Erika Streppa

I consigli di base per diventare nomadi digitali

Quanti di voi si sentono intrappolati in una vita lavorativa che lascia poco spazio all’immaginazione e al tempo libero? Che vi costringe a rimanere chiusi fra quattro mura per una quantità interminabile di ore?

Per quanto, in alcuni casi, l’ufficio non sia l’ambiente peggiore dove trascorrere il proprio tempo, esiste un desiderio mai sopito di libertà che ci fa balenare l’idea di mollare tutto e partire per un lungo, lunghissimo viaggio.

Anche in Italia si sta diffondendo sempre di più il lavoro da remoto, che permette alle persone di lavorare comodamente da casa o da qualsiasi altro luogo che preveda una connessione ad internet.

Avrete sentito parlare dei nomadi digitali, identificati quasi sempre con i giovani o i giovanissimi, profondi conoscitori delle nuove tecnologie, ma soprattutto liberi da vincoli familiari e lavorativi.

CHI SONO I NOMADI DIGITALI?

Sono persone che amano viaggiare e lavorare quando e dove vogliono. Hanno bisogno solamente di un pc e di una connessione ad internet.

COSA FANNO?

Esempli classici di nomadi digitali sono gli youtuber, gli influencer, i networker, ma anche i consulenti Ceo, i web designer e i commercialisti che lavorano da casa.

CONSIGLI PER INTRAPRENDERE QUESTA CARRIERA

Innanzitutto bisogna individuare il proprio settore di competenza e specializzarsi in quell’ambito tanto da acquisire una credibilità adeguata ed un curriculum ricco. Se diventerete bravi davvero, le vostre consulenze saranno richieste e potrete farvi pagare per fornirle.

Elemento imprescindibile per portare avanti questo tipo di lavoro è imparare l’inglese come se fosse la vostra lingua madre. Frequentate corsi, cercate di conversare il più possibile con amici e conoscenti inglesi o irlandesi dal vivo o tramite Skype.

Comperate un portatile che possa garantirvi delle prestazioni eccellenti anche quando dovrete tenere aperte più finestre e programmi contemporaneamente.

Se sceglierete di viaggiare in lungo ed in largo per il mondo, assicuratevi sempre che l’hotel che vi accoglierà disponga di una connessione wi-fi libera o con costi contenuti.

Non avrete un capo che vi pressa per una consegna imminente, ma la vostra forza di volontà dovrà essere tanto gagliarda da permettervi di raggiungere gli obiettivi prefissati, anche se non siete “obbligati” a farlo. Non siete in vacanza, per almeno 5/6 ore dovreste dedicarvi al vostro lavoro, magari in spiaggia e sorseggiando un cocktail, ma dovrete essere disciplinati. Rimandare un compito è un rischio.

Valutate se le entrate derivanti dal vostro lavoro vi permettono di viaggiare senza rimetterci denaro.

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Laviamo i Peluche: 6 metodi rapidi e performanti

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Eh si, siamo diventati grandi, adulti, eppure molti di noi, in un posticino nascosto, conservano ancora il loro peluche del cuore, quello dal quale non riuscono a separarsi. Certo, non ci dormiamo più insieme, magari è li che ci guarda dall’alto dell’armadio e il suo sguardo ci fa sentire più sicuri.
Alcune sere mi piace andare dal mio peluche per  prendermi un abbraccio, tornando per un attimo bambina.
 
 
Quando lo abbraccio mi rendo conto che non sempre sa di bucato, alcune volte odora di polvere, e quindi capisco che è arrivato il momento di un bel bagnetto.
Nel caso in cui siate diventati genitori, avrete a che fare con peluche di tutte le taglie dalla mattina alla sera e arriverà il momento in cui vorrete “rinfrescarli” anche voi.
 
Il peluche tende a sporcarsi spesso, quindi  necessita di essere pulito periodicamente per evitare di diventare dimora di germi ed acari, che possono provocare allergie nei vostri bambini.
Pulirlo, però, è un operazione molto delicata, perché il lavaggio sbagliato potrebbe rovinarlo per sempre!
 
