Erika Streppa

Cibi afrodisiaci: I più comuni e i meno conosciuti, funzionano davvero?

Una breve guida sui cibi afrodisiaci: come funzionano e se funzionano, quali sono i più comuni e i meno noti: buona lettura

La donna dei tuoi sogni ha accettato l’invito a cena a casa tua? Sai benissimo che per arrivare in terza base non puoi semplicemente prenderla tra le tue braccia vigorose e farla tua.

O magari sì, ma devi essere certo che lei sia predisposta a lasciarsi andare, che sia dell’umore. Ricorda che la sessualità femminile parte dal cervello, quindi parole dolci e frasi allusive possono essere un buon metodo per farti strada nelle sue…grazie.

Anche curare l’atmosfera con candele e un’apparecchiatura scenografica può contribuire a farla sentire importante.

Un aiuto in più dal menù

Leggenda e scienza sostengono che esistono dei cibi che risvegliano la libido sopita e invogliano uomini e donne a seguire le proprie pulsioni sessuali.

Si tratta dei cibi afrodisiaci, a detta di molti più efficaci, ma soprattutto più gustosi, di pasticchette colorate insapore.

Afrodisiaco proviene dal greco ἀϕροδισιακός «sessuale», derivante da᾿Αϕροδίτη «Afrodite» la dea dell’amore e della passione.

Tra mito e realtà, gli esperti spiegano che le sostanze contenute in alcuni cibi migliorano la salute degli organi sessuali. Inoltre possono amplificare sensazioni che portano l’essere umano ad eccitarsi, come l’aumento del battito cardiaco e della temperatura fisica e a sentirsi tutto d’un tratto pieni di energia.

Gli afrodisiaci più noti

LE OSTRICHE

Il binomio ostriche e champagne dovrebbe preludere ad una notte di passione sfrenata.

La nomea delle ostriche si fa risalire al celebre rubacuori Casanova che nel 18esimo secolo sosteneva di fare colazione tutte le mattine con le ostriche crude per fare il pieno di energie in previsione dei suoi innumerevoli incontri galanti.

La grande quantità di zinco presente in questi molluschi, che ricordano a grandi linee i genitali femminili, contribuisce alla produzione di testosterone e sperma.

Inoltre contengono anche tirosina, un amminoacido fondamentale per la produzione di dopamina. La scienza afferma che una carenza di quest’ultima sostanza può portare a diminuzione del desiderio sessuale.

IL PEPERONCINO

Il peperoncino è un vasodilatatore naturale e come tale migliora la circolazione e aumenta la temperatura corporea.

La capsaicina, la sostanza oleosa contenuta in esso, gli conferisce il caratteristico sapore piccante. La sensazione di pizzicore che si avverte nella bocca provoca il rilascio di epinefrina ed endorfine, conosciute universalmente come oppiacei naturali.

IL CIOCCOLATO

Purtroppo i più golosi resteranno delusi, ma non esistono conferme scientifiche sul fatto che il cioccolato abbia degli effetti rilevanti sulla libido.

Di sicuro qualche cioccolatino non può che migliorare l’umore di chi lo gusta, grazie all’eccezionale quantità di feniletilammina, un elemento chimico che provoca sensazione di benessere ed eccitazione.

Gli afrodisiaci meno conosciuti

IL COCOMERO

L’insospettabile cocomero contiene citrullina, un amminoacido che ha lo stesso effetto del Viagra, dilata i vasi sanguigni e aumenta il flusso di sangue con conseguente e crescente eccitazione sessuale.

C’è un però…

La citrullina si trova in maggiori quantità nella buccia di questo frutto prevalentemente estivo. Per avere effetti rilevanti sarebbe necessario mangiare anche la parte verde del cocomero, non esattamente la migliore.

LE MANDORLE

Ascoltate bene uomini! Le mandorle stimolano la fertilità ed il desiderio sessuale, soprattutto nelle donne, grazie al loro contenuto di vitamina E. La medicina naturale le ritiene tra gli alimenti più afrodisiaci.

LE BANANE

Se le mandorle agiscono soprattutto sul desiderio sessuale femminile, le banane, ricche di potassio e di vitamina B6 rappresentano una mano santa per il testosterone.

Alcuni medici le consigliano anche come rimedio naturale contro l’impotenza e l’infertilità.

L’effetto placebo può fare la sua parte

Siamo pronti a scommettere che se organizzerete una cenetta a lume di candela con un aperitivo a base di ostriche e champagne ed un dessert che preveda una coppa di fragole coperte da cioccolato e panna, avrete ottime chance di raggiungere la terza base.

Il buon esito del corteggiamento potrebbe dipendere dalle sostanze contenute nelle pietanze da voi servite, ma non sottovalutate l’effetto placebo, ovvero la convinzione da parte del partner che determinati cibi possano amplificare le pulsioni sessuali.

RIPRODUZIONE RISERVATA

La Supereroina degli smacchiatori\ La Trielina

post-it-trielina

Se siete arrivati ad usare la Trielina vuol dire che siete dei tipi audaci, ma soprattutto che avete bisogno di un aiuto portentoso per salvare un capo al quale siete particolarmente affezionati.

Normalmente viene utilizzata come solvente industriale, spesso anche nelle lavanderie ed infatti è fra gli odori che le caratterizza.

Prima di tutto, che cos’è la Trielina o Tricloroetilene? 
E’uno smacchiatore che serve sia per mandare via le macchie dai tessuti, sia per eliminarle dalla pelle, ma dobbiamo fare MOLTA MOLTA ATTENZIONE a come la usiamo. E’ l’ultima spiaggia prima di buttare il capo macchiato, non dovete usarla come prima soluzione.  A tal proposito vi consiglio di leggere l’articolo sulle macchie impossibili da togliere dove troverete le soluzioni per eliminare qualsiasi tipo di macchia. 
 
trielina
 
La Trielina è uno degli smacchiatori e degli sgrassatori più potenti del mondo, toglie grasso, olio e vernici in maniera veloce e senza lasciare la minima traccia. E’ utile su cotone  e lana e per togliere il grasso dalle superfici, ma non dobbiamo MAI utilizzarlo su tessuti delicati perché li rovinerebbe per sempre. In più è anche altamente tossica. Bene ora che vi ho spaventati a sufficienza possiamo iniziare.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Per questa missione ci serviranno: Trielina, tuta protettiva ( o grembiule), guanti e mascherina, un panno rigorosamente bianco.
 
    1. Quando si lavora con la trielina bisogna lavorare all’aperto o se non è possibile aprire tutte le finestre.
    1. Ricordate che la trielina ha la tendenza a scolorire i tessuti, quindi prima di utilizzarla su una macchia effettuate una prova mettendo un po’ di prodotto in una parte piccola ed invisibile del capo, perché una volta tolto il colore sappiate che è irrimediabile.
  1. La macchia va trattata sottosopra, cioè dovete mettere il capo alla rovescia e smacchiare prima la parte interna del capo, una volta che la macchia sul rovescio del tessuto è sparita potete metterlo al dritto e con estrema delicatezza lo smacchierete definitivamente. 
      4. Prendete lo straccio bianco, imbevetelo nella trielina e poi sfregate la parte dell’indumento da smacchiare, ovviamente non dimenticate di  indossare i guanti durante tutta l’operazione. 
 
