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Come gestire il rapporto con un narcisista

Appare affascinante, divertente, sicuro di sé, questo ci attira irrimediabilmente di lui. Conosce l’arte dell’adulazione, ma solo al fine di ottenere il nostro consenso e di tenerci in suo potere. Sto parlando del narcisista

Come si riconosce un narcisista

La caratteristica fondamentale di un narcisista è l’egocentrismo, l’ostentazione della profonda autostima che si ha per sé stessi, anche se, nel profondo, non è proprio così. I narcisisti patologici, infatti, nascondono una spiccata insicurezza dietro ai comportamenti da spaccone.

Vediamo insieme alcune caratteristiche comuni nel partner narcisista:

  1. Ha bisogno che gli dimostri costantemente il tuo amore, mentre lui pensa di non aver bisogno di dimostrare nulla.
  2. Non accetta di chiedere consiglio o aiuto ad altri, pensa di essere in grado di fare tutto da sé.
  3. Pretende dal partner più di quanto dona, alcune volte esige anche in maniera veemente, convinto di averne diritto per volontà divina.
  4. Tende a sminuire i tuoi successi e ad infierire e a colpevolizzarti quando attraversi dei momenti bui.
  5. Manca totalmente di empatia, è del tutto inutile confidargli le tue debolezze, a meno che tu non voglia essere ulteriormente affossata.
  6. Cerca di circondarsi di persone interessanti ed importanti per sentirsi anche lui tale e ti “invita” ad adeguarti a quegli standard.

Come gestire un partner narcisista

Il narcisismo è una patologia che si manifesta in età adulta, dopo i 18 anni. Il primo passo è prendere atto che si tratta di un vero e proprio disturbo della personalità e trattarlo come tale.

Dobbiamo entrare nei panni del narcisista, una persona insicura, vulnerabile, che non ha alcuna intenzione di risolvere i conflitti interiori che lo tormentano e che non vi esporrà mai totalmente i suoi sentimenti per paura di soffrire.

Tentare di cambiare il vostro partner è estremamente difficile, sia perché lui non riconoscerà mai il suo problema e di conseguenza non accetterà mai di farsi aiutare da uno specialista. Quindi come se ne esce?

La cosa più importante è riuscire a difendersi dai suoi attacchi, basando la propria autostima sulle qualità oggettive e riconosciute da altri soggetti e non sulla considerazione che il narcisista ha di voi.

La strategia da seguire in 5 punti:

  1. Lui pretenderà tutto e subito. Voi concedetegli quello che ritenete giusto, ma tenete il punto sulle richieste palesemente esagerate e inaccettabili.
  2. Se volete provare a farlo sciogliere è necessario che facciate voi la prima mossa: parlategli di come vi sentite, accettando il rischio che vi faccia sentire ancora peggio con le sue parole. Il vostro obiettivo è portarlo a mostrare qualcuna delle sue debolezze. In quel caso non vi vendicate per i soprusi subiti, ma coccolatelo e ascoltatelo. E’ possibile che non si senta più così in pericolo a parlare dei suoi problemi.
  3. Se avete delle richieste particolari fategli presente che voi assecondate quasi il cento per cento delle sue e che quindi ritenete opportuno che lui faccia lo stesso almeno con quelle per voi più importanti.
  4. Non siate sempre disponibili. Lo avete abituato più che bene, lui si sente sicuro della vostra presenza qualsiasi cosa accada. Farvi desiderare, ogni tanto, non potrà che contribuire a fargli capire quanto ci tiene a voi e non quanto gli siete utili.
  5. Se non volete scoppiare accumulando rancore nei suoi confronti, affrontate le discussioni sul momento, non appena sono semplici lapilli, prima che si tramutino in eruzioni vulcaniche. Questo sarà probabilmente il passo più difficile, perché il narcisista pensa di avere ragione a prescindere, quindi o lo fregate con l’astuzia (es: se ha palesemente torto gli fate credere che la verità sta nel mezzo) o dovrete arrivare allo scontro verbale e fisico.

Piano B: mollare un narcisista

Magari per molte di voi si tratta del piano A, tanto meglio!

Cominciamo col dire che liberarsi di un partner narcisista non è di certo impresa semplice, soprattutto se si è instaurata una relazione che tende alla dipendenza sia fisica che psicologica.

Il primo passo è quello di tagliare completamente i ponti, cambiare numero o bloccare il suo, cancellare foto e video insieme, non concedergli neppure un ultimo appuntamento. Ricordate che il narcisista ha nella manipolazione la sua arma più pericolosa.

Non vergognatevi di chiedere aiuto, che sia ad uno psicologo o a un gruppo di sostegno. Lo specialista lavorerà sulla vostra autostima, rendendovi consapevoli di quanto valete come persona singola e non come ombra del vostro partner.

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Previsioni meteo: quanto sono affidabili?

Consultare la voce previsioni del tempo dal proprio computer o cellulare è diventata una pratica radicata nella nostra quotidianità. Organizziamo le nostre giornate, ma soprattutto i nostri weekend in base al clima previsto dagli esperti meteo che troviamo anche in tv. Quanto possiamo fidarci delle indicazioni che ci danno, soprattutto sul lungo periodo?

