2020

Quali sono i cibi migliori per abbronzarsi?

L’estate promette nuovi incontri. nuovi amori, nuovi luoghi da visitare, ma soprattutto un nuovo colore della pelle

E’ forse la novità più ambita, quella che si cerca di acquisire per metterla in mostra quasi tutto l’anno e non solo durante i mesi caldi, stiamo parlando della tanto agognata abbronzatura.

Ma possiamo in qualche modo aiutare il sole a renderci dei carboncini ancora più scuri, proteggendoci allo stesso tempo dai danni dei raggi UV?

L’alimentazione ci viene in aiuto, grazie soprattutto a quei cibi che contengono beta-carotene.

Cosa sono i raggi UV e che effetti hanno sul nostro organismo

Si tratta dei cosiddetti raggi ultravioletti, responsabili della nostra abbronzatura, ma non solo.

I raggi UV possono essere di tre tipi a seconda della loro lunghezza d’onda:

  1. RAGGI UVA. Costituiscono oltre il 95% dei raggi ultravioletti che arrivano sulla superficie terrestre. Ci permettono di raggiungere l’abbronzatura in breve tempo. Provocano sia l’invecchiamento della pelle che la formazione delle rughe, in quanto portano al rilascio di radicali liberi nel nostro organismo.
  2. RAGGI UVB. Ci abbronzano in maniera più lenta di quelli UVA. Sono estremamente pericolosi, ma per fortuna vengono assorbiti quasi interamente dalla nostra atmosfera. Possono provocare scottature, invecchiamento cutaneo e nei casi più gravi tumori della pelle. Inoltre sono dannosi per la cornea dell’occhio.
  3. RAGGI UVC. Fortunatamente non raggiungono la superficie terrestre grazie alla protezione dell’atmosfera.

La classifica dei cibi migliori per abbronzarsi

Abbiamo visto come i raggi solari possano essere un’arma a doppio taglio. Fondamentali per attivare alcuni processi benefici all’interno del nostro corpo (es: aiutano a formare ossa solide e forti), ma allo stesso tempo un’esposizione eccessiva può portare a conseguenze estremamente pericolose.

COME PROTEGGERSI

Non bastano più soltanto le classiche creme protettive, l’alimentazione gioca un ruolo fondamentale per fornirci vitamine e sali minerali necessari per un’abbronzatura bella e sana.

Eccovi una classifica dei migliori cibi “salva abbronzatura”:

1.Carote

The winner is the carrots! Scontato vero? Le carote sono in assoluto il cibo con il maggior quantitativo di beta-carotene e di vitamina A che portano alla produzione di melanina, un pigmento naturale artefice della nostra tintarella più scura.

Come snack salutare sulla spiaggia vi consigliamo di rosicchiare delle deliziose carote, non saranno come un gelato al cioccolato, ma vi renderanno dello stesso colore.

2.Radicchi

Non ve l’aspettavate eh! Scommetto che avreste puntato dritti al melone o ai pomodori e invece…

Posso comprendere qualche perplessità da parte vostra, dato che si tratta di un ortaggio autunnale, ma ormai è possibile trovarlo tutto l’anno nei supermercati. Contiene la metà del beta-carotene rispetto alle regine carote, ma immaginatevi una bella insalata ricca di entrambi questi alimenti quanto potrebbe giocare al vostro colorito!

3.Albicocche

Invece della classica banana a colazione, aggiungete al vostro cappuccino con fette biscottate e marmellata un paio di albicocche, prima di scendere in spiaggia. Nessuno vi vieta di mangiarne anche di più o di portarvene altre per degli spuntini più che sani. Ricordate di conservarle all’ombra o comunque in una borsa frigo se vi trovate al mare nelle ore più calde. Le albicocche tendono a rovinarsi velocemente con temperature elevate.

