VADO A VIVERE DA SOLO

Aspirapolvere senza fili: Pregi e difetti

Ho comprato quattro mesi fa ormai, l’aspirapolvere senza fili Deik dopo un’accurata scelta durata settimane. Ero molto indecisa, avendo il pavimento sia in parquet che con le mattonelle non ero certa che mi avrebbe completamente soddisfatta, ma dopo mesi posso finalmente recensirla.

 
Perché senza fili?
PREGI
  1. Rapidità: il normale aspirapolvere va preso nel luogo in cui è stato riposto, di norma un posto scomodo e faticoso da raggiungere. Poi va srotolato il cavo, presa una prolunga, e poi va trascinato da una parte all’altra dell’appartamento staccando ed attaccando la spina, e se avete acceso la lavatrice non è inusuale che vi salti pure la luce. Il senza fili si prende dalla stazione di ricarica, di norma messa in vista, in posizione comoda da prendere e va semplicemente spinto il tasto on. Pesa solo 2,32 kg.
  2. Praticità: il senza fili una volta staccato dalla stazione di ricarica, va solo acceso. Non ci sono fili da tenere o sui quali inciampare, che si incastrano sotto i divani o si arrotolano intorno ai tavoli.
  3. Pulizia costante: se mi seguite sapete che per la pulizia giornaliera, avendo il cane, optavo per la scopa al silicone e lo swiffer, passando l’aspirapolvere due volte a settimana. Da quando ho la senza fili invece, la passo ogni giorno.  Stai aspettando che tuo marito finisca di prepararsi? Perché non dare una passata in cucina?
  4. Se manca l’elettricità: puoi passare la senza fili anche in punti dove non arrivano le prese elettriche, come in automobile o in abitazioni dove ancora non c’è la corrente. Per non parlare della comodità di passarla sulle scale.
  5. Ciclonici e senza sacchetto: risparmiate sulla sostituzione del sacchetto, il contenitore può essere svuotato, pulito e lavato un’infinità di volte.
  6. Questo aspirapolvere sta in piedi da solo ed occupa poco spazio. Certamente il Dyson è la madre di tutti i senza fili e se potete e volete spendere sui 400€ non ha eguali. L’ho provato da una mia amica ed è favoloso, ma vi assicuro che anche questo fa benissimo il suo lavoro. Questa costava 170€, ad oggi la trovate intorno agli 80€ su Amazon.
  7. 2 in 1: funge da scopa elettrica e da portatile. Basta staccare il corpo motore dal telaio per disporre di un aspirapolvere per divani, auto, davanzali etc.
  8. Luci led: nella parte frontale della testina ha 3 luci led che aiutano ad individuare polvere, peli e detriti durante la pulizia, soprattutto in punti con scarsa luce.
  9. Regolazione potenza: potete scegliere di utilizzarla a potenza normale o super, io la utilizzo sempre alla massima potenza e sono molto soddisfatta.
 
Perché senza fili?
DIFETTI
  1. Autonomia (durata della batteria): se avete spazi molto grandi, quando acquistate un’aspirapolvere senza fili dovreste considerare questo come primo parametro. Quella che ho acquistato io ha autonomia fino a 30 minuti al massimo della potenza (modalità turbo). Quindi dovrete imparare ad essere veloci, preparare prima casa, spostando o alzando quello che dovete, evitando di passare più volte sullo stesso punto.
  2. Tempo di ricarica: se la batteria si scarica durante le pulizie dovrete attendere 2/3 ore che l’apparecchio si ricarichi, a me non è ancora mai successo, ma potrebbe accadere.
  3. Capacità del serbatoio: fate attenzione perché molte senza fili hanno capacità di serbatoio talmente limitate che vi toccherà svuotarlo più volte per pulire casa. Questa ha capacità 0,4 litri, sufficiente per me che ho un Labrador in casa in costante muta e 50/ 60 mq da pulire.
  4. Manutenzione: si, perché se è vero che è comoda e veloce, il modello senza fili va pulito ad ogni utilizzo, altrimenti noterete un calo delle prestazioni costante fino alla quasi non aspirazione. Va quindi pulito il contenitore e la spazzola rotante. Vanno anche lavati periodicamente i filtri (la Deik monta filtro Hepa).
  5. Potenza d’aspirazione: come una scopa elettrica, e non come un’aspirapolvere o il folletto.
  6. Durata della batteria: dopo un anno circa, la batteria andrà sostituita, perché la potenza di aspirazione andrà diminuendo man mano ( normale calo fisiologico).

 
Consigli:
Con questo aspirapolvere consigliamo di assumere un nuovo atteggiamento, questo è un elettrodomestico ideale per pulizie pratiche e veloci ogni giorno, quello a corrente potete passarlo una volta a settimana per le pulizie profonde. Se comprate il senza fili con questa consapevolezza, sarete estremamente soddisfatti.
 
 
Sperando di esservi stata utile, se avete domande, dubbi o se volete aggiungere qualcosa, scriveteci nei commenti qui sotto 😊
 
EK
 
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FOTO: Amazon.it

Ricette estive: Gelato after-eight

Il caldo torrido di questo periodo vi mette a dura prova? Cosa c’è di meglio di un gelato che coniuga la freschezza della menta alla dolcezza del cioccolato per rinfrescare corpo e mente? Prepariamo insieme una semplice ricetta estiva, il gelato after-eight.

Tempo: 50 min + 3 ore di riposo

Strumenti necessari:

Pentolino-mestolo in legno per amalgamare-ciotole per servire il gelato

Ingredienti per 6 porzioni di gelato:

-100 ml di sciroppo di menta

-50 gr di cioccolato fondente

-250 ml di latte

-250 ml di panna

-70 gr di zucchero

PROCEDIMENTO:

Primo passo:

Mescolate latte e panna in un pentolino e unitevi lo zucchero. Mettete sul fuoco a fiamma bassa e fate bollire mescolando.

Secondo passo:

Appena il tutto sarà arrivato a bollore, spegnete e versate in una ciotola dove aggiungerete lo sciroppo di menta. Mescolate bene per amalgamare.

Terzo passo:

Una volta che il composto sarà freddo, mettete la ciotola in frigorifero per circa tre ore.

Quarto passo:

Tirate fuori il gelato un po’ prima di servirlo e aggiungete il cioccolato a pezzetti. Decorate con foglioline di menta.

