10 Film cult natalizi da guardare e riguardare

Quanto sono belle le tradizioni natalizie. Si mangia pesce il 24 a cena e carne il 25 a pranzo, i regali si possono scartare esclusivamente dopo lo scoccare della mezzanotte, si deve per forza giocare a tombola per fare contenti i bambini piccoli che a malapena sanno contare fino a venti. Vista la situazione attuale di emergenza alcune di queste tradizioni potrebbero subire delle modifiche. In particolare non potremo goderci il canonico cenone, se non con il nucleo familiare più stretto (a meno che, miracolosamente, non cambi qualcosa nei prossimi giorni).

Nessuno, però, può limitarci in uno dei passatempi più piacevoli di questo periodo: concedersi una scorpacciata di film natalizi, che puntualmente ogni anno vengono trasmessi in tv anche più di una volta.

Vediamo insieme quali sono quei  10 film cult che non ci stanchiamo mai di vedere e rivedere ogni volta e che per noi sono sinonimo del Natale stesso.

1.NIGHTMARE BEFORE CHRISTMAS (1993)

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Uno dei personaggi più famosi creati dalla fervida immaginazione di Tim Burton è Jack Skeletron, signore del paese di Halloween che va alla ricerca di risposte sull’essenza del Natale. Nella sua difficile missione sarà aiutato dalla sensuale bambola di pezza Sally. Usando qualsiasi mezzo, arrivando a rapire persino Babbo Natale, riuscirà il nostro eroe a spiegare la magia del Natale?

2.CANTO DI NATALE DI TOPOLINO (1983)

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Abbiamo scelto la versione Disney di un grande classico, Canto di Natale di Charles Dickens. Il racconto del 1843 dello scrittore britannico vanta numerose versioni cinematografiche, ultima in ordine di tempo  “A Christmas Carol” di Robert Zemeckis del 2009,con Jim Carrey nei quadrupli panni del signor Ebenezer Scrooge, dello Spirito del Natale passato, dello Spirito del Natale presente e dello Spirito del Natale futuro. La versione Disney è particolarmente indicata da mostrare ai bambini per insegnargli che c’è sempre tempo per redimersi ed essere gentili con gli altri.

3.MAMMA HO PERSO L’AEREO (1990)

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Macaulay Culkin diventa un idolo negli anni ’90 grazie al personaggio di Kevin in questa esilarante commedia per tutta la famiglia diretta da Chris Columbus. Ecco appunto, famiglia che dimentica il proprio figlio a casa durante le feste natalizie. Il nostro piccolo eroe se la vedrà con due ladri davvero maldestri, probabilmente l’intervento dei genitori sarà provvidenziale per salvare i due “poveri” furfanti dalle trappole di Kevin, piuttosto che il contrario.

4.MIRACOLO SULLA 34th STRADA (1994)

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Si tratta del remake di un film del 1947 vincitore di ben 3 Oscar. Un film piacevolmente smielato e pieno di buoni sentimenti nel quale una bimba disillusa torna a credere in Babbo Natale dopo un incontro molto molto speciale.

 

5.UNA POLTRONA PER DUE (1983)

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Un film diretto da John Landis che non può mancare nel menù dei film cult tipicamente natalizi. Dan Aykroyd e Eddie Murphy sono una coppia fantastica. L’intento del regista è quello di muovere una critica al perbenismo e al consumismo americano di quegli anni, attraverso delle situazioni esilaranti e dei personaggi stereotipati caratterizzati dall’attaccamento viscerale al denaro.

6. LOVE ACTUALLY-L’AMORE DAVVERO (2003)

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Una commedia romantica natalizia molto brillante diretta da Richard Curtis, nella quale si intrecciano le storie di innumerevoli personaggi interpretati da un cast stellare, Hugh Grant, Liam Neeson, Colin Firth e Keira Knightley, solo per citarne alcuni. Il filo conduttore di tutto il film è l’amore, amore di qualsiasi tipo. Colonna sonora straordinaria nella quale spicca la hit “Christmas is all around”.

7. POLAR EXPRESS (2004)

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Dietro la macchina da presa ancora Robert Zemeckis per un film da molti ritenuto un capolavoro. Completamente girato con la tecnica del motion capture che digitalizza le movenze e le espressioni di attori in carne ed ossa e le inserisce in paesaggi creati al computer. Il protagonista è l’attore americano Tom Hanks. Attraverso un viaggio incredibile con il Polar Express nel “Luna Park del Natale”, un bambino che “sta diventando grande” riscopre la magia del Natale.

8.LA STORIA INFINITA (1984)

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Film fantastico ricco di personaggi memorabili, dal Fortunadrago Falcor al coraggioso guerriero bambino Atreyu in groppa al suo fidato cavallo Artax. Chi non ha sognato nella propria infanzia di vivere le incredibili avventure di Bastian e dei suoi amici di Fantasia? Dopo aver visto questo film probabilmente vi verrà una voglia incredibile di aprire un libro ed iniziare a leggere. La regia è firmata da Wolfgang Petersen.

9. SERENDIPITY – QUANDO L’AMORE è MAGIA (2001)

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Tra i film più romantici della storia del cinema, la pellicola diretta da Peter Chelsom con Kate Beckinsale e John Cusack, tratta in maniera sublime il tema del “fortunato incidente” e dell’anima gemella.  Mai come in questo caso, chiunque inizi a vedere questo film, è in trepidante attesa del lieto fine.

10. WILLY WONKA E LA FABBRICA DI CIOCCOLATO (2005)

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Remake del celebre film del 1971 di Roald Dahl, ad opera del genio Tim Burton, con un Johnny Depp in forma smagliante, nel ruolo di Willy Wonka. Il giovanissimo Charlie trova il famigerato biglietto d’oro in una tavoletta di cioccolata e vince la possibilità, insieme ad altri fortunati bambini, di visitare la fabbrica di cioccolato dell’eccentrico proprietario Willy Wonka. Un viaggio nel classico stile burtoniano, ma con una maggiore quantità di colori, di comicità e di citazioni.

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La vera star del Natale: L’abete vivo

Il Natale si avvicina e con esso il momento di riempire casa di addobbi, ma soprattutto di scegliere il nuovo albero che illuminerà e arrederà la vostra casa

Se per quest’anno la vostra scelta ricadrà su un “Vero Abete”, prima di acquistarlo vediamo insieme come comportarci durante il periodo delle festività e come prendersene cura una volta passata anche l’Epifania.

Durante il periodo di Natale: E’ opportuno non posizionare l’albero nelle vicinanze di fonti di calore eccessive come i camini, le stufe e i termosifoni. Dopotutto stiamo parlando di abeti, alberi abituati a basse temperature. In ogni caso è buona norma tenere l’albero esposto a fonti dirette di luce e nella zona più fresca della casa. Essendo per l’albero una “tortura” vivere in casa per un certo periodo, si consiglia di comprarlo in prossimità delle festività e di tenerlo addobbato solamente durante i giorni di festa, in modo da limitare il più possibile i danni.

Gli alberi sono essenziali per la nostra salute, se si considera che grazie agli alberi nelle aree verdi d’Italia, vengono assorbite 12 milioni di tonnellate di CO2. Gli alberi valgono oro per chi vive in città, contribuiscono ad eliminare parte dell’inquinamento provocato dai tubi di scarico di automobili e abitazioni.

Una ricerca internazionale ha infatti dimostrato che gli alberi in città hanno un valore pari a 1,2 milioni di dollari per chilometro quadrato. (Per sapere quanta anidride carbonica, per esempio, viene assorbita da ciascun tipo di alberi, lo smog catturato, l’ombra creata in alternativa all’aria condizionata. E perfino i vantaggi economici, puoi scaricare l’App I-Tree).

LE TRADIZIONI NATALIZIE PIU’ DIFFUSE DAI TEMPI ANTICHI AD OGGI

E quando il Natale finisce?

Tenere l’abete in vaso per l’anno successivo: L’abete è una bella pianta da giardino, soprattutto per ambienti di collina e montagna. In pianura e in terrazzo è consigliabile tenerlo in un grande vaso. Se al momento dell’acquisto non avete provveduto a rinvasarlo, sarà necessario farlo dopo le feste e collocarlo all’aperto, al sole o in mezz’ombra (in ombra perde gli aghi) e al riparo dal vento asciutto. Il terriccio va tenuto sempre appena umido, concimando ogni 20 giorni circa. Attenzione in particolare ai venti, poiché se esposto a venti troppo forti gli aghi possono cadere.

