2019

Serate Natalizie: 10 Giochi che vi faranno fare bella figura

 
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Una delle cose che apprezzerete di più del vivere da soli, soprattutto nel periodo natalizio,  sarà il poter invitare gli amici a casa vostra per delle divertentissime serate dei giochi.
La cosa all’apparenza può sembrare difficoltosa, perché quando si tratta di bambini basta mandare ad alto volume“il coccodrillo come fa”, riempire la stanza di palloncini, patatine e panini con la nutella. Quando si cresce si perde la capacità di divertirsi senza vergognarsi, e quindi molti non organizzano più feste “infantili” per evitare di risultare immaturi agli occhi degli altri. Che tristezza!
Credete a me, in fondo restiamo tutti bambini, l’unica differenza la fa il taglio che diamo alla serata. Lo scopo? Rendere la festa memorabile ed entusiasmante.
 
 
Il buffet e la musica di sottofondo
La prima cosa alla quale dobbiamo pensare è un buffett ricco e variegato, non possono mancare le patatine, le noccioline, i pistacchi , che tutti adoriamo, le olive, le mozzarelline e i crostini. Un tocco in più lo danno i rustici e le pizzette che potete fare voi a mano con la pasta sfoglia già pronta oppure comprare congelati da scaldare al forno così da farli uscire caldi. Ovviamente utilizzate tovaglie di carta usa e getta, perché in queste occasioni si sporcano in maniera irreparabile.
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Non vi consiglio di organizzare una cena, ma di invitare tutti per le 21:00 avvisando che ci saranno degli stuzzichini, che normalmente verranno mangiati dai più golosi subito, ma non vi preoccupate per quelli che lì per lì non mangeranno. La serata è lunga e a mezzanotte la fame arriverà per tutti. Per creare movimento potreste pensare di disporre il cibo in vari punti della sala. Le bevande disponetele tutte su un tavolino con bicchieri di plastica ( mettete un  pennarello sul tavolo per scrivere il nome, altrimenti avrete la casa invasa da bicchieri ed ospiti che ve ne chiederanno ancora ed ancora ed ancora), ricordate l’apribottiglie in caso di vino e birra.
Mi raccomando la musica di sottofondo, scegliete una playlist che duri tutta la serata, mettetela bassa, che faccia atmosfera.
 
I protagonisti della serata: I giochi
Attenzione. La prima regola fondamentale è non giocare ad un gioco solo per tutta la serata se non siete assolutamente certi che quel gioco piaccia da morire a tutti gli invitati. Vi dovete divertire tutti. Certo se organizzate la serata Risiko ( che vi sconsiglio perché si sa, il Risiko scatena il guerrafondaio che c’è in ognuno di noi, e fa finire anche le migliori amicizie) gli invitati sapranno già a cosa vanno incontro, ma se invece, è una serata dei giochi generica, proponete più alternative agli ospiti.
Quindi quali sono i giochi che potete proporre?
 
1- Il gioco dei mimi
Questo è un classico, si tratta di creare due o più squadre in cui un membro  di ciascuna deve mimare un film in modo che la sua squadra indovini. I titoli dei film devono essere scelti dalla squadra avversaria e coloro che mimeranno avranno solo 1 minuto per cercare di rappresentare una scena o lo stesso titolo del film per far vincere la propria squadra. Per questo gioco potete comprare le carte in un negozio di giocattoli o munirvi di un block notes da 1 euro e 2 penne e far scrivere alla squadra avversaria i film da scegliere. Come timer usate il cellulare. Potete anche utilizzare la variante Musica che consiste nel canticchiare con la bocca chiusa una canzone, i membri della squadra devono indovinare la canzone e devono dire il nome della stessa o del cantante.
 
 
2- Gioco del “Non ho mai”
Per farlo occorrono bicchieri e bevande, preferibilmente alcoliche. Le regole sono molto semplici, qualcuno dice una frase in cui racconta una cosa che non ha mai fatto, se qualcuno della tavola l’ha fatto dovrà bere un bicchiere di alcool, altrimenti non dovrà bere nulla. Per esempio: “Non ho mai baciato una ragazza”.
 
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3- Birra Pong
Questo è un gioco per veri duri, per chi regge l’alcool in maniera incredibile o per chi ha un accompagnatore sobrio che lo riaccompagni a casa. In caso contrario potreste dover ospitare più di una persona per la notte. 
Per questo gioco serve un tavolo rettangolare che dividerete in due parti. Ad entrambe le estremità del tavolo dovete disporre una numero identico di bicchieri di birra. I giocatori si dispongono alle estremità opposte. Lo scopo del gioco è lanciare una pallina da ping pong facendola rimbalzare prima sul tavolo e poi dentro ad un bicchiere di fronte al vostro avversario. Se fate centro il vostro avversario deve bere da quel bicchiere, se sbagliate, a bere sarete voi. Perde chi finisce prima i bicchieri di fronte a sé.
 
 
 
 
4- Gioco del “Chi Sono?”
E’ una variante del famosissimo gioco “Indovina chi”. Ci si siede in cerchio, ogni giocatore scrive il nome di un personaggio famoso, storico o inventato su un pezzo di carta, lo capovolge e lo passa al giocatore alla sua sinistra, che senza girarlo deve leccare il retro e appiccicarselo in fronte. A turno, ciascun giocatore deve cercare di indovinare il nome che gli è stato dato ponendo delle domande agli altri giocatori che potranno rispondere solo SI o NO. Ogni giocatore ha diritto a una domanda, se la risposta è NO si passa al giocatore successivo, se la risposta è SI, può fare un’altra domanda. Vince chi indovina per primo.
Un’ulteriore variante consiste, ogni volta che qualcuno entra a casa, nell’attaccargli un foglietto col nome del personaggio sulla schiena. Devono essere personaggi conosciuti da voi (dalle celebrità ai cartoni animati, quello che volete!). Per tutta la sera ognuno dovrà fare domande per scoprire la propria identità. Le domande possono essere accolte con “Sì” o “No” e per renderlo più divertente, potete stabilire un tempo massimo per indovinare. Chi non ci riesce, può dover superare una prova o avere qualche tipo di penitenza, il primo che indovina, un regalino a sorpresa. 
 