 
CON L’ASPIRAPOLVERE:
Questo è uno dei modi migliori per pulire i peluche senza rovinarli. In questo caso abbiamo bisogno di un’aspirapolvere molto potente. Aspirate il peluche togliendo la polvere ed i residui di sporco. Poi usate un panno pulito e umido e un detergente delicato per pulirli delicatamente. Passate un panno privo di sapone per risciacquare. Questa operazione potete farla ogni 3/5 giorni per mantenere il peluche sempre pulito.
 
 
CON IL VAPORETTO: 
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Questo è un modo per disinfettare il peluche e pulirlo senza rovinarlo. Passate il vapore su tutto il peluche e poi mettetelo ad asciugare all’aria aperta, così da eliminare anche gli ultimi acari rimasti. 
Una volta asciutto, spazzolatelo con una spazzola morbida, o con un asciugamano bianco, per mantenere la morbidezza del pelo.
 
 
 
 
NEL FORNO A MICROONDE o NEL CONGELATORE:
Non ve lo aspettavate eh? Solo per completezza di informazioni vi dico che alcuni peluche di ultima generazione, prevedono questo tipo di sterilizzazione nel microonde, per eliminare gli acari, ma deve essere scritto sull’etichetta. Serve per togliere gli acari, ma non pulisce le macchie di sporco. Un altro modo efficace per eliminare gli acari dai peluche e molti batteri è quello di inserire i peluche in una busta di plastica ben chiusa e lasciarli per 24 ore nel congelatore di casa.
 
IN LAVATRICE:
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Non è sempre possibile lavare il peluche in lavatrice. La prima cosa che dobbiamo fare è controllare sull’etichetta ( che normalmente si trova sul sederotto) così da evitare di fare danni.
Una volta accertato che si possa lavare in lavatrice, prendete un lenzuolo bianco, o una federa bianca, ed avvolgeteci bene il peluche, questo farà si che il pelo resti morbido. 
 
Temperatura: Non oltre i 30 gradi. Detersivo per capi delicati ed ammorbidente. Attenzione alla centrifuga! Potrebbe staccare parti del peluche! Sarebbe meglio non utilizzarla, ma se proprio non potete farne a meno, almeno riducetela per non rovinarlo. Non mischiate i colori dei peluche, dovete seguire le stesse regole del bucato: bianchi, colorati e scuri. Al termine del lavaggio i peluche vanno asciugati distesi ( mettete un lenzuolo sullo stendino e poi poneteli sopra così da non lasciare i segni delle stecche) su uno stendino all’ombra, il sole potrebbe sbiadire e rovinare i colori.
Se invece volete appenderli, fatelo per l’etichetta per evitare che la molletta possa lasciare dei segni. Se non avete la possibilità di farlo asciugare all’aperto, ripiegate sull’asciugatrice, impostando il ciclo di asciugatura senza aria calda.
 
LAVAGGIO A MANO:
Abbiamo già parlato di come si lavano a mano i panni in altri articoli, e abbiamo visto come questo metodo sia il più delicato, anche se meno pratico. Se avete un solo peluche e ci tenete tanto, vi consiglio di utilizzare questo metodo.
Come sempre prendiamo la nostra migliore alleata, la Bacinella, e riempiamola con acqua tiepida ( circa 30 gradi, quindi la dovete sentire calda con la mano, non deve scottare ) aggiungiamo un cucchiaio di detersivo per capi delicati e un cucchiaino di aceto, immergiamo il peluche e lasciamolo a bagno per 5 minuti, non di più. 
 
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Adesso andiamo nel lavandino e sciacquiamolo sotto l’acqua corrente tiepida fino a togliere tutto il sapone. Non strizzatelo, frizionate giusto le estremità per evitare di allegare casa. Portatelo allo stendino con la bacinella così da evitare di bagnare il pavimento, ponete un lenzuolo sullo stendino e, poi, posizionatelo sopra, disteso in orizzontale. Non usate il phon, per asciugarsi servirà solo la pazienza. Ci vogliono circa tre giorni perché i peluche si asciughino dentro e fuori. Se usate un phon, il calore potrebbe danneggiare il pelo.
 