4.Meloni gialli

Ecco a voi un altro grande classico, il melone giallo, ricco di betacarotene e perfetto sia da solo che in macedonie “super-abbronzanti” insieme ad albicocche e frutti rossi.

5.Pomodori

I pomodori meriterebbero anche qualche gradino superiore in classifica. Il licopene in essi contenuto contribuisce all’abbronzatura e protegge la pelle dall’invecchiamento, essendo un ottimo antiossidante. Insalata ricca con radicchio, carote e pomodori? Il top del top!

6.Ciliegie

Abbiamo accennato sopra ai frutti rossi come alleati formidabili per la vostra abbronzatura. I migliori in assoluto in questo campo sono le ciliegie, le più ricche di beta-carotene. Non sono da disdegnare neppure le fragole ed i lamponi, magari in appetitose e colorate macedonie. Ma le ciliegie sono le ciliegie e poi una tira l’altra!

Regole generali

Immagino che abbiate capito che l’esposizione al sole, soprattutto durante le ore più calde, può portarvi a diventare meno attraenti e non viceversa.

Se proprio non volete rinunciare al “sole più cattivo che ci sia” allora premuratevi di consumare tanta frutta e verdura, possibilmente di stagione, che non solo stimoli la produzione di melanina e di conseguenza la vostra abbronzatura, ma che vi protegga anche dall’azione nociva dei radicali liberi derivanti dai raggi UV.

Santa vitamina E!

Se la vitamina A contenuta negli alimenti sopra citati è responsabile della vostra invidiabile abbronzatura, la vitamina E vi aiuterà a riparare gli eventuali danni derivanti da un’eccessiva esposizione al sole.

Largo quindi ad olio extra vergine d’oliva, tuorlo d’uovo, frutta secca e avocado che sono una mano santa contro gli eritemi e le irritazioni della pelle.

RIPRODUZIONE RISERVATA

L’illusione di essere competenti

Oggi vi racconterò una storia, che si potrebbe chiamare “RAPINA AL LIMONE – lo stupido che si credeva un genio del crimine

Un bel giorno del 1995, un uomo di mezza età, decise di rapinare due banche di Pittsburgh in piena luce del giorno. Non indossava una maschera o travestimenti di alcun genere, e sorrise pure alle telecamere di sorveglianza prima di uscire da entrambe le banche.

Più tardi, la polizia arrestò con facilità un esterrefatto McArthur Wheeler. Quando gli mostrarono i video di sorveglianza, Wheeler li fissò incredulo. “Ma mi ero messo il succo addosso”, bofonchiò.

A quanto pare, Wheeler era venuto a conoscenza, grazie ad un trucco di magia fatto da un suo amico, del fatto che il succo di limone veniva utilizzato come inchiostro invisibile, quindi, se non si fosse avvicinato a una fonte di calore, sarebbe rimasto invisibile. Si era convinto che strofinarsi del succo di limone sul viso l’avrebbe reso invisibile alle telecamere di sicurezza.

La polizia concluse che Wheeler non era né pazzo né sotto effetto di droghe, solo incredibilmente in errore.

Venticinque anni fa fu arrestato l”ignorante zero’

L’EFFETTO DUNNING-KRUGER CI SPIEGA PERCHÉ GLI IGNORANTI SONO CERTI DI AVERE SEMPRE RAGIONE

Questo bizzarro fenomeno catturò l’attenzione dello psicologo David Dunning della Cornell University, che incaricò il suo studente, Justin Kruger, di indagare su quanto stava succedendo.

Sento alcuni di voi dire il fenomeno non è così nuovo. Già Socrate – e siamo nel quinto secolo avanti Cristo –avverte che “è sapiente solo chi sa di non sapere, non chi s’illude di sapere e ignora così perfino la sua stessa ignoranza“, e il faraone Akhenaton (qui siamo nel quattordicesimo secolo avanti Cristo) afferma: “il folle è ostinato e non ha dubbi. Conosce tutto tranne la propria ignoranza“, e sì avete ragione, ma questi due di innovativo hanno STUDIATO E MISURATO in maniera sperimentale per la prima volta nella storia la propensione all’errore.