Quante volte avete sentito al telegiornale notizie profetiche del tipo “questa sarà l’estate più calda del secolo o “ci aspetta l’autunno più piovoso dal 1881” e vi siete chiesti: “ma questi come fanno ad esserne sicuri con settimane ed in alcuni casi mesi, di anticipo?“.

Come funziona il meteo

Le previsioni del tempo si basano su un’analisi della situazione meteorologica attuale per prevedere quella futura. Per compiere tale analisi si utilizzano dei complessi modelli matematici formati da equazioni differenziali che riprendono leggi della fisica e della dinamica.

I più scaltri potrebbero affermare: “ma se il meteo si basa su modelli matematici e la matematica è una scienza esatta, come fanno i meteorologi a commettere errori?”.

Le equazioni utilizzate sono dette caotiche perché forniscono soltanto delle soluzioni approssimate. Il minimo errore che può riguardare una previsione molto prossima, può amplificarsi nel caso di previsioni a lungo raggio (oltre i 5 giorni).

Quali dati occorrono e come si raccolgono

All’interno dei modelli matematici vanno inseriti determinati dati iniziali: la temperatura, la pressione, l’umidità, la forza del vento ed altri.

Questi dati vengono raccolti attraverso speciali termometri, igrometri, pluviometri, satelliti meteorologici, aerostati e stazioni meteorologiche in acqua ( molto spesso quelle che vedete in mare aperto non sono semplici boe, ma strumenti avanzati per raccogliere informazioni utili alle previsioni).

I modelli matematici, una volta ottenuti questi dati, calcolano i valori medi futuri di queste informazioni acquisite, in modo da avere più o meno chiaro quale sarà lo stato dell’atmosfera a distanza di un breve periodo. Più lungo sarà il periodo, più è probabile che la previsione possa subire delle variazioni.

SE VOLETE CONOSCERE LE PREVISIONI DEL TEMPO DELLA SETTIMANA CLICCATE QUI

Quanto sono attendibili le previsioni del tempo

Sicuramente si sono compiuti passi da gigante rispetto al passato. Attualmente le previsioni meteo per le 48 ore successive raggiungono una probabilità dell’80%. Se lunedì pretendete di conoscere il clima del weekend, l’attendibilità scende sotto la soglia del 50%.

Come si può migliorare

Gran parte degli errori commessi dai meteorologi deriva non dalla poca precisione dei modelli matematici utilizzati, ma dall’approssimazione dei dati iniziali forniti. C’è da considerare che le varie stazioni meteorologiche non sono distribuite in maniera uniforma sul territorio e che il paesaggio che le circonda potrebbe condizionarne i rilevamenti, vedasi montagne, mare o presenza di fabbriche inquinanti. Si sta lavorando per migliorare la precisione ed il controllo dei dati e per fornire terraferma, oceano e aria di strumenti all’avanguardia e sempre più precisi nella raccolta.

FOTO: quotidiano.net

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Si è rotta la coda al cane! Cosa possiamo fare? – VIDEO

La sindrome della coda rotta o coda fredda, detta anche cold tail, è una patologia che può colpire i cani di tutte le razze e di tutte le età, particolarmente soggetti sono i Labrador ed i Golden Retriver, che hanno spesso a che fare con l’acqua.

E’ una patologia grave?

Il nome “coda rotta” è terribile, ma non si tratta di nulla di così preoccupante. Di solito si manifesta in seguito ad un bagno prolungato del nostro amico a 4 zampe e a una non adeguata asciugatura della coda. Non sempre il vostro cane si lamenterà nel giro di poche ore. Potrebbe addirittura accadere che cominci a sentire dolore dopo 24 ore.

Come si riconosce la coda rotta?

Noterete che il vostro fedele amico terrà la coda bassa o a penzoloni, il forte dolore provato alla base della stessa gli impedirà di sollevarla totalmente. Uno dei campanelli di allarme può essere il fatto che il cane abbia difficoltà a sedersi. Inoltre scordatevi scodinzolamenti, il fastidio sarebbe insopportabile.

Come si cura questa sindrome?

Senza intervento veterinario di solito questa patologia scompare dopo una settimana, ma il cane deve osservare un riposo quasi assoluto. Se vedete che il vostro cucciolo si lamenta costantemente e non volete farlo soffrire, potete consultare un veterinario che vi prescriverà degli antinfiammatori.

La prevenzione è fondamentale. Dopo un bagno a mare o al lago o dopo una scorribanda sotto la pioggia, asciugate sempre la coda al vostro cane, magari all’inizio non sarà contentissimo, ma spiegategli a modo vostro che è per il suo bene. Vi ringrazierà come solo lui sa fare.

Nel video qui sotto vi racconto la mia esperienza e vi do qualche suggerimento ulteriore per risolvere questo inconveniente.