LAVAGGIO A SECCO:
Se all’interno il peluche contiene carillon o dispositivi elettronici? Come potevamo non nominare il nostro secondo alleato migliore, il Bicarbonato! Se non volete o non potete utilizzare l’acqua, un metodo infallibile è prendere una bacinella, mettere il peluche dentro una busta ( avete presente a Natale come cospargete lo zucchero nel pandoro? Ecco, nello stesso modo) e cospargerlo di bicarbonato, basteranno 3 cucchiai per un peluche medio. 
 
Dopo aver lasciato riposare per due ore circa, in modo che la polvere si depositi e che il bicarbonato agisca in profondità, tiratelo fuori dalla busta, prendete una spazzola a setole morbide ( o un asciugamano) , spazzolate in modo energico per togliere tutto il bicarbonato ( attenzione a non strofinare troppo forte). Dopo averlo spazzolato, passare l’aspirapolvere usando il bocchettone stretto su tutto il pupazzo, così da eliminare dei residui che potrebbero creare fastidio. 
 
Se è presente qualche macchia sarà il caso di sfregare il punto macchiato con una spugnetta leggermente inumidita e un po’ di sapone di Marsiglia. Una volta tolto tutto il bicarbonato il peluche sarà come nuovo, pronto per ricevere un nuovo profumato abbraccio. 
 
 
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Dove buttiamo l’olio dopo che abbiamo fritto?

A Roma è partita da qualche anno la raccolta differenziata. C’è un fatto che mi lascia perplessa,  esistono le campane per raccogliere il vetro, ma da nessuna parte ci sono i raccoglitori per l’olio. Per le attività commerciali è previsto il ritiro porta a porta dell’olio da parte di ditte specializzate, ma per i privati non è attivo alcun servizio del genere.

Sperando che le istituzioni provvedano a colmare questa lacuna, nel frattempo noi cittadini dove lo buttiamo?

Iniziamo con il dire che per lo smaltimento dell’ olio di frittura ognuno di noi ha le sue abitudini, quasi sempre sbagliate. C’è chi ad esempio lo butta nello scarico del lavello, chi nel water o chi, peggio ancora, nella fognatura o nei bidoni della spazzatura, ignorando di fatto le gravi conseguenze di tali gesti. In pochi forse sapranno che si tratta di un illecito: la legge vieta di smaltire l’olio delle fritture nei tubi delle fogne. Si tratta di un rifiuto pericoloso di cui ci si deve sbarazzare seguendo apposite procedure.

non buttare olio

L’olio è una delle sostanze più inquinanti del pianeta, non è biodegradabile e quindi se disperso in acqua forma un “velo” di uno spessore che va dai 3 ai 5 centimetri e che impedisce ai raggi solari di penetrare, causando danni  enormi all’ambiente. L’olio esausto, anche un solo un chilogrammo, può giungere alle falde e rendere la stessa acqua non potabile (1 litro di olio vegetale gettato nella falda acquifera, cioè nello scarico, rende NON POTABILE circa UN MILIONE di litri di acqua). Lo smaltimento errato dell’olio nelle falde acquifere è fra le maggiori cause di malfunzionamento dei depuratori nelle città.

C’è un altro “mito” da sfatare, che farebbe rabbrividire qualsiasi coltivatore che abbia un po’ di sale in zucca. Alcuni pensano che l’olio di frittura esausto sia un ottimo concime per le piante. In realtà è l’esatto contrario, infatti se versate dell’olio di frittura in un vaso, impoverirà il terreno, uccidendo gran parte degli organismi utili alla vita delle piante. Ovviamente questo non  vale solo per l’olio da frittura ma per tutti i tipi di olio, compresi quelli nelle scatolette di tonno.  Le piante si nutrono di sali minerali che ricavano dal terreno, ma non sono in grado di assorbire l’olio, al contrario di noi esseri umani che assorbiamo le sostanze oleose grazie al ciclo di Krebs.

