2018

Piccola guida pratica su come cancellarsi da internet

Prendo spunto da una conversazione avuta oggi con mia madre, sconvolta dall’aver scoperto che inserendo il suo nominativo sul motore di ricerca per eccellenza, Re Google, non solo comparivano la sua foto e i suoi recapiti telefonici, ma  anche la foto della sua abitazione. Vi lascio immaginare la faccia di mia madre, da sempre sostenitrice della privacy, alla vista della sua casa. Lei che se potesse non metterebbe nemmeno il suo nome sul citofono. E così mi è venuto in mente, dopo averla aiutata a sfuggire dalla pubblica piazza, che lei non è la sola.

Sempre più persone inserendo il loro nome sui motori di ricerca, scoprono di essere più che schedati, e sempre più persone dopo il primo momento di indignazione si chiedono come poter tornare semplicemente loro stessi. Se state leggendo questo articolo probabilmente siete qui proprio per questo, quindi passiamo subito ai fatti.

1 TOGLIERSI DAI MOTORI DI RICERCA – DIRITTO ALL’OBLIO

GOOGLE: Il primo passaggio per sparire dal web è eliminare ogni singola traccia della propria esistenza dalla SERP (Search Engine Results Page) di Google, il sito web più visitato al mondo. Dal 2014 la Corte di Giustizia Europea (REGOLAMENTO (UE) 2016/679 DEL PARLAMENTO EUROPEO E DEL CONSIGLIO del 27 aprile 2016 relativo alla protezione delle persone fisiche con riguardo al trattamento dei dati personali, nonché alla libera circolazione di tali dati) ha stabilito che ogni utente può far richiesta a Google di eliminare i risultati che rimandano alla propria persona. Il diritto all’oblio è uno dei diritti che tutti, compreso Google, deve rispettare. Per far richiesta di sparire dalle SERP di Google puoi cliccare sul link di seguito https://support.google.com/websearch/troubleshooter/3111061?hl=it . Sappiate, però, che in alcuni casi Google può anche non accogliere la domanda dell’utente.

BING: Anche Bing, il motore di ricerca sviluppato da Microsoft, (quello che vi si installa nel pc e che è più facile imparare l’armeno in un mese che disinstallarlo) offre la possibilità di cancellare i risultati che fanno riferimento alla persona. Anche in questo caso vi lasciamo il link di seguito https://www.bing.com/webmaster/tools/eu-privacy-request . Una volta inserita la richiesta dovete solo aspettare la risposta dello staff di Bing.

Quali motori di ricerca utilizzare per migliorare il diritto alla privacy? Ve ne consigliamo due:

Ixquick: è un motore di ricerca che garantisce alti livelli di privacy, cosa non sempre invece garantita da Google. Disponibile anche in italiano.

Qwant: progetto italiano finanziato dall’Unione Europea, promette risultati di ricerca completi e soddisfacenti e una migliore protezione dei nostri dati on line.

Reddito di inclusione, reddito di cittadinanza e reddito di dignità: Ci sono davvero differenze?

2 TOGLIERE I PROPRI DATI DAI SITI WEB:

Se quello che vogliamo fare è togliere il nostro nominativo da uno specifico sito web le soluzioni sono varie.

Per prima cosa contattare il proprietario del sito chiedendo la rimozione o la deindicizzazione del contenuto con una diffida (in caso di risposta negativa inviare raccomandata e pec), se però anche dopo questo il titolare del sito non ci da comunque riscontro allora possiamo fare una richiesta a Google, per rimuovere quei contenuti dato che, pur non essendo il titolare dei contenuti, ha comunque una responsabilità poiché li ospita sulla sua SERP. Se nemmeno questo funziona e voi proprio volete togliervi dal sito allora dovete fare richiesta al Garante della Privacy o ad un avvocato.

Un contenuto che si ritiene inopportuno e non attinente per la nostra reputazione può subire due tipi di conseguenze: la rimozione totale della pagina web o la deindicizzazione del contenuto in modo tale che, pur interrogando il motore di ricerca, le query non restituiscano nessun risultato nella SERP. In questo caso il contenuto non sarebbe cancellato definitivamente dal sito, ma “nascosto” agli utenti che non lo troverebbero più.

3 TOGLIERE IL PROPRIO NOMINATIVO DAI SERVIZI SUL WEB:

Alcuni servizi web aiutano a ritrovare tutti i vari servizi cui si è iscritti e automatizzare il processo di cancellazione degli account. Tra questi, deseat.me https://www.deseat.me/ è tra i più semplici e immediati da utilizzare. Come funziona? Dovrete fornire il vostro indirizzo mail e attendere qualche istante. Deseat.me controllerà negli angoli più remoti del web alla ricerca di vostre iscrizioni e ve le mostrerà componendo un elenco, per ogni voce troverete il pulsante cancellare o salvare, così potrete cancellare solo quello che vi interessa. Il processo di cancellazione non sarà immediato: in alcuni casi saranno necessarie anche due settimane prima che il fornitore di servizi elimini ogni vostro dato in suo possesso. Eliminati tutti gli account “di troppo” potreste pensare di eliminare anche quello creato da deseat.me per far perdere definitivamente le vostre tracce sul web.

4 CAMBIA IDENTITA’:

Nel caso in cui non riusciste a cancellare l’account, avrete ancora un’arma a vostra disposizione: sostituire i vostri dati con informazioni false. Dopo aver effettuato l’accesso al profilo che non si cancella, inserite dati di fantasia al posto del nome, della data di nascita e ogni altro campo obbligatorio e, allo stesso tempo, eliminate le informazioni eventualmente presenti in quelli facoltativi. Se il sito non vi permette di fare questo allora Create una nuova email con un fornitore di email gratuite. Più il tuo username sarà improbabile, meglio sarà (Esempio: pincopallinoxj!£56@blablabla.com). Anche qui, inserisci dati falsi. Non chiudere questa pagina per ora: se l’indirizzo è strano, difficilmente ti rintracceranno. Ricorda che il sito ti manderà un’email di conferma, dunque, non fornire un indirizzo non esistente. Associa l’account non eliminabile con questo nuovo indirizzo e conferma l’email che ti hanno mandato riguardo alla modifica dei tuoi dati. Dopodiché, assicurati che il tuo indirizzo reale non compaia più sul sito.

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5 TOGLIERE IL PROPRIO RECAPITO TELEFONICO

Se il tuo numero appare on-line, chiama la tua compagnia telefonica e chiedi loro di rimuovere completamente i dettagli sul tuo conto. Una soluzione molto utile è inviare anche una raccomandata con ricevuta di ritorno ed una PEC che hanno valore legale, più di una conversazione telefonica.

6 CANCELLARSI DALLE MAILING LIST

Se il vostro obiettivo è quello di cancellarvi dalle mailing list, Unroll.me è il servizio che fa al vostro caso. Il funzionamento è, a grandi linee, lo stesso di deseat.me: dopo aver creato un profilo con l’indirizzo di posta da “bonificare” e aver concesso i permessi necessari, potrete consultare un elenco con tutti i servizi online ai quali risultate iscritti. Basterà cliccare su Edit e, successivamente, sul pulsante “Unsuscribe” e, nel giro di qualche minuto, riceverete la conferma della cancellazione dalla mailing list.

 7 NON FAR USARE INFORMAZIONI PERSONALI DAI SITI

Un’estensione per Chrome, Firefox, Safari e Internet Explorer è Disconnect https://disconnect.me/disconnect che dà la possibilità all’utente di controllare quali informazioni personali raccolgono i siti web che si visitano e offre protezione contro malware e virus. È disponibile anche un’applicazione per iOS e Android.

La guida è finita, molte cose che avete letto non sono reversibili, quindi ricordate che potreste perdere informazioni e altre tracce virtuali. In alcuni casi, inoltre, potreste addirittura perdere l’opportunità di riottenere il vostro account usando lo stesso nome o lo stesso indirizzo email. Se però la decisione è presa allora speriamo almeno che rimarrete connessi su qualche social per scambiarvi ancora pareri ed opinioni e buona vita a tutti voi!

Ek.

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Se vuoi lavorare in Italia, attento a quello che scegli di studiare!

L’Italia, si sa, è un paese ricco di opere d’arte, di cultura, di storia, ma soprattutto è un paese per informatici. Non è che non ci sia lavoro, sicuramente la crisi, i mercati economici, la politica, non hanno aiutato questo paese, su questo però noi siamo impotenti ed è quindi inutile concentrarcisi adesso, perché in Italia c’è anche qualcuno che il lavoro lo trova e lo trova presto.

Va fatta una premessa, a cercare lavoro nessuno ti prepara davvero. La scuola, la famiglia e l’università non ti spiegano come scrivere un cv o come/quando presentarsi ad un colloquio. Ci si aspetta che una persona si tuffi in questo mare in tempesta complicato e sconosciuto senza nemmeno aver preso una lezione di nuoto.