      5. Una volta smacchiato, mettere il panno all’aria per consentire alle sostanze chimiche ancora presenti sul corpo di disperdersi all’esterno. Non   indossare l’abito subito dopo averlo smacchiato e non mettetelo al sole.
 
      6. Riporre la Trielina in un luogo privo di fonti di calore e luce ed ovviamente lontano da bambini ed animali. 
 
Può essere utilizzata anche durante la stiratura sui colli ed i polsini delle camicie, mettendo in una tazza una soluzione di acqua e trielina ( in rapporto 6 a 1) , ed immergendoci un panno bianco strizzato tamponando fino a quando la camicia non risulta pulita e la macchia sparita.
 
 
Chicca in più? Ottima anche per trasferire immagini da una rivista ad un tessuto, per personalizzarlo.  Si mette il pezzo di giornale capovolto sul foglio o sul tessuto bianco e poi si tampona con ovatta inzuppata di trielina.
 
Consigli generali per togliere le macchie:
    1. leggere sempre le etichette con i simboli di lavaggio.
    1. fate sempre una prova di smacchiatura in un angolo nascosto.
    1. non lasciate invecchiare le macchie, ma agite prima possibile.
    1. per evitare gli aloni, stendete all’ombra i capi smacchiati.
  1. per macchie penetrate nel tessuto, mettete sotto i tessuti un panno assorbente, come una garza, l’ovatta, un fazzoletto, panno carta… così da permettere ai residui rimossi dallo smacchiatore di finire lì.

RIPRODUZIONE RISERVATA

Migliorare la memoria si può: ecco dei semplici trucchi

Quante volte avete sentito dire “una volta che ho dato un esame mi dimentico tutto quello che ho studiato”? Questo avviene perché si tende a ripetere infinite volte i vari argomenti, pensando, in questo modo, di fissarli per sempre nella nostra testa. La memoria di chiunque ha delle potenzialità inaudite, basta solo conoscere le strategie migliori per sfruttarle

Ricordate il film Limitless con Bradley Cooper e Robert De Niro? Grazie ad una pillola magica il protagonista riesce ad utilizzare al massimo le proprie potenzialità mentali. Probabilmente non esiste un escamotage del genere per rendere al top, ma ci sono dei trucchi che permetteranno alla vostra memoria di migliorare giorno dopo giorno, anche con l’avanzare dell’età.

Concentrati sulle immagini

Come accennavamo sopra, durante lo studio tendiamo a cercare di memorizzare più nozioni possibili ripetendole decine di volte, quasi come una cantilena, raramente ci concentriamo sul significato di quello che stiamo ripetendo. Questo avviene perché la nostra mente fatica ad incamerare informazioni verbali, mentre è più elastica se si tratta di ricordare delle immagini.

Volete fare un test? Guardate per un’ora una serie tv e per un’ora rilassatevi leggendo un libro. Scommettiamo che ricorderete molti più dettagli della prima (es: abbigliamento attori, eventi che accadono, location) che non della vostra lettura? Questo semplicemente perché i luoghi e i protagonisti del libro non li avete visti, ma solo eventualmente immaginati.

Stai più attento

Tre anni fa ho frequentato un corso di teatro in cui eravamo più di venti persone. Il primo giorno ci siamo presentati, ma mi ci è voluto più di un mese per ricordare i nomi di tutti, mentre ero in grado di identificare i miei “colleghi” in base alle caratteristiche fisiche o al modo di vestire.

La motivazione è di tipo antropologico e risale agli uomini primitivi, che tendevano a ricordare i dettagli più utili alla sopravvivenza, quindi l’aspetto ed il comportamento, piuttosto che il nome della persona o dell’animale che avevano di fronte.

Un trucco che dovrebbe aiutarvi a ricordare il nome della persona che vi viene presentata per la prima volta, è cercare di soffermarsi sul momento della pronuncia del suo nome, ripetendo ad esempio nella vostra testa: “il ragazzo rosso vestito di nero si chiama Luca”. In questo modo non appena rivedrete il rosso di scuro vestito capirete che si tratta di Luca. Sembra troppo semplice vero? Ma lo è!

Più sbagli più impari

Uno degli errori che ho sempre commesso durante il mio studio universitario è stato quello di ripetere sempre con il libro ed il quaderno davanti, in modo da avere la possibilità di controllare una nozione se non ero sicuro che la stessi dicendo esattamente.

Pensate ai bambini che all’inizio pronunciano molte parole storpiandole, poi vengono corretti e ci riprovano, magari sbagliano di nuovo pronunciando la parola anche diversamente, ma dopo un po’ di tempo imparano a pronunciarla perfettamente.

Provate a ripetere la lezione senza libro, andate avanti anche se vi bloccate su alcuni argomenti, buttatevi, solo alla fine andate a ricontrollare se avete azzeccato i concetti. In caso positivo avrete consolidato il vostro processo logico ( sarete arrivati alla soluzione, non ve la sarete semplicemente imparata a memoria), in caso di errore, fidatevi, ve lo ricorderete la volta successiva e non sbaglierete più.

Utilizza le associazioni e le analogie

Questa è una tecnica che può apparire complicata, ma in realtà non lo è.

Ti capita mai di vedere per la prima volta un oggetto che non conosci e di dire “assomiglia proprio a..” oppure di conoscere una persona e pensare “sembra il cugino di…”, immagino di sì.

Quello che devi fare è associare la cosa che non vuoi dimenticare ad un’altra molto simile o anche completamente opposta che conosci bene, in questo modo legherai indissolubilmente quei due concetti e creerai un ricordo più stabile.

VEDIAMO INSIEME IL METODO DEI LOCI

Tale metodo venne creato dagli antichi greci. Si basa sull’immagazzinare i ricordi in dei luoghi conosciuti, come possono essere le stanze della vostra casa.

Provate con una lista della spesa formata da una decina di prodotti. Cercate di memorizzarli in circa un minuto e provate a ripeterli senza guardare. Difficilmente riuscirete a ricordarli tutti.

Scegliete una stanza o un luogo della casa dove collochereste ogni singolo oggetto. Immaginate di camminare e di mettere ogni oggetto nel posto che avevate scelto. Appuntatevi i loci, ovvero i luoghi pratici dove avete collocato i prodotti.

Ora percorrete il tragitto mettendo effettivamente gli oggetti dove avete immaginato di farlo. Non occorre essere sempre scontati, es: mela nel cesto della frutta, bagnoschiuma nella doccia etc. Per assurdo se mettete il dolce al cioccolato sulla tazza del bagno, difficilmente vi potrete dimenticare di averlo posto in un luogo così strano.

Questa tecnica funziona perché vi permette di utilizzare entrambi gli emisferi cerebrali: l’emisfero destro (della creatività) sistemando gli oggetti dove più vi piace, l’emisfero sinistro (della razionalità) scegliendo i luoghi reali della vostra casa.

Vi sfido a ripetere tutti i prodotti della lista senza guardare, sono certo che si riuscirete. Potete provare anche con un numero maggiore di oggetti.

Ripete di meno, ma più volte

Si tratta della cosiddetta ripetizione dilazionata.

Quanti di voi si riducono all’ultimo per studiare e fanno nottata il giorno prima dell’esame? Niente di più sbagliato per memorizzare meglio. Organizzatevi il tempo in modo da preferire sessioni di studio di meno ore per più volte al giorno. In ogni caso se avete deciso di dedicare 4 ore allo studio di un argomento, è molto meglio che facciate due ore oggi e due ore domani piuttosto che tutte e quattro nello stesso giorno.