Houl Olio di Neem: I mille usi di un prodotto ancora poco conosciuto

Ma quindi come si smaltisce l’olio da frittura?

raccolta oli usati

La procedura può risultare complicata, soprattutto perché è l’utente che deve consegnare di sua iniziativa l’olio da smaltire. Prima di tutto dovete procurarvi un recipiente che potete tenere sul terrazzo o in un angolino della cucina ( comunque in un posto dove non andrete a sbattere). Una volta fritto, lasciamo raffreddare l’olio per poi versarlo nel recipiente ( io personalmente utilizzo la bottiglia di vetro vuota della passata di pomodoro, oppure se c’è tanto da friggere potete utilizzare il contenitore del detersivo vuoto). Una volta pieno , il contenitore va portato nelle apposite “isole ecologiche di cui quasi tutte le città sono ormai dotate. Anche  molti distributori di benzina e supermercati provvedono al ritiro gratuito dell’olio esausto, quindi informatevi sulle procedure nella vostra zona. È vietato lasciare l’olio accanto ai cassonetti della spazzatura (D.lgs. n. 152/2006 – codice dell’ambiente -Art. 216-bis.Oli usati ), trattandosi di un rifiuto pericoloso non smaltibile (RUP – Rifiuto Urbano Pericoloso).

Per quanto riguarda Roma vi lascio il link per tutte le Info (http://www.amaroma.it/raccolta-differenziata/2158-raccolta-oli-vegetali.html )

Una volta raccolto, l’olio riciclato inizia una nuova vita. Grazie ad aziende specializzate nel recupero dell’olio esausto, dopo aver subito appositi processi di trattamento e riciclo, è possibile ricavare svariati prodotti come: lubrificanti vegetali per macchine agricole, biodiesel e glicerina per saponificazione, lubrificanti vegetali ed energia elettrica e termica.

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Lo so che è una scocciatura e che sembra molto più veloce e rapido gettarlo nello scarico, ma inquiniamo la NOSTRA acqua, che poi finisce nei NOSTRI depuratori che non riescono a funzionare bene e contribuiscono ad inquinare I NOSTRI MARI, dove poi tutti noi andiamo a fare il bagno o i NOSTRI FIUMI  che fanno da sfondo a paesaggi molto suggestivi del nostro territorio.

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Arriva il cucciolo in casa – Video

Accogliere un cucciolo in casa è un’emozione unica, come possiamo organizzare la nostra magione per l’arrivo di un vero e proprio tornado?

Qualche consiglio per tutelare sia l’incolumità del nuovo arrivato che quella della vostra casa:

  1. Togliere dalla portata dei denti e della coda del vostro amico a 4 zampe tutti i soprammobili e gli oggetti fragili (con un labrador è assolutamente necessario, credetemi!).
  2. Attenzione alle prese e ai cavi elettrici (molti cani hanno una passione smodata per il masticare i cavi elettrici).
  3. I cuccioli adorano le piante ornamentali, che siano vere o finte, le mangiano e le buttano per terra molto volentieri, quindi fate voi!
  4. Assicuratevi di tenere fuori dalla loro portata farmaci, prodotti per pulire e alimenti non adatti ai vostri pargoli pelosi.
  5. Limitate l’accesso a zone pericolose della casa con dei cancelletti, lo stesso discorso vale per stanze che ritenete off limits. Meglio abituare subito il cucciolo ad avere dei paletti.
  6. Per evitare che il cucciolo sbatta contro una vetrata, mettete degli adesivi che gli suggeriscano che hanno di fronte un ostacolo, dopo un mese si ricorderanno dell’ostacolo e non attenteranno più alle vostre porte finestre.
  7. Mettete la cuccia del vostro piccino in un luogo riparato, dove non ci siano forti correnti d’aria.

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Se volete approfondire questi consigli e scoprirne degli altri, vi invito a vedere il video qui sotto!

Foto: Petsblog

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Come gestire il rapporto con un narcisista

Appare affascinante, divertente, sicuro di sé, questo ci attira irrimediabilmente di lui. Conosce l’arte dell’adulazione, ma solo al fine di ottenere il nostro consenso e di tenerci in suo potere. Sto parlando del narcisista

Come si riconosce un narcisista

La caratteristica fondamentale di un narcisista è l’egocentrismo, l’ostentazione della profonda autostima che si ha per sé stessi, anche se, nel profondo, non è proprio così. I narcisisti patologici, infatti, nascondono una spiccata insicurezza dietro ai comportamenti da spaccone.