GLI STUDI

Così, Dunning e Kruger misero in atto alcuni brillanti esperimenti. Formularono a studenti di corsi di laurea triennale una serie di domande. Ad ogni volontario venne chiesto quale fosse il proprio livello di competenza e di stimare il livello di competenza degli altri studenti intorno a loro, in tre differenti aree:

Umorismo. Logica. Grammatica.

Nella seconda parte dell’esperimento i partecipanti vennero poi invitati a sostenere un test per misurare la loro effettiva abilità in questi tre ambiti.. Cosa interessante: gli studenti che avevano avuto il punteggio più basso nei test cognitivi erano anche quelli che avevano dato i pronostici più ottimistici, troppo ottimistici  (autoproclamandosi altamente competenti).

In uno studio di follow up, Dunning e Kruger lasciarono il proprio laboratorio per andare in un poligono, dove sottoposero quelli che sparavano per hobby a un test sulla sicurezza delle armi da fuoco. Similarmente alle loro precedenti rilevazioni, quelli che risposero correttamente a meno domande erano anche quelli che sovrastimavano in modo generoso la propria competenza relativa alle armi. Al di là della conoscenza reale, però, l’effetto di Dunning-Kruger può essere osservato nell’autovalutazione di una miriade di altre abilità personali.

Se si guarda qualsiasi talent show trasmesso oggi in TV, si noterà lo shock sui volti dei partecipanti che non superano le audizioni e vengono respinti dai giudici. E sebbene per noi sia uno spettacolo quasi comico, queste persone sono sinceramente ignare di quanto la loro illusoria superiorità le abbia ingannate.

“E se chi è stupido fosse troppo stupido per accorgersi di essere stupido?”

PERCENTUALI BIZZARRE

Per esempio, succede che quasi la metà (il 42 per cento) di un gruppo di ingegneri stimi di far parte del 5 per cento costituito dai più bravi. Oppure: “Ti consideri un guidatore nella media o sopra la media? L’88 per cento degli automobilisti americani ritiene di avere capacità di guida superiori alla media. Temo che il dato italiano potrebbe essere ancora più clamoroso”.

Curiosamente, anche le persone più intelligenti non riescono a valutare in maniera accurata le proprie capacità. Così come gli studenti che prendono regolarmente 18 e 19 agli esami sovrastimano le proprie capacità, gli studenti da 30 sottostimano le proprie. Nel loro studio più celebre, Dunning e Kruger rilevarono che gli studenti con le performance migliori, i cui punteggi nei test cognitivi stavano nel quartile più alto, sottostimavano la propria competenza relativa. Questi studenti erano convinti che se certi compiti per loro erano facili, dovevano esserlo anche per gli altri.

 La cosiddetta “Sindrome dell’Impostore” può essere considerata l’esatto opposto dell’effetto di Dunning-Kruger, e a causa sua le persone di successo non riescono a riconoscere il proprio talento e credono che le altre persone abbiano il loro stesso livello di competenza. La differenza è che le persone più competenti, una volta ricevuto un feedback appropriato, possono ricalibrare, ed effettivamente ricalibrano, la propria autovalutazione, mentre gli individui incompetenti spesso non ci riescono.

Tutto questo fa sì che l’effetto Dunning-Kruger sia, oltre che disarmante, difficilissimo da emendare. E ci sono due ulteriori complicazioni. In primo luogo, esperti e inesperti usano dialogare (e scontrarsi) su due diversi livelli. Gli esperti entrano nel merito, mentre gli inesperti, forti solo delle proprie certezze, tendono a mettere in discussione la credibilità e l’autorevolezza dei loro interlocutori, mettendoli con ciò in una posizione scomoda e sgradevole.