Foto: zampefelici.it

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Conservare i tatuaggi dei propri cari defunti: la nuova moda americana

Se amate l’arte, ma soprattutto amavate un vostro caro venuto a mancare di recente, potete scegliere di conservarne la memoria commissionando un quadro con la parte di pelle su cui era disegnato un tatuaggio. Questo, almeno, è quello che potreste fare se viveste negli Stati Uniti.

La nascita di un’idea bizzarra

Giusto in America poteva prendere piede una moda così particolare. Pare che l’idea sia nata durante una chiacchierata in un bar. Michael Sherwood e suo figlio Kyle curano un’impresa di pompe funebri. Un loro amico tatuato, tra una birra e l’altra gli confida che gli piacerebbe conservare il suo tatuaggio.

Da questa conversazione è nato il progetto Save My Ink Forever. In poche parole i clienti hanno la possibilità di preservare una parte della loro pelle tatuata, per lasciarla come reliquia ai propri cari. O meglio, il lembo di pelle disegnata viene asportato dal corpo del defunto, sottoposto ad un processo chimico che ne impedisce la putrefazione e viene inviato ai parenti sotto forma di quadro.

Ci sono giusto un paio di limitazioni: la pelle non può provenire dal viso o dai genitali e con il derma asportato è possibile confezionare solamente quadri e non lampade o libri come un Ed Gein qualsiasi.

Soltanto negli USA sono tatuati quasi il 40% dei giovani tra i 18 ed i 29 anni, decisamente una fetta di potenziali quadri niente male.

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Foto: coolthings.com

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Padel mania, com’è nato e com’è diventato lo sport del momento

C’è chi lo chiama e lo scrive padel e chi paddle, ma la sostanza è la stessa. Si tratta dello sport del momento. Già estremamente popolare in Spagna ed in Sud America, il padel (scegliamo la pronuncia latina rispetto a quella british) sta prendendo piede anche in Italia.

Non so se ci avete fatto caso, ma ormai ovunque vi girate sono nati campi di padel. Non soltanto all’interno di circoli sportivi polivalenti, ma anche come singole entità sparse sul territorio.

Mentre prima chi cercava un condominio attrezzato valutava con favore la presenza di piscina e campo da calcetto, adesso si cerca la novità, il campo da padel appunto.

Breve storia di questo sport

Le origini del padel si fanno risalire alla seconda metà del 1800, quando sui velieri inglesi che navigavano alla conquista di nuove colonie, i marinai giocavano nella stiva con una pallina e con i remi come racchette.

La tradizione latina, però, vuole che il padel sia nato grazie all’errore di un ricco messicano. Tale Enrique Corcuera, negli anni ’60, intendeva affiancare alla propria lussuosa villa un campo da tennis. Non aveva fatto i conti con i muri presenti e sbadatamente aveva fatto costruire un campo di dimensioni ridotte rispetto a quello regolamentare.

Se all’inizio il muro venne tenuto per evitare che la pallina uscisse troppo spesso dal campo, dopo poco tempo il muro divenne parte integrante del gioco. L’idea piacque molto perché permetteva di evitare le noiose interruzioni dovute al recupero delle palline perse nel giardino.

Il principe Alfonso di Hohenlohe, ospite della villa di Enrique nel 1974, si appassionò talmente tanto a questa nuova disciplina che decise di dotare il suo lussuoso Marbella Club Hotel di due campi con le stesse caratteristiche. Fu la Spagna la nazione europea in cui si diffuse maggiormente all’inizio.

Nello stesso periodo il miliardario Julio Menditegui esportò la novità sportiva in Argentina, dove il padel veniva giocato dalle classi più abbienti. Esistevano delle differenze di regolamento tra il gioco europeo e quello sudamericano, differenze che vennero appianate ufficialmente nel 1997, dopo che nel 1992 era nata anche una Federazione Internazionale dedicata.

Cosa significa Padel

La denominazione spagnola padel è l’acronimo di Promoción de actividades deportivas, educativas y lúdicas (Promozione di attività sportive, educative e ricreative). Tale acronimo è stato confermato nel 1991 con la nascita della Ipf (International Padel Federation), in cui sono coinvolte 34 federazioni nazionali ufficiali. C’è da dire che tale sport viene comunque praticato in un grande numero di paesi che ancora non hanno creato un’apposita federazione.

Il Regolamento

Fu la moglie di Enrique Corcuera, Viviana Dellavedova Corcuera, a scrivere per la prima volta le regole del padel e a donare il prezioso regolamento al marito per il suo compleanno.

DIFFERENZE COL TENNIS

Non si può non paragonare il padel al suo parente più illustre, il tennis. Sebbene molte regole siano le stesse, ci sono alcune differenze sostanziali. Oltre alla già citata dimensione ridotta del campo e ai muri da utilizzare come sponde, una caratteristica particolare è che in questo sport si giocano soltanto doppi.

Se avete un amico con cui giocate abitualmente a tennis il martedì sera, per provare questa disciplina dovrete necessariamente arruolare altri due giocatori.

CAMPO DA GIOCO

Nel tennis il campo è un rettangolo di 23,77 metri di lunghezza e 8,23 metri di larghezza per il singolo, 10,97 metri per il doppio. Nel padel il campo misura 20 metri di lunghezza e 10 di larghezza. La rete è alta 88 cm al centro e 92 ai lati.

