RECENSIONI

Arriva il cucciolo in casa – Video

Accogliere un cucciolo in casa è un’emozione unica, come possiamo organizzare la nostra magione per l’arrivo di un vero e proprio tornado?

Qualche consiglio per tutelare sia l’incolumità del nuovo arrivato che quella della vostra casa:

  1. Togliere dalla portata dei denti e della coda del vostro amico a 4 zampe tutti i soprammobili e gli oggetti fragili (con un labrador è assolutamente necessario, credetemi!).
  2. Attenzione alle prese e ai cavi elettrici (molti cani hanno una passione smodata per il masticare i cavi elettrici).
  3. I cuccioli adorano le piante ornamentali, che siano vere o finte, le mangiano e le buttano per terra molto volentieri, quindi fate voi!
  4. Assicuratevi di tenere fuori dalla loro portata farmaci, prodotti per pulire e alimenti non adatti ai vostri pargoli pelosi.
  5. Limitate l’accesso a zone pericolose della casa con dei cancelletti, lo stesso discorso vale per stanze che ritenete off limits. Meglio abituare subito il cucciolo ad avere dei paletti.
  6. Per evitare che il cucciolo sbatta contro una vetrata, mettete degli adesivi che gli suggeriscano che hanno di fronte un ostacolo, dopo un mese si ricorderanno dell’ostacolo e non attenteranno più alle vostre porte finestre.
  7. Mettete la cuccia del vostro piccino in un luogo riparato, dove non ci siano forti correnti d’aria.

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Se volete approfondire questi consigli e scoprirne degli altri, vi invito a vedere il video qui sotto!

Foto: Petsblog

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Traslocare con cane e gatto: consigli e curiosità

C’è chi dice che “il trasloco è il secondo più grande stress dopo il parto”. Dopo serate a scegliere il quartiere migliore per noi (leggi articolo) e la casa che rispecchi al meglio il nostro stile di vita (leggi articolo) è giunto il momento. Che siate alla vostra prima esperienza o che siate ormai esperti, il trasloco è sempre un momento importante nella vita perché segna un cambiamento ed un passaggio molte volte decisivo.

Se anche le vostre giornate sono allietate da pelosetti che girano scodinzolanti per casa, sarete certamente in cerca di qualche consiglio su come fargli vivere al meglio il cambio “tana”.

“Amare è come traslocare. Solo che a cambiare abitazione è l’anima che va a vivere in un altro corpo.”

Il Gatto merita l’inizio di questo articolo. Come sapete tendo a parlare principalmente di cani, ma come prima cosa è giusto sfatare una falsa credenza che riguarda i gatti, dei quali si dice che siano molto più legati all’ambiente che non ai familiari: non è assolutamente così!

Questa credenza è stata diffusa nell’Ottocento dal naturalista Jean-Henry Fabre, che lo sostenne in uno dei suoi racconti. Essendo molto conosciuto sia come studioso che come scrittore, tutti pensarono che quella che scriveva fosse la Verità Assoluta e l’idea del gatto “che ama di più la casa del padrone” divenne una delle leggende metropolitane più diffuse del mondo.

Se pensiamo che Fabre spiegava anche che per far cambiare ambiente al gatto era opportuno chiuderlo in un sacco, possiamo renderci conto di quanto ne capisse di gatti. In realtà Fabre faceva l’entomologo (anzi, è stato proprio l’inventore dell’entomologia – un plauso per questo): quindi, visto il trattamento che normalmente i gatti riservano agli insetti, probabilmente non aveva poi troppa simpatia per la specie felina!

C’è da dire, in compenso, che Fabre fu uno dei primi oppositori della vivisezione, quindi pacca sulla spalla per lui, anche se è stato autore di una delle più grandi corbellerie di tutti i tempi sui felini.
Se la diceria ha attecchito, però, un motivo c’è: e sta nel fatto che i gatti, specie quelli che vivono in ambienti piuttosto limitati, non hanno – in media – la stessa capacità di orientamento dei cani.
Se portate in mezzo a un prato un gatto che è sempre vissuto in casa, potreste assistere a scene dove il micio, invece di mettersi a correre e di godersi la libertà, potrebbe restare paralizzato e urlare disperato perché non sa più dove si trova. In queste occasioni, a volte, i gatti non riconoscono neppure i loro umani.

Ovviamente un po’ di disorientamento può colpirli anche in occasione di un trasloco. Per le prime ore potrebbero aggirarsi furtivi e con l’aria decisamente impaurita e/o schifata, rifiutando persino le coccole. C’è il rischio che passino ore sotto al divano prima di uscire, rigorosamente quando saranno certi di essere soli e saranno quindi pronti ad esplorare. Da qui a pensare che “rimpiangano la vecchia casa”, il passo è breve: ma in realtà stanno soltanto cercando di ricomporre una “mappa mentale” a cui poter fare riferimento.