Come si fa a sorprendersi se alcune persone passano mesi o anni senza trovare un lavoro decente, oppure sono costretti a chinare il capo e ad accettare una qualsiasi occupazione che permetta loro quantomeno di fare la spesa? Molte persone “occupate” sono prigioniere di lavori che non le soddisfano, ma si fanno forza ripetendo il mantra “meglio tenerselo stretto il lavoro quando ce l’hai, anche se ti fa schifo”.

https://erikastreppa.it/lavorare-troppo-e-dannoso-dopo-i-40-anni-largo-al-part-time

Parleremo in un altro articolo di come cercare lavoro in maniera semplice ed efficace. Per ora posso darvi una dritta: dovete avere le idee chiare su cosa volete fare, non inviate cv a caso per qualunque candidatura, soprattutto se non avete esperienza, scegliete un mestiere e specializzatevi per fare quello.

Ecco la nota dolente, perché non tutte le professioni sono ricercate in Italia.

Nel 2018 i lavoratori più richiesti sono gli Esperti Informatici, in particolare i Blockchain expert, i Data Scientist,  gli esperti di Cyber security e di Big data, che si trovano al primo posto insieme ai Braccianti Agricoli.

Il secondo gradino del podio è occupato dagli Office Store Manager, i Wellness Manager ed i Sales manager/account. Terzi si classificano cuochimuratorimanovalibadanti e commessi di negozio. Quindi se volete trovare presto lavoro è qui che dovete puntare, ricordando però che «Sono ancora troppi i ragazzi italiani – ricorda l’Ocse nel report Getting skills right pubblicato venerdì scorso – che si formano su tecnologie ormai obsolete e per questo non sono candidati appetibili sul mercato del lavoro».

Questo ci fa pensare che ormai sia necessario essere specializzati, ma che la specializzazione non è sempre sinonimo di successo.

Molti giovani scelgono di laurearsi in materie differenti, che non garantiscono degli sbocchi professionali su larga scala. Può capitare che si ritrovino con 5 posti disponibili in tutta Italia, rischiando così di vedere sfumare, non solo il lavoro dei propri sogni, ma anche un semplice posto di lavoro nel quale si viene retribuiti per quello che si fa.

Sono veramente tante le persone intorno a me ad aver studiato una disciplina per anni all’università, che si sono ritrovate a fare tutt’altro nella vita, non per scelta, ma per obbligo.

15 Consigli per fare centro ad un colloquio di lavoro

Che cosa sta succedendo nel nostro paese?

Molte delle facoltà universitarie esistenti non hanno il coraggio di dire la verità, ma non preoccupatevi, lo faremo noi oggi.

 La verità è che per alcune facoltà in Italia non c’è assolutamente lavoro o comunque i posti sono talmente pochi che la maggior parte dei laureati non potrà accedervi. Questo a causa di vari fattori, il mercato che cambia, gli investimenti fatti nel paese, le università che non segnalano agli studenti appena si iscrivono che non ci sarà modo di proseguire dopo gli studi il loro percorso in Italia, ma sarà possibile farlo in altri paesi dell’Unione Europea.

Non ci sarebbe niente di male a comunicare a tutti durante le giornate informative che in caso il ragazzo volesse perseguire i propri sogni e studiare una determinata materia, dovrà essere consapevole che sarà costretto a partire e a lasciare la propria città o addirittura il proprio paese.

In alternativa si potrebbero diminuire i posti disponibili in alcune facoltà dalle quali solo un numero molto basso di studenti uscirebbe già con un lavoro in tasca. Ad esempio: se per ingegneria biomedica i posti di lavoro post laurea sono potenzialmente 5, che senso ha ammettere centinaia di studenti al corso che vedrà, inevitabilmente, il 95% di loro come sicuri disoccupati?

Sul momento, non entrare nella graduatoria, dato il numero esiguo di posti, potrà essere un trauma per lo studente, ma potrebbe in futuro rivelarsi una fortuna, in quanto non si sarebbero persi anni di studio in un corso di laurea che nel 95% dei casi ti trasformerebbe in un disoccupato frustrato.

Prendiamo ad esempio gli ingegneri, basta una piccola ricerca sui maggiori siti di scouting per notare che molti ingegneri che non siano informatici, vengono reclutati per diventare  programmatori Java. Si tratta di ingegneri che hanno intrapreso un percorso di studi molto distante da quello attinente all’informatica, ma che si adattano all’opportunità di lavoro che viene loro presentata.

 Per fare il programmatore Java non serve la laurea, questo aumenterà la frustrazione del laureato che avrà studiato anni per poi fare un lavoro che avrebbe potuto iniziare anni prima con il semplice diploma. Le aziende, fra un laureato in altra materia e un diplomato, tenderanno a scegliere sempre colui che ha il titolo di studio superiore, con la conseguente discriminazione per i diplomati.

Altro esempio sono le infermiere ostetriche che a fatica trovano lavoro nel nostro paese, ma che sono molto ricercate in Germania. Basti pensare che  viene loro  offerto gratuitamente un corso di lingua, un appartamento in affitto e un lavoro sicuro, non appena sbarcano sul suolo teutonico. Tutto questo in cambio della garanzia di rimanere a lavorare per almeno 12 mesi. La Germania non è un Eldorado e niente viene regalato, ma in quale Paese ti viene regalato qualcosa?

Peggio va ai laureati di lettere e filosofia e di psicologia che nella maggior parte dei casi vengono reclutati per lavorare come commessi.

Ma non dovete scoraggiarvi!

Ci sono molte facoltà che vi garantiranno una carriera, dovete solo tenere a mente che per i primi anni potreste dover lavorare a stage, probabilmente gratuitamente oppure con un piccolo rimborso spese di 300 o 600 €.

L’importante è la consapevolezza, perché come diciamo sempre, la consapevolezza ci rende liberi di scegliere, questo per evitare di avere laureati frustrati che non sanno a quale destino andranno incontro.

Sperando di esservi stata utile

Un in bocca al lupo a tutti!

Ek.

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Il mondo è dei furbi o degli onesti? Come sopravvivere alla furbocrazia

Se siete capitati su questo blog oggi per la prima volta, Benvenuti!

Chi mi conosce sa che ho sempre avuto un debole per le favole, ed in generale per il lieto fine, dove mi sono rifugiata soprattutto nei momenti più tristi o difficili della mia vita, magari accompagnata da una vaschetta di gelato.

Questo perché nelle favole, soprattutto nel mondo Disney, i buoni alla fine vincono, i giusti vengono premiati ed elogiati, i furbi, i malvagi e i disonesti, in qualche modo vengono puniti o redenti.

Le favole sono il mondo ideale dove vorrei vivere, dove sì, ci sono le ingiustizie, ma alla fine vengono sempre sanate. Quando ero piccola i miei genitori, i miei insegnanti, i miei nonni, mi hanno insegnato che nella vita ci vuole rispetto, rispetto soprattutto per la libertà degli altri che non va violata, esattamente come non va  violata la nostra.

Ci vuole il coraggio di discutere e lottare per i propri valori e per i propri diritti, ascoltando le ragioni altrui, senza imporre con prepotenza le proprie idee. Purtroppo però, crescendo, mi sono resa conto che il mondo è mediamente dei furbi. Certamente le persone giuste e oneste tentano di frequentare persone come loro. Frequentare persone furbe, meschine, che cercano di curare esclusivamente i propri interessi, è molto difficile ed è causa di mal di testa e, a volte, di reazioni nervose incontrollate.

Vediamo insieme una giornata tipo, passando dal risveglio fino alla sera, quando stanchi rientriamo a casa e vediamo quanti tipi furbi incontriamo. Quali sono più o meno fastidiosi, e soprattutto come possiamo fare per affrontarli e per evitare di stare male.
Il furbo si sveglia la mattina e già ha in mente come poter fregare il prossimo, non perché ci pensi appositamente, ma perché il Furbo ce l’ha nel DNA.

PARCHEGGIO NOTTURNO:

Già a partire da come ha parcheggiato la macchina la notte precedente si può capire con che tipo di persona abbiamo a che fare. C’è quello che sa che il suo vicino esce prima di lui e allora, anche se il parcheggio è stretto stretto, si infila ugualmente perché tanto non sarà lui l’indomani mattina a dover fare la manovra difficile per andare in ufficio rischiando di fare tardi.

C’è anche quello che tiene la macchina parcheggiata tutta la notte in seconda fila, perché sa che sarà il primo ad uscire di casa, senza considerare che durante la notte qualcuno potrebbe avere un’emergenza e potrebbe dover uscire di corsa di casa.

Infine c’è il peggiore di tutti, il furbo che posteggia un po’ dove capita perché “Alla fine sei te lo scemo che si fa 1 km a piedi per tornare a casa, io sono stanco e mica è colpa mia se non ci sono parcheggi a Roma eh, la Raggi facesse più parcheggi”.

IL TRAFFICO MATTUTINO:
Il furbo mette in moto il suo bolide e si reca nel mondo per creare scompiglio sulle strade. Non so dalle vostre parti, ma qui a Roma di furbi in auto ce ne sono veramente tanti, un po’ perché siamo troppi, un po’ perché c’è tanto nervosismo e un po’ perché le distanze nella nostra città sono veramente lunghe ( considerando che abbiamo 15 municipi ed alcuni sono grandi come la città di Bologna). Oltretutto i furbi sono anche molto maleducati perché a tutti capita di commettere errori, ma se un Onesto sbaglia chiede scusa.

