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Sindrome dell’impostore: Come combatterla

Sei una persona capace, determinata, che da sempre il meglio di se in tutto quello che fa? In caso di risposta affermativa COMPLIMENTI!

Come dici? Non ti meriti i miei complimenti? Non sei poi così in gamba? Quello che fai potrebbe farlo chiunque?

Aspetta un secondo, potresti essere una delle tantissime persone che soffre di Sindrome dell’Impostore.

Di cosa si tratta

Il più istintivo di voi potrebbe aver reagito con un “impostore io? Ma di che parli”? Quello più riflessivo potrebbe essere trasalito e aver pensato: “Non ha tutti i torti in fondo”.

Smettetela di essere troppo severi con voi stessi e fermatevi un secondo a leggere.

La sindrome dell’impostore è uno stato d’animo che campeggia in quelle persone che hanno ottenuto premi e successi, ma pensano in cuor loro di non meritarli, nonostante chiunque continui ad elogiarli per le loro competenze.

Ti ci riconosci anche tu?

E’ una sindrome che non risparmia nessuno

Secondo studi approfonditi questa patologia mentale colpisce soprattutto le donne di successo, che hanno raggiungo traguardi importanti in ambienti di lavoro prettamente maschili.

Il paradosso è che più il soggetto è capace e maggiore è la possibilità di sentirsi inadeguati di fronte ai propri successi.

Ne soffrono in particolare professionisti affermati, artisti, star del mondo della musica e dello spettacolo. La società basata sull’ipercompetitività e sull’insicurezza economica ha acuito questo problema.

I cosiddetti vip temono di essere giudicati per le loro performance e di essere criticati aspramente dai fan. Spesso la pressione è talmente forte da portare alla depressione.

Le cause di questo stato d’animo

I soggetti più esposti alla sindrome dell’impostore sono essenzialmente 4:

  1. Chi è stato educato alla modestia e prova imbarazzo nel lodarsi, anche quando lo meriterebbe.
  2. Chi ha un forte senso del dovere e si sente male al solo pensiero di poter deludere qualcuno.
  3. Chi è consapevole di poter sbagliare e si trova di fronte persone che impongono il loro pensiero credendo di essere il padre eterno e di non poter commettere errori.
  4. Chi è portato a prescindere per l’autocritica, per paura di non essere all’altezza delle aspettative di qualcuno.

L’ottenimento di ulteriori successi tende a peggiorare questa situazione mentale. Aumentano le conoscenze e le competenze, ma anche le pressioni e le responsabilità.

L’effetto Dunning-Kruger

Speculare alla sindrome dell’impostore è la distorsione cognitiva nota come effetto Dunning-Kruger.

E’ la caratteristica degli “odiosi supponenti”, di coloro che si considerano esperti in qualunque materia e che non sanno riconoscere di avere delle lacune in alcuni ambiti.

Nello specifico questi soggetti tenderanno a sopravvalutare le proprie competenze e a sminuire quelle altrui.

Il saggio sa di essere stupido, è lo stupido invece che crede di essere saggio (William Shakespeare).

Consigli per affrontare la sindrome dell’impostore

Cominciate con l’accettare i complimenti che vi vengono fatti, perché il più delle volte sono meritati. Provate a rispondere con un semplice “grazie”, invece di sminuire in maniera quasi automatica il vostro lavoro : “non ho fatto nulla di che, chiunque avrebbe potuto farlo”.

Entra nell’ottica del poter sbagliare. Nessuno è perfetto e, soprattutto, immune da errori. Chi si pavoneggia tanto, spesso lo fa per coprire delle sue mancanze.

Cavalcate l’onda quando avete ottenuto degli importanti successi, godeteveli. Presto potrebbero esserci dei momenti negativi, ma anche quelli sono passeggeri, considerateli una pausa fino al prossimo successo.

Un trucco in più

Sicuramente avrete usato molto spesso lo stratagemma di scrivere su un foglio i pro ed i contro, prima di prendere una decisione importante. Alla fine, grazie a questo semplice trucco, siete riusciti a scegliere senza avere troppi rimpianti.

Il consiglio degli esperti è quello di mettere per iscritto i nostri pensieri negativi.

Scrivi perché non hai meritato di raggiungere un determinato traguardo, esponi le motivazioni che ti portano a credere che qualcun altro abbia agito molto meglio di te. Accusati in maniera plateale di aver avuto solo fortuna.

