E’ più cara Roma o Milano?

 

E’ più cara Roma o Milano?

Le due città se la battono. Nel 2016 Milano con 4242euro di spesa annua in base al prezzo medio è leggermente meno conveniente di Roma con 3960 euro, ma questi dati oscillano molto, considerando che nel 2015 era Milano meno cara rispetto a Roma, questo perché?

” A Milano – diceva nel 2015 Luigi Campiglio, docente di politica economica alla Cattolica – più del 20% della popolazione è costituita da immigrati con contenuta capacità d’acquisto, e la comunità cinese è molto forte. Il paniere minimo rispecchia anche il loro minore “potere d’acquisto” “.

Come possiamo vedere dalla tabella dei dati Istat 2014 ( 2015 e 2016 non sono ancora pubblicati) la spesa media mensile delle famiglie di soli stranieri è molto più bassa rispetto a quella italiana.

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Milano è la prima provincia italiana per presenza di stranieri. E fra le prime 10 in Italia, 3 sono in Lombardia e ben due sono sul podio. Si tratta di Milano (prima) e Brescia (terza); Bergamo è al quinto posto. In totale sono poco più di 4 milioni gli stranieri che soggiornano regolarmente in Italia, di questi 693.236 sono minori. E’ quanto emerge dai dati di un anno di attività del ministero dell’Interno, presentati nelle scorse ore.

Le prime dieci province di soggiorno sono appunto Milano (476.678), Roma (361.486), Brescia (152.884), Torino (131.069), Bergamo (130.009), Firenze (107.931), Napoli (97.244), Vicenza (97.145), Bologna (91.914), Modena (88.415).

Per questo fino al 2015 era Milano la meno cara per fare la spesa, per il 2016  va considerato che anche a Roma stanno arrivando molti immigrati e che ora anche a Roma la percentuale di stranieri è intorno al 15%, considerando che gli abitanti di Roma sono oltre 3 mln e quelli di Milano sono 1,3 mln. In generale le due città dal punto di vista alimentare si equivalgono alternativamente. In generale se volete trasferirvi in una metropoli sappiate che costa molto di più tanto più vivrete verso il centro, e costerà meno tanto più andrete in periferia ( dove però molto spesso la qualità della vita è migliore e dove, in generale, non sempre è radicata la criminalità).

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Quanto costa cambiare città?

CITTà CHE VAI, PREZZO CHE TROVI

Facile dire cambio città, ma molte volte trasferirsi in una città differente vuol dire fare i conti con uno stile di vita economico molto diverso.

Oggi cerchiamo di capire se trasferirsi in un’altra città italiana ci conviene a livello economico.

Accade sempre più spesso di questi tempi in cui siamo tutti “cittadini del mondo”, che ci si trasferisca in una città diversa da quella di origine. Magari avete trovato un buon impiego in un’altra regione italiana oppure, spinti dalla voglia di coronare un sogno d’amore con la vostra metà che vive lontano, avete deciso di trasferirvi nella sua stessa città. Catapultati in una nuova realtà dovrete fare i conti non solo con persone sconosciute e con ambienti a voi non familiari, ma anche con uno stile di vita economico che potrebbe differire molto da quello al quale eravate abituati.

Dai dati Istat del 2014 ( i dati ufficiali 2015 e 2016 non sono ancora disponibili), che se volete potete consultare nella tabella qui sotto, mostrano come le spese medie mensili siano differenti nelle diverse regioni italiane.

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La prima cosa che noterete è un divario nei prezzi sulla spesa alimentare. Dati del 2016 ( ancora non ufficializzati ) hanno fatto una stima su 20 prodotti di prima necessità come pane, olio, zucchero e caffè, ed in generale la spesa media è di 3700€ annui. E’ Milano a vincere la medaglia come città più cara d’ Italia, qui una famiglia può arrivare a sborsare fino a 8,163 euro annui se compra prodotti top gamma, ma se è a caccia di convenienza può rendere fino a 2,139 euro. Ci sono quindi due classifiche, una se si compra ai minimi prezzi, e una se si compra ai massimi prezzi.

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Se vi trasferite al sud la spesa alimentare peserà in maniera inferiore sul vostro portafoglio.

La tabella seguente mostra la spesa annuale in base al prezzo medio:

 

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In testa c’è Rimini  con 4.475 euro all’anno (questo perché alcuni prodotti come carne fresca, pane e tonno  appesantiscono di molto il carrello, considerate che il pane costa sui 4€ al kg!), seguita da Ferrara  con 4461 euro, Ravenna con 4309, Bolzano con 4263, Milano con 4242, Reggio Emilia con 4187, Bologna con 4098 a pari merito con Genova e Verona con 4094. Fra le grandi città, Milano, Genova, Bologna, Roma e Torino risultano più care rispetto al dato nazionale, mentre Napoli, Bari, Palermo al sud e Firenze al centro, presentano un carrello della spesa meno caro della media italiana che si aggira sui 3100 euro.

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Ricette facili: Frittata patate e prosciutto cotto

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Tempo cottura: 20 minuti

Ingredienti: 1 patata (0,30 €) , 2 uova (0,25€) , 2 fette di prosciutto cotto (0,80€), ( se vi piace aggiungete 100 grammi i mozzarella (0,50€) o 1 sottiletta), olio extravergine d’oliva ( non usiamo altri oli perché questo è l’unico che ha il punto di fumo a 210°, quindi molto alto, al secondo posto se volete usare altro olio potete comprare olio di arachidi con il punto di fumo a 180°, non vanno bene olio di mais 160°,olio di soia e girasole 130°), sale.

Per questa ricetta ci serviranno: 1 pentola per cucinare la patata, 1 ciotola per sbattere l’uovo, una frusta da cucina, un coltello o una mezzaluna, una padella.

Procediamo:

Mettete in una pentola larga 20 cm ( più o meno dal vostro pollice al mignolo con la mano aperta) 750 ml di acqua fredda, accedete il fuoco e appena l’acqua inizia a borbottare ( fare le prime bollicine) aggiungete 1 cucchiaio di sale grosso.

Nel frattempo pelate la patata con il pelapatate e poi tagliatela a cubetti piccoli.  Quando l’acqua bolle aggiungete le patate e lasciatele cuocere per 15/20 minuti senza coperchio.

Laviamo le uova sotto l’acqua fredda, così da eliminare possibili tracce di sporco, e poi le apriamo e le mettiamo in una ciotola alta almeno 20 cm e stretta, massimo 15 cm di diametro, altrimenti sarà difficile sbatterle.  Prendete la frusta da cucina e iniziate a sbattere le uova, impugnate la frusta come una bacchetta da direttore d’orchestra, con la parte della frusta verso l’indice e poi fate un movimento circolare con il polso, e sbattete le uova per 1/2 minuti. Se non avete la frusta utilizzate una forchetta compiendo lo stesso movimento.

Prendete un tagliere e metteteci sopra il prosciutto cotto e dopo aver preso il coltello o la mezzaluna (lama semicircolare con i manici che facilita il taglio delle pietanze), tritate sottilmente il prosciutto. Una volta cotte le patate, scolatele e poi unitele alle uova ed al prosciutto, e sbattete tutti insieme gli ingredienti. Aggiungete un pizzico di sale fino ( mezzo cucchiaino) e se volete un pochino di pepe.