Questo tipo di tecnica funziona molto bene nel caso in cui tu debba memorizzare nuovi vocaboli in una lingua straniera.

L’importanza del fare gli schemi

Anche in questo caso devo ammettere i miei errori. Nel periodo universitario ero solito scrivere riassunti più lunghi del libro stesso, con la conseguenza di sprecare tantissimo tempo e di ritrovarmi a studiare un numero sproporzionato di pagine colme di informazioni inutili.

Anche nel fare gli schemi c’è un metodo vincente. Il primo passo è dare una gerarchia alle nozioni che stai leggendo e trovare le connessioni tra i diversi argomenti che stai affrontando. Non devi aver paura di eliminare le ripetizioni di un concetto in altre salse e tutto ciò che è superfluo.

Perché è importante analizzare quello che stai studiando?

Perché non solo ti sarà più facile memorizzare le nozioni, ma avrai soprattutto una migliore rappresentazione di tali nozioni.

All’inizio ti sembrerà di metterci più tempo, anche se, paradossalmente le informazioni a tua disposizione saranno più chiare e più sintetiche, così come sarà più facile collegare un argomento a quello immediatamente successivo.

Volete mettere a pochi giorni dall’esame ripassare una ventina di pagine di schemi ben fatti rispetto a due quadernoni di roba di cui vi ricorderete solo un decimo?

Foto: adhocnews.it

Marco Fabio Ceccatelli

RIPRODUZIONE RISERVATA

Mangi e non sei mai sazio? Fai attenzione, potrebbe essere gastrite!

L’intro in questo caso mi sembra doverosa. Non sono un medico, ma una paziente.

Ho iniziato a soffrire di gastrite fin da piccola, ricordo episodi già intorno ai 10 anni. Quando sei piccolo non capisci bene cos’hai e nemmeno come descriverlo. Mia madre racconta come fosse un incubo farmi mangiare, e che volevo rimpinzarmi solamente di riso in bianco. Le cause scatenanti della forma acuta probabilmente furono la separazione dei miei genitori e la situazione scolastica, con le prese in giro per qualunque sciocchezza da parte dei compagni di classe.

Col passare degli anni la situazione peggiorò, saltavo giorni di scuola perché costretta rannicchiata a letto con i dolori allo stomaco, con fitte e nausee. Ho ingurgitato Maalox, Gaviscon, Diosmectal, Buscopan, Biochetasi, Aloe, Tisane al Finocchio, litri di camomilla, ho parlato con gastroenterologi e ho fatto due gastroscopie. Stavo bene per un po’ e poi di nuovo quel dolore improvviso che mi ha rovinato cene, serate e che per un periodo ha condizionato le mie uscite.

Ho iniziato a capire tanto su questa patologia dopo la seconda gastroscopia, quando stanca di girare senza trovare una soluzione, ho seguito il mio istinto ed il mio medico, che ha saputo consigliarmi ed indirizzarmi verso uno stile di vita adeguato per convivere con la gastrite. Ho trovato una cura che mi ha aiutata nelle fasi acute, che sono andate via via passate da attacchi settimanali  a mensili fino a diventare sporadici. Ho dovuto necessariamente cambiare la mia alimentazione.

Lo scrivo oggi in questo post, perché parlando con un’amica mi sono resa conto che in pochi sanno riconoscere tutti i sintomi che la gastrite porta con sé.

Sintomi

Sicuramente tra i più comuni c’è la sensazione di bruciore, il dolore è localizzato nella parte superiore sinistra dell’addome ed alcune volte si può irradiare fino alla schiena. In generale i sintomi si acutizzano lontano dai pasti. Tali sintomi sono anche accompagnati da gonfiore addominale, con conseguenti rumori intestinali e, inoltre, possono anche verificarsi episodi di diarrea e febbre. Altro sintomo abbastanza comune è l’alitosi, una sensazione  come di aver masticato qualche alimento tra l’acidulo e l’amaro. Tosse stizzosa: è causata anch’essa dalla secrezione eccessiva di succhi gastrici e crea forte disagio soprattutto durante le ore notturne, quando ci si corica.

Uno dei sintomi meno noti di questa patologia è di non sentirci mai sazi, mangiamo e subito dopo il pasto abbiamo di nuovo fame. La prima volta che me ne sono accorta è stata quando la bilancia ha segnato 3 kg in più nell’arco di una settimana. Non ci avevo fatto caso, e ci sono voluti altri 3 episodi prima di farmi capire che le cose fossero correlate. Bruciori lievi dopo un pasto, stanchezza, occhi sbattuti e fame, tanta fame che viene alimentata dal desiderio di alleviare il bruciore.

Ho notato che accade nei cambi di stagione o nei cambi repentini di clima. Tutto questo per colpa della cattiva digestione. Questo perché la gastrite è correlata anche  allo stress, L’aumento della produzione di adrenalina e cortisolo porta il nostro organismo a pensare di essere sotto attacco e a richiedere maggiore energia per affrontare lo stress.

Digerire bene significa sentirsi sazi e appagati, e non solo perché una buona digestione fornisce le sostanze di cui corpo e mente hanno bisogno: sentirsi sazi significa anche assaporare il piacere di abbandonarsi, di godersi la calma e la tranquillità. Ecco perché, chi soffre di gastrite e di reflusso, avverte un bruciante dolore fisico e digerisce male, eliminando il piacere legato al cibo e alla convivialità.

Avere difficoltà digestive croniche rende il pasto quasi un momento temuto da affrontare.  Cosa, come, quando e anche con chi si mangia, viene valutato in modo minuzioso. Soprattutto se devi stare attento ad ogni minimo cambiamento per avvertire la prima insorgenza di dolore e poter intervenire in modo adeguato e repentino. Facile intuire come questo possa spalancare le porte all’ansia, innescando un circolo vizioso: più ansia uguale più gastrite, più gastrite uguale più ansia.

Cosa vuole la gastrite da noi? Che smettiamo di controllare cosa fanno gli altri, di rimuginare sul passato, che proviamo a rilassarci e a prendere la vita per come viene.

Cause

Stress: come abbiamo visto in precedenza anche uno stato d’animo particolarmente teso è in grado di provocare un’ipersecrezione acida, essendo lo stomaco un organo particolarmente sensibile.

Abitudini Alimentari: eccessiva assunzione di cibi troppo grassi, caffeina, spezie. Queste sostanze, infatti, se assunte in quantità esagerata, sono in grado di distruggere lo strato protettivo della mucosa dello stomaco, rendendolo quindi più vulnerabile alle secrezioni gastriche acide; così come l’abuso di alcool, responsabile della cosiddetta “gastrite alcolica”.

Farmaci: alcune persone che non hanno mai sofferto di gastrite in vita loro manifestano i primi sintomi dopo una cura ( per esempio cortisonica) se non associata a protettori per lo stomaco. L’uso eccessivo di farmaci antidolorifici (FANS), antiaggreganti, aspirine e il fumo sono tutti fattori che provocano un’ipersecrezione acida, che a sua volta va ad irritare la mucosa gastrica determinando la gastrite. Parlate sempre con il vostro medico e chiedete se sia necessario assumere un protettore associato al farmaco.