5- Strega di Mezzanotte
Il nome è terrorizzante, ma si tratta di un gioco molto divertente. Forse troverete pochi “adulti” disposti a lasciarsi trascinare in questo gioco. Si sceglie una stanza della casa, di solito la più grande. Si estrae a sorte il giocatore che deve interpretare la strega e lo si invita ad uscire dalla stanza e a chiudere la porta. I partecipanti all’interno spengono la luce e si nascondono. La strega dopo circa 30 secondi apre la porta annunciando in maniera spaventosa il suo arrivo e, sempre rigorosamente al buio, deve cercare chi si è nascosto. Quando riesce a trovare qualcuno deve indovinare, semplicemente palpandolo, di chi si tratta. Il giocatore “scovato” può liberarsi dalla morsa della strega, ma se questa indovina di chi si tratta, il giocatore trovato si tramuta automaticamente nella nuova strega di mezzanotte. In caso la strega non indovini, è costretta a cercare qualcun altro nella stanza ed il giocatore trovato, ma non scoperto, può muoversi nella stanza e nascondersi di nuovo.
 
6- Indovina la domanda
Questo gioco provoca di solito risate a crepapelle, soprattutto se gli invitati sono molto fantasiosi e spiritosi. In alcuni casi farà uscire il peggio di voi, ma in senso positivo. Consiste nel dare ad ogni persona presente alla festa, cinque fogli di carta e una matita. Chiedere loro di scrivere cinque risposte (a qualsiasi domanda possa passargli per la testa), senza scrivere i loro nomi. Mettere tutte le risposte in un cappello e mescolare . Pescare dal cappello uno alla volta e vedere se gli ospiti riescono ad indovinare chi ha scritto la risposta. Questo può essere fatto alzandosi, uno alla volta, per pescare o si può fare passandosi tranquillamente il cappello, pescando di volta in volta e leggendo ad alta voce. 
 
7- “Saltinmente” 
Avete mai giocato a “Nomi cose città ed animali”? Questa è la versione Pro del gioco che ci ha fatti divertire da bambini. Un dado con 12 facce con le lettere dell’alfabeto, un timer, 18 carte categoria, 6 blocchi segna-risposte  e 6 cartellette. Il gioco è concepito per 6 giocatori, ma potete dividervi in squadre da 2 giocatori se siete 12 o da 3 se siete 18. Punti extra: Quando si risponde con nomi propri o titoli, aggiungere un punto extra per ogni lettera chiave in più usata nella risposta. Ad esempio, Ronald Regan, Brigitte Bardot, The Blues Brothers, 2 punti. Potete mettere in palio un regalo per la squadra che vince. Il divertimento è assicurato! In generale i giochi da tavola sono sempre piuttosto apprezzati in serate tranquille. 
 
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8-Lupus in tabula
La prima volta che mi hanno spiegato questo gioco l’ho trovato estremamente complicato, ma subito dopo averci giocato è diventato una sorta di droga. E’ una variante molto sfiziosa dei classici giochi di ruolo da nerd tipo “Dungeons and Dragons”. Esistono le carte specifiche del gioco con sopra raffigurati gli innumerevoli personaggi che compongono il microuniverso di Lupus, ma non preoccupatevi, potete utilizzare anche le carte piacentine o francesi, molto più semplici da rimediare. Tralasciando i tantissimi personaggi secondari, abbiamo i VILLICI (potete usare i fanti e i cavalli di coppe, spade e bastoni), i LUPI MANNARI (2 o 3 assi di vostra scelta), il VEGGENTE (cavallo di denari), la GUARDIA (il re di denari), il MEDIUM(il fante di denari) e il MASTER che è colui che gestirà le varie fasi del gioco senza prendervi parte. Nulla vi vieta di scegliere anche carte e semi diversi per i personaggi, l’importante è che sia chiaro sin da subito a quale personaggio corrisponde ogni singola carta.
Il MASTER distribuisce le carte a tutti i giocatori che devono mantenere segreta la propria identità. Il gioco si svolge in due fasi, la notte ed il giorno. Di notte tutti i personaggi hanno gli occhi chiusi, il MASTER li fa aprire ai LUPI (in genere 2 o 3, in base al numero dei partecipanti) che quindi si rivelano a vicenda. I lupi devono decidere qualcuno da uccidere, indicandolo al Master. A questo punto il Master fa chiudere gli occhi ai lupi e li fa aprire alla Guardia che indica qualcuno che vuole salvare (chi viene indicato non può morire anche se preventivamente scelto dai lupi). Anche la Guardia richiude gli occhi e li apre il Veggente che può interrogare il Master sull’identità di uno dei giocatori, chiedendo se si tratta di un lupo, il Master risponde SI o NO. Il Medium entra in gioco dal turno successivo. Dopo questa procedura il Master dichiara l’arrivo del giorno, tutti possono aprire gli occhi, il Master informa tutti quanti sulla morte di uno dei partecipanti, che da quel momento non può più parlare e dare indicazioni. Arriva adesso la parte più interessante del gioco, perché i giocatori sopravvissuti devono decidere chi impiccare, ritenendolo il responsabile della morte del primo giocatore. Si aprono discussioni accesissime e fantasiose che terminano con una votazione che porta all’impiccagione del più votato. Lo scopo del gioco per i Lupi è uccidere gli altri giocatori fino a quando non si arrivi ad un numero pari a loro (es: 2 lupi e 2 villici), lo scopo dei villici e dei loro alleati (Veggente, Guardia e Medium) è smascherare i Lupi durante la fase diurna e impiccarli tutti. Il MEDIUM nella successiva fase notturna può chiedere al Master se il giocatore appena ucciso era un lupo ed utilizzare questa informazione a suo favore durante le discussioni diurne. Queste sono le regole in generale, provate a spiegare nel modo più semplice possibile. Come vi ho accennato sopra, il gioco ha tantissimi personaggi secondari che possono essere decisivi per l’esito della partita. Se questo breve sunto sul gioco vi ha incuriosito, vi consiglio di andarvi a cercare le regole complete su internet o di comprare direttamente il gioco da tavolo.
 