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Mentre finite di mescolare mettete sul fuoco ( fiamma media) una padella con due cucchiai di olio extravergine d’oliva e quando sarà caldo versate il composto ed aiutandovi con un mestolo disponete in maniera uniforme le patate ed il prosciutto. Abbassate il fuoco e coprite con un coperchio, così da far cuocere le uova anche sopra ed evitare di dover girare la frittata. Fate cuocere per 5 minuti e poi controllate. Non alzate il fuoco per la fretta. Una volta cotta la frittata, passate sotto di lei una spatola piatta per staccare eventualmente dalla padella le parti che si sono attaccate, prendete un piatto piano e fatecela scivolare sopra.

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Il bucato a mano? Non è difficile come sembra

 

Lo so che è molto più facile e pratico utilizzare la lavatrice, ma ci sono dei capi o delle situazioni che richiedono l’utilizzo della meravigliosa bacinella. Il sapone che ci servirà in questo caso è sapone di marsiglia oppure un sapone per lavare i capi a mano. Vi consiglio di  tenerne  un po’ sempre in casa perché se doveste sporcarvi accidentalmente, potrete smacchiare subito il capo con un po’ di questo sapone.

Riempite la bacinella a metà con acqua (meglio se distillata) calda, tiepida o fredda ( rispettivamente per bianchi, colorati o scuri), immergete poi il bucato già pretrattato e, una volta immerso, girate il bucato per bene e poi lasciatelo in ammollo per almeno 30 minuti. A questo punto infilate i guanti (assolutamente non fate mai mai mai i lavori domestici senza guanti, soprattutto se utilizzate prodotti chimici) e strofinate per bene e con energia ogni parte di ogni capo che avete messo in ammollo, insistendo sulle macchie. Dopo questo passaggio, cambiate l’acqua e versate sui capi dell’aceto bianco che ammorbidirà le fibre, sbiancherà i vestiti e non lascerà odori. Mettetevi sotto l’acqua corrente e sciacquate bene il bucato. Strizzate senza esagerare, mettete tutti i capi nella bacinella vuota ed andate a stendere. Ricordate di stendere non direttamente al sole. Prima di stendere date una vigorosa sbattuta ai capi così da stirarli dalle grinze della strizzatura.

Attenzione: i capi lavati a mano non andrebbero stesi appesi , perché potrebbero allargarsi; andrebbero stesi su una superficie piana così da evitare che si deformino o si sgualciscano.

 I BIANCHI

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Nel caso in cui  i vostri capi siano diventati grigi, oppure si siano  ingialliti o abbiano delle macchie insistenti,  dovrete pretrattare i vostri capi utilizzando un trucchetto facile e non impegnativo.

La prima cosa da fare è prendere la vostra meravigliosa ed utilissima bacinella e versare al suo interno 3 litri di acqua (meglio se distillata) calda , in  una ciotola a parte mettete 100 grammi di bicarbonato (oppure  un tubetto intero di dentifricio al bicarbonato e perossido), 50 grammi di sale e 500 ml di aceto e dopo aver mescolato bene versate nella bacinella e mescolate ancora con un mestolo di legno pulito fino al completo scioglimento del bicarbonato. A questo punto immergete i panni ingialliti o ingrigiti stando attenti che siano sommersi completamente. Lasciateli in ammollo per almeno 8 ore, mescolando di tanto in tanto. Dopo questo passaggio, cambiate l’acqua e versate sui capi dell’aceto bianco che ammorbidirà le fibre, sbiancherà i vestiti e non lascerà odori. Mettetevi sotto l’acqua corrente e sciacquate bene il bucato. Strizzate senza esagerare, mettete tutti i capi nella bacinella vuota ed andate a stendere. Ricordate di stendere non direttamente al sole. Prima di stendere date una vigorosa sbattuta ai capi così da stirarli dalle grinze della strizzatura.

Se i vostri capi bianchi escono grigi e non brillanti fate attenzione che non siano di materiale Elastan, cioè la biancheria elasticizzata tipo reggiseni, che è un materiale che, anche se bianco, non va lavato ad alte temperature altrimenti ingrigisce.

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I COLORATI

Ci sono capi che non si possono lavare a mano, per esempio perché sono nuovi e scaricano ancora troppo colore oppure perché di un materiale particolare. Come sempre dovrete prendere la  vostra meravigliosa ed utilissima bacinella e versare al suo interno 3 litri di acqua (meglio se         distillata) tiepida ( tendente al freddo), altrimenti i panni si restringeranno e potrete regalarli ai vostri nipotini di  2 anni! Se ci sono delle macchie basterà pretrattare con uno smacchiatore specifico. Riempita la bacinella, versate un tappo di detersivo e mescolate bene. A questo punto immergete i panni nella bacinella e lasciateli in ammollo per 10/15 minuti, quindi se ci sono delle macchie strofinatele e poi risciacquatele. Dopo questo passaggio, cambiate l’acqua e versate sui capi mezzo tappo di ammorbidente che ammorbidirà le fibre. Mettetevi sotto l’acqua corrente e sciacquate bene il bucato. Strizzate senza esagerare, mettete tutti i capi nella bacinella vuota ed andate a stendere. Ricordate di stendere non direttamente al sole. Prima di stendere date una vigorosa sbattuta ai capi così da stirarli dalle grinze della strizzatura.

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GLI SCURI

Per questa missione ci serve: Bacinella, lavandino, guanti ,smacchiatore, detersivo liquido( non in polvere che è troppo aggressivo), ammorbidente, acqua fredda.
Se alcuni capi presentano delle macchie difficili è bene smacchiarli prima con un apposito prodotto smacchiante. Controllate sempre le etichette interne dei vestiti per apprendere delle informazioni precise sul lavaggio degli stessi.
Prendiamo la bacinella e riempiamola per metà con acqua fredda, (acqua fredda: danneggia meno i tessuti, rispetta di più i colori e sembra agisca anche meglio sulle macchie. Non credete alla leggenda metropolitana che dice che l’acqua calda abbia un potere igienizzante superiore rispetto a quella fredda. Nulla di più errato! ). Facciamo un calcolo del quantitativo di acqua messa nella bacinella per regolarci con il sapone a mano, non esagerate con questo detersivo perché potreste dover faticare per togliere tutti i residui.Una volta messo il detersivo mescolatelo con la mano ( dopo aver indossato i guanti) finché non risulterà omogeneo.  Mettete al rovescio tutti i capi da lavare. Seguendo bene le istruzioni riportate sulla confezione del sapone scelto, immergete i capi per un tempo che va da un quarto d’ora a un’ora al massimo. Tenuti in ammollo per circa dieci minuti, mettete i guanti e  si potranno smacchiare i punti più difficili del nostro vestiario, per le camicie i colletti e i polsi, per i pantaloni l’orlo, per i calzini le punte ecc. Lasciamo agire il detersivo per circa 10 minuti e sciacquiamo i panni. Non serve strizzarli poichè ora procederemo con un lavaggio in ammorbidente. Riempiamo nuovamente la bacinella o il lavandino, con dell’acqua fredda ed aggiungiamo l’ammorbidente (provate anche ad aggiungere all’acqua un paio di bicchierini di aceto, che ammorbidisce maggiormente le fibre senza dare ai vestiti un cattivo odore). Risciacquiamo sotto acqua corrente fredda nel lavandino.
Non stendete l’abbigliamento vicino a fonti di calore o a luce diretta dei raggi solari. Per ultimo, quando li stiriamo, facciamolo sempre al rovescio, oppure frapponiamo tra la piastra del ferro, e l’indumento, un leggero panno di cotone tipo un fazzoletto di stoffa. Lasciamo agire per altri 10 minuti. Risciacquiamo con abbondante acqua per evitare che si formino aloni.