Lo possiamo vedere nei numerosi dibattiti in tv dove alla fine un medico contro show girl e opinionisti non riesce a far valere la sua tesi, seppur provata scientificamente, ed alla fine i telespettatori non credono più alla veridicità della scoperta. Peccato che così si danneggiano gli esperti e si avvantaggiano gli altri (almeno in termine di autostima, fino a quando non proveranno a rapinare una banca). Se vi interessa di quanti pregiudizi cognitivi siamo vittime CLICCATE QUI

COME NON CADERE NEL TRANELLO

Tutti noi purtroppo possiamo essere vittime di questo bias cognitivo e, come detto, Internet, nonostante i suoi meravigliosi vantaggi, ha aggravato questa piaga.

Capita così che sempre più persone pur non rientrando nella classica definizione di “idioti inconsapevoli” si comportino come:

·         “Mamme Pancine” che elargiscono dettagliati consigli medici ad altre neo-mamme.

·         Frequentatori di bar che dissertano di geo-politica internazionale.

·         Autoproclamati esperti di ingegneria civile che non hanno mai montato neanche un mobile Ikea.

·         No-vax con dottorato in virologia preso all’Università della Vita.

·         E naturalmente gli immancabili 60 milioni di Commissari Tecnici che spuntano fuori ogni volta che gioca la Nazionale Italiana.

Qui sta il segreto per non finire come lo stupido ladro di cui si parlava prima. A volte tentiamo imprese che terminano con risultati positivi, ma altre volte – come nel caso del succo di limone – il nostro approccio alle cose è imperfetto, irrazionale, o semplicemente sciocco. Il trucco è non farsi fregare da illusioni di superiorità e imparare a rivalutare accuratamente la nostra competenza. Dopo tutto, come avrebbe detto Confucio, la vera conoscenza sta nel conoscere il livello della propria ignoranza.

CONSIGLI PRATICI

1.       IMPARA A SCEGLIERE LE FONTI: Non limitarti a reagire come un burattino dopo aver letto di sfuggita un titolo. Controlla sempre la fonte di un post: a volte basta verificare il sito che ha condiviso la notizia. Ricorda, che che ne dicano complottisti & co. , la notizia con titolo acchiappa-like di l-hadettomiocugggino.altervista.com non avrà mai lo stesso valore di un report giornalistico del New York Times.

2.       LEGGI, LEGGI, LEGGI: Viviamo nell’Economia dell’Attenzione e le aziende del tech si contendono, anche sfruttando le nostre vulnerabilità psicologiche, ogni istante delle nostre giornate. Ogni singolo minuto di distrazione strappato ai propri utenti equivale per queste multinazionali a miliardi di dollari in ricavi pubblicitari. Non c’è dunque da sorprendersi se abbiamo l’impressione di non avere più tempo per leggere, approfondire e sviluppare il nostro pensiero critico. La lettura ci costringe ad un livello di concentrazione nettamente superiore, ma sopratutto ci permette di assorbire le informazioni ad un livello più profondo e ci dà il tempo fisico per riflettere su quanto stiamo imparando; tutte componenti essenziali per limitare l’effetto Dunning-Kruger e sviluppare una reale competenza specifica sugli argomenti su cui ci stiamo informando.

3.       UMILTA’: In un mondo che ci insegna ad urlare le nostre verità assolute, riscoprire la forza gentile dell’umiltà può essere rivoluzionario.

Hans Rosling scrive “Essere umili significa essere consapevoli di quanto i nostri istinti possano ostacolare la corretta interpretazione dei fatti. Significa essere realistici riguardo alla portata delle proprie conoscenze e pronti a dire: “Non lo so“. Significa anche essere disposti a cambiare opinione quando si scoprono fatti nuovi. È alquanto rilassante essere umili, perché si può smettere di sentirsi costretti ad avere un’opinione su qualsiasi cosa e a doverla difendere ad ogni costo.”