Il trasloco con un cane

Il cane, oltre ad essere un animale abitudinario, (e fidatevi, più invecchiano e più questa caratteristica si amplifica) è anche un essere territoriale: potrebbe considerare un cambiamento di casa come un tentativo di portarlo via dal suo territorio ed inserirlo in uno nuovo, senza avere la sicurezza che questo non sia già di proprietà di altri.

Potrebbe quindi apparire nervoso alla vista di altri cani nel vicinato, poiché non sa ancora quale luogo occupano sul territorio e fino a dove si spingerà il suo “dominio”. A prescindere da tutto questo, sappiate che il vostro cane si adatterà facilmente e senza troppe complicazioni, perché l’importante non è dove, ma con chi.

PERCHè I CANI ULULANO?

Vediamo adesso come comportarci con i nostri amici:

Prima del trasloco

Targhetta identificativa. Probabilmente i vostri vicini vi conoscono e conoscono il vostro cane, ma gli abitanti del nuovo quartiere, compresi quelli che vivono nel tragitto per arrivarvi, non sanno nulla di voi. Per questo, la prima cosa da fare è incidere il nuovo indirizzo sulla targhetta del vostro cane. Così sarà più facile recuperarlo nel caso in cui scappi o si perda.

Prima di trasferivi, se non è troppo lontana, portate il vostro animale a passeggio per la nuova zona, così che quando arriverà il momento di cambiare l’ambiente, gli risulti più familiare. Imparerà a conoscere così i nuovi odori e rumori che lo circondano, creandosi una mappa mentale che gli permetterà di sentirsi più sicuro, e magari farà amicizia con qualche nuovo “amico” umano e non.

Lasciate nella nuova casa del cibo oppure il giochino preferito così al suo arrivo potrà provare quest’esperienza positiva che resterà in memoria. Il cane ha bisogno di marcare il territorio ed è per questo che è importante che ispezioni la casa prima del trasloco definitivo.

Non lavate la sua cuccia, per questo ci sarà tempo dopo. I suoi oggetti personali sono fondamentali per lui, poiché attraverso l’olfatto, la sua mente si riempie di ricordi. Conservare un oggetto vecchio, come ad esempio la cuccia, lo farà sentire a suo agio i primi giorni.

Mantenete intatta la sua routine. È normale che con un trasloco i vostri orari cambino, tuttavia è bene cercare di non alterare troppo quelli del vostro cane.

Durante il trasloco

Spargete e nascondete biscottini o altri spuntini sfiziosi nella nuova casa, il vostro cane si divertirà a cercarli.

Cercate di non lasciarlo solo mentre state traslocando, a meno che non lo vediate molto a suo agio.

L’ambientazione nella nuova casa è una fase fondamentale e voi potete fare tanto per velocizzarla. Dopo aver sistemato i mobili o mentre lo state facendo, è importante dedicare al cane un angolo fisso. Qui metterete la cesta con le sue coperte e cuscini.

Quando si trasloca di solito si è presi dalla frenesia del cambiamento, si buttano le cose vecchie per far spazio alle nuove. Nel caso degli oggetti personali del cane, assolutamente non cambiatele con cose nuove. Il cane in tal caso si sentirebbe spaesato non solo dal cambiamento dell’ambiente, ma anche dei suoi oggetti personali.

Non obbligate il cane a gironzolare per la casa e non vi spaventate se si rifugia sotto il tavolo o sotto al letto/divano. Non forzatelo, quando sarà pronto esplorerà la casa da solo senza ansie.

Il giorno del trasloco

Il giorno del trasloco (ma anche il giorno prima se preferite), sarebbe bene affidare il cane ad un familiare, un amico, una persona di fiducia. In quelle ore, la sua presenza potrebbe essere di troppo, alcuni pericoli sono dietro l’angolo. Porte aperte per caricare mobili, e un via vai continuo potrebbero farci perdere di vista il cane, che una passeggiatina extra (e da solo!!) non la rifiuterebbe mai.

Dopo il trasloco

Una volta arrivati definitivamente nella nuova abitazione, fategli annusare tutto liberamente senza limiti. Quando avrà capito com’è fatta casa, stabilite gli spazi in cui può o non può stare.

Lasciate che sia lui a decidere il luogo dove sistemare la cuccia: farà la scelta migliore. Sarà facile capirlo, sarà il punto dove si accuccerà tranquillo.

Non lasciatelo solo quando arrivate: dedicategli più tempo del previsto per i primi tempi.