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Cucinare la pasta a regola d’arte

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La prima volta che ci troviamo davanti ai fornelli per cucinare la pasta, ci rendiamo conto che non è proprio facile, veloce ed intuitivo come lo fa sembrare la mamma a casa. Il sale si mette nell’acqua fredda o calda? Quanta acqua va nella pentola? Come abbino la pasta al sugo? Il coperchio va messo? Uso il timer per scolarla o la assaggio come fa mamma?

PROVATE  MARCHE DIVERSE 

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Partiamo con ordine. Siete andati a vivere da soli, avete imparato a fare la spesa, e vi siete sicuramente accorti che la pasta ha un prezzo che oscilla dai 0,30 euro fino anche ai 2,00 euro al 1/2 kg, questo perché quando alcuni dicono “c’è pasta e pasta” non dicono il falso. Non impuntatevi su una singola marca. Una pasta trafilata al bronzo, per esempio, rende sempre meglio e accoglie qualsiasi condimento alla perfezione, la pasta di grano duro e quella di grano tenero sono differenti. Vi consiglio di provare più marche. A me piacciono la De Cecco e la Gragnano, ma sono gusti personali.

AD OGNI SUGO LA SUA PASTA

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Una volta scelta la marca della pasta dobbiamo pensare a come abbinarla al tipo di sugo, perché dovete sapere che i formati della pasta nascono proprio per accompagnare bene una tipologia di sugo. Per esempio la pasta lunga ( lo spaghetto, la linguina, il bucatino, la fettuccina) sta bene con sughi liquidi e/o cremosi ( amatriciana, carbonara, gricia, al pomodoro, alla norma e così via), la pasta corta è adatta a sughi poco omogenei come il ragù, la pasta a spirale sta bene con i sughi classici ed omogenei, come il sugo classico o il pesto.                                                 Adesso si sente tanto in tv una nota marca che sta proponendo la sua nuova pasta rigata, a cosa serve la rigatura e perché è importante? La pasta rigata assorbe meglio il condimento, quindi risulta più saporita. E’ particolarmente indicata per le paste al forno, dove la pasta viene cotta nel sugo. L’amido che esce dalle righe contribuisce a legare il sugo alla pasta. I veri amanti della pasta la prediligono liscia e non rigata, perché le antiche trafile erano state progettate con semplicità e si badava più alla qualità del prodotto che all’estetica. I formati di pasta rigata sono stati ideati in seguito per nascondere una qualità che andava diventando via via più scadente.  Migliore è la qualità del grano e della lavorazione e più lunga è la cottura ( quindi se volete scegliere una pasta buona, puntate a quelle con la cottura più lunga).

PASSIAMO ALL’AZIONE

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Prima di tutto scegliamo la pentola, per la pasta lunga sarà necessaria una pentola alta, la pasta non deve sporgere più di 5 cm dal bordo, mi raccomando non spezzate, non piegate e non forzate la pasta ad entrare nella pentola; per la pasta corta andrà bene una pentola alta 20 cm, ovviamente per il diametro dipende per quante persone cucinerete la pasta. La pentola da utilizzare è di forma cilindrica per la pasta lunga e tonda per la pasta corta o pasta fresca.

Abbiamo preso la pentola, adesso dobbiamo metterci l’acqua. Se possedete un depuratore d’acqua vi consiglio di cucinare con acqua depurata, la pasta verrà molto più saporita perché priva di calcare. Quanta acqua dobbiamo mettere? Il trucco è semplice, 1 litro di acqua per ogni 100 grammi di pasta, così da permettere alla pasta di muoversi bene all’interno della pentola e di riportare l’acqua più rapidamente al punto di bollitura una volta calata la pasta.

QUANDO VA MESSO IL SALE NELL’ACQUA?

Accendiamo il fuoco e copriamo la pentola con il coperchio perché con il coperchio bollirà prima. Eccoci all’argomento più discusso, quando si mette il sale nell’acqua?  Il sale ( grosso non fino) si aggiunge appena l’acqua inizia a fremere ( a fare le prime bollicine), circa 3 minuti prima di buttare la pasta , così da permettergli di sciogliersi, non prima, altrimenti  si rallenta il procedimento di riscaldamento dell’acqua e ci metterà di più a bollire. Quanto sale? 7 grammi ogni litro di acqua, ovviamente vi regolerete in base al gusto, assaggiate l’acqua, se non è abbastanza salata aumentate un pochino. Consiglio di assaggiare la pasta a metà cottura per essere certi “che sia giusta di sale”.  Con l’esperienza imparerete a dosare il sale  con il classico pugnetto. Da adesso in poi via il coperchio, la pasta non va coperta durante la cottura. Se l’acqua fa la schiuma e sta per uscire fuori basterà girare per farla diminuire, non vi impanicate. Per arginare il fenomeno potete mettere sulla pentola un mestolo di legno che fermerà l’esondazione ed abbassate leggermente la fiamma.

Pesiamo la pasta su una bilancia da cucina ( se non l’avete regolatevi mettendo la pasta cruda nel piatto fondo, considerando che crescerà del 30%) , per una persona potete mettere da 80 a 120 grammi di pasta. Buttiamo la pasta, la pasta va buttata in un colpo solo, ma lentamente altrimenti rischierete di bruciarvi con l’acqua bollente. Quando l’acqua raggiunge il bollore pieno, la pasta lunga buttatela “a Shangai”, stringetela nel pugno, portatela sulla pentola e allargate la mano facendola aprire a vortice. Aspettate un minuto, in modo che si ammorbidisca un po’, e poi aiutatela a piegarsi in un solo senso usando un forchettone di legno. Gli spaghetti non andrebbero mai e poi mai spezzati.  Leggete sulla confezione il tempo di cottura e mettete il timer a 2 minuti di meno, quando suonerà assaggiate la pasta e sentite se vi piace o se è troppo al dente attendete ancora un minuto di timer, non andate mai oltre il tempo di cottura della confezione. Ricordate che se poi volete amalgamarla con il sugo nella pentola la dovete togliere 2 minuti prima della fine della cottura, altrimenti si scuocerà. Mescolate la pasta spesso con un mestolo lungo, soprattutto la pasta corta, per evitare che si attacchi al fondo. Io non amo girare la pasta con i mestoli in legno, preferisco l’acciaio con il manico in gomma, ma è una scelta in base a come più vi piace. La pasta fresca cuoce in pochi minuti, da 2 a 4 dopo che è venuta a galla, il tempo esatto dipende dallo spessore che è variabile. I tempi di cottura della pasta fresca non all’uovo (orecchiette, trofie etc.) sono intermedi fra quelli della pasta all’uovo e della pasta secca, cioè 6 minuti circa.

scolapasta

Mentre attendete che la pasta termini la cottura, preparate l’occorrente per scolarla.  Vi consiglio di comprare uno scolapasta in acciaio da inserire prima della cottura nella pentola, così da poter tirar su direttamente la pasta e tenere l’acqua della cottura che è preziosissima ( è ottima anche per sgrassare le stoviglie, fare del buon brodo, per la cottura al vapore e, perché no, per fare la pasta di sale, ovviamente utile per risottare e per aggiungere liquido se si sta seccando il vostro condimento e dovete cuocere ancora un po’ ).