Vediamo insieme alcune caratteristiche comuni nel partner narcisista:

  1. Ha bisogno che gli dimostri costantemente il tuo amore, mentre lui pensa di non aver bisogno di dimostrare nulla.
  2. Non accetta di chiedere consiglio o aiuto ad altri, pensa di essere in grado di fare tutto da sé.
  3. Pretende dal partner più di quanto dona, alcune volte esige anche in maniera veemente, convinto di averne diritto per volontà divina.
  4. Tende a sminuire i tuoi successi e ad infierire e a colpevolizzarti quando attraversi dei momenti bui.
  5. Manca totalmente di empatia, è del tutto inutile confidargli le tue debolezze, a meno che tu non voglia essere ulteriormente affossata.
  6. Cerca di circondarsi di persone interessanti ed importanti per sentirsi anche lui tale e ti “invita” ad adeguarti a quegli standard.

Come gestire un partner narcisista

Il narcisismo è una patologia che si manifesta in età adulta, dopo i 18 anni. Il primo passo è prendere atto che si tratta di un vero e proprio disturbo della personalità e trattarlo come tale.

Dobbiamo entrare nei panni del narcisista, una persona insicura, vulnerabile, che non ha alcuna intenzione di risolvere i conflitti interiori che lo tormentano e che non vi esporrà mai totalmente i suoi sentimenti per paura di soffrire.

Tentare di cambiare il vostro partner è estremamente difficile, sia perché lui non riconoscerà mai il suo problema e di conseguenza non accetterà mai di farsi aiutare da uno specialista. Quindi come se ne esce?

La cosa più importante è riuscire a difendersi dai suoi attacchi, basando la propria autostima sulle qualità oggettive e riconosciute da altri soggetti e non sulla considerazione che il narcisista ha di voi.

La strategia da seguire in 5 punti:

  1. Lui pretenderà tutto e subito. Voi concedetegli quello che ritenete giusto, ma tenete il punto sulle richieste palesemente esagerate e inaccettabili.
  2. Se volete provare a farlo sciogliere è necessario che facciate voi la prima mossa: parlategli di come vi sentite, accettando il rischio che vi faccia sentire ancora peggio con le sue parole. Il vostro obiettivo è portarlo a mostrare qualcuna delle sue debolezze. In quel caso non vi vendicate per i soprusi subiti, ma coccolatelo e ascoltatelo. E’ possibile che non si senta più così in pericolo a parlare dei suoi problemi.
  3. Se avete delle richieste particolari fategli presente che voi assecondate quasi il cento per cento delle sue e che quindi ritenete opportuno che lui faccia lo stesso almeno con quelle per voi più importanti.
  4. Non siate sempre disponibili. Lo avete abituato più che bene, lui si sente sicuro della vostra presenza qualsiasi cosa accada. Farvi desiderare, ogni tanto, non potrà che contribuire a fargli capire quanto ci tiene a voi e non quanto gli siete utili.
  5. Se non volete scoppiare accumulando rancore nei suoi confronti, affrontate le discussioni sul momento, non appena sono semplici lapilli, prima che si tramutino in eruzioni vulcaniche. Questo sarà probabilmente il passo più difficile, perché il narcisista pensa di avere ragione a prescindere, quindi o lo fregate con l’astuzia (es: se ha palesemente torto gli fate credere che la verità sta nel mezzo) o dovrete arrivare allo scontro verbale e fisico.

Piano B: mollare un narcisista

Magari per molte di voi si tratta del piano A, tanto meglio!

Cominciamo col dire che liberarsi di un partner narcisista non è di certo impresa semplice, soprattutto se si è instaurata una relazione che tende alla dipendenza sia fisica che psicologica.

Il primo passo è quello di tagliare completamente i ponti, cambiare numero o bloccare il suo, cancellare foto e video insieme, non concedergli neppure un ultimo appuntamento. Ricordate che il narcisista ha nella manipolazione la sua arma più pericolosa.