Almeno nelle prime 2 settimane è consigliabile non lasciarlo troppo tempo da solo, in quanto, ancora non ben abituato al nuovo contesto nel quale si trova. Potreste utilizzare la stessa tecnica che si usa per abituare il cane a restare solo in casa. Iniziate lasciandolo in una stanza mentre voi andate in un’altra. Prima per pochi secondi, aumentando poi il tempo. Tornate sempre nella stanza dove si trova per fargli capire che non lo state abbandonando.

Procedete poi a fare la stessa cosa uscendo di casa. Prima per 5/10 secondi rientrando successivamente, poi 30 secondi. E così via fino a rimanere fuori casa 15 minuti senza mai allontanarvi. Il cane capirà che uscirete, ma tornerete sempre da lui. Se il cane è tranquillo potrete iniziare ad allontanarvi per un’ora, poi due e così via.

Durante le passeggiate, siate pazienti. Ogni cosa è nuova e l’animale ha bisogno di annusare tutto per prendere confidenza con il nuovo mondo che lo circonda.

Lasciate che si relazioni con i cani dei nuovi vicini.

La ricerca del veterinario

Anche se tutti i proprietari pensano: “vabbé nel caso serva lo cerco”, nella maggior parte dei casi quando serve si è presi dall’ansia e dall’agitazione, non riuscendo ad avere le idee chiare. Portatelo dal veterinario per fare conoscenza, anche se non ha bisogno di una visita. Così facendo si sentirà più a suo agio quando sarà costretto ad andarci.

Siamo giunti alla fine, per voi che state leggendo è l’inizio di un nuovo viaggio, e anche per loro lo è. Lo so, gli scatoloni, lo stress, il disordine, sarete impegnati in mille attività, e quella coda scodinzolante potrebbe sembrare esser lì per farvi perdere tempo. Abbiate l’accortezza di renderlo partecipe del cambiamento, magari facendolo stare con voi mentre riempite gli scatoloni.

Vi auguro di trovare il coraggio di cambiare sempre nella vita, perché se non ci piace dove stiamo possiamo spostarci, non siamo alberi.

EK

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Perché il cane scava le buche? – VIDEO

E’ un’abitudine comune a molti cani scavare buche in giardino. Alcuni lo fanno per noia, altri hanno l’indole innata di scavatori, spesso il vostro amico a 4 zampe scava per rispondere ad uno stimolo preciso.

Perché i cani scavano

Ogni razza ed ogni individuo ovviamente fa storia a sè, ma possono riscontrarsi delle cause principali alla base di questo comportamento. Ecco le principali:

1)Noia: una razza attiva che magari viene lasciate per tante ore di seguito da sola in giardino, tenderà a trovarsi qualcosa da fare. Cosa c’è di meglio di creare delle meravigliose cucce di terra?

2) Mancanza di attività fisica: molte razze hanno bisogno non solo di numerose passeggiate giornaliere, ma anche di vere e proprie corse su distese sconfinate ed il ritrovarsi rinchiusi in spazi limitati può portarli ad un senso di frustrazione che viene sfogata con lo scavare.

3) Nascondere dei tesori: qualsiasi cane che si rispetti ama nascondere quello che ha di più prezioso, che sia un osso in giardino sotto un cumulo di terra o un gioco in casa sotto al letto.

4)Dà la caccia ai roditori: può semplicemente accadere che il vostro Labrador (con il mio accade spesso) veda una talpa o qualcosa di simile che si rintana sotto terra e che lui voglia inseguirlo per giocare amorevolmente.

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Le razze maggiormente predisposte a scavare

E’ facile citare i cani da caccia (i terrier) come scavatori incalliti per ovvie ragioni, fa parte del loro lavoro. Discorso simile si può fare per i retriver, quindi Golden e Labrador. Un’indole di scavatore si riscontra anche in razze come il siberian husky e l’alaskan malamute.

Quali rimedi adottare

Se sarete in grado di comprendere le cause del comportamento del vostro figlio peloso sarete a metà dell’opera, basterà colmare quella mancanza e probabilmente il vostro giardino non assumerà più l’aspetto di un campo minato. Aumentate la lunghezza, la frequenza e l’intensità delle passeggiate. Procurate al vostro amico a 4 zampe dei giocattoli da giardino con i quali potrà dilettarsi quando voi non ci siete.

Non dimenticate che alcune volte il cane adotta determinati comportamenti per attirare la vostra attenzione. Se siete usciti in giardino con lui, esplorate tutti i cespugli e gli anfratti insieme invece di messaggiare al cellulare e magari di mandare foto orgogliosi del vostro pupone peloso.