Se non lo possedete, prendete un po’ di acqua di cottura e mettetela in una tazza,  posizionate lo scolapasta nel lavandino, aprite l’acqua fredda accanto allo scolapasta in modo che l’acqua non lo tocchi ( servirà per diminuire il vapore) e, dopo aver preso 2 presine e posizionate sui manici, scolatela.  Una volta scolata sarete pronti per versarla nel condimento nella padella. Non passate mai la pasta appena scolata sotto il getto del rubinetto, fermare la cottura è sbagliato, anche se dovete preparare la pasta fredda, lasciatela raffreddare in una zuppiera ( recipiente fondo e cilindrico che contiene la pasta per portarla a tavola) aggiungendo un filo d’olio così da evitare che si attacchi.

LA CHICCA FINALE

I più raffinati riscaldano molto bene la zuppiera per la pasta prima di mettercela per portarla a tavola, ed i super raffinati riscaldano anche i piatti 😉

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Asciugatrice: A cosa serve e quanto costa

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FINO A POCO TEMPO IN POCHI POTEVANO PERMETTERSELA

L’asciugatrice anche detta asciugabiancheria o dryer, è un elettrodomestico all’apparenza simile alla lavatrice,  ma che fa l’esatto contrario, cioè consente l’asciugatura del bucato in tempi molto brevi. Se ci state pensando vedremo pro e contro di questo elettrodomestico che in tanti nel nostro paese stanno comprando e che fino a qualche tempo fa era un tabù a causa dei costi eccessivi, della macchina e dei consumi.

Anche su questo in italia siamo rimasti indietro, nei paesi del Nord Europa, per non parlare degli Stati Uniti, l’asciugatrice è importante quanto la lavatrice, e nessuno si sognerebbe di farne a meno. E’ vero che da noi il clima è più  caldo e ci sono tante ore di luce, in estate il modo più veloce per far asciugare i nostri vestiti è stenderli all’aria aperta. In inverno le cose cambiano.  Avrete notato come le case di molte mamme e nonne siano invase da stendini, collocati nei posti più improbabili, dalle vasche da bagno ai termosifoni (così si asciugano i panni, ma la casa resta fredda ed umida). Chi ha la fortuna di possedere un balcone li mette fuori a stendere per giorni, coperti da una plastica dura per evitare che la pioggia renda inutile il lavoro della lavatrice. Ciò comporta che per  rimettere il vostro bellissimo maglioncino bianco dovrete attendere anche due settimane. Le stagioni sono impazzite e per quanto da noi l’inverno non sia rigido è comunque freddo e umido, condizione non ideale per far asciugare i panni, soprattutto le lenzuola e gli asciugamani.

QUALI SONO LE SUE FUNZIONI?

Ecco che da qualche anno a questa parte è arrivata in nostro soccorso l’asciugatrice, che di norma ha la stessa grandezza della lavatrice.  C’è la classica 60×60 e la salva spazio 60×45, e la capacità di carico (cioè quanti panni ci potete mettere dentro) varia da 3,5 kg a 8kg. Come per la lavatrice esiste il carico dall’alto e quello frontale e possono essere da terra oppure da incolonnare sulla lavatrice oppure da incassare nei mobili.  In più chi usa l’asciugatrice ed ha l’accortezza di togliere i panni ancora caldi, ad asciugatura finita può stirare con le mani molti capi e ripiegarli immediatamente, evitando così di stirare la maggior parte dei panni! E’ utile non solo per asciugare i panni, ma con i suoi programmi ad aria fredda è utile per rinfrescare e deodorare abiti che sono stati per molto tempo nell’armadio ed hanno preso odore della muffa. La funzione refresh permette di togliere cattivi odori dai vestiti (tipo fritto e fumo), e c’è anche il classico lavaggio a secco. Ok, abbiamo deciso che la vogliamo comprare, come la scegliamo?

Prima di tutto c’è da dire che ne esistono di due tipi:

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ASCIUGATRICE AD ESPULSIONE: 3, 2,1, lancio! Si più o meno come lanciare lo shuttle nello spazio, questa asciugatrice espelle l’umidità presente nella biancheria sotto forma di vapore. La rottura di queste asciugatrici è che dovete considerare lo spazio per il tubo flessibile per l’espulsione dell’aria e quindi poi dovrete essere disposti a praticare un foro nel muro o una presa a vetro. Quindi sconsigliato se la volete mettere in locali piccini perché altrimenti l’umidità saturerebbe la stanza facendo comparire in poco tempo la muffa sul muro. Considerate, oltre al costo del macchinario, anche il costo del tecnico specializzato per l’istallazione. Il costo per queste macchine parte da 200€.

 

 

 

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ASCIUGATRICI A CONDENSAZIONE: Queste asciugatrici non hanno bisogno del tubo flessibile aggiuntivo, perché sono dotate di un condensatore che trasforma l’umidità in acqua, il che oltre ad essere meno impegnativo sia nel montaggio che nella manutenzione, vi permetterà di tenere quest’acqua e di utilizzarla in molteplici campi essendo depurata dal calcare, quindi ottima per stirare,  per l’acquario di acqua dolce, che necessita di acqua tenera ed acida come questa e per di più essendo priva di fosfati e silicati previene la formazione di alghe. E’ ottima anche per innaffiare le piante perché è pura come l’acqua piovana ed è indicata soprattutto per piante acidofile come le ortensie e le camelie.  Potete usarla anche per  il radiatore della macchina,  per lavare i capelli (saranno molto più luminosi perché il calcare li rende opachi), per risciacquare i pavimenti dopo aver passato lo straccio con il sapone (per renderli brillanti) e così via… Ottime per ambienti non areati, e non necessitano del tecnico specializzato per installarle, basterà leggere il manuale d’istruzioni.  Il costo per queste macchine parte da 450€. In generale i prezzi delle asciugatrici variano dai 200 ai 1500 euro e questo in base a tanti fattori ( classe energetica, funzioni, rumore, dimensioni, marca), quindi vi conviene prima pensare a qual è il vostro budget. Un investimento iniziale maggiore può essere ammortizzato, a seconda del prezzo iniziale di acquisto, nel giro di due o tre anni al massimo; sicuramente vale la pena di riflettere attentamente su questo punto, un’asciugatrice è un bene dalla durata pluriennale e molto spesso un “sacrificio” economico iniziale viene ripagato con i giusti interessi.

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ASCIUGATRICI CON POMPA DI CALORE: Variante delle Asciugatrici ad espulsione, molto in voga nei paesi anglosassoni, sono quelle con il consumo più basso di elettricità. Il riscaldamento e raffreddamento dell’aria sono regolati da un compressore a gas refrigerante che produce calore per l’asciugatura e condensa l’umidità estratta dalla biancheria. Alimentate a Gas o GPL, raggiungono la temperatura molto velocemente, riducendo i tempi di asciugatura.