Prepara per iscritto una sorta di pagella per te, come se fossi la professoressa più severa del globo. Quando avrai finito di buttare sul foglio tutte le tue insicurezze, rileggi le aspre critiche che ti sei mosso. Scommettiamo che almeno la metà di queste ti sembreranno eccessive? Provare per credere.

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6 consigli per tornare in forma dopo la feste

Ve lo dico subito, RASSEGNATEVI!

La vostra casa sarà un covo di coniglietti cioccolatosi e di colombe zuccherate ancora per qualche giorno. Dovrete combattere con il coltello fra i denti per uscire vivi da questo inevitabile periodo di luculliani pranzi in famiglia, ciclopiche braciolate fra amici e colossali picnic sotto la pioggia.

Non voglio allarmarvi, ma l’estate è dietro l’angolo!

Scusatemi per la violenza psicologica che vi ho inflitto, sono qui per aiutarvi a migliorare la situazione attuale, non per affossarvi ancora di più.

Gli avanzi di Pasqua tutti per colazione

Un primo consiglio che mi sento di darvi è quello di consumare i dolciumi che vi sono rimasti, la mattina a colazione. In fondo una consistente dose di energia all’inizio della giornata, quando le calorie da bruciare sono tutte di fronte a voi, non potrà essere deleteria come ingurgitare un uovo intero dopo cena davanti a Game Of Thrones.

Riprendere le buone abitudini

Se in previsione di pranzi megagalattici avete saltato la colazione e la merenda di metà mattina, tornate ai canonici 5 pasti giornalieri equilibrati.

Il vostro mantra dovrà essere “mangiare poco e spesso”, non “sfondarsi a pranzo o a cena e poi digiuno”.

Ricominciate subito ad allenarvi

Sebbene una pausa dalle lezioni di fitness sia stata perfino produttiva per il vostro fisico, non c’è tempo da perdere. Guai a pensare un solo secondo “ricomincio dopo il ponte del primo maggio”.

Ma che siete matti? Quasi due settimane senza allenarvi? Più tempo vi fermate e più sarà difficile riprendere crossfit e power yoga.

Non vergognatevi se le lasagne hanno creato un grazioso rigonfiamento sul vostro addome. Armatevi di scarpe comode, bottiglia da un litro e mezzo d’acqua (minimo) e cominciate a correre, ma non solo.

Dolci pasquali vs sport

-Uovo di Pasqua 600 kcal vs 1 ora di corsa/ 1 ora di zumba/ 2 ore di camminata

-Colomba pasquale 350 kcal vs 35 min di corsa/ 35 min di nuoto/ 70 minuti di camminata

-Pastiera 700 kcal vs 1h di calcetto/ 1h di free climbing

-Casatiello 800 kcal vs 1h di kick boxing/ 1h di Kung fu

Dove trovare le motivazioni?

Dormire è importante, ma non in palestra

“Chi me lo fa fare”? “Mangio meno così non serve fare sport”, “ma chi ci va al mare questa estate”!

Volete davvero nascondervi dietro a queste scuse? Non siete impazienti di mostrare il vostro fisico guizzante in bikini di fronte alle amiche e ai mariti delle amiche?

Un suggerimento basico è quello di coinvolgere qualcuno nel vostro progetto: vostra sorella, un’amica che ha il vostro stesso obiettivo, il vostro partner.

“Two is meglio che one” recitava un famoso slogan di una pubblicità di…gelati!

Concedetevi una giornata di detox

Anche chi durante l’anno è fedele ad un regime alimentare impeccabile, di fronte a uova di cioccolata con gusti sempre più variegati, vacilla e si lascia scivolare dolcemente nella valle delle calorie.

Concedetevi una giornata di detox a base esclusivamente di frutta e verdura. Gli antiossidanti, le vitamine e i minerali in dose massiccia, contribuiranno a disintossicarvi e a liberarvi dalla spossatezza che vi pervade.

“Esagerate” con l’acqua e con le tisane

Bevete tanta acqua, i due litri canonici dovrebbero essere la quantità minima. Nulla vi vieta di esaltare il sapore dell’acqua con degli infusi e delle tisane drenanti (al tarassaco e betulla sono le migliori) e depuranti (vi consigliamo quelle al finocchio e alla curcuma).