Se compriamo un albero di piccole dimensioni abbiamo più possibilità di mantenerlo in vita. In media il nostro albero di Natale in vaso dura circa 3 anni. In ogni caso, prima o poi, l’albero deve essere piantato direttamente nel terreno.

Trapiantare l’albero in giardino: Nel caso decidessimo di trapiantarlo direttamente nel terreno, le regole da seguire sono quasi le stesse. Ovviamente in questo caso l’albero non si adeguerà più alle dimensioni del vaso e quindi la sua crescita sarà esponenziale. Per questo motivo bisogna valutare bene dove piantarlo, perché in seguito occuperà molto spazio andando ad ombreggiare una vasta zona (per vedere le leggi in vigore per piantare gli alberi clicca qui http://www.conalpa.it/come-evitare-labbattimento-degli-alberi-leggi-e-regolamenti/ ).

La manutenzione di questo abete sarà più accurata soprattutto durante i mesi estivi, dove necessiterà del giusto apporto idrico. Si consiglia di far scorrere l’acqua alla base del tronco, in modo che la terra assorba l’acqua in profondità. Quando le temperature sono alte e le estati particolarmente calde, è meglio spruzzare sulla chioma un po’ di acqua in modo da far seccare il meno possibile i rami. Ovviamente decidere di conservare l’albero di Natale vero è una scelta che va fatta in base alle proprie possibilità, essendo consapevoli che in ogni caso l’albero ha bisogno di manutenzione.

Portare l’Albero nei punti di raccolta in città: In alcune città italiane dopo le festività natalizie viene organizzata una raccolta straordinaria dei rifiuti ingombranti, che comprendono gli alberi di Natale. A Roma l’Ama si occupa di questo servizio di solito dopo l’Epifania. Vi consigliamo di consultare il sito Web del vostro Comune di appartenenza in modo da essere aggiornati sull’organizzazione di simili iniziative nel luogo in cui abitate. Per conoscere le iniziative nella tua città:https://www.nonsprecare.it/associazioni-per-piantare-alberi-iniziative?refresh_cens o  www.alberiperilfuturo.it

Portare l’Albero al Vivaio: Se avete acquistato il vostro abete in un vivaio, informatevi in merito alla possibilità di riconsegnarlo in loco.

Questi i piccoli consigli per gestire al meglio il vostro Abete, ricordando che, come disse Charles N. Barnard “L’albero di Natale perfetto? Tutti gli alberi di Natale sono perfetti!”,quindi che sia un abete vivo o meno, sarà sicuramente simbolo di gioia in casa, perché per fare un albero di Natale ci vogliono tre cose: gli ornamenti, l’albero e la fede nel futuro.

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Ek.

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Come posizionare i tappeti in casa

Un bel tappeto può diventare un punto di forza in una casa. Serve a completare ogni suo ambiente , ad arricchirlo e a donargli un tocco personale

“Mia madre dice sempre che per arredare una casa bastano due cose: Tende e Tappeti”.

E si sa, la mamma ha sempre ragione. Si perché un bel tappeto può diventare un punto di forza in una casa. Serve a completare ogni suo ambiente, sempre se in armonia con quello che lo circonda, con il pavimento, con il colore delle pareti e con i mobili. I tappeti arricchiscono, completano, danno colore e carattere, aiutano a definire gli spazi e a conferire un’atmosfera personale all’ambiente. Ma no, il loro scopo non è quello di coprire un brutto pavimento o qualche difetto. E ora vediamo il modo più corretto di posizionarli.

GRANDEZZA

Prima di pensare al colore, al disegno o all’altezza del pelo, dovreste essere sicuri di quanto grande dovrà essere il tappeto. Pertanto, ci si occupa innanzitutto della dimensione della stanza. Per stanze piccole, dovreste scegliere un tappeto corrispondentemente piccolo, per le stanze grandi un tappeto corrispondentemente grande, una regola iniziale abbastanza semplice. Per giocare sul sicuro, è preferibile comprare un tappeto un po’ più grande piuttosto che piccolo.

Se non si seguono tali regole, l’atmosfera di una stanza può apparire rapidamente offuscata, perché i tappeti troppo grandi o troppo piccoli fanno apparire squilibrate le proporzioni della stanza. I tappeti troppo piccoli si perdono nella stanza, mentre i tappeti troppo grandi fanno sembrare la stanza più piccola.

COLORE

Innanzitutto, devi chiederti se il tappeto diventerà il fulcro della stanza o se si adatterà semplicemente al resto. Nel primo caso scegli colori in forte contrasto con quelli circostanti, nel secondo caso invece mantieni gli stessi toni e la stessa scala cromatica dell’intero ambiente. Se vuoi uno spazio stimolante opta per colori caldi (rosso, giallo, crema), se invece vuoi creare un’atmosfera rilassante scegli quelli freddi (grigio, verde, blu). Il tappeto aiuta a dare una sensazione di ambiente caldo o freddo quindi scegli con cura i colori e le texture. Per una casa moderna e minimalista meglio un tappeto monocromo, in alternativa colori e disegni possono conferire eleganza, raffinatezza e classe (tappeti persiani) o allegria per un ambiente pop e divertente.

Toni scuri – Meglio un tappeto scuro per spazi di passaggio e poco funzionali come ingresso e corridoio, un tappeto molto scuro è meglio se inserito in un ambiente spazioso e illuminato.

Toni chiari –  i colori chiari sono adatti alla camera da letto (da evitare in cucina e bagno per ovvie ragioni). Il colore chiaro può essere utile per una stanza piccola perché le darà maggiore ariosità e luminosità.

Va da sé che se la stanza a cui state pensando presenta arredi e accessori in tinta unita, potete scegliere un tappeto dai colori accesi e in fantasia. Al contrario se la camera è già piena di stampe e colori, meglio andare sul semplice e sul monocromatico.

SOGGIORNO

Nel soggiorno, il divano è il punto di riferimento per determinare la misura perfetta del tappeto. Una regola non scritta dice: La lunghezza del divano, più circa 30 cm a sinistra e a destra, dà la lunghezza del suo tappeto.

Se desiderassi posizionare un tappeto nel tuo soggiorno, dovrebbe prima sistemare i mobili come se già ci fosse il tappeto.

Small Room (15-20 mq) – Classicamente, in una piccola stanza, un tappeto rettangolare è posizionato proprio di fronte al divano. Il tappeto deve essere largo almeno quanto il divano, ma non più di 10 cm su ciascun lato. Il divano non dovrebbe stare sul tappeto, in quanto il tappeto di solito dovrebbe essere già abbastanza piccolo a causa delle dimensioni della camera limitata. Sgabelli, tavolini o simili possono quindi essere posizionati sul tappeto.

Camera di medie dimensioni (circa 30 mq) – In una stanza di medie dimensioni spesso troverete diverse opzioni di posti a sedere. Nel nostro esempio, un divano per due e due poltrone. Anche in questo caso, il tappeto viene posizionato di fronte al divano, ma può sporgere da 20 a 30 cm su ciascun lato del divano. Al centro trova posto il tavolino. Le poltrone sono leggermente inclinate, di fronte al divano agli angoli del tappeto. Divano e poltrona possono essere disposti solo con i piedi anteriori sul tappeto. In entrambi i casi, i posti a sedere in combinazione con il tappeto creano un’immagine armoniosa.

Camera ampia (oltre 40 mq) – Per una stanza grande in cui ci sono gli stessi mobili della nostra stanza di medie dimensioni, il tappeto dovrebbe essere acquistato molto più grande. Può sporgere di almeno un metro su entrambi i lati del divano e di almeno 50 cm. dietro i posti a sedere. I mobili vengono posizionati secondo il principio dell’isola, tutti sul tappeto, in modo che ciascun mobile possa avere sul tappeto spazio sufficiente. Altri mobili, come cassettiere o scaffali, non vengono posizionati sul tappeto.