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Dormire sonni tranquilli: Esistono tanti materassi, ma solo uno è giusto per voi

Chi non ha mai sentito una telepromozione del mitico Giorgio Mastrota su una famosa marca di materassi, che prometteva “solo per oggi un’offerta irrinunciabile”. Oltre al materasso, i fortunati potevano ricevere, comodamente a casa, una batteria di pentole, una vasca idromassaggio ed un auto nuova.

La bella ragazza al suo fianco dava qualche dato tecnico e ci parlava di Zone differenziate.

Che sono queste Zone differenziate? Esistono materassi a 3, a 5 ed a 7 zone (in alcuni casi anche oltre). Le zone del materasso sono state pensate per garantire un maggior sostegno alle differenti parti del corpo, con particolare riferimento alle aree della schiena ed alle gambe. È dunque possibile, nel caso delle zone, orientarsi verso il materasso che dia maggior sostegno a seconda delle parti del proprio corpo considerate più problematiche, magari per via del dolore.

Vediamo adesso le tipologie di materassi presenti sul mercato. Ricordate che il modo migliore per scegliere un materasso è quella di concedervi almeno una decina di minuti sdraiati (sedersi non è sufficiente), passare una mano tra la zona lombare e il materasso: se c’è troppo spazio vuol dire che per voi è troppo duro, se invece, la mano passa a fatica è troppo morbido.

Spessore del Materasso: più spesso è il materasso e più sarà confortevole, quindi diffidate di materassi troppo sottili, anche se hanno un prezzo molto basso e in apparenza conveniente. Ve ne pentirete dopo poco tempo e vorrete subito comprarne un altro;11 cm sono troppo pochi, 16 cm sono sufficienti, dai 21 cm in sù, il comfort è assicurato. Se il materasso è in lattice o in schiuma di poliuretano, deve avere un”anima’ di almeno 12 cm e una densità strutturale minima di 60 kg/m³ per il lattice, di 35-40 kg/m³ per il poliuretano.

Misure: il materasso deve adattarsi perfettamente alla rete, senza debordarne.

Prezzo: i materassi più economici costano circa 40 euro, sono in poliuretano espanso e sono alti appena 11 centimetri. Ti garantiranno sia un gran risparmio che un terribile mal di schiena. Un materasso singolo a molle insacchettate e indipendenti, alto circa 16 centimetri costa intorno ai 100 euro, uno matrimoniale sui 170-180 euro. I materassi in memory foam, un tempo costosissimi, ora sono venduti a prezzi abbordabili, si possono trovare materassi singoli dai 100 ai 130 euro, e matrimoniali dai 200 ai 500 euro a seconda di qualità e spessore. Se vostro budget è molto limitato, ma volete usufruire lo stesso della tecnologia e della comodità del memory foam, a 80 euro trovate dei topper in memory da utilizzare sopra il vostro vecchio materasso, una soluzione economica ed efficace. Un materasso singolo in lattice costa fra i 160 e i 180 euro, uno matrimoniale intorno ai 400 euro.

Materasso Memory Foam: adatti per chi si muove poco. Il calore del corpo tende a rimanere imprigionato nel materasso e per questo sono ideali per persone freddolose e climi rigidi. Sono resistenti e durano a lungo. Il Materasso in Memory viene plasmato non tanto dal peso del corpo, quanto dal calore emanato da esso. Ecco perché, se si opta per l’acquisto di un materasso in Memory Foam, è bene accertarsi che esso sia costituito da tessuti il più possibile traspiranti. In quanto in grado di adattarsi alla forma del corpo, il materasso in Memory Foam è considerato di tipo ortopedico. Favorisce  una buona circolazione del sangue. Consigliato per chi soffre di  problemi strutturali come scoliosi, cifosi o lordosi.

 

Materasso a molle tradizionale: I materassi a molle si dividono in quelli a molle tradizionali e quelli a molle indipendenti e insacchettate. I primi si utilizzavano maggiormente negli anni passati: questi materassi presentavano molle in acciaio che, unite tra loro, rendevano il materasso più rigido e adatto a sostenere pesi maggiori. Un materasso a molle tradizionali, per essere considerato un ottimo prodotto, oltre ad avere delle molle resistenti, deve avere anche un’imbottitura realizzata con materiali di qualità e uno spessore tale da isolare il corpo dal contatto diretto con le molle.

Materasso a molle incapsulate: Il supporto a molle indipendenti e insacchettate è l’evoluzione della molla tradizionale. Ogni molla è “indipendente” e, grazie anche alla lavorazione a zone differenziate, si adatta perfettamente alle diverse pressioni esercitate dal corpo. Questo garantisce alla colonna vertebrale di assumere una posizione corretta. Questo materasso, ancor meglio se abbinato ad uno strato di memory superficiale, è uno dei supporti più performanti e richiesti sul mercato. Non scendete mai sotto le 800 molle (tanto più è alto il numero di molle che costituiscono il materasso, tanto  maggiore sarà l’accoglienza e il comfort che questo offrirà). Il gran numero di molle consente una buona distribuzione del peso corporeo, evitando accumuli di pressione su alcuni punti. L’aggiunta di uno strato di memory in superficie conferisce  maggiore comfort e calore. Le molle consentono una buona aerazione e rendono questi materassi adatti a chi suda molto e vive in aree molto calde d’estate. Lo spessore che non deve mai essere inferiore a 21 cm. Campi Elettromagnetici? Per generare un campo elettromagnetico apprezzabile, le molle dovrebbero essere realizzate con materiale magnetico e poi generare un campo elettrico indotto. I materassi sono costituiti di materiali come il cotone, fibre sintetiche che comunque di per sé sono isolanti, quindi tranquilli, nessun campo elettromagnetico in vista.

 

Materasso combinato o materasso ibrido: dati da uno strato a molle e uno in memory foam, oppure da uno strato di lattice e uno a molle oppure, ancora, lattice e memory foam.

Materasso in lattice:  le sue peculiarità sono la traspirabilità, l’igiene e l’elasticità. Molto apprezzato per la sua rigidità, diciamo che non arriva ad essere rigido come quello a molle, ma neanche cedevole e morbido come i Memory foam. E’ la tipologia più rispettosa dell’ambiente. Inquina di meno in quanto può essere costituito da materiali al 100% vegetali. Studiato per chi si muove molto nel sonno e per gli allergici (ovviamente tranne per chi è allergico al lattice) perché è traspirante e più fresco. Per le sue caratteristiche di resilienza (la capacità di riprendere subito la forma dopo una pressione), il materasso in lattice agevola i movimenti nel sonno. Il lattice può essere di origine al 100% naturale. A differenza del materasso di lattice di origine artificiale, quello di origine naturale reagisce in modo più sensibile alla temperatura: si ammorbidisce con il calore e si indurisce con il freddo. Se volete evitare questo effetto, dovete scegliere un materasso in lattice naturale che ha subito un processo di “vulcanizzazione” che garantisce maggiore elasticità in ogni stagione.

