera può confondere l’animale, creando però nel cane l’idea che tutti i tappeti di casa siano la sua lettiera, con conseguente necessità di rimuovere tutti i tappeti da casa. Un’altra cosa degna di nota è che i classici tappetini assorbenti non proteggono le zampette del tuo cane, che camminando sul tappetino si bagnerà inevitabilmente. Inoltre, purtroppo i cani molto spesso amano giocare con i tappetini e strapparli facendoli a pezzi, loro si divertono, tu un po’ meno a ripulire il tutto (potrebbero anche ingerirne alcune parti). 

LETTIERA IN ERBA SINTENTICA (Costo economico basso, costo fatica media)

Le lettiere per cani vengono solitamente realizzate in erba sintetica, in modo da ricreare l’ambiente naturale in cui il cane preferisce fare i propri bisogni. l’erba sintetica è difficile da pulire. Se non hai un luogo, come ad esempio un giardino, dove poter pulire per bene l’erba sintetica con l’acqua.

Vi è anche il fatto che l’erba sintetica può emanare un cattivo odore dopo averla utilizzata per un po’ di tempo. Purtroppo con l’erba sintetica un altro problema si presenta per il fatto che raccoglie batteri, questo avviene perché non vi è la possibilità di ripulirlo per bene quotidianamente, vista la conformazione del materiale.

Con le lettiere per cani in erba sintetica è impossibile stabilire se il tuo cane ha fatto la pipì se non alzi prima lo strato di erba artificiale, che è appunto posta nella parte superiore della lettiera. Non è necessario aggiungere né un tappetino igienico assorbente per cani e nemmeno dei vecchi giornali, sul fondo della lettiera; infatti, basterà svuotare e pulire il fondo ogni sera.

LETTIERA IN ERBA VERA (Costo Economico medio, costo fatica media)

L’evoluzione del tappetino in erba sintetica. All’apparenza sembrano identici, con una sola differenza: l’erba utilizzata per i bisogni del cane è vera e, come tale, necessita di tutte le cure di un qualsiasi manto erboso. Certo, la superficie è piccola e il tipo di erba utilizzato è molto rigoglioso, ma comunque bisogna annaffiarla e tenerla pulita avendo cura di non smuovere le zolle di terra. Soluzione molto green.

Contro: c’è la possibilità che il cane la utilizzi anche come gioco. Essendo erba vera piantata su delle zolle di terra, nel caso il cane iniziasse a scavare potrebbe combinare un bel disastro. Non ideale per i cuccioli e per i cani da tana.

La lettiera in erba vera potete farla anche da voi, in base alla grandezza del cane vanno da 1x1metro fino a 2×2 metri.  

LETTIERA A GRIGLIA (Costo economico medio, costo fatica medio)

Grazie alle griglie rimovibili che hanno una trama di quadratini abbastanza piccola da supportare il cane comodamente e allo stesso tempo offrono un sistema di filtri per l’urina che viene catturata sotto le griglie, puoi assicurare delle zampette asciutte e pulite a Fido. I cubi delle griglie sono abbastanza piccoli da consentire alle feci di rimanere sopra per essere facilmente rimosse.

È molto meglio dei tappetini per l’ambiente ed inoltre le zampe di Fido saranno sempre asciutte perché non andranno a contatto diretto con l’urina che in questo modo non porterà in tutta la casa sporcando la. Se vuoi utilizzare i tappetini insieme a questo tipo di lettiera, si può fare in tutta tranquillità, perché il cane in ogni modo non può raggiungerlo né per strapparlo né per sporcarsi le zampe di pipì. 

Ed ecco a proposito dei cani da tana una cosa importante da ricordare:

Ad ogni cane la sua lettiera

Sembra un’affermazione scontata, ma in realtà è proprio vero che ogni cane, essendo diverso dagli altri, preferisca un tipo di lettiera piuttosto che un’altra. Come fare per capire quale sia quella più idonea?

Il Padrone: una persona che ha poco tempo da dedicare alla lettiera potrebbe non amare la lettiera erba vera, perché oltre alla pulizia di routine è necessario occuparsi anche del manto erboso che, per quanto piccolo, richiede comunque il suo tempo. Anche le lettiere in erba sintetica richiedono alcune attenzioni particolari: è vero, non bisogna pensare al manto erboso, ma vanno comunque pulite con cura.

Alcuni residui di feci potrebbero creare degli spiacevoli odori e sarà quindi necessario spazzolare e lavare. Se proprio non hai nessuna voglia di dedicare tempo alla lettiera, la traversina fa al caso tuo, poiché il tappetino usato viene rimosso, gettato nei rifiuti e sostituito con uno pulito. Il costo però è molto elevato, poiché se non vuoi avere odori sgradevoli in casa, la traversina va rimossa il prima possibile da terra appena sporca.

Il cane: non è semplice educare il cane alla traversina, in più per ogni razza e quindi per ogni peculiarità caratteriale sarà più idonea una o l’altra. Per tutte le razze di cani che amano scavare (tutti i Terrier, il Pastore Australiano, il Basset Hound, il Beagle, il Border Collie, il bassotto, Schnauzer, l’Husky siberiano) l’unica consigliata è la lettiera sintetica, tutte le altre verrebbero mangiate o distrutte.

Per tutte le razze considerate “molto energiche” (Beagle, Bassotto, Labrador, Welsh Springer Spaniel, Chesapeake Bay Retriever, Jack Russell Terrier, Golden Retriever, Curly Coated Retriever, Setter inglese) è sconsigliato l’uso della lettiera in casa, ma è sempre meglio portare il cane a sfogare tutta la sua energia, per non ritrovarsi la casa distrutta (ma questa è un’altra storia per un altro articolo).