Camera stretta e lunga – Se lo spazio è lungo e stretto non fare lo sbaglio di scegliere un tappeto tipo passatoia (non è un tappeto da soggiorno), ma meglio sceglierne uno quadrato. Lascia almeno 40 cm tra i margini del tappeto e le pareti della stanza, posizionalo con il lato lungo parallelo al divano. Esso deve essere lungo almeno quanto il divano stesso, lasciando circa 20 cm ai suoi lati.

Divano ad angolo – Utilizzare gli stessi principi per un divano ad angolo, ma con un tappeto quadrato e non rettangolare.

Tappeti rotondi – I tappeti rotondi nel soggiorno devono essere usati con cura. Si prestano sotto un tavolino rotondo o sotto un angolo del divano.

SALA DA PRANZO

Il tappeto in questo caso deve essere abbastanza grande da coprire tutta la superficie del tavolo, comprese le sedie (anche quando vengono spostate per accomodarsi). Scegli un tappeto almeno 60 cm più largo del tavolo, meglio se della stessa forma. Un bel tappeto rotondo sotto a un tavolo rotondo darà un effetto più armonico all’intera stanza. Il tappeto deve sempre essere centrato rispetto al tavolo. Quindi se il tuo tavolo è a 6 posti, un tappeto 120×230 o 200×290 fa al caso tuo.

Scegli una superficie che sia lavabile e in grado di resistere alle sfregature frequenti di tavolo e sedie. Vi sono tappeti a pelo corto, come i sisal, che permettono di far scivolare agevolmente le sedute. Attenzione a non posizionare sul tappeto solo due anziché i quattro piedi della sedia. Questo non solo sembra disarmonico, ma è anche poco pratico quando si spostano le sedie e vengono eseguite azzardate manovre di inclinazione.

È importante fare attenzione non solo alle dimensioni del tavolo da pranzo, ma anche alle sedie e soprattutto al loro uso. Pertanto, il tappeto dovrebbe essere di almeno 70 cm più largo del tavolo da pranzo. Se ci fossero anche le sedie a capotavola, il tappeto dovrebbe anche essere più lungo di 70 cm.

La forma del tappeto dipende anche dalla forma del tavolo. Tavolo da pranzo rotondo = tappeto rotondo, tavolo rettangolare = tappeto rettangolare, facile no? Non dimenticare, se hai un tavolo estraibile calcola la dimensione del tavolo nella sua interezza.

CUCINA

In cucina il tappeto svolge principalmente una funzione pratica, protegge il pavimento dall’acqua, dall’olio e dai prodotti per la preparazione del cibo. Il formato migliore, in questo caso, è quello rettangolare, meglio se di grandi dimensioni, lungo e stretto. Da evitare i classici tappetini da cucina posizionati fronte lavello, dall’aspetto poco moderno ed elegante. In commercio ne trovi anche anticaduta e antimacchia, adatti proprio per l’ambiente cucina.

CAMERA DA LETTO

Il motivo per cui un tappeto è utile in camera da letto diventa evidente solo in una fredda mattina d’inverno, quando si poggiano i piedi su un soffice tappeto piuttosto che su un pavimento duro e freddo. Solo allora ci si rende conto che non si può fare a meno di un tappeto, soprattutto perché influisce enormemente sull’intimità della stanza.

Come posizionare il tappeto in camera da letto è abbastanza semplice, perché le tre opzioni più comuni sono tutte orientate al letto. Particolarmente consigliato è l’uso dei tappeti in tale stanza, se si desidera distinguere visivamente la zona notte dal resto della casa.

Area ampia – La tendenza è sempre più quella di un bel tappeto grande da posizionare sotto il letto e anche sotto i comodini, che esca almeno 50 cm da tutti e tre i lati. Per non apparire come schiacciato, i bordi del tappeto dovrebbero distare nella parte posteriore almeno 30 cm dai comodini.

In parte – Un tappeto è posizionato solo parzialmente sotto il letto, per essere precisi sotto l’ultimo terzo del capezzale. Quindi questo è otticamente esteso e allo stesso tempo la stanza è isolata dal rumore e dal freddo. Se le dimensioni lo permettono, scegli un tappeto che copra tutta l’estensione del letto, esclusi i comodini, e che fuoriesca almeno di 50 cm dai piedi del letto stesso.

Come attirare l’attenzione – Se vuoi migliorare la tua camera da letto con discrezione, puoi anche posizionare un tappeto piccolo per attirare l’attenzione. Di fronte a un letto posto sul lato del muro, un tappeto rettangolare si adatta perfettamente o si posiziona un tappeto rotondo diagonalmente accanto al letto.

CORRIDOIO

Se pensi all’entrata di casa, sicuramente il tappeto è uno dei primi elementi su cui si posano i tuoi occhi e quelli dei tuoi ospiti. La funzione di questo complemento in un ingresso è puramente estetica e di arredo, quindi spesso se ne può fare a meno. La cosa più semplice è probabilmente la scelta delle dimensioni del tappeto per il corridoio. Da un lato, il tappeto dovrebbe essere a circa 15-20 cm dal muro. D’altro lato è importante che le porte possano essere aperte facilmente, soprattutto con un tappeto a pelo alto.

CAMERA DEI BAMBINI

I bambini, si sa, trascorrono un sacco di tempo per terra a giocare. Un tappeto, anche abbastanza grande, consentirà loro di attenuare le cadute nel periodo dei primi passi e di farli divertire comodamente e al caldo pur stando sul pavimento. Utile anche sul parquet perché lo proteggerà dai graffi. Funzionali anche i tappeti gioco che raffigurano parchi o strade dove poter giocare con macchinine, palline o pupazzi, oppure quelli musicali con cui i più piccoli possano interagire. Scegli un tappeto facilmente lavabile in lavatrice, sarà molto più pratico e igienico.

BAGNO

Anche nella stanza da bagno, come in cucina, il tappeto è soprattutto funzionale oltre che ornamentale. La posizione corretta è davanti a una doccia o a una vasca perché aiuta a non scivolare. Si può posizionare anche ai piedi del lavabo dove è facile che acqua e prodotti di bellezza cadano a terra. Puoi pensare a un grande tappeto se il tuo bagno è spazioso e luminoso o a più tappeti piccoli combinati se l’ambiente è piccolo o con una disposizione complicata. I tappeti grandi rappresentano una soluzione più moderna e sofisticata. Scegline uno che sia coordinato a piastrelle e pavimento e che sia abbinato agli asciugamani, se possibile.

CONCLUSIONE

Finiamo dicendo che se in casa sono presenti persone allergiche a polvere ed acari, l’uso di tappeti in linea di massima sarebbe sconsigliato. Ma se proprio non si vuole rinunciare a questo prezioso dettaglio, è bene allora scegliere tappeti a tessitura piatta che possano essere puliti ogni giorno con l’aspirapolvere. Per una pulizia ordinaria e rapida del tappeto, si consiglia di spargere del bicarbonato sulla superficie, lasciare agire per almeno 30 minuti e poi spazzolare il tutto con forza.

FOTO: Zingarate.com; Benuta.it; Diotti.com

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La Regina degli Scacchi, l’unico supereroe che riesce a salvare se stesso

The Queen’s Gambit vi ipnotizza e vi spinge con forza su un’ascensore che sale dall’Inferno all’Olimpo in 24 mosse

Ci avviciniamo sempre di più al periodo natalizio. Non sono le luci o le decorazioni per le strade ad annunciarci l’arrivo imminente di Babbo Natale, ma la valanga di film e serie tv a sfondo natalizio che impazzano su Netflix e Amazon Prime. A tal proposito mi permetto di consigliarvi Dash e Lily, una miniserie da 8 episodi dal romanticismo sconfinato che non trascende, però, nello smielato.

Una visione rassicurante

Dopo questa breve digressione passiamo però al tema dell’articolo di oggi. Se desiderate una serie tv da domenica pomeriggio sotto le coperte di pile Ikea, ho quello che fa per voi: The Queen’s Gambit, ovvero La regina degli scacchi. Probabilmente in molti non saranno d’accordo con me nel definirla una serie da sonnecchiosi pomeriggi invernali, ma io ci ho trovato un non so che di rassicurante. Ma andiamo con ordine.

La regina di scacchi è una miniserie tratta dal romanzo omonimo di Walter Tevis del 1983. Al centro della vicenda, raccontata in 7 episodi da circa un’ora, figura una prodigiosa giocatrice di scacchi. “Che barba eh, vista così!”.

