Comprare consapevolmente: Quanto è importante leggere le etichette?

Al giorno d’oggi le persone sono sempre più consapevoli che il mercato non utilizza le materie prime e gli ingredienti migliori. Questo perché i soldi sono sempre meno e per realizzare prodotti a basso costo si va ad incidere sulla qualità, in più perché alcune ditte possono applicare maggiori ricarichi spendendo sempre meno. E’ il cosiddetto  “mercato baby”.

Molti preferiscono non leggere, non informarsi, probabilmente perché una volta che sai non puoi più far finta di niente.

Questo è il motivo di questo articolo e forse ecco perché voi siete qui.

Per capire meglio il prodotto che abbiamo davanti disponiamo di numerosi strumenti. Non facciamoci ingannare dalle scritte in grassetto sulle confezioni, messe appositamente in evidenza.

Concentriamoci su quelle sul retro, molte volte scritte piccolissime. Sto parlando della lista degli ingredienti e dei vari simboli apposti sulle confezioni.

I simboli  non dicono nulla ad occhi inesperti, ma una volta che imparerete a conoscerli vi descriveranno per filo e per segno il prodotto. Ecco perché vale la pena imparare ad interpretare le informazioni che le aziende sono obbligate a fornirci.

ATTENTI ALLE PUBBLICITA’: L’abitudine di informarci su cosa contiene l’etichetta, quindi, deriva dalla comprensione della stessa. Le pubblicità, ovviamente, nascono per attrarre il cliente a comprare “il prodotto super straordinario, che vi renderà meravigliosa la vita”, alla “venghino signori venghino”, ed in effetti ormai siamo abituati a comprare il prodotto basandoci  sui messaggi che vengono miratamente studiati per colpire la nostra attenzione.

Le pubblicità sono differenziate per classi di consumatori. Hai i capelli secchi? Prova l’olio straordinario. Non hai tempo per lavarti i capelli? Prova lo shampoo senza risciacquo. Hai le rughe? Questa crema con i mattoncini lego inclusi ti ricompatterà il viso.

Come avrete notato vengono spesso utilizzati termini ambigui e a volte poco onesti. Quindi per prima cosa non facciamoci ingannare dalla pubblicità e da confezioni bellissime piene di colori e belle immagini,  con termini ingannevoli come “Eco” “bio”, “naturale”.

Attenzione agli ingredienti miracolosi, che però sono presenti in dosi a volte inferiori all’ 1%. Per esempio creme all’olio di argan con lo 0.5 di olio di argan, o shampoo ai fiori di ciliegio, (per esempio il Garnier) con l’ingrediente a loro dire principale all’1% (  quindi la morbidezza del capello non verrà data dal ciliegio, ma dai siliconi contenuti negli ingredienti che certamente la casa produttrice eviterà di nominare sull’etichetta).

Prodotti ipoallergenici, per pelli sensibili e con ingredienti naturali: quando si tratta di etichette di prodotti per la cura della pelle, non credere a tutto quello che c’è scritto. I consumatori scelgono i prodotti etichettati “per pelli sensibili” o “ipoallergenici” ritenendo che questi prodotti siano più delicati sulla pelle e con meno probabilità di causare reazioni allergiche. Tuttavia, poiché questi termini non sono regolati dall’Agenzia degli Alimenti e Farmaci degli Stati Uniti, non vi è alcuna garanzia che  non irritino la pelle o causino una reazione.

LA NORMATIVA: L’8 febbraio 2018 è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale, n. 32, il decreto legislativo 15 dicembre 2017, n. 231 “Disciplina sanzionatoria per la violazione delle disposizioni del regolamento (UE) n. 1169/2011. Il provvedimento, entrerà in vigore il 9.05.2018. (per maggiori info: http://www.sviluppoeconomico.gov.it/index.php/it/impresa/competitivita-e-nuove-imprese/industria-alimentare/etichettatura-alimentare ).

Cosa prevede il regolamento Ue. Il punto focale è l’origine dell’ingrediente primario. Le aziende avranno l’obbligo di indicarne l’origine, se diversa da quella del prodotto finito. Per esempio una confezione di pasta lavorata in Italia dovrà indicare anche l’origine del grano, se questo proviene da un paese estero.

Sebbene si tratti di una norma estremamente positiva ed utile, anche qui esiste l’escamotage per dribblarla. L’obbligo, infatti, non varrà per le indicazioni geografiche protette Dop e Igp, ma soprattutto non si applicherà ai marchi registrati che, a parole o con segnali grafici, indicano già di per sé la provenienza del prodotto.

Questo vuol dire che se una confezione di un qualsiasi prodotto avrà già una bandiera italiana disegnata o un qualsiasi altro riferimento all’Italia, non ci sarà bisogno di indicare la provenienza dell’ingrediente principale.

Tutto ciò suona ridicolo, sempre più consumatori si troveranno a consumare prodotti “made in Italy”, prodotti in realtà all’estero.

INGREDIENTI AD IMPATTO ZERO: Partiamo dal presupposto che non esistono ingredienti ad impatto zero. Ciò che ci spalmiamo o che utilizziamo per lavare i panni ha un effetto sull’ambiente anche dopo che questi prodotti finiscono sciacquati via giù per lo scarico.

Ne abbiamo parlato anche in alcuni video: nei corsi d’acqua molti studi hanno riscontrato significative concentrazioni di sostanze derivanti dai PPCPs (Pharmaceuticals and Personal Care Products and Pollutants).

Quello che possiamo fare è preferire prodotti contenenti sostanze il cui impatto sull’ambiente sia meno negativo di altre. Imparando a conoscere e riconoscere gli ingredienti dei prodotti che acquistiamo quotidianamente possiamo contribuire in maniera concreta alla salvaguardia dell’ambiente. 

Lo so, alcuni di voi potrebbero pensare “ eh ma tanto lo faccio solo io, e poi le aziende riversano nei fiumi i peggiori inquinanti. Sono una goccia nel mare”. Da un lato avete ragione, ma vi assicuro che da quando sono diventata consapevole mi rendo conto che se ognuno di noi facesse attenzione a queste cose, il mondo diventerebbe un posto migliore davvero. Dopotutto l’acqua è l’oro blu e tutti noi, quando per un guasto o per altro non ne possiamo usufruire, ci rendiamo conto di quanto sia importante.

INGREDIENTI PERICOLOSI PER L’UOMO: Se poi non vogliamo pensare all’ambiente, potremmo quantomeno pensare a noi, alla nostra salute, alla salute delle persone a cui vogliamo bene, soprattutto ai bambini. Certo non stiamo facendo inutili allarmismi, per quanto riguarda i cosmetici devono essere sicuri per legge, anche se poi leggiamo alcuni ingredienti che sono nocivi o comunque negativi per l’essere umano ( leggi anche l’articolo “Sale nello shampoo” , “ Siliconi”. 

Il confine tra sicurezza ed effetto tossico di una sostanza è determinato dalla dose in cui viene assunta. Molti sistemi di classificazione degli ingredienti cosmetici (Biodizionario, Skin Deep®) vogliono però porre l’attenzione sull’effetto a lungo termine. In altre parole, la stima della sicurezza di un prodotto dovrebbe considerare che il consumatore ogni giorno usa più prodotti cosmetici e per l’igiene della persona, quindi entra in contatto più e più volte con una medesima sostanza aumentando l’assunzione e quindi il rischio.

Come consumatori, quindi, leggendo l’etichetta possiamo scegliere di non comprare i prodotti con determinati caratteristiche. Io per esempio non compro prodotti con SLS, con Dismethicone, con tensioattivi, con petrolati e cerco sempre prodotti biologici e non testati sugli animali.