Capelli Secchi, aridi come la paglia? Ecco le principali cause e soluzioni

I capelli secchi possono essere favoriti o peggiorati da innumerevoli fattori: vediamo insieme quali e cosa possiamo fare per evitarlo

AGENTI ATMOSFERICI (ACQUA SALATA, VENTO, RAGGI UV ECC.)

Con loro ci dobbiamo convivere ameno ché non decidiamo di coprirli uscendo sempre con cappelli e copricapi, rinunciare al bagno in piscina o al mare o di rimanere chiuse in casa nelle giornate più ventose.

Gli agenti atmosferici, soprattutto il rilascio di raggi UV, tendono ad aumentare la secchezza nei capelli già carenti di sebo, la stessa cosa vale per il sale nel mare e il cloro nelle piscine. Il vento è vettore di depositi inquinanti e sporcizia che si insinuano nel capello secco e lo rendono ulteriormente sfibrato.

AGENTI IRRITANTI (TINTE COLORATE, CLORO DELLA PISCINA)

la decolorazione che rappresenta un procedimento chimico capace di danneggiare seriamente il capello, se non viene fatta a regola d’arte, e senza rispettare la giusta procedura nei livelli di schiaritura.

Affidatevi sempre a professionisti e cercate di non decolorare i capelli con un intervallo di tempo inferiore a 45 giorni.

PATOLOGIE (IPER/IPOTIROIDISMO, MORBO DI HASHIMOTO)

per queste consulta il tuo medico curante, ci sono degli esami specifici che vi farà fare per vedere se rientrate in questa casistica.

ALIMENTAZIONE SCARSA IN PROTEINE O CARENTE DI VITAMINE ED ACIDI GRASSI ESSENZIALI

la mancanza di alcuni oligoelementi o vitamine favoriscono il problema alterando la produzione del sebo, principalmente si tratta della vitamina A la cui carenza provoca una secchezza visibile anche sulla pelle.

LAVAGGI ECCESSIVI, UTILIZZO DI SHAMPOO AGGRESSIVI O INADATTI PER IL PROPRIO TIPO DI CAPELLO

questo punto è tanto comune quanto sottovalutato, usate sempre lo stesso shampoo, tintura o prodotto per la permanente che vi hanno definito miracoloso (avete pensato ad Olaplex ad esempio)?

Ecco magari potrebbe essere quello non adatto a voi perché contiene ingredienti o principi attivi che il vostro capello non “digerisce”.

Capire il problema per poter agire

Il problema della secchezza è causato da alterazioni nella produzione del sebo, ovvero le produzioni di grassi da parte della ghiandola sebacea, che in questo caso ne produce troppo pochi rendendo i capelli porosi e fragili.

Un capello molto arido e la mancanza di lubrificazione sebacea danno alla nostra chioma un aspetto debole e sfibrato, lo potremmo definire “un aspetto sbattuto”, inoltre il singolo capello, carente della giusta quantità di sebo, si spezza favorendo la formazione di doppie punte.

Cosa fare e quali Rimedi utilizzare

Partendo dal presupposto che Il materiale pubblicato non sostituisce il parere del medico vediamo insieme le buone norme da utilizzare ed i rimedi fai da te:

-Dopo lo shampoo, si consiglia l’applicazione di una maschera per capelli nutriente, da lasciare in posa alcuni minuti prima della rimozione. Le maschere per capelli fai da te (realizzate ad esempio con uovo, yogurt e olio d’oliva) vanno invece applicate prima dello shampoo (attenzione a fare solo maschere che facciano bene al capello).

-Preferire prodotti cosmetici formulati con la sericina, una proteina della seta in grado di interagire positivamente con la superficie dei capelli mediante meccanismi di bio-adesione. Grazie a questi processi, la sericina espleta un effetto estremamente positivo dal momento che dà origine ad un film elastico protettivo attorno al fusto, aumentando così spessore e idratazione del capello secco

-Spazzolare i capelli secchi con delicatezza, avendo cura di non tirarli: a tale scopo, si consiglia di utilizzare un pettine a denti larghi

-Se necessario, applicare lozioni a base di cheratina per rafforzare il capello (efficace rimedio per aumentare lo spessore in tutta la sua lunghezza), parlane prima con il tuo medico o con il tuo dermatologo.

-Soprattutto d’estate, si consiglia di applicare sui capelli secchi spray o lozioni contenenti filtri solari e sostanze idratanti.

Impacchi e maschere agli oli vegetali : Olio di cocco, olio di mandorle dolci, olio di semi di Argania, olio di Jojoba o burro di Karitè vengono spesso impiegati per preparare un impacco o una maschera da applicare ai capelli e sono molto utilizzati come dopo shampoo. Molto utili come rimedio dopo un bagno al mare o in piscina perché aiutano il capello a riprendersi dall’azione logorante del sale o del cloro.

-L’ Altea è una pianta appartenente alla famiglia delle malvaceae molto ricca di flavonoidi, mucillagini, amido e pectine. I prodotti a base di Altea sono estremamente idratanti, emollienti e aiutano a sfiammare la cute.