Beth Harmon come Spiderman e Batman

Amate i telefilm di super eroi? A mio avviso The Queen’s Gambit fa per voi. Cosa ci gasa maggiormente dei vari Spider-Man, Batman e compagnia cantante? Il loro passare da un’infanzia tremenda ad un’età adulta caratterizzata dalle loro straordinarie doti. E’ proprio la rivalsa della protagonista Beth Harmon (una magnetica Anya Taylor-Joy), che passa da orfana stramboide a Gran Maestro degli scacchi osannata in tutto il mondo. Nessun cavallo l’ha morsa. Semplicemente la ragazzina dai capelli rossi ha una mente formidabile, aggressiva, impulsiva. Probabilmente ereditata dalla madre, brillante matematica caduta in disgrazia.

Beth rimane orfana a 8 anni perché la madre decide di mollare. Questa bimba dal volto arcigno viene trasferita in un’orfanotrofio dalle regole rigide che la Nostra trasgredisce in maniera sfacciata, ma elegante. Il colpo di fulmine per la scacchiera scoperta nel seminterrato dell’istituto, davanti alla quale siede il suo mentore Mr Schaibel (Bill Camp), dona la propulsione che serve alla serie per attrarre lo spettatore. Anche perché le doti straordinarie di Beth appaiono fin da subito evidenti. Ci si chiede: “fin dove può arrivare una mente del genere?”.

Ma soprattutto, senza l’autodistruzione che caratterizza il personaggio per gran parte del racconto, sarebbe arrivata a scacco ugualmente? Le scene spruzzate di onirismo lynchiano evocano un universo mentale intricato della protagonista, ma profondamente affascinante e accattivante.

Un’eroina solitaria?

Beth combatte innumerevoli battaglie non solo contro gli avversari che di volta in volta gli si piazzano davanti, con la spavalderia dell’essere uomini, ma anche contro i propri demoni interiori. Sessantaquattro come le caselle della scacchiera? Forse anche di più. Una delle prima considerazioni che ci verrebbe da fare è “ma come può affrontare tutto questa da sola?”. All’inizio la Nostra non mostra grandi segni di debolezza, come se l’ammirazione altrui le bastasse per tenere duro.

Uno degli aspetti che mi hanno esaltato di più è proprio è stato il crescendo dell’intensità dei rapporti interpersonali. Apparentemente anaffettiva, Beth strega le persone che incontra non solo per l’incanto delle sue gesta, ma anche perché non è mai ingiusta con chi gli si para davanti. E’ leale con amici e nemici, è perfetta per gli altri, imperfetta per se stessa. L’aspetto interessante e galvanizzante della serie, è il modo in cui arriva la redenzione per la protagonista. Non grazie alla vittoria più importante per lei, ma alla modalità con cui tale trionfo arriva.

Non tollera di non poter vincere sempre, la sconfitta con Vasily Borgov la sconvolge emotivamente, ma le dà anche la motivazione per inseguire nuovi obiettivi. Se avesse vinto subito tutti i tornei più prestigiosi avrebbe comunque continuato a giocare a scacchi con la medesima passione?

Il Gambetto di donna

E’ fra le aperture più popolari del mondo degli scacchi, nonché la traduzione letterale del titolo originale The Queen’s Gambit. Una mossa molto aggressiva che affida alla regina grandi responsabilità. Così come Beth Harmon è impaziente di vincere le proprie partite, così il pezzo pregiato della scacchiera si avventura in attacchi micidiali per umiliare il nemico (tutti gli altri pezzi sono per lo più maschili, a parte le torri).

La morale

Il gioco degli scacchi non è solo l’occasione per la protagonista per riscattarsi da un’infanzia nefasta, ma anche il mezzo per creare legami interpersonali molto profondi. Fin dall’inizio, non si ha mai la sensazione che Beth giochi contro Mr Schaibel, ma nella stessa squadra, con l’obiettivo comune di farla diventare la migliore giocatrice del mondo. Grazie alla scacchiera la Nostra si connette con il mondo, con la bella vita, ma instaura anche legami autentici con altri personaggi e, soprattutto, con quelli che sono dei potenziali temibili avversari.

Anche nella vita reale, di questi tempi, quanti videogiochi sono rimasti che non siano multiplayer? Il gioco è sempre, anche nei tempi moderni, un modo per creare relazioni. Certo uscire di casa ogni tanto a fare movimento con il proprio corpo e non soltanto con quello dei propri alter ego virtuali potrebbe essere una buona idea. Chissà che il vostro compagno di battaglie non si faccia trovare sul prato per una bella partita di pallone.

La protagonista

Beth Harmon è l’unica protagonista della serie. La sola che venga caratterizzata nei minimi dettagli, gli altri sono satelliti che brillano soprattutto di luce riflessa. Non fraintendetemi, ci sono personaggi interessanti, ma la rossa magnetica è talmente totalizzante da scaraventare tutti gli altri a km di distanza dal suo alone mistico. La Nostra subisce un’evoluzione clamorosa in quello che si rivela come un percorso di formazione che la porta in breve tempo da giovane orfana con prospettive di vita felice zero, fino al supereroe che guarda tutti dall’alto in basso. Supereroe in grado di salvare se stesso (per ora), quanti altri personaggi dei fumetti che conoscete ci sono riusciti?

Ci sarà una seconda stagione?

Non ci sono molti indizi che lascino presagire l’arrivo di una seconda serie, dato che al termine delle sette puntate la vicenda si conclude in maniera perfetta. Possiamo, tuttavia, riscontrare alcune questioni che potrebbero aprire ad un eventuale seguito. Come si evolverà il suo rapporto con la federazione di scacchi, intenzionata a sfruttare la sua popolarità? Beth è finalmente uscita dal tunnel dell’alcolismo e dell’abuso di sostanze stupefacenti? Ora che è Gran Maestro di scacchi, si apriranno per lei nuove e avvincenti sfide?

FOTO: Justnerd.it; serial.everyeye.it.

Marco Fabio Ceccatelli

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I 10 film cult che non puoi non guardare a Natale >>>SCOPRI QUALI SONO

Come affrontare il rientro dalle vacanze: 6 consigli per combattere l’ansia

E’ sempre traumatico ritornare alla stressante vita di tutti i giorni, soprattutto dopo una lunga vacanza: ecco come evitare un rientro shock

Meno 7, meno 6, meno 5, il conto alla rovescia per la fine di agosto è uno dei passatempi preferiti per chi pensa che l’estate passi sempre troppo in fretta. Con la tensione ed il panico che ci tormenta, ricordandoci che a stretto giro di posta si dovrà tornare al solito tran tran quotidiano.

Come dite? Vi sentite carichissimi per tornare a lavoro e conquistare l’azienda nella quale siete l’ultima ruota del carro? Bravi, l’entusiasmo è importante, ma il sentirsi particolarmente motivati PRIMA di tornare a trottare è uno stato d’animo piuttosto comune. Il problema è che l’illusione dura poco, in meno di una settimana vi ritroverete a sognare la spiaggia, i sentieri di montagna, lo snorkeling esotico e l’open bar del villaggio in cui avete soggiornato pochi giorni addietro.

LA SINDROME DA RIENTRO

Come detto in precedenza, la maggior parte delle persone ritorna in ufficio con un’energia invidiabile, ci si sente più leggeri grazie allo stress scaricato in vacanza. Bastano pochi giorni per piombare nella classica sindrome da rientro, si fa sempre più fatica a ritrovare il ritmo vita-lavoro, si dorme male e l’umore, inevitabilmente, ne risente.

Come si fa per rendere meno traumatico il ritorno all'”odiata” normalità? Un primo trucco è quello di prendersi un numero maggiore di pause, magari allungandole. Questo non vuol dire tralasciare i mille impegni e le varie commissioni da eseguire, ma soltanto staccare la spina un po’ più spesso anche durante i periodi lavorativi di fuoco. Può sembrare un’impresa titanica, ma è il modo migliore per affrontare lo stress quotidiano fino alle ferie successive. Spazio ai weekend in totale relax, magari in località vacanziere, dove il cellulare nemmeno prende.