ALLERGIE: Ho iniziato a sospettare dei saponi per i piatti, un giorno in cui utilizzando una nota marca di detersivi ho avuto una eruzione cutanea allergica sulle mani fino agli avambracci. Vi dico questo perché se una sostanza ci provoca reazioni allergiche, è opportuno evitare l’utilizzo di quei prodotti che la contengono.

SIMBOLI: Esistono molti tipi di certificazioni e autocertificazioni, e in base alle proprie esigenze ciascun consumatore può scegliere il prodotto che rispetti determinati parametri di qualità o abbia caratteristiche particolari. Ad esempio Ecolabel ed Icea:

                                          

 

COSA NON CI DICE L’ETICHETTA: Non possiamo conoscere i quantitativi o le dosi dei singoli ingredienti nel contesto formulativo, quindi il suo “comportamento” in relazione alla quantità in cui viene utilizzato e all’interazione con gli altri ingredienti presenti in formulazione.

Questo articolo nasce per comprendere quante cose ci possono dire etichette e simboli, cerco sempre di spiegarli. Li trovate negli articoli della categoria recensioni di questo blog, divisi per Beauty, Home e Pet. Le recensioni riguardano prodotti mediamente eco-compatibili. L’acquisto ad oggi dovrebbe avere un peso diverso, necessita di uno spirito critico maggiore per distinguere tra pubblicità e verità.

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Ricette facili: Marmellata di peperoni

Oggi vogliamo uscire dai canoni, bando alle solite marmellate che portate in tavola la mattina per colazione. Vi proponiamo una ricetta particolare che siamo sicuri vi susciterà non poca curiosità: la marmellata di peperoni!

Ingredienti:

-500 gr peperoni rossi

-120 gr peperoncini rossi

-315 ml aceto bianco

-1kg di zucchero

-185 g zucchero di canna

Preparazione:

Lavate bene peperoni e peperoncini, togliete i semi e la parte bianca.

Tagliate i peperoni a pezzi piatti e cuoceteli alla griglia fino a che la pelle dei peperoni non si annerisce.

Mettete i pezzi di peperone in un sacchetto di plastica e lasciateli raffreddare per poter togliere la pelle annerita.

Frullate i pezzi di peperone e il peperoncino insieme a parte dell’aceto bianco finché non avrete ottenuto un composto cremoso.

Mettete in un tegame il composto con l’aceto rimasto e fate bollire a fiamma bassa per altri 8 minuti.

Togliete il tegame dalla fiamma e aggiungete i due tipi di zucchero mescolando per 5 minuti, finché lo zucchero non sarà sciolto.

Rimettete il tegame sul fuoco e fate bollire per 10 minuti.

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Il magico mondo della lavatrice: Come lavare i capi scuri

LA TEMPERATURA OTTIMALE PER I VARI TESSUTI

°°°Temperatura 0° (lavaggio a freddo/lavaggio lana): a questa temperatura si lava appunto “a freddo”, quindi puoi lavare i famosi maglioni senza restringerli, oppure il cotone/tessuti sintetici/jeans non particolarmente sporchi e la biancheria scura. Puoi lavare a freddo anche la seta°°°

Per questa missione serviranno: Detersivo liquido per lavatrice, detersivo ravviva scuri, ammorbidente, una bacinella e la retina per l’intimo.

I CAPI SCURI SONO I PIù PERICOLOSI

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Oggi laviamo i pericolosi (rosso, blu scuro e nero) che normalmente si lavano da soli tra loro. Per questi capi dovete stare attenti che non scarichino (perdano) troppo colore, altrimenti dovrete lavarli separatamente da tutti gli altri. Tendenzialmente i capi nuovi macchiano di più, ma dopo qualche lavaggio diventano innocui. Per verificarlo basta inumidire un angolo del capo pericoloso e stirarlo tra due pezzi di stoffa bianca.  Se la stoffa macchia la dovete lavare da sola.

La prima cosa che consiglio è, come sempre, separare i capi in bianchi, colorati e scuri (clicca qui per “consiglio su come separare i capi”),  separare anche i tessuti (clicca qui per “come leggere le etichette”) perché alcuni tessuti non si possono lavare in lavatrice e li dovrai lavare a mano. A questo punto dovrai fare attenzione ai prodotti che dovrai utilizzare (clicca qui per “prodotti da comprare per fare il bucato”). Il problema di questi capi è che rischiano di sbiadire nel tempo, e questo è molto frustrante, ma si può evitare facilmente con dei piccoli accorgimenti.

Il primo è quello di lavare questi capi il meno possibile, certo non sto dicendo di andare in giro sporchi o puzzolenti, ma di alternare questi capi in più giorni mettendoli all’aria così da non fare “una messa ed una lavata” e preservare il colore, soprattutto se lo indossate due ore in una giornata ( escluso calzini e biancheria intima che vanno lavati ogni volta che li indossiamo).

Una volta che avrete tutti i panni scuri davanti dovrete dividere l’intimo, slip e calzini. Mi raccomando gli slip, ma soprattutto i calzini non vanno messi in lavatrice appallottolati, ma vanno distesi e sgrullati da eventuali residui, pelucchi o sporco che si è attaccato e vanno pretrattati sul tallone e sulla pianta (clicca qui per “come pretrattare i capi”). Una volta pretrattati, li inserirete nella “retina per lavare i capi intimi” (se non l’avete procuratevene almeno due, il costo va dai 3 ai 7€, potete trovarla su internet). Girare al rovescio i vestiti prima di lavarli farà in modo che la superficie direttamente esposta al ciclo di lavaggio,  che si logora e deteriora prima, sia quella interna.

https://erikastreppa.it/8-cose-sulla-candeggina-che-devi-assolutamente-sapere

METTIAMO I PANNI IN LAVATRICE

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Posizioniamo i panni : cercando di mettere al centro del cestello la retina con l’intimo, chiudete tutti i tipi di allacciatura, i bottoni, le cerniere, i nastri, i lacci e fate attenzione a svuotare tutte le tasche! Pretrattate con sapone liquido i colli, le giunture, i polsini e sotto le ascelle delle magliette. Nei casi più seri usate dei prodotti antimacchia.

Lavare questi capi con acqua fredda li farà scolorire meno, perché è l’acqua calda che disperde la tintura e fa scolorire i tessuti. Attenzione ai lavaggi invernali! Se le temperature all’esterno sono troppo fredde la temperatura dell’acqua della lavatrice si abbassa, e può raggiungere i 5 gradi, sotto questa temperatura i detersivi non sono più molto efficaci, quindi in inverno con le temperature esterne rigide aumentate un po’ la temperatura del lavaggio, non superando però mai i 30 gradi.

PREFERITE IL CICLO BREVE E IL LAVAGGIO A FREDDO

Per questi capi è ottimo l’utilizzo del ciclo breve e l’utilizzo di detersivo ravviva scuri, preferibilmente uno con la formula per lavaggi a freddo, che limitano il rischio  che i capi perdano colore.

Non riempite esageratamente il cestello altrimenti i capi rischiano di non uscire puliti. In caso di cestello a metà attiverete il programma “mezzo carico”. Chiudete l’oblò ed andate a riempire il cassettino dei saponi. Aprite il cassettino e mettete due tappi di detersivo liquido se il cestello è pieno a metà e 3 se è completamente pieno.

Se volete potete togliere un tappo di detersivo e metterne uno di detersivo specifico per ravvivare i colorati. Mettete un tappo di ammorbidente nell’apposita vaschetta ( di norma quella più piccola a sinistra ) e sarete pronti ad accenderla. Scegliete il lavaggio, io preferisco lavare gli scuri a freddo. Pre-impostate la centrifuga a 400 giri così da avere i panni più asciutti possibile, ma evitando che si rovinino. 