FAI IN MODO CHE IL CANE SCAVI DOVE VUOI TU

Se nel vostro cucciolo la voglia di scavare è innata e non accenna a diminuire, potete fare in modo che si dedichi al giardinaggio creativo solo in una zona di giardino che desiderate. Scegliete la zona e andate con lui a scavare una buca, poi metteteci il suo gioco preferito ed invitatelo a riprenderselo. Ripete questo procedimento per più giorni di seguito e vedrete che dopo un po’ di tempo il cane si limiterà a scavare nella zona da voi suggerita subdolamente.

SE VOLETE AVERE ULTERIORI CONSIGLI IN MERITO VI INVITO A GUARDARE IL BREVE VIDEO QUI SOTTO

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FOTO: mypetshero.it

Si è rotta la coda al cane! Cosa possiamo fare? – VIDEO

La sindrome della coda rotta o coda fredda, detta anche cold tail, è una patologia che può colpire i cani di tutte le razze e di tutte le età, particolarmente soggetti sono i Labrador ed i Golden Retriver, che hanno spesso a che fare con l’acqua.

E’ una patologia grave?

Il nome “coda rotta” è terribile, ma non si tratta di nulla di così preoccupante. Di solito si manifesta in seguito ad un bagno prolungato del nostro amico a 4 zampe e a una non adeguata asciugatura della coda. Non sempre il vostro cane si lamenterà nel giro di poche ore. Potrebbe addirittura accadere che cominci a sentire dolore dopo 24 ore.

Come si riconosce la coda rotta?

Noterete che il vostro fedele amico terrà la coda bassa o a penzoloni, il forte dolore provato alla base della stessa gli impedirà di sollevarla totalmente. Uno dei campanelli di allarme può essere il fatto che il cane abbia difficoltà a sedersi. Inoltre scordatevi scodinzolamenti, il fastidio sarebbe insopportabile.

Come si cura questa sindrome?

Senza intervento veterinario di solito questa patologia scompare dopo una settimana, ma il cane deve osservare un riposo quasi assoluto. Se vedete che il vostro cucciolo si lamenta costantemente e non volete farlo soffrire, potete consultare un veterinario che vi prescriverà degli antinfiammatori.

La prevenzione è fondamentale. Dopo un bagno a mare o al lago o dopo una scorribanda sotto la pioggia, asciugate sempre la coda al vostro cane, magari all’inizio non sarà contentissimo, ma spiegategli a modo vostro che è per il suo bene. Vi ringrazierà come solo lui sa fare.

Nel video qui sotto vi racconto la mia esperienza e vi do qualche suggerimento ulteriore per risolvere questo inconveniente.

Foto: zampefelici.it

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Meglio il cane maschio o il cane femmina – VIDEO

QUALI SONO LE DIFFERENZE PIù IMPORTANTI FRA UN CANE MASCHIO ED UN CANE FEMMINA

Quando ci nasce un figlio non abbiamo la possibilità a priori di deciderne il sesso, anche se esistono molte teorie che sostengono il contrario. Se vi interessa approfondirle cliccate qui!

Nel caso di un figlio peloso, abbiamo la facoltà di scegliere se adottare un cane maschio o un cane femmina, in base alle nostre esigenze e alle caratteristiche comportamentali dei due sessi.

Le risposte alle domande più comuni le trovate nel video qui sotto:

Si parte con le differenze oggettive tra il cane maschio ed il cane femmina (es: differenza di peso ed altezza) fino ad arrivare alle diversità più curiose, non senza qualche sorpresa (scappa di più la femmina o il maschio?).

Può esservi utile conoscere alcune caratteristiche proprie di un sesso specifico, per scegliere in maniera più consapevole il vostro migliore amico. C’è da dire che nella maggior parte dei casi è la razza che definisce il carattere di un cane e non il sesso, ma ci sono differenze non solo caratteriali fra maschi e femmine.

Ad esempio: è vero che il cane maschio perde più pelo del cane femmina?

Questa ed altre risposte nel video qui sotto. Buona visione!

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Foto: animalpedia.it

Il passaporto del cane

Se da bravi padroni quali siete, avete intenzione di portare il vostro cane in vacanza all’estero con voi, è bene che sappiate quali procedure sono imprescindibili.

Oltre al microchip e all’iscrizione all’anagrafe, è necessario il vaccino antirabbia, effettuato almeno un mese prima del viaggio e certificato dal vostro veterinario.

Ma non finisce qui!

Per evitare brutte sorprese, è necessario avere con voi anche il passaporto del vostro amico a 4 zampe. Potete richiederlo tranquillamente presso la vostra ASL di competenza, ma non riducetevi all’ultimo momento, perché potrebbe occorrere un po’ di tempo per il rilascio.

Quando si può rilasciare?