 
9- Pictionary: E’ un gioco che mette alla prova la vostra abilità come disegnatori. Ci sono delle carte con sopra disegnati oggetti e soggetti vari o dove sono scritte delle azioni. I giocatori divisi in squadre, a turno pescano una carta e devono fare indovinare ai compagni cosa c’è stampato sulla carta, disegnandolo.
 
10: Tabù: Uno dei miei preferiti. Ci si divide in squadre, a turno un giocatore di ogni squadra pesca una carta sulla quale c’è scritta la parola da far indovinare ai componenti della propria squadra. Per far indovinare la parola il giocatore deve cercare di spiegarsi e trovare esempi, senza però pronunciare le 5 parole scritte sulla carta (sotto alla principale), che rappresentano appunto le parole “taboo”. E’ un gioco che coinvolge molto e che crea animate discussioni e moltissime risate perché molti avranno difficoltà a spiegarsi e si impappineranno in maniera alquanto comica.
 
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Malinconia durante le feste natalizie? No grazie!

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 Luci e addobbi sparsi per tutta la città, Babbi Natale che intrattengono frotte di bambini ad ogni angolo,  dolci e leccornie di ogni sorta che fanno capolino sulle nostre tavole. Questi sono solo alcuni degli aspetti della magia del Natale, del quale neanche l’arguto Jack Skeletron è riuscito a comprendere a pieno l’essenza.
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“Santa Claus is coming to town”, la tradizionale canzone natalizia ci annuncia l’arrivo in città di un paffutello signore barbuto che ama gratificare i bimbi buoni con doni desiderati per tutto l’anno.
Il problema è che siamo cresciuti, non siamo più bimbi buoni, i fantastici giocattoli che ricevevamo qualche anno fa, si sono tragicamente trasformati in sciarpe, guanti, libri di Bruno Vespa, presine per la cucina, maglioni lilla con i rombi blu, ciabatte della nostra squadra del cuore.
Diciamoci la verità, coloro che vivono da soli, soprattutto se la nuova avventura  è cominciata da poco, provano un po’ di malinconia nel periodo natalizio.
 Magari qualcuno di caro non c’è più, magari siamo lontani dalla famiglia e dagli affetti, il nostro unico addobbo natalizio è una candela con le stelline comprata al supermercato. La tristezza ci sorprende da soli in casa sul divano mentre Kevin ha perso di nuovo l’aereo, l’avaro Sig. Scrooge si commuove di fronte alla vita sciagurata di Timothy e decide di redimersi, Fantaghirò salva per l’ennesima volta Romualdo grazie all’aiuto di pietre e cavalli parlanti. 
 
 Eh no! Non arrendetevi alla depressione. Questo stato d’animo appartiene a tutti noi, quindi sappiate che non siete soli. C’è chi soffre di un vero e proprio disturbo stagionale a causa delle alte aspettative per le festività natalizie. Uscite dal guscio che vi rende tristi e fate sbocciare la creatività che c’è in voi! Siate protagonisti del Natale!
Sapete perché da piccoli tutto era magico, meraviglioso, festoso, divertente? Perché qualcuno, un adulto, la mamma, una sorella, una zia, lo rendeva meraviglioso, faticando per rendere tutti felici. 
Riflettete, la vostra malinconia da cosa deriva? Vi sentite soli? E allora andate da chi volete andare! Se vi manca la famiglia non c’è da vergognarsi, andate, e se non potete andare, chiamate! Fate una telefonata a chi vi manca, scrivetegli un messaggio su  Whatsapp. 
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Siete tristi perché la vita reale è ben lontana dal prodotto confezionato che ci propinano gli spot natalizi, con famiglie perfette, sedute armoniosamente intorno ad una tavola, apparecchiata in modo altrettanto impeccabile. La vita reale è fatta anche di discussioni, tensioni, genitori separati che si lanciano piatti e cattive parole, pesanti assenze, anziani soli, difficoltà economiche.
Anche in questo caso non siete soli. Succede a tutti noi, ricordate che non siamo un prodotto commerciale e per essere felici non abbiamo bisogno di oggetti costosi o di famiglie perfette.
Fate in modo che il Natale crei bei ricordi, la mamma che prepara le fettuccine fatte in casa mentre discute con vostro padre perché le ruba, il sugo che borbotta, la nonna che frigge come se non ci fosse un domani e voi che prendete di nascosto il carciofo fritto a turno con i vostri cugini, lei che fa finta di niente, lo zio che si addormenta sul divano mangiando un mandarino, la tombola, il tresette, il sette e mezzo, il nonno che racconta dei tempi lontani, i regali.
A questo serve il Natale, a regalarvi bei ricordi che vi scalderanno il cuore nelle notti buie e solitarie.
E se la persona che ci manca non c’è più? Se siete soli, single, separati, orfani, sappiate che non necessariamente il Natale deve essere trascorso nelle famiglie “tradizionali”. Famiglia è ovunque ci sia del calore e del sostegno reciproco. Con amici, parenti, o anche da soli con se stessi a fare qualcosa che ci rende felici, sono tutti ottimi modi di trascorrere le feste.
Non sentitevi inadeguati e meschini se non fate quello che ci si aspetta da voi. Coccolate chi vi sta intorno senza per questo trascurare ciò che vi fa stare bene. Se non amate fare shopping e fila alle casse, ordinate i regali online oppure se amate cucinare, preparate delle marmellate o dei liquori fatti in casa da regalare ad amici e parenti.
Cucinate insieme a persone care un pranzetto con i fiocchi, create addobbi riciclati, prendetevi del tempo per passeggiare e rilassarvi, regalate qualche ora a chi desidera davvero trascorrere più tempo con voi. 
 