Controllate le etichette perché se state lavando dei super delicati potreste non poter metter la centrifuga. Avviate la lavatrice. Una volta arrivata alla centrifuga il  ciclo è finalmente terminato! Attendete che la lavatrice si spenga, aprite l’oblò e voilà!

I vostri panni sono pronti per essere stesi, all’ombra! Ricorda di non lasciare i panni in lavatrice altrimenti inizieranno ad ammuffire ed avranno un pessimo odore, stendili entro 12 ore.

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Meglio lavare i piatti a mano o in lavastoviglie?

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Quanti di voi, dopo aver fatto colazione, lasciavano la scodella dei cereali e la tazzina del caffè nel lavandino, certi che la Mamma avrebbe provveduto a lavare tutto dopo pochi minuti? Scommetto la maggior parte.

Ora che vivete da soli non potete permettervi di essere tanto pigri da non lavare nemmeno le vostre singole stoviglie perché, se conservare un paio di piatti sporchi nel lavabo per un paio d’ore, non vi creerà grossi problemi, accumulare tutte le posate, i piatti ed i bicchieri di cui disponete nel lavandino vi esporrà a disagi da non sottovalutare.

Primo fra tutti l’odore nauseabondo che le vostre stoviglie sporche potrebbero emanare, fastidioso per voi, figuriamoci per degli eventuali ospiti.

Inoltre dovete considerare che lavare dopo ogni pasto i piatti è una faccenda da pochi minuti, lavare l’accumulo di giorni passati potrebbe portarvi via qualche istante in più.

Molti utensili da cucina, soprattutto quelli in metallo, pentole e padelle comprese, se non puliti e lasciati incrostati per più giorni, potrebbero non essere più utilizzabili. In poche parole la vostra pigrizia vi costringerà a spendere dei soldi extra per rinnovare il vostro pentolame, non mi pare una scelta molto saggia, non credete?

A qualcuno potrà accendersi una lampadina, indicativa di un’idea più che geniale “compro la lavastoviglie e risolvo il problema”.

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L’argomento del nostro articolo è proprio questo: è più conveniente lavare i piatti a mano o in lavastoviglie?

In famiglie numerose, con almeno due figli a carico, possiamo tranquillamente affermare che dal punto di vista del consumo d’acqua è molto più conveniente lavare i nostri piatti in lavastoviglie. Secondo un recente studio dell’Università di Bonn, in Germania, se dovessimo lavare a mano le stoviglie utilizzate per una cena di 10/12 persone consumeremmo intorno ai 100/105 litri d’acqua, mentre utilizzando una lavastoviglie anche di qualche anno fa, potremmo cavarcela con circa 15 litri d’acqua. Ovviamente la lavastoviglie dovrà essere fatta a pieno carico.

Con le macchine di ultima generazione (Classe A++, A+++ etc.)  avremo sia un risparmio energetico del 30%/40% , che un risparmio per quanto riguarda i litri d’acqua utilizzata (appena 7 lt) rispetto ad una lavastoviglie di Classe A.

Ci sono dei “però”. Come abbiamo già accennato, dobbiamo cercare sempre di effettuare i nostri lavaggi a pieno carico, di utilizzare dei prodotti che prevengano la formazione del calcare e di pulire regolarmente il filtro. Un errore sciocco che la maggior parte di noi compie è quello di prelavare i piatti a mano e poi metterli in lavastoviglie. Vi consiglio, ovviamente, di togliere con un tovagliolo i residui di cibo presenti nel piatto e di gettarli nella pattumiera, ma dovete fare una scelta. Non ha senso  pulire i piatti prima nel lavandino e poi nella lavastoviglie, è solo uno spreco di tempo, di acqua e di energia.

Se proprio siete diffidenti di natura nei confronti degli elettrodomestici di qualsiasi tipo e credete che la vostra lavastoviglie non possa compiere miracoli nel caso di padelle e pentole particolarmente incrostate, meglio spruzzare dello sgrassatore e del sapone per piatti all’interno delle stoviglie con un po’ di acqua calda. Lasciate agire per un’ora o due e completate l’operazione con un veloce lavaggio a mano. Vedrete che non ci sarà bisogno di utilizzare una forza sovrumana per far venire splendenti le vostre pentole.

Un ultimo consiglio per chi non riesce proprio a rinunciare all’aiuto tecnologico è quello di utilizzare lavaggi a basse temperature e con programmi economici, ma soprattutto evitate l’asciugatura con aria calda, aprite semplicemente lo sportello della lavastoviglie quando i piatti sono ancora caldi e lasciateli asciugare “naturalmente”.

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In tutta onestà credo che se siete da soli o al massimo in due, lavare i piatti a mano, magari a turno, sia la scelta migliore. Il vostro partner potrebbe essere talmente colpito dalla vostra efficienza e dalla vostra buona volontà che potrebbe abbracciarvi da dietro, sussurrarvi parole d’amore all’orecchio e dare vita al momento più romantico della vostra serata.

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Come insegnare al cane a non dormire sul letto – VIDEO

Perché il cane dorme sul letto? Come facciamo a farlo smettere?

3 Tipi di cane che dormono con voi

Il cane inibito dorme sul letto per una forma di protezione. Questo tipo di cane tende a stare in fondo al letto, sui piedi del padrone. Avrete bisogno di un metodo alternativo per farlo sentire protetto.

Il cane equilibrato dorme sul letto per comodità e perché magari è il padrone a chiederglielo. Lui dormirebbe tranquillamente anche nella sua cuccia.

Il cane dominante dorme sul letto per diritto acquisito. Si sente il capobranco ed il suo ragionamento è il seguente: “se può dormirci il mio sottoposto posso farlo pure io”. In questo caso sarà un po’ più complicato farlo scendere dal vostro giaciglio.

SE VOLETE CONOSCERE GLI EFFETTI BENEFICI DEL DORMIRE CON IL VOSTRO CANE.

Come fare per farli scendere dal letto

Dobbiamo adottare dei comportamenti che portino il cane a fare una scelta diversa dal solito, senza forzarlo.

Per iniziare dovrete impedire al vostro cucciolone di salire sul letto anche durante le ore in cui siete fuori di casa. Magari chiudendo la porta della vostra camera e creandogli un giaciglio apposito vicino all’entrata.

Prima di andare a dormire preparate una bella cuccia comoda accanto al vostro letto, fategli capire che la state preparando per lui. Chiamatelo vicino a voi e fatelo accomodare, in questo modo capirà che è quello il posto in cui deve stare.

All’inizio non sarà molto contento, ma piano piano si abituerà.

Se lo vedete diffidente, provate a mettere nella cuccia qualcosa di suo: un gioco, una coperta a cui è affezionato, un peluche che adora. Fate in modo che il suo giaciglio sia il più confortevole possibile per lui.

Allo stesso tempo, se tenete sul vostro letto qualcosa a cui lui è particolarmente legato, toglietelo e ponetelo nella sua cuccia. Se il vostro amico a 4 zampe ha una paura irrazionale o un fastidio per qualcosa in particolare (ad esempio i giornali, delle bottiglie etc.) ponete quelle sulle vostre lenzuola. Poi andate a dormire come se niente fosse.

Probabilmente lui salirà comunque sul letto. Aspettate che si accomodi, poi facendo finta di girarvi, dategli una spinta vigorosa, in modo che lui si senta infastidito. In alternativa potete cominciare a muovere le coperte stile Sandra Mondaini in Casa Vianello. Cercate di non fargli capire che siete svegli e assolutamente non incontrate il suo sguardo per non farvi “cioccare”.