Materassi naturali: in questa categoria rientrano diversi tipi di materassi, da quelli con imbottiture di cocco a quelli in lana. I futon sono di origine naturale, e sono famosi per essere i materassi tradizionali giapponesi. Sono bassi e compatti, quindi sconsigliati ai bambini. Attenzione! Il “biomaterasso” in realtà non esiste. Il Centro Tutela Consumatori  informa di come l’attributo “bio” possa essere utilizzato solo per gli alimenti e solo quando questi soddisfano i requisiti europei per le coltivazioni biologiche, opportunamente certificati da un organismo di controllo autorizzato. Tale attributo non può dunque essere applicato ad altre categorie di prodotti.

Materassi Ergonomici: Se siete troppo indecisi, una buona soluzione è data dai materassi ergonomici in grado di adattarsi alla pressione del corpo.

Come ultimo consiglio, controllate questi dettagli:

La rete: nel caso dei materassi dallo spessore più sottile, la rete risulta maggiormente sollecitata e dovrebbe dunque essere più rigida. Dal medesimo punto di vista, è inoltre bene selezionare una rete dalla rigidità regolabile, in modo da poterla adattare sia al materasso a propria disposizione che alle proprie esigenze.

Fodera: rappresenta l’elemento posizionato più vicino al nostro corpo. Alcuni materassi venduti come “anallergici” potrebbero presentare una fodera in poliestere o in altri materiali sintetici, che potrebbero essere causa di sudorazione nel corso delle ore notturne. È consigliabile dunque accertarsi che il rivestimento del materasso sia costituito da un tessuto naturale come il cotone. La scelta ideale sarebbe una fodera in cotone biologico e traspirante.

Struttura del Letto : la conformazione del proprio letto non deve essere sottovalutata per poter orientare la scelta del proprio materasso. Per questioni di risparmio dello spazio, spesso i letti in vendita attualmente sono dotati di scomparti situati al di sotto del materasso, che permettono di riporre le coperte invernali nel corso della bella stagione. Ciò, però, ostacola la circolazione dell’aria al di sotto del materasso e può portare alla formazione di muffe. Il problema riguarda in maniera particolare i materassi in lattice.

Conclusioni e Manutenzione:

Coprimaterasso e coprirete sono d’obbligo e vanno lavati settimanalmente. E’ necessario, con l’aspirapolvere, dare una solenne “aspirata” almeno una volta al mese  ed evitare l’uso di elettrodomestici a vapore: favoriscono il proliferare di muffe, batteri e acari. Ricordate di far prendere aria quotidianamente (non rifacendo subito il letto) per far evaporare l’umidità accumulata durante la notte.

Avete presente quando il vostro gommista vi ricorda di girare le gomme dell’auto ogni 20.000 kilometri per l’usura omogenea dei pneumatici? Ecco il materasso va girato per evitare l’effetto “fossa”.

I materassi sono spesso molto infiammabili (la legge prevede che negli alberghi siano ignifughi), quindi fate attenzione soprattutto se utilizzate le termocoperte.

Buon Riposo

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Dormire sonni tranquilli: Le domande che devi farti prima di comprare un materasso

Ci si innamora di pochi oggetti nella vita, i più comuni sono il divano, l’auto nuova o la moto fiammante, ma il rapporto di odio-amore per eccellenza si ha col proprio materasso.

Se hai rimandato per troppo tempo questo momento perché eri affezionato al tuo giaciglio, ma dopo un lungo tormento interiore hai finalmente deciso di cambiare il vecchio materasso, questo è l’articolo che fa per te.

I materassi hanno una vita media che varia dagli 8 ai 10 anni, dopo i quali i dolori alla schiena ci supplicano di prendere una decisione chiara. Il nostro corpo cambia con il trascorrere del tempo e il materasso che è perfetto oggi potrebbe non esserlo più tra una decina di anni.

 Dobbiamo inoltre considerare che questi prodotti possono ospitare colonie di polvere, acari, funghi, germi e muffe, che possono provocare allergie ed altri seri problemi alla salute.

Per combattere gli acari basterà lasciare il materasso scoperto per circa mezz’ora una volta a settimana perché i tessuti utilizzati nella sua produzione si rigenerino ed impediscano la loro proliferazione. In generale ricordate di girarlo testa-piedi almeno una volta al mese e di capovolgerlo sopra-sotto ad ogni cambio di stagione. Eviterete così fosse nella sua struttura e assicurerete al vostro materasso una distribuzione più uniforme dell’imbottitura. Ricordate anche di cambiarlo almeno ogni 10 anni, benché alcune case produttrici assicurino la sua funzionalità anche per più tempo.

Vi sarà sicuramente capitato di girare per grandi magazzini che vendono mobili, camerette e, appunto, materassi. La prima cosa che salta all’occhio è il prezzo, perché è indubbio che comprare un materasso costituisca un vero e proprio investimento a lungo termine. Prima la scelta era più semplice, esisteva solo il classico materasso a molle, oggi per scegliere adeguatamente serve quasi una laurea. Diventa difficile orientarsi tra materasso in lattice, memory foam, a molle insacchettate o a molle tradizionali.

Vediamo insieme come poter scegliere il materasso perfetto per noi, perché dovete sempre considerare che quello che va bene per me non va bene per gli altri, perché quello che per me (il mio peso e le mie abitudini notturne) può essere il miglior materasso, per un altro potrebbe essere un materasso scomodo o addirittura dannoso per la schiena. Le esigenze personali sono fondamentali.

La prima cosa che dobbiamo fare è rispondere ad alcune domande, ed in base a queste già potremmo orientarci verso un materasso piuttosto che un altro.

Dormire con il proprio cane: Quali benefici può trarne il nostro sonno?

Ti muovi durante la notte o tendi ad assumere un’unica posizione? Il materasso a molle o molle insacchettate, rispetto al Memory Foam, ha una minore capacità di adattarsi alle forme del corpo. Il materasso in lattice è in grado di garantire maggiore libertà di movimento, quindi ottimo per chi si muove molto, il materasso in memory foam è ritenuto più adatto a coloro che tendono a rimanere immobili durante il riposo, in quanto nel materasso si crea uno spazio confortevole per il corpo sulla base di una stessa posizione mantenuta a lungoProva pratica: se avete la fortuna di poter dormire con qualcuno, vi saprà dire se sembrate degli insaccati o se invece dormire con voi è come viaggiare sulle montagne russe ( e no, non parliamo delle vostre doti nascoste). In alternativa mettete una telecamera e riprendetevi per tutta la notte.