Non vergognatevi di chiedere aiuto, che sia ad uno psicologo o a un gruppo di sostegno. Lo specialista lavorerà sulla vostra autostima, rendendovi consapevoli di quanto valete come persona singola e non come ombra del vostro partner.

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Perché il cane scava le buche? – VIDEO

E’ un’abitudine comune a molti cani scavare buche in giardino. Alcuni lo fanno per noia, altri hanno l’indole innata di scavatori, spesso il vostro amico a 4 zampe scava per rispondere ad uno stimolo preciso.

Perché i cani scavano

Ogni razza ed ogni individuo ovviamente fa storia a sè, ma possono riscontrarsi delle cause principali alla base di questo comportamento. Ecco le principali:

1)Noia: una razza attiva che magari viene lasciate per tante ore di seguito da sola in giardino, tenderà a trovarsi qualcosa da fare. Cosa c’è di meglio di creare delle meravigliose cucce di terra?

2) Mancanza di attività fisica: molte razze hanno bisogno non solo di numerose passeggiate giornaliere, ma anche di vere e proprie corse su distese sconfinate ed il ritrovarsi rinchiusi in spazi limitati può portarli ad un senso di frustrazione che viene sfogata con lo scavare.

3) Nascondere dei tesori: qualsiasi cane che si rispetti ama nascondere quello che ha di più prezioso, che sia un osso in giardino sotto un cumulo di terra o un gioco in casa sotto al letto.

4)Dà la caccia ai roditori: può semplicemente accadere che il vostro Labrador (con il mio accade spesso) veda una talpa o qualcosa di simile che si rintana sotto terra e che lui voglia inseguirlo per giocare amorevolmente.

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Le razze maggiormente predisposte a scavare

E’ facile citare i cani da caccia (i terrier) come scavatori incalliti per ovvie ragioni, fa parte del loro lavoro. Discorso simile si può fare per i retriver, quindi Golden e Labrador. Un’indole di scavatore si riscontra anche in razze come il siberian husky e l’alaskan malamute.

Quali rimedi adottare

Se sarete in grado di comprendere le cause del comportamento del vostro figlio peloso sarete a metà dell’opera, basterà colmare quella mancanza e probabilmente il vostro giardino non assumerà più l’aspetto di un campo minato. Aumentate la lunghezza, la frequenza e l’intensità delle passeggiate. Procurate al vostro amico a 4 zampe dei giocattoli da giardino con i quali potrà dilettarsi quando voi non ci siete.

Non dimenticate che alcune volte il cane adotta determinati comportamenti per attirare la vostra attenzione. Se siete usciti in giardino con lui, esplorate tutti i cespugli e gli anfratti insieme invece di messaggiare al cellulare e magari di mandare foto orgogliosi del vostro pupone peloso.

FAI IN MODO CHE IL CANE SCAVI DOVE VUOI TU

Se nel vostro cucciolo la voglia di scavare è innata e non accenna a diminuire, potete fare in modo che si dedichi al giardinaggio creativo solo in una zona di giardino che desiderate. Scegliete la zona e andate con lui a scavare una buca, poi metteteci il suo gioco preferito ed invitatelo a riprenderselo. Ripete questo procedimento per più giorni di seguito e vedrete che dopo un po’ di tempo il cane si limiterà a scavare nella zona da voi suggerita subdolamente.

SE VOLETE AVERE ULTERIORI CONSIGLI IN MERITO VI INVITO A GUARDARE IL BREVE VIDEO QUI SOTTO

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FOTO: mypetshero.it

Meglio il cane maschio o il cane femmina – VIDEO

QUALI SONO LE DIFFERENZE PIù IMPORTANTI FRA UN CANE MASCHIO ED UN CANE FEMMINA

Quando ci nasce un figlio non abbiamo la possibilità a priori di deciderne il sesso, anche se esistono molte teorie che sostengono il contrario. Se vi interessa approfondirle cliccate qui!