Il passaporto è rilasciabile solo dopo che il cucciolo ha compiuto 3 mesi, in quanto non è possibile sottoporlo al vaccino antirabbia prima dei 90 giorni di vita.

Infatti, per rendere il passaporto UE automaticamente valido per l’espatrio occorre che il vaccino sia stato fatto da almeno 21 giorni.

Per la Comunità Europea (tranne Regno Unito e Svezia) è sufficiente la vaccinazione antirabbica riportata sul passaporto.

Nei paesi extra-comunitari le regole variano da Stato a Stato.

MFC

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Anagrafe canina – Come funziona il microchip

Il microchip è uno strumento necessario per noi e per il nostro animale, perché permette al nostro miglior amico a 4 zampe di entrare a far parte “ufficialmente” della famiglia.

L’impianto del microchip ha sostituito i tatuaggi (una pratica precedente, istituita nel 1991 come primo metodo di identificazione dei cani). Dal 1 gennaio 2015, infatti, è consentito soltanto il primo per identificare il proprio amico peloso.

Di cosa si tratta?

Il microchip è un transponder miniaturizzato, una minuscola capsula di vetro biocompatibile, che non provoca alcun fastidio al cane. All’interno contiene un codice univoco di 15 cifre che identifica non solo l’animale, ma anche il nome del padrone e la sua residenza in virtù della registrazione all’Anagrafe canina.

Il microchip viene iniettato sotto la cute del cane con un’iniezione. Date le ridotte dimensioni (pochi millimetri) non provoca né dolori né fastidi al vostro amico a 4 zampe.

Quando va inserito il microchip?

Il microchip è obbligatorio per legge così come l’iscrizione all’Anagrafe canina, entro i 60 giorni dalla nascita del cucciolo.

Le sanzioni per l’inadempienza partono da un minimo di 78 euro ad un massimo di 259 euro.

I vantaggi del microchip

Come abbiamo accennato in precedenza, l’inserimento non è per nulla doloroso, come invece lo era la pratica del tatuaggio.

Quante volte sui social vedete post di gente che ha perso il proprio cucciolo e non riesce a trovarlo? Oppure, quanto spesso vi capita di notare cani che girano confusi per le strade del quartiere senza apparentemente avere un padrone? In questi casi il michochip è fondamentale per riportare a casa il cane smarrito ed eventualmente per denunciare un abbandono.

A tal proposito, l’obbligo del microchip mira anche a scoraggiare questa ignobile pratica .

Diciamo che possiamo paragonarlo ad una sorta di carta d’identità del vostro amico a 4 zampe, in quanto la sua lettura permetterà al veterinario di controllare anche se un cane è vaccinato o meno.

Infine, se volete il vostro compagno di giochi sempre con voi, magari anche in vacanza all’estero, l’impianto del microchip è una condizione necessaria per portarlo in viaggio fuori dai confini italiani (insieme al PASSAPORTO).

Quanto costa?

Nemmeno il costo può essere una scusa valida per non farlo, dato che in media si attesta sui 10/15 euro per quasi tutti i cani, ma varia da regione a regione.

Il pagamento deve essere fatto alla ASL di appartenenza, mentre per l’iniezione del microchip potete rivolgervi al vostro veterinario di fiducia, a patto che sia abilitato per tale procedura.

Falso mito

Il microchip non è un GPS, questo vuol dire che non potete ritrovare il vostro amico smarrito attraverso di esso. Tuttavia nel caso in cui il cane venga portato in una qualsiasi centro veterinario, sarà possibile leggere il suo microchip e riconsegnarlo alla famiglia proprietaria.

MFC

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Guinzaglio, come scegliere il migliore per il vostro cane – VIDEO

 

Cosa dobbiamo tenere a mente per la scelta del guinzaglio? Come facciamo per convincere il cane ad indossarlo?

Gli educatori cinofili e gli addestratori vi diranno come prima cosa “ricordate sempre che il guinzaglio è il prolungamento del braccio del conduttore”.

Sono tre gli elementi che dobbiamo tenere in considerazione quando scegliamo un guinzaglio: 1. Il Materiale; 2. La robustezza; 3. L’efficienza.

Vi siete mai chiesti perché il cane rosicchia il guinzaglio? Potremmo puntare in alternativa sulla pettorina?

Le risposte a queste ed altre domande nel video qui sotto. Buona Visione!

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Le mille virtù dell’aceto: Come usarlo sui nostri amici a 4 zampe

Ciao a tutti, il protagonista dell’articolo di oggi è l’Aceto!

Partiamo dal presupposto che a me l’aceto non piace, ma che oggettivamente questo alimento ha talmente tante proprietà positive che alla fine ho ceduto e l’ho comprato anche io. L’utilizzo che ne faccio maggiormente è come anticalcalcare, efficacissimo su tutte le superfici.
Oggi vi svelerò le sue possibili applicazioni, in particolare come l’aceto possa essere utile con i nostri amici a 4 zampe.