Riposate e dormite negli orari giusti

Penso che dormire almeno 8 ore di seguito a notte possa essere considerata pura utopia per la maggior parte di noi.

Secondo i nutrizionisti e i naturopati è essenziale andare a dormire presto, in particolare l’intervallo di tempo fra le 23 e le 3 è fondamentale perché è il momento in cui il nostro organismo si disintossica dagli stravizi giornalieri.

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Biscotti della fortuna, dal Giappone con furore

Proprio ieri sera sono stata al ristorante cinese col mio gruppo di Wing Chun e a fine pasto sono arrivati in dono gli immancabili biscotti della fortuna.

Il mio era abitato da un romantico spirito giapponese, la frase che conteneva non lascia dubbi: “Visto con gli occhi dell’amore tutto appare diverso”.

State fantasticando sull’uomo o sulla donna dei vostri sogni o avete colto il segreto che vi è stato svelato? Nessun problema, ci penso io a riportarvi alla realtà.

Cosa sono i biscotti della fortuna?

Si tratta di biscotti croccanti, che contengono al loro interno una “fortuna”, cioè un messaggio di buon auspicio per il futuro o una profezia che dovrebbe avverarsi in poco tempo.

In realtà le frasi che si trovano di solito sono volutamente vaghe, in modo da andare bene per un campione di persone più vasto possibile.

Questo dolcetto è semplice da preparare, per realizzarlo bastano farina, zucchero, vanilina e burro. Link della ricetta:
https://erikastreppa.it/ricette-facili-i-biscotti-della-fortuna

La vera origine dei フォーチュンクッキー

Le prime tracce dei biscotti della fortuna risalgono al diciannovesimo secolo in quel di Kyoto, in Giappone.

In particolare, la studiosa nipponica Yasuko Nakamaki ha redatto una tesi sull’argomento. Le ricerche, durate sei anni, l’hanno portata a scovare un’illustrazione del 1878 contenuta in un libro di racconti chiamato Moshiogusa Kinsei Kidan, raffigurante i nostri amati dolcetti.

Il personaggio di uno dei racconti lavorava in un negozio di Sembee, dove venivano preparati gli tsujura sembe, letteralmente i cracker della fortuna.

L’arguta donna giapponese ha scoperto che gli originali biscotti della fortuna avevano una forma diversa da quelli attuali, erano più grandi ed il biglietto con la profezia beneaugurante era inserito in una fessura, non all’interno del dolcetto. Pare che si volesse evitare l’inavvertito ingerimento del pezzetto di carta.

La diffusione negli Stati Uniti

I primi biscotti della fortuna in America furono serviti al Golden Gate Park di San Francisco nel 1890 da Makoto Hagiwara.

Il fondatore di Fugetsu-do a Little Tokyo (Los Angeles), Seichii Kito rivendica l’invenzione di questo dolcetto e la sua diffusione nei ristoranti cinesi di San Francisco e Los Angeles.

Nakamachi ha intervistato numerose famiglie giapponesi e cinesi stabilitesi negli Stati Uniti, le quali hanno testimoniato come i biscotti della fortuna, prima della seconda guerra mondiale, fossero conosciuti come “torte da tè della fortuna” in quanto erano consumati come pasticcini durante l’ora del tè.

Perché vengono associati alla Cina?

Biscotti della fortuna nella classica confezione che troviamo anche in Italia.

La teoria più verosimile al riguardo sostiene che durante la seconda guerra mondiale oltre 100.000 giapponesi vennero internati nei campi di isolamento cinesi. Fra i prigionieri erano presenti anche i produttori dei biscotti.

Per evitare che la produzione si fermasse, i cinesi presero il posto dei nipponici e diffusero la ricetta nei panifici della costa occidentale.

Si stima che alla fine degli anni ’50 se ne producessero 250 milioni l’anno. Attualmente per il mercato mondiale, americano ed europeo in particolare, se ne producono 3 miliardi all’anno.

Chi scrive i messaggi all’interno dei biscotti della fortuna?

Può sembrare un compito semplice, di cui chiunque potrebbe occuparsi, ma in realtà…

Sono degli scrittori emergenti che si dilettano in questa pratica per guadagnare qualcosa in attesa della pubblicazione del loro best seller.