Quanto pesi? Se sei sovrappeso dovrai puntare a un materasso più rigido. Al contrario, se sei molto leggero, potrai scegliere un materasso più morbido. Il corpo, infatti, deve essere sempre ben sostenuto e non deve mai affondare nell’imbottitura. Tutto questo senza esasperazioni, perché anche i materassi più rigidi devono garantire la naturale curvatura a S della schiena. Prova Pratica: In questo caso recatevi nel negozio di materassi, sdraiatevi in posizione supina e passate una mano nella parte bassa della schiena, vicino all’osso sacro. Se c’è tanto spazio tra il materasso e la colonna vertebrale, questo è eccessivamente duro per il vostro peso. Al contrario, se non vi è spazio perché il corpo è portato ad affondare, siete sdraiati su un materasso troppo morbido per il vostro peso. Se l’utilizzatore è piuttosto robusto, o addirittura obeso, occorre scegliere un materasso alto (26-30 cm).

Soffri il caldo? Se sudi molto, un materasso in memory foam sarà una sauna, soprattutto d’estate. Altrettanto sconsigliati i materassi in lattice, un materasso a molle insacchettate indipendenti è la scelta giusta per te, oppure un materasso in memory con uno strato superiore in gel che raffredderà la sensazione di caldo. Consiglio in più: scegli il rivestimento climatizzato: lana per i mesi freddi, cotone e lino per quelli caldi.

Soffri il Freddo? Eccoci qui, parliamo di me. Se sei freddolosa come me è probabile che tu abbia comprato il mitico scaldaletto, ricorda però che questo meraviglioso amico è adatto per il materasso a molle, ma assolutamente vietato sul materasso in lattice perché insieme sviluppano calore. Se non usi uno scaldaletto, puoi trovare confort nel caldo avvolgente delle schiume Memory.

Soffri di sudorazione notturna? Dal momento che il problema riconosce svariate cause, il trattamento deve mirare a rimuoverle. Le sudorazioni notturne possono essere legate ad ansia e stress, a uno stile di vita non consono (alimentazione scorretta, abbuffate frequenti, abuso di alcolici ecc), o a delle patologie specifiche. Quindi il consiglio è riconoscere la patologia e curarla. Altro consiglio è quello di riposare in ambienti che non siano eccessivamente caldi, la temperatura ideale oscilla tra i 18 e 20 °C. Anche la biancheria deve essere leggera, non molto aderente e realizzata in fibre naturali.

Hai particolari problemi alla schiena? Il primo consiglio è quello di rivolgersi ad un ortopedico, che saprà indicarti una cura adeguata. Per quanto riguarda il materasso in generale, i modelli più rigidi sono particolarmente adatti a chi soffre di mal di schiena posturale, per le persone in sovrappeso e per le persone con problemi di mobilità, in quanto facilitano il compito di salire e scendere dal letto. Prova Pratica: In commercio sono pochi i materassi ortopedici. Attenzione a chi vi spaccia un materasso ergonomico per ortopedico. Per fare la “prova del nove” dovete chiedere al venditore se è detraibile dalle tasse. I migliori materassi per chi soffre di mal di schiena si possono detrarre perché considerati “un presidio medico”. I prezzi, però, si aggirano intorno ai 2.000 euro. Un occhio particolare anche alle doghe.

Dormi sul Fianco? Se preferisci dormire sul fianco o in posizione fetale, ti troverai indubbiamente meglio con un materasso più morbido come può essere un modello Memory Foam o un materasso a molle morbido. Chi dorme in posizione prona (a pancia in giù) dovrebbe puntare direttamente a un materasso a molle incapsulate o scegliere un materasso a lattice più sostenuto

Dormi in posizione Supina? Se dormi in posizione supina, potrebbe essere meglio un materasso in lattice.

Soffri di cervicale? Io ho cominciato a soffrirne a seguito di un incidente in auto. In questo caso non è il materasso, ma il cuscino a fare la differenza. Per risolvere il problema del mal di testa mattutino e dei dolori alla zona cervicale, potresti usare un cuscino apposito, per esempio un “cuscino cervicale” che ti potrà essere consigliato da un ortopedico. Il cuscino in questione tende a sciogliere le tensioni muscolari che si accumulano nella zona del collo e delle spalle.

Soffri di Allergie? La scelta migliore in caso di allergia agli acari della polvere è ovviamente un materasso in materiale anallergico, ma ATTENZIONE! L’acquisto di un materasso in materiale anallergico non elimina il rischio di contaminazione dei cuscini, federe e delle lenzuola. Meglio usare un aspirapolvere potente con filtro EPA.

Quale materasso per i Bambini? I materassi più morbidi sono considerati adatti a bambini ed anziani, oltre che alle persone più leggere. E’ importante che il materasso sia della dimensione adatta al lettino in uso. Un materasso troppo piccolo, infatti, lascia spazi vuoti in cui il bimbo potrebbe infilare le mani o le braccia muovendosi nel sonno. Meglio se sfoderabile. E’ preferibile comprare un materasso al lattice per bambini fino ai due anni per poi passare ad uno più compatto, magari a molle. Altro falso mito è quello che preferisce le doghe in legno alla rete.  Non è obbligatorio scegliere le doghe per dormire bene, la rete è sicuramente più flessibile e permette di sfruttare appieno l’elasticità del materasso.

Nel prossimo articolo vedremo nel dettaglio i vari tipi  di materasso e le loro caratteristiche!

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Ricette facili: Frappe fritte

Siamo ormai in pieno Carnevale, quale miglior ricetta tradizionale da preparare se non le frappe fritte, comunemente conosciute anche come chiacchiere? Nelle feste in maschera di grandi e piccini, questi dolci tipici non possono mancare.

Tempo: 1h e 20min

Strumenti necessari:

piano da lavoro/tagliere/tavola (in alternativa mixer da cucina)- guanti- macchina per fare la pasta o mattarello- friggitrice o padella antiaderente- rotella dentata o coltello- carta da fritto- setaccio per zucchero a velo- piatto per servire.

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Scopriamo gli ingredienti per le nostre frappe (500 gr)

-Farina 500 gr

-Un uovo

-2 tuorli d’uovo

-Burro 30 gr

-Zucchero un cucchiaio

-Sale un pizzico

-Vino bianco

-Olio o strutto per friggere

-Zucchero a velo

1°Passo:  Formate una fontana con la farina e al centro mettete il burro, l’uovo, i tuorli, lo zucchero e il sale. Impastate tutto aggiungendo un goccio di vino bianco, fino a che non avrete ottenuto una pasta molto simile alla comune pasta all’uovo.