Lozione fissativa a base di birra: questa bevanda è un toccasana per i capelli secchi (da utilizzare per applicazione topica). Distribuita sul cuoio capelluto, la birra conferisce alla chioma un aspetto luminoso, vitale e soprattutto sano

-Ultimo risciacquo con acqua demineralizzata: spesso le acque che utilizziamo in casa sono molto dure e ricche di troppi sali minerali calcio e magnesio, questo non va bene, un risciacquo con acqua demineralizzata magari arricchita con un po’ di limone permette di rimuovere i residui di sapone o elementi irritanti che vengono trattenuti dalle porosità del capello secco. Consigliati anche risciacqui con infusi di camomilla o malva.

-Integratori a base di Biotina: (parlandone prima con il medico) Protegge i capelli dai danni delle alte temperature (phon, piastra, esposizione al sole…) e li rafforza.

Cose da evitare

Ci sono dei comportamenti che accentuano o favoriscono il problema, vediamo quali:

-Utilizzare prodotti di fissaggio (gel, schiume, lacche): oltre ad essere irritanti per il cuoio capelluto, questi cosmetici favoriscono l’adesione di polvere ed impurità sui capelli, peggiorando ulteriormente il disturbo dei capelli secchi.

-I trattamenti troppo frequenti di colorazione, decolorazione e permanente indeboliscono la struttura dei capelli in generale e di quelli secchi in particolare. In presenza di un problema molto accentuato vi consiglio non di ridurre ma di interrompere completamente questi trattamenti, che possono compromettere in maniera seria la fibra del capello.

-Lavaggi troppo frequenti sono causa di secchezza principalmente perché aumentano l’utilizzo di shampoo e balsamo che magari non sono adatti al nostro capello, inoltre i frequenti risciacqui portano ai problemi legati alla durezza dell’acqua.

-Utilizzare prodotti tossici per il capello. Potrebbe esserti utile il sito https://www.saicosatispalmi.com/ dove troverai la spiegazione degli INCI (cioè degli ingredienti che costituiscono il prodotto che utilizzi).

-Se siete appassionati di nuoto e come me ci andate più volte a settimana cercate di utilizzare il più possibile la cuffia, magari utilizzate anche un protettore, io utilizzo questo ↓

Salute e Bellezza – La differenza tra dimagrire e perdere peso

Quale delle due ci rende belli e tonici e quale invece flaccidi e svuotati? Ecco la risposta e un paio di “segreti”

Sono una sportiva da sempre ed ormai da anni sono seguita da una nutrizionista. Moltissimi quando lo dico pensano subito che io passi la mia vita a contare le calorie ed a mangiare cose tristi ed insipide. La loro faccia quando poi mi vedono mangiare pizza, pasta, cioccolato e formaggi fa sempre sorridere, soprattutto quando scoprono che non ho la minima intenzione di pesarmi su una bilancia, se non nel controllo periodico della nutrizionista.

E la cosa che li sconcerta definitivamente è quando mi vedono felice per aver preso magari un chilo di massa magra, quindi quando sono felice ed entusiasta di pesare un chilo di più.

Dimagrire e perdere peso sembrano due sinonimi ma non lo sono.

Non lo sono a livello fisico, estetico, e non lo sono a livello di salute. Una persona potrebbe perdere peso anche mangiando esclusivamente merendine, purché il suo introito calorico risulti inferiore al dispendio energetico, in modo quindi da avere un deficit calorico. Ma di certo questa non è la strada giusta per ottenere risultati buoni in termini di dimagrimento, quindi di riduzione di massa grassa, e di salute.

Qual è allora la differenza tra dimagrire e perdere peso?

Ve lo dico in sette parole: per dimagrire dobbiamo diminuire la massa grassa. Niente di più.

Niente di più direte voi, e come si fa? Per comprendere se si sta registrando una semplice perdita di peso o un vero e proprio dimagrimento, bisogna essere in grado di capire a che cosa è dovuto il calo ponderale. Sembra difficile ma in realtà la questione è che se non sappiamo se abbiamo perso massa magra o massa grassa o acqua (si, anche l’acqua) possiamo semplicemente dire di aver perso peso. Al contrario, possiamo parlare di dimagrimento quando a ridursi è, nello specifico, il quantitativo di massa grassa.

A tale proposito studi hanno dimostrato che il corpo umano non è in grado di perdere più di 300 – 500g di grasso a settimana, ragion per cui, se negli ultimi sette giorni avete perso 5 Kg, facendo una semplice operazione scoprirete che, se è andato tutto bene, avete perso 300 – 500g di grasso e 4.5 Kg di tessuto magro e acqua.

Il numero che vediamo sulla bilancia è quindi un dato parziale, in grado di testimoniare unicamente la perdita di peso. Ma per capire se è in atto un reale dimagrimento servono strumenti più precisi, che valutino la composizione corporea, come il plicometro e la bioimpedenziometria.

Solo un dimagrimento confermato attraverso questi strumenti è positivo a livello di salute. La perdita di peso evidenziata dalla bilancia può invece nascondere una perdita di massa muscolare che, a dispetto dell’entusiasmo iniziale dettato dal calo registrato, non rappresenta una conquista positiva né a livello di estetica né a livello di salute.

Esiste una DIETA che ci aiuti a dimagrire?

Negli ultimi tempi vanno di moda le diete che tagliano semplicemente un macronutriente, per lo più i carboidrati (troppo spesso demonizzati) o i grassi, dall’alimentazione quotidiana. In realtà la cosa principale è il quantitativo totale di calorie che introduciamo nel corso della giornata. Se quest’ultimo risulterà essere inferiore rispetto alle calorie consumate nell’arco delle 24 ore, ecco che andremo a registrare un progressivo calo di peso.