Organizzatevi per tempo, in modo originale, non aspettate l’ultimo momento per poi dire a voi stessi che la vita non cambia mai e che siete destinati a rimanere soli ed abbandonati. State con chi vi fa stare bene, e ricordate sempre che non siete soli. Non permettete alle festività di sottolineare ciò che è mancato e continua a mancare. Guardate invece le cose belle che avete, concentratevi su quelle e siate felici. 
Vi auguro risate a crepapelle, abbuffate di pandori e panettoni, di vincere a tombola, di fare una maratona della vostra serie tv preferita ( io farò la maratona dei cartoni Disney) e sopratutto di essere sereni.
Buon Natale!
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Ricette facili: Cantucci al cacao

Oggi prepariamo dei biscotti tipici toscani, in particolare della città di Prato. Consumati a fine pasto, accompagnati da un corposo vino rosso, stiamo parlando dei cantucci toscani. Noi li prepareremo nella versione con mandorle e cacao, ma potete scegliere la versione classica (senza cacao) o altre varianti di vostro gradimento.

Tempo: 1h

Strumenti necessari: 

piano da lavoro/ spianatoia- setaccio per cacao/farina- minipimer per tritare pistacchi- teglia da forno- carta da forno- coltello- forno- piatto o ciotola per servire

Ecco gli ingredienti per la nostra ricetta (30 biscotti circa):

-250 gr farina

-50 gr cacao

-3 uova

-300 gr zucchero

-1 cucchiaio di scorza di arancia grattuggiata

-100 gr pistacchi sgusciati

-3 g bicarbonato

-100 gr mandorle sgusciate

-latte  (facoltativo)

-sale

1°Passo:

Disponete a fontana sulla spianatoia la farina, setacciata con il cacao; al centro versate le uova, lo zucchero, la scorza di arancia, i pistacchi tritati grossolanamente, il bicarbonato ed un pizzico di sale.

2°Passo:

Impastate fino ad ottenere un composto omogeneo, aggiungendo un po’ di latte se risultasse troppo asciutto, quindi incorporate le mandorle, intere e con la pellicina.

3°Passo:

Ricavate dall’impasto 3 filoncini dello spessore di circa 3 cm, disponeteli su una teglia foderata di carta da forno e cuoceteli per 15 minuti in forno già caldo a 190°C.

4°Passo:

Sfornate i filoncini, lasciateli intiepidire e tagliateli in fette oblique spesse circa 1 cm.

5°Passo:

Ripassate i cantucci in forno a 180° C per circa 10 minuti. Sfornate e lasciate raffreddare prima di servire.

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Ossessionati dalla shopping? Arriva il bracciale che vi punisce se spendete troppo

I Love Shopping è un film nel quale si è riconosciuta più di una generazione.

L’impulso ossessivo di comprare capi d’abbigliamento firmati, in particolare scarpe, ma anche dispositivi elettronici, modellini super costosi, console per videogiochi e svariate altre “golosità”, sta caratterizzando in particolare le nuove leve, che non hanno necessità di disporre di molti contanti.

Con la carta di credito e con il bancomat non ci si rende subito conto di quanto si è speso. I messaggini della banca si possono tranquillamente cestinare e ci si può pensare più avanti, fino a che non arrivano i dolori ed i malumori per il conto in rosso a fine mese.

L’invenzione che può salvarci il portafoglio

Avete mai sentito parlare di Maneesh Sethi?

E’ un imprenditore statunitense divenuto famoso per aver chiesto ad un suo collega di schiaffeggiarlo ogniqualvolta si fosse connesso a Facebook durante l’orario di lavoro.

Cosa si è inventato stavolta il caro Maneesh?

Ha creato Pavlok, un bracciale anti-shopping che invia una scarica di 225 volt al proprietario quando supera una certa soglia di spesa facendo compere.

Teoria del riflesso condizionato

Questa invenzione prende il nome da Ivan Pavlok, uno scienziato russo che aveva studiato il riflesso incondizionato nei cani.

Con i suoi esperimenti era riuscito a dimostrare che attraverso un sistema di premi e punizioni si poteva condizionare il comportamento dei nostri amici a 4 zampe.

Lo scaltro Maneesh ha pensato di “punire” il compratore compulsivo con delle scosse elettriche, per fare in modo di inibire la sua ossessione per lo shopping.

Potete trovare Pavlok in commercio alla modica cifra di 190 euro.

Potrà sembrarvi tanto, ma pensate in prospettiva quanto vi permetterebbe di risparmiare, a meno che non abbiate intenzione di comprarne una decina per il semplice gusto di farlo.

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Se il mondo è pieno di ingiustizie cosa possiamo fare?

Quando vai a vivere da solo e inizi a sperimentare la vita al di fuori della famiglia, scopri che il mondo è pieno di ingiustizie. Da molte di queste venivi volontariamente o involontariamente protetto dai tuoi genitori. Adesso che mentre fai la fila per pagare una bolletta c’è il solito furbetto che passa avanti perché conosce il cassiere, non sai a che santo votarti.

O l’incivile che parcheggia in doppia fila, sparisce e ti fa fare tardi ad un appuntamento importante, le tasse ingiuste, i canoni troppo elevati, l’aumento smisurato e incontrollato del carburante, i pedaggi autostradali alle stelle che ti costringono a cambiare strada per non pesare sul bilancio familiare e, non ultimo, l’obbligo di pagare 2 centesimi a busta per gli ortaggi al supermercato.

Dopo un po’ di tempo cominci a giocare d’anticipo, diventi paranoico e parcheggi lontano, immaginando che per pigrizia la gente avrà parcheggiato in tripla fila davanti al bar, poi come per magia, 200 metri più avanti ci sono dieci parcheggi comodi comodi.

 I motivi per i quali bisogna mandare giù il boccone amaro sono sempre di più, il padrone di casa furbetto, i vicini rumorosi, l’ascensore puzzolente, le deiezioni dei cani sui marciapiedi, l’arroganza, la maleducazione, ma anche parenti e amici che spesso passano il limite.
C’è il rischio di diventare rabbiosi verso tutti, soprattutto se siamo brave persone iniziamo a trovare tutto ingiusto, e più sale il senso di ingiustizia più sale la rabbia. E’ successo anche a me. Trovo ingiusto dovermi arrendere. Se conoscete il testo di “Sei Offeso” di Niccolò Fabi è esattamente quello che ad un certo punto tutti noi sentiamo “Dillo pure che sei offeso, da chi distrugge un entusiasmo, da chi prende a calci un cane, da chi è sazio e ormai si è arreso, da tutta la stupidità”.

