La par condicio spiegata in 6 punti

La data per le tanto agognate elezioni politiche è stata scelta. Il 4 marzo 2018 si torna a votare dopo 10 anni di governi non eletti direttamente dal popolo. Mancando meno di due mesi alle elezioni è “entrata in vigore la par condicio”. Di cosa si tratta e cosa comporta per i partiti e per i mass media?

Cos’è la par condicio?

Il termine latino par condicio significa letteralmente pari condizioni,  consiste nel garantire un’uguale visibilità a tutti i partiti e movimenti politici da parte dei mass-media. Viene disciplinata dalla legge 28 del 22 febbraio del 2000 volta a tutelare il pluralismo nel settore televisivo. Il senso di tale norma va ricercato nella garanzia, per tutti i partiti politici, di avere, almeno di partenza, le stesse possibilità di essere eletti.

Quando comincia la par condicio?

Molti credono che la par condicio vada rispettata solamente quando si è nel periodo di campagna elettorale, ma in realtà la legge 28 del 2000 non fa distinzione fra periodo elettorale e non, quando stabilisce la parità di trattamento di tutti i partiti politici e la loro presenza nei mezzi di informazione. Per garantire la democrazia più assoluta il confronto politico deve essere sempre equilibrato.

Chi è tenuto a rispettarla?

Sia i programmi di comunicazione politica (tribune), sia i mezzi di informazione (telegiornali). Mentre per i primi la ripartizione fra le varie voci deve essere molto precisa, praticamente matematica, per i telegiornali i criteri sono più elastici, in quanto non si vuole limitare la libertà di informazione e il diritto di cronaca.

Quali sono le autorità atte a vigilare sulla par condicio?

Per la televisione pubblica il controllo spetta alla Commissione di vigilanza RAI. Le emittenti private nazionali e locali vengono controllate dalla AGCOM. I due organi, prima di emanare le regole attuative della par condicio, devono consultarsi a vicenda, in modo che siano praticamente uguali per entrambi.

Quali sono le sanzioni in caso di mancato rispetto della par condicio?

L’Autorità valuta autonomamente ogni singolo programma e telegiornale. Nel momento in cui ravvisa una violazione interviene con una serie di atti successivi: prima un richiamo, poi un ordine di riequilibrio e infine una sanzione amministrativa pecuniaria in caso di mancato riequilibrio.

Come si valuta un pluralismo politico consono?

Sono due i dati da tenere in considerazione, innanzitutto il tempo di parola, cioè il tempo in cui il candidato di una determinata fazione si esprime direttamente intervenendo in conferenze stampa, rispondendo ad interviste e rilasciando dichiarazioni pubbliche.

In secondo luogo il tempo di notizia, cioè il tempo che i giornalisti dedicano ad un argomento riferito nello specifico ad un determinato partito o movimento politico.

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Author: ErikaStreppa

Erika. Blogger, riccia bionda naturale, amante dei cani e della natura. Mi interesso di Ambiente, Sport, Attualità e faccio anche qualche Recensione. Sono appassionata di Biocosmesi, sempre alla ricerca della Tabella INCI perfetta!