Nel caso di un figlio peloso, abbiamo la facoltà di scegliere se adottare un cane maschio o un cane femmina, in base alle nostre esigenze e alle caratteristiche comportamentali dei due sessi.

Le risposte alle domande più comuni le trovate nel video qui sotto:

Si parte con le differenze oggettive tra il cane maschio ed il cane femmina (es: differenza di peso ed altezza) fino ad arrivare alle diversità più curiose, non senza qualche sorpresa (scappa di più la femmina o il maschio?).

Può esservi utile conoscere alcune caratteristiche proprie di un sesso specifico, per scegliere in maniera più consapevole il vostro migliore amico. C’è da dire che nella maggior parte dei casi è la razza che definisce il carattere di un cane e non il sesso, ma ci sono differenze non solo caratteriali fra maschi e femmine.

Ad esempio: è vero che il cane maschio perde più pelo del cane femmina?

Questa ed altre risposte nel video qui sotto. Buona visione!

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Foto: animalpedia.it

Anagrafe canina – Come funziona il microchip

Il microchip è uno strumento necessario per noi e per il nostro animale, perché permette al nostro miglior amico a 4 zampe di entrare a far parte “ufficialmente” della famiglia.

L’impianto del microchip ha sostituito i tatuaggi (una pratica precedente, istituita nel 1991 come primo metodo di identificazione dei cani). Dal 1 gennaio 2015, infatti, è consentito soltanto il primo per identificare il proprio amico peloso.

Di cosa si tratta?

Il microchip è un transponder miniaturizzato, una minuscola capsula di vetro biocompatibile, che non provoca alcun fastidio al cane. All’interno contiene un codice univoco di 15 cifre che identifica non solo l’animale, ma anche il nome del padrone e la sua residenza in virtù della registrazione all’Anagrafe canina.

Il microchip viene iniettato sotto la cute del cane con un’iniezione. Date le ridotte dimensioni (pochi millimetri) non provoca né dolori né fastidi al vostro amico a 4 zampe.

Quando va inserito il microchip?

Il microchip è obbligatorio per legge così come l’iscrizione all’Anagrafe canina, entro i 60 giorni dalla nascita del cucciolo.

Le sanzioni per l’inadempienza partono da un minimo di 78 euro ad un massimo di 259 euro.

I vantaggi del microchip

Come abbiamo accennato in precedenza, l’inserimento non è per nulla doloroso, come invece lo era la pratica del tatuaggio.

Quante volte sui social vedete post di gente che ha perso il proprio cucciolo e non riesce a trovarlo? Oppure, quanto spesso vi capita di notare cani che girano confusi per le strade del quartiere senza apparentemente avere un padrone? In questi casi il michochip è fondamentale per riportare a casa il cane smarrito ed eventualmente per denunciare un abbandono.

A tal proposito, l’obbligo del microchip mira anche a scoraggiare questa ignobile pratica .

Diciamo che possiamo paragonarlo ad una sorta di carta d’identità del vostro amico a 4 zampe, in quanto la sua lettura permetterà al veterinario di controllare anche se un cane è vaccinato o meno.

Infine, se volete il vostro compagno di giochi sempre con voi, magari anche in vacanza all’estero, l’impianto del microchip è una condizione necessaria per portarlo in viaggio fuori dai confini italiani (insieme al PASSAPORTO).

Quanto costa?

Nemmeno il costo può essere una scusa valida per non farlo, dato che in media si attesta sui 10/15 euro per quasi tutti i cani, ma varia da regione a regione.

Il pagamento deve essere fatto alla ASL di appartenenza, mentre per l’iniezione del microchip potete rivolgervi al vostro veterinario di fiducia, a patto che sia abilitato per tale procedura.

Falso mito

Il microchip non è un GPS, questo vuol dire che non potete ritrovare il vostro amico smarrito attraverso di esso. Tuttavia nel caso in cui il cane venga portato in una qualsiasi centro veterinario, sarà possibile leggere il suo microchip e riconsegnarlo alla famiglia proprietaria.

MFC

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Incendi in Amazzonia: qualcuno fermi Bolsonaro!