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2°Passo: Lasciate riposare per un po’ la pasta (30 minuti).

3°Passo: Infarinate leggermente la tavola e stendeteci la pasta molto sottile. In alternativa utilizzate la macchina per fare la pasta per stenderla.

4°Passo: Con un coltello o con la tradizionale rotella dentata tagliate la pasta, ricavandone dei nastri di varie dimensioni. Se volete potete dare un tocco in più formando il nodino al centro dei nastri.

5°Passo: Friggete in abbondante olio o burro.

6°Passo: Ponetele a piramide su un piatto grande e spolverizzatele abbondantemente con zucchero a velo.

Potete aggiungere allo zucchero a velo il miele o, per i più golosi, la nutella.

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Ricette facili: Plumcake di banane e cioccolato alle noci

La ricetta di oggi è molto semplice e permette di utilizzare degli ingredienti che magari stanno per guastarsi, in particolare le banane.

Oggi prepariamo un delizioso plumcake di banane e cioccolato alle noci, ottimo come merenda e perfetto da inzuppare nel latte a colazione.

Tempo: 1h e 20min

Vediamo di che ingredienti abbiamo bisogno:

-3 banane mature

-100 gr cioccolato fondente

-100 gr di gherigli di noce

-200 gr di zucchero

-2 uova

-190 gr di farina

-1/2 bicchiere di olio extravergine di oliva

-1/2 bicchiere di latte

-zucchero a velo

-1/2 bustina di lievito per dolci

1°Passo: Preriscaldate il forno a 180°C. In una ciotola schiacciate le banane e aggiungete lo zucchero amalgamandolo bene.

2°Passo: Unite le uova, la farina mescolata al lievito, l’olio e il latte, incorporando ogni ingrediente con delicatezza.

3°Passo: Tritate le noci e spezzettate il cioccolato. Aggiungete questi ingredienti, sempre mescolando delicatamente.

4°Passo: Versate l’impasto in uno stampo da plumcake foderato di carta da forno e cuocete per circa un’ora.

5°Passo: Lasciate intiepidire e servite il plumcake tiepido o freddo spolverizzato di zucchero a velo.

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Ricette facili: La Torta Caprese

Oggi scopriamo una ricetta golosa per gli amanti del cioccolato, in particolare un grande classico come la Torta Caprese, originaria, appunto dell’Isola di Capri.

Tempo: 1h e 10 min

Strumenti necessari:

Forno – Mixer ( o frullatore) – Ciotola – Leccapasta ( o mestolo piatto) – Sbattitore automatico ( O Planetaria) – Tortiera – carta forno – Piatto da Torta

Vediamo di quali ingredienti abbiamo bisogno:

-300 gr di cioccolato fondente

-300 gr di mandorle

-150 gr di biscotti

-250 gr di burro

-300 gr di zucchero semolato

-6 uova

-farina

-rum

-cannella in polvere

-zucchero a velo

1°Passo: Tritate con cura il cioccolato, le mandorle ed i biscotti utilizzando un mixer.

2°Passo: Lavorate il burro ammorbidito con lo zucchero semolato fino ad ottenere una crema soffice; incorporate alla crema i tuorli delle uova (mettete da parte gli albumi), facendoli assorbire uno per volta.

3°Passo: Unite il trito di mandorle, cioccolato e biscotti, profumate con un bicchierino di rum e mescolate con cura.

4°Passo: Incorporate gli albumi montati in neve ben ferma, mescolando delicatamente.

5°Passo: Versate l’impasto in una tortiera burrata ed infarinata, livellate la superficie e cuocete il dolce nel forno già caldo a 180° C per circa 50 minuti.

Passo finale: Sfornate la torta e lasciatela raffreddare prima di sformarla; spolverizzatela di zucchero a velo e cannella e servitela.

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Soli in casa. Perché ci abbuffiamo? Quali i trucchi per smettere?

Vi capita mai di aprire il frigorifero o la dispensa, di guardarci dentro per un po’ e poi andare via affranti? Mia madre ogni volta che lo faccio mi dice     “ non so mica cosa pensi di trovarci li dentro!”.

 Succede a tutti, ci si sente annoiati, a volte anche tristi o soli. Non siamo realmente affamati, lo stomaco non brontola e non ci fa male, magari abbiamo pure da poco finito di mangiare, e sappiamo bene che se mangeremo poi ci sentiremo in colpa perché quasi sicuramente afferreremo il cibo più calorico che abbiamo a disposizione.

Eppure, in alcuni casi, mangiare sembra essere l’unica soluzione a tutto. 

Quello appena descritto è un tipico episodio di fame nervosa o anche detta fame emotiva, e deriva non da un bisogno fisiologico, ma da uno stato emotivo che può essere ansia, rabbia o solitudine.

Di cosa abbiamo veramente fame?

Non siamo fisicamente affamati, ma emotivamente. Desiderate farvi fuori un’intera confezione di biscotti al cioccolato o una porzione gigante di patatine fritte perché avete fame di altro. Forse una gratificazione? Una lode? O magari un abbraccio, una chiacchiera tra amici? Cercate di capirlo e provate a provvedere.

 Cosa accadrà poi?

Sapete bene che il senso di colpa arriverà, provate a dirvi che se vi avventerete sul cibo poi vi sentirete delusi, gonfi e pure frustrati, perché la piacevole sensazione del momento svanirà poco dopo aver deglutito l’ultimo boccone.

Non vietatevi del tutto i cibi “cattivi”

Se continuate a ripetervi che non potete mangiare il cioccolato e cercate di non pensare al cioccolato, sarete ossessionati … dal cioccolato. Il motivo è presto detto: il senso di colpa per non essere capaci di seguire una dieta induce a mangiare di più, e peggio. Quindi, per un rapporto felice con il cibo, eliminate la parola “cattivo” dal vostro vocabolario.

Prendetevi del tempo

Respirate, respirate e respirate ancora, sapete che è la vostra fame emotiva a parlare per voi. Se in quel momento non avete tempo o modo ( perché magari siete a lavoro o state facendo altre cose), promettetevi di prendervi cura di voi il prima possibile e di capire cosa vi manca e come fare per cambiare questa situazione.

Riposatevi

La mancanza di sonno ha effetti devastanti sugli ormoni che inducono l’aumento di peso e alterano l’appetito, portandoci a preferire i cibi ad alto contenuto calorico. Inoltre, non dormire equivale a non avere l’energia per affrontare la nuova giornata.