Leggere questo post non farà di nessuno di noi un esperto di psicologia sociale, questo è chiaro. Può aiutarci, però, ad avere maggiore consapevolezza di alcune nostre dinamiche mentali.

E se la vita vi da dei limoni, invece di spalmarveli in faccia, meglio farci una bella limonata…

Ek.

FOTO: Anankenews

9 Trucchi per avere un terrazzo perfetto: idee e consigli!

Il terrazzo è un luogo che potrebbe diventare fantastico se arredato con gusto. Quale momento migliore se non questo, per dedicarsi a renderlo impeccabile? 

Arredare un terrazzo da sogno in modo economico si può, basta tenere presenti alcune semplici regole e il gioco è fatto. Il terrazzo, soprattutto nella stagione estiva, può dare valore aggiunto alla casa e rappresentare un’ottima soluzione per trascorrere una bella serata sotto le stelle con gli amici o per rilassarsi inebriati da profumi di piante aromatiche e fiori. Leggi i 9 trucchi necessari per avere un terrazzo perfetto! <<<CONTINUA A LEGGERE

15 COSE CHE NON DEVI DIMENTICARE DI PULIRE IN CASA

“Chiamiamo «pulizia» la rimozione di ciò che è indesiderabile, il ristabilimento dell’ordine. «Pulizia» significa ordine.” Zygmunt Bauman


Per molti è una delle incombenze più noiose, ma dalle pulizie di casa proprio non ci si può sottrarre: il bagno va lavato, idem la cucina, per non parlare dei pavimenti, della polvere che si accumula sui mobili, dei vestiti che si indossano quotidianamente. Questo giusto per citare il necessario.

Mai come in questo periodo siamo attenti alle pulizie domestiche, e mai come adesso dobbiamo fare attenzione a pulire anche quelle cose che normalmente ci dimentichiamo.

Ci sono infatti dei posti e degli oggetti con cui conviviamo quotidianamente che sono dei ricettacoli di batteri e accumulano polvere proprio perché non pensiamo neanche di doverli pulire. Specie se si considera che la sporcizia potrebbe provocare reazioni a chi ha sistemi immunitari deboli (come anziani o bambini) o a chi soffre di allergie.

Vediamo insieme allora i 15 oggetti che dobbiamo ricordarci di pulire in casa:

1 – Strumenti di pulizia:

Utilissime alleate per pulire le nostre abitazioni: scope, stracci, panni, secchi, palette, aspirapolvere e bacinelle, sono coloro che maggiormente si sporcano. Dobbiamo quindi ricordarci ogni volta che finiamo di fare le pulizie di lavarli e sanificarli prima di riporli. Sarebbe opportuno avere un pannetto differente per ogni stanza, magari di colori diversi, così da utilizzare sempre “le pezzette blu per il bagno e magari gialle per la cucina”. Lavare la scopa, il raccogli mondezza e l’aspirapolvere ad ogni utilizzo e ricordarsi di lavare accuratamente lo straccio per i pavimenti.

2 – Telecomando:

Non ci pensiamo ma ne abbiamo tanti: tv, decoder, condizionatore, cancello, videogiochi. In casa lo toccano tutti, si poggia dappertutto, ci cade sopra qualsiasi cosa (pop corn, per esempio). Ecco perché anche il telecomando in fatto di germi è molto simile al WC di casa. Lo ricorda l’Università di Houston, che in uno studio ha analizzato in particolare i germi presenti sui telecomandi degli hotel scoprendo milioni di batteri diversi.  Bisognerebbe evitare di spruzzarvi direttamente qualsiasi detergente per non rovinare le componenti elettroniche. Attenzione anche ai telecomandi dei videogiochi, ancor più soggetti a germi e batteri e con cui entrano in contatti principalmente i più piccoli. Possiamo pulire il telecomando con un panno in microfibra imbevuto con un po’ di alcol.