Le frasi vanno scritte e pensate con cura, il segreto è che ci si possano rispecchiare tutti, dal teenager alla persona più anziana. Il contenuto non deve essere offensivo, ma ispirare la fantasia, le speranze o provocare un sorriso.

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Vuoi sposarmi in Converse? Sì lo voglio!

Il momento più carico di tensione per una futura sposa è la scelta dell’abito. Spesso le accompagnatrici non sanno essere obiettive e passano da un eccesso all’altro: “questo vestito ti sta divinamente, certo però che pure il primo che hai provato. Si vabbè, ma a te sta bene tutto”, “mmm mi pare che questo abito non ti valorizzi, questo ti fa difetto sui fianchi, sei sicura di voler tenere la schiena completamente scoperta?”.

Alla fine solo l’intervento del capo supremo, la mamma, potrebbe far pendere la decisione verso un vestito in particolare oppure, una sorta di luce mistica che illumini le accompagnatrici di fronte ad una sposa che ha veramente trovato l’abito perfetto per lei. Immaginate tutte le femmine in stato di trance che indicano la sposa piangendo, “è lui, non potrebbe essere nessun altro”.

E le scarpe? 

Le spose tengono molto a questo accessorio, anche se dopo la cerimonia non vedono l’ora di disfarsene per mettersi a piedi nudi o con le classiche ballerine. Nella maggior parte dei casi la scelta ricade su scarpe col tacco, prevalentemente bianche, ma negli ultimi anni sta spopolando una tendenza che permette agli sposi di godersi la giornata sin dal primo momento, senza arrivare alla sera con i piedi doloranti.

Stiamo parlando del matrimonio in Converse, siamo pronti a scommettere che qualcuno di voi già conosce una coppia che ha voluto rendere il proprio giorno speciale più easy, comodo e stravagante.

Le All Star hanno da sempre rappresentato più di una semplice calzatura, sono considerate un vero e proprio stile di vita. Ideali per un matrimonio informale all’aperto, magari in un’atmosfera alla Central Park, ma anche per delle nozze a tema country, per ballare la quadriglia e altri balli particolarmente scalmanati.

Ciò non toglie che queste scarpe possano essere indossate sotto i canonici abiti da cerimonia per sdrammatizzare il look formale tipico di questi eventi. Ormai è possibile personalizzarle nei più svariati modi, con disegni, frasi divertenti o addirittura con le foto dei promessi sposi.

Un’idea potrebbe essere quella di abbinare le proprie converse al colore del vestito dell’altro. Ad esempio la sposa potrebbe indossare delle scarpe blu come il completo dello sposo e quest’ultimo potrebbe portarle bianche con qualche decorazione particolare.

Se consentirete anche agli invitati questo tipo di libertà stilistica, state certi che non li troverete contrariati. Magari persino la nonnina ottantenne potrebbe avventurarsi in un trenino intorno ai tavoli, confortata dalla comodità della propria calzatura.

Un ultimo suggerimento potrebbe essere quello di regalare ai testimoni qualcosa di unico e che rimanga nel tempo, come un paio di converse. Chissà che non decidano anche loro di sposarsi con ai piedi il vostro dono di nozze.

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FOTO: chedonna.it

 

Milano ospita la prima Unicorn House, sarà possibile dormirci per tre giorni

C’è chi aspetta Natale con trepidante attesa, chi ha l’acquolina da gennaio perché sogna di nuotare nel cioccolato delle uova di Pasqua e c’è chi, invece, vuole solo immergersi in un mondo di arcobaleni, marshmallow e cavalli alati.

I primi a poter realizzare il loro desiderio saranno proprio questi ultimi, dato che il 9 aprile si celebrerà la Festa Mondiale dell’unicorno. 

Il portale di prenotazione viaggi ed esperienze online Booking.com, ha allestito un’autentica Unicorn House nel centro di Milano, in via Santa Cecilia 4, a pochi passi da Piazza San Babila.

Non si tratta di un museo da visitare, ma di un vero e proprio appartamento dove tre gruppi di ospiti potranno soggiornare per tre notti, dal 10 al 12 aprile, durante la Design Week.

Le prenotazioni saranno possibili sul portale alle ore 10:00 del 23 marzo, del 28 marzo e del 1 aprile. Ogni soggiorno potrà durare massimo 24 ore, per dare la possibilità a quante più persone possibili di godersi la magia di questa atmosfera da favola, con lenzuola, tende e arredamento tutto rigorosamente puccioso e unicornoso.