Guardiamo l’esempio pratico:

In macchina, in mezzo al traffico, il furbo non si ferma allo stop. Tu Suoni, lui ti fa un gesto come a dire: “Ma che vuoi idiota?” e tu rispondi: “Tua sorella!” Ma intanto è passato e tu puoi solo vederlo andar via mentre svicola nel traffico, perché il Furbo, pur di evitare la fila, supera tutti, a destra o a sinistra, non ha importanza, e poi prova a rientrare. Eccolo al tuo fianco, tu fai finta di niente e pensi “A costo di buttare via la fiancata della mia auto io non ti faccio passare, fai la fila come tutti.” Lui ti fissa, a volte suona, altre ti dice: “Oh, ma che sei cieca? Fammi passare!.”

E tu  che sei onesto ma non scemo, non ti giri e continui a guardare avanti, oppure accenni un sorriso scuotendo la testa alla “povero idiota”. Almeno un furbo è stato fermato. Forse.

Arrivi a destinazione e vedi un parcheggio, e vi assicuro che in certi quartieri di Roma è un miraggio. Dietro hai un auto, allora  ti accosti per farla passare per evitare che attenda durante la tua manovra, e tac! il furbo che stava ancora più dietro si è fregato il posto. Gli fai presente che c’eri tu e lui, incurante delle più banali norme della buona educazione, gentilmente se ne frega e tu puoi abbozzare oppure reagisci come nella la scena di Pomodori Verdi Fritti (https://www.youtube.com/watch?v=4S74mMvS8qc ).

IN UFFICIO:

Sei finalmente giunto alla tua destinazione, l’ufficio o in generale il luogo di lavoro, ti siedi alla scrivania, accendi il pc e lavori, lavori sodo perché vorresti tanto poter essere tu quest’anno a meritare la promozione, più che altro per avere quel piccolo aumento che tanto sogni. Ovviamente questo lo puoi sognare se non fai parte del gentil sesso altrimenti da statistica non avrai comunque la meglio. Di dinamiche da ufficio ne potremmo vedere milioni, veramente: c’è il collega che si prende i tuoi meriti, quello che si mette in malattia durante tutte e diciamo tutte le scadenze che prevedono il surplus di lavoro. Ci sono colleghi che non si fanno scrupoli pur di farsi notare, altri che parlano ad alta voce mentre sei al telefono e se gli chiedi di abbassare la voce ti rispondono male, altri ancora gironzolano tutto il tempo fingendo di lavorare mentre tu a malapena puoi alzarti per fare pipì, e così via. E tu ti domandi: “Ma non basta essere bravi? Fare il proprio lavoro alla perfezione con coscienza e precisione? Ma allora la Meritocrazia non esiste!” La risposta è: “No, non basta e no, la meritocrazia non esiste.” E sto tralasciando appositamente di parlare dei Furbetti del Cartellino.

ALLA POSTA:

Utilizzi la pausa pranzo per andare alla posta, devi assolutamente mandare quella raccomandata, che poi voglio dire nel 2018. ma non si potrebbe mandare semplicemente una mail? Arrivi, prendi il numero e ti appoggi al muro perché un furbacchione si è seduto ed ha occupato la sedia con la borsa o con effetti personali. Mentre fai la fila ti accorgi che quando vengono chiamati i numeri, se non si presenta nessuno, a giro qualcuno si presenta allo sportello dichiarando “ si si avevo io il 325 ma ho perso il biglietto” e tu, che sai che non è la verità, ti rodi dentro, ma pensi che comunque avresti dovuto attendere quel numero comunque, ed aspetti.

Il tempo passa, siamo ormai vicini, il prossimo numero è il tuo e si sono liberate ben due casse! Ti senti arrivata. Aspetti di essere chiamata, ma niente, le cassiere si alzano e vanno a chiacchierare con altre dentro la stanza, si siedono e si fanno gli affari loro e tu resti lì, davanti a tutte le casse chiuse, con gli ultimi 3 di 20 sportelli aperti, e se provi a dire qualcosa ti dicono “signora è pausa pranzo” e tu “ pausa pranzo? Ma scusate fate i turni! No che fate pausa pranzo tutte insieme!” e loro abbassano la tendina.

Sei arrabbiato, ma i Furbi vincono ancora. Finalmente ecco che il tuo numero compare sul led, e tu felice ti rechi al bancone davanti ad una cassiera che trasmette la stessa gioia di un alpaca che mastica prato. e lì trovi l’ennesimo Furbo, la sua allergia alla fila non gli consente di aspettare il suo turno, e la sua scarsa educazione non gli permette di chiederti se può passare. Lui si piazza prima di te e basta. Tu gli fai gentilmente notare che è il tuo turno. Lui risponde che deve fare solo una domanda. A quel punto tu hai due possibilità: lo lasci passare, pur controvoglia, oppure gli illustri in maniera sommaria quanto sia vasto il ca°°° che te ne frega. E passi.

AL SUPERMERCATO:

Fortunatamente tutte le giornate lavorative, anche le peggiori, finiscono. E così, dopo essere sopravvissuta ai Furbi giornalieri ed al furbo motorizzato del tragitto di ritorno, ti fiondi nel supermercato aperto fino alle 22, per cercare qualcosa di commestibile con cui riempire il tuo frigorifero vuoto. In qualche modo riesci a raggiungere la cassa, col tuo carrello pieno e la tua batteria vitale giornaliera quasi esaurita.  Dietro di te si avvicina una signora con un pacchetto di cereali in mano, tu le fai “ signora se ha solo quello passi pure” e lei, si mette avanti ringraziando e poi chiama il marito “ Antò vieni che qui ho fatto” ed arriva lui con il cestino pieno. Ti arrabbi, ma ormai l’hai fatta passare. Alla fine la giornata è finita e non ce la fai a discutere con l’ennesimo furbo.

SALVIAMOCI

Potrei citare altri mille Furbi che ogni giorno incontriamo, e quindi la domanda che sorge spontanea è “Il mondo è dei furbi?”. Di quelli che sanno sempre come fregare e prevaricare gli altri? O più semplicemente di chi si sa vendere? E gli altri, quelli fregati e prevaricati, che fanno? Le persone si comportano con noi come permettiamo loro di comportarsi, perché non li fermiamo?

Perché dobbiamo scegliere le nostre battaglie.

Da un certo punto di vista, proprio grazie alla “furbocrazia” esistono sempre meno ingenui e tanti altri che hanno imparato o impareranno a rendere il furbo inoffensivo. La cosa che tutti dovremmo fare è smascherare la sua furbizia grazie alla nostra esperienza ed intelligenza. Bisogna renderlo ridicolo e innocuo, magari facendogli passare la voglia di rifarlo in futuro perché ormai sa che tu non sei l’ ultimo arrivato, anzi uno degno di rispetto che non ama essere fregato.

Per il furbo prepotente invece non vi è altra regola che quella del far valere i propri diritti là dove ne vale la pena, altrimenti lasciare il passo a chi prima o poi troverà qualcuno che lo ripagherà a dovere, perché come dice sempre mio padre “Lascialo andare, che è la vita che lo punisce”, o se non volete dare retta a mio padre, date retta a Fracoise de la Rochefoucauld.

“Si può essere o credersi più furbi di un altro ma non di tutti gli altri “.

Con Affetto

Ek.

RIPRODUZIONE RISERVATA

I Provenzali: Shampoo erboristico ai semi di lino

Ciao a tutti, oggi parleremo di uno shampoo che si è da poco rinnovato e che ha catturato di nuovo la mia attenzione, iniziamo subito.

IL BRAND: Il marchio Provenzali nasce grazie al fondatore Domenico Giannasso nei primi anni ’60 a Savona. Già negli anni ’70, la filosofia ecologista lo rende un brand famoso e competitivo. Provenzali non testa i suoi prodotti sugli animali.  Nel 2017 il Gruppo Gianasso, leader nel mercato del naturale e biologico con il marchio I Provenzali viene acquisito dal gruppo Mirato (Malizia, Intesa, Geomar, Clinians, Splend’or, Breeze, etc),  una realtà industriale dalle caratteristiche tutte italiane, ma dal respiro sempre più internazionale, che sta cercando di proiettarsi verso l’ecologia.