L’Aceto è adatto per lavare il  Cane?  Rigorosamente di mele, pare che l’aceto sia utilizzato per la pulizia giornaliera dei nostri amici a quattro zampe. Ho studiato questa pratica ed ho fatto fare da cavia al povero Charlye per capire la sua efficacia.

Prima qualche dato. Il cane è un essere vivente e come tale ha un PH. Esattamente come noi esseri umani (che abbiamo ph=5) il cane ha un ph che va rispettato, ed il suo ph=7. Questo significa che dobbiamo cercare per lui un detergente “neutro” che rispetti il suo PH, e l’aceto         ( con Ph=2) certamente non lo è.

L’aceto non serve per pulire il cane, quanto più per “profumarlo senza additivi chimici”per disinfettare la sua cute, per lucidare il suo pelo perché come sappiamo l’aceto è un ottimo disinfettante naturale.

Per lavare il cane esistono ottimi detergenti con ingredienti naturali. Sfatiamo anche il mito che il cane vada lavato il meno possibile, il cane ha il sebo, cioè quello strato di grasso sulla pelle prodotto dalle ghiandole sebacee. Come succede anche a noi, non è peccare in igiene che ci fa morire, né che distrugge il sebo, piuttosto l’uso di prodotti scadenti, troppo aggressivi o con un PH DIVERSO,  può originare dermatiti, prurito, forfora e altri fastidi. È vero che nel cane appena lavato  il sebo diminuisce, ma il tempo necessario a ricostruire il giusto equilibrio è 2 giorni.

Quindi come possiamo utilizzare l’aceto sul cane?

USO ESTERNO

DEODORANTE E LUCIDANTE: Una cosa che potete fare è strofinagli l’aceto su tutta la pelliccia dopo il bagnetto, in questo modo renderete il pelo brillante e luminoso. L’aceto agirà anche da deodorante. Questo trattamento risulta molto utile se il cane soffre di prurito. E’ sconsigliato, invece, in caso di ferite aperte, pelle irritata o secca in quanto potrebbe procurare bruciore.

SE VOLETE CONSIGLI SU COME SPAZZOLARE IL CANE

ANTIPARASSITARIO: Ormai è arrivata la primavera e tra poco sarà estate. In questo periodo potete diluirlo con acqua (50% e 50%) e metterlo in una bottiglietta con tappo spray così da poterlo  spruzzare sul pelo una volta a settimana. Il suo odore acido agirà da repellente contro pulci e altri parassiti.

REPELLENTE PER PULCI: Qualora le pulci avessero già deciso di infestare il vostro cane, potreste sbarazzarvene facendogli un bagno con una miscela composta da 60 ml di sapone neutro, 2 litri di acqua e 2 litri di aceto: l’acqua saponata uccide i parassiti mentre l’aceto ne impedisce il ritorno.

La miscela deve essere applicata su tutta la pelliccia massaggiando man mano per creare la schiuma che lascerete agire per dieci minuti. Aiutandovi con un pettine antipulci pettinate con cura tutto il pelo dividendolo, magari, in sezioni in maniera da rendere più facile il lavoro e non dimenticare nessuno spazio. Dopo aver pettinato ogni sezione immergete il pettine in una ciotola piena della soluzione suddetta, le pulci moriranno al solo contatto con essa.

Ricordate che è molto importante eseguire queste operazioni all’aperto e indossando guanti e abiti a maniche lunghe così da potervi proteggere dai morsi delle pulci o delle zecche. Una volta terminato il tutto ,dopo aver controllato per bene, risciacquate il cane  eliminando ogni traccia del repellente e delle stesse pulci.

PULIZIA DELLE ORECCHIE: L’aceto, per le sue proprietà antibatteriche, può anche essere usato per pulire le orecchie del cane. Con un batuffolo di cotone o un panno bagnato potete strofinare delicatamente le orecchie del cane, prevenendo, in questo modo, possibili infezioni e, come abbiamo già detto in precedenza, allontanando anche i parassiti.

ALLERGIA AI POLLINI: Sapevate che anche i cani possono sviluppare delle allergie al polline o all’erba? In questo caso, magari se siete di ritorno da una bella passeggiata all’aria aperta e notate il cane grattarsi insistentemente, potete pulire il suo pelo  con un panno inumidito della soluzione di acqua e aceto suddetta in maniera da ridurre il suo prurito e fastidio. Durante la primavera quando i pollini sono presenti nell’aria in grande quantità, io pulisco i pavimenti con acqua, aceto e bicarbonato (come potete vedere in questo video di youtube https://www.youtube.com/watch?v=26G47QCNpp8&t=1s), così da evitare additivi chimici e saponi profumati che possano accentuare le allergie.