Helicobacter Pylori: batterio in grado di colonizzare e infettare lo stomaco. Questo microorganismo è in grado di sopravvivere nell’ambiente acido grazie alla produzione di ureasi, enzimi che vanno a scindere l’urea in ammoniaca e anidride carbonica. Circondandosi di una nuvola di ammoniaca, il batterio riesce così a neutralizzare gli acidi e a sopravvivere. Generalmente, l’infezione avviene durante l’infanzia: il batterio, una volta ingerito, riesce ad attraversare lo strato di mucosa che protegge la parete interna dello stomaco e a colonizzare i tessuti circostanti, dando inizio a una serie di risposte infiammatorie, tra cui la gastrite.

La Mamma: Alcuni studi dimostrano che molto spesso le persone che soffrono di gastrite hanno una madre invadente, che vuole imporre ai figli le proprie scelte di vita in ambito scolastico, professionale e sentimentale. Questo avviene anche attraverso “ricatti” mentali impliciti che influenzano soprattutto il momento in cui si è seduti a tavola, dove si è spesso costretti a consumare il pasto in un clima carico di tensione. Il cibo assumerà così una valenza negativa e quando verrà ingerito risulterà immediatamente indigesto, proprio come la situazione familiare.

La Rabbia: Ciò che più è evidente nei soggetti con gastrite è un’aggressività che difficilmente riescono a gestire. Si tratta di individui molto sospettosi che possono arrivare a soffrire di veri e propri complessi di persecuzione. E’ possibile che ogni tanto la rabbia trattenuta si tramuti in esplosioni di collera. Il digerire torti, offese e l’ingoiare bocconi amari è sicuramente una delle cose più difficili per questi soggetti che tendono a legarsi al dito ogni ingiustizia o presunta tale.

COME AIUTARSI:

Attività fisica: Gastrite e reflusso nascono dall’eccesso di tensione. Per allentare questo stato che chiude letteralmente la bocca dello stomaco, svolgere regolare attività fisica aiuta. Nella mia vita ho sofferto di stomaco soprattutto quando ho smesso di allenarmi. L’attività fisica fa miracoli sulla nostra salute. Dovrebbe essere obbligatoria e gratuita per quanto fa bene.

Fai con calma: mantenersi calmi ed evitare stress e nervosismo, specialmente quando si è a tavola, mangiando lentamente, perché una buona masticazione è alla base della corretta digestione.

Attenzione a come dormi: Non sdraiarsi o stendersi appena mangiato, meglio aspettare almeno due ore. Dormire sul fianco sinistro piuttosto che sul fianco destro. Ciò perché il cibo entra nello stomaco da destra e se si dorme sul fianco destro si favorisce la sua risalita nell’esofago, causando bruciore. Sollevare di 30 ° la testa del materasso.

No alle abbuffate: fare pasti piccoli e frequenti allo scopo di sfruttare l’azione tampone del cibo sull’acidità dello stomaco (fare almeno cinque pasti poco abbondanti ogni giorno). Evitare di bere acqua dopo cena, e alla sera consumare cibi densi, evitando la minestrina.

La Liquirizia: la mia migliore amica, chi mi conosce sa che ne ho sempre qualcuna con me. Gli estratti di liquirizia (rizoma) contengono flavonoidi, che espletano una spiccata attività antispastica sulla muscolatura liscia dello stomaco, e glicirizzina, che protegge il muco e cicatrizza le lesioni gastriche. Non bisogna assumerla in dosi eccessive per le note proprietà ipertensive che la caratterizzano. Al contrario no alla Menta.

I Broccoli: Io letteralmente li adoro! I germogli del broccolo proteggono lo stomaco. Consumare una porzione al giorno di germogli del broccolo potrebbe aiutare a tenere sotto controllo il batterio H. pylori. Uno studio condotto su 50 persone in Giappone  ha scoperto che mangiare circa 70 gr di germogli di broccolo al giorno per due mesi forniva una certa protezione allo stomaco. Si è appurato, infatti, che in questo modo i livelli di un marker dell’H. pylori nelle feci chiamato HpSA si era ridotto del 40%. Questo alimento contiene infatti sulforafano, già noto per le proprietà antibiotiche. Sfortunatamente questa sostanza non è in grado di distruggere il batterio, ma solo di tenerlo sotto controllo, limitandone però i danni a livello della mucosa.

Camomilla: utile per il contenuto in mucillagini, flavonoidi ad azione spasmolitica ed olio essenziale ad azione antiflogistica, spasmolitica ed ulcero-protettrice.

La Cottura: Favorire metodi di cottura semplici (lesso, al vapore, ai ferri, alla griglia, al cartoccio) e che non prevedano la cottura prolungata di grassi in quanti porta alla produzione di acroleina, sostanza tossica derivata appunto dalle temperature troppo elevate di cottura dei grassi (fritti, arrosto). Evitare l’aggiunta di condimenti extra come salse.

COSA MANGIARE:

Soprattutto nella fase acuta prediligiamo pasta, pane ben cotto, riso, cracker, grissini, fette biscottate, biscotti secchi, carni magre, prosciutti cotto e crudo, bresaola, pesci magri, frutta fresca cruda o cotta, sbucciata e privata dei semi, meglio se matura (tranne gli agrumi e relativi succhi),Formaggi freschi non fermentati (mascarpone, mozzarella, scamorza, robiola, stracchino, crescenza, fontina, bel paese),Parmigiano e grana, Yogurt.

CIBI DA EVITARE:

-Il caffè, il thè, la cioccolata, in quanto cibi “nervini” che stimolano la secrezione acida.

-Pane bianco poco cotto o integrale

-Carni grasse, carni salate o affumicate ed insaccate,

-Carciofi, cavoli, verze e coste, melanzane, pomodori, piselli, peperoni, crauti, ravanelli (favoriscono la formazione di gas),

-Legumi, tutta la verdura in scatolacipolle crude perché contengono sostanze in grado di rilasciare il muscolo che chiude la bocca dello stomaco, favorendo quindi il reflusso gastro-esofageo, anch’esso causa di una sensazione di bruciore all’apparato digerente.

-Frutta poco matura, arance, limoni, pompelmi e la frutta acida in genere

-Frutta secca (datteri,castagne,nocciole,arachidi,noci,mandorle)

-Salse piccanti, maionese, ketchup, senape, mostarda, peperoncino, sughi con spezie, pepe,zafferano, paprica, noce moscata,

-Alcolici, tutte le bevande gassate, acqua compresa;

– Tutte le bevande ghiacciate, tutti i liquidi troppo caldi, succhi di frutta acidi (limone, pompelmo, arancio, albicocca) e la menta.

L’articolo si conclude qui, sperando di esservi stata utile.

Ek.

RIPRODUZIONE RISERVATA

FOTO: meteoweb.eu

Lavorare troppo è dannoso, dopo i 40 anni largo al part-time

Se hai più di 40 anni e odi il lunedì più di qualsiasi altra cosa è comprensibile, soprattutto se la tua settimana è caratterizzata da 40 o più ore di lavoro.

Secondo una recente ricerca condotta dall’Università di Melbourne, lavorare più di 25 ore a settimana per gli individui over 40 potrebbe essere dannoso. I ricercatori hanno sottoposto 3000 uomini e 3500 donne a dei test cognitivi, come ad esempio: fare dei conti molto velocemente, leggere ad alta voce o risolvere dei semplici problemi di logica.