Alberto Yates, Regional Manager di Booking.com si dichiara entusiasta dell’iniziativa: “Siamo felicissimi di poter invitare alcuni fortunati ospiti a provare la Unicorn House, e siamo sicuri che sarà un’esperienza magica e assolutamente indimenticabile”.

L’esperienza avrà un costo di 70 euro per due persone, inclusa sarà la dolcissima colazione ed una lezione di cake design di Eleonora di Simine di Nana&Nana Cakes.

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Qualificazione agli Europei, sarà l’Italia di Quagliarella

IL RISCATTO DELL’ITALIA

Dopo la dolorosissima mancata qualificazione ai Mondiali del 2018 ed il secondo posto nella Nations League, che non ha permesso agli azzurri di approdare direttamente agli Europei itineranti del 2020, l’Italia di Mancini si appresta a scendere in campo per le prime partite del girone eliminatorio. Fino ad ora negli 8 match disputati sotto la guida tecnica del Mancio, la Nazionale ha collezionato 3 vittorie, 3 pareggi e 2 sconfitte.

LE AVVERSARIE DEL GIRONE

L’Italia dovrà vedersela nel proprio girone (J) con Bosnia Erzegovina, Grecia, Liechtenstein, Armenia e Finlandia. Avversari di certo non proibitivi per una qualificazione che si preannuncia agevole, dato che passano le prime due in classifica.

LE PARTITE D’ESORDIO

Gli Azzurri esordiranno sabato 23 marzo alle ore 20:45 contro la Finlandia, teatro dell’incontro sarà la Dacia Arena di Udine. Lo stadio Tardini di Parma ospiterà la sfida con il Liechtenstein di martedì alle 20:45.

I CONVOCATI DI ROBERTO MANCINI:

La novità più affascinante riguarda il ritorno del 36enne Fabio Quagliarella in Nazionale. Convocazione più che meritata dato che l’attaccante napoletano guida la classifica cannonieri della Serie A con 21 centri. Rimangono a casa Balotelli e Belotti.

Di seguito la lista completa dei convocati:

 

Portieri: Alessio Cragno (Cagliari), Gianluigi Donnarumma (Milan), Mattia Perin (Juventus), Salvatore Sirigu (Torino);

Difensori: Cristiano Biraghi (Fiorentina), Leonardo Bonucci (Juventus), Giorgio Chiellini (Juventus), Alessandro Florenzi (Roma), Armando Izzo (Torino), Gianluca Mancini (Atalanta), Cristiano Piccini (Valencia), Alessio Romagnoli (Milan), Leonardo Spinazzola (Juventus);

Centrocampisti: Nicolò Barella (Cagliari), Bryan Cristante (Roma), Jorginho (Chelsea), Stefano Sensi (Sassuolo), Marco Verratti (Paris Saint Germain), Nicolò Zaniolo (Roma);

Attaccanti: Federico Bernardeschi (Juventus), Federico Chiesa (Fiorentina), Stephan El Shaarawy (Roma), Vincenzo Grifo (Friburgo), Ciro Immobile (Lazio), Moise Kean (Juventus), Kevin Lasagna (Udinese), Leonardo Pavoletti (Cagliari), Matteo Politano (Inter), Fabio Quagliarella (Sampdoria).

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La regola d’oro per rimediare ad un errore in amore

 

Quando sei innamorato un’intensa sensazione di felicità, di esaltazione e di angoscia ti scombussola tutto.

E’ piuttosto probabile, soprattutto all’inizio, commettere qualche errore con la persona che si vuole conquistare. Magari, presi dalla foga dell’innamoramento, e dalle farfalle che alcune volte dallo stomaco passano alla testa, ci lanciamo in un sms inadeguato, una chiamata ad un orario improponibile o una battuta di troppo per poi, dopo aver chiesto a Dio di ucciderci per la vergogna, e dopo non essere morti, tentare di recuperare mandando un secondo sms, dicendo qualcosa in più o facendo una seconda battuta di “recupero”.

Per fare un esempio calcistico che renda l’idea: pensate ad un arbitro che commette un errore, regalando un rigore ad una delle due squadre. Può scattare un meccanismo pericoloso nella sua testa che lo porterà a compensare la decisione sbagliata in precedenza, commettendo altri errori a favore della squadra precedentemente danneggiata.