Se il vostro fedele amico è un osso duro e non accenna a scendere dal letto, aspettate che si risistemi di nuovo e poi ripetete la vostra azione di infastidimento. Questo iter lo dovrete portare avanti fino a quando non scenderà dal letto e fidatevi, alla fine scenderà!

Il cane per carattere rifiuta le imposizioni e le privazioni. In questo caso dovrete indurlo a fare una scelta che per lui sia la migliore. Una SUA scelta e non una imposta da voi.

Come ci sono riuscita con Charlye, guardatelo nel video 😉

Ricordate, prima di prendere un cane chiedevi perché proprio un cane e perché proprio questo cane. Non dovete sceglierlo per moda o simpatia, ma perché le sue caratteristiche sono quelle che state cercando nel vostro compagno di vita a 4 zampe <3

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Quanto ci piace la frutta estiva!

Tra i tanti pregi che ha l’estate rispetto alle altre stagioni, c’è da considerare la bontà e varietà dei suoi frutti.

La frutta estiva è importantissima per l’alimentazione di adulti e bambini soprattutto durante il periodo più caldo, fornendo a chi la consuma un apporto di sali minerali atto a reidratare l’organismo.

Scegliamo sempre frutta di stagione

I motivi da considerare in questa scelta sono essenzialmente 4:

  1. Un frutto di stagione ha un sapore migliore. L’aroma ed il profumo si esaltano durante i mesi in cui arriva a maturazione.
  2. Effetti benefici sul nostro organismo. Le albicocche mangiate d’estate saranno molto più ricche di sostanze nutrienti di quelle mangiate a dicembre.
  3. Minor quantità di pesticidi. E’ fuor di dubbio che la frutta di stagione non ha bisogno di prodotti artificiali per arrivare a maturazione, dato che questo compito lo svolge egregiamente madre natura.
  4. Risparmio economico. Un frutto non stagionale che magari deve arrivare dall’altra parte del mondo avrà incluse nel prezzo le spese di trasporto o quelle energetiche nel caso di coltivazione in serra.

I principali frutti estivi e le loro qualità

ALBICOCCHE

Le albicocche maturano da giugno fino a fine luglio. Sebbene il sapore sia dolce e leggermente acidulo, si tratta di un frutto non eccessivamente calorico (solo 28 calorie per 100 gr).

Il suo alto contenuto di vitamina A risulta essere molto utile per la salute degli occhi e della pelle. La grande quantità di antiossidanti, in particolare il beta-carotene, contrastano l’azione dei radicali liberi e l’invecchiamento cellulare.

Sono in grado di aumentare il colesterolo buono e diminuire quello cattivo. Il potassio in esse contenuto aiuta a regolarizzare il battito cardiaco.

FRAGOLE

Fra i frutti estivi più amati ci sono sicuramente le fragole che possiamo trovare in circolazione da fine aprile fino ai primi giorni di agosto.

Questi frutti dall’affascinante forma a cuore hanno pochissime calorie (27 kcal per 100 gr). In particolare sono ricche di vitamina C, utile per l’assorbimento del ferro. Fra i sali minerali più presenti in esse troviamo il potassio, il magnesio ed il fosforo che mirano a prevenire i malanni da raffreddamento.

Non dimentichiamo le loro proprietà antiossidanti e anti tumorali, grazie all’acido ellagico.

Dulcis in fundo la presenza di xilitolo che, non solo conferisce alle fragole il sapore dolce, ma serve a combattere la formazione della placca dentale.

CILIEGIE

Possiamo godere di questi tipici frutti estivi da maggio a luglio. Le ciliegie sono leggermente più caloriche dei “colleghi” precedenti (38 kcal per 100 gr).

Le cerase , come vengono chiamate a Napoli, danno un apporto di vitamina A e C notevole, fondamentali per aumentare le difese immunitarie. Contengono inoltre potassio, magnesio, fosforo e soprattutto acido folico, una garanzia per combattere i radicali liberi ed un toccasana per la vostra chioma.

Un’ulteriore qualità riconosciuta alle ciliegie è la loro funzione depurativa e disintossicante. Alcuni studi sostengono che contribuiscano a prevenire le disfunzioni renali e l’arteriosclerosi.

ANGURIA

Eccolo il frutto che per antonomasia viene identificato con l’estate, l’amatissima anguria.

Potete gustarlo da giugno a settembre, con grande soddisfazione del vostro palato. C’è da dire che per alcuni può risultare indigesto, ma questa sua “caratteristica” spesso è da attribuire alle temperature estremamente fredde alle quali viene servito.

Il cocomero è ricco d’acqua ed ha un alto potere saziante, per sole 30 kcal per 100 gr.

Oltre ai sali minerali, potassio, fosforo e magnesio, fornisce un apporto di vitamina C e vitamina A. La sua particolarità è la quantità spiccata di un amminoacido chiamato citrullina che riequilibria la pressione e mantiene elastiche le pareti arteriose. Inoltre è famosa perché pare che aiuti a combattere la disfunzione erettile.

MELONE

Il melone è sì un frutto estivo, ma al contrario degli altri è possibile trovarlo nelle frutterie anche in altri periodi dell’anno. Composto al 90% d’acqua, apporta 33 kcal per 100 gr.

Come suggerisce il suo colore, è ricco di beta-carotene che ha un forte potere antiossidante. Tra le sue proprietà impossibile non menzionare un’elevata quantità di vitamina C e di vitamina A, utilissima per la salute della vostra vista.

Favorisce l’abbronzatura e protegge la pelle dai danni derivanti dall’esposizione ai raggi UV.

MORE

Per cogliere questi fantastici frutti maturi dovrete aspettare inizio luglio e potrete farne incetta fino a metà settembre.

L’apporto calorico è di 36 kcal per 100 gr. Contengono antocianine e flavonoidi come tutti i frutti di bosco, antiossidanti fenomenali, in particolare per gli occhi. Abbondano in vitamina C e in acido folico.

Fra le altre qualità registriamo il loro potere depurante e diuretico.

Come avrete notato c’è solo l’imbarazzo della scelta. D’estate un cono gelato con gusti cioccolatosi e ricchi di calorie è un must, ma valutate come alternativa una macedonia variegatissima o una coppa di yogurt ricoperta di gustosa frutta estiva. Ne gioverà la vostra linea, la vostra salute e il vostro palato siamo certi che non si lamenterà.

Quale di questi è il vostro frutto preferito?

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Il cane ha caldo? Rimedi e consigli – VIDEO

Oggi vedremo le regole per garantire una fresca estate ai nostri amici a 4 zampe. I cani soffrono il caldo molto più di noi.

Pensate solo al fatto che loro non sudano. L’unico modo che hanno per espellere calore è dalla bocca e dalle zampe. Attenzione, quindi, ai colpi di calore, possono essere fatali!

Cominciamo dalle basi

Una delle prime regole è dar da mangiare al nostro amico nelle ore più fresche della giornata, la mattina presto o la sera. Se non gli date cibo secco, togliete la ciotola da sotto al sole nel caso in cui il vostro cane non finisca tutto (ipotesi alquanto improbabile!!!).

Evitate che il vostro pelosone cammini con le zampe su superfici eccessivamente calde. I polpastrelli della zampa sono ricoperti da pelle sensibile, che tende a bruciarsi e seccarsi facilmente.