 

 

 

 

CAPACITà DI CARICO

Così come per la lavatrice anche per l’asciugatrice esistono diverse capacità di carico, per prima cosa dovete considerare quanti siete in famiglia. Se siete soli potete pensare di prendere quella da 4kg, ma se siete più di 2 conviene comprare quella da 8kg che  permette di asciugare anche le coperte.

QUANTO CONSUMA

Come sempre c’è un altro fattore che dovete considerare, il consumo di elettricità della vostra asciugatrice. Infatti il motivo che ha inizialmente frenato la diffusione delle asciugatrici nel mercato Italiano era non tanto il prezzo di acquisto, ma soprattutto le bollette salate che arrivavano a casa. Ma quanto consuma un’asciugatrice? Non possiamo negare che il consumo  sia elevato, ma molto dipende dalla classe energetica. Una classe B o C consumano in generale dai 3 ai 5 KW/h per un ciclo di asciugatura, mentre le classi A da 1,5 a 3 KW/h (per capirsi una classe A utilizzata 20/30 volte può costare sui 150€/annui, quindi sui 12€/mese). Perché consuma più della lavatrice? Perché al contrario della lavatrice che consuma di più solo all’inizio, mentre riscalda l’acqua, l’asciugatrice assorbe energia durante tutta la durata del ciclo.

COME LEGGERE L’ETICHETTA E CONSIGLI PER SPENDERE MENO

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Considerate che le asciugatrici di ultima generazione consumano sempre meno, comunque potete usare dei piccoli accorgimenti, per esempio far partire l’asciugatrice solo a pieno carico, far fare alla lavatrice la centrifuga massima, così da far diminuire il tempo di lavoro dell’asciugatrice. Vi consiglio di evitare temperature troppo elevate per non “seccare” troppo i vostri indumenti. Pulite regolarmente i filtri, utilizzate l’opzione “bassa tariffa”, utilizzate l’asciugatrice durante la vostra tariffazione energetica più bassa, magari impostando la partenza ritardata. Quindi, un ottimo investimento che può farvi risparmiare tempo e fatica (evitando di stendere e stirare). Ultimo consiglio, quando comprate la vostra asciugatrice sceglietene una che abbia almeno due programmi speciali per il risparmio energetico e per il trattamento dei capi delicati.

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Il magico mondo della lavatrice: Il nemico n°1 è il calcare

 

QUALI SONO I MIGLIORI ALLEATI PER COMBATTERE IL CALCARE?

Solo nel momento in cui una persona va a vivere da sola  si rende conto che sono tantissime le cose alle quali si deve prestare attenzione in casa. Le nostre mamme e le nostre nonne, quelle che possedevano la lavatrice,  hanno dovuto affrontare numerosi problemi connessi alla manutenzione di questo elettrodomestico. Le più sfortunate sono quelle che si sono scontrate più volte col demone del calcare. Magari sono nate in zone dove l’acqua è particolarmente dura, con molto carbonato di calcio, e quindi i residui bianchi sono tanti e spiacevoli e raggiungono a volte le dimensioni di sassolini.  Ma come possiamo eliminare il calcare dalla lavatrice che utilizza principalmente acqua dura e piena di calcare? Anche in questo caso i nostri migliori amici  saranno l’ ACETO, il BICARBONATO e anche l’Anticalcare e una cosa che non vi aspettate, IL MAGNETE ANTICALCARE.

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La prima soluzione, con Aceto e Bicarbonato, come per l’eliminazione dei cattivi odori, è la soluzione per chi non ama utilizzare prodotti chimici. L’aceto ha un forte potere anticalcare, il bicarbonato aumenta notevolmente questo suo potere. Mettete mezzo litro di aceto bianco direttamente nel cestello vuoto della lavatrice, e , dopo aver indossato i guanti, fate fare un giro al cestello. Chiudete poi il cestello. Adesso realizziamo una crema: mettete in un recipiente due bicchieri di aceto bianco, un bicchiere di bicarbonato, che avrà un’azione disincrostante e mezzo bicchiere di sale grosso, che avrà un’azione brillantante. Mescolate il tutto e poi versatelo nel cassetto del sapone. A questo punto basterà dare il via al lavaggio a 60 gradi. Ricordate di non mettere insieme all’aceto il detersivo altrimenti l’azione acida dell’aceto e quella basica del detergente si annulleranno.

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L’ANTICALCARE

“La lavatrice vive di più con…” eh si, ma qual è il problema di questo prodotto oltre al costo elevato considerando che dovremmo utilizzarlo ad ogni lavaggio?  Questo prodotto è un rallentante del problema, cioè diluirà il problema nel tempo, quindi la lavatrice vivrà di più, ma sarà comunque attaccata dal calcare perché l’anticalcare andrà via con il primo risciacquo e, non essendo più presente alla fine del lavaggio il calcare si formerà lo stesso, meno, ma lo stesso. In più i detersivi contengono già piccole dosi di anticalcare sufficiente per la prevenzione ordinaria delle incrostazioni. Un altro metodo per un lavaggio una volta al mese è  mettere una bottiglia di anticalcare nella lavatrice, lasciare agire per un’oretta, girando di tanto in tanto il cestello (dopo aver messo i guanti!) e mandare il lavaggio a 60 gradi.

 

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IL MAGNETE ANTICALCARE

Cercherò di spiegarlo in maniera semplice, se volete approfondire cliccate su “come funzionano i magneti anticalcare”. Avete mai sentito qualcuno lamentarsi perché la sua acqua è troppo dura? Ma che significa essere serviti da un’acqua troppo dura? Nell’acqua, normalmente, sono disciolti in varie quantità degli ioni di calcio e di magnesio che sono i così detti Sali duri ( è normale e non è pericoloso). Quando l’acqua viene riscaldata (tanto che chi fa lavaggi a basse temperature non ha problemi di calcare) i Sali duri precipitano ( la precipitazione si può spiegare così: mettete delle particelle nella soluzione, loro si aggrappano alle altre e diventando pesanti vanno sul fondo ) sotto forma di cristalli e legandosi insieme formano il calcare. Il magnete anticalcare costringe l’acqua a passare nel filtro che ha al suo interno un forte campo magnetico, questo campo dissocia (separa) le molecole dei Sali duri (ioni di calcio e magnesio) trasformandoli in polvere tipo talco, che si chiama Argonite, che rimane sospesa e non si deposita, evitando quindi la formazione del calcare. Quello che c’è all’interno di questo filtro sono dei magneti  che resistono ad alte temperature e all’acqua, quindi una volta installati non ci sono costi di manutenzione , come invece accade per gli addolcitori di acqua ad osmosi inversa. Il costo non è proibitivo, considerate che si trovano a partire da 10€ e che il prezzo medio si aggira intorno ai 30€. Se vivete in zone con acqua particolarmente dura credo che potreste tenerlo in considerazione. Unica pecca  è la possibilità che  nel corso di molto tempo si possa accumulare il ferro presente nell’acqua e quindi andrà disotturato dal ferro , ma è una situazione davvero molto rara.

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Il magico mondo della lavatrice: Aiuto, la mia lavatrice puzza!