6 CONSIGLI PER COMBATTERE L’ANSIA DEL RIENTRO

  1. IL SONNO – Mettetevi bene in testa che dormire è la panacea di tutti i mali, o quasi. Evitate di passare in maniera repentina dalle 9-10 ore di sonno estive alle 5 striminzite del periodo invernale. Largo alle famigerate camomille e ai bagni caldi per conciliare le ninne.
  2. LE PAUSE – Non aspettate la pausa pranzo per concedervi degli stop nella giornata lavorativa, staccare ogni tanto fa bene anche alla concentrazione. Tornate gradualmente alle vecchie abitudini.
  3. ATTIVITA’ FISICA Se avete continuato a fare sport durante le vacanze, la vostra missione sarà più semplice. Non aspettate di arrivare a gennaio per riprendere ad andare in palestra, rimanere allenati vi aiuta ad essere meno stanchi durante la giornata in ufficio.
  4. SFRUTTATE I WEEKEND – Settembre offre ancora delle bellissime giornate da passare al mare o in montagna, sfruttate i fine settimana per ricaricare le batterie: in questo modo i lunedì saranno meno terribili del previsto.
  5. NON PIGIATE SULL’ACCELERATORE – Va benissimo l’entusiasmo, ma il rientro a lavoro non è il momento per esaurire tutte le vostre energie alla ricerca del raggiungimento dell’obiettivo annuale. Gestite le vostre forze fisiche e mentali. Ricordate il vecchio adagio “chi va piano va sano e va lontano”?
  6. NIENTE LAVORO A LETTO – Sarebbe fantastico se riusciste a non far entrare pc, tablet e cellulari in camera da letto, soprattutto se utilizzati per controllare le mail di lavoro e per avvantaggiarvi qualche pratica del giorno successivo. Il sonno ne gioverà e anche la vostra produttività.

E’ un qualcosa che ho imparato soprattutto nel periodo dell’università. All’inizio cercavo di non fermarmi mai, anche quando ero distrutto preferivo continuare a studiare pur non assimilando nessun concetto, piuttosto che fermarmi, svagarmi e ripartire. Quando ho capito che la strategia giusta era un’altra e cioè puntare più sulla qualità del tempo che sulla quantità, i risultati sono stati nettamente migliori. Per quanto possiate lavorare tante ore in più grazie alla mancanza di pause, gli obiettivi saranno decisamente inferiori rispetto a quelli che otterrete dedicando le ore giuste al massimo dell’efficienza.

FOTO: uominiedonnecomunicazione.com

MFC

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Quali sono i cibi migliori per abbronzarsi?

L’estate promette nuovi incontri. nuovi amori, nuovi luoghi da visitare, ma soprattutto un nuovo colore della pelle

E’ forse la novità più ambita, quella che si cerca di acquisire per metterla in mostra quasi tutto l’anno e non solo durante i mesi caldi, stiamo parlando della tanto agognata abbronzatura.

Ma possiamo in qualche modo aiutare il sole a renderci dei carboncini ancora più scuri, proteggendoci allo stesso tempo dai danni dei raggi UV?

L’alimentazione ci viene in aiuto, grazie soprattutto a quei cibi che contengono beta-carotene.

Cosa sono i raggi UV e che effetti hanno sul nostro organismo

Si tratta dei cosiddetti raggi ultravioletti, responsabili della nostra abbronzatura, ma non solo.

I raggi UV possono essere di tre tipi a seconda della loro lunghezza d’onda:

  1. RAGGI UVA. Costituiscono oltre il 95% dei raggi ultravioletti che arrivano sulla superficie terrestre. Ci permettono di raggiungere l’abbronzatura in breve tempo. Provocano sia l’invecchiamento della pelle che la formazione delle rughe, in quanto portano al rilascio di radicali liberi nel nostro organismo.
  2. RAGGI UVB. Ci abbronzano in maniera più lenta di quelli UVA. Sono estremamente pericolosi, ma per fortuna vengono assorbiti quasi interamente dalla nostra atmosfera. Possono provocare scottature, invecchiamento cutaneo e nei casi più gravi tumori della pelle. Inoltre sono dannosi per la cornea dell’occhio.
  3. RAGGI UVC. Fortunatamente non raggiungono la superficie terrestre grazie alla protezione dell’atmosfera.

La classifica dei cibi migliori per abbronzarsi

Abbiamo visto come i raggi solari possano essere un’arma a doppio taglio. Fondamentali per attivare alcuni processi benefici all’interno del nostro corpo (es: aiutano a formare ossa solide e forti), ma allo stesso tempo un’esposizione eccessiva può portare a conseguenze estremamente pericolose.

COME PROTEGGERSI

Non bastano più soltanto le classiche creme protettive, l’alimentazione gioca un ruolo fondamentale per fornirci vitamine e sali minerali necessari per un’abbronzatura bella e sana.

Eccovi una classifica dei migliori cibi “salva abbronzatura”:

1.Carote

The winner is the carrots! Scontato vero? Le carote sono in assoluto il cibo con il maggior quantitativo di beta-carotene e di vitamina A che portano alla produzione di melanina, un pigmento naturale artefice della nostra tintarella più scura.

Come snack salutare sulla spiaggia vi consigliamo di rosicchiare delle deliziose carote, non saranno come un gelato al cioccolato, ma vi renderanno dello stesso colore.

2.Radicchi

Non ve l’aspettavate eh! Scommetto che avreste puntato dritti al melone o ai pomodori e invece…

Posso comprendere qualche perplessità da parte vostra, dato che si tratta di un ortaggio autunnale, ma ormai è possibile trovarlo tutto l’anno nei supermercati. Contiene la metà del beta-carotene rispetto alle regine carote, ma immaginatevi una bella insalata ricca di entrambi questi alimenti quanto potrebbe giocare al vostro colorito!

3.Albicocche

Invece della classica banana a colazione, aggiungete al vostro cappuccino con fette biscottate e marmellata un paio di albicocche, prima di scendere in spiaggia. Nessuno vi vieta di mangiarne anche di più o di portarvene altre per degli spuntini più che sani. Ricordate di conservarle all’ombra o comunque in una borsa frigo se vi trovate al mare nelle ore più calde. Le albicocche tendono a rovinarsi velocemente con temperature elevate.

4.Meloni gialli

Ecco a voi un altro grande classico, il melone giallo, ricco di betacarotene e perfetto sia da solo che in macedonie “super-abbronzanti” insieme ad albicocche e frutti rossi.

5.Pomodori

I pomodori meriterebbero anche qualche gradino superiore in classifica. Il licopene in essi contenuto contribuisce all’abbronzatura e protegge la pelle dall’invecchiamento, essendo un ottimo antiossidante. Insalata ricca con radicchio, carote e pomodori? Il top del top!

6.Ciliegie

Abbiamo accennato sopra ai frutti rossi come alleati formidabili per la vostra abbronzatura. I migliori in assoluto in questo campo sono le ciliegie, le più ricche di beta-carotene. Non sono da disdegnare neppure le fragole ed i lamponi, magari in appetitose e colorate macedonie. Ma le ciliegie sono le ciliegie e poi una tira l’altra!

Regole generali

Immagino che abbiate capito che l’esposizione al sole, soprattutto durante le ore più calde, può portarvi a diventare meno attraenti e non viceversa.

Se proprio non volete rinunciare al “sole più cattivo che ci sia” allora premuratevi di consumare tanta frutta e verdura, possibilmente di stagione, che non solo stimoli la produzione di melanina e di conseguenza la vostra abbronzatura, ma che vi protegga anche dall’azione nociva dei radicali liberi derivanti dai raggi UV.

Santa vitamina E!

Se la vitamina A contenuta negli alimenti sopra citati è responsabile della vostra invidiabile abbronzatura, la vitamina E vi aiuterà a riparare gli eventuali danni derivanti da un’eccessiva esposizione al sole.

Largo quindi ad olio extra vergine d’oliva, tuorlo d’uovo, frutta secca e avocado che sono una mano santa contro gli eritemi e le irritazioni della pelle.

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L’illusione di essere competenti

Oggi vi racconterò una storia, che si potrebbe chiamare “RAPINA AL LIMONE – lo stupido che si credeva un genio del crimine

Un bel giorno del 1995, un uomo di mezza età, decise di rapinare due banche di Pittsburgh in piena luce del giorno. Non indossava una maschera o travestimenti di alcun genere, e sorrise pure alle telecamere di sorveglianza prima di uscire da entrambe le banche.