Se non avete un giardino con zone d’ombra adeguate dove farlo stare nelle ore più afose della giornata, o avete a disposizione solo un balcone esposto al sole, cercate di creargli artificialmente una zona d’ombra e rinfrescatene la pavimentazione.

Guai a lasciarlo in macchina!

L’abitacolo della vostra auto può raggiungere temperature altissime, non solo quando la vettura è parcheggiata al sole. Evitate, quindi, di lasciarli incustoditi in auto, neanche per un minuto. Una leggerezza del genere può costargli la vita.

Se vedete un animale chiuso in una macchina che presenta sintomi come affanno, difficoltà respiratorie o spossatezza, contattate subito i numeri di emergenza.

L’acqua è fondamentale

Fate sempre in modo che il vostro animale abbia a disposizione acqua fresca e che la ciotola che la contiene sia facilmente raggiungibile.

Se dovete stare fuori molte ore, posizionate più ciotole nel giardino, cercando di disporle all’ombra.

Evitate lunghe esposizioni al sole che possono portare il vostro amico a 4 zampe all’ipertermia. Se notate che il cane scotta, fa fatica a respirare, cade a terra ed appare debilitato, versategli sotto le ascelle dell’acqua fredda e chiamate il veterinario.

La tosatura eccessiva è dannosa

Non è necessario tosare il pelo, perché al contrario di quanto si pensa è termoisolante, cioè protegge sia dal caldo che dal freddo.

Se proprio avete necessità di tosarlo non superate i 10 cm perché una tosatura troppo corta favorisce punture di insetti e ustioni.

Se il cane ha caldo bagnategli i plantari, sotto le ascelle e la testa. Soprattutto in estate mantenete una dieta equilibrata.

Se volete portarlo in spiaggia preferite le ore meno calde della giornata. La mattina presto, con tutta la spiaggia a disposizione, sarebbe l’orario ideale.

Se avete la possibilità, mettetegli a disposizione una piscinetta. E’ un ottimo investimento perché rinfresca ed è divertente.

Nella piscinetta va cambiata spesso l’acqua per evitare la schiusa delle larve delle zanzare.

Un saluto da Charlye & da me!

Ricordate, prima di prendere un cane chiedevi perché proprio un cane e perché proprio questo cane. Non dovete sceglierlo per moda o simpatia, ma perché le sue caratteristiche sono quelle che state cercando nel vostro compagno di vita a 4 zampe <3

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L’ufficio è come il liceo, siamo solo più alti (e meno maturi)

La vita in ufficio non è sempre facile, si cerca di andare d’accordo con tutti, ma le relazioni interpersonali con i colleghi sono complicate.

Un po’ come il liceo, anche l’ufficio è una vera e propria scuola, che ti insegna a vivere e a stare al mondo. Una palestra per imparare a gestire i rapporti con persone dal carattere e dalla personalità totalmente diversi dai tuoi.

Le categorie di “compagni di classe”

Come a scuola avevi il tuo compagno di banco, in ufficio c’è il collega del cuore, su cui sai di poter contare e che sarà sempre disposto ad aiutarti con una consegna, pur facendo tardi la sera.

Troverai il primo della classe, sempre pronto ad alzare la mano ed a farsi notare. L’invidioso, quello che “se il professore ti ha messo sette allora lo deve avere anche lui”, e così eccoli che ti additano di guadagnare troppo rispetto a loro, che avete lo stesso carico di lavoro e non importa se avete 3 lauree in più, loro vogliono quanto o più di voi.

 E come c’era lei, la ragazza più bella che vi ha fatto battere il cuore, oggi c’è una giovane donna che sperate di incontrare alla macchinetta del caffè o che stalkerate per capire quando stacca da lavoro per, casualmente, incrociarla in ascensore.

Immancabile il bulletto che vi rubava la merenda dallo zaino e che oggi si prende i meriti al posto vostro. Il secchione che lavora senza sosta, che non sa dire di no ai colleghi che si approfittano del suo buon cuore e della sua buona volontà.

E poi c’è lui, il preside. Il capo che non esce mai dalla sua stanza. Se ne sta lì, seduto alla sua scrivania di radica e non si sa bene cosa faccia tutto il giorno. L’importante è che nessun professore/responsabile di settore vi ci mandi mai per una punizione.

Siamo tutti lì, sono tutti lì. Le dinamiche che pensavate di esservi lasciati alle spalle, dopo il lancio immaginario dei tocchi il giorno del diploma, vi si riproporrano davanti in una forma nuova, ma familiare.

popolari, i nerd, i gossipari sono tutti intorno a voi, e se come me, non siete mai stati tipi da etichette e non avevate un gruppo specifico, forse li saprete riconoscere meglio di altri.

Difficile non arrabbiarsi in ufficio

Impossibile non trovare in ufficio una figura che ci faccia uscire fuori di testa. L’attacco di rabbia, però, non manifesta la nostra forza, ma esattamente il contrario: la nostra fragilità e la nostra inadeguatezza nel risolvere un problema.

Non dobbiamo vivere con negatività colui che ci fa arrabbiare. Dovremmo utilizzarlo come mezzo per migliorare noi stessi, per imparare a lasciar correre qualche volta (non sempre) e a scegliere le nostre battaglie.

La rabbia non arriva dalla parte più nobile del cervello, quella che nel corso della storia ci ha permesso di inventare meraviglie, ma dalla parte primitiva, che condividiamo con gli animali dal brutto carattere e con Paperino.

Siamo un po’ tutti Paperino quando prendiamo a calci una sedia, quando lanciamo le cose dalla scrivania, quando urliamo rabbiosi frasi senza senso.

Vediamo allora insieme le tipologie di persone moleste in ufficio, e come trasformarci da Paperino a Flemmatico Britannico che sorseggia Tè.

Come confrontarsi con le figure mitologiche dell’ufficio

Di fronte a colleghi di lavoro con cui non si riesce a instaurare un sano rapporto professionale, non c’è attività di team building o welfare che tenga, ma noi cercheremo di trovare degli escamotage per sopravvivere.

IL PIGRO

Ripetuti ritardi, malattie frequenti, quando c’è staziona per ore davanti alla macchinetta del caffè. Si sente molto in ufficio: continui sospiri, finge di essere sempre pieno di lavoro, continui andirivieni nei corridoi come se avesse mille cose da fare, continue telefonate. Appare al 100% coinvolto nel suo lavoro. Nessuno osa avvicinarsi a lui per non disturbarlo nelle sue importanti e urgentissime attività. E invece lui bighellona tutto il tempo e il lavoro si accumula.

Come gestirlo: Semplicemente ignorateli! Non lasciate che vi captino nel loro radar perché se questo dovesse avvenire vi farebbero impazzire, facendovi chiedere come fanno a stare in pace con loro stessi non facendo nulla per tutta la giornata lavorativa. Sgridarli non servirà a molto perché quello che direte gli entrerà da un orecchio e gli uscirà dall’altro. Sappiamo tutti che agli occhi del capo appaiono come lavoratori infaticabili, quindi lamentarsi di loro coi superiori non servirà a nulla. Ignorateli e continuate regolarmente la vostra giornata lavorativa.

Siate orgogliosi del fatto che lavorate per vivere e vi guadagnate meritatamente il vostro denaro. Bisogna ammetterlo: guadagnare dei soldi perdendo tempo è un talento naturale, tuttavia non è un talento appagante. Queste persone non sanno che cosa vuol dire portare a termine con successo un lavoro e guadagnare uno stipendio per questo. Continuate a vivere la vostra vita con soddisfazione e lasciate che loro perdano tempo.