Il consumo energetico, però, non è dato solo dall’attività sportiva, ma è la somma di quattro fattori: il metabolismo basale, la TID (termogenesi indotta dalla dieta, ovvero le calorie che il nostro organismo consuma per digerire quello che mangiamo), il NEAT (non exercise activity thermogenesis, ovvero tutte le calorie che consumiamo per svolgere le attività quotidiane che non siano sport) e l’energia consumata nel fare attività sportiva. Le diete che attribuiscono il merito dei loro risultati all’eliminazione di un alimento, di una classe di alimenti o di un macronutriente, ingannano. Se andiamo, ad esempio, ad eliminare tutti i carboidrati dalla nostra dieta, finiremo con altissime probabilità per introdurre meno calorie rispetto al nostro fabbisogno.

La perdita di peso, quindi, non sarà merito dell’assenza di carboidrati in quanto tali, ma, piuttosto, dell’indiretta ma conseguente diminuzione dell’introito calorico totale, e prima o poi saremo necessariamente portati ad assumere di nuovo, con la naturale conseguenza di un aumento di peso.

Il segreto, non tanto segreto, per dimagrire senza troppe rinunce

La strada vincente è quella che prevede la messa in atto di uno stile di vita attivo unito ad una dieta controllata. In questo modo si evita di dover portare all’estremo una di queste due pratiche, finendo per seguire diete estreme o attività fisica troppo intense, che possono essere dannose per l’organismo. Effettuare una attività sportiva per almeno 3 ore alla settimana (parliamo di 3 ore su 168 settimanali) vi permetterà di poter mangiare senza troppe rinunce evitando il dramma dello “svuotamento”.

Eh si, perché va detto che il rischio di alcune diete drastiche è anche quello di ‘svuotarsi’ in alcune parti del corpo che magari non sono quelle che avremmo voluto vedere dimagrire. E se sicuramente una dieta drastica non fa bene in generale, i punti in cui si dimagrisce possono non dipendere dall’alimentazione.

Il problema è che una volta impostata una dieta che preveda un deficit energetico, sarà la nostra genetica a determinare in che distretti corporei, più che in altri, andremo a perdere massa grassa e volumi. Questo implica che magari avreste voluto perdere centimetri sui fianchi, ed invece proprio quelli resteranno invariati ma vi si svuoterà il viso e il petto.

Per quello è importante essere seguiti da una figura professionale (un nutrizionista, un dietologo etc.) che vi aiuterà a scegliere le caratteristiche del piano nutrizionale ipocalorico più giusto per voi.

Per chi ama praticare sport ad esempio, deficit calorici abbinati ad un insufficiente apporto proteico, faranno sì che a essere sacrificata sia per lo più la massa muscolare, con conseguenze negative in termini di salute, estetica e prestazione.

Una dritta utile per iniziare a rimettersi in forma: prima di parlare di allenamento si può pensare ad aumentare il cosiddetto NEAT a cui abbiamo già accennato, ovvero l’insieme di tutte quelle attività quotidiane a costo zero che nell’arco di una giornata hanno un peso a livello di dispendio energetico, come camminare, fare le scale, fare le faccende domestiche, portare le borse della spesa. A questo poi si potrà abbinare una dieta varia, calibrata sui propri fabbisogni, da strutturare in accordo con uno specialista del settore come un dietologo, un nutrizionista o un dietista.

Per concludere: LA FORZA DI UNA CORRETTA ALIMENTAZIONE, O LA BRAVURA DI UN ESPERTO ALIMENTARE, CONSISTE NEL FARVI PERDERE GRASSO CHE NON SEMPRE COINCIDE CON IL CALO DEL PESO. Buttate la bilancia che vi fa solo venire la depressione e ricordate che un lieve aumento dei muscoli ci permetterà in seguito di innalzare il metabolismo basale che come abbiamo detto è direttamente proporzionale alla massa muscolare. Dopo avere messo anche un solo chilo di muscoli potete mangiare di più, senza timore di ingrassare!

Bonus animali domestici 2022: in cosa consiste e chi può richiederlo

Tra le tante detrazioni statali di questi anni c’è anche quella per le spese veterinarie. Cos’è il bonus animali domestici e come funziona

E’ una tutela che consente di risparmiare qualche euro per il mantenimento in salute dei propri animali domestici. Che gli italiani amino gli animali è un fatto risaputo e anche la legislazione tiene conto di questo aspetto.

In realtà non si tratta di una novità perché già in passato le spese veterinarie erano detraibili. Ma vediamo quali sono invece le differenze con gli scorsi anni.

Modalità per richiederlo

Per richiederlo e ottenerlo occorre che i pagamenti siano tracciabili, oppure presentare le ricevute fiscali delle spese effettuate. La richiesta va fatta compilando il modulo sul sito dell’Agenzia delle Entrate. Il bonus animali domestici può essere richiesto dai cittadini italiani, senza limitazioni legate all’ISEE.

il proprietario dell’animale domestico richiedere il bonus animali domestici e il tetto della spesa detraibile.

Come funziona il Bonus e quanto è il massimo rimborso

Il bonus sarà dunque prorogato per il 2022 con alcune novità, come il tetto massimo di detraibilità Irpef che passa da 500 a 550 euro.

L’agevolazione fiscale a sostegno delle spese sanitarie per i nostri compagni animali è pari al 19% sull’Irpef, per alcune spese veterinarie. Ad esempio, le visite specialistiche, gli interventi di chirurgia, gli esami in laboratorio e l’acquisto di farmaci veterinari.