Vi ricordo che l’aceto non disinfetta, quindi va sempre associato ad acqua bollente e bicarbonato.

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Comprare consapevolmente: Quanto è importante leggere le etichette?

Al giorno d’oggi le persone sono sempre più consapevoli che il mercato non utilizza le materie prime e gli ingredienti migliori. Questo perché i soldi sono sempre meno e per realizzare prodotti a basso costo si va ad incidere sulla qualità, in più perché alcune ditte possono applicare maggiori ricarichi spendendo sempre meno. E’ il cosiddetto  “mercato baby”.

Molti preferiscono non leggere, non informarsi, probabilmente perché una volta che sai non puoi più far finta di niente.

Questo è il motivo di questo articolo e forse ecco perché voi siete qui.

Per capire meglio il prodotto che abbiamo davanti disponiamo di numerosi strumenti. Non facciamoci ingannare dalle scritte in grassetto sulle confezioni, messe appositamente in evidenza.

Concentriamoci su quelle sul retro, molte volte scritte piccolissime. Sto parlando della lista degli ingredienti e dei vari simboli apposti sulle confezioni.

I simboli  non dicono nulla ad occhi inesperti, ma una volta che imparerete a conoscerli vi descriveranno per filo e per segno il prodotto. Ecco perché vale la pena imparare ad interpretare le informazioni che le aziende sono obbligate a fornirci.

ATTENTI ALLE PUBBLICITA’: L’abitudine di informarci su cosa contiene l’etichetta, quindi, deriva dalla comprensione della stessa. Le pubblicità, ovviamente, nascono per attrarre il cliente a comprare “il prodotto super straordinario, che vi renderà meravigliosa la vita”, alla “venghino signori venghino”, ed in effetti ormai siamo abituati a comprare il prodotto basandoci  sui messaggi che vengono miratamente studiati per colpire la nostra attenzione.

Le pubblicità sono differenziate per classi di consumatori. Hai i capelli secchi? Prova l’olio straordinario. Non hai tempo per lavarti i capelli? Prova lo shampoo senza risciacquo. Hai le rughe? Questa crema con i mattoncini lego inclusi ti ricompatterà il viso.

Come avrete notato vengono spesso utilizzati termini ambigui e a volte poco onesti. Quindi per prima cosa non facciamoci ingannare dalla pubblicità e da confezioni bellissime piene di colori e belle immagini,  con termini ingannevoli come “Eco” “bio”, “naturale”.

Attenzione agli ingredienti miracolosi, che però sono presenti in dosi a volte inferiori all’ 1%. Per esempio creme all’olio di argan con lo 0.5 di olio di argan, o shampoo ai fiori di ciliegio, (per esempio il Garnier) con l’ingrediente a loro dire principale all’1% (  quindi la morbidezza del capello non verrà data dal ciliegio, ma dai siliconi contenuti negli ingredienti che certamente la casa produttrice eviterà di nominare sull’etichetta).

Prodotti ipoallergenici, per pelli sensibili e con ingredienti naturali: quando si tratta di etichette di prodotti per la cura della pelle, non credere a tutto quello che c’è scritto. I consumatori scelgono i prodotti etichettati “per pelli sensibili” o “ipoallergenici” ritenendo che questi prodotti siano più delicati sulla pelle e con meno probabilità di causare reazioni allergiche. Tuttavia, poiché questi termini non sono regolati dall’Agenzia degli Alimenti e Farmaci degli Stati Uniti, non vi è alcuna garanzia che  non irritino la pelle o causino una reazione.

LA NORMATIVA: L’8 febbraio 2018 è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale, n. 32, il decreto legislativo 15 dicembre 2017, n. 231 “Disciplina sanzionatoria per la violazione delle disposizioni del regolamento (UE) n. 1169/2011. Il provvedimento, entrerà in vigore il 9.05.2018. (per maggiori info: http://www.sviluppoeconomico.gov.it/index.php/it/impresa/competitivita-e-nuove-imprese/industria-alimentare/etichettatura-alimentare ).

Cosa prevede il regolamento Ue. Il punto focale è l’origine dell’ingrediente primario. Le aziende avranno l’obbligo di indicarne l’origine, se diversa da quella del prodotto finito. Per esempio una confezione di pasta lavorata in Italia dovrà indicare anche l’origine del grano, se questo proviene da un paese estero.

Sebbene si tratti di una norma estremamente positiva ed utile, anche qui esiste l’escamotage per dribblarla. L’obbligo, infatti, non varrà per le indicazioni geografiche protette Dop e Igp, ma soprattutto non si applicherà ai marchi registrati che, a parole o con segnali grafici, indicano già di per sé la provenienza del prodotto.