Attraverso l’analisi dei risultati i ricercatori sono giunti alla conclusione che le funzioni cognitive sarebbero preservate consentendo alle persone di lavorare solamente 3 giorni a settimana. Come conseguenza immediata ci sarebbe una drastica diminuzione dello stress, una maggior quantità di tempo libero a disposizione ed una migliore produttività da parte dei lavoratori.

Questo non deve portarvi a fare vostro il mantra “meno si lavora, meglio si lavora”, anche perché mantenere il cervello attivo è importante per rimanere giovani più a lungo e garantirvi un’elasticità mentale fino a tarda età.

Il Professor Colin McKenzie, responsabile della ricerca, sostiene che“Lavorare a tempo pieno è sicuramente meglio che non lavorare, per mantenere attive le funzioni cognitive, ma non è il modo migliore per massimizzare il rendimento lavorativo”.

La soluzione sembra essere la riduzione delle ore di lavoro oltre una certa età, con il passaggio dal full al part-time, con più tempo da dedicare ai figli e ai nipoti. Anche giocare e studiare con loro è un ottimo esercizio per mantenere le funzioni cognitive e psicologiche ad un livello alto.

RIPRODUZIONE RISERVATA

9 idee per fare movimento senza andare in palestra

C’è un vecchio detto che dice che se vuoi puoi trovare una scusa per ogni soluzione. E se siamo onesti sappiamo che se non andiamo in palestra probabilmente è perché abbiamo di meglio da fare

“Vorrei potermi allenare ma non ho tempo”, “lavoro tutto il giorno e quando torno a casa l’unica cosa che voglio fare è dormire”, “la palestra ha costi esorbitanti” , “andare in palestra è così noioso”.

Una dieta sana non basta

Ogni persona ha ben 640 muscoli. Chi li usa regolarmente non è più in forma solo fisicamente, ma anche mentalmente. Gli esperti consigliano di fare 10.000 passi al giorno, il che corrisponde a circa sei o sette chilometri. Oggi allora vediamo insieme come poter fare movimento e rimanere in forma in maniera furba, senza perdere tempo.

Cibo sano, piatti equilibrati, niente grassi o zuccheri: tutti sanno che si parte da qui per dimagrire, ma in tanti non si rendono conto che la dieta da sola non basta. Se si vuole davvero perdere peso, restare in forma e prevenire malattie cardiovascolari bisogna muoversi. Il movimento risveglia la mente, migliora l’umore, rende più stabile la psiche e ha un effetto antidepressivo.

Il motivo è che facendo sport si stimola il metabolismo e quindi in questo modo si bruciano più calorie. Inoltre il movimento è il primo nemico del colesteroloFare attività fisica è come mangiare cioccolato e fare sesso perché stimola endorfine, gli ormoni del piacere. E l’effetto è immediato. Muoversi, inoltre, riduce la ritenzione idrica e quindi la cellulite. Muovendosi i muscoli consumano lo zucchero in circolazione nel sangue abbassando la glicemia.

Per capire però bisogna provarlo e, dato che tante persone non fanno sport, perché non hanno tempo, perché non amano andare in palestra o perché fanno fatica (e quindi inconsapevolmente il cervello boicotta l’attività fisica), o perché non hanno ancora trovato qualcosa che gli piaccia davvero, ecco alcuni metodi per continuare comunque a muoversi, senza troppi sforzi, ma con tanta soddisfazione. Soprattutto perché il sovrappeso accumulato nell’arco di anni non se ne va con poche settimane di allenamento. È realistico aspettarsi un calo di peso di circa un chilo al mese.

Ecco le 9 idee per fare movimento senza fare sport

1-Sfrutta 15 minuti per camminare

Allunga il tragitto per andare al lavoro, magari scendendo un paio di fermate della metro prima della destinazione. Il tuo fisico ringrazierà, la felicità pure: in 15 minuti di camminata a ritmo sostenuto si bruciano in media 150 calorie. Se poi non dovete affrontare lo smog della città, muoversi con l’aria pulita di primo mattino aiuta a concentrarsi su se stessi e rilassarsi.

2. Come ottenere gli effetti di 30 minuti di corsa

Dimentica l’ascensore e fai le scale. Può sembrare ovvio, ma evidentemente non lo è, dato che appena lo abbiamo sotto mano, premiamo il pulsante dell’ascensore: eppure con 15 minuti di scale si producono gli stessi effetti di 30 minuti di corsa. Perciò dovremmo sfruttarle sempre: a casa, al lavoro, negli uffici pubblici che frequentiamo ogni giorno. Chi poi la scala le ha anche in casa, può sfruttarla per salite veloci e discese lente da ripetere per mezz’ora a giorni alterni: un programma di allenamento ad alta intensità perfetto per dimagrire.

3. Crea una nuova abitudine

Le grandi rivoluzioni si fanno a piccoli passi. Hai pensato, ad esempio, di creare uno o due appuntamenti a settimana solo per te per fare un giro in bicicletta? O anche sfruttarla per andare a fare la spesa, ad esempio. Il trucco è far rientrare questa nuova buona abitudine nella routine settimanale: sentirai quanto fa bene e non potrai più farne a meno.

4. Prendi un appuntamento con il divertimento

Se in molti non vanno in palestra, è perché si annoiano a star lì ad alzare e abbassare pesi, correre su un nastro e fare addominali. Il fatto è proprio questo: il segreto è divertirsi, rendere l’attività fisica una necessità, qualcosa che ci fa stare meglio. Per esempio, avevi pensato che ballare è un’attività fisica? Quando puoi, attacca la musica e scatenati: canta, muoviti, urla pure a squarciagola. Oppure potresti iniziare un corso di Rock and Roll, di Twist, di Salsa e così via. Ti aiuterà a scaricare le tensioni. Oppure vai al parco e cammina. Magari coinvolgi un’amica: in due è anche più entusiasmante, e ci si motiva a vicenda. Io per esempio ho iniziato a praticare il Wing Chun, arte marziale di difesa personale, ho iniziato per caso, ma mi diverto così tanto che non salterei una lezione per niente al mondo!

5. Rassodare i muscoli con le faccende domestiche

Lavare i vetri, passare l’aspirapolvere o lavare gli armadi sono tra le incombenze più noiose, eppure possono rivelarsi molto utili se sai come sfruttarle. Infatti, oltre a bruciare calorie, fare le pulizie, aiuta a tonificare i muscoli. Per esempio, disegnando dei cerchi mentre pulisci i vetri alleni le braccia, se ti pieghi a mo’ di affondo mentre ti occupi dei pavimenti, rassodi i glutei. Il trucco è sempre ottimizzare.

6. Allenati a casa

Vuoi allenarti e tonificare i muscoli senza andare in palestra? Guarda su YouTube, ci sono tantissimi personal trainer che caricano le loro lezioni. Puoi spaziare dallo yoga a workout completi. Noi consigliamo i video di “Umberto Miletto” o di “La scimmia Yoga”.