Cosa fare allora? Certamente non possiamo uscire di casa e fare i folli e litigare con tutti, e sicuramente non possiamo farci giustizia da soli.

Come diceva il  Grande Mago Merlino “Tutti hanno problemi, il mondo è pieno di problemi”, che ci piaccia o no, TUTTI noi avremo ripetutamente a che fare nel corso della nostra vita con degli ostacoli più o meno ardui, soprattutto se ci sono progetti importanti da realizzare.

1. La prima cosa che dobbiamo capire è che queste persone non cambieranno, amici, colleghi, partner o superiori, e non possiamo modificare il loro atteggiamento. Certamente il desiderio di vendetta sarà forte in voi, ma quale costo siete disposti a pagare? Perché la rabbia ed il livore hanno un prezzo molto alto da pagare. Dovete avere la consapevolezza degli elevati costi che può comportare la rivalsa. Smettetela di essere rabbiosi, fa male a voi che non vi godete la vita e vi rodete dentro ed in più gli altri continueranno a fare come vogliono pensando pure che siete sempre nervosi e scontrosi senza capire quale sia il problema o credendo che siete dei “pesantoni”.

2. Il secondo passo da compiere è scegliere le battaglie per le quali vale la pena combattere e quelle che, invece, possiamo far passare in cavalleria. Come fare a far passare in cavalleria?  Allontaniamoci dalla fonte che ci crea rabbia a costo di cambiare casa o quartiere se necessario.

3.Cerchiamo di praticare attività che ci piacciono, ci fanno sentire bene e che ci distraggono da queste arrabbiature e gratifichiamoci. Smettiamola di perdere tempo a pensare che questa o quella cosa è ingiusta. Segnatevi in palestra, andate al cinema o al teatro a vedere quello spettacolo che è da tanto che volevate vedere, uscite e divertitevi e lasciate stare l’ingiusto.

4.Utilizziamo la Resilienza, l’arte di adattarsi al cambiamento e di saper cogliere al volo le risalite dopo discese ardite, senza farsi demoralizzare. Avete ragione, le ingiustizie ci fanno arrabbiare e ci scoraggiano. Ci viene da pensare “che lo facciamo a fare se poi… A cosa serve essere una brava persona se vanno avanti sempre i furbi… Inutile parlarci tanto poi va sempre a finire che si discute… etc” No! Non vi demoralizzate, non siete voi che siete sbagliati, però dovete cercare di trovare un modo di adattarvi, e se non ci riuscite, cambiate.

5. Parliamone. Non dobbiamo essere rabbiosi, evitiamo di urlare. Non è semplice trovare il coraggio di parlarne, e di spiegare quali sono le nostre frustrazioni. Le persone dall’altra parte non ci capiscono, ma  forse alla lunga li faremo riflettere ( soprattutto se sono familiari) e potrebbero provare a modificare il loro atteggiamento. Quantomeno ci abbiamo provato. Se il problema però ci turba particolarmente o se non riusciamo a parlarne con chi ci fa innervosire, io vi consiglio il supporto temporaneo di un terapeuta, una persona imparziale che saprà farvi capire dove sbagliate e come aggiustare il tiro per migliorare la vostra vita.

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I consigli di base per diventare nomadi digitali

Quanti di voi si sentono intrappolati in una vita lavorativa che lascia poco spazio all’immaginazione e al tempo libero? Che vi costringe a rimanere chiusi fra quattro mura per una quantità interminabile di ore?

Per quanto, in alcuni casi, l’ufficio non sia l’ambiente peggiore dove trascorrere il proprio tempo, esiste un desiderio mai sopito di libertà che ci fa balenare l’idea di mollare tutto e partire per un lungo, lunghissimo viaggio.

Anche in Italia si sta diffondendo sempre di più il lavoro da remoto, che permette alle persone di lavorare comodamente da casa o da qualsiasi altro luogo che preveda una connessione ad internet.

Avrete sentito parlare dei nomadi digitali, identificati quasi sempre con i giovani o i giovanissimi, profondi conoscitori delle nuove tecnologie, ma soprattutto liberi da vincoli familiari e lavorativi.

CHI SONO I NOMADI DIGITALI?

Sono persone che amano viaggiare e lavorare quando e dove vogliono. Hanno bisogno solamente di un pc e di una connessione ad internet.

COSA FANNO?

Esempli classici di nomadi digitali sono gli youtuber, gli influencer, i networker, ma anche i consulenti Ceo, i web designer e i commercialisti che lavorano da casa.

CONSIGLI PER INTRAPRENDERE QUESTA CARRIERA

Innanzitutto bisogna individuare il proprio settore di competenza e specializzarsi in quell’ambito tanto da acquisire una credibilità adeguata ed un curriculum ricco. Se diventerete bravi davvero, le vostre consulenze saranno richieste e potrete farvi pagare per fornirle.

Elemento imprescindibile per portare avanti questo tipo di lavoro è imparare l’inglese come se fosse la vostra lingua madre. Frequentate corsi, cercate di conversare il più possibile con amici e conoscenti inglesi o irlandesi dal vivo o tramite Skype.

Comperate un portatile che possa garantirvi delle prestazioni eccellenti anche quando dovrete tenere aperte più finestre e programmi contemporaneamente.

Se sceglierete di viaggiare in lungo ed in largo per il mondo, assicuratevi sempre che l’hotel che vi accoglierà disponga di una connessione wi-fi libera o con costi contenuti.

Non avrete un capo che vi pressa per una consegna imminente, ma la vostra forza di volontà dovrà essere tanto gagliarda da permettervi di raggiungere gli obiettivi prefissati, anche se non siete “obbligati” a farlo. Non siete in vacanza, per almeno 5/6 ore dovreste dedicarvi al vostro lavoro, magari in spiaggia e sorseggiando un cocktail, ma dovrete essere disciplinati. Rimandare un compito è un rischio.