Questo ci fa capire che spesso, quando agiamo per recuperare qualche mancanza, rischiamo di causare danni peggiori. Se commettiamo un errore non dobbiamo pensare di dover mettere necessariamente delle “toppe”. Dobbiamo solo lasciare che l’errore perda di intensità ed importanza. Come? Esiste nella vita, qualcosa che è equivalente ad una gomma da cancellare. Che cos’è? Il TEMPO.

Se sbagliate con la persona che volete al vostro fianco, evitate di andare in iperventilazione e di correre subito ai ripari convinti che sia l’unico modo per salvare la relazione. Attendete che l’intensità emotiva del vostro errore cali.  A poco a poco a entrambi sembrerà meno importante e meno drammatico. Ve ne dimenticherete senza rendervene conto.

Ovviamente non tutti gli errori possono essere recuperati in questo modo. Se avete offeso la persona amata sarà bene chiedere scusa. Per molte altre situazioni, prima di fare un altro passo, chiedetevi se state agendo in base ad un piano ben preciso o solo perché presi dalla troppa foga di recuperare. Come si dice: “Troppe toppe fanno strappare il vestito”.

Per il resto in bocca al lupo!

Abbiate il coraggio di osare e di sbagliare,  e viva “l’Amore, che muove il sol e l’altre stelle”. Se così è, un motivo ci sarà.

Ek.

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San Valentino: L’Amore non è solo a febbraio

S. Valentino è una festa strana, la più strana a mio avviso. Strana come il Festival di Sanremo che nessuno vuole guardare, ma che poi segna oltre il 50% di share.

Questo perché sono pochi quelli che ammettono di apprezzarla. Ci sono le femministe che protestano, gli innamorati che tentano di boicottarlo al motto di “ noi ci amiamo tutto l’anno e non abbiamo bisogno di un giorno per ricordarlo”!. C’è chi ritiene che sia solo un evento consumistico, un modo per far guadagnare la Perugina. Infine ci sono i “poeti”, che alla domanda “cosa fai a S. Valentino?” rispondono con le classiche filastrocche tipo “ S.Valentino è la festa di ogni cretino, che credeva di essere amato ed invece rimane fregato”.

Iniziamo dalla data: Perché il 14 Febbraio?

Tutto nasce tanto tempo fa, e un po’ come accadde al natale che fu spostato per sopprimere una festività pagana,  pare che nel 496 d.C. Papa Gelasio per impedire la Lupercalia ( che no, non è una delle malattie che si prevengono con i vaccini esavalenti), creò una festa che rimandasse all’amore cristiano. Certo il rito non era proprio dei più affascinanti. Il fatto che lo abbia tolto di mezzo non è stata poi una grande perdita. Il rito prevedeva che giovani nudi girassero per la città con delle fruste e ci fossero delle donne volontarie in dolce attesa che si prestavano ad essere frustate.

La regola d’oro per rimediare ad un errore in amore

Perché proprio Valentino?

Qui c’è grande confusione perché di Santi di nome Valentino che morirono per salvare o santificare un amore ce ne furono  ben 3. Il primo, ed a mio avviso il più credibile, nato a Terni nel 176, proteggeva gli innamorati, li guidava verso il matrimonio e li incoraggiava a mettere al mondo dei figli. Il secondo, invece, sarebbe morto a Roma il 14 febbraio del 274, decapitato. Per alcune fonti sarebbe lo stesso vescovo di Terni. Per altri – tesi più plausibile – sarebbe un altro martire cristiano. Per altri ancora, non sarebbe mai esistito, quindi vedete voi se crederci o no, la cosa certa è che venivano tutti da Terni.

Ma in realtà la festa vera e propria si deve a Geoffrey Chaucer, l’autore dei Racconti di Canterbury che in onore delle nozze tra Riccardo II e Anna di Boemia alla fine del ‘300 scrisse The Parliament of Fowls, (Il Parlamento degli Uccelli) un poema in 700 versi che associa Cupido a San Valentino.