Più tardi, la polizia arrestò con facilità un esterrefatto McArthur Wheeler. Quando gli mostrarono i video di sorveglianza, Wheeler li fissò incredulo. “Ma mi ero messo il succo addosso”, bofonchiò.

A quanto pare, Wheeler era venuto a conoscenza, grazie ad un trucco di magia fatto da un suo amico, del fatto che il succo di limone veniva utilizzato come inchiostro invisibile, quindi, se non si fosse avvicinato a una fonte di calore, sarebbe rimasto invisibile. Si era convinto che strofinarsi del succo di limone sul viso l’avrebbe reso invisibile alle telecamere di sicurezza.

La polizia concluse che Wheeler non era né pazzo né sotto effetto di droghe, solo incredibilmente in errore.

Venticinque anni fa fu arrestato l”ignorante zero’

L’EFFETTO DUNNING-KRUGER CI SPIEGA PERCHÉ GLI IGNORANTI SONO CERTI DI AVERE SEMPRE RAGIONE

Questo bizzarro fenomeno catturò l’attenzione dello psicologo David Dunning della Cornell University, che incaricò il suo studente, Justin Kruger, di indagare su quanto stava succedendo.

Sento alcuni di voi dire il fenomeno non è così nuovo. Già Socrate – e siamo nel quinto secolo avanti Cristo –avverte che “è sapiente solo chi sa di non sapere, non chi s’illude di sapere e ignora così perfino la sua stessa ignoranza“, e il faraone Akhenaton (qui siamo nel quattordicesimo secolo avanti Cristo) afferma: “il folle è ostinato e non ha dubbi. Conosce tutto tranne la propria ignoranza“, e sì avete ragione, ma questi due di innovativo hanno STUDIATO E MISURATO in maniera sperimentale per la prima volta nella storia la propensione all’errore.

GLI STUDI

Così, Dunning e Kruger misero in atto alcuni brillanti esperimenti. Formularono a studenti di corsi di laurea triennale una serie di domande. Ad ogni volontario venne chiesto quale fosse il proprio livello di competenza e di stimare il livello di competenza degli altri studenti intorno a loro, in tre differenti aree:

Umorismo. Logica. Grammatica.

Nella seconda parte dell’esperimento i partecipanti vennero poi invitati a sostenere un test per misurare la loro effettiva abilità in questi tre ambiti.. Cosa interessante: gli studenti che avevano avuto il punteggio più basso nei test cognitivi erano anche quelli che avevano dato i pronostici più ottimistici, troppo ottimistici  (autoproclamandosi altamente competenti).

In uno studio di follow up, Dunning e Kruger lasciarono il proprio laboratorio per andare in un poligono, dove sottoposero quelli che sparavano per hobby a un test sulla sicurezza delle armi da fuoco. Similarmente alle loro precedenti rilevazioni, quelli che risposero correttamente a meno domande erano anche quelli che sovrastimavano in modo generoso la propria competenza relativa alle armi. Al di là della conoscenza reale, però, l’effetto di Dunning-Kruger può essere osservato nell’autovalutazione di una miriade di altre abilità personali.

Se si guarda qualsiasi talent show trasmesso oggi in TV, si noterà lo shock sui volti dei partecipanti che non superano le audizioni e vengono respinti dai giudici. E sebbene per noi sia uno spettacolo quasi comico, queste persone sono sinceramente ignare di quanto la loro illusoria superiorità le abbia ingannate.

“E se chi è stupido fosse troppo stupido per accorgersi di essere stupido?”

PERCENTUALI BIZZARRE

Per esempio, succede che quasi la metà (il 42 per cento) di un gruppo di ingegneri stimi di far parte del 5 per cento costituito dai più bravi. Oppure: “Ti consideri un guidatore nella media o sopra la media? L’88 per cento degli automobilisti americani ritiene di avere capacità di guida superiori alla media. Temo che il dato italiano potrebbe essere ancora più clamoroso”.

Curiosamente, anche le persone più intelligenti non riescono a valutare in maniera accurata le proprie capacità. Così come gli studenti che prendono regolarmente 18 e 19 agli esami sovrastimano le proprie capacità, gli studenti da 30 sottostimano le proprie. Nel loro studio più celebre, Dunning e Kruger rilevarono che gli studenti con le performance migliori, i cui punteggi nei test cognitivi stavano nel quartile più alto, sottostimavano la propria competenza relativa. Questi studenti erano convinti che se certi compiti per loro erano facili, dovevano esserlo anche per gli altri.

 La cosiddetta “Sindrome dell’Impostore” può essere considerata l’esatto opposto dell’effetto di Dunning-Kruger, e a causa sua le persone di successo non riescono a riconoscere il proprio talento e credono che le altre persone abbiano il loro stesso livello di competenza. La differenza è che le persone più competenti, una volta ricevuto un feedback appropriato, possono ricalibrare, ed effettivamente ricalibrano, la propria autovalutazione, mentre gli individui incompetenti spesso non ci riescono.

Tutto questo fa sì che l’effetto Dunning-Kruger sia, oltre che disarmante, difficilissimo da emendare. E ci sono due ulteriori complicazioni. In primo luogo, esperti e inesperti usano dialogare (e scontrarsi) su due diversi livelli. Gli esperti entrano nel merito, mentre gli inesperti, forti solo delle proprie certezze, tendono a mettere in discussione la credibilità e l’autorevolezza dei loro interlocutori, mettendoli con ciò in una posizione scomoda e sgradevole.

Lo possiamo vedere nei numerosi dibattiti in tv dove alla fine un medico contro show girl e opinionisti non riesce a far valere la sua tesi, seppur provata scientificamente, ed alla fine i telespettatori non credono più alla veridicità della scoperta. Peccato che così si danneggiano gli esperti e si avvantaggiano gli altri (almeno in termine di autostima, fino a quando non proveranno a rapinare una banca). Se vi interessa di quanti pregiudizi cognitivi siamo vittime CLICCATE QUI

COME NON CADERE NEL TRANELLO

Tutti noi purtroppo possiamo essere vittime di questo bias cognitivo e, come detto, Internet, nonostante i suoi meravigliosi vantaggi, ha aggravato questa piaga.

Capita così che sempre più persone pur non rientrando nella classica definizione di “idioti inconsapevoli” si comportino come:

·         “Mamme Pancine” che elargiscono dettagliati consigli medici ad altre neo-mamme.

·         Frequentatori di bar che dissertano di geo-politica internazionale.

·         Autoproclamati esperti di ingegneria civile che non hanno mai montato neanche un mobile Ikea.

·         No-vax con dottorato in virologia preso all’Università della Vita.

·         E naturalmente gli immancabili 60 milioni di Commissari Tecnici che spuntano fuori ogni volta che gioca la Nazionale Italiana.

Qui sta il segreto per non finire come lo stupido ladro di cui si parlava prima. A volte tentiamo imprese che terminano con risultati positivi, ma altre volte – come nel caso del succo di limone – il nostro approccio alle cose è imperfetto, irrazionale, o semplicemente sciocco. Il trucco è non farsi fregare da illusioni di superiorità e imparare a rivalutare accuratamente la nostra competenza. Dopo tutto, come avrebbe detto Confucio, la vera conoscenza sta nel conoscere il livello della propria ignoranza.

CONSIGLI PRATICI

1.       IMPARA A SCEGLIERE LE FONTI: Non limitarti a reagire come un burattino dopo aver letto di sfuggita un titolo. Controlla sempre la fonte di un post: a volte basta verificare il sito che ha condiviso la notizia. Ricorda, che che ne dicano complottisti & co. , la notizia con titolo acchiappa-like di l-hadettomiocugggino.altervista.com non avrà mai lo stesso valore di un report giornalistico del New York Times.