Guardare un collaboratore pigro underperform ogni giorno può essere fastidioso. Ma se il capo è d’accordo con il suo comportamento e ciò non influenza il vostro carico di lavoro, non consideratelo un vostro problema. Diventa affar tuo se la pigrizia di un collega influisce sulla tua capacità di svolgere il tuo lavoro. Una discussione schietta su ruoli, responsabilità e lavoro di gruppo dovrebbe essere avviata e portata al capo, se necessario.

IL GOSSIPPARO

Farebbe invidia a un agente della CIA. Sa sempre tutto e lo sa prima degli altri. È a lui che dovete rivolgervi per avere qualsiasi notizia stiate cercando. Conosce nel dettaglio ogni singolo assunto ed è quasi sempre al corrente delle strategie aziendali. O lo amate o lo odiate.

Non sempre per quel che racconta è davvero utile, ma tra le migliaia di informazioni che sciorina c’è quella che potrebbe fare al caso vostro. Il posto perfetto per instaurare un rapporto con lui è in mensa o alla macchinetta del caffè, è lì che si ritrova con gli altri come lui e si aggiorna sugli avvenimenti del microcosmo lavorativo.

Pro: Un suo racconto può farvi evadere dal grigiore della vostra monotona giornata lavorativa.

Contro: Meglio che non scopra i vostri segreti più imbarazzanti, potrebbero diventare di dominio pubblico in men che non si dica.

COME GESTIRLO:

Di fronte all’amante del gossip potete fare due cose:

  1. Evitare qualsiasi riferimento a questioni private e limitandovi allo stretto indispensabile per il lavoro;
  2. Responsabilizzarlo chiedendo conferma di quanto sta affermando con domande tipo “Sei certo di quello che dici? Se è come dici forse è meglio avvertire il capo, sono informazioni molto importanti”. Questo è un buon modo per fargli capire che non può spiattellare ai quattro venti tutto di tutti perché, inevitabilmente, i suoi pettegolezzi potrebbero arrivare al capo.

LO SPLENDIDO

È il Tom Cruise dell’organizzazione. Non perde mai l’entusiasmo, corre da un reparto all’altro ed è amato da tutti, soprattutto dai capi. È difficile stargli dietro perché prende subito l’iniziativa e sembra non sbagliare mai un colpo. Ma come fa ad avere sempre le riposte giuste? Non lo sapremo mai, ma siate preparati, questa tipologia ha spesso il carisma del leader e in qualche modo vi troverete a entrare nella sua orbita, attratti da lui come da un Sole.

Pro: C’è sempre qualcosa da imparare, la sua proattività è un esempio virtuoso per tutti.

Contro: Riuscire a stargli dietro può essere faticoso. Prima di lanciarvi all’inseguimento di una persona così, osservatela da lontano; anche lui ha dei punti deboli, non fatevi ingannare!

COME GESTIRLO: La Guest Star va gestita con astuzia a vostra vantaggio. Se si tratta di un vostro superiore, badate bene di non criticarlo di fronte ad altre persone per non demolire il suo ego. Fategli notare l’errore ipotizzando che possa essersi trattato della svista di qualcun altro.

IL LAMENTOSO

Se c’è qualcosa che non va lui l’ha sperimentato di persona. Ha un problema con il capo, con le risorse umane, con l’ultima paga, persino con la macchinetta del caffè e con l’aria condizionata. Non c’è mai nulla che sembra andargli per il verso giusto, e non fa che condividere con tutti la sua frustrazione. La maggior parte delle volte dai colleghi come questi cerchiamo di girare alla larga, ma può capitare di finire intrappolati nella loro rete e dover ascoltare tutte le loro lamentele.

Pro: Se siete di cattivo umore una chiacchierata con lui o lei potrebbe risollevarvi la giornata.

Contro: La negatività può essere contagiosa, state attenti!

COME GESTIRLO: Se avete una discreta confidenza con il collega ansioso potreste provare a suggerirgli delle sedute con uno specialista. Se preferite non urtare la sua sensibilità provate a indirizzarlo su argomenti piacevoli e positivi. E’ fondamentale non adeguarsi al suo stato d’animo perennemente negativo.

IL RUBACUORI

 Ci sono persone che catalizzano la nostra attenzione non appena le vediamo. Sono affascinanti, spesso di bella presenza, passeremmo ore ad ascoltarle. Non c’è gruppo di lavoro dove non ci sia un rubacuori e questa tipologia di colleghi è ben consapevole del fascino che emana, al punto che lo utilizza con disinvoltura per collezionare conquiste.

Di solito i rubacuori non sono una vera autorità all’interno dell’ufficio, ma utilizzano tutte le armi in loro possesso per farvelo credere. Di positivo c’è che queste persone amano l’ambiente lavorativo in cui sono immersi, sono perciò affidabili e quasi sempre presenti, non cercano scuse per rimanere a casa e non fanno assenze ingiustificate.

Pro: Il fascino che emanano può essere un vero toccasana, la loro presenza può essere un incentivo per andare più contenti a lavoro.

Contro: Spesso sono selettivi, non rivolgono a tutti le loro attenzioni, non rientrare nel loro giro potrebbe essere negativo per la vostra autostima.

COME GESTIRLO: Guardare e non toccare potrebbe essere la strategia più prudente, ma se dovesse essere lui ad approcciarvi, tenetevelo buono, potrebbe essere un alleato prezioso quando ci sarà da chiedere favori a qualcuno che è particolarmente sensibile al suo fascino.

LO YES MAN

Dice sempre di sì, a ogni proposta, a ogni compito, anche a ogni rimprovero. Non perde occasione per impressionare il capo e spesso è il suo tirapiedi. Di solito gli yes-man tendono a formare un gruppo unito, si ritrovano tra loro, parlano solo tra loro (e con i boss), sono i primi ad arrivare e gli ultimi ad andarsene. Non sono molto amati dalle altre tipologie di colleghi, soprattutto perché spesso si arrogano il diritto di dire a voi quello che dovete fare e come dovete farlo, e non perdono occasione per andare a riferire al capo quello che avete fatto (e secondo loro non avreste dovuto fare, o almeno non così).

Pro: Sono così smaniosi di fare e farsi notare che potrebbero togliervi qualche impiccio.

Contro: Tendono a fare la spia.

COME GESTIRLI: Amano essere visti come i primi della classe dai capi, provate ad essere accondiscendenti con loro, facendoli sentire importanti. Se avete dubbi su qualche progetto chiedete il loro consiglio, in modo che non possano criticarvi nel caso di un vostro errore, perché sarebbe indirettamente anche colpa loro.

IL RUMINATORE SERIALE

Lo trovate sempre intento a sgranocchiare qualcosa. Che sia fame nervosa o un metabolismo che lavora alla velocità della luce non ci è dato saperlo, l’unica cosa che sappiamo è che la sua scrivania è sempre imbandita (e spesso disordinata), la sua bocca sempre piena. Se avete una cucina condivisa questo individuo ne sarà il re indiscusso. Gli odori che si spandono per il corridoio sono opera sua, il microonde ruota da ore solo per scaldare le sue portare.

Pro: Nel bel mezzo si una crisi ipoglicemica sapete a chi potete rivolgervi.

Contro: Se siete sotto pressione, allo scadere di una deadline fondamentale o più semplicemente vi siete svegliati con il piede storto, tutto quello sgranocchiare potrebbe darvi sui nervi.

COME GESTIRLO: E’ fondamentalmente innocuo, magari un po’ disordinato. Fossi in voi eviterei di lasciargli un documento urgente da lavorare sulla scrivania, potreste ritrovarlo, dopo pochi minuti, impiastricciato di cioccolato.