Rimane anche la franchigia di 129,11 euro, che significa che la detrazione Irpef al 19% viene applicata sull’importo speso, meno questa somma. Va detto quindi che, togliendo la franchigia dal tetto massimo, il rimborso massimo che si può ottenere con il bonus animali è poco meno di 80 euro.

Sicuramente la cifra non è altissima, ma è un passo in avanti verso un mondo nel quale magari tutte le spese veterinarie saranno detratte, considerando i nostri amici animali dei familiari. Speriamo poi in un futuro dove le spese di ricovero e di grande intervento siano economicamente meno impegnative per le famiglie, così da non dover mai essere messi davanti alla scelta di curare il proprio animale o arrivare a fine mese. 

Novità contro il randagismo e la persecuzione

Altre novità, il voler aiutare in modo concreto tutti quegli animali che non hanno una fissa dimora vivendo in strada e tutelare i diritti e la salute degli animali selvatici. Come? È stato stanziato un fondo di circa 2 milioni l’anno per i prossimi 3 anni, per intervenire sulle regioni che hanno maggiormente bisogno di aiuto con tutti i cuccioli randagi, come Campania, Abruzzo, Calabria, Puglia, Molise, Basilicata, Sardegna e Sicilia.

Si supporteranno anche tutti quegli animali che sono più a rischio della persecuzione da parte dell’uomo come orsi o cinghiali. Ci sarà inoltre, la chiusura degli allevamenti di visoni in modo permanente, in quanto oltre alle motivazioni etiche, anche per cause sanitarie in quanto questi animali possono ammalarsi di Covid e permettere al virus di mutare.

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FOTO: Optimagazine.com

Salute e bellezza – Trattamenti TOP anticaduta per i capelli

Abbiamo selezionato per voi tre prodotti anticaduta che riteniamo i migliori in circolazione a costi contenuti

Prima di tutto vediamo le motivazioni che portano i capelli a cadere:

–  il sesso (la caduta è maggiore negli uomini rispetto alle donne)

–  la stagione (in autunno e primavera la caduta aumenta)

–  condizioni di salute (l’utilizzo di certi farmaci e alcune malattie possono accelerare la caduta)

–  lavaggio e spazzolatura ( il trauma meccanico facilita il distacco dei capelli)

– densità di capelli (più capelli si hanno e maggiore sarà la caduta in termini assoluti)

– genetica (alcuni soggetti sono geneticamente predisposti alla caduta).

La prevenzione, comunque, continua a rivestire un ruolo essenziale contro la caduta dei capelli. Brevemente, diciamo che è importante seguire una serie di norme igieniche, come evitare diete drastiche e mangiare sano, proteggere i capelli dal sole e dalle lampade abbronzanti. Non fumare ed evitare anche il fumo passivo. Infine, lavare spesso i capelli (almeno 3 volte alla settimana, ma anche più spesso se sono grassi) non ne accentua, ma spesso addirittura ne previene, la caduta.


Vediamo i tre prodotti anticaduta:

1. NOOK ENERGIZING SUPER ACTIVE INTENSE LOTION TRATTAMENTO ANTICADUTA CAPELLI STIMOLANTE INTENSIVO

Un trattamento stimolante intensivo che favorisce la ricrescita dei capelli. Contrasta l’eccessiva perdita di capelli stagionale e calvizie maschili precoci.

Rafforza i capelli deboli e devitalizzati agendo su tutta la struttura, dal bulbo al fusto, controllando anche l’iper produzione sebacea. Aiuta ad aumentare lo spessore dei capelli fini e la ricrescita sana di quelli giovani.

2.REINFORCE ENERGIZING LOTION Maxima Puring

Sono fiale anticaduta energizzanti specifiche per contrastare il diradamento e prevenire la caduta dei capelli.

Indicato per capelli deboli, le fiale anticaduta vanno a stimolare l’irrorazione sanguigna e l’apporto di ossigeno nel cuoio capelluto favorendo una migliore crescita del capello oltre a svolge un’azione riequilibrante e purificante

3.  ENERGIZING SENSITIVE LOTION – ALCOOL FREE Difference Hair Care Nook

Un trattamento stimolante per cute sensibile specifico per contrastare la perdita di capelli dovuta a caduta stagionale e favorire la ricrescita di capelli giovani e forti. Le fiale senza alcool sono specifiche per cute sensibile. Migliora lo spessore dei capelli deboli e fini, controlla l’iper produzione sebacea tonificando e idratando la cute secca e sensibile.

Le fiale contribuiscono a ristabilire l’equilibrio cutaneo purificandolo, favorendo la circolazione sanguigna della cute che, combattendo l’invecchiamento del capello, stimola la ricrescita naturale.

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E’ giusto regalare un cucciolo a Natale? -VIDEO

Si avvicina il giorno di Natale e uno dei regali più desiderati dai bimbi di tutto il mondo è un cucciolo. Ricordate l’inizio di “Lilly e il Vagabondo”?

Regalare un cane non è come regalare un trenino elettrico o una casa delle bambole. Il cucciolo ha bisogno di qualcuno che se ne prenda cura e che gli dedichi del tempo data la sua iperattività. Detto questo, le reazioni commoventi di chiunque accolga un cucciolo in casa sono evidenti nei numerosi video che proliferano su internet. Ci sono degli aspetti fondamentali da considerare che l’emozione del momento non permette di visualizzare subito. In questo video provo a darvi dei consigli utili per fare la scelta giusta.