LA CAUSA DEL CATTIVO ODORE             

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Quando vi siete conosciuti era brillante ed aveva quel meraviglioso profumo di nuovo e di pulito, quando la aprite oggi, invece, puzza. Ma che succede alla vostra lavatrice?  Non vi preoccupate, è un problema comune a molte lavatrici di ultima generazione,  soprattutto se lavano i capi a basse temperature ( sotto i 40 gradi).  Cerchiamo di capire innanzitutto perché la nostra lavatrice emana cattivo odore. Di solito questo accade quando le colonie di batteri che si formano all’interno della macchina sono tante e creano la muffa, è lei la principale responsabile del cattivo odore. Dovete considerare che con le  basse temperature i batteri non muoiono, anche se usate degli antibatterici di qualità, che sono studiati per avere una maggiore efficacia quando la temperatura dell’acqua sale. Non è necessario spendere soldi per prodotti miracolosi, non lasciatevi ingannare dalla pubblicità, basteranno poche dritte e tutto si risolverà in maniera facile e veloce. Ricordatevi di non trascurare la pulizia di questo elettrodomestico, perché lavaggio dopo lavaggio, lo sporco ed i residui dei tessuti  e dei detersivi tenderanno a formare dei depositi maleodoranti e la lavatrice faticherà sempre di più a svolgere il suo compito al meglio.  Se come me fai tutte lavatrici a pieno carico, il fine settimana devi prenderti un po’ di tempo per curarne la pulizia.

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LA SOLUZIONE 

Dopo quel che vi ho detto fino ad ora, la soluzione sono certa che l’avete già in mente, fare un lavaggio a 90 gradi con uno dei prodotti battericidi per eccellenza, la candeggina. Se amate i prodotti naturali un ottima alternativa è costituita dall’aceto di vino bianco (se avete la lavatrice nuova o appena pulita sfruttate l’aceto di sidro di mele che è acido al 5%, quindi non danneggia nessuna parte della lavatrice e laverà via ogni odore) mischiato al bicarbonato ( il bicarbonato aggiunto all’aceto potenzia l’effetto sgrassante dell’aceto).

COME PROCEDERE

La lavatrice deve essere ovviamente vuota, senza panni, e non dovrete aggiungere detersivo.  Prendiamo un bicchiere di plastica di aceto o di candeggina e uno di sale grosso o bicarbonato (riempite metà bicchiere con il bicarbonato e metà con acqua calda e girate, poi mettetelo nella vaschetta così da evitare residui in vaschetta) e versiamo tutto nella vaschetta del sapone, poi facciamo partire il lavaggio a 90 gradi ( o comunque sopra i 60 Gradi). Lasciatelo finire e vedrete che la vostra lavatrice sarà profumata e debatterizzata. Se la lavatrice è in uno stato terribile una soluzione drastica è versare 1 litro di aceto bianco e un bicchiere di bicarbonato di sodio. Un’altra dritta è quella di lasciare  lo sportello aperto fino a quando il cestello non è completamente asciutto ( oppure asciugarlo con un panno), e una volta al mese potete imbevere un panno con una miscela di acqua calda e bicarbonato (riempite metà bicchiere con il bicarbonato e metà con acqua calda e girate) e poi passate il panno sulle guarnizioni così da eliminare eventuali residui ed igienizzare la guarnizione. Indossate SEMPRE i guanti durante queste operazioni o vi ritroverete ad avere le mani di un contadino di 90 anni.

MEGLIO I SAPONI LIQUIDI O IN POLVERE?

Un altro consiglio per evitare cattivi odori è utilizzare saponi liquidi e non in polvere, questo perché i detersivi in polvere fanno difficoltà a sciogliersi e quindi lasciano residui che tenderanno a creare muffe ( se proprio amate i detersivi in polvere provate a prendere in considerazione l’idea di diluirli con l’acqua prima di inserirli nel cestello, così da diminuire il rischio residui). Una volta al mese smontate la vaschetta del sapone e lavatela così da eliminare gli eventuali residui.

Ogni quanto va fatto questo trattamento? Cicca qui per andare nella sezione “come organizzare le pulizie di casa – metodi e tempistiche”.

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Il magico mondo della lavatrice: Togliere le macchie impossibili

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Per questa difficile missione ci serve: alcool puro, trielina, glicerina, sapone di marsiglia, talco e chi più ne ha più ne metta. Ci sono macchie difficili da togliere, che hanno bisogno di un trattamento particolare.

BIRRA

birra        

Avete fatto baldoria fino a tardi con fiumi di alcool e qualcuno vi ha inavvertitamente rovesciato della birra addosso? Tranquilli, c’è un rimedio per la macchia che ne è scaturita. Mettete in una bacinella 5 lt di acqua calda e 500 ml di aceto e lasciate in ammollo. Dopo almeno 5 ore strofinate la macchia, poi risciacquate bene e mettete in lavatrice. Per la lana tamponate il capo al rovescio con l’alcool puro, bagnate con acqua tiepida, coprite con talco e quando il tessuto è asciutto, spazzolate.

                                                                                                                                                                                                            CAFFè E THE

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Può capitare che camerieri maldestri ci rovescino addosso tazzine di the o caffè o più semplicemente che la nostra moka schizzi fuori il caffè e ci sporchi. Se la macchia è ancora fresca, strofinate la parte con sapone di marsiglia, quello spray o con la classica saponetta per i panni.  Se la macchia è secca, tamponate con candeggina delicata e strofinate bene e poi, dopo aver risciacquato,  procedete con il lavaggio in lavatrice. Attenzione alla seta e alla lana, in questo caso sulla macchia va passata prima la glicerina e poi va messa in ammollo in acqua tiepida ed alcol ( un cucchiaino ogni 2 litri). Se non volete usare il sapone di marsiglia, potete usare una miscela di acqua tiepida e tuorlo d’uovo che elimina la macchia marrone.

ERBA

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Una delle macchie più odiate dalle mamme e dalle fidanzate di molti appassionati di calcetto. La leggenda metropolitana dice che questa macchia è impossibile da togliere, ma non è così.  Prendiamo il capo da pretrattare, mettiamo sulla macchia della candeggina delicata ( mi raccomando de-li-ca-ta) e mettiamo in ammollo in acqua molto calda e lasciamo agire. Quando l’acqua è tiepida  mettiamoci i guanti e strofiniamo la macchia con vigore finché non va via e poi sciacquiamo e mettiamo in lavatrice. Se la macchia è vecchia, sfregatela prima con del succo di limone (che contiene acido citrico che è un acido “delicato” e non rovina i tessuti) e sciacquate con acqua calda.

INCHIOSTRO

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La macchia di questo tipo riguarda gli studenti di tutto il mondo, ma anche in questo caso c’è la soluzione. Prima di tutto dobbiamo stabilire che tipo di capo si è macchiato, cotone lana  o seta. Mettete sotto la macchia della carta assorbente e poi tamponate  la macchia con un panno imbevuto con alcool puro ( non il profumato) fino a quando la macchia non scompare. Sui sintetici non usare alcool, ma trielina (costo e dove la compro) , oppure un tampone imbevuto di acqua e succo di limone.

FANGO

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Ma quanto è bello giocare con il fango? Aspettate che si secchi e poi spazzolatelo con una spazzola per tessuti. Una volta spazzolato tutto il fango, tamponate con un panno prima bagnato sotto acqua calda e poi imbevuto di aceto e infine procedete al lavaggio. Per la lana invece tamponate con acqua e aceto.