Come siamo arrivati a cuori ovunque, fiori, cioccolatini, e chi più ne ha più ne metta? Il responsabile di tutto ciò è L’Amore. Vogliamo rendere felice l’altro e stupirlo, così piano piano ci siamo evoluti nel festeggiare. Il mercato ha risposto ad una sempre crescente richiesta di stranezze, e così sono nati gadget di ogni tipo, per tutti i gusti ed i bar si sono riempiti di ogni leccornia.  Venditori abusivi spuntano come funghi da ogni semaforo della città offrendo mazzi di fiori, più e meno vistosi, che alla fine anche i più scettici compreranno alla loro compagna perché consapevoli che a tutte le donne piace ricevere qualcosa a S. Valentino. Anche se non ci credono.

Quindi come dobbiamo comportarci? Potremmo festeggiarlo come se fosse un compleanno. Noi siamo vivi ogni giorno, ma festeggiamo solo quello della nostra nascita, allo stesso modo amiamo i nostri partner ogni giorno, ma potremmo considerare San Valentino un giorno in cui facciamo uno sforzo in più per offrire al nostro/a amato/a il bene più prezioso in assoluto, il nostro tempo.

Da adolescenti la festa di San Valentino viene vissuta con romantica trepidazione, non ci sono grandi preoccupazioni a tormentarci, se non la scelta del dono per la nostra dolce metà. Col tempo le priorità della vita, inevitabilmente cambiano e si tende sempre a sacrificare il tempo con il proprio marito o moglie per concentrarsi sugli innumerevoli problemi della quotidianità. Si dà per scontato che l’altro, anche se trascurato, ci sia comunque. E’ bello poter contare, indipendentemente da tutto, sull’appoggio del proprio partner, ma vi consiglio di cogliere l’occasione quest’oggi per dedicare un’attenzione in più (se inaspettata dall’altro è anche meglio) a chi vi sta accanto. Dal sorriso di gioia che potreste provocare, c’è la possibilità che tutte le COSE DELLA VITA, possano andare per il verso giusto, almeno per un po’.

Nessuna legge ci costringe a regalare cioccolatini e fiori. Vi ripeto nuovamente, il miglior dono che potete fare al vostro compagno è dedicargli tempo, in serenità, magari ripercorrendo in maniera nostalgica la cronologia della vostra storia., Ricordatevi di essere felici, che la vita è breve e non aspetta nessuno. Amatevi amatevi ed amatevi fino ad essere sudati e sereni. L’amore è il motore aggiuntivo che vi dà la carica in più, non dimenticatevene correndo dietro a soldi o carriera. Guardate negli occhi il vostro partner.

E se il partner non c’è? L’amore ha tante forme, genitori, figli, amici, scegliete l’amore a cui dedicare il vostro sguardo in questa giornata, ed amate!

Buon San Valentino a tutti voi.
Con Amore

Ek.

I misteri della città eterna: Da Suburra a Roma Criminale

Ho finito di vedere da poco la prima serie di un telefilm (è in programmazione la seconda) che non pensavo mi avrebbe appassionato così tanto. Si tratta di Suburra, la prima serie televisiva italiana prodotta da Netflix.

Il teatro della vicenda è Roma, il sindaco ha appena annunciato le proprie dimissioni. Si intrecciano le vicende di una grande varietà di personaggi tra malviventi, famiglie influenti della città, politici e clero, coinvolti nelle attività criminali della città eterna. Mi sono affezionata in particolare ai tre protagonisti, apparentemente molto diversi fra loro e facenti parte di opposte fazioni, ma che arrivano a legarsi in maniera profonda. Sono degli antieroi che devono scontrarsi con delle famiglie piuttosto ingombranti. Una sorta di Romeo&Giulietta a tre.

Ma oggi non voglio parlarvi di questo telefilm, che, tuttavia, vi consiglio assolutamente.

Il tema trattato e i vari intrighi rivelati nella trama assai avvincente, mi hanno stimolata ed invogliata a leggere un libro di oltre 500 pagine che mi ripromettevo di iniziare prima o poi.

Trattasi di Roma Criminale” di Cristiano Armati e di Yari Servella. E’ una carrellata di delitti, crimini e misteri che si intrecciano in quella che è la storia millenaria della capitale d’Italia. Si parte con i dettagli della diatriba tra Romolo e Remo, fondatori della città, che costò la vita al secondo. Si passa velocemente ai fatti di sangue della Roma umbertina di fine Ottocento. E’ presente una panoramica completa del delitto Matteotti, della vicenda incredibile di Gino Girolimoni, il cosiddetto Mostro di Roma.