2.       LEGGI, LEGGI, LEGGI: Viviamo nell’Economia dell’Attenzione e le aziende del tech si contendono, anche sfruttando le nostre vulnerabilità psicologiche, ogni istante delle nostre giornate. Ogni singolo minuto di distrazione strappato ai propri utenti equivale per queste multinazionali a miliardi di dollari in ricavi pubblicitari. Non c’è dunque da sorprendersi se abbiamo l’impressione di non avere più tempo per leggere, approfondire e sviluppare il nostro pensiero critico. La lettura ci costringe ad un livello di concentrazione nettamente superiore, ma sopratutto ci permette di assorbire le informazioni ad un livello più profondo e ci dà il tempo fisico per riflettere su quanto stiamo imparando; tutte componenti essenziali per limitare l’effetto Dunning-Kruger e sviluppare una reale competenza specifica sugli argomenti su cui ci stiamo informando.

3.       UMILTA’: In un mondo che ci insegna ad urlare le nostre verità assolute, riscoprire la forza gentile dell’umiltà può essere rivoluzionario.

Hans Rosling scrive “Essere umili significa essere consapevoli di quanto i nostri istinti possano ostacolare la corretta interpretazione dei fatti. Significa essere realistici riguardo alla portata delle proprie conoscenze e pronti a dire: “Non lo so“. Significa anche essere disposti a cambiare opinione quando si scoprono fatti nuovi. È alquanto rilassante essere umili, perché si può smettere di sentirsi costretti ad avere un’opinione su qualsiasi cosa e a doverla difendere ad ogni costo.”

Leggere questo post non farà di nessuno di noi un esperto di psicologia sociale, questo è chiaro. Può aiutarci, però, ad avere maggiore consapevolezza di alcune nostre dinamiche mentali.

E se la vita vi da dei limoni, invece di spalmarveli in faccia, meglio farci una bella limonata…

Ek.

FOTO: Anankenews

9 Trucchi per avere un terrazzo perfetto: idee e consigli!

Il terrazzo è un luogo che potrebbe diventare fantastico se arredato con gusto. Quale momento migliore se non questo, per dedicarsi a renderlo impeccabile? 

Arredare un terrazzo da sogno in modo economico si può, basta tenere presenti alcune semplici regole e il gioco è fatto. Il terrazzo, soprattutto nella stagione estiva, può dare valore aggiunto alla casa e rappresentare un’ottima soluzione per trascorrere una bella serata sotto le stelle con gli amici o per rilassarsi inebriati da profumi di piante aromatiche e fiori. Leggi i 9 trucchi necessari per avere un terrazzo perfetto! <<<CONTINUA A LEGGERE

15 COSE CHE NON DEVI DIMENTICARE DI PULIRE IN CASA

“Chiamiamo «pulizia» la rimozione di ciò che è indesiderabile, il ristabilimento dell’ordine. «Pulizia» significa ordine.” Zygmunt Bauman


Per molti è una delle incombenze più noiose, ma dalle pulizie di casa proprio non ci si può sottrarre: il bagno va lavato, idem la cucina, per non parlare dei pavimenti, della polvere che si accumula sui mobili, dei vestiti che si indossano quotidianamente. Questo giusto per citare il necessario.

Mai come in questo periodo siamo attenti alle pulizie domestiche, e mai come adesso dobbiamo fare attenzione a pulire anche quelle cose che normalmente ci dimentichiamo.

Ci sono infatti dei posti e degli oggetti con cui conviviamo quotidianamente che sono dei ricettacoli di batteri e accumulano polvere proprio perché non pensiamo neanche di doverli pulire. Specie se si considera che la sporcizia potrebbe provocare reazioni a chi ha sistemi immunitari deboli (come anziani o bambini) o a chi soffre di allergie.

Vediamo insieme allora i 15 oggetti che dobbiamo ricordarci di pulire in casa:

1 – Strumenti di pulizia:

Utilissime alleate per pulire le nostre abitazioni: scope, stracci, panni, secchi, palette, aspirapolvere e bacinelle, sono coloro che maggiormente si sporcano. Dobbiamo quindi ricordarci ogni volta che finiamo di fare le pulizie di lavarli e sanificarli prima di riporli. Sarebbe opportuno avere un pannetto differente per ogni stanza, magari di colori diversi, così da utilizzare sempre “le pezzette blu per il bagno e magari gialle per la cucina”. Lavare la scopa, il raccogli mondezza e l’aspirapolvere ad ogni utilizzo e ricordarsi di lavare accuratamente lo straccio per i pavimenti.

2 – Telecomando:

Non ci pensiamo ma ne abbiamo tanti: tv, decoder, condizionatore, cancello, videogiochi. In casa lo toccano tutti, si poggia dappertutto, ci cade sopra qualsiasi cosa (pop corn, per esempio). Ecco perché anche il telecomando in fatto di germi è molto simile al WC di casa. Lo ricorda l’Università di Houston, che in uno studio ha analizzato in particolare i germi presenti sui telecomandi degli hotel scoprendo milioni di batteri diversi.  Bisognerebbe evitare di spruzzarvi direttamente qualsiasi detergente per non rovinare le componenti elettroniche. Attenzione anche ai telecomandi dei videogiochi, ancor più soggetti a germi e batteri e con cui entrano in contatti principalmente i più piccoli. Possiamo pulire il telecomando con un panno in microfibra imbevuto con un po’ di alcol.

3 – Maniglie

Spesso si puliscono le porte, ma non le maniglie. Grave errore, perché su di esse si concentra una grande quantità di batteri lasciati lì da tutte le mani che le toccano. Basta un panno in microfibra o uno straccio con un detergente ad hoc e tutto sarà pulito. Già che ci siete, passate lo straccio anche sul telaio delle porte, altro punto spesso dimenticato e pieno di macchie e aloni. Lo stesso discorso vale per le chiavi e, soprattutto, per le maniglie delle dispense in cucina, spesso toccate con le mani unte o sporche di cibo.

4 – Interruttori

Idem, come il telecomando, l’interruttore e le maniglie delle porte sono tra quei posti che in casa tocca chiunque, e non sempre con le mani pulite. Uno straccio bagnato con acqua e bicarbonato o aceto è la soluzione per tenerli puliti. 

5 – Radiatori

Emanano aria calda tutto l’inverno, almeno una volta ogni tanto andrebbero puliti. Specie se si considera che spesso nella stagione fredda ci si appoggia sopra la biancheria ad asciugare. I termosifoni in ghisa sono quelli che richiedono più manutenzione e sono anche i più difficili da pulire. I termosifoni in alluminio o metallo, grazie alla loro superficie liscia, si puliscono più velocemente. La cosa fondamentale è cercare di dedicarsi anche alle sezioni retrostanti dei termosifoni, quelle in corrispondenza della parete. Si può tranquillamente utilizzare l’aspirapolvere, oppure esistono in commercio delle speciali spazzole in grado di catturare la polvere oppure i panni elettrostatici. Un ulteriore alternativa è il vaporetto.

6 – Zoccolo del Pavimento

Utilissimo per evitare che la polvere si annidi negli angoli, tuttavia, il battiscopa spesso si rovina dopo poco tempo. Se è in legno, ogni tanto ricordate di passare un prodotto dedicato, se invece è di ceramica, ricordate di spolverare con la scopa anche il bordo superiore, dove rimane spesso molta polvere.

7 – Smartphone e tablet

È inutile lavarsi spesso le mani, se poi tocchiamo cose molto sporche subito dopo. Sul nostro cellulare ci sono più batteri che sul Wc: lo dice chiaramente una ricerca dell’Università dell’Arizona, che spiega che questo succede proprio perché un telefono non viene pulito così frequentemente come succede con il water. Di per sé non si corre nessun rischio, ma scambiandosi il telefono possibili virus possono essere trasferiti da una persona all’altra. Per pulirlo basta una salvietta imbevuta di alcol.

8 – La tastiera del computer

Molti di noi trascorrono la maggior parte della propria giornata in compagnia di una tastiera, che peraltro è piena di spazi dove la polvere è libera di entrare, così come i capelli e le briciole degli snack (perché si, molti di noi al pc ci mangiano e bevono). Perciò sarebbe buona norma ripassarla ogni tanto con un panno imbevuto di alcool, e aspirare tutto con un’aspirapolvere. Ovviamente stessa attenzione per il Mouse. Per pulirlo basterà un batuffolo di cotone imbevuto di alcol.