3 – Maniglie

Spesso si puliscono le porte, ma non le maniglie. Grave errore, perché su di esse si concentra una grande quantità di batteri lasciati lì da tutte le mani che le toccano. Basta un panno in microfibra o uno straccio con un detergente ad hoc e tutto sarà pulito. Già che ci siete, passate lo straccio anche sul telaio delle porte, altro punto spesso dimenticato e pieno di macchie e aloni. Lo stesso discorso vale per le chiavi e, soprattutto, per le maniglie delle dispense in cucina, spesso toccate con le mani unte o sporche di cibo.

4 – Interruttori

Idem, come il telecomando, l’interruttore e le maniglie delle porte sono tra quei posti che in casa tocca chiunque, e non sempre con le mani pulite. Uno straccio bagnato con acqua e bicarbonato o aceto è la soluzione per tenerli puliti. 

5 – Radiatori

Emanano aria calda tutto l’inverno, almeno una volta ogni tanto andrebbero puliti. Specie se si considera che spesso nella stagione fredda ci si appoggia sopra la biancheria ad asciugare. I termosifoni in ghisa sono quelli che richiedono più manutenzione e sono anche i più difficili da pulire. I termosifoni in alluminio o metallo, grazie alla loro superficie liscia, si puliscono più velocemente. La cosa fondamentale è cercare di dedicarsi anche alle sezioni retrostanti dei termosifoni, quelle in corrispondenza della parete. Si può tranquillamente utilizzare l’aspirapolvere, oppure esistono in commercio delle speciali spazzole in grado di catturare la polvere oppure i panni elettrostatici. Un ulteriore alternativa è il vaporetto.

6 – Zoccolo del Pavimento

Utilissimo per evitare che la polvere si annidi negli angoli, tuttavia, il battiscopa spesso si rovina dopo poco tempo. Se è in legno, ogni tanto ricordate di passare un prodotto dedicato, se invece è di ceramica, ricordate di spolverare con la scopa anche il bordo superiore, dove rimane spesso molta polvere.

7 – Smartphone e tablet

È inutile lavarsi spesso le mani, se poi tocchiamo cose molto sporche subito dopo. Sul nostro cellulare ci sono più batteri che sul Wc: lo dice chiaramente una ricerca dell’Università dell’Arizona, che spiega che questo succede proprio perché un telefono non viene pulito così frequentemente come succede con il water. Di per sé non si corre nessun rischio, ma scambiandosi il telefono possibili virus possono essere trasferiti da una persona all’altra. Per pulirlo basta una salvietta imbevuta di alcol.

8 – La tastiera del computer

Molti di noi trascorrono la maggior parte della propria giornata in compagnia di una tastiera, che peraltro è piena di spazi dove la polvere è libera di entrare, così come i capelli e le briciole degli snack (perché si, molti di noi al pc ci mangiano e bevono). Perciò sarebbe buona norma ripassarla ogni tanto con un panno imbevuto di alcool, e aspirare tutto con un’aspirapolvere. Ovviamente stessa attenzione per il Mouse. Per pulirlo basterà un batuffolo di cotone imbevuto di alcol.

9 – Cuscino

Il cuscino custodisce una quantità considerevole di agenti patogeni: oltre agli acari, anche pelle morta, saliva, batteri di vario tipo. Lo ricorda uno studio condotto tra gli scienziati del St. Bartholomew’s Hospital di Londra e il National Health Service. Per evitare fastidi come mal di testa o naso che cola (specie nel caso di soggetti allergici o con sistemi immunitari poco sviluppati) suggeriscono di lavarlo periodicamente in lavatrice o – in alternativa – di cambiare il cuscino almeno ogni due anni.