POLMONE VERDE DELLA TERRA

L’amazzonica, con i suoi 5,5 milioni di kmq è la più foresta pluviale più estesa del mondo. Viene soprannominata il polmone verde della Terra in quanto produce il 20% dell’ossigeno del nostro pianeta.

E’ in grado di assorbire annualmente circa 2 miliardi di tonnellate di anidride carbonica. E’ normale, quindi, che la serie di incendi che la sta devastando stia mettendo a serio rischio la lotta ai cambiamenti climatici portata avanti da scienziati e ambientalisti.

L’AMAZZONIA BRUCIA

La foresta amazzonica è una fonte fondamentale di ossigeno per l’intero pianeta e si erge a baluardo contro la produzione di gas serra. Senza di essa l’inquinamento globale sarebbe a livelli quasi intollerabili per l’uomo.

L’incendio di incredibili dimensioni che la sta devastando non può preoccupare soltanto i brasiliani, ma dovrebbe allarmare gli abitanti di tutto il mondo.

Per rendere l’idea della portata della catastrofe, vi basti pensare che il fumo ha oscurato il cielo di San Paolo del Brasile, città che si trova a 2700 km dall’epicentro dell’incendio.

Il presidente verdeoro Bolsonaro minimizza: “I roghi nel polmone verde del mondo non sono al di sopra della media degli ultimi 15 anni e, comunque, non possono servire come “pretesto per imporre sanzioni internazionali” contro Brasilia“.

I leader del mondo stanno prendendo una posizione dura nei suoi confronti di Bolsonaro, supportata da numerosi report in materia: da gennaio a fine agosto sono stati registrati 72.000 incendi nella foresta brasiliana. L’incremento rispetto allo scorso anno è dell’84%.

L’ORIGINE DEGLI INCENDI

La stagione secca terminerà a novembre, ma nella stragrande maggioranza dei casi è l’uomo l’artefice dei roghi che poi danno vita agli incendi di grosse dimensioni. Spesso si tratta di roghi dolosi, appiccati per favorire coltivatori o allevatori del luogo che hanno bisogno di terra da coltivare o dove far pascolare il bestiame.

La faccenda assume dei contorni grotteschi quando il presidente Bolsonaro accusa le organizzazioni ambientaliste di aver appiccato gli incendi come vendetta nei suoi confronti per aver tagliato i fondi pubblici per la loro attività.

Il parossismo si è raggiunto lo scorso 10 agosto, data in cui è stato istituito il “giorno del fuoco” nella città di Novo Progreso, nello stato del Parà, che fa parte della macro regione amazzonica.

Sarebbero state diminuite anche le sanzioni per chi compie atti di disboscamento illegale, favorendo in questo modo le iniziative illecite delle società di produzione di legname.

Il dato più allarmante riguarda proprio il disboscamento. Dall’inizio dell’anno, con l’avvento di Bolsonaro, sono stati disboscati 1345 kmq di foresta, l’equivalente di tre campi di calcio al minuto.

FERMIAMO BOLSONARO!

I potenti della Terra hanno dichiarato, tramite Macron, che affronteranno il tema degli incendi in Amazzonia durante il G7 di Biarritz in Francia.

L’augurio è che si prendano provvedimenti efficaci, tempestivi e duraturi nei confronti di un individuo che sta dimostrando di avere a cuore più i meri affari economici che la salute e la salvaguardia dell’intero pianeta.

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Guinzaglio, come scegliere il migliore per il vostro cane – VIDEO

 

Cosa dobbiamo tenere a mente per la scelta del guinzaglio? Come facciamo per convincere il cane ad indossarlo?

Gli educatori cinofili e gli addestratori vi diranno come prima cosa “ricordate sempre che il guinzaglio è il prolungamento del braccio del conduttore”.

Sono tre gli elementi che dobbiamo tenere in considerazione quando scegliamo un guinzaglio: 1. Il Materiale; 2. La robustezza; 3. L’efficienza.

Vi siete mai chiesti perché il cane rosicchia il guinzaglio? Potremmo puntare in alternativa sulla pettorina?

Le risposte a queste ed altre domande nel video qui sotto. Buona Visione!

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