9 – Cuscino

Il cuscino custodisce una quantità considerevole di agenti patogeni: oltre agli acari, anche pelle morta, saliva, batteri di vario tipo. Lo ricorda uno studio condotto tra gli scienziati del St. Bartholomew’s Hospital di Londra e il National Health Service. Per evitare fastidi come mal di testa o naso che cola (specie nel caso di soggetti allergici o con sistemi immunitari poco sviluppati) suggeriscono di lavarlo periodicamente in lavatrice o – in alternativa – di cambiare il cuscino almeno ogni due anni.

10 – Il materasso

Diverse stime indicano che un materasso può contenere tra i 100.000 e i 10.000.000 di acari della polvere, germi e batteri: dipende da quanto è vecchio, e dalla qualità. In commercio ci sono nuove tipologie che oltre a favorire il riposo garantiscono un livello maggiore di igiene, ma in ogni caso il materasso va pulito: arieggiato anzitutto per evitare che l’umidità favorisca la proliferazione dei batteri, la polvere andrebbe aspirata almeno una volta a settimana con appositi elettrodomestici. 

11 – I cassetti

Li apriamo di continuo e dentro ci mettiamo di tutto spesso senza nemmeno pensare troppo all’ordine. Intanto la polvere entra anche qui, e bisognerebbe ricordarsi di pulirla. Una volta ogni mese o al cambio di stagione basterà passare l’aspirapolvere ed un panno imbevuto con alcool.

12 – I lacci delle scarpe

Si slacciano e ci camminiamo sopra, e sono perennemente a contatto con il pavimento: ecco perché i lacci sono uno dei posti preferiti di germi e batteri. Uno studio dell’Università dell’Arizona ha contato almeno 9 tipi di batteri diversi. Perciò, se non le scarpe, almeno i lacci dovremmo ricordarci di lavarli. In fondo basta metterli in lavatrice, magari in un sacchetto così che non si perdano all’interno del cestello.

13 – La cappa della cucina

Una passata di straccio e il piano è pulito, ma la cappa? Non ce ne ricordiamo mai, eppure dentro c’è di tutto: il grasso dei fritti, quello degli arrosti che poi si sciolgono con il vapore. Almeno una volta al mese dovremmo ricordarci di sgrassarla dentro e fuori.  Per le superfici della cappa usa un panno o una spugnetta imbevuti di acqua calda e sapone di Marsiglia o aceto. In alternativa, altri ingredienti utili sono il succo di limone e il bicarbonato di sodio. Per le pulizie più profonde, è necessario smontare la cappa togliendo il coperchio e mettendolo in ammollo in acqua calda con un po’ di aceto e lasciarlo agire per una ventina di minuti per far si che agisca sciogliendo il grasso. Non dimenticare di pulire i filtri.

14 – Bidoni della spazzatura

I cestini per la spazzatura in casa sono ormai diventati numerosi data la necessità di differenziare i rifiuti. Una buona abitudine, spesso sottovalutata, è quella di lavare e disinfettare periodicamente i cestini per i rifiuti. Sarebbe opportuno farlo ogni volta che si sostituisce il sacchetto. Infatti, anche utilizzando dei sacchetti all’interno dei cestini non è detto che non vi si depositino residui. Questa abitudine è utile anche a combattere i cattivi odori. Ogni volta che si porta fuori la spazzatura, si dovrebbe spruzzare l’interno del contenitore con un po’ di disinfettante. Ogni due settimane, inoltre, si dovrebbe lavare con acqua e candeggina.

15 – Buste della spesa

È importante mantenerle pulite per evitare che il cibo venga contaminato da germi e batteri. Ultimamente siamo tutti più attenti alla questione plastica, l’attenzione dedicata ad evitare di utilizzarla ci porta a preferire le buste per la spesa rigide oppure quelle in stoffa. Erroneamente si crede che le buste per la spesa non necessitino di lavaggio. Eppure, al loro interno si depositano una grossa quantità di germi, talvolta anche dei residui di confezioni o alimenti. Essendo buste dedicate nella maggior parte dei casi ai generi alimentari, è necessario lavarle a fondo almeno una volta al mese. Quelle  in polipropilene e in fibre naturali possono essere lavati in lavatrice senza  problemi, i sacchetti di  nylon e poliestere devono essere invece lavati a mano e lasciati asciugare all’aria.

Sperando di esservi stata utile, fatemi sapere se secondo voi ci sono altri oggetti in casa da pulire, “sconosciuti” alla nostra pezzetta .


Ek.

FOTO: Helpling.it

Coronavirus: come si trasmette e come ci si protegge

Le risposte alle domande più comuni sul virus che sta terrorizzando il mondo e da qualche settimana anche l’Italia, meglio evitare gli allarmismi

Se anche l’OMS (Organizzazione mondiale della sanità) ha parlato di “rischio globale elevato” in merito alla diffusione del Coronavirus forse è il caso di non prendere la situazione troppo sotto gamba.

La patologia nata a Wuhan in Cina secondo alcuni scienziati è stata trasmessa all’uomo dai serpenti.

COME SI TRASMETTE

Il nuovo coronavirus si trasmette da persona a persona attraverso la saliva, tossendo e starnutendo nelle vicinanze di un’altro soggetto, toccando le mani di un paziente infetto o un oggetto contaminato dal virus con le proprie per poi portarsele alla bocca o al naso. Ecco perché viene caldamente consigliato di lavarsi bene e frequentemente le mani, soprattutto se si sono frequentati luoghi affollati e dove l’igiene lascia a desiderare (es: le metropolitane). Anche se si è stati in ospedali o poliambulatori è bene lavarsi bene le mani prima di mangiare qualcosa.

Il periodo di incubazione del virus varia dai 2 a i 10 giorni. Il problema è che sono stati riscontrati casi in cui il virus è stato trasmesso da soggetti asintomatici. Ecco perché è fondamentale mettere in quarantena le persone trovate positive al coronavirus.

SINTOMI DEL VIRUS

Assomigliano a quelli di una normale influenza, ecco perché al primo starnuto scatta subito l’allarmismo esagerato. Servono delle analisi specifiche per stabilire che si tratti di coronavirus. Si va dalla semplice tosse, alla febbre, alla difficoltà a respirare. Nei casi più gravi si sviluppano polmoniti e bronchiti. Il medico che vi visiterà deve essere repentinamente informato di eventuali viaggi nelle zone dei focolai.

COME CI SI PROTEGGE

La parola d’ordine è prevenzione, ecco alcune semplici regole da rispettare per tutelarsi:

  1. Lavarsi le mani spesso, con acqua e sapone, strofinandole o con prodotti a base alcolica
  2. Starnutire in un fazzoletto o nel proprio gomito e gettare subito il fazzoletto usato in un secchio chiuso
  3. Lavate adeguatamente anche la frutta e la verdure che possono essere state esposte al virus sui banchi dove erano riposte
  4. Evitate di mettervi le mani in bocca o le dita nel naso se prima non ve le siete lavate per bene
  5. Pulire accuratamente le superfici dove consumate abitualmente i vostri pasti
  6. Evitare di uscire di casa se non ci si sente bene

QUANTO E’ PERICOLOSO

Secondo le stime più recenti la percentuale di decessi legati al coronavirus non supera il 3% dei contagiati. Nella maggior parte dei casi si tratta di vittime over 60 e con patologie pregresse debilitanti.

Per ora non ci sono prove che il virus si possa trasmettere attraverso il cibo, ovvero mangiando cibi contaminati. Quello che è palese è la trasmissione attraverso le vie respiratorie, che sia bocca o naso.

LE MASCHERINE SERVONO A PROTEGGERSI?

In Italia sono utili solo per chi è esposto a persone chiaramente infette, come ad esempio il personale ospedaliero. Per il resto della popolazione non sono necessarie, anzi è in atto una vera e propria speculazione sulla vendita delle stess, con rincari fino al 400% dei prezzi abituali.

SI PUò ANDARE AL RISTORANTE CINESE?

Il noto virologo Roberto Burioni si è così espresso sul sito Medical Facts: “È necessario ribadire che la situazione merita tutta la nostra attenzione e non deve essere sottovalutata, però non ha nessun senso in questo momento evitare i cinesi, i ristoranti cinesi o i quartieri cinesi in Italia. L’unica cosa che deve essere evitata sono i viaggi in direzione della Cina, o in altre zone a rischio”.

Marco Fabio Ceccatelli