Valutate se le entrate derivanti dal vostro lavoro vi permettono di viaggiare senza rimetterci denaro.

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Laviamo i Peluche: 6 metodi rapidi e performanti

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Eh si, siamo diventati grandi, adulti, eppure molti di noi, in un posticino nascosto, conservano ancora il loro peluche del cuore, quello dal quale non riuscono a separarsi. Certo, non ci dormiamo più insieme, magari è li che ci guarda dall’alto dell’armadio e il suo sguardo ci fa sentire più sicuri.
Alcune sere mi piace andare dal mio peluche per  prendermi un abbraccio, tornando per un attimo bambina.
 
 
Quando lo abbraccio mi rendo conto che non sempre sa di bucato, alcune volte odora di polvere, e quindi capisco che è arrivato il momento di un bel bagnetto.
Nel caso in cui siate diventati genitori, avrete a che fare con peluche di tutte le taglie dalla mattina alla sera e arriverà il momento in cui vorrete “rinfrescarli” anche voi.
 
Il peluche tende a sporcarsi spesso, quindi  necessita di essere pulito periodicamente per evitare di diventare dimora di germi ed acari, che possono provocare allergie nei vostri bambini.
Pulirlo, però, è un operazione molto delicata, perché il lavaggio sbagliato potrebbe rovinarlo per sempre!
 
 
CON L’ASPIRAPOLVERE:
Questo è uno dei modi migliori per pulire i peluche senza rovinarli. In questo caso abbiamo bisogno di un’aspirapolvere molto potente. Aspirate il peluche togliendo la polvere ed i residui di sporco. Poi usate un panno pulito e umido e un detergente delicato per pulirli delicatamente. Passate un panno privo di sapone per risciacquare. Questa operazione potete farla ogni 3/5 giorni per mantenere il peluche sempre pulito.
 
 
CON IL VAPORETTO: 
vaporetto
Questo è un modo per disinfettare il peluche e pulirlo senza rovinarlo. Passate il vapore su tutto il peluche e poi mettetelo ad asciugare all’aria aperta, così da eliminare anche gli ultimi acari rimasti. 
Una volta asciutto, spazzolatelo con una spazzola morbida, o con un asciugamano bianco, per mantenere la morbidezza del pelo.
 
 
 
 
NEL FORNO A MICROONDE o NEL CONGELATORE:
Non ve lo aspettavate eh? Solo per completezza di informazioni vi dico che alcuni peluche di ultima generazione, prevedono questo tipo di sterilizzazione nel microonde, per eliminare gli acari, ma deve essere scritto sull’etichetta. Serve per togliere gli acari, ma non pulisce le macchie di sporco. Un altro modo efficace per eliminare gli acari dai peluche e molti batteri è quello di inserire i peluche in una busta di plastica ben chiusa e lasciarli per 24 ore nel congelatore di casa.
 
IN LAVATRICE:
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Non è sempre possibile lavare il peluche in lavatrice. La prima cosa che dobbiamo fare è controllare sull’etichetta ( che normalmente si trova sul sederotto) così da evitare di fare danni.
Una volta accertato che si possa lavare in lavatrice, prendete un lenzuolo bianco, o una federa bianca, ed avvolgeteci bene il peluche, questo farà si che il pelo resti morbido. 
 
Temperatura: Non oltre i 30 gradi. Detersivo per capi delicati ed ammorbidente. Attenzione alla centrifuga! Potrebbe staccare parti del peluche! Sarebbe meglio non utilizzarla, ma se proprio non potete farne a meno, almeno riducetela per non rovinarlo. Non mischiate i colori dei peluche, dovete seguire le stesse regole del bucato: bianchi, colorati e scuri. Al termine del lavaggio i peluche vanno asciugati distesi ( mettete un lenzuolo sullo stendino e poi poneteli sopra così da non lasciare i segni delle stecche) su uno stendino all’ombra, il sole potrebbe sbiadire e rovinare i colori.
Se invece volete appenderli, fatelo per l’etichetta per evitare che la molletta possa lasciare dei segni. Se non avete la possibilità di farlo asciugare all’aperto, ripiegate sull’asciugatrice, impostando il ciclo di asciugatura senza aria calda.
 
LAVAGGIO A MANO:
Abbiamo già parlato di come si lavano a mano i panni in altri articoli, e abbiamo visto come questo metodo sia il più delicato, anche se meno pratico. Se avete un solo peluche e ci tenete tanto, vi consiglio di utilizzare questo metodo.
Come sempre prendiamo la nostra migliore alleata, la Bacinella, e riempiamola con acqua tiepida ( circa 30 gradi, quindi la dovete sentire calda con la mano, non deve scottare ) aggiungiamo un cucchiaio di detersivo per capi delicati e un cucchiaino di aceto, immergiamo il peluche e lasciamolo a bagno per 5 minuti, non di più. 
 
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Adesso andiamo nel lavandino e sciacquiamolo sotto l’acqua corrente tiepida fino a togliere tutto il sapone. Non strizzatelo, frizionate giusto le estremità per evitare di allegare casa. Portatelo allo stendino con la bacinella così da evitare di bagnare il pavimento, ponete un lenzuolo sullo stendino e, poi, posizionatelo sopra, disteso in orizzontale. Non usate il phon, per asciugarsi servirà solo la pazienza. Ci vogliono circa tre giorni perché i peluche si asciughino dentro e fuori. Se usate un phon, il calore potrebbe danneggiare il pelo.
 
LAVAGGIO A SECCO:
Se all’interno il peluche contiene carillon o dispositivi elettronici? Come potevamo non nominare il nostro secondo alleato migliore, il Bicarbonato! Se non volete o non potete utilizzare l’acqua, un metodo infallibile è prendere una bacinella, mettere il peluche dentro una busta ( avete presente a Natale come cospargete lo zucchero nel pandoro? Ecco, nello stesso modo) e cospargerlo di bicarbonato, basteranno 3 cucchiai per un peluche medio. 
 