GRASSO/OLIO

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Ricordate che tutte le macchie grasse non vanno trattate subito con acqua, altrimenti si fissano e non si tolgono più. Cospargetele il prima possibile con un qualunque prodotto assorbente (talco, farina, amido di mais…) e lasciatelo agire per almeno 1 ora. Spazzolate bene con una spazzola per tessuti. Se rimane l’alone trattatelo con la trielina ( mettete su un panno la trielina e passatela energicamente sull’alone).  Una volta tolta la macchia, se il capo può essere lavato, passateci un po’ di sapone di marsiglia a secco e poi lavatelo in acqua tiepida. Ottimo anche il detersivo per i piatti, soprattutto sui capi bianchi. Strofinate bene fino a formare la schiuma prima di procedere con il lavaggio.

MUFFA

muffa

La macchia verde brunastra, indicativa della muffa, è qualcosa di terribile. Per evitare che si formi sono necessari alcuni accorgimenti.  Ricordate di aprire  l’armadio con costanza e di pulirlo  una volta al mese con acqua ed aceto di mele. Evitate di riporvi i panni umidi. Mettete un deumidificatore in armadi e altri ambienti chiusi per togliere l’umidità o i sacchetti profumati.

Se  il capo è rovinato, a seconda del tipo di tessuto interessato e del colore possiamo intervenire:

1)Su capi bianchi e colori resistenti: mettete in ammollo in acqua bollente e candeggina o acqua e perborato di sodio per 3 ore, poi risciacquate sotto acqua calda e infilate in lavatrice.

2)Sulla pelle (per esempio scarpe o borse): imbevete un panno con aceto puro e strofinate energicamente.

3)Sui tessuti in cotone bianchi: immergete il capo in acqua bollente e perborato di sodio ( 5 cucchiai ogni litro di acqua) e lasciate in ammollo per almeno 2 ore, poi sciacquate e infilate in lavatrice.

4)Sui tessuti in cotone colorati: mettete il capo in una bacinella di acqua bollente , dopo 10 minuti applicate sulle macchie una mistura di sale fino e limone ( spremete due limoni ed aggiungete sale fino fino ad ottenere una pasta), immergete di nuovo e dopo 10 minuti sciacquate e infilate in lavatrice.

5)Sui tessuti in lino: basta realizzare un composto cremoso da applicare direttamente sulla macchia. Mettete in un recipiente 500 ml di acqua, 100 ml di ammoniaca e 250 grammi di sale fino, poi mescolate per bene fino formare un composto piuttosto denso. Fatto ciò, applicate il prodotto sulla macchia e lasciate asciugare all’aperto. Infine lavate come di consueto.

6)Per i delicati: Immergete in acqua calda e sapone di marsiglia per almeno 3 ore.

7)Per la lana: prendete una bacinella e riempitela con acqua fredda,  succo di un limone, un bicchiere di ammoniaca e un bicchiere di sale fino. Mescolate il tutto e poi immergete i capi per 10 minuti. Sciacquate e lavate come di consueto.

SUGO

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Mettete sulla macchia della candeggina delicata e strofinate, poi mettete in ammollo il capo in acqua calda e sapone di marsiglia, miscelate e lasciate agire per almeno 2 ore. Strofinate la macchia, sciacquate e poi procedete al lavaggio in lavatrice.

SUDORE

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Ricordate che l’odore di sudore attrae i tarli! Per gli odori sgradevoli esiste un prodotto miracoloso, l’ammoniaca, che  toglie tutti i cattivi odori dai capi e dai tessuti. Prendete il capo in questione, riempite la bacinella di acqua ( 10 Lt di acqua e 1 lt di ammoniaca) e lasciate i capi in ammollo per almeno 3 ore. Tranquilli, non rovina i colori. Una volta passate le tre ore strizzate i capi e sulle parti particolarmente puzzolenti spruzzate lo sgrassatore di marsiglia e strofinate bene ed abbondantemente, strofinate con le mani così da far fare la schiuma e poi dritto in lavatrice. L’alternativa non chimica è l’aceto. Potete, infatti, sostituire l’ammoniaca all’aceto bianco per eliminare l’odore.

PITTURE

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Avete dipinto qualcosa e siete rimasti vittime della vernice? Non c’è tempo da perdere! Prima di tutto guardate sul barattolo che tipo di vernice avete utilizzato. Se avete utilizzato la pittura acrilica dovete intervenire prima che si secchi e mettere il capo in ammollo in una bacinella con acqua calda e sapone di marsiglia. Lasciate agire per 3 ore e poi strofinate sulle macchie. Sciacquate e procedete al lavaggio in lavatrice. Se avete utilizzato i colori ad olio dovete tamponarli il prima possibile con la trementina ( costo e dove si compra) o con l’acquaragia. Tamponate il retro del tessuto con un panno assorbente o carta assorbente e poi applicatela su tutta la zona da trattare. Strofinare con una spazzola da tessuto  fino a che la macchia non va via, poi potete procedere al lavaggio in lavatrice. Se avete utilizzato vernici con base alcool, prendete il capo e tamponatelo con un tampone imbevuto in alcool etilico e strofinate bene finché  la macchia non scompare. Procedete poi con il lavaggio in lavatrice.

ROSSETTO

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Augurandovi che sia una macchia fatta dalla vostra compagna ( altrimenti meglio dare fuoco al capo in questione),  prendete l’indumento e tamponate la macchia con alcool. Dopodiché procedete al lavaggio. Se il rossetto è indelebile? Il procedimento è molto lungo: servirà la glicerina che passerete direttamente sulla macchia dopo aver bagnato la parte con acqua calda. A questo punto cospargete di talco e spazzolate con una spazzola da tessuti fino a che la macchia non va via.

RUGGINE

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Questa è davvero una  macchia tosta. Prendete una bacinella vuota, metteteci dentro il capo con la macchia a vista, cospargete la macchia di sale fino, coprendola totalmente. Versateci sopra del succo di limone e lasciate asciugare il sale e poi spazzolatelo con la spazzola per tessuti. Ripetete il trattamento fin quando la macchia non sarà sparita. Purtroppo le macchie di ruggine sono le più difficili e bisogna avere pazienza. Poi infilate in lavatrice. Se il capo fosse di lana questo trattamento non va bene, dovrete trattarla con acqua ed ammoniaca.

SANGUE

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Quando vi ferite e sporcate gli indumenti, la cosa che non dovete mai fare è lavare il sangue con l’acqua calda altrimenti la macchia si fissa. Se la macchia è fresca è più facile, la tempestività è importantissima per rimuovere questa macchia, lavare la parte interessata con acqua fredda e sapone, ancora meglio con dei cubetti di ghiaccio. Per il materasso acqua fredda e acqua ossigenata, poi coprite con del borotalco che assorba l’umidità e lasciate agire. una volta asciutta spazzolate via il talco.

 

VINO

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Prendete un panno, bagnatelo con acqua tiepida e poi cospargetelo di aceto e strofinate la parte. Con le macchie di vino rosso potete utilizzare il vino bianco. Dopodiché prendete la bacinella, riempitela di acqua frizzante e lasciate il capo in ammollo. Nel caso di lino e cotone sostituite l’aceto con l’ammoniaca, soprattutto se la macchia è secca. Per le tovaglie passate sulla macchia il sapone di marsiglia.