 Se ogni giorno c’è un occasione speciale per mangiare

Una fetta di torta per un compleanno, la colazione con la brioches prima di andare in ufficio, il pranzo fuori con un amica, la cena al ristorante. Attenzione a non dire sempre sì,cercate di imporvi un limite oltre il quale non dovete andare. Sì al dolce a cena fuori, ma solo in occasioni speciali, e si alla fetta di torta, ma solo se il compleanno è il vostro.

 Parlate molto durante il pasto

Avete notato che quella vostra amica che parla sempre tanto, anche mentre mangia, è sempre più magra di voi? Questo perché Il continuo chiacchierare aiuta a mangiare di meno. Lo dimostra uno studio pubblicato sul “The Journal of clinical endocrinology & metabolism”, i ricercatori hanno chiesto a un gruppo di persone di consumare una ciotola di gelato in cinque o trenta minuti. Coloro che se la sono gustata più lentamente, hanno prodotto una maggior quantità di peptide YY, ovvero l’ormone che riduce l’appetito, dichiarando di sentirsi più sazi, appunto. Quindi, gustatevi le lasagne, ma ancor di più la compagnia.

 Non comprate cibi spazzatura

Se lo hai in casa lo mangerai. Punto. E’ importante andare a fare la spesa a stomaco pieno, e con una lista predefinita, dalla quale potrete sgarrare di un massimo di 3 prodotti. Comprate degli snack salutari, così da poter mangiare quelli in caso di attacco di fame.

Insaporite le pietanze con erbe aromatiche e spezie

Amplificano il sapore di ogni piatto e danno la stessa sensazione di soddisfazione dei grassi. Inoltre, spezie come il peperoncino di Cayenna, aiutano a velocizzare il metabolismo, quindi a bruciare qualche caloria in più. Perciò, aggiungete un pizzico di paprika al posto del burro sui broccoli al vapore o del curry sul pollo.

Stress? No grazie

A volte ci si sente persi, non si capisce in che direzione stia andando la nostra vita. Proprio in questi momenti cerchiamo inconsapevolmente di riacquisire il controllo mangiando in modo smodato. Lo stress fisico ed emotivo ci spinge a consumare molto più cibo. Chiediti cosa puoi fare per ridurlo. Prova a praticare lo Yoga o la Meditazione, ascolta la musica che ti piace, passeggia in un luogo che ami e rilassati. Se da solo non riesci prova con la Terapia Dialettico Comportamentale (TDC) che si focalizza proprio sugli effetti psicologici legati al disturbo da alimentazione incontrollata.

 Porziona il cibo in maniera furba:

Non mangiare mai direttamente dalle confezioni. Cerca di tenere sempre sotto controllo la quantità di cibo che ti sei messo a disposizione. Metti sempre il cibo nel piatto o in una piccola ciotola ( se riesci pesa il cibo per capire quanto ne stai realmente mangiando). Moderazione è la chiave, così da poter evitare le privazioni.

 Se ti annoi trovati da fare, ma soprattutto fatti la doccia!

Prima di tutto bevi un bel bicchiere d’acqua, mangia un chewing-gum e poi trovati qualcosa da fare. Puoi iniziare con una bella doccia rilassante, magari passati sul corpo uno scrub levigante che ti renda la pelle liscia e vellutata.  Metti in posa sui capelli quella maschera ristrutturante che volevi provare da tanto.  Impara a fare qualcosa di nuovo, leggi, scrivi, vai a fare una passeggiata, iscriviti in palestra, godi del tuo tempo.

 Pianifica gli orari

Ti sembrerà inutile, ma pianificare l’orario per ogni singolo pasto e spuntino ti disciplinerà e farà in modo di non restare troppo tempo senza mangiare. Io per esempio faccio colazione alle 7:00, spuntino alle 9:30 e alle 11:30. Pranzo veloce alle 13:30, spuntino alle 16:00 e cena alle 19:30. Datti delle regole e seguile.

 Si mangia solamente a tavola

Assicurati di mangiare solo stando seduto a tavola. Non davanti al computer, alla TV o mentre sei al telefono, altrimenti sarà impossibile rimanere concentrato e godere appieno del tuo cibo. Inoltre, sarebbe molto più difficile riuscire a percepire il senso di sazietà. Evita di assaggiare ripetutamente il cibo mentre cucini.

 Da leggere

“La Dieta Paradossale” di Giorgio Nardone. Un ottimo libro che approfondisce la psicologia della dieta e più in generale del rapporto con il cibo.

” Vincere le abbuffate ” di Christofer Fairburn, psichiatra di Oxford. Una serie di piccoli passi al fine di abbandonare l’abitudine di assumere cibo in modo meccanico. Il libro suggerisce come superare l’impulso ad abbuffarsi, raggiungendo uno stile alimentare sano e regolare.

“ THE REVOLUTIONARY DIET “, di  Dian Smith. Aiuta ad evitare cibo pronto che contiene troppi sali e trattiene acqua nelle cellule.

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Siamo rimasti al buio. Cosa fare quando salta la luce

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Siete a casa da soli, sul divano o nel lettone e state guardando un film, magari un horror e all’improvviso, il buio.

E’ saltata la luce!
E adesso?
 
Pur essendo sempre in regola con il pagamento delle bollette, vi sarà capitato comunque almeno una volta nella vita, di rimanere al buio nella vostra abitazione perché l’interruttore generale del vostro impianto elettrico è scattato, togliendo quindi la corrente a tutto il vostro circuito elettrico. Generalmente questo accade o perché avete superato il consumo massimo di corrente ( che nelle case è di 3 KW, ma potete chiedere, pagando di più, di passare a 6 KW) ed in questo caso a scattare sarà l’interruttore posto sul contatore generale del vostro fornitore di corrente, oppure in caso di guasti all’impianto o ad uno degli apparecchi collegati, a scattare sarà l’interruttore del vostro quadro elettrico.
 
Uno degli aspetti negativi dell’inverno è indubbiamente rappresentato dalle lunghe ed a volte interminabili giornate di maltempo, con piogge e temporali che talvolta si prolungano anche per diversi giorni, e che possono provocare l’interruzione della corrente.
 
La prima cosa da fare è mantenere la calma e restare fermi, prendete il cellulare ed accendete la torcia. Se avete un cellulare del medioevo, senza torcia incorporata, cercate di posizionare una torcia in un punto di casa facilmente raggiungibile, oppure mettete alla parete una lucina da notte che si illumina quando la luce va via. Ottima idea anche tenere delle candele in casa con degli accendini nelle vicinanze, utili sopratutto se la mancanza di corrente si protrae nel tempo causa guasto. 
 