Sarebbe impossibile elencarli tutti, ma se ad esempio siete curiosi riguardo all’assassinio di Pier Paolo Pasolini, in questo libro troverete pane per i vostri denti. Se non avete mai sentito parlare del Canaro della Magliana, autore di quello che ancora oggi viene considerato il delitto più efferato della storia recente della nostra città, allora non potete non leggere il capitolo a lui dedicato.

Se siete giovani come me, o anche di più, probabilmente sarete più interessati a casi ancora più recenti come la morte di Vanessa Russo, la ragazza assassinata in metropolitana con un’ombrello o all’omicidio di Gabriele Sandri, tifoso laziale ucciso in un autogrill d’Arezzo da un colpo d’arma da fuoco partito dalla pistola di un agente della polizia stradale.

Alcune storie sono talmente eclatanti e conosciute che hanno dato vita a film e serie di successo come l’epopea della Banda della Magliana e il misterioso caso della scomparsa di Emanuela Orlandi, che conserva ancora molti tratti oscuri e inspiegabili.

In tutti i casi affrontati viene descritto con dovizia di particolari il contesto storico, la scoperta del fatto di sangue, le indagini degli inquirenti e le vicende processuali che ne conseguono.

Ogni capitolo di questo libro equivale a godersi una puntata di programmi televisivi come “Storie Maledette”, “Amore criminale”, “Quarto Grado” e simili. Se vi appassionano programmi del genere, avete trovato la lettura perfetta per voi.

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“Il momento di uccidere” di Grisham: E’ arrivato il momento di leggerlo o di vedere il film

Pochi giorni fa stavo controllando su internet i programmi serali e mi sono illuminata quando ho visto in programmazione alle 21 il film “Il momento di uccidere” di Joel Schumacher su un canale che ancora non conoscevo, Cine Sony. Lo trovate al canale 55 del digitale terrestre.

Sebbene si tratti di un film del 1996, con una cast stellare, in cui brillano fra tutti Matthew McConaughey, Samuel L. Jackson, Kevin Spacey ed una giovanissima e bellissima Sandra Bullock, non ero ancora riuscita a vederlo. Il mio entusiasmo derivava dal fatto che qualche anno fa avevo letto il romanzo omonimo di John Grisham e l’avevo trovato a dir poco appassionante.

Non sono mai stata una grande amante dei gialli giudiziari, ma il consiglio di una persona cara e la sua insistenza mi avevano convinto ad iniziare la lettura. Mai scelta fu più azzeccata.

La storia è molto forte e non nascondo che in alcuni punti è stata anche disturbante. Una bambina di colore viene violentata e picchiata a sangue da due ragazzi neo nazisti. Il padre della bimba vuole farsi giustizia da solo e lo confida ad un suo amico avvocato, che non lo prende sul serio. Inevitabilmente la vendetta si consuma, e…

Non voglio darvi ulteriori dettagli per non spoilerarvi tutta la trama.

https://erikastreppa.it/ecco-perche-non-esiste-un-seguito-di-eragon

Fanno da sfondo alla vicenda gli scontri fra rappresentanti del Ku Klux Klan e manifestanti della comunità afroamericana.

Nel romanzo, Grisham affronta magistralmente gli stati d’animo dei componenti della giuria, chiamati a giudicare su un caso che metterà a dura prova le loro coscienze ed i loro pregiudizi, razziali e non. La fase del processo viene esaltata soprattutto nel film, dove l’intensissima arringa finale del giovane avvocato rampante è da standing ovation. Nel libro la fase processuale occupa uno spazio più limitato, ma traspare l’enorme passione dell’autore per quella che è la sua professione legale.

In questo momento storico del nostro paese, in cui la questione migranti spacca nettamente in due l’opinione pubblica, è senza dubbio un libro che fa molto riflettere sulle diversità e sulla parità di diritti che è stata raggiunta solo a parole.

Il pregiudizio con il quale la comunità bianca del Mississipi guarda all’imputato di colore, lascia presagire una condanna certa alla pena di morte. Allo stesso modo, la diffidenza con la quale ci poniamo nei confronti dei migranti che giungono sulle nostre coste o in linea generale con chi riteniamo diverso e in qualche modo meno meritevole di avere una vita dignitosa rispetto a noi, condannano la solidarietà fra SIMILI ( e non UGUALI, perché sarebbe impossibile) ad essere una merce sempre più rara come la giustizia in tribunali palesemente parziali.

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