Il rettangolo di gioco è circondato da 4 pareti alte tre metri, costruite con un materiale che permetta alla pallina di rimbalzare. Sul lato lungo troviamo due uscite o porte che permettono al giocatore di rimettere in gioco la pallina anche se questa è uscita fuori dal campo.

PUNTEGGIO

E’ praticamente uguale a quello del tennis. Si gioca al meglio dei tre set. In caso di parità al tie break si chiude a 7 sul 6 a 6, senza bisogno che ci sia un distacco di due punti. Per rendere la partita più veloce è consentito giocare con il punto secco, evitando i vantaggi sul 40 pari.

STRUMENTI DA GIOCO

All’apparenza le palline sono identiche a quelle del tennis, se è vero per quanto riguarda colore e dimensione, non lo è per quanto concerne la pressione. Le palline da padel hanno un’atmosfera in meno, per limitare la velocità nel rimbalzo.

Le racchette sono di dimensioni ridotte (45,5 cm) e non hanno corde, ma una superficie dura dotata di buchi nella parte centrale. Il manico possiede una corda elastica che per regolamento va legata al polso del giocatore.

PER I DETTAGLI SULLE REGOLE DEL PADEL CLICCATE QUI!

Perché va tanto di moda il padel?

I motivi sono molteplici. Avete mai provato ad organizzare una partita di calcetto? Non c’è gruppo whatsapp che tenga, la difficoltà di radunare un minimo di 10 baldi giovani è direttamente proporzionale all’immensità delle scuse utilizzate dai più per dare buca all’ultimo. Nel padel vi basterà arruolare altre tre persone per poter dedicarvi ad un’ora e mezza di sano sport.

Si bruciano tantissime calorie, perché si è sempre in movimento, ma non è necessario essere stati dei campioni di tennis o degli atleti straordinari per sostenere la durata di un match.

Giocandosi in 4 potete scegliere con vostra moglie di sfidare una coppia di amici e di scommettere su chi pagherà la pizza. Sono convinto che le donne risulteranno più agguerrite di voi.

Non preoccupatevi di non avere un campo vicino casa, probabilmente mentre state leggendo questo articolo ne stanno nascendo altri 15 nella vostra città, anzi nel vostro quartiere.

Se volete conoscere dove trovare un campo di padel in tutta Italia, cliccate qui.

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Come funziona la Siae per un matrimonio?

E quando ti sembra di aver finalmente terminato i preparativi per il tuo matrimonio, ecco che un tuo caro amico ti chiede: “Ma la Siae l’avete pagata?”. Panico. Ops, non ci avevo proprio pensato, o meglio, credevo si occupasse di tutto la location e invece…NO!

Cos’è la Siae?

Siae è l’acronimo di Società Italiana degli Autori ed Editori, che ha il compito di garantire ad autori ed editori i compensi economici derivanti dalle loro opere. Si tratta della principale società di gestione del copyright nel nostro paese.

A chi spetta pagare la Siae per il matrimonio?

Il matrimonio viene catalogato, direttamente dal sito www.siae.it, come festa privata e in quanto tale l’organizzatore dell’evento è colui che deve pagare la siae, in questo caso gli sposi.

Fanno parte degli eventi privati anche i battesimi, le comunioni, le cresime, le feste di laurea e festeggiamenti simili, che si svolgono in luoghi differenti dalla propria abitazione, offerti da privati e riservati agli invitati.

Viene pagato il compenso per l’esecuzione di brani musicali appartenenti al Repertorio SIAE – Divisione Musica.

Come si paga

Ci sono due modi per mettersi in regola con il pagamento Siae per una festa privata:

  1. L’organizzatore occasionale dovrà recarsi presso gli appositi uffici territoriali munito di alcuni dati con cui compilare la documentazione: nome, cognome, codice fiscale, nome della location in cui si svolgerà l’evento, data dello stesso, tipo di intrattenimento (musica dal vivo o registrata, ballo o meno) e numero di invitati.

Si dovrà versare una cifra forfettaria (che vedremo fra poco) più una cauzione e si riceverà il programma musicale dell’evento, chiamato borderò, da compilare a cura del musicista o dj.

Questo andrà riconsegnato il giorno successivo per fare in modo che ci sia un’equa ripartizione dei compensi spettanti ai vari aventi diritto d’autore sulle musiche eseguite.

2. La procedura online è sicuramente più veloce: sul sito www.siae.it puoi trovare tutte le informazioni necessarie e pagare direttamente la cifra forfettaria per il tuo evento privato.

Per utilizzare il servizio online ti basterà essere maggiorenne e potrai accedere al portale con il tuo codice fiscale come organizzatore occasionale (questo per distinguerti dai professionisti che, ovviamente, pagheranno delle cifre diverse da te).

Quanto costa?

Veniamo ora alla nota dolente, i costi.

In questa tabella presa direttamente dal sito Siae.it, potete vedere quelli che sono i costi forfettari in base all’evento privato che intendete organizzare. Come vedete un matrimonio dai pochissimi invitati fino ai 200 necessita di un pagamento di 199 euro iva esclusa.