10 – Il materasso

Diverse stime indicano che un materasso può contenere tra i 100.000 e i 10.000.000 di acari della polvere, germi e batteri: dipende da quanto è vecchio, e dalla qualità. In commercio ci sono nuove tipologie che oltre a favorire il riposo garantiscono un livello maggiore di igiene, ma in ogni caso il materasso va pulito: arieggiato anzitutto per evitare che l’umidità favorisca la proliferazione dei batteri, la polvere andrebbe aspirata almeno una volta a settimana con appositi elettrodomestici. 

11 – I cassetti

Li apriamo di continuo e dentro ci mettiamo di tutto spesso senza nemmeno pensare troppo all’ordine. Intanto la polvere entra anche qui, e bisognerebbe ricordarsi di pulirla. Una volta ogni mese o al cambio di stagione basterà passare l’aspirapolvere ed un panno imbevuto con alcool.

12 – I lacci delle scarpe

Si slacciano e ci camminiamo sopra, e sono perennemente a contatto con il pavimento: ecco perché i lacci sono uno dei posti preferiti di germi e batteri. Uno studio dell’Università dell’Arizona ha contato almeno 9 tipi di batteri diversi. Perciò, se non le scarpe, almeno i lacci dovremmo ricordarci di lavarli. In fondo basta metterli in lavatrice, magari in un sacchetto così che non si perdano all’interno del cestello.

13 – La cappa della cucina

Una passata di straccio e il piano è pulito, ma la cappa? Non ce ne ricordiamo mai, eppure dentro c’è di tutto: il grasso dei fritti, quello degli arrosti che poi si sciolgono con il vapore. Almeno una volta al mese dovremmo ricordarci di sgrassarla dentro e fuori.  Per le superfici della cappa usa un panno o una spugnetta imbevuti di acqua calda e sapone di Marsiglia o aceto. In alternativa, altri ingredienti utili sono il succo di limone e il bicarbonato di sodio. Per le pulizie più profonde, è necessario smontare la cappa togliendo il coperchio e mettendolo in ammollo in acqua calda con un po’ di aceto e lasciarlo agire per una ventina di minuti per far si che agisca sciogliendo il grasso. Non dimenticare di pulire i filtri.

14 – Bidoni della spazzatura

I cestini per la spazzatura in casa sono ormai diventati numerosi data la necessità di differenziare i rifiuti. Una buona abitudine, spesso sottovalutata, è quella di lavare e disinfettare periodicamente i cestini per i rifiuti. Sarebbe opportuno farlo ogni volta che si sostituisce il sacchetto. Infatti, anche utilizzando dei sacchetti all’interno dei cestini non è detto che non vi si depositino residui. Questa abitudine è utile anche a combattere i cattivi odori. Ogni volta che si porta fuori la spazzatura, si dovrebbe spruzzare l’interno del contenitore con un po’ di disinfettante. Ogni due settimane, inoltre, si dovrebbe lavare con acqua e candeggina.

15 – Buste della spesa

È importante mantenerle pulite per evitare che il cibo venga contaminato da germi e batteri. Ultimamente siamo tutti più attenti alla questione plastica, l’attenzione dedicata ad evitare di utilizzarla ci porta a preferire le buste per la spesa rigide oppure quelle in stoffa. Erroneamente si crede che le buste per la spesa non necessitino di lavaggio. Eppure, al loro interno si depositano una grossa quantità di germi, talvolta anche dei residui di confezioni o alimenti. Essendo buste dedicate nella maggior parte dei casi ai generi alimentari, è necessario lavarle a fondo almeno una volta al mese. Quelle  in polipropilene e in fibre naturali possono essere lavati in lavatrice senza  problemi, i sacchetti di  nylon e poliestere devono essere invece lavati a mano e lasciati asciugare all’aria.

Sperando di esservi stata utile, fatemi sapere se secondo voi ci sono altri oggetti in casa da pulire, “sconosciuti” alla nostra pezzetta .


Ek.