Dopo aver lasciato riposare per due ore circa, in modo che la polvere si depositi e che il bicarbonato agisca in profondità, tiratelo fuori dalla busta, prendete una spazzola a setole morbide ( o un asciugamano) , spazzolate in modo energico per togliere tutto il bicarbonato ( attenzione a non strofinare troppo forte). Dopo averlo spazzolato, passare l’aspirapolvere usando il bocchettone stretto su tutto il pupazzo, così da eliminare dei residui che potrebbero creare fastidio. 
 
Se è presente qualche macchia sarà il caso di sfregare il punto macchiato con una spugnetta leggermente inumidita e un po’ di sapone di Marsiglia. Una volta tolto tutto il bicarbonato il peluche sarà come nuovo, pronto per ricevere un nuovo profumato abbraccio. 
 
 
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Dove buttiamo l’olio dopo che abbiamo fritto?

A Roma è partita da qualche anno la raccolta differenziata. C’è un fatto che mi lascia perplessa,  esistono le campane per raccogliere il vetro, ma da nessuna parte ci sono i raccoglitori per l’olio. Per le attività commerciali è previsto il ritiro porta a porta dell’olio da parte di ditte specializzate, ma per i privati non è attivo alcun servizio del genere.

Sperando che le istituzioni provvedano a colmare questa lacuna, nel frattempo noi cittadini dove lo buttiamo?

Iniziamo con il dire che per lo smaltimento dell’ olio di frittura ognuno di noi ha le sue abitudini, quasi sempre sbagliate. C’è chi ad esempio lo butta nello scarico del lavello, chi nel water o chi, peggio ancora, nella fognatura o nei bidoni della spazzatura, ignorando di fatto le gravi conseguenze di tali gesti. In pochi forse sapranno che si tratta di un illecito: la legge vieta di smaltire l’olio delle fritture nei tubi delle fogne. Si tratta di un rifiuto pericoloso di cui ci si deve sbarazzare seguendo apposite procedure.

non buttare olio

L’olio è una delle sostanze più inquinanti del pianeta, non è biodegradabile e quindi se disperso in acqua forma un “velo” di uno spessore che va dai 3 ai 5 centimetri e che impedisce ai raggi solari di penetrare, causando danni  enormi all’ambiente. L’olio esausto, anche un solo un chilogrammo, può giungere alle falde e rendere la stessa acqua non potabile (1 litro di olio vegetale gettato nella falda acquifera, cioè nello scarico, rende NON POTABILE circa UN MILIONE di litri di acqua). Lo smaltimento errato dell’olio nelle falde acquifere è fra le maggiori cause di malfunzionamento dei depuratori nelle città.

C’è un altro “mito” da sfatare, che farebbe rabbrividire qualsiasi coltivatore che abbia un po’ di sale in zucca. Alcuni pensano che l’olio di frittura esausto sia un ottimo concime per le piante. In realtà è l’esatto contrario, infatti se versate dell’olio di frittura in un vaso, impoverirà il terreno, uccidendo gran parte degli organismi utili alla vita delle piante. Ovviamente questo non  vale solo per l’olio da frittura ma per tutti i tipi di olio, compresi quelli nelle scatolette di tonno.  Le piante si nutrono di sali minerali che ricavano dal terreno, ma non sono in grado di assorbire l’olio, al contrario di noi esseri umani che assorbiamo le sostanze oleose grazie al ciclo di Krebs.

Houl Olio di Neem: I mille usi di un prodotto ancora poco conosciuto

Ma quindi come si smaltisce l’olio da frittura?

raccolta oli usati

La procedura può risultare complicata, soprattutto perché è l’utente che deve consegnare di sua iniziativa l’olio da smaltire. Prima di tutto dovete procurarvi un recipiente che potete tenere sul terrazzo o in un angolino della cucina ( comunque in un posto dove non andrete a sbattere). Una volta fritto, lasciamo raffreddare l’olio per poi versarlo nel recipiente ( io personalmente utilizzo la bottiglia di vetro vuota della passata di pomodoro, oppure se c’è tanto da friggere potete utilizzare il contenitore del detersivo vuoto). Una volta pieno , il contenitore va portato nelle apposite “isole ecologiche di cui quasi tutte le città sono ormai dotate. Anche  molti distributori di benzina e supermercati provvedono al ritiro gratuito dell’olio esausto, quindi informatevi sulle procedure nella vostra zona. È vietato lasciare l’olio accanto ai cassonetti della spazzatura (D.lgs. n. 152/2006 – codice dell’ambiente -Art. 216-bis.Oli usati ), trattandosi di un rifiuto pericoloso non smaltibile (RUP – Rifiuto Urbano Pericoloso).

Per quanto riguarda Roma vi lascio il link per tutte le Info (http://www.amaroma.it/raccolta-differenziata/2158-raccolta-oli-vegetali.html )

Una volta raccolto, l’olio riciclato inizia una nuova vita. Grazie ad aziende specializzate nel recupero dell’olio esausto, dopo aver subito appositi processi di trattamento e riciclo, è possibile ricavare svariati prodotti come: lubrificanti vegetali per macchine agricole, biodiesel e glicerina per saponificazione, lubrificanti vegetali ed energia elettrica e termica.

Tutti i segreti del nuovo Olio straordinario della L’Oreal Elvive

Lo so che è una scocciatura e che sembra molto più veloce e rapido gettarlo nello scarico, ma inquiniamo la NOSTRA acqua, che poi finisce nei NOSTRI depuratori che non riescono a funzionare bene e contribuiscono ad inquinare I NOSTRI MARI, dove poi tutti noi andiamo a fare il bagno o i NOSTRI FIUMI  che fanno da sfondo a paesaggi molto suggestivi del nostro territorio.

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Arriva il cucciolo in casa – Video

Accogliere un cucciolo in casa è un’emozione unica, come possiamo organizzare la nostra magione per l’arrivo di un vero e proprio tornado?