Ma non finisce qui. Dovete considerare anche gli eventuali diritti connessi.

Nel caso in cui oltre alla musica dal vivo usufruirete anche di musica registrata o riprodotta tramite un lettore musicale o un disc jockey ci sarà un ulteriore costo. Quest’ultimo servirà per compensare tutti coloro che hanno reso possibile la diffusione dell’opera in pubblico (produttori, artisti etc.).

Ecco la tabella nel dettaglio che trovate sul sito Siae.it.

Quando non dobbiamo pagare

Udite, udite! Ci sono dei casi in cui possiamo utilizzare liberamente la musica senza doverne pagare i diritti:

  1. Feste organizzate in una casa privata, che sia la vostra o quella di un vostro amico.
  2. Qualora si tratti di musica i cui autori siano deceduti da più di 70 anni.
  3. Nel caso di musica non inserita nel repertorio SIAE per le quali esiste una licenza di Creative Commons

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Tutti al mare a mostrar le…auto in coda!

GUIDA PRATICA PER NON IMPAZZIRE NEL TRAFFICO ESTIVO.

Ognuno di noi passa 1/3 della sua vita a dormire. Ma se dovessimo chiederci quanto tempo passiamo fermi in coda? Ci risponde un sondaggio di CSA Research per PSA Group: in media, nella propria vita, ognuno di noi passerà un totale di 5 anni e sette mesi in automobile.

 D’estate poi, come del resto durante ponti e festività, il traffico per le località balneari aumenta e ci ritroviamo vestiti con i nostri costumini colorati, o ancora peggio, sommersi da enormi bagagli, trepidanti di arrivare ed invece eccole lì, immerse nel vapore che esce dall’asfalto davanti a voi, sono tante e sono FERME.

Ma noi non ci scoraggeremo, sappiamo che è così. La cosa di cui parleremo oggi infatti è come passare il tempo fino all’arrivo, senza sbuffare e prendere a calci il cruscotto. Invece di fissare il telefono fino a quando non vi viene la nausea, perché non provare a divertirsi un po’?

ALZATEVI PRESTO

PREPARATEVI IN ANTICIPO, molti sono stressati prima ancora di trovarsi nel traffico. Si alzano troppo tardi. Fanno la doccia, si vestono e fanno colazione di corsa. Se prevedete di rimanere imbottigliati nel traffico, fate in modo di avere più tempo per il tragitto. Partendo prima forse riuscirete addirittura ad evitare lunghe code. “Un tragitto meno stressante inizia il giorno o la sera prima”, dice un libro che spiega come ovviare al problema dello stress causato dal traffico.

PORTATEVI DA MANGIARE

Se rimanete imbottigliati nel traffico e avete preso solo un caffè o poco più, rischiate di essere ancora più stressati, per questo se non riuscite a far fare colazione a tutti i membri della famiglia, ricordate che “I vestiti, la ventiquattrore, il pranzo per il pendolare o per i figli vanno preparati la sera per evitare di correre la mattina”. (Commuting Stress—Causes, Effects, and Methods of Coping). I prodotti confezionati sono i più comodi, perché non vanno a male e non devono essere riscaldati. Cracker, barrette energetiche, mix di frutta secca, cioccolata e acqua ti daranno le energie per sopportare l’interminabile viaggio in macchina senza diventare irascibile. Se avete spazio, riempite una piccola borsa frigo con spuntini più salutari, come frutta fresca e yogurt. Fate attenzione a quanto bevete durante il viaggio. Se esagerate, sarete costretti a fermarvi più spesso.

Portate dei carica batterie da auto, così da non rimanere senza telefono.

LEGGETE O SCRIVETE:

Se non siete voi a guidare, fissare sconsolati la lunga fila di automobili che vi stanno davanti può avvelenarvi il sangue. Quindi pianificate in modo produttivo il tempo in cui siete nel traffico. Forse vorrete prendere con voi un libro da leggere o il giornale. Potete far emergere il vostro lato creativo scrivendo un diario, una poesia o un racconto.

KARAOKE:

Quando c’è confidenza ci si può prendere anche un po’ in giro e questa è una di quelle attività che se non soffrite di mal di testa vi garantirà grande divertimento. Se cercate la competizione, votate un vincitore dopo che tutti avranno cantato. Questo gioco richiede un po’ di preparazione, perciò assicuratevi di aver scaricato le vostre canzoni preferite, per avere pronta la vostra playlist karaoke non appena uscite dalla via di casa.

ASCOLTARE MUSICA NUOVA:

Una cosa carina è far scegliere dei brani a turno, chiedendo appositamente di mettere brani che presumibilmente gli altri non conoscono, dati i ritmi sempre più incalzanti e l’abitudine di ascoltare la musica solo sul web, il caro e vecchio traffico potrebbe rappresentare una imperdibile occasione per tornare alle “origini”. In alternativa portate con voi le compilation di Hit Mania Dance che danno all’atmosfera un’anima radical trash, ideale negli orari di punta con il volume “a palla”.

