Mer. Nov 12th, 2025

Se amate l’arte, ma soprattutto amavate un vostro caro venuto a mancare di recente, potete scegliere di conservarne la memoria commissionando un quadro con la parte di pelle su cui era disegnato un tatuaggio. Questo, almeno, è quello che potreste fare se viveste negli Stati Uniti.

La nascita di un’idea bizzarra

Giusto in America poteva prendere piede una moda così particolare. Pare che l’idea sia nata durante una chiacchierata in un bar. Michael Sherwood e suo figlio Kyle curano un’impresa di pompe funebri. Un loro amico tatuato, tra una birra e l’altra gli confida che gli piacerebbe conservare il suo tatuaggio.

Da questa conversazione è nato il progetto Save My Ink Forever. In poche parole i clienti hanno la possibilità di preservare una parte della loro pelle tatuata, per lasciarla come reliquia ai propri cari. O meglio, il lembo di pelle disegnata viene asportato dal corpo del defunto, sottoposto ad un processo chimico che ne impedisce la putrefazione e viene inviato ai parenti sotto forma di quadro.

Ci sono giusto un paio di limitazioni: la pelle non può provenire dal viso o dai genitali e con il derma asportato è possibile confezionare solamente quadri e non lampade o libri come un Ed Gein qualsiasi.

Soltanto negli USA sono tatuati quasi il 40% dei giovani tra i 18 ed i 29 anni, decisamente una fetta di potenziali quadri niente male.

Foto: coolthings.com

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di ErikaStreppa

Ciao sono Erika, questo blog si chiama “Cose Così” perché qui trovi davvero un po’ di tutto: dall’attualità alla musica, dalla politica alle curiosità passando per libri, economia, organizzazione e riflessioni. Sono un ingegnere con un master in economia, ma soprattutto una persona curiosa che ama osservare il mondo e raccontarlo in modo semplice e diretto. Mi piace prendere temi complessi, dall’economia ai piccoli dilemmi quotidiani, e renderli chiari, fruibili e vicini alla vita di tutti i giorni. La mia filosofia si racchiude nella frase “Se non riesci a spiegarlo in maniera semplice, allora non l’hai capito abbastanza bene”. Scrivo di “cose così”, argomenti che ci fanno riflettere, sorridere, discutere e, qualche volta, anche cambiare prospettiva.

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