FOTO: Helpling.it

Coronavirus: come si trasmette e come ci si protegge

Le risposte alle domande più comuni sul virus che sta terrorizzando il mondo e da qualche settimana anche l’Italia, meglio evitare gli allarmismi

Se anche l’OMS (Organizzazione mondiale della sanità) ha parlato di “rischio globale elevato” in merito alla diffusione del Coronavirus forse è il caso di non prendere la situazione troppo sotto gamba.

La patologia nata a Wuhan in Cina secondo alcuni scienziati è stata trasmessa all’uomo dai serpenti.

COME SI TRASMETTE

Il nuovo coronavirus si trasmette da persona a persona attraverso la saliva, tossendo e starnutendo nelle vicinanze di un’altro soggetto, toccando le mani di un paziente infetto o un oggetto contaminato dal virus con le proprie per poi portarsele alla bocca o al naso. Ecco perché viene caldamente consigliato di lavarsi bene e frequentemente le mani, soprattutto se si sono frequentati luoghi affollati e dove l’igiene lascia a desiderare (es: le metropolitane). Anche se si è stati in ospedali o poliambulatori è bene lavarsi bene le mani prima di mangiare qualcosa.

Il periodo di incubazione del virus varia dai 2 a i 10 giorni. Il problema è che sono stati riscontrati casi in cui il virus è stato trasmesso da soggetti asintomatici. Ecco perché è fondamentale mettere in quarantena le persone trovate positive al coronavirus.

SINTOMI DEL VIRUS

Assomigliano a quelli di una normale influenza, ecco perché al primo starnuto scatta subito l’allarmismo esagerato. Servono delle analisi specifiche per stabilire che si tratti di coronavirus. Si va dalla semplice tosse, alla febbre, alla difficoltà a respirare. Nei casi più gravi si sviluppano polmoniti e bronchiti. Il medico che vi visiterà deve essere repentinamente informato di eventuali viaggi nelle zone dei focolai.

COME CI SI PROTEGGE

La parola d’ordine è prevenzione, ecco alcune semplici regole da rispettare per tutelarsi:

  1. Lavarsi le mani spesso, con acqua e sapone, strofinandole o con prodotti a base alcolica
  2. Starnutire in un fazzoletto o nel proprio gomito e gettare subito il fazzoletto usato in un secchio chiuso
  3. Lavate adeguatamente anche la frutta e la verdure che possono essere state esposte al virus sui banchi dove erano riposte
  4. Evitate di mettervi le mani in bocca o le dita nel naso se prima non ve le siete lavate per bene
  5. Pulire accuratamente le superfici dove consumate abitualmente i vostri pasti
  6. Evitare di uscire di casa se non ci si sente bene

QUANTO E’ PERICOLOSO

Secondo le stime più recenti la percentuale di decessi legati al coronavirus non supera il 3% dei contagiati. Nella maggior parte dei casi si tratta di vittime over 60 e con patologie pregresse debilitanti.

Per ora non ci sono prove che il virus si possa trasmettere attraverso il cibo, ovvero mangiando cibi contaminati. Quello che è palese è la trasmissione attraverso le vie respiratorie, che sia bocca o naso.

LE MASCHERINE SERVONO A PROTEGGERSI?

In Italia sono utili solo per chi è esposto a persone chiaramente infette, come ad esempio il personale ospedaliero. Per il resto della popolazione non sono necessarie, anzi è in atto una vera e propria speculazione sulla vendita delle stess, con rincari fino al 400% dei prezzi abituali.

SI PUò ANDARE AL RISTORANTE CINESE?

Il noto virologo Roberto Burioni si è così espresso sul sito Medical Facts: “È necessario ribadire che la situazione merita tutta la nostra attenzione e non deve essere sottovalutata, però non ha nessun senso in questo momento evitare i cinesi, i ristoranti cinesi o i quartieri cinesi in Italia. L’unica cosa che deve essere evitata sono i viaggi in direzione della Cina, o in altre zone a rischio”.

Marco Fabio Ceccatelli