GINNASTICA AUTOMOBILISTICA:

Se non temete di fare la figura degli psicopatici di fronte a degli sguardi curiosi è un buon modo per ingannare il tempo in maniera proficua.

Ginnastica dimagrante per il doppio mento: L’esercizio consiste nel distendere la bocca in un largo sorriso per poi ristringerla. Inquietante per chi ci osserva da fuori è dir poco, ma si può sempre far passare l’allenamento come un tic nervoso.

Schiena e bacino: Stendete le braccia in avanti, inarcate la colonna dorsale indietro mentre spingete le spalle in avanti per stirare i muscoli del tronco. Appoggiate le mani davanti a voi, piegate i gomiti ed estendete completamente il tratto dorsale.

GluteiSollevate prima un gluteo e poi l’altro per mobilitare il bacino e rinforzare i muscoli dei fianchi.

CORSO DI DOPPIAGGIO:

Una delle attività più divertenti da fare è senza dubbio osservare le reazioni di chi come noi è imbottigliato in auto senza via di scampo. Potete sbizzarrirvi nel doppiare i vicini di auto immaginando ipotetiche conversazioni, vedrete che dopo qualche battuta le conversazioni prenderanno pieghe esilaranti.

GIOCHI DI PAROLE

Oltre alla musica, un valido aiuto per trascorrere le ore in auto in allegria, vi arriva dalle parole. Provate con questo semplice gioco: uno dei passeggeri dà il via alla gara, pronunciando una parola a sua scelta, il successivo dovrà trovarne un’altra, che inizi con l’ultima sillaba di quella pronunciata dal precedente. Così si procede, fino a che qualcuno si blocca per aver finito le parole, mediamente accade con la sillaba LU e LO. E’ un gioco che di primo acchito potrebbe sembrare banale, in realtà, farà volare il tempo sotto i vostri occhi increduli e vi permetterà di divertirvi allenando la mente!

GIOCHI DA AUTO:

“Io vedo”, in cui un giocatore descrive un oggetto intorno o all’interno del veicolo e gli altri cercano di indovinare quale sia.

“Sei gradi di separazione”, in cui un giocatore dice il titolo di un film casuale e gli altri devono collegare un attore in una serie di altri film fino a tornare a quello originale.

“Che cosa preferiresti?” È tempo di essere creativi e tirare fuori le domande più strane, raccapriccianti e oltraggiose da proporre al gruppo. E’ obbligatorio rispondere a tutte le domande, si DEVE fare una scelta. La nostra preferita? “Preferiresti invecchiare solo dal collo in su o dal collo in giù…?”. Decisioni molto, molto difficili.

“Indovina la capitale” Secchioncelle, questo è il momento di rispolverare le vostre reminiscenze di geografia. Scopo del gioco? Ogni persona nomina uno stato e la persona seduta accanto deve dire la sua capitale. Non si bara, e Siri non è un passeggero.

Cercate di mantenere una mentalità positiva, i lunghi spostamenti possono diventare particolarmente insopportabili se tutti i passeggeri sono di cattivo umore. Dopotutto, hai la possibilità di fare una giornata o ancora meglio una intera vacanza emozionante con le persone a te più care, che cosa c’è di meglio?

Ultimo consiglio, come dicono sempre a me che da brava iperattiva parlo tantissimo, non avere l’impressione di dover sempre riempire il silenzio. In alcuni casi a tutti serve un po’ di pace e tranquillità. In questo caso c’è Il gioco del silenzio, soprattutto se i passeggeri sono bambini e si addormentano beati.

Con l’augurio di trovare libere tutte le strade, che la pazienza sia con voi.

Ek.

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I 10 oggetti fondamentali da portare in spiaggia

Che vi stiate preparando per una vacanza al mare in paradisi caraibici o per una lunga giornata sull’affollata spiaggia di Torvaianica, ci sono degli oggetti indispensabili che non potete permettervi di dimenticare.

Essere meticolosi ed attenti nella preparazione del vostro borsone è fondamentale soprattutto se sceglierete una spiaggia libera, isolata, deserta, priva di qualsiasi tipo di servizio.

Se volete essere super sicuri di non scordarvi nulla, preparate una lista dettagliata di tutto ciò che intendete portare con voi, senza esagerare. Non vorrete rischiare di dover svuotare completamente la vostra borsa per trovare gli occhiali da sole “furbescamente” inseriti all’inizio dell’impresa.

I DIECI INDISPENSABILI

1.Borsa

Che si tratti di una tipica borsa da mare o di uno zainetto da alunno di scuola elementare, optate per quello più capiente che avete e che sia di materiali impermeabili all’acqua.

2.Telo mare

Immagino che sia la prima cosa che metterete in borsa, ma io voglio proporvi qualcosa di leggermente diverso. Un telo mare impermeabile e antisabbia, ottimo se non volete trovare i granelli di sabbia nel vostro panino.

3. Acqua santa

Non parlo di quella che trovate in chiesa, ma del fatto che l’acqua molto spesso vi salva la vita, soprattutto in giornate assolate e alle 12 in punto. Il consiglio è quello di calcolare almeno 2 bottiglie da 1,5 lt a persona.