Consigli generali per togliere le macchie:
    1. leggere sempre le etichette con i simboli di lavaggio.
    1. fate sempre una prova di smacchiatura in un angolo nascosto.
    1. non lasciate invecchiare le macchie, ma agite prima possibile.
    1. per evitare gli aloni, stendete all’ombra i capi smacchiati.
  1. per macchie penetrate nel tessuto, mettete sotto i tessuti un panno assorbente, come una garza, l’ovatta, un fazzoletto, panno carta… così da permettere ai residui rimossi dallo smacchiatore di finire lì.

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Il magico mondo della lavatrice: Come pretrattare i capi

 

COSA CI SERVE PER PRETRATTARE?

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Per questa missione serve, in base alle macchie e al vostro gusto, Detersivo per i piatti, Percarbonato di sodio, sgrassatore, smacchiatore, candeggina, sapone di marsiglia.

Succede continuamente, non è grave e ne potete uscire in pochissimo tempo, la vita è così, ci si sporca e ci si macchia, e per fortuna viviamo nel XXI secolo ed esistono tantissimi prodotti e tante dritte per togliere anche la macchia più ostinata.

I casi sono due: 1) Avete tirato fuori i panni dalla lavatrice e vi siete accorti che uno è rimasto macchiato. In questo caso prendiamo il panno ancora umido, lo pretrattiamo e rilaviamo il panno in lavatrice. L’importante è che  non facciate asciugare e poi stiriate la macchia, perché una volta stirata è fissata per sempre. 2) Avete visto la macchia prima di fare il bucato. Bravi, vuol dire che avete controllato.

In entrambe le situazioni è sempre meglio pretrattare la macchia, che sia di sugo, di vino, di sudore ed è sempre meglio pretrattare le ascelle delle magliette e i colli, così da eliminare aloni e tracce residue. Le tecniche ed i rimedi sono tanti e variano in base al tessuto da trattare.

E ADESSO SMACCHIAMO

Mettete i guanti, prendete la vostra bacinella e il capo da smacchiare, cospargete con lo smacchiatore (di seguito gli smacchiatori da utilizzare in base al tessuto) la macchia ed inumiditela con acqua tiepida. Strofinate leggermente la macchia per farlo penetrare nelle fibre , lasciate agire 10/20 minuti e poi mettete in lavatrice. In alternativa mettete il panno dentro una bacinella con acqua calda in ammollo anche per 24 ore  così da permettere la disgregazione della macchia e poi risciacquate bene e mettete il panno smacchiato in lavatrice. Et voilà, la macchia è sparita! Se la macchia è veramente difficile da gestire, clicca qui per “togliere le macchie impossibili”.

CAPI BIANCHI (NO LANA E SETA)

Candeggina o Percarbonato di sodio? Normalmente per i capi totalmente bianchi si utilizza la candeggina (costo da 0,50€/lt a 2€/lt), che però presenta degli inconvenienti. Scolorisce ed indebolisce i tessuti e certo non è eco-friendly. In alternativa il percarbonato di sodio ( costo 5€/kg si compra online o nei negozi bio), sbianca, schiarisce i capi ingrigiti, e funziona anche a basse temperature. Non rovina i tessuti ed è ottimo anche perché migliora il lavaggio in presenza di acque dure. Ovviamente ci sono molti prodotti commerciali smacchianti, quindi potete scegliere anche uno di questi, perché poi ognuno si trova bene con un prodotto specifico. Ne esistono liquidi o in polvere.

CAPI INGIALLITI

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Facciamo una miscela di bicarbonato e sapone di marsiglia in scaglie e strofiniamo la parte ingiallita, prendiamo il capo ed immergiamolo in acqua calda aggiungendo 1 bicchiere di bicarbonato e uno di scaglie di sapone di marsiglia e lasciamo in ammollo per almeno 1 ora. In alternativa mettiamo in ammollo in una bacinella nella quale versiamo 2 lt acqua fredda, mezzo bicchiere di sale grosso e uno di aceto bianco e lasciamo in ammollo per almeno 6 ore.

 

 

 

 

CAPI PUZZOLENTI

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Per gli odori sgradevoli esistono due prodotti miracolosi, il primo è l’ammoniaca, che per quanto abbia un forte odore, toglie tutti i cattivi odori dai capi e dai tessuti. Sui capi in cotone o colorati resistenti, prendete il capo in questione, riempite la bacinella di acqua ( 10 Lt di acqua e 1 lt di ammoniaca) e lasciate i capi in ammollo per almeno 3 ore, tranquilli non rovina i colori. Una volta passate le tre ore, strizzate i capi e sulle parti particolarmente puzzolenti spruzzate lo sgrassatore di marsiglia e strofinate bene ed abbondantemente, strofinate con le mani così da far fare la schiuma e poi dritto in lavatrice. L’alternativa non chimica è l’aceto, potete sostituire l’ammoniaca con l’aceto bianco per eliminare l’odore e rendere anche i capi morbidi.

 

 

CAPI DELICATI

Sapone per i piatti o sapone di marsiglia? I capi delicati vanno salvaguardati, quindi sempre meglio utilizzare prodotti naturali e detergenti neutri. Il sapone per i piatti si utilizza solo su piccole macchie ( più piccole di una moneta da 10cent). Per macchie più grandi si utilizza il sapone di marsiglia.

Il sapone di marsiglia si compra a pezzo. Per utilizzarlo inseritelo in una calza di spugna bianca rovesciata, chiudetela con un nodo, inumidite  e strofinate . Per le macchie di unto (clicca qui per saperne di più) potete mettere direttamente sulla macchia una goccia di detersivo per i piatti ( ne basta una piccola quantità per evitare la formazione della schiuma) oppure lo sgrassatore ( senza candeggina).

CAPI SCURI

Le macchie di deodorante si trattano con una miscela di alcol e aceto bianco messi in parti uguali e si lascia agire per minimo un’ora.

CAPI DI LANA

Alcuni capi in lana non li potete lavare in lavatrice, quindi leggete l’etichetta. Pretrattare prima di tutto la zona ascellare spruzzando aceto bianco puro e lasciare agire almeno 30 minuti. Le macchie possono essere tamponate con un cotone o tessuto insaponato con sapone di marsiglia. La lana bianca può essere pretrattata anche con dell’acqua ossigenata 40V (l’acqua ossigenata va usata con parsimonia e mi raccomando, dopo risciacquate bene altrimenti il capo ingiallisce. Non passate il ferro da stiro dopo questo lavaggio altrimenti il capo si buca!

Sulla lana non si usa: soda solvay, bicarbonato, detersivo in polvere (tranne se specifico per la lana), sapone che non sia il vero marsiglia.

FINE DEL PRETRATTAMENTO

A questo punto potete lavare in lavatrice con il lavaggio indicato in etichetta. Se il capo non si può lavare in lavatrice prendete la bacinella e riempitela con acqua tiepida e detersivo/sapone di marsiglia. La lana non si strofina energicamente, ma va mossa delicatamente . Lasciatelo in ammollo per 15 minuti e poi sciacquate mettendo acqua corrente nella bacinella (mettete la bacinella in doccia e lasciate scorrere acqua). Immergetelo in una bacinella con acqua e aceto (3 litri d”acqua e 1 bicchiere di aceto bianco) per 10 minuti e stendete.

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