IL SEMPRE PRESENTE

Se avete una presentazione da terminare e siete costretti ad arrivare in ufficio la mattina alle 6 o andarvene la sera alle 23, state pur certi che lui ci sarà. Il sempre presente fa parte di quella categoria di colleghi che non dormono mai, sempre disponibili, sempre impegnati.  Verrebbe da chiedergli: ma ce l’hai una casa?

Pro: Sono reperibili anche quando il mondo intero sembra avervi abbandonato.

Contro: Con loro che arrivano alle 7 anche arrivando in orario vi sembrerà di arrivare in ritardo.

COME GESTIRLI: A meno che questa “patologia” non affligga il vostro capo o il collega con il quale siete in competizione, considerate i “sempre presenti” come una risorsa preziosa e qualche volta ringraziateli invitandoli ad un aperitivo per farli distrarre un po’.

IL SIMPATICO

È sempre pronto a fare una battuta, e non c’è evento aziendale che non lo vedrà protagonista di un racconto divertente o di una serie di barzellette. Nulla sembra metterlo di cattivo umore ed è capace di sdrammatizzare qualsiasi cosa. Non sono facili da collocare, ve li ritrovare dietro nei momenti più inaspettati, pronti a qualche perla delle loro, ma svaniscono dopo poco, decisi a dispensare buonumore da qualche altra parte.

ProUna chiacchierata di cinque minuti con loro può cambiarvi la giornata.

Contro: Ci sono giorni in cui avete bisogno di piangervi addosso, ascoltare canzoni tristi e fantasticare sul barattolo di gelato che vi aspetta a casa. In quei giorni… stategli alla larga.

COME GESTIRLI: Sono una medicina, se avete bisogno di staccare la spina da una consegna molto impegnativa, entrate nel loro radar per 5 minuti e poi tornate a lavoro. Come qualsiasi farmaco, una dose eccessiva può provocare effetti collaterali come irritazione e sbattimenti al muro per l’eccessiva felicità ostentata.

IL POLEMICO

Ci sono quelli che cercano di evitare le discussioni e quelli che sembrano nati per far polemica. Con questi ultimi il rischio di alzare i toni e trovarsi in mezzo a vere e proprie litigate è sempre dietro l’angolo. Alle riunioni non perdono mai occasione di far notare che qualcosa non è stata fatta come loro ritengono avrebbe dovuto essere fatta, e possono trasformare il meeting in un campo minato. È bene sapere quali sono gli argomenti da evitare per non innescare la miccia, ma spesso le loro sfuriate sono inevitabili, preparatevi perché prima o poi saranno dirette a voi.

Pro: Non sono capaci di tenersi nulla per loro, sono quindi molto sinceri.

Contro: Le polemiche inutili rischiano di ritardare il lavoro, spesso per questi individui la pars destruens è – purtroppo – molto più rilevante di quella costruens.

COME GESTIRLI: Sarebbe meglio tenerli lontani con l’aglio o con le croci, ma se non dovessero essere sensibili a questi stratagemmi, provate a ribadire colpo su colpo. Fateli ragionare chiedendogli, magari davanti ad un superiore: “Caro … potresti gentilmente spiegarci come questa tua polemica può esserci utile a risolvere il problema che si è creato”?

LA COPPIA

Quando si passa molto tempo in un certo ambiente è facile invaghirsi di qualcuno che questo ambiente lo frequenta tanto quanto noi, qualcuno con cui ci troviamo a condividere momenti positivi e negativi, che vediamo tutti i giorni e con cui parliamo anche di argomenti non lavorativi. Ci sono infatuazioni che non si spingono mai oltre e amori che sbocciano (e a volte sfioriscono) tra le mura lavorative. Può capitare anche che alcune coppie si dichiarino, altre che cerchino di mantenere la loro relazione segreta ai colleghi. In questo caso il dubbio potrebbe essere fastidioso, ma la privacy va rispettata. Non incaponitevi, nel caso lo vogliano saranno loro a venire allo scoperto, stanarli non spetta a voi.

Pro: Se l’amore è nell’aria possono beneficiarne tutti.

Contro: Nel caso arrivaste a uno scontro con uno dei due consideratevi ai ferri corti anche con l’altro della coppia.

COME GESTIRLI: Conquistatene uno e l’altro sarà dalla vostra parte per sempre, a meno che non abbiate conquistato la metà della coppia del sesso opposto al vostro. In quel caso è probabile che una guerra di gelosia possa scatenarsi di lì a breve.

IL DISORGANIZZATO

È il Lebowski della situazione. Arriva puntualmente in ritardo e trafelato perché gli capitano ogni giorno mille peripezie e disavventure nel tragitto casa-lavoro. Si dimentica sempre qualcosa di fondamentale e, per questo, ha un motivo per chiedervi un favore, coinvolgendovi nel suo caos.

QUANTO E’ DISORGANIZZATO?

Se è semplicemente un po’ distratto e caotico, potete provare ad aiutarlo insegnandogli a pianificare il lavoro. Se la disorganizzazione è solo una manifestazione di una piaga molto più purulenta come la pigrizia, allora dovrete comportarvi diversamente. Cercate di non essere coinvolti in progetti lavorativi insieme a lui, potrebbe rivelarsi una pesantissima palla al piede.

E voi che tipo di collega siete? Quali altre categorie vi vengono in mente? Lasciateci un commento qui sotto!

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Perché ci piace tanto Temptation Island?

Ma perché ci piace Temptation Island?

Intanto il rodatissimo Filippo Bisciglia è una presenza rassicurante con le sue espressioni di conforto che tira fuori chissà da quale recondito cassetto. La sua pazienza è da oscar ed i suoi consigli ai fidanzati che si scannano degni di un sensei navigato.

Ho scoperto questo programma l’anno scorso, quando una mia amica ha organizzato la serata Temptation Island a casa. All’inizio l’ho ritenuta un’assurdità, ma dopo due puntate e mille risate, ero letteralmente colpita e non vedevo l’ora di vedere la puntata successiva.

La verità sull’uso della cannabis e le suggestioni

Tutto questo precede la domanda: ma perché a noi piace così tanto questo programma?

I dati Auditel estivi, anche per merito di Temptation Island, non hanno nulla da invidiare ai tanto decantati dati invernali. Le puntate finali delle varie edizioni raggiungono quasi sempre i 4 milioni di spettatori, mica male!

Con questi ragazzi che decidono di raccontare all’Italia intera le loro “privatissime” dinamiche personali, con sbandate da adolescenti, corna vere o presunte e scenate ultra trash. A livello di contenuti è un programma con poca roba, ma se ha un successo così evidente, in estate inoltrata e con storie piene di “poraccitudine”, la domanda posta all’inizio è d’obbligo.

Sarà per i picchi di suspense super trash? Sarà perché il divertimento nel “perculare” qualunque cosa sui social è tanto e ci fa sentire tutti uniti? O perché ci piace commentare e coalizzarci?

Probabilmente perché i pianti, i litigi e le tentazioni ( vere o presunte) esaltano il telespettatore, tanto che non è raro vedere amiche che ridono a crepapelle sul divano o saltellano sui letti con un misto di imbarazzo e ghigni mentre mangiano gelato o patatine. Diciamo che è come per i film splatter che non vorremmo mai guardare, ma che poi sbirciamo tra le dita mentre ci copriamo gli occhi. Un fenomeno che diventa argomento di conversazione sui social, perché alla fine si sa, a tutti piace farsi i fatti degli altri, è questo il fenomeno più antico del mondo, è scritto nel nostro DNA.