Qualche consiglio per tutelare sia l’incolumità del nuovo arrivato che quella della vostra casa:

  1. Togliere dalla portata dei denti e della coda del vostro amico a 4 zampe tutti i soprammobili e gli oggetti fragili (con un labrador è assolutamente necessario, credetemi!).
  2. Attenzione alle prese e ai cavi elettrici (molti cani hanno una passione smodata per il masticare i cavi elettrici).
  3. I cuccioli adorano le piante ornamentali, che siano vere o finte, le mangiano e le buttano per terra molto volentieri, quindi fate voi!
  4. Assicuratevi di tenere fuori dalla loro portata farmaci, prodotti per pulire e alimenti non adatti ai vostri pargoli pelosi.
  5. Limitate l’accesso a zone pericolose della casa con dei cancelletti, lo stesso discorso vale per stanze che ritenete off limits. Meglio abituare subito il cucciolo ad avere dei paletti.
  6. Per evitare che il cucciolo sbatta contro una vetrata, mettete degli adesivi che gli suggeriscano che hanno di fronte un ostacolo, dopo un mese si ricorderanno dell’ostacolo e non attenteranno più alle vostre porte finestre.
  7. Mettete la cuccia del vostro piccino in un luogo riparato, dove non ci siano forti correnti d’aria.

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Se volete approfondire questi consigli e scoprirne degli altri, vi invito a vedere il video qui sotto!

Foto: Petsblog

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Come gestire il rapporto con un narcisista

Appare affascinante, divertente, sicuro di sé, questo ci attira irrimediabilmente di lui. Conosce l’arte dell’adulazione, ma solo al fine di ottenere il nostro consenso e di tenerci in suo potere. Sto parlando del narcisista

Come si riconosce un narcisista

La caratteristica fondamentale di un narcisista è l’egocentrismo, l’ostentazione della profonda autostima che si ha per sé stessi, anche se, nel profondo, non è proprio così. I narcisisti patologici, infatti, nascondono una spiccata insicurezza dietro ai comportamenti da spaccone.

Vediamo insieme alcune caratteristiche comuni nel partner narcisista:

  1. Ha bisogno che gli dimostri costantemente il tuo amore, mentre lui pensa di non aver bisogno di dimostrare nulla.
  2. Non accetta di chiedere consiglio o aiuto ad altri, pensa di essere in grado di fare tutto da sé.
  3. Pretende dal partner più di quanto dona, alcune volte esige anche in maniera veemente, convinto di averne diritto per volontà divina.
  4. Tende a sminuire i tuoi successi e ad infierire e a colpevolizzarti quando attraversi dei momenti bui.
  5. Manca totalmente di empatia, è del tutto inutile confidargli le tue debolezze, a meno che tu non voglia essere ulteriormente affossata.
  6. Cerca di circondarsi di persone interessanti ed importanti per sentirsi anche lui tale e ti “invita” ad adeguarti a quegli standard.

Come gestire un partner narcisista

Il narcisismo è una patologia che si manifesta in età adulta, dopo i 18 anni. Il primo passo è prendere atto che si tratta di un vero e proprio disturbo della personalità e trattarlo come tale.

Dobbiamo entrare nei panni del narcisista, una persona insicura, vulnerabile, che non ha alcuna intenzione di risolvere i conflitti interiori che lo tormentano e che non vi esporrà mai totalmente i suoi sentimenti per paura di soffrire.

Tentare di cambiare il vostro partner è estremamente difficile, sia perché lui non riconoscerà mai il suo problema e di conseguenza non accetterà mai di farsi aiutare da uno specialista. Quindi come se ne esce?

La cosa più importante è riuscire a difendersi dai suoi attacchi, basando la propria autostima sulle qualità oggettive e riconosciute da altri soggetti e non sulla considerazione che il narcisista ha di voi.

La strategia da seguire in 5 punti:

  1. Lui pretenderà tutto e subito. Voi concedetegli quello che ritenete giusto, ma tenete il punto sulle richieste palesemente esagerate e inaccettabili.
  2. Se volete provare a farlo sciogliere è necessario che facciate voi la prima mossa: parlategli di come vi sentite, accettando il rischio che vi faccia sentire ancora peggio con le sue parole. Il vostro obiettivo è portarlo a mostrare qualcuna delle sue debolezze. In quel caso non vi vendicate per i soprusi subiti, ma coccolatelo e ascoltatelo. E’ possibile che non si senta più così in pericolo a parlare dei suoi problemi.
  3. Se avete delle richieste particolari fategli presente che voi assecondate quasi il cento per cento delle sue e che quindi ritenete opportuno che lui faccia lo stesso almeno con quelle per voi più importanti.
  4. Non siate sempre disponibili. Lo avete abituato più che bene, lui si sente sicuro della vostra presenza qualsiasi cosa accada. Farvi desiderare, ogni tanto, non potrà che contribuire a fargli capire quanto ci tiene a voi e non quanto gli siete utili.
  5. Se non volete scoppiare accumulando rancore nei suoi confronti, affrontate le discussioni sul momento, non appena sono semplici lapilli, prima che si tramutino in eruzioni vulcaniche. Questo sarà probabilmente il passo più difficile, perché il narcisista pensa di avere ragione a prescindere, quindi o lo fregate con l’astuzia (es: se ha palesemente torto gli fate credere che la verità sta nel mezzo) o dovrete arrivare allo scontro verbale e fisico.

Piano B: mollare un narcisista

Magari per molte di voi si tratta del piano A, tanto meglio!

Cominciamo col dire che liberarsi di un partner narcisista non è di certo impresa semplice, soprattutto se si è instaurata una relazione che tende alla dipendenza sia fisica che psicologica.

Il primo passo è quello di tagliare completamente i ponti, cambiare numero o bloccare il suo, cancellare foto e video insieme, non concedergli neppure un ultimo appuntamento. Ricordate che il narcisista ha nella manipolazione la sua arma più pericolosa.

Non vergognatevi di chiedere aiuto, che sia ad uno psicologo o a un gruppo di sostegno. Lo specialista lavorerà sulla vostra autostima, rendendovi consapevoli di quanto valete come persona singola e non come ombra del vostro partner.

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