7. Il trucco per non perdere il ritmo

Qualunque sia la scelta, allenarsi a casa o fare il grande passo e andare in palestra, il segreto per continuare a fare movimento è la motivazione. Il fisico e la mente risentono subito dei progressi che fai, ma datti una spinta in più monitorandoli: sfrutta una delle tante applicazioni per smartphone che contano i passi e le calorie che bruci. Renderti conto che ogni giorno è una conquista in più, ti darà l’incoraggiamento per non smettere più. Per esempio, cerca di raggiungere i 10.000 passi al giorno, il numero che secondo l’OMS ci fa stare in salute. Non riesci ad arrivare a 10.000 passi? Anche 5/7.000 vanno bene. L’importante è avere un obiettivo, per avere un parametro per misurare i tuoi progressi.

8- Adotta un animale

Come dimostra una nuova ricerca dell’Università di Uppsala (Svezia), i proprietari di cani vivono più a lungo rispetto alle persone senza quadrupedi in casa. Secondo la psicoterapeuta Karin Hediger (33 anni), che studia il rapporto uomo-animale all’Università di Basilea, non deve per forza trattarsi di un cane: ogni relazione con un animale ha un effetto positivo. Probabilmente i cani riducono alcuni fattori psicosociali di stress, come la solitudine. I rapporti sociali aiutano a prevenire le malattie psichiche e fisiche. I cani sono animali sociali, in grado di compensare fino a un certo livello la mancanza di contatto con altre persone. Con un cane si fa molto più moto, questo è un dato accertato. Un cane ha un effetto particolarmente notevole sul comportamento di chi vive da solo.

9- In ufficio alzati spesso

Se state tanto seduti alla scrivania è importante inserire nella routine lavorativa brevi pause in cui fare un po’ di moto, soprattutto nel caso di lavori che ci impegnano tanto alla scrivania. Già queste brevi interruzioni possono fare piccoli miracoli per il corpo e lo spirito. Il tragitto verso la stampante, per esempio, stimola il metabolismo e fa affluire più sangue al cervello, con benefici anche per la capacità di concentrazione. In sintesi, più si alternano fasi di lavoro da seduti e momenti in movimento, meglio è. Contro la tensione unilaterale a cui sottoponiamo muscolatura e legamenti mentre stiamo seduti possono essere utili brevi esercizi di rilassamento e potenziamento.

A volte intraprendere una nuova routine sembra un ostacolo insormontabile e si rinuncia ancor prima di iniziare. La rinuncia nasce dalla paura del cambiamento, di uscire dalla propria quotidianità, di non riuscire ad incastrare ogni tassello o semplicemente di fallire. Proviamo ad iniziare a piccoli passi ogni nuovo percorso all’interno della nostra vita. Andate sempre avanti.

Vi lascio con una massima di Socrate che recita: “Chi vuol muovere il mondo, prima muova se stesso”.

Ek.

FOTO: Quotidiano.net

Sesso prima di una gara? Si grazie!

E’ dilemma che ha caratterizzato i secoli addietro e probabilmente non troverà una risposta definitiva neppure nei prossimi, fare sesso prima di una prestazione sportiva è controproducente o può portare addirittura dei benefici?

IL CONSUMO ENERGETICO DELLA PRESTAZIONE SESSUALE

La credenza originaria, perpetrata per anni soprattutto in ambienti calcistici, è stata quella che il fare l’amore alla vigilia di una partita fosse negativo per la prestazione dell’atleta. E’ ovvio che l’atto sessuale comporti un dispendio di energie da parte di chi lo compie, ma numerosi studi tendono a sostenere che si tratti di un consumo energetico ininfluente considerando che attraverso un atto sessuale di media durata si bruciano tra le 200 e le 300 calorie. Niente di tanto invalidante da giustificare un divieto assoluto di “divertirsi”.

SESSO PRIMA DELLA PARTITA? CLICCA QUI PER SCOPRIRE COSA NE PENSANO I CALCIATORI

PUò CAMBIARE DA SOGGETTO A SOGGETTO

Molto probabilmente non esiste una regola universale valida per tutti, alcuni individui si dedicano all’astinenza per evitare di distrarsi dall’incontro che li attenderà poche ore dopo, altri hanno bisogno proprio del relax derivante dall’attività sessuale per prepararsi al meglio, soprattutto dal punto di vista mentale.

Fare l’amore con un partner abituale o comunque conosciuto, in linea di massima garantisce una tranquillità maggiore e una minore ansia da prestazione. Cimentarsi in una prima volta, magari con una partner particolarmente focosa alla quale si vuole dimostrare tutto il proprio vigore, potrebbe portare ad un dispendio eccessivo di energie.

CIBI AFRODISIACI, QUALI FUNZIONANO DAVVERO?

LE DIFFERENZE TRA MASCHI E FEMMINE

Gli studi del ricercatore israeliano Alexander Olshanietzky sostengono che ci sia una grande differenza per gli atleti uomini e le atlete donne riguardo al sesso prima di una gara. In entrambi i casi la pratica sessuale fa aumentare i livelli di testosterone, ma mentre nel caso del genere femminile questa gioverebbe alle prestazioni sportive, nel caso dei maschietti porterebbe ad una diminutio atletica. Sarebbe necessario, nel secondo caso, un intervallo di ore maggiore per recuperare le energie ottimali per dare il meglio in partita.

CONCLUSIONI

Quello che si può sostenere con una certa tranquillità è che il sesso alla vigilia di una partita importante non è del tutto inconciliabile. Magari con la propria moglie o con la propria compagnia abituale e non alle 3 del mattino. Rilevante sarà anche il tipo di sport che si andrà a praticare il giorno successivo. Dato che dopo l’orgasmo calano sia il testosterone che la capacità di contrarre i muscoli, questo potrebbe essere utile in vista di uno sport di squadra come il calcio, la pallavolo o la pallanuoto. In caso di sport individuali, mantenere elevati livelli di testosterone può rivelarsi più profittevole, anche per mantenere una concentrazione maggiore, dato che si è soli contro l’avversario.

FOTO: Fidelityhouse.eu

MARCO FABIO CECCATELLI


La frutta fa dimagrire o fa ingrassare? I frutti più calorici

Iniziamo con il dire che la frutta, consumata con moderazione (non più di 330 – 400 g al giorno) fa bene. Diversi studi hanno dimostrato che le persone che mangiano più frutta e verdura hanno minori rischi di ammalarsi

Per esempio, un riesame di 9 studi ha dimostrato che il rischio di malattie cardiache si riduce del 7% per ogni porzione di frutta ingerita (Leggi qui lo studio https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S0091743500907722).

In particolare una ricerca condotta su 9.665 adulti negli Stati Uniti ha dimostrato che l’assunzione di frutta e verdura comporta un rischio di diabete nelle donne inferiore al 46%, ma non vi è alcuna differenza negli uomini (Leggi qui lo studio https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S0091743500907722).

Non tutta la frutta è adatta a tutti

Non tutta la frutta è adatta a tutti, soprattutto se stiamo cercando di mantenerci in forma. Le calorie della frutta fresca dipendono in buona parte dalle quantità di zuccheri naturali presenti all’interno di essa. Fichi e banane, ad esempio, sono molto più dolci di lamponi e mirtilli proprio a causa del diverso contenuto di zucchero.

Nelle diete sono sempre inserite alcune porzioni di frutta e questo è sicuramente un bene visto il numero di effetti benefici che la frutta ha sul nostro organismo. Nel caso, però, in cui si cerchi di seguire una dieta ipocalorica, bisogna prestare attenzione al tipo di frutta che scegliamo. Non tutti i frutti sono infatti adatti ad un regime alimentare che punta a ingerire poche calorie. E’ necessario quindi scegliere quei frutti che hanno un basso apporto calorico e di zuccheri, ma che come tutti gli altri danno un elevato senso di sazietà grazie alle fibre che contengono.