Se poi ci aggiungi che le sfighe amorose altrui ti fanno sentire che alla fine non sei solo e che dai, non ti sta andando così male e non sei poi così perdente come immaginavi. In più sono programmi leggeri, poco impegnativi che non richiedono attenzione costante,  così nel frattempo puoi chiacchierare con chi ti sta accanto, mandare messaggini, chattare, stare sui social, cucinare e fare tutto quello che vuoi mentre ti fanno fare due risate e nei giorni più pesanti e faticosi ridere di gusto è sempre un piacere. Per finire mostrano il bello ed il brutto che c’è nella vita.

Chi guarda il programma? Piace a tutti, non solo alle persone di livello culturale più basso, ma anche a quelle più colte che vogliono misurare il livello di degrado sociale e cercano spunti di analisi psicologica, sociologica e antropologica. Essere colti oltretutto non è sinonimo di serietà, esattamente come una persona bella non è necessariamente sciocca. Alla fine questo programma spinge a riflettere ed a prendersi meno sul serio, ridendo dei propri difetti ricordandosi che nessuno è perfetto.

Detto ciò preparate i pop-corn o il gelato e chiamate le amiche, Temptation Island tornerà presto in onda con la quinta stagione, promettendo anche quest’anno risate e pettegolezzi hot. Ovviamente ci si vede sui social!

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STRESS: Cos’è e come si può combattere?

Quante volte al giorno ripetiamo, “ che stress!”, “che nervi!”, “ ma perché capitano tutte a me?”, “io non ce la faccio!”.

I ritmi della nostra vita sono diventati sempre più frenetici, non abbiamo mai tempo di rilassarci e di ricaricare le batterie. Lo stress ha raggiunto livelli talmente esasperati che un cambio di programma improvviso, un imprevisto dell’ultimo momento, unito ai problemi che ci affliggono quotidianamente come la precarietà del lavoro, i soldi che non bastano mai e l’immancabile traffico, possono portarci a voler mollare tutto e a rannicchiarci sconsolati sotto le coperte per giorni.

https://erikastreppa.it/lavorare-troppo-e-dannoso-dopo-i-40-anni-largo-al-part-time

Ad oggi lo stress è considerato un problema sociale tra i più comuni e preoccupanti. Nella prima fase, un evento stressante produce  il cosiddetto stress acuto, detto anche eustress, che è benefico. La persona riceve una forte sollecitazione psicofisica ed è messa in condizione di reagire ad eventi esterni che devono essere tempestivamente affrontati e risolti. Quello che invece è grave per la salute dell’essere umano è il trasformarsi dello stress da acuto in stress cronico (detto altrimenti distress). Lo stress cronico non è dato da un eccessivo carico di compiti o da una condizione di stanchezza eccessiva, ma dall’incapacità dell’organismo di ritornare, dopo l’attivazione necessaria a superare ostacoli ed eventi importanti, ad uno stato di tranquillità e di rilassamento. 

STRESS FABIO PRATESI

Come capire allora se siamo stressati? Vediamo insieme 6 comportamenti tipici: 

    1. Ti senti spesso sopraffatto dalle preoccupazioni e non sai come liberartene? 
    1. Ti svegli stanco la mattina e trascorri gran parte della notte a rigirarti nel letto senza riuscire a chiudere occhio?  
    1. Sei irritabile e nervoso con le persone che ti circondano, comprese quelle che ami di più? Perdi facilmente il controllo delle tue emozioni e reagisci d’impulso?
    1. Senti il peso del mondo intero sulle tue spalle? 
    1. Soffri di mal di testa, tensione muscolare, tachicardia, perdita di appetito, calo del desiderio, ulcera, pressione alta, improvvisi cali di energia, difficoltà di digestione, insonnia e ti ammali spesso? 
  1. Fai fatica a concentrarti, hai scarsa fiducia in te stesso, ti arrabbi facilmente, ti senti spesso a disagio e fuori luogo, soffri di attacchi di panico, sbalzi d’umore, depressione, o attacchi di pianto incontrollato? 

Sono tutti chiari segnali di uno stress accumulato nel tempo! 

Lo stress si manifesta diversamente per ognuno di noi. Ci sono quelli a cui prende allo stomaco, a chi viene il mal di testa, chi avverte della tachicardia, chi lo percepisce per la tensione muscolare. Non si riesce a dormire e ciò genera sempre maggiore stanchezza. 

 La quantità di stress che può essere tollerata varia da persona a persona. Lo stress può condurre a problemi di natura psicologica, ridurre lo stato di benessere e portare a vere e proprie malattie che interessano diverse parti del corpo, tra cui lo stomaco, l’intestino, la pelle, la bocca, la vescica, i polmoni ed il cuore. Possiamo annotare, ad esempio, come frequentemente associati a stress, l’ulcera, la stitichezza, l’herpes, l’acne, dermatiti ed aritmie. Soprattutto nell’età avanzata, lo stress può essere la causa di attacchi cardiaci. 

Cosa possiamo fare per evitare che lo stress quotidiano si accumuli:  

posizione dell'aquila
 

    • Prendersi momenti di riposo durante la giornata, momenti di pausa, chiudendo gli occhi e respirando profondamente. Un ottimo espediente è rappresentato dalle passeggiate, meglio se in spazi verdi e con panorami stimolanti. Passeggiare aiuta a schiarirsi i pensieri e fa rilasciare endorfine al nostro corpo, migliorando il nostro umore.
    • Prova la posizione dell’aquila: Sono tante le posizioni dello yoga che servono a combattere lo stress, aprendo le spalle, diminuendo la tensione del collo e donando una sensazione di benessere. La posizione dell’aquila ne è un esempio, agendo su schiena e collo.  (Vedi foto in alto)
  • Fare regolarmente del moto. L’esercizio fisico praticato regolarmente aiuta a ridurre la tensione e favorisce il sonno, non fatevi prendere dalla pigrizia, provate! 
    • Nutrirsi con una dieta bilanciata. Mangiare lentamente, gustando il cibo e dimenticando i problemi del lavoro, cercando di fare del pranzo un momento piacevole. 
    • Cercate di dormire un quantitativo sufficiente di ore. 
    • Allontanati dallo schermo. L’uso ininterrotto del computer è associato allo stress, alla perdita del sonno e alla depressione nelle donne, secondo uno studio dell’Università di Goteborg, in Svezia. Assicurati di fare delle pause e cerca di spegnere il computer almeno un’ora prima di coricarti. 
    • Baciate! Baciare è un potente rimedio contro lo stress perché aiuta il cervello a rilasciare endorfina. Una ricercatrice della Northwestern University, Laura Berman, ha scoperto che su 2mila coppie, quelle che si concedevano baci solo durante i rapporti sessuali erano 8 volte più predisposte a soffrire lo stress o cadere in depressione. 
  • Mastica una gomma: Masticare una gomma alla menta non serve solo a profumare l’alito, può anche alleviare l’ansia, migliorare la ricettività e ridurre lo stress in momenti in cui le cose da fare si sono accumulate.

Sognate una vita a piedi scalzi? Essere infelici è una nostra scelta

Quando i problemi sembrano troppi e lo stress ha già provocato ansia, può essere utile:

 – Condividere con altri le proprie preoccupazioni e i timori, cercando di trovare una soluzione insieme. 

–  Scrivere su un foglio i problemi che ti attanagliano, dargli delle priorità e cercare di affrontare un problema per volta. 

–  Recati in erboristeria, ti sapranno consigliare sostanze non farmacologiche in grado di allentare stress e tensioni.
 

Lo Psicoterapeuta non è per i deboli! Nei casi più gravi, rivolgersi a uno specialista può fare la differenza. 

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FOTO EUSTRESS: Fabio Pratesi.it