E’ giusto secondo voi regalare un cane a Natale?

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FOTO: Meteoweb

SALUTE – Due tisane drenanti dalle mille proprietà

Finalmente sono finite le abbuffate

“Non ce la faccio più a mangiare, quando finiscono queste feste”? Ce l’abbiamo fatta finalmente, siamo usciti dal periodo delle abbuffate e non c’è tempo da perdere perché la prova costume è dietro l’angolo.

Oggi conosceremo degli alleati per perdere un po’ di peso e per combattere la ritenzione idrica. Vi anticipo subito che non si tratta di mistici guaritori o guru dai poteri soprannaturali, ma di tisane drenanti e depurative.

Quello che voglio intendere è che per ottenere un corpo da favola dovrete fare affidamento soprattutto su un’attività fisica intensa e su una regime alimentare controllato.

6 consigli per tornare in forma dopo la feste

Cosa sono le tisane drenanti e che effetti hanno

Le tisane drenanti sono preparati a base di erbe che vengono messe in infusione in acqua calda e poi filtrate. Il sapore potrebbe non essere estremamente dolce, ma guai a versare nella vostra tazza fumante zucchero o miele. E’ ammesso il succo di limone.

L’effetto principale di tali bevande è quello di eliminare la sensazione di gonfiore addominale e di diminuire la ritenzione idrica.

Sono molto indicate anche per la cellulite, per il gonfiore degli arti inferiori e per eliminare le scorie in eccesso.

In base al tipo di pianta utilizzata per la preparazione, la tisana avrà effetti diversi.

Tisana alla betulla

Le foglie di betulla sono ricche di flavonoidi, vitamina C e acido caffeico. Le tisane preparate con questa pianta hanno non solo proprietà diuretiche e depurative, ma anche antinfiammatorie.

La tisana alla betulla è l’ideale per prevenire l’accumulo di adipe e per combattere la tanto odiata buccia d’arancia. E’ estremamente consigliata anche a chi soffre di calcoli renali.

Viene consumata soprattutto d’inverno in quanto si tratta di un rimedio estremamente efficace contro raffreddore, mal di gola e catarro.

PREPARAZIONE: mettete dell’acqua a bollire e nel frattempo tritate in pezzi più piccoli possibile le foglie di betulla. Aggiungete il trito e lasciate bollire per almeno 5 minuti. Calcolate indicativamente un cucchiaio di erbe per tazza.

Dopodiché filtrate con un colino. E’ preferibile bere la tisana calda, ma potete anche conservarla per consumarla durante la giornata. Non andate oltre le tre tazze al giorno e in una decina di giorni noterete già a primi miglioramenti sulle vostre gambe.

Tisana al finocchio

E’ senza dubbio quella più conosciuta, ma vediamo insieme quali sono i suoi benefici principali.

La tisana al finocchio è un antispasmodico naturale, particolarmente indicato per chi soffre di colon irritabile, flatulenza e crampi addominali.

Viene utilizzata spesso dalle donne alle prese con i dolori del ciclo mestruale.

Combatte la ritenzione idrica ed è un’alleata preziosa per chi vuole perdere peso. Le sue proprietà antibatteriche sono molto utili per guarire le infiammazioni del cavo orale.

PREPARAZIONE: se utilizzate le foglie fresche la preparazione è molto simile alla tisana alla betulla. L’unica differenza è che le foglie di finocchio vanno lasciate a macerare in infusione per almeno 15/20 minuti e poi filtrate tramite colino.

Se utilizzate i semi di finocchio, la preparazione cambia sensibilmente. Inserisci in un mortaio un cucchiaino di semi di finocchio e inizia a pestarli. Raccogli la polvere grossolana che ne deriva e depositala in un colino, versaci una tazza di acqua bollente e lascia in infusione per 10 minuti.

Se ne avete preparata troppa e non avete voglia di berla tutta, vi consiglio di utilizzare la tisana per impacchi sugli occhi gonfi o affetti da congiuntivite.

Imbevete un batuffolo di cotone nella tisana tiepida e ponetelo sopra le vostre palpebre per una decina di minuti. Noterete un attenuamento del gonfiore e una sensazione di benessere oculare.

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Spazzolini da denti in bambù, alternativa valida a quelli in plastica?

Oggi parleremo di una valida alternativa alla plastica, eco sostenibile e che fa bene all’ambiente.

Il tema dell’invasione della plastica nei fondali marini e più in generale in tutto il nostro pianeta è molto caldo in questo periodo. Si stanno cercando soluzioni per poter salvaguardare la vita della flora e della fauna, messa a repentaglio da una produzione sempre maggiore e da uno smaltimento errato di questo materiale. L’obiettivo più immediato è quello di riciclarla in maniera intelligente ed efficiente. Nel frattempo ci chiediamo se anche noi possiamo fare qualcosa di concreto.

 

GLI SVANTAGGI DELLO SPAZZOLINO IN PLASTICA: Non ci metteremo ad elencare gli infiniti svantaggi di questo materiale, basti pensare che gli spazzolini in plastica dura hanno un pesante impatto ambientale (la plastica deriva dal petrolio) e nel giro di 3 mesi diventano pessimi rifiuti indifferenziati. Manico e setole non si riciclano.

Una soluzione intermedia potrebbe essere quella di cambiare la testina mantenendo il manico, così da ridurre la plastica non riciclabile. Il problema è che di solito  testine e spazzolini sono acquistati in imballi di plastica più grossi di loro. La testina va comunque gettata nell’indifferenziata e alla lunga, rimane sempre un po’ di sporco tra testina e manico (bleah).