Il problema nasce infatti quando mangiamo altri tipi di alimenti, a cui la frutta si somma. Se dopo un pasto di per sé già calorico mangiamo un tipo di frutta come la banana, i fichi o l’uva, andiamo ad aggiungere altre calorie.

Quale frutta ha poche calorie?

Scegliamo di consumare frutta con un basso apporto calorico, come anguriapompelmomelepere, mandarini o kiwi, aiuteremo il nostro corpo a non ingrassare. Al tempo stesso ci forniranno comunque il giusto apporto di vitaminesali minerali e fibre, necessari a darci l’energia di cui abbiamo bisogno. Andiamo allora a vedere alcuni tra i frutti che contengono il maggior numero di calorie.

Di seguito una tabella con le calorie della Frutta dalla più calorica alla meno calorica:

FRUTTA  per 100 g
Noce di Cocco354
Bacche di Goji343
Datteri282
Tamarindo239
Cinorrodo della rosa canina 162
Avocado160
Fico 107
Maracuja 97
Banana 88
Zenzero80
Fichi74
Melograno74
Uva 70
Litchi 66
Cachi65
Mango62
Melograno60
Papaia57
Ananas55
More55
Pera 55
Melone 54
Mela 52
Kiwi 51
Ciliegie 50
Mandarino 50
Pompelmo 50
Prugna 47
Mirtilli rossi46
Arancia rossa 45
Mandarini45
Albicocca43
More43
More di Gelso43
Pesca 41
Pesche40
Mela cotogna38
Lamponi 36
Limone 35
Mirtilli 35
Fragole 32
Amarene30
Anguria30
Rabarbaro 21

NEMICI – AMICI

Il più calorico: Il COCCO

Il cocco è sicuramente uno dei frutti più calorici in assoluto. I dati lo dimostrano: per 100 grammi di polpa di cocco ci sono ben 354 calorie. E’ infatti un frutto che apporta molto nutrimento all’organismo e i suoi effetti benefici non sono pochi, ma se state seguendo una dieta forse è meglio evitare di consumarlo. Se però il sapore vi piace moltissimo e non riuscite a farne a meno potete optare per una dissetante bevanda: l’acqua di cocco.

Questo prodotto non è da confondere con il latte di cocco, che invece è molto più calorico! Arriva infatti a 240 calorie per 100 grammi. Per non creare confusione facciamo quindi una distinzione: l’acqua di cocco è quella che si trova naturalmente dentro le noci di cocco; il latte di cocco si ottiene aggiungendo del latte o acqua alla polpa di cocco macinata. Attenzione quindi a cosa acquistate se il vostro intento è quello di non ingrassare. L’acqua di cocco contiene pochissime calorie: solamente 19 calorie ogni 100 gr. E’ molto dissetante, l’ideale per l’estate come alternativa a qualche bevanda con molti zuccheri, coloranti e conservanti. Ha al suo interno un gran numero di sali minerali ed ha un’azione depurativa sull’organismo, combattendo anche la ritenzione idrica. Oltre quindi ad aiutarci contro la cellulite agisce, grazie al magnesio che contiene, anche contro gli attacchi improvvisi di fame. In caso di dieta ipocalorica quindi optate per un alternativa alla polpa di cocco, altrettanto gradevole e sana.

Il più grasso: L’AVOCADO

Contrariamente a quanto si pensa l’avocado non ha un livello esagerato di calorie: ne contiene infatti 160 per ogni 100 gr di polpa. Infatti ciò che contiene in gran quantità sono i grassi, ma non per questo va completamente eliminato dalla nostra alimentazione. I grassi che contiene infatti, sono grassi vegetali monoinsaturi, che sono molto utili all’organismo, anche durante una dieta. Contiene infatti moltissime vitamine e sali minerali che importanti a livello cardiovascolare, ma sono anche dei potenti antiossidanti, ovvero combattono l’invecchiamento delle cellule. Trucco fondamentale durante una dieta è quello di cercare di sentirsi sazi con alimenti poco calorici. Questo frutto ha questa straordinaria proprietà e degli studi scientifici hanno dimostrato che basta aggiungere una quantità pari a mezzo avocado ad ogni pasto per ottenere dei risultati importanti. Il senso di sazietà giungerà in poco tempo, così tenderete a non esagerare con le altre portate, in modo da aiutarvi a perdere qualche chilo durante una dieta dimagrante.

L’energico ricco di proprietà: LA BANANA

Le banane sono parte di quei frutti che spesso durante una dieta è sconsigliato mangiare. In realtà questo frutto apporta la quantità di 85 calorie per 100 grammi di polpa, quindi non è un apporto calorico così elevato come si potrebbe sembrare. Di sicuro l’apporto energetico è alto, infatti è consigliato consumarla a colazione in modo da dare al corpo tutta l’energia necessaria per iniziare nel modo giusto la giornata. Inoltre contiene molte vitamine e sali minerali, ma anche fibre. Per questo favorisce la regolarità intestinale, ma ha anche funzione antiossidante e rafforza il sistema nervoso. Il potassio che contiene aiuta il buon funzionamento del cuore e alcuni studi scientifici hanno dimostrato che aiuta ad abbassare il rischio di ictus. A favore del suo consumo durante una dieta c’è però il fatto che anche questo frutto dà una buona sensazione di sazietà, aiutando a consumare le giuste quantità di alimenti durante il pasto. Non è quindi totalmente da escludere dalla dieta, ma da consumare con qualche accorgimento.

 Le più curiose: LE FRAGOLE

La fragola (Fragaria vesca) è il “falso frutto” (in quanto si forma sulla base del fiore e non dall’ovario) dell’omonima pianta. I veri frutti sono piccoli acheni, detti impropriamente semi, sparsi sul ricettacolo fiorale trasformato in un corpo carnoso e rosso. Le fragole attivano il metabolismoproteggono i denti, contrastano celluliteipertensione e invecchiamento. Questo frutto contiene molti importanti elementi nutritivi: una notevole quantità di acidi organici e flavonoidi antiossidanticalcio e magnesio antigrasso, vitamina C antirughe e potassio diuretico.

5 curiosità che non conosci sulle fragole:

1.  un frutto contiene in media circa 200 semi

2.  in Belgio esiste un museo dedicato alle fragole

3.  appartengono alla famiglia delle rose

4.  sono disinfettanti perché contengono acido citrico

5.  la loro pianta cresce tutto l’anno

Il “Prius Malus” delle Rosacee: LA MELA

Alleate essenziali nei regimi alimentari, le mele sono ricche di pectina, fibra alimentare che, regolando il passaggio del glucosio dall’intestino al sangue, contribuisce a tenere sotto controllo il livello di glicemia e ne assicura un lento e continuo assorbimento.

Costituite per l’84-88% da acqua, sono un valido alimento per l’approvvigionamento giornaliero dell’organismo umano che necessita di almeno 1 lt di acqua al giorno. Le mele contengono una buona percentuale di vitamina C che, trasportando l’ossigeno, consente la respirazione cellulare.