Un altro consiglio pratico, è quello di avere sempre a disposizione in casa una lista dei numeri utili, tra i quali inserire anche quello del vostro elettricista. Sceglietene uno quando non sarete in un momento di panico, così avrete bene chiare le tariffe e non vi ritroverete a dover sborsare cifre inaspettate nel momento del bisogno.
La mancanza prolungata di corrente elettrica può causare diversi danni. Pensate a cosa potrebbe succedere se il vostro frigo/congelatore si sbrinasse.  NON APRITE IL FRIGO SE NON NECESSARIO FINO A QUANDO NON SARA’ TORNATA LA CORRENTE. Se questi elettrodomestici vengono aperti quando manca la corrente elettrica tendono a disperdere il calore più velocemente. Tenete comunque presente che in genere tali dispositivi possono resistere senza energia dalle 6 alle 12 ore. Cosa accadrebbe se la luce andasse via mentre state lavorando al computer e non avete salvato nulla del vostro lavoro? Immagino che abbiate ben chiaro quanto può essere fastidioso dover affrontare questo problema.
 
E’ IL MOMENTO DI AGIRE
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 Raggiungete il quadro elettrico. Di solito si trova all’interno di casa, vicino alla porta d’ingresso, nascosto dietro un quadro. 
A seconda dell’età della casa, il quadro sarà più o meno articolato. Nelle case più vecchie ci sarà il contatore e uno o due interruttori che controllano l’intero impianto elettrico, in quelle più moderne ci saranno una serie di interruttori ognuno dei quali gestisce una delle tante linee nelle quali è diviso un impianto elettrico di nuova generazione, più un interruttore generale e uno differenziale, il cosiddetto “salvavita”. Il contatore, invece, può anche essere all’esterno dell’appartamento, normalmente in un apposito vano insieme a tutti gli altri dei vari appartamenti del condominio.
L’interruttore generale, che si solito è il primo da sinistra, è quello che può togliere la corrente all’intero impianto. Poi c’è il differenziale, il cui interruttore è spesso contrassegnato dalla lettera “T”. Il differenziale può  interrompere il flusso di corrente quando rileva un assorbimento anomalo, ad esempio quando una persona entra in contatto con una parte del circuito sotto tensione. Infine avremo un’altra serie di interruttori che comandano delle linee parziali dell’impianto.
Verificate che le levette di tutti questi interruttori siano verso l’alto.
Se siete completamente al buio, il problema riguarda l’interruttore generale o il differenziale. Riportate la levetta verso l’alto. Il più delle volte, se tutti gli altri interruttori sono accesi, dovreste aver risolto il problema. Nel caso in cui ci fosse un altro interruttore spento, vuol dire che su quello specifico circuito c’è un problema che va risolto prima di riattivare tutto l’impianto.
 
Provate a staccare tutti gli altri interruttori, e riaccendere il differenziale. Se il differenziale rimane acceso riattaccate uno per uno gli altri interruttori, aspettando tra uno e l’altro almeno 20 secondi.
 
Spegnete, toccando una sola volta, l’interruttore delle luci che ricordavate accese al momento della mancanza di corrente.
 
Scollegate tutti gli elettrodomestici dalle spine.
 
Fate mente locale, ultimamente è capitato qualcosa che avrebbe potuto far scattare la corrente? Per esempio una lampada rotta in cui può essere entrata dell’acqua. Oppure mentre cucinavate si è rovesciato qualcosa sui fornelli. O tutto quello che vi viene in mente. Cercate di risolvere il problema e poi, solo dopo esservi assicurati di non prendere corrente. Riattaccate l’interruttore.
Se tutto è stato vano l’interruttore scatterà ancora. Ma se rimane acceso, provate ad accendere le luci una alla volta ed a ricollegare gli elettrodomestici. Arriverete a notare che quando riattaccate un determinato elettrodomestico o una luce, questa farà scattare il differenziale. A questo punto chiamate il tecnico o, se non siete riusciti nella riparazione, chiamate un elettricista.
 
 
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Impariamo a disinfettare le spugne

DISINFEZIONE DI SPUGNE E STRACCI

Quando vivi in famiglia non ti accorgi delle tante cose che la mamma fa durante il giorno per tenere tutto pulito e senza germi. 

Fra queste ce n’è una che non consideriamo mai, la pulizia e la disinfezione delle spugne, che si sporcano già dal primo utilizzo e che possono assumere un cattivo odore.

SPUGNA PER LAVARE I PIATTI:

E’ uno strumento indispensabile in cucina per pulire le superfici e le stoviglie. Può diventare una nemica della nostra salute. Questo perché la funzione principale della spugna è rimuovere i residui di alimenti, che vengono assorbiti dalla spugna, che è composta da moltissimi fori per l’assorbimento dei liquidi che facilitano l’eliminazione dei residui, ma che, allo stesso tempo, conservano tutti i microrganismi e le impurità filtrati durante il processo di pulizia. Questo, unito alla inevitabile umidità, crea un ambiente ottimale per lo sviluppo di batteri ( l‘Escherichia coli, lo Staphylococcus aureus e la Salmonella possono sopravvivere sulle spugne per ore, perfino per giorni dopo il primo contatto), specialmente se la spugna resta umida fino all’impiego successivo.

Come istruire la colf

 

Secondo il Dr. Philip Tierno, professore di Microbiologia e Patologia dell’Università di New York: “la cosa più sporca che può trovarsi in casa è la spugna per lavare i piatti, forse ancora più sporca del copri water o del cestino dell’immondizia“.

Già vi sento dire “ Ehi io uso il sapone per i piatti e la lavo sempre dopo ogni utilizzo”, purtroppo non è sufficiente perché il detersivo non riesce ad eliminare completamente i germi.

Il modo migliore per evitare intossicazioni o malattie, a causa di una spugna piena di batteri, è disinfettarla. Sembrerebbe un paradosso: lavare un oggetto che usiamo per lavare, ma è un’azione necessaria.

Nel corso di una ricerca, realizzata nel 2007 dall’Agricultural Research Service statunitense (ARS), si realizzarono diverse prove per stabilire quale fosse il modo più efficace per eliminare i germi patogeni che si annidano nelle spugne.

La prima operazione fu quella di inumidire le spugne, a temperatura ambiente, con una sospensione di carne tritata, allo scopo di stimolare la produzione di batteri e funghi necessari alle analisi. Le spugne, in seguito, furono:

• introdotte in una soluzione al 10% di candeggina, per tre minuti.

