Gioco d'azzardo, come riconoscere un ludopatico

Il gioco dovrebbe essere una delle forme più sane di divertimento. Qualsiasi genitore spinge il proprio figlio a giocare, per sperimentare e per relazionarsi con il prossimo.

Partendo, quindi, da un concetto estremamente positivo, analizzeremo come l’ossessione per qualcosa, per qualsiasi cosa, raramente possa portare a risultati positivi.

Cosa si intende per gioco d’azzardo?

Il gioco d’azzardo consiste nello scommettere denaro sul futuro esito di un evento sul quale non si ha nessuna possibilità d’intervenire per fare in modo che questo si verifichi.

Rientrano in questa definizione le scommesse sportive, le lotterie, le slot machine, i videopoker, i gratta e vinci e i classici giochi da casinò online come la roulette.

L’evoluzione del gioco d’azzardo

Dal 1897 al 1992 lo Stato non vede di buon occhio il gioco d’azzardo, anzi lo considera come una piaga sociale. Nel dopoguerra vengono rilasciate pochissime concessioni per quanto riguarda il totocalcio, alcune lotterie e 4 casinò sul territorio nazionale:

  • Casinò di Campione, situato a Campione d’Italia
  • Casinò de la Vallée, a Saint-Vincent
  • Casinò di San Remo, a San Remo
  • Casinò di Venezia, a Venezia

Dal 1992 ai primi anni 2000 i governi D’Amato e Ciampi capiscono che il gioco può essere utilizzato come leva fiscale. Vengono stranamente messe da parte tutte le considerazioni etiche fatte in precedenza.

Dal 2003 al 2009 Berlusconi trasforma l’azzardo in una vera e propria economia. Vengono rilasciate molte più concessioni. C’è il boom di Gratta e Vinci e delle Slot Machine.

Nel 2009 col decreto d’emergenza per il terremoto de L’Aquila, il governo di centro-destra offre ai locali la possibilità di inserire videolottery e slot machine.

Il problema della ludopatia

Il Ministero della Salute definisce la ludopatial’incapacità di resistere all’impulso di giocare d’azzardo o di fare scommesse, nonostante l’individuo che ne è affetto sia consapevole che questo possa portare a gravi conseguenze”.

I danni nei quali può incorrere un giocatore patologico non sono soltanto quelli connessi a delle perdite economiche rilevanti, ma anche quelli relativi al mettere da parte le abituali attività giornaliere come lo studio ed il lavoro.

Senza contare che, spesso, il ludopatico trascurerà anche i propri affetti per dedicarsi esclusivamente al gioco perché è l’unica attività che lo fa “sentire vivo”.

Come si riconosce un giocatore ludopatico

Ci sono delle caratteristiche che, se individuabili nel soggetto da valutare, possono aiutarci a definirlo o meno un giocatore patologico.

  1. Mettere il gioco al primo posto sempre, trascurando il lavoro e le relazioni interpersonali.
  2. Minimizzare la propria dipendenza dal gioco e la mole di denaro persa
  3. Senso di colpa quando si perdono grosse cifre
  4. Il racconto quotidiano di scommesse vinte o perse in precedenza
  5. Diventare bugiardi patologici, in particolare sul fatto di aver giocato e sull’importo dei soldi persi
  6. Chiedere prestiti a familiari e amici con la promessa di restituirli in tempi brevi
  7. Incapacità fisica e mentale di resistenze al richiamo del gioco, pur mettendoci tutta la buona volontà possibile.

Iniziative di alcuni comuni italiani

Sono da segnalare le iniziative di alcuni comuni italiani, volte a contrastare la diffusione del gioco d’azzardo.

Ad esempio a Budoni (Olbia) ed Oristano, è previsto uno sconto su alcuni tributi locali, come la tassa sui rifiuti, per quei bar che rinunciano ad istallare le famigerate macchinette nei propri locali.

L’amministrazione di Pavia ha previsto dei “quartieri no slot”. I mancati introiti derivanti dalla rinuncia ai videopoker è compensata da numerose feste di quartiere organizzate appositamente per far guadagnare i negozianti “virtuosi”.

Esistono dei fattori esterni che favoriscono la ludopatia

Non si conosce la causa esatta della ludopatia, che viene considerata una vera e propria malattia psichiatrica. Gli esperti sostengono che l’insorgenza di questo disturbo derivi dalla commistione di vari fattori: biologici, genetici, ma anche ambientali (problemi sul lavoro, in famiglia, in generale nelle relazioni).

Alcuni fattori esterni possono aumentare la probabilità che si diventi ludopatici:

  1. Presenza di disturbi come depressione, ansia, consumo di droga ed alcool.
  2. Appartenenza al sesso maschile. Le donne sono solite sviluppare la ludopatia in età pensionabile, più per noia che per altro.
  3. Età compresa tra i 20 ed i 50 anni.
  4. Personalità marcatamente competitiva.
  5. Scarsa conoscenza delle basi matematiche del gioco e sovrastima delle probabilità di vittoria.
  6. Esposizione ad un’elevata offerta di possibilità di gioco.

Come si può intervenire

Abbiamo sottolineato come la ludopatia sia una vera e propria malattia psichiatrica e come tale vada trattata e curata da professionisti.

E’ molto difficile uscire dal tunnel da soli. Esistono possibilità di successo soltanto per quei casi non gravi, magari legati semplicemente ad un momento di fragilità circoscritto.

Noi vi proponiamo tre canali per ottenere informazioni dettagliate su i centri più vicini a casa vostra, in modo da intervenire immediatamente in maniera concreta.

  1. http://www.gioca-responsabile.it/ Se desiderate avere informazioni per un supporto per voi stessi o per un vostro familiare, su questo sito trovate la sezione dedicata ai Servizi Territoriali con un elenco delle strutture divise per regione e per provincia. “Se il gioco non è più un gioco c’è qualcuno che può darti una mano”.
  2. http://centrostudi.gruppoabele.org/?page_id=3139 Il gruppo Abele è un’associazione nata a Torino nel 1965 su iniziativa di don Luigi Ciotti per offrire aiuto a chi si trovi in condizioni di disagio economico, psichico (affetto da dipendenze) e sociale. Sul sito alla voce Banca dati sul gioco d’azzardo una lista di strutture presenti su tutto il territorio nazionale.
  3. In alternativa potete rivolgervi alla vostra Asl di riferimento e chiedere informazioni sui servizi per il trattamento del gioco patologico. Di solito queste attività sono gestite dai servizi per le tossicodipendenze o dai servizi di psichiatria dei principali ospedali pubblici.

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Marco Fabio Ceccatelli (marcofabio85@hotmail.it)

Author: ErikaStreppa

Erika. Blogger, riccia bionda naturale, amante dei cani e della natura. Mi interesso di Ambiente, Sport, Attualità e faccio anche qualche Recensione. Sono appassionata di Biocosmesi, sempre alla ricerca della Tabella INCI perfetta!