Se applicato sulla pelle, il succo delle mele, la buccia e la polpa producono un effetto tonificante, dal momento che il beta-carotene, gli acidi fosforici e benzoici rendono questo frutto un vero e proprio dermatologico naturale. Le mele contengono inoltre quercitina, un bioflavonoide con potere antiossidante che protegge i polmoni.

Le fibre contenute nelle mele stimolano l’intestino pigro, l’azoto è utile per riprendersi dalle fatiche intellettuali, mentre il fluoro è un elemento indispensabile per la salute dei denti, poiché inibisce l’attività di numerosi enzimi che infragiliscono lo smalto dentario e sono responsabili delle carie.

Il più versatile: IL LAMPONE

frutti del lampone se consumati freschi come frutta da tavolo, forniscono all’organismo ottime quantità di vitamine A e C di acido citrico, pectina e fruttosio. Al di là dell’impiego alimentare da cui si ricava un’azione antiossidante, il lampone è anche uno dei fitoterapici più utilizzati.

Le foglie contengono flavonoidi (rutina) e sono indicate, sotto forma di infusi o decotti, nel trattamento della ritenzione idrica, per le loro proprietà diuretiche; grazie alla presenza dei tannini se ne consiglia l’uso in caso di diarrea, in quanto esercitano un’azione astringente; mentre per la proprietà antinfiammatoria le foglie del lampone sono utilizzate in presenza di stomatiti e stati infiammatori intestinali.

Il macerato glicerinato, o gemmoderivato, ottenuto dalle gemme, agisce sull’apparato ormonale femminile. E’, infatti, un regolatore dell’asse ipotalamo-ipofiso-gonadico e della secrezione ovarica, che trova impiego in tutte le disendocrinie della sfera sessuale della donna e in ogni necessità di regolarizzazione del ciclo mestruale.

La sua assunzione è quindi indicata nella sindrome premestruale associata a tensione mammaria, ansia, nervosismo, ritenzione idrica, acne, perché esercita un’azione riequilibratrice del sistema neurovegetativo. La proprietà antispasmodica e decongestionante trova ottimo impiego nella cura della dismenorrea, cioè le mestruazioni dolorose, per la sua capacità di calmare gli spasmi uterini.

Come riequilibratore del sistema ormonale femminile è anche indicato in caso di amenorrea, ossia la mancanza di mestruazioni, e nelle irregolarità del ciclo mestruale, compresi i ritardi puberali del menarca; nel trattamento delle cisti ovariche, dell’ovaio policistico, e dei fibromi. Infine è consigliato per tutti i disturbi che accompagnano il periodo della menopausa come irregolarità del ciclo, vampate, sbalzi d’umore e depressione.

Il meno calorico: ANGURIA

L’anguria è ricca di carotenoidi in grado di combattere l’azione dei radicali liberi e quindi l’invecchiamento delle cellule. Tra questi, come già detto, il licopene, un nutriente importante in quanto sarebbe in grado di ridurre il rischio di ammalarsi di diversi tipi di cancro.

E ancora: l’anguria è ricca di citrullina, un amminoacido che assicura l’equilibrio della pressione e mantiene elastiche le pareti arteriose e sarebbe quindi in grado di prevenire l’ipertensione e le malattie cardiache. Secondo alcune ricerche, una fetta di anguria al giorno sarebbe addirittura in grado di ridurre i livelli di colesterolo nel sangue. Infine, essendo ricca di acqua e quindi povera di calorie, l’anguria è un frutto perfetto per chi segue una dieta ipocalorica.

Conclusioni:

Come abbiamo visto, consumare frutta non influisce sull’aumento di peso, fornisce le giuste vitamine in inverno e acqua in estate. La frutta può essere usata come spuntino (veri e propri grammi di salute rispetto a uno snack iper calorico!), anche sotto forma di frutta secca oleosa, o prima dei pasti per arrivare sazi a tavola senza provocare problemi di digestione.

FOTO: Corpoumano.net

Ek. 

Perché festeggiamo il capodanno il 1 gennaio? Le tradizioni più diffuse, dai tempi antichi ad oggi

La domanda più temuta del mondo, dopo “quando ti sposi tu?” rivolta ad una single al matrimonio di sua sorella, è “cosa fai a capodanno”?

Scommetto che un brivido vi ha attraversato la schiena e vi ha reso tutta la pelle del corpo a buccia d’arancia. Vi sentireste meglio se vi dicessi che se foste nati più di 2000 anni fa in Egitto, avreste avuto fino al 1 marzo per decidere? Immagino di no.

La data del primo gennaio come inizio dell’anno deriva dal calendario giuliano, adottato da Giulio Cesare nel 46 a.c. . Precedentemente veniva considerato come capodanno, appunto, il 1 marzo.

La festa di capodanno si ispira ai festeggiamenti per il dio romano Giano, dal quale prende il nome il mese di gennaio. I romani erano soliti organizzare pranzi molto ricchi nei quali si scambiavano doni con gli altri commensali, in particolare vasi pieni di miele, datteri e fichi. In più si regalavano dei ramoscelli d’alloro, le strenne, così chiamate perché raccolte in una zona sacra alla dea sabina Strenia, che era portatrice di fortuna e felicità.

Nel medioevo il calendario giuliano venne molto usato, ma non tutti erano concordi sulla data da considerare come l’inizio ufficiale dell’anno. In Inghilterra e Irlanda il capodanno si festeggiava il 25 marzo nel giorno dell’incarnazione, in Francia l’arrivo del nuovo anno si festeggiava a Pasqua.

Solo con l’adozione universale del Calendario Gregoriano, ideato da papa Gregorio XIII nel 1582, la data del 1 gennaio come inizio dell’anno divenne infine comune.

VEDIAMO INSIEME LE TRADIZIONI  DI CAPODANNO PIù DIFFUSE

I botti di capodanno. 

Oltre a rappresentare, soprattutto per i più piccoli, il culmine della serata di capodanno, i famigerati “botti” vengono considerati come un’arma per allontanare gli spiriti maligni che sono soliti attaccarci nel momento del passaggio dal vecchio al nuovo anno.

Le strenne.

Tradizionalmente lo scambio dei regali avviene nel giorno di Natale, ma sappiate che scambiarsi un gran numero di doni nel giorno di capodanno è un augurio di abbondanza per tutto l’anno.

Le lenticchie a mezzanotte.

La tradizione vuole che mangiare lenticchie alla mezzanotte del 31 dicembre sia un augurio di ricchezza e prosperità per tutta la famiglia e per le generazioni future. I legumi vengono considerati come l’unico cibo che nutre nel corso del tempo e che quindi regala una ricchezza più duratura.

Il bacio sotto al vischio.

I popoli antichi ritenevano che questa pianta avesse molte qualità, in particolare veniva utilizzata per rituali di purificazione dai druidi e per rimedi contro la sterilità dagli antichi celti. Festeggiare la mezzanotte con un bacio sotto al vischio è di buon auspicio sia per suggellare una amore eterno, sia per augurare prolificità materiale e spirituale.

La biancheria rossa.

Anche questa usanza si fa risalire ai romani, che indossavano tale biancheria prima di partire per la guerra, in segno di buon auspicio per il sangue dei nemici che avrebbero versato sul campo di battaglia. Oggi è un modo per attirarsi la fortuna per il nuovo anno. Si consiglia di indossare biancheria rossa nuova, perché quella già usata potrebbe aver perso parte del suo potere.

RIPRODUZIONE RISERVATA