4. Protezione solare

Spalmate la crema solare almeno 30 minuti prima di esporvi al sole e riapplicatela dopo un paio d’ore. Partite con una protezione alta, dalla 30 in sù.

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Integrate la crema protettiva con il burro di cacao, il latte doposole e un olio protettivo per la vostra chioma. Isolate i cosmetici solari, inserendoli in una bustina apposita, per evitare che ungano gli altri oggetti presenti nel vostro borsone.

5. Cappello ed occhiali da sole

Sempre nell’ottica di proteggervi dai corroboranti, ma allo stesso tempo dannosi, raggi solari, non può mancare nel vostro armamentario un cappello o in alternativa una bandana e i sempre verdi e fashion occhiali da sole.

Se temete che i vostri “scudi scuri per gli occhi” possano rovinarsi in spiaggia, utilizzatene un paio di riserva. Non dovete essere belle, ma protette!

6. Libri e giornali

Vi lamentate sempre durante l’anno che non avete tempo di leggere un buon libro. Eccovi finalmente l’occasione giusta. Che sia un best-seller di mille mila pagine o un romanzo rosa che più frivolo non si può, godetevi il relax sotto l’ombrellone in compagnia di una lettura spensierata.

Se intendete coinvolgere le altre persone presenti, potreste puntare sulla classica settimana enigmistica, accultura, diverte e strappa qualche risata con le sue vignette elegantemente irriverenti.

7. Pranzo al sacco e snack

Se siete stati previdenti e vi siete muniti di una borsa frigo, vuol dire che avete una marcia in più. Se vi trovate su una spiaggia non attrezzata, priva anche di un chiosco dove comperare granite, gelati o perlomeno qualcosa da bere, la vostra riserva di cibo è fondamentale per la sopravvivenza.

Oltre ai classici panini, all’insalata di riso e alla pasta fredda puntate forte sulla frutta fresca e su quella secca, sulle barrette e su cibo secco tipo crackers o grissini.

8. Soldi spicci

Non ci pensa nessuno, prima, ma quando poi ci si trova con pezzi da 20 euro in su e basta, ci si maledice per non averci pensato. I soldi spicci sono un passepartout per eventuali docce o parcheggi a pagamento. Non dimenticateli MAI!

9. Caricabatterie portatile

Se non potete fare a meno di consumare il vostro cell a forza di foto e video su Instagram, ma avete il panico che il vostro “miglior amico” possa abbandonarvi da un momento all’altro, ricordate di portare con voi un caricabatterie portatile.

10. Materassino

Se non amate nuotare, ma preferite rilassarvi anche dentro l’acqua, il materassino è un must al quale non potete rinunciare. Da considerare anche un cuscino gonfiabile da mettere sotto la testa durante le tante ore sotto l’ombrellone. Il vostro collo ringrazierà.

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M.F.C.

Perché si festeggia il ferragosto?

Da molti è considerata come una delle feste più tristi dell’anno perché viene vista in qualche modo come l’inizio della fine dell’estate.

Le origini

Il ferragosto è una festività che ha origini romane e pagane. Deriva dal latino Feriae Augustalis, ovvero riposo di Augusto, il primo imperatore romano.

In questo periodo la popolazione si asteneva dal lavoro nei campi e si dedicava a giochi, banchetti e al meritato riposo.

Fu proprio Ottaviano Augusto a istituire nel 18 a.c. questa festività, all’interno della tradizione dei Consualia, giornate di festeggiamenti per la fine dei lavori agricoli. Conso era, infatti, il dio della terra e della fertilità.

Nei tempi antichi il ferragosto cadeva il 1 agosto, ma i cortei, le corse dei cavalli e le infiorate proseguivano fino alla metà del mese.

Come diventò festa cattolica

La Chiesa cattolica nel VII secolo spostò la data al 15 agosto, giorno in cui si celebra l’Assunzione di Maria.

La madre di Gesù fu accolta in cielo sia con l’anima che con il corpo.

La chiesa ortodossa e la chiesa apostolica armena il 15 agosto celebrano la dormizione di Maria (il trapasso della Vergine).

Piccola curiosità

In India il 15 agosto viene festeggiata l’indipendenza del paese dall’Inghilterra, avvenuta nel 1947. Quell’anno il paese fu diviso in due stati distinti: il Pakistan di religione musulmana e l’India, di religione induista.

L’India divenne una repubblica a tutti gli effetti soltanto nel 1950 con la nuova costituzione.

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Quanto ci piace la frutta estiva!

Tra i tanti pregi che ha l’estate rispetto alle altre stagioni, c’è da considerare la bontà e varietà dei suoi frutti.

La frutta estiva è importantissima per l’alimentazione di adulti e bambini soprattutto durante il periodo più caldo, fornendo a chi la consuma un apporto di sali minerali atto a reidratare l’organismo.