QUANTITA’: 250 ml

PREZZO: 4.90 euro

INCI: Inci precedenti

 

I Provenzali – Semi di Lino – Shampoo erboristico
INCI:
Immagine AQUA (solvente)
Immagine SODIUM C12-15 PARETH SULFATE (tensioattivo)
Immagine COCAMIDE DEA (emulsionante / stabilizzante emulsioni / tensioattivo / viscosizzante)
Immagine PARFUM
Immagine LINUM USITATISSIMUM OIL (vegetale / emolliente)
Immagine PANTHENOL (antistatico)
Immagine TRITICUM VULGARE OIL (Vegetale / emolliente)
Immagine BUTYROSPERMUM PARKII BUTTER (Vegetale / condizionante cutaneo / additivo reologico)
Immagine POLYQUATERNIUM-10 (antistatico / filmante)
Immagine GLYCERIN (denaturante / umettante / solvente)
Immagine CITRIC ACID (agente tampone / sequestrante)
Immagine POLYSORBATE 20 (emulsionante / tensioattivo)
Immagine DIETHANOLAMINE BISULFATE (agente tampone)
Immagine PROPYLENE GLYCOL (umettante / solvente)
Immagine METHYLPARABEN (conservante)
Immagine ETHYLPARABEN (conservante)
Immagine PROPYLPARABEN (conservante)
Immagine IMIDAZOLIDINYL UREA (conservante)
Immagine METHYLCHLOROISOTHIAZOLINONE (Conservante)
Immagine METHYLISOTHIAZOLINONE (conservante)
Immagine PHENOXYETHANOL (conservante)
Immagine LINALOOL (Allergene del profumo)
Immagine LIMONENE (Allergene del profumo)
Immagine HEXYL CINNAMAL (Allergene del profumo)
Immagine GERANIOL (additivo)
or Immagine GERANIOL (Allergene del profumo)
Immagine BUTYLPHENYL METHYLPROPIONAL (Allergene del profumo)

PAO: 24 mesi

Inci attuale

Nuovo INCI:
Immagine AQUA (solvente)
Immagine SODIUM MYRETH SULFATE (emulsionante / tensioattivo)
Immagine COCAMIDOPROPYL BETAINE (tensioattivo)
Immagine COCO-GLUCOSIDE (tensioattivo)
Immagine GLYCERYL OLEATE (emolliente / emulsionante)
Immagine LINUM USITATISSIMUM OIL (profumante / condizionante cutaneo)
Immagine BUTYROSPERMUM PARKII BUTTER (condizionante cutaneo / additivo reologico)
Immagine HYDROLYZED WHEAT PROTEIN (antistatico)
Immagine PANTHENOL (antistatico)
Immagine CITRIC ACID (agente tampone / sequestrante)
Immagine PARFUM
Immagine LINALOOL (Allergene del profumo)
Immagine LIMONENE (Allergene del profumo)
Immagine HEXYL CINNAMAL (Allergene del profumo)
Immagine GERANIOL (additivo)
or Immagine GERANIOL (Allergene del profumo)
Immagine PHENOXYETHANOL (conservante)
Immagine BENZOIC ACID (conservante)
Immagine DEHYDROACETIC ACID (conservante)

 ( fonte: saicosatispalmi.it)

CERTIFICAZIONI: 

Questo prodotto

 Vegan

Quindi non contiene

No petrolNo parabeni, SLES, SLS e PEGNo oli minerali

Testato in sicurezza

Prodotto testato dermatologicamenteProdotto testato per i metalli pesanti

PRODOTTO TESTATO PER I METALLI PESANTI

Sostanze non inserite in formula come previsto dalla legge, la cui presenza viene controllata dopo il processo produttivo mediante analisi di laboratorio. Garanzia di tollerabilità anche per pelli soggette a fenomeni allergici dovuti a metalli pesanti come Nichel, Cromo e Cobalto.

Con amore per il pianeta

Energia Pulita: Zero CO2I Provenzali e WWFSTOP AI TEST SU ANIMALI

E speranza nel futuro

  • Flacone ecologico

    FLACONE ECOLOGICO

    Tutte le plastiche impiegate sono provenienti dalla raccolta differenziata o da recuperi industriali sanitizzati, per Flaconi ed Etichette ecologiche.
  • Invito alla differenziata: flacone (PET)

Un’attestazione indipendente per un preciso impegno morale: ad oggi l’Unione Europea vieta ogni test su animali in ambito cosmetico, ma la scelta de I Provenzali è quella di mantenere la Certificazione volontaria perché fin dal 2003 ha seguito la politica di non ricorrere a test su animali facendo della scelta etica anche una garanzia verso il consumatore, infatti non esportano in Paesi che richiedono test su animali alimentando il fenomeno della vivisezione e non includono materie prime sperimentate su animali da molto prima che la direttiva imponesse lo stop.

CHE COS’E’/ COME SI PRESENTA IL PRODOTTO: Oggi parliamo di uno Shampoo che si è rinnovato e si è guadagnato il mio acquisto. Si tratta del nuovo, o meglio della nuova formulazione dello Shampoo Erboristico ai Semi di Lino- I Provenzali che oltre a rinnovarsi nel packaging ha modificato e migliorato anche la sua formulazione.

PACKAGING: Il contenitore è cambiato sia nel colore che nella forma, ora più allungata. Anche il colore dello shampoo è cambiato, da  trasparente a giallino ed è migliorata la grafica, più colorata. Il profumo invece è rimasto quasi invariato, anche se non è persistente.

COME SI USA: a capelli bagnati applicare e massaggiare, lasciare agire per pochi minuti e risciacquare abbondantemente con acqua.

COME L’HO UTILIZZATO: Come spiegano le istruzioni, ho bagnato i capelli ed applicato sulla cute, ho massaggiato per qualche minuto e poi ho risciacquato. Non fa praticamente schiuma e questo è ottimo perché è indice di assenza di siliconi all’interno del prodotto.

COSA NE PENSO: Chi mi segue sa che ho i capelli tendenti al crespo e quindi ho bisogno di uno shampoo nutriente e che non sgrassi eccessivamente. Ho trovato questo shampoo esageratamente forte per i miei capelli che non sono risultati nutriti come speravo. Soprattutto perché dopo averlo usato in combinata con il balsamo della stessa linea, ho fatto la piega ai capelli che sono apparsi opachi e spenti.

LO CONSIGLIO/ ADATTO A TE SE: Anche se sulla confezione c’è scritto per capelli danneggiati a mio avviso è adatto a chi ha i capelli normali o tendenti al grasso, non lo consiglio se avete i capelli secchi.

DOVE LO TROVO: L’ho comprato al supermercato, non si trova in tutti i supermercati, ma solo in quelli che contemplano il reparto bio o comunque che siano abbastanza grandi. Si trova anche nei negozi per casalinghi, tipo Acqua e Sapone, Maurys, RisparmioCasa etc. Lo trovate anche su Amazon<

VOTO/ LO RICOMPREREI: 7, è un buon prodotto, soprattutto considerando che è una marca da supermercato, gli inci sono buoni e le certificazioni ottime. Non lo ricomprerò perché i risultati sui miei capelli non mi sono piaciuti.

Sperando di esservi stata utile, fatemi  sapere come vi siete trov

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Impariamo a gestire i conflitti. Suoniamo la campana!

Oggi parlavo con una mia amica, chiacchiere leggere, ma è proprio durante le chiacchiere che si trovano spunti per ragionare e per provare a diventare persone migliori, perché finito un discorso si riflette sempre un po’( ed è forse questo uno dei motivi per i quali ci piace tanto chiacchierare).

Come si affronta il conflitto? Potete leggere molto, studiare, informarvi.
Tutti noi abbiamo costantemente a che fare con conflitti, di alcuni non ci importa più di tanto, per esempio se entriamo in conflitto con sconosciuti , soprattutto se gli argomenti sono un parcheggio rubato, un taglio di prosciutto sbagliato o una deiezione canina sulla strada, ma i conflitti che ci fanno soffrire, arrabbiare, che ci procurano gastriti, mal di testa, insonnia, tachicardia ed attacchi d’ansia sono altri. Sono quelli che coinvolgono i nostri affetti.

Se siete come me, estremamente sensibili ed emotivi, i conflitti vi creano forte stress e temete che le ferite siano sempre dietro l’angolo. Molti di noi commettono l’errore di rimandare il conflitto fino ad esplodere. La mia amica a tale proposito ha detto “ una persona non dovrebbe mai arrivare al limite senza aver spiegato a fondo cosa lo ha fatto arrabbiare. In una coppia, poniamo il caso che uno dei due è esausto, arrivato  oltre il limite massimo di sopportazione, sbotta dicendo “Non ti amo più, mi hai sfinito”. Dopo una frase del genere non si torna più indietro. L’altra persona se ne andrà sbattendo la porta senza riaprirla mai più. Non si fa, e sai perché? Perché non ci hai provato, non hai dato all’altro la possibilità di capire e di cambiare.”

La possibilità di capire.

Ci ho pensato, ha ragione.  Noi donne ci lasciamo andare a plateali sbuffate, ci chiudiamo in enormi silenzi e, molto spesso, arriviamo a scatti di nervi con relativo tiro di oggetti (con il debole per la spugnetta dei piatti ), senza però dire, senza spiegare cosa ci ha portato all’esasperazione. Gli uomini cadono in un mutismo totale, si danno al modellismo o si spalmano sul divano ipnotizzati dalla tv.

Che c’entra la campana?

Ora ve lo spiego.

Entrare in conflitto è difficile, tanto. Non sapete quanto ci lavori io ogni giorno. Non solo con il proprio partner, ma anche con genitori, fratelli e figli.
Ed è giusto confrontarsi per spiegare. Se una cosa non ci sta bene lo dobbiamo dire.

Lo dobbiamo alla persona che ci sta di fronte, perché ha il diritto di capire come siamo fatti e cosa ci aspettiamo da lei, ma soprattutto lo dobbiamo a noi! Perché tenersi i rospi ci fa stare male e noi meritiamo di stare bene e di essere compresi.

Quindi cosa fare?

Suona la campana!
Diamoci un limite.
Tutti noi abbiamo un limite di sopportazione oltre il quale sbottiamo. Capite dove si trova il 100%, il vostro punto di non ritorno e tenete bene a mente che lì non ci dovrete arrivare mai. Non sto dicendo che non dovrete mai arrabbiarvi, ma che non dovrete mai arrivare al punto di non poter più tornare indietro perché la vostra pazienza sarà definitivamente terminata.