Questo vuol dire che se una confezione di un qualsiasi prodotto avrà già una bandiera italiana disegnata o un qualsiasi altro riferimento all’Italia, non ci sarà bisogno di indicare la provenienza dell’ingrediente principale.

Tutto ciò suona ridicolo, sempre più consumatori si troveranno a consumare prodotti “made in Italy”, prodotti in realtà all’estero.

INGREDIENTI AD IMPATTO ZERO: Partiamo dal presupposto che non esistono ingredienti ad impatto zero. Ciò che ci spalmiamo o che utilizziamo per lavare i panni ha un effetto sull’ambiente anche dopo che questi prodotti finiscono sciacquati via giù per lo scarico.

Ne abbiamo parlato anche in alcuni video: nei corsi d’acqua molti studi hanno riscontrato significative concentrazioni di sostanze derivanti dai PPCPs (Pharmaceuticals and Personal Care Products and Pollutants).

Quello che possiamo fare è preferire prodotti contenenti sostanze il cui impatto sull’ambiente sia meno negativo di altre. Imparando a conoscere e riconoscere gli ingredienti dei prodotti che acquistiamo quotidianamente possiamo contribuire in maniera concreta alla salvaguardia dell’ambiente. 

Lo so, alcuni di voi potrebbero pensare “ eh ma tanto lo faccio solo io, e poi le aziende riversano nei fiumi i peggiori inquinanti. Sono una goccia nel mare”. Da un lato avete ragione, ma vi assicuro che da quando sono diventata consapevole mi rendo conto che se ognuno di noi facesse attenzione a queste cose, il mondo diventerebbe un posto migliore davvero. Dopotutto l’acqua è l’oro blu e tutti noi, quando per un guasto o per altro non ne possiamo usufruire, ci rendiamo conto di quanto sia importante.

INGREDIENTI PERICOLOSI PER L’UOMO: Se poi non vogliamo pensare all’ambiente, potremmo quantomeno pensare a noi, alla nostra salute, alla salute delle persone a cui vogliamo bene, soprattutto ai bambini. Certo non stiamo facendo inutili allarmismi, per quanto riguarda i cosmetici devono essere sicuri per legge, anche se poi leggiamo alcuni ingredienti che sono nocivi o comunque negativi per l’essere umano ( leggi anche l’articolo “Sale nello shampoo” , “ Siliconi”. 

Il confine tra sicurezza ed effetto tossico di una sostanza è determinato dalla dose in cui viene assunta. Molti sistemi di classificazione degli ingredienti cosmetici (Biodizionario, Skin Deep®) vogliono però porre l’attenzione sull’effetto a lungo termine. In altre parole, la stima della sicurezza di un prodotto dovrebbe considerare che il consumatore ogni giorno usa più prodotti cosmetici e per l’igiene della persona, quindi entra in contatto più e più volte con una medesima sostanza aumentando l’assunzione e quindi il rischio.

Come consumatori, quindi, leggendo l’etichetta possiamo scegliere di non comprare i prodotti con determinati caratteristiche. Io per esempio non compro prodotti con SLS, con Dismethicone, con tensioattivi, con petrolati e cerco sempre prodotti biologici e non testati sugli animali.

ALLERGIE: Ho iniziato a sospettare dei saponi per i piatti, un giorno in cui utilizzando una nota marca di detersivi ho avuto una eruzione cutanea allergica sulle mani fino agli avambracci. Vi dico questo perché se una sostanza ci provoca reazioni allergiche, è opportuno evitare l’utilizzo di quei prodotti che la contengono.

SIMBOLI: Esistono molti tipi di certificazioni e autocertificazioni, e in base alle proprie esigenze ciascun consumatore può scegliere il prodotto che rispetti determinati parametri di qualità o abbia caratteristiche particolari. Ad esempio Ecolabel ed Icea:

                                          

 

COSA NON CI DICE L’ETICHETTA: Non possiamo conoscere i quantitativi o le dosi dei singoli ingredienti nel contesto formulativo, quindi il suo “comportamento” in relazione alla quantità in cui viene utilizzato e all’interazione con gli altri ingredienti presenti in formulazione.

Questo articolo nasce per comprendere quante cose ci possono dire etichette e simboli, cerco sempre di spiegarli. Li trovate negli articoli della categoria recensioni di questo blog, divisi per Beauty, Home e Pet. Le recensioni riguardano prodotti mediamente eco-compatibili. L’acquisto ad oggi dovrebbe avere un peso diverso, necessita di uno spirito critico maggiore per distinguere tra pubblicità e verità.

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