Scegliamo sempre frutta di stagione

I motivi da considerare in questa scelta sono essenzialmente 4:

  1. Un frutto di stagione ha un sapore migliore. L’aroma ed il profumo si esaltano durante i mesi in cui arriva a maturazione.
  2. Effetti benefici sul nostro organismo. Le albicocche mangiate d’estate saranno molto più ricche di sostanze nutrienti di quelle mangiate a dicembre.
  3. Minor quantità di pesticidi. E’ fuor di dubbio che la frutta di stagione non ha bisogno di prodotti artificiali per arrivare a maturazione, dato che questo compito lo svolge egregiamente madre natura.
  4. Risparmio economico. Un frutto non stagionale che magari deve arrivare dall’altra parte del mondo avrà incluse nel prezzo le spese di trasporto o quelle energetiche nel caso di coltivazione in serra.

I principali frutti estivi e le loro qualità

ALBICOCCHE

Le albicocche maturano da giugno fino a fine luglio. Sebbene il sapore sia dolce e leggermente acidulo, si tratta di un frutto non eccessivamente calorico (solo 28 calorie per 100 gr).

Il suo alto contenuto di vitamina A risulta essere molto utile per la salute degli occhi e della pelle. La grande quantità di antiossidanti, in particolare il beta-carotene, contrastano l’azione dei radicali liberi e l’invecchiamento cellulare.

Sono in grado di aumentare il colesterolo buono e diminuire quello cattivo. Il potassio in esse contenuto aiuta a regolarizzare il battito cardiaco.

FRAGOLE

Fra i frutti estivi più amati ci sono sicuramente le fragole che possiamo trovare in circolazione da fine aprile fino ai primi giorni di agosto.

Questi frutti dall’affascinante forma a cuore hanno pochissime calorie (27 kcal per 100 gr). In particolare sono ricche di vitamina C, utile per l’assorbimento del ferro. Fra i sali minerali più presenti in esse troviamo il potassio, il magnesio ed il fosforo che mirano a prevenire i malanni da raffreddamento.

Non dimentichiamo le loro proprietà antiossidanti e anti tumorali, grazie all’acido ellagico.

Dulcis in fundo la presenza di xilitolo che, non solo conferisce alle fragole il sapore dolce, ma serve a combattere la formazione della placca dentale.

CILIEGIE

Possiamo godere di questi tipici frutti estivi da maggio a luglio. Le ciliegie sono leggermente più caloriche dei “colleghi” precedenti (38 kcal per 100 gr).

Le cerase , come vengono chiamate a Napoli, danno un apporto di vitamina A e C notevole, fondamentali per aumentare le difese immunitarie. Contengono inoltre potassio, magnesio, fosforo e soprattutto acido folico, una garanzia per combattere i radicali liberi ed un toccasana per la vostra chioma.

Un’ulteriore qualità riconosciuta alle ciliegie è la loro funzione depurativa e disintossicante. Alcuni studi sostengono che contribuiscano a prevenire le disfunzioni renali e l’arteriosclerosi.

ANGURIA

Eccolo il frutto che per antonomasia viene identificato con l’estate, l’amatissima anguria.

Potete gustarlo da giugno a settembre, con grande soddisfazione del vostro palato. C’è da dire che per alcuni può risultare indigesto, ma questa sua “caratteristica” spesso è da attribuire alle temperature estremamente fredde alle quali viene servito.

Il cocomero è ricco d’acqua ed ha un alto potere saziante, per sole 30 kcal per 100 gr.

Oltre ai sali minerali, potassio, fosforo e magnesio, fornisce un apporto di vitamina C e vitamina A. La sua particolarità è la quantità spiccata di un amminoacido chiamato citrullina che riequilibria la pressione e mantiene elastiche le pareti arteriose. Inoltre è famosa perché pare che aiuti a combattere la disfunzione erettile.

MELONE

Il melone è sì un frutto estivo, ma al contrario degli altri è possibile trovarlo nelle frutterie anche in altri periodi dell’anno. Composto al 90% d’acqua, apporta 33 kcal per 100 gr.

Come suggerisce il suo colore, è ricco di beta-carotene che ha un forte potere antiossidante. Tra le sue proprietà impossibile non menzionare un’elevata quantità di vitamina C e di vitamina A, utilissima per la salute della vostra vista.

Favorisce l’abbronzatura e protegge la pelle dai danni derivanti dall’esposizione ai raggi UV.

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Per cogliere questi fantastici frutti maturi dovrete aspettare inizio luglio e potrete farne incetta fino a metà settembre.

L’apporto calorico è di 36 kcal per 100 gr. Contengono antocianine e flavonoidi come tutti i frutti di bosco, antiossidanti fenomenali, in particolare per gli occhi. Abbondano in vitamina C e in acido folico.

Fra le altre qualità registriamo il loro potere depurante e diuretico.

Come avrete notato c’è solo l’imbarazzo della scelta. D’estate un cono gelato con gusti cioccolatosi e ricchi di calorie è un must, ma valutate come alternativa una macedonia variegatissima o una coppa di yogurt ricoperta di gustosa frutta estiva. Ne gioverà la vostra linea, la vostra salute e il vostro palato siamo certi che non si lamenterà.

Quale di questi è il vostro frutto preferito?

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