Segnato quel limite segnatene un altro, il 60%. E’ qui che dobbiamo suonare la campana, questo è il punto, non prima perché al 40% non avrete la determinazione giusta per affrontare un discorso che vi sta a cuore. Non oltre il 60% perché dovrete avere ancora un 15% di margine mentre il vostro interlocutore immagazzina il messaggio e cerca di cambiare o modificare un atteggiamento ( e ci potrebbero volere mesi).

Dobbiamo imparare a spiegare cosa ci fa soffrire e arrabbiare di volta in volta, o quasi. Lo scopo è evitare che anni di sofferenze, di dolori, di lacrime, di notti insonni, di cene andate di traverso, di rospi ingoiati a fatica e di kili di Maalox vadano sprecati per l’ultima goccia che fa traboccare il vaso della nostra pazienza. Trattenersi e poi sbottare all’improvviso con un unico grande episodio di rabbia  farà pensare al nostro interlocutore che siamo dei folli.

Non dovremo spiegarlo per sempre, ma dobbiamo dirlo prima di arrivare agli urli che non servono a nulla, comunicazione costruttiva ( possibilmente seduti ad un tavolo da soli) che vi farà quantomeno dormire sereni.

Chi mi salverà?

Ricordando tre principi fondamentali:

-Considerare gli interessi di tutti gli attori coinvolti.

-Considerare separatamente le persone dal problema.

-La soluzione deve essere accettabile per entrambe le parti.

Così poi se arriverete al 100% e scatenerete una carneficina alla Kill Bill avrete avvisato e spiegato a sufficienza per non passare per dei pazzi bipolari.

Si presuppone che con il proprio partner e con gli amici più cari avremo attuato negli anni una selezione tale da metterci accanto persone che ci conoscono e ci comprendono abbastanza da non dover spiegare quasi più niente. Si rende comunque necessaria la comunicazione per non cadere in piccole incomprensioni. Le difficoltà maggiori le troveremo con i familiari e gli affini che non ci scegliamo. È con loro che dovremo imparare maggiormente a suonare la campana.

Non sottovalutare il lavoro.
Anche sul luogo di lavoro è importante imparare a suonare la campana. I tuoi colleghi, ma anche i tuoi superiori o i tuoi professori sono persone e tu, sei una persona come loro. Nella mia gioventù mi è capitato di lasciare il lavoro perché arrivata ben oltre il limite della sopportazione.

Sbagliato.
Suonare la campana chiedendo un confronto costruttivo con il proprio superiore spiegando le proprie difficoltà può portare molti benefici. Non dovete litigare, ne urlare, siete al 60%, siete al punto perfetto per compiere un discorso che non vi faccia apparire sottomessi, ma nemmeno vi faccia sbottare in urla o peggio ancora in pianti incontrollati.
Se siete delle risorse valide il vostro capo vi verrà incontro, magari ci metterà un po’ (il 15% esiste per questo), ma troverà una soluzione che vi vada bene o che quantomeno allenti la pressione.
Se non vorrà sentire ragioni saprete che non potevate fare più di così. Saprete di averci provato. Non fatevi fermare dalla paura di non farcela.

Attenzione se siete voi a creare conflitti!

Considerate il fatto potreste essere voi ad aver causato una difficoltà agli altri. Normalmente le persone emotive tendono ad avere una forte empatia con il prossimo che le porta ad essere molto attente e recettive, ma non sono fatti tutti allo stesso modo. Fate quindi attenzione, soprattutto se avete intorno a voi persone con scarsa autostima, timide o spaventate.

Suonare la campana vi farà vivere meglio sia il rapporto con gli altri che con voi stessi.

Ricordate sempre che da un conflitto risolto non devono uscire né vinti né vincitori, ma persone soddisfatte di aver trovato un punto d’incontroUn  conflitto affrontato nella maniera sbagliata può portare al risentimento, al rancore, all’indifferenza e nel peggiori dei casi a rotture irreparabili. Cerchiamo di suonare la campana per aumentare il livello di comprensione e migliorare il sentimento di fiducia, rafforzando i legami. E come diceva il grande Charlie Chaplin:

“Non dobbiamo temere i conflitti, i contrasti e i problemi con noi stessi e con gli altri, perché perfino le stelle, a volte, si scontrano fra loro dando origine a nuovi mondi.”

Ringraziando Luisa per il grande spunto di riflessione.

Ek.

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Dormire sonni tranquilli: Esistono tanti materassi, ma solo uno è giusto per voi

Chi non ha mai sentito una telepromozione del mitico Giorgio Mastrota su una famosa marca di materassi, che prometteva “solo per oggi un’offerta irrinunciabile”. Oltre al materasso, i fortunati potevano ricevere, comodamente a casa, una batteria di pentole, una vasca idromassaggio ed un auto nuova.

La bella ragazza al suo fianco dava qualche dato tecnico e ci parlava di Zone differenziate.

Che sono queste Zone differenziate? Esistono materassi a 3, a 5 ed a 7 zone (in alcuni casi anche oltre). Le zone del materasso sono state pensate per garantire un maggior sostegno alle differenti parti del corpo, con particolare riferimento alle aree della schiena ed alle gambe. È dunque possibile, nel caso delle zone, orientarsi verso il materasso che dia maggior sostegno a seconda delle parti del proprio corpo considerate più problematiche, magari per via del dolore.

Vediamo adesso le tipologie di materassi presenti sul mercato. Ricordate che il modo migliore per scegliere un materasso è quella di concedervi almeno una decina di minuti sdraiati (sedersi non è sufficiente), passare una mano tra la zona lombare e il materasso: se c’è troppo spazio vuol dire che per voi è troppo duro, se invece, la mano passa a fatica è troppo morbido.

Spessore del Materasso: più spesso è il materasso e più sarà confortevole, quindi diffidate di materassi troppo sottili, anche se hanno un prezzo molto basso e in apparenza conveniente. Ve ne pentirete dopo poco tempo e vorrete subito comprarne un altro;11 cm sono troppo pochi, 16 cm sono sufficienti, dai 21 cm in sù, il comfort è assicurato. Se il materasso è in lattice o in schiuma di poliuretano, deve avere un”anima’ di almeno 12 cm e una densità strutturale minima di 60 kg/m³ per il lattice, di 35-40 kg/m³ per il poliuretano.

Misure: il materasso deve adattarsi perfettamente alla rete, senza debordarne.

Prezzo: i materassi più economici costano circa 40 euro, sono in poliuretano espanso e sono alti appena 11 centimetri. Ti garantiranno sia un gran risparmio che un terribile mal di schiena. Un materasso singolo a molle insacchettate e indipendenti, alto circa 16 centimetri costa intorno ai 100 euro, uno matrimoniale sui 170-180 euro. I materassi in memory foam, un tempo costosissimi, ora sono venduti a prezzi abbordabili, si possono trovare materassi singoli dai 100 ai 130 euro, e matrimoniali dai 200 ai 500 euro a seconda di qualità e spessore. Se vostro budget è molto limitato, ma volete usufruire lo stesso della tecnologia e della comodità del memory foam, a 80 euro trovate dei topper in memory da utilizzare sopra il vostro vecchio materasso, una soluzione economica ed efficace. Un materasso singolo in lattice costa fra i 160 e i 180 euro, uno matrimoniale intorno ai 400 euro.

Materasso Memory Foam: adatti per chi si muove poco. Il calore del corpo tende a rimanere imprigionato nel materasso e per questo sono ideali per persone freddolose e climi rigidi. Sono resistenti e durano a lungo. Il Materasso in Memory viene plasmato non tanto dal peso del corpo, quanto dal calore emanato da esso. Ecco perché, se si opta per l’acquisto di un materasso in Memory Foam, è bene accertarsi che esso sia costituito da tessuti il più possibile traspiranti. In quanto in grado di adattarsi alla forma del corpo, il materasso in Memory Foam è considerato di tipo ortopedico. Favorisce  una buona circolazione del sangue. Consigliato per chi soffre di  problemi strutturali come scoliosi, cifosi o lordosi.

 

Materasso a molle tradizionale: I materassi a molle si dividono in quelli a molle tradizionali e quelli a molle indipendenti e insacchettate. I primi si utilizzavano maggiormente negli anni passati: questi materassi presentavano molle in acciaio che, unite tra loro, rendevano il materasso più rigido e adatto a sostenere pesi maggiori. Un materasso a molle tradizionali, per essere considerato un ottimo prodotto, oltre ad avere delle molle resistenti, deve avere anche un’imbottitura realizzata con materiali di qualità e uno spessore tale da isolare il corpo dal contatto diretto con le molle.