Come fare? Abbiamo deciso di provare spazzolini 100 % biodegradabili e compostabili, in bambù.

GLI SVANTAGGI DEL BAMBOO: La provenienza del bambù, non è proprio a km zero. Viene infatti da piantagioni della Cina. Una marca, la Tea Natura, ha richiesto le schede tecniche agli amici orientali, sulle quali si legge che non vengono usati concimi chimici, fertilizzanti, né pesticidi. Ma Tea Natura ammette di non essere mai andata a controllare. Si potrebbe pensare a delle piantagioni di bambù in Italia, biologiche e sostenibili, o ad un altro materiale biodegradabile tutto made in Italy.

I VANTAGGI DEL BAMBOO: Vanno cambiati ogni 2-3 mesi, come i normali spazzolini e si possono sotterrare in giardino o buttare nel compost dopo aver tagliato via le setole. Anche il packaging è sobrio e sostenibile, fatto con carta riciclata. Il prezzo al pubblico è di 3 euro a spazzolino, per quantità più elevate il costo è un po’ inferiore.

Io li ho presi su amazon a 1,40 euro l’uno.  Il bambù, spiega la ditta produttrice, è la pianta con il miglior rapporto di resa legno per ettaro e non ha bisogno di fertilizzanti per la coltivazione. Ha grossi effetti di riduzione di CO2 dal momento che incamera quattro volte le emissioni di un gruppo di alberi di dimensioni simili. Inoltre, il bambù è naturalmente resistente ai batteri quindi è difficile che pericolosi germi prendano albergo nel nostro spazzolino ecologico.  Risulta quindi una pianta sostenibile per l’ambiente. Le setole sono inserite a forza e non trattenute da colle sintetiche, è il maggiore spessore della piegatura che le trattiene nel foro. Se ve lo state chiedendo le setole sono morbide, diciamo che può equivalere ad una setola media di plastica.

 

Modo d’uso: si consiglia di asciugare lo spazzolino dopo ogni lavaggio e di sostituirlo ogni 2-3 mesi. Sappiate che è possibile personalizzare il manico dello spazzolino!

IL COSTO: Magari qualcuno può obiettare che il costo sia più alto rispetto a quelli tradizionali in plastica, anche se 2/3€ è un prezzo quasi in linea con quello degli spazzolini di plastica del supermercato.  Inoltre, su quelli in plastica, non viene calcolato il costo di smaltimento e inquinamento, che tornerà come un boomerang e che quindi pagheremo sotto un’altra forma (tasse rifiuti, inquinamento, ecc.…).

Esistono anche altre marche, acquistabili on line, di spazzolini in bambù, ma tutti provengono dalla Cina e alcuni di questi non hanno setole compostabili:
Hydrophil,  biodegradabile al 96%. Un prodotto completamente vegan e formato da un manico in bambù e da setole in plastica biologica e biodegradabile (nylon 4), ma non compostabile.
Bogobush: uno spazzolino fatto e ideato negli USA e realizzato interamente in bambù dipinto con colori ad acqua e con setole in nylon biodegradabile (che a differenza del tradizionale nylon, per decomporsi impiega meno di un anno). Anche questo non è compostabile. Carina l’iniziativa della società (Do LLC) che per ogni BogoBrush acquistato, ne donerà uno in beneficenza a persone bisognose di Detroit, Atlanta e Minnesota.

L’articolo finisce qui, sperando di esservi stata utile vi lascio con un’ultima considerazione. Il mondo non finisce all’interno del recinto di casa nostra, ma è molto più vasto e meraviglioso e non possiamo sempre pensare che qualcun altro risolverà il problema del quale noi siamo parte. Quando esistono soluzioni che portano al bene di tutti, anche se dobbiamo spendere 1 euro in più ogni tre mesi, dovremmo provare a fare le brave persone ed impegnarci tutti.

Con affetto

Ek.

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Foto: www.2backpack.it

Il bluff della Paraffina: Un prodotto da tenere lontano dai bambini

PARAFFINA

Cos’è?

Ricavata dal petrolio, la paraffina è uno dei petrolati più dannosi. Wikipedia la descrive così: “La paraffina è il nome corrente dato ad una miscela di idrocarburi solidi, in prevalenza alcani, le cui molecole presentano catene con più di 20 atomi di carbonio. È ricavata dal petrolio e si presenta come una massa cerosa, biancastra, insolubile in acqua e negli acidi.”

In quali prodotti si trova: la paraffina è molto diffusa nei prodotti cosmetici, soprattutto in quelli per bambini perché dona la sensazione di avere una pelle morbida e levigata, ma si tratta di un bluff. La paraffina si presenta cerosa, insolubile anche negli acidi. E’ un ottimo lubrificante per
attrezzi e macchine utensili, serrature, cerniere.