• immerse nel succo di limone, per un minuto.

• passate nel microonde, per un minuto.

• lavate in lavastoviglie, con ciclo finale di asciugatura.

Dopo il trattamento, le spugne furono classificate in base alla quantità di batteri rimasti. I risultati mostrarono che: la candeggina e il succo di limone furono in grado di ridurre i batteri dal 37 al 87%. Il riscaldamento in microonde distrusse fino al 99,9% dei microrganismi, risultato simile per la lavastoviglie.

La ricerca, pertanto, concluse che il modo più efficace per eliminare i funghi e i batteri dalla spugna è riscaldarla in microonde o in lavastoviglie con ciclo di asciugatura.

NEL MICROONDE PER DISINFETTARLE

Lavate la spugna con acqua pulita e lasciatela due minuti in microonde alla temperatura massima. 

Oltre a questo, è bene seguire questi consigli:

• Lavate attentamente la spugna dopo ogni lavaggio.

• Adottate un sistema a rotazione, con due spugne, in modo da utilizzare sempre una spugna pulita, mentre si lava l’altra.

• Controllate, dopo aver lavato i piatti, che sulla spugna non siano rimasti resti di cibo.

• Dopo l’utilizzo, mettete ad asciugare la spugna, per evitare che l’umidità stimoli la proliferazione dei batteri.

• Se i piatti o le padelle sono unti di grasso animale, l’ideale è pulirli prima con carta da cucina, e poi eliminare il resto con la spugna.

Come pulire il piano cottura e i fornelli

NELL’ACQUA BOLLENTE PER DISINFETTARLE

Se non avete il microonde a disposizione o se non vi fidate molto, in alternativa potete mettere le spugne in una pentola con l’acqua che le copre completamente, fate bollire sul fuoco per 5 minuti circa e poi buttate via l’acqua sul fondo e lasciate asciugare le spugne all’aria e, anche con questo metodo, eccole disinfettate alla perfezione. Questo sistema è ottimo anche per le pagliette di metallo. 

“Acqua e sapone non uccidono i germi, li lavano solo via” – ha spiegato il dottor Philip Trieno, esperto dei dipartimenti di Microbiologia e Patologia presso la NYU Langone e autore di “The Secret Life of Germs”., che ha aggiungo che se laviamo i piatti con una spugna sporca in realtà non li puliamo, ma li arricchiamo di germi.

Quando la spugna per i piatti ha assunto davvero un cattivo odore è giunto il momento di sostituirla. 

Consiglio di cambiare la spugna minimo ogni mese, e così anche le salviette assorbenti e le ramine.

IN AMMOLLO PER RITROVARE LA FORMA

Se le spugne hanno perso la loro forma e si sono appiattite, il sistema per farle tornare come nuove è di metterle in ammollo in una ciotola di acqua calda, in cui avrete fatto sciogliere un cucchiaio di sale fino e il succo di mezzo limone. Questo trattamento di bellezza le pulisce e le fa tornare in forma, purtroppo non le disinfetta, ma le lascia pulite e rinnovate.

NELLA LAVAPIATTI PER LAVARLE

Se volete potete inserire all’interno della lavapiatti le spugne quando le attivate per il lavaggio. Mi raccomando, attenzione all’asciugatura che deve essere completa, in modo che le spugne siano prive di batteri.

La spugna impregnata di unto:
 
E se la spugna è impregnata d’unto cosa possiamo fare? Per prima cosa strofinate bene la spugna con sapone di Marsiglia, poi spremetela bene sotto un getto di acqua bella calda. Ripetendo quest’operazione più volte la spugna si riprende, ma se è ancora un tantino unta o nera mettetela in ammollo in acqua bollente, succo di limone e sale (usate 1 limone per 500 ml d’acqua e 3 cucchiai di sale fino).

STRACCI ASCIUGAPIATTI E SALVIETTE VARIE:

Anche per questi è necessario un lavaggio costante,  e l’unico rimedio è lavarli spesso in lavatrice a 60° gradi.  Andrebbero cambiati massimo una volta a settimana e messi a lavare in lavatrice. Io li cambio ogni 3 giorni. Il consiglio è di averne molti per poter consentire una rotazione semplice e costante.

SPUGNA PER IL CORPO:
 
Eh già, anche lei è una spugna e come tale va disinfettata, lavata e sostituita una volta al mese.
Sapevate che la spugna che usate per lavarvi è un ricettacolo di germi e batteri? 
Prima di tutto scegliamo la spugna giusta, evitiamo quelle a rete, difficili da pulire, e quelle troppo abrasive per evitare irritazioni della cute. Anche se la soluzione casalinga fai da te è sempre la migliore e più facile da pulire, vi state chiedendo qual è? Un calzino. Di spugna, ovviamente. Chi lo utilizza assicura che produce molta schiuma e permette un massaggio confortevole sul corpo.
 
 Secondo il dottor J. Matthew Knight, dermatologo presso il Knight Dermatology Institute americano, le cellule morte della pelle rimangono imprigionate nella spugna dopo la doccia. Il fatto di tenerla dentro alla stanza da bagno, in un ambiente caldo e umido, incide a sviluppare ancora più muffe, batteri e sostanze non proprio ideali per l’igiene della persona. Una volta usata ricordate che va ben lavata e fatta asciugare all’aperto.
 

Laviamo i Peluche: 6 metodi rapidi e performanti

Il rimedio della nonna: per pulire la spugna dopo l’utilizzo immergetela in una bacinella di acqua bollente insieme al succo di un limone e un cucchiaio di sale fino. Dopo una notte in ammollo strizzate e fate asciugare senza risciacquare.
 
Acqua e aceto.
Prendete una tazza all’interno della quale mescolate accuratamente acqua e aceto.
Immergete la spugna in questa miscela, fino a quando non sarà completamente impregnata e lasciatela in ammollo per circa 10 minuti. Una volta trascorso il tempo necessario, spremetela senza rigirarla in modo da non danneggiarla. Infine, applicate un po’ di candeggina sulla spugna e sciacquatela bene, in questo modo avrete una spugna da bagno in perfetto stato.

Come sempre non abbiamo nominato la candeggina ed i rimedi chimici, perché crediamo fermamente che l’accortezza in più verso la natura e l’ambiente sia possibile, e questi rimedi economici e pratici dimostrano che possiamo fare a meno di prodotti chimici per questa missione. 
 
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FOTO: microbiologiaitalia.it