Materasso a molle incapsulate: Il supporto a molle indipendenti e insacchettate è l’evoluzione della molla tradizionale. Ogni molla è “indipendente” e, grazie anche alla lavorazione a zone differenziate, si adatta perfettamente alle diverse pressioni esercitate dal corpo. Questo garantisce alla colonna vertebrale di assumere una posizione corretta. Questo materasso, ancor meglio se abbinato ad uno strato di memory superficiale, è uno dei supporti più performanti e richiesti sul mercato. Non scendete mai sotto le 800 molle (tanto più è alto il numero di molle che costituiscono il materasso, tanto  maggiore sarà l’accoglienza e il comfort che questo offrirà). Il gran numero di molle consente una buona distribuzione del peso corporeo, evitando accumuli di pressione su alcuni punti. L’aggiunta di uno strato di memory in superficie conferisce  maggiore comfort e calore. Le molle consentono una buona aerazione e rendono questi materassi adatti a chi suda molto e vive in aree molto calde d’estate. Lo spessore che non deve mai essere inferiore a 21 cm. Campi Elettromagnetici? Per generare un campo elettromagnetico apprezzabile, le molle dovrebbero essere realizzate con materiale magnetico e poi generare un campo elettrico indotto. I materassi sono costituiti di materiali come il cotone, fibre sintetiche che comunque di per sé sono isolanti, quindi tranquilli, nessun campo elettromagnetico in vista.

 

Materasso combinato o materasso ibrido: dati da uno strato a molle e uno in memory foam, oppure da uno strato di lattice e uno a molle oppure, ancora, lattice e memory foam.

Materasso in lattice:  le sue peculiarità sono la traspirabilità, l’igiene e l’elasticità. Molto apprezzato per la sua rigidità, diciamo che non arriva ad essere rigido come quello a molle, ma neanche cedevole e morbido come i Memory foam. E’ la tipologia più rispettosa dell’ambiente. Inquina di meno in quanto può essere costituito da materiali al 100% vegetali. Studiato per chi si muove molto nel sonno e per gli allergici (ovviamente tranne per chi è allergico al lattice) perché è traspirante e più fresco. Per le sue caratteristiche di resilienza (la capacità di riprendere subito la forma dopo una pressione), il materasso in lattice agevola i movimenti nel sonno. Il lattice può essere di origine al 100% naturale. A differenza del materasso di lattice di origine artificiale, quello di origine naturale reagisce in modo più sensibile alla temperatura: si ammorbidisce con il calore e si indurisce con il freddo. Se volete evitare questo effetto, dovete scegliere un materasso in lattice naturale che ha subito un processo di “vulcanizzazione” che garantisce maggiore elasticità in ogni stagione.

Materassi naturali: in questa categoria rientrano diversi tipi di materassi, da quelli con imbottiture di cocco a quelli in lana. I futon sono di origine naturale, e sono famosi per essere i materassi tradizionali giapponesi. Sono bassi e compatti, quindi sconsigliati ai bambini. Attenzione! Il “biomaterasso” in realtà non esiste. Il Centro Tutela Consumatori  informa di come l’attributo “bio” possa essere utilizzato solo per gli alimenti e solo quando questi soddisfano i requisiti europei per le coltivazioni biologiche, opportunamente certificati da un organismo di controllo autorizzato. Tale attributo non può dunque essere applicato ad altre categorie di prodotti.

Materassi Ergonomici: Se siete troppo indecisi, una buona soluzione è data dai materassi ergonomici in grado di adattarsi alla pressione del corpo.

Come ultimo consiglio, controllate questi dettagli:

La rete: nel caso dei materassi dallo spessore più sottile, la rete risulta maggiormente sollecitata e dovrebbe dunque essere più rigida. Dal medesimo punto di vista, è inoltre bene selezionare una rete dalla rigidità regolabile, in modo da poterla adattare sia al materasso a propria disposizione che alle proprie esigenze.

Fodera: rappresenta l’elemento posizionato più vicino al nostro corpo. Alcuni materassi venduti come “anallergici” potrebbero presentare una fodera in poliestere o in altri materiali sintetici, che potrebbero essere causa di sudorazione nel corso delle ore notturne. È consigliabile dunque accertarsi che il rivestimento del materasso sia costituito da un tessuto naturale come il cotone. La scelta ideale sarebbe una fodera in cotone biologico e traspirante.

Struttura del Letto : la conformazione del proprio letto non deve essere sottovalutata per poter orientare la scelta del proprio materasso. Per questioni di risparmio dello spazio, spesso i letti in vendita attualmente sono dotati di scomparti situati al di sotto del materasso, che permettono di riporre le coperte invernali nel corso della bella stagione. Ciò, però, ostacola la circolazione dell’aria al di sotto del materasso e può portare alla formazione di muffe. Il problema riguarda in maniera particolare i materassi in lattice.

Conclusioni e Manutenzione:

Coprimaterasso e coprirete sono d’obbligo e vanno lavati settimanalmente. E’ necessario, con l’aspirapolvere, dare una solenne “aspirata” almeno una volta al mese  ed evitare l’uso di elettrodomestici a vapore: favoriscono il proliferare di muffe, batteri e acari. Ricordate di far prendere aria quotidianamente (non rifacendo subito il letto) per far evaporare l’umidità accumulata durante la notte.

Avete presente quando il vostro gommista vi ricorda di girare le gomme dell’auto ogni 20.000 kilometri per l’usura omogenea dei pneumatici? Ecco il materasso va girato per evitare l’effetto “fossa”.

I materassi sono spesso molto infiammabili (la legge prevede che negli alberghi siano ignifughi), quindi fate attenzione soprattutto se utilizzate le termocoperte.

Buon Riposo

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San Valentino: L’Amore non è solo a febbraio

S. Valentino è una festa strana, la più strana a mio avviso. Strana come il Festival di Sanremo che nessuno vuole guardare, ma che poi segna oltre il 50% di share.

Questo perché sono pochi quelli che ammettono di apprezzarla. Ci sono le femministe che protestano, gli innamorati che tentano di boicottarlo al motto di “ noi ci amiamo tutto l’anno e non abbiamo bisogno di un giorno per ricordarlo”!. C’è chi ritiene che sia solo un evento consumistico, un modo per far guadagnare la Perugina. Infine ci sono i “poeti”, che alla domanda “cosa fai a S. Valentino?” rispondono con le classiche filastrocche tipo “ S.Valentino è la festa di ogni cretino, che credeva di essere amato ed invece rimane fregato”.

Iniziamo dalla data: Perché il 14 Febbraio?

Tutto nasce tanto tempo fa, e un po’ come accadde al natale che fu spostato per sopprimere una festività pagana,  pare che nel 496 d.C. Papa Gelasio per impedire la Lupercalia ( che no, non è una delle malattie che si prevengono con i vaccini esavalenti), creò una festa che rimandasse all’amore cristiano. Certo il rito non era proprio dei più affascinanti. Il fatto che lo abbia tolto di mezzo non è stata poi una grande perdita. Il rito prevedeva che giovani nudi girassero per la città con delle fruste e ci fossero delle donne volontarie in dolce attesa che si prestavano ad essere frustate.

La regola d’oro per rimediare ad un errore in amore

Perché proprio Valentino?

Qui c’è grande confusione perché di Santi di nome Valentino che morirono per salvare o santificare un amore ce ne furono  ben 3. Il primo, ed a mio avviso il più credibile, nato a Terni nel 176, proteggeva gli innamorati, li guidava verso il matrimonio e li incoraggiava a mettere al mondo dei figli. Il secondo, invece, sarebbe morto a Roma il 14 febbraio del 274, decapitato. Per alcune fonti sarebbe lo stesso vescovo di Terni. Per altri – tesi più plausibile – sarebbe un altro martire cristiano. Per altri ancora, non sarebbe mai esistito, quindi vedete voi se crederci o no, la cosa certa è che venivano tutti da Terni.

Ma in realtà la festa vera e propria si deve a Geoffrey Chaucer, l’autore dei Racconti di Canterbury che in onore delle nozze tra Riccardo II e Anna di Boemia alla fine del ‘300 scrisse The Parliament of Fowls, (Il Parlamento degli Uccelli) un poema in 700 versi che associa Cupido a San Valentino.

Come siamo arrivati a cuori ovunque, fiori, cioccolatini, e chi più ne ha più ne metta? Il responsabile di tutto ciò è L’Amore. Vogliamo rendere felice l’altro e stupirlo, così piano piano ci siamo evoluti nel festeggiare. Il mercato ha risposto ad una sempre crescente richiesta di stranezze, e così sono nati gadget di ogni tipo, per tutti i gusti ed i bar si sono riempiti di ogni leccornia.  Venditori abusivi spuntano come funghi da ogni semaforo della città offrendo mazzi di fiori, più e meno vistosi, che alla fine anche i più scettici compreranno alla loro compagna perché consapevoli che a tutte le donne piace ricevere qualcosa a S. Valentino. Anche se non ci credono.

Quindi come dobbiamo comportarci? Potremmo festeggiarlo come se fosse un compleanno. Noi siamo vivi ogni giorno, ma festeggiamo solo quello della nostra nascita, allo stesso modo amiamo i nostri partner ogni giorno, ma potremmo considerare San Valentino un giorno in cui facciamo uno sforzo in più per offrire al nostro/a amato/a il bene più prezioso in assoluto, il nostro tempo.