Altri utilizzi della Paraffina:
-Per proteggere la gomma dei Pneumatici;
-Per rendere le superfici in legno e in cuoio impenetrabili all’acqua;
-Come antiadesivo per guarnizioni e chiusure;
– Come distaccante per stampi.
-Nelle fonderie per la fabbricazione di esplosivi                                                                                                                                                                                       -Nell’industria dei detersivi

Perché viene utilizzata: 

Nel settore cosmetico viene utilizzata come agente filmante, dona una sensazione di levigatezza alla pelle. Si tratta, purtroppo, solo di una sensazione, perché Il film che si poggia sulla vostra pelle o le labbra altro non è che una patina, una pellicola che non consente alla pelle di respirare, ne velocizza l’invecchiamento, ostruendo i pori e non fa altro che provocare un inarrestabile effetto a catena. Voi spalmate la crema per idratare, ottenete un effetto momentaneo (e fasullo) e intanto la vostra pelle peggiora e siete costrette a porre rimedio con lo stesso prodotto continuando ad avere lo stesso effetto “fake”. Nel caso di un burro di cacao contente Paraffinum Liquidum fra le controindicazioni più facili da identificare c’è la comparsa di punti neri intorno al contorno delle labbra e lo spuntare di di herpes labiali.

Come la riconosciamo:

Possiamo trovarla indicata con diversi termini: Paraffinum Liquidum, Petrolatum, Vaselina, Mineral Oil, Cera Microcristallina (chimicamente non è esattamente la stessa cosa, ma le caratteristiche sono simili).

Effetti collaterali:

-Cancerogena

-Non idratante

-Ostruisce i pori

-Accelera il processo di invecchiamento della pelle

-Favorisce la formazione di brufoli, punti neri e rughe

-Inquina l’ambiente

Più usate prodotti che contengono paraffina sulla vostra pelle, più il problema che desideravate risolvere peggiorerà.

La Paraffina è cancerogena?

Quello che deve preoccupare maggiormente sono le impurità che restano nella paraffina dopo il processo di raffinazione, che favorirebbero invecchiamento e addirittura tumori della pelle. L’Unione Europea ha applicato la frase di rischio R45 con la nota N specifica delle sostanze che possono provocare il cancro.

Vi siete mai chiesti da cosa dipende la sensazione di “untuosità”, che creme o cerette lasciano sulla pelle? Bene, questa sensazione, è causata proprio dal petrolio residuo e dalla azione di “soffocamento” che esso svolge sulla pelle. Ecco perché molti neonati, la paraffina è presente in tanti prodotti per bambini- soffrono di vere e proprie dermatiti da petrolati!

Perché viene utilizzata:

La paraffina, in sintesi, viene utilizzata anche perché ha un costo molto basso e risulta inodore, ha il pregio di non irrancidire. Questi fattori fanno sì che venga utilizzata su larga scala, trascurando, che anche per il settore cosmetologico, ci sono molte valide alternative naturali. Non dimentichiamoci che la paraffina NON è biodegradabile. Le alternative, sono resine, burri o oli vegetali!

Attenzione alla trappola:

La paraffina liquida (ottenuta dalla raffinazione del petrolio) è stata dichiarata cancerogena dalla comunità europea, ma purtroppo anche se viene indicata come paraffina pura può essere inserita nei cosmetici.Quindi non lasciamoci ingannare neppure da questa dicitura ingannevole Paraffina pura! Alcuni scrivono anche paraffina vegetale.

Candele: Molte candele sono realizzate con una miscela di paraffina o paraffina pura. Questo derivato del petrolio è una cera economica ed è per questo che viene spesso utilizzata dai produttori. Tenere accese delle candele di paraffina può avere lo stesso effetto di respirare del fumo passivo. Benzene e toluene sono noti agenti cancerogeni che vengono rilasciati nell’aria dalla paraffina, creando mal di testa e possibili patologie ai polmoni. Alternative Candele di Soia, Cera d’api.

Prodotti per capelli con paraffina

Nei capelli dona flessuosità e lucentezza, ma sono effetti ingannevoli poiché, come i siliconi, non cura i danni del capello, li camuffa.

Veramente dannose sono poi le maschere per capelli, che promettono capelli lisci e lucenti, ma in realtà ci stiamo spalmando solo paraffina in testa con i danni che ne conseguono al cuoio capelluto.

Prodotti make up con paraffina

Presente nei fondotinta liquidi, nei blush e soprattutto nei prodotti per le labbra.

I petrolati sulle labbra hanno un effetto veramente fastidioso, seccano e formano pellicine.

Tra i prodotti peggiori ricordo:

-Olio JOHNSON BABY composto principalmente da paraffina liquida!!!(carcerogena certificata!!)

 –Pasta Fissan

-MASCHERA ULTRADOLCE GARNIER all’ Olio d’argan e di camelia: dove la paraffina è tra i primi ingredienti.
-Crema Cera di Cupra bianca (con una etichetta da mettersi le mani nei capelli)
-SHAMPOO HERBAL ESSENCE  ricco di silicone e perfino paraffina!!! Non fatevi fregare dalla scritta “herbal”, non è un cosmetico ecobio, e nemmeno naturale !!
-Nivea, 

-Glysolid, 

-Dove, 

-Vichy,

 -Leocrema

-DermaSol Bimbi Crema Solare Protettiva Alta protezione 1-3 anni

-Garnier Bodytonic

 –CREMA alla Glicerina, che purtroppo non contiene solo glicerina, ma anche tanta paraffina, ingrediente petrolchimico e inquinante che invece di idratare le mani le renderà sempre più secche e screpolate.

-SHAMPOO PANTENE lisci effetto seta, in realtà tutti gli shampoo di questa marca sono ricchi di siliconi e addirittura alcuni, come questo, contengono anche la paraffina!

-Labello e burrocacao, a base di cera microcristallina e paraffinum liquidum, cioè petrolato puro (che viene anche ingerito!!)

Spesso questi burridi cacao con paraffina creano una vera dipendenza, più li usi e più ti seccano e più tendi ad utilizzarli.

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FOTO:pemcosmetik.com