Da adolescenti la festa di San Valentino viene vissuta con romantica trepidazione, non ci sono grandi preoccupazioni a tormentarci, se non la scelta del dono per la nostra dolce metà. Col tempo le priorità della vita, inevitabilmente cambiano e si tende sempre a sacrificare il tempo con il proprio marito o moglie per concentrarsi sugli innumerevoli problemi della quotidianità. Si dà per scontato che l’altro, anche se trascurato, ci sia comunque. E’ bello poter contare, indipendentemente da tutto, sull’appoggio del proprio partner, ma vi consiglio di cogliere l’occasione quest’oggi per dedicare un’attenzione in più (se inaspettata dall’altro è anche meglio) a chi vi sta accanto. Dal sorriso di gioia che potreste provocare, c’è la possibilità che tutte le COSE DELLA VITA, possano andare per il verso giusto, almeno per un po’.

Nessuna legge ci costringe a regalare cioccolatini e fiori. Vi ripeto nuovamente, il miglior dono che potete fare al vostro compagno è dedicargli tempo, in serenità, magari ripercorrendo in maniera nostalgica la cronologia della vostra storia., Ricordatevi di essere felici, che la vita è breve e non aspetta nessuno. Amatevi amatevi ed amatevi fino ad essere sudati e sereni. L’amore è il motore aggiuntivo che vi dà la carica in più, non dimenticatevene correndo dietro a soldi o carriera. Guardate negli occhi il vostro partner.

E se il partner non c’è? L’amore ha tante forme, genitori, figli, amici, scegliete l’amore a cui dedicare il vostro sguardo in questa giornata, ed amate!

Buon San Valentino a tutti voi.
Con Amore

Ek.

Dormire sonni tranquilli: Le domande che devi farti prima di comprare un materasso

Ci si innamora di pochi oggetti nella vita, i più comuni sono il divano, l’auto nuova o la moto fiammante, ma il rapporto di odio-amore per eccellenza si ha col proprio materasso.

Se hai rimandato per troppo tempo questo momento perché eri affezionato al tuo giaciglio, ma dopo un lungo tormento interiore hai finalmente deciso di cambiare il vecchio materasso, questo è l’articolo che fa per te.

I materassi hanno una vita media che varia dagli 8 ai 10 anni, dopo i quali i dolori alla schiena ci supplicano di prendere una decisione chiara. Il nostro corpo cambia con il trascorrere del tempo e il materasso che è perfetto oggi potrebbe non esserlo più tra una decina di anni.

 Dobbiamo inoltre considerare che questi prodotti possono ospitare colonie di polvere, acari, funghi, germi e muffe, che possono provocare allergie ed altri seri problemi alla salute.

Per combattere gli acari basterà lasciare il materasso scoperto per circa mezz’ora una volta a settimana perché i tessuti utilizzati nella sua produzione si rigenerino ed impediscano la loro proliferazione. In generale ricordate di girarlo testa-piedi almeno una volta al mese e di capovolgerlo sopra-sotto ad ogni cambio di stagione. Eviterete così fosse nella sua struttura e assicurerete al vostro materasso una distribuzione più uniforme dell’imbottitura. Ricordate anche di cambiarlo almeno ogni 10 anni, benché alcune case produttrici assicurino la sua funzionalità anche per più tempo.

Vi sarà sicuramente capitato di girare per grandi magazzini che vendono mobili, camerette e, appunto, materassi. La prima cosa che salta all’occhio è il prezzo, perché è indubbio che comprare un materasso costituisca un vero e proprio investimento a lungo termine. Prima la scelta era più semplice, esisteva solo il classico materasso a molle, oggi per scegliere adeguatamente serve quasi una laurea. Diventa difficile orientarsi tra materasso in lattice, memory foam, a molle insacchettate o a molle tradizionali.

Vediamo insieme come poter scegliere il materasso perfetto per noi, perché dovete sempre considerare che quello che va bene per me non va bene per gli altri, perché quello che per me (il mio peso e le mie abitudini notturne) può essere il miglior materasso, per un altro potrebbe essere un materasso scomodo o addirittura dannoso per la schiena. Le esigenze personali sono fondamentali.

La prima cosa che dobbiamo fare è rispondere ad alcune domande, ed in base a queste già potremmo orientarci verso un materasso piuttosto che un altro.

Dormire con il proprio cane: Quali benefici può trarne il nostro sonno?

Ti muovi durante la notte o tendi ad assumere un’unica posizione? Il materasso a molle o molle insacchettate, rispetto al Memory Foam, ha una minore capacità di adattarsi alle forme del corpo. Il materasso in lattice è in grado di garantire maggiore libertà di movimento, quindi ottimo per chi si muove molto, il materasso in memory foam è ritenuto più adatto a coloro che tendono a rimanere immobili durante il riposo, in quanto nel materasso si crea uno spazio confortevole per il corpo sulla base di una stessa posizione mantenuta a lungoProva pratica: se avete la fortuna di poter dormire con qualcuno, vi saprà dire se sembrate degli insaccati o se invece dormire con voi è come viaggiare sulle montagne russe ( e no, non parliamo delle vostre doti nascoste). In alternativa mettete una telecamera e riprendetevi per tutta la notte.

Quanto pesi? Se sei sovrappeso dovrai puntare a un materasso più rigido. Al contrario, se sei molto leggero, potrai scegliere un materasso più morbido. Il corpo, infatti, deve essere sempre ben sostenuto e non deve mai affondare nell’imbottitura. Tutto questo senza esasperazioni, perché anche i materassi più rigidi devono garantire la naturale curvatura a S della schiena. Prova Pratica: In questo caso recatevi nel negozio di materassi, sdraiatevi in posizione supina e passate una mano nella parte bassa della schiena, vicino all’osso sacro. Se c’è tanto spazio tra il materasso e la colonna vertebrale, questo è eccessivamente duro per il vostro peso. Al contrario, se non vi è spazio perché il corpo è portato ad affondare, siete sdraiati su un materasso troppo morbido per il vostro peso. Se l’utilizzatore è piuttosto robusto, o addirittura obeso, occorre scegliere un materasso alto (26-30 cm).

Soffri il caldo? Se sudi molto, un materasso in memory foam sarà una sauna, soprattutto d’estate. Altrettanto sconsigliati i materassi in lattice, un materasso a molle insacchettate indipendenti è la scelta giusta per te, oppure un materasso in memory con uno strato superiore in gel che raffredderà la sensazione di caldo. Consiglio in più: scegli il rivestimento climatizzato: lana per i mesi freddi, cotone e lino per quelli caldi.

Soffri il Freddo? Eccoci qui, parliamo di me. Se sei freddolosa come me è probabile che tu abbia comprato il mitico scaldaletto, ricorda però che questo meraviglioso amico è adatto per il materasso a molle, ma assolutamente vietato sul materasso in lattice perché insieme sviluppano calore. Se non usi uno scaldaletto, puoi trovare confort nel caldo avvolgente delle schiume Memory.

Soffri di sudorazione notturna? Dal momento che il problema riconosce svariate cause, il trattamento deve mirare a rimuoverle. Le sudorazioni notturne possono essere legate ad ansia e stress, a uno stile di vita non consono (alimentazione scorretta, abbuffate frequenti, abuso di alcolici ecc), o a delle patologie specifiche. Quindi il consiglio è riconoscere la patologia e curarla. Altro consiglio è quello di riposare in ambienti che non siano eccessivamente caldi, la temperatura ideale oscilla tra i 18 e 20 °C. Anche la biancheria deve essere leggera, non molto aderente e realizzata in fibre naturali.

Hai particolari problemi alla schiena? Il primo consiglio è quello di rivolgersi ad un ortopedico, che saprà indicarti una cura adeguata. Per quanto riguarda il materasso in generale, i modelli più rigidi sono particolarmente adatti a chi soffre di mal di schiena posturale, per le persone in sovrappeso e per le persone con problemi di mobilità, in quanto facilitano il compito di salire e scendere dal letto. Prova Pratica: In commercio sono pochi i materassi ortopedici. Attenzione a chi vi spaccia un materasso ergonomico per ortopedico. Per fare la “prova del nove” dovete chiedere al venditore se è detraibile dalle tasse. I migliori materassi per chi soffre di mal di schiena si possono detrarre perché considerati “un presidio medico”. I prezzi, però, si aggirano intorno ai 2.000 euro. Un occhio particolare anche alle doghe.

Dormi sul Fianco? Se preferisci dormire sul fianco o in posizione fetale, ti troverai indubbiamente meglio con un materasso più morbido come può essere un modello Memory Foam o un materasso a molle morbido. Chi dorme in posizione prona (a pancia in giù) dovrebbe puntare direttamente a un materasso a molle incapsulate o scegliere un materasso a lattice più sostenuto

Dormi in posizione Supina? Se dormi in posizione supina, potrebbe essere meglio un materasso in lattice.

Soffri di cervicale? Io ho cominciato a soffrirne a seguito di un incidente in auto. In questo caso non è il materasso, ma il cuscino a fare la differenza. Per risolvere il problema del mal di testa mattutino e dei dolori alla zona cervicale, potresti usare un cuscino apposito, per esempio un “cuscino cervicale” che ti potrà essere consigliato da un ortopedico. Il cuscino in questione tende a sciogliere le tensioni muscolari che si accumulano nella zona del collo e delle spalle.

Soffri di Allergie? La scelta migliore in caso di allergia agli acari della polvere è ovviamente un materasso in materiale anallergico, ma ATTENZIONE! L’acquisto di un materasso in materiale anallergico non elimina il rischio di contaminazione dei cuscini, federe e delle lenzuola. Meglio usare un aspirapolvere potente con filtro EPA.

Quale materasso per i Bambini? I materassi più morbidi sono considerati adatti a bambini ed anziani, oltre che alle persone più leggere. E’ importante che il materasso sia della dimensione adatta al lettino in uso. Un materasso troppo piccolo, infatti, lascia spazi vuoti in cui il bimbo potrebbe infilare le mani o le braccia muovendosi nel sonno. Meglio se sfoderabile. E’ preferibile comprare un materasso al lattice per bambini fino ai due anni per poi passare ad uno più compatto, magari a molle. Altro falso mito è quello che preferisce le doghe in legno alla rete.  Non è obbligatorio scegliere le doghe per dormire bene, la rete è sicuramente più flessibile e permette di sfruttare appieno l’elasticità del materasso.

Nel prossimo articolo vedremo nel dettaglio i vari tipi  di materasso e le loro caratteristiche!

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Sale nello shampoo: Attenti al sodium

IL SALE NEI PRODOTTI COSMETICI PER CAPELLI

A fine anno sono andata dalla mia parrucchiera di fiducia e, come ogni anno, ho fatto i colpi di sole ed il taglio. Non so se sapete che in realtà io sono riccia, ho fatto alcuni video al naturale, ma adoro i capelli lisci perché mi danno l’impressione di avere ordine in testa, dentro e fuori.

Direte che c’entra con la parrucchiera? Beh ad un certo punto lei mi dice se voglio provare i nuovi prodotti senza sale, ottimi per i capelli ricci. Silenzio. La guardo come se mi avesse chiesto ketchup o maionese sui pop corn? Lei mi spiega che molti prodotti contengono questa sostanza che per alcuni capelli è una mano santa, ma per altri è il preludio del dramma.

C’è Sale e Sale:

La prima cosa alla quale dobbiamo fare attenzione è  non confondere il comune sale marino o sale da cucina, ovvero il cloruro di sodio alias sodium chloride, con altre sostanze come il laurilsolfato di sodio alias sodium lauryl (o laureth) sulphate (SLS), che è un tensioattivo dall’azione sgrassante abbastanza aggressiva.

Sodium lauryl (o laureth) sulphate (SLS),

Parliamo del tensioattivo, il più potente agente detergente sgrassante, in grado di combinarsi con le particelle di grasso e di asportarle con il risciaquo. Il laurilsolfato di sodio viene utilizzato anche per pulire il grasso dei motori e delle locomotive. Dopotutto tutte noi amiamo spalmarci il grasso dei motori sui capelli, e tutte quante almeno una volta a settimana ci facciamo impacchi di nero di seppia, quindi è necessario che sia presente nei nostri shampoo.

Perché viene utilizzato:

A parte gli scherzi, perché viene utilizzato? Perché costa poco ed è facilmente reperibile, ma soprattutto perché produce tanta schiuma, quella che amiamo da morire quando ci laviamo. Ricordate che la schiuma non determina la qualità dello shampoo, ma solo del cappuccino.

Che Danni crea:

Mentre pulisce i capelli rimuove anche il sebo, che ha il compito di lubrificare la cute e il gambo del capello. Soprattutto per noi ricce, rimuovere il sebo non fa altro che esasperare il livello di secchezza dei capelli, con conseguente perdita di lucentezza e tono. I prodotti contenenti SLS hanno un potere di pulizia che è travolgente, però spogliano i capelli degli oli essenziali per la loro salute.

Il consiglio più utile è dunque quello di ricorrere a shampoo privi di sodio lauril solfato.

Il SLS è cancerogeno?

 Sono stati fatti migliaia di piccoli studi e test per capire il grado di sicurezza degli SLS, ma  non vi è ancora una risposta definitiva sulla loro relazione con l’insorgere di malattie. Senza creare allarmismo, io scelgo in ogni caso di non utilizzarli. Quello che voglio fare qui è informare per rendervi consapevoli e darvi la possibilità di valutare meglio la scelta da compiere.

Come riconoscere la sostanza incriminata:

Per individuare prodotti privi di questa sostanza nociva è sufficiente leggere attentamente la composione riportata sulle etichette. I termini che devono essere assenti sono i seguenti:

SODIUM LAURETH SULFATE (SLES)

SODIUM LAURYL SULFATE (SLS)

In quali prodotti li troviamo:

Nei detergenti aggressivi aggiunti a migliaia di prodotti cosmetici e da toeletta (shampoo, tinture per capelli, trucco, dentifricio, collutorio, saponi per le mani o per la lavanderia).

Consigli di Bellezza:

1. Cercare shampoo che non contengano ammonium lauryl sulfate, sodium lauryl sulfate o sodium laureth sulfate, ma shampoo che utilizzano una forma più lieve di detergente come il sodium lauryl sulfoaccetate e il sodium lauryl solfosuccinate. Questi shampoo possono non fare tanta schiuma come quelli che contengono Sls o Sles più aggressivi, ma detergono efficacemente i capelli e il cuoio capelluto, senza stressarli.

3. Cercare un balsamo che non contenga dimeticone.

4. Una delle migliori alternative è trovare un balsamo che utilizza l’acido 18-methyleicosanoic (18-MEA). Questo è uno dei lipidi con cui i nostri capelli si coprono naturalmente. Quando i nostri capelli crescono, il18-MEA è incorporato in loro e agisce come un isolante naturale che aiuta a bilanciare l’umidità del fusto del capello, lo mantiene integro e gli dona una naturale lucentezza.

SALE DA TAVOLA:

Un altro tipo di sale che dovremmo evitare è il Sodium Chloride, meglio conosciuto come sale da tavola. Il cloruro di sodio è usato come addensante in shampoo e balsami contenenti sodium lauyil sulfate. E’ spesso causa di cute secca e prurito, può portare alla perdita dei capelli. Dovrebbe essere evitato dalle persone che stanno utilizzando trattamenti alla cheratina perché ne annulla i benefici.

Sale da Cucina e Capelli Grassi:

Questo prodotto naturale a basso costo può essere utilizzato da chi ha i capelli grassi. Aggiungete due o tre cucchiai di sale al vostro shampoo, agitate bene la bottiglietta e poi procedete al lavaggio come di consueto. Il sale aiuterà a rimuovere l’eccesso di sebo, ma i benefici si noteranno dopo qualche lavaggio. Attenzione a non usarlo sui capelli normali o secchi, perché disidrata cute e capelli.

Sale da Cucina e Forfora:

Agisce come uno scrub per rimuovere le desquamazioni, oltre a riattivare la circolazione. Dividete la chioma in sezioni, spargete qualche pizzico di sale e massaggiate delicatamente con le dita umide per qualche minuto. Infine, risciacquate il tutto e procedete con lo shampoo. Per vedere i risultati, ripetete due volte a settimana per tre settimane.

Elenco di shampoo privi di SLS e SLES:

-Vichy Dercos Antiforfora Shampoo Sensitive

-Restivoil Shampoo

-Kemon Actyva Disciplina Shampoo

-Ducray Squanorm Shampoo

-Shampoo Olio di Argan Sulfate free Maple Holistics

-Dead Sea Spa MAGIK Mineral Shampoo

-Tru Moroccan Repair Shampoo

-Aubrey Organics Green Tea Shampoo

-Alkemilla shampoo arancio e limone

-Bionike Defence Hair Pro Shampoo ultradelicato

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Ricette facili: Frappe fritte

Siamo ormai in pieno Carnevale, quale miglior ricetta tradizionale da preparare se non le frappe fritte, comunemente conosciute anche come chiacchiere? Nelle feste in maschera di grandi e piccini, questi dolci tipici non possono mancare.

Tempo: 1h e 20min

Strumenti necessari:

piano da lavoro/tagliere/tavola (in alternativa mixer da cucina)- guanti- macchina per fare la pasta o mattarello- friggitrice o padella antiaderente- rotella dentata o coltello- carta da fritto- setaccio per zucchero a velo- piatto per servire.

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Scopriamo gli ingredienti per le nostre frappe (500 gr)

-Farina 500 gr

-Un uovo

-2 tuorli d’uovo

-Burro 30 gr

-Zucchero un cucchiaio

-Sale un pizzico

-Vino bianco

-Olio o strutto per friggere

-Zucchero a velo

1°Passo:  Formate una fontana con la farina e al centro mettete il burro, l’uovo, i tuorli, lo zucchero e il sale. Impastate tutto aggiungendo un goccio di vino bianco, fino a che non avrete ottenuto una pasta molto simile alla comune pasta all’uovo.

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2°Passo: Lasciate riposare per un po’ la pasta (30 minuti).

3°Passo: Infarinate leggermente la tavola e stendeteci la pasta molto sottile. In alternativa utilizzate la macchina per fare la pasta per stenderla.

4°Passo: Con un coltello o con la tradizionale rotella dentata tagliate la pasta, ricavandone dei nastri di varie dimensioni. Se volete potete dare un tocco in più formando il nodino al centro dei nastri.

5°Passo: Friggete in abbondante olio o burro.

6°Passo: Ponetele a piramide su un piatto grande e spolverizzatele abbondantemente con zucchero a velo.

Potete aggiungere allo zucchero a velo il miele o, per i più golosi, la nutella.

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