A Roma è partita da qualche anno la raccolta differenziata. C’è un fatto che mi lascia perplessa,  esistono le campane per raccogliere il vetro, ma da nessuna parte ci sono i raccoglitori per l’olio. Per le attività commerciali è previsto il ritiro porta a porta dell’olio da parte di ditte specializzate, ma per i privati non è attivo alcun servizio del genere.

Sperando che le istituzioni provvedano a colmare questa lacuna, nel frattempo noi cittadini dove lo buttiamo?

Iniziamo con il dire che per lo smaltimento dell’ olio di frittura ognuno di noi ha le sue abitudini, quasi sempre sbagliate. C’è chi ad esempio lo butta nello scarico del lavello, chi nel water o chi, peggio ancora, nella fognatura o nei bidoni della spazzatura, ignorando di fatto le gravi conseguenze di tali gesti. In pochi forse sapranno che si tratta di un illecito: la legge vieta di smaltire l’olio delle fritture nei tubi delle fogne. Si tratta di un rifiuto pericoloso di cui ci si deve sbarazzare seguendo apposite procedure.

non buttare olio

L’olio è una delle sostanze più inquinanti del pianeta, non è biodegradabile e quindi se disperso in acqua forma un “velo” di uno spessore che va dai 3 ai 5 centimetri e che impedisce ai raggi solari di penetrare, causando danni  enormi all’ambiente. L’olio esausto, anche un solo un chilogrammo, può giungere alle falde e rendere la stessa acqua non potabile (1 litro di olio vegetale gettato nella falda acquifera, cioè nello scarico, rende NON POTABILE circa UN MILIONE di litri di acqua). Lo smaltimento errato dell’olio nelle falde acquifere è fra le maggiori cause di malfunzionamento dei depuratori nelle città.

C’è un altro “mito” da sfatare, che farebbe rabbrividire qualsiasi coltivatore che abbia un po’ di sale in zucca. Alcuni pensano che l’olio di frittura esausto sia un ottimo concime per le piante. In realtà è l’esatto contrario, infatti se versate dell’olio di frittura in un vaso, impoverirà il terreno, uccidendo gran parte degli organismi utili alla vita delle piante. Ovviamente questo non  vale solo per l’olio da frittura ma per tutti i tipi di olio, compresi quelli nelle scatolette di tonno.  Le piante si nutrono di sali minerali che ricavano dal terreno, ma non sono in grado di assorbire l’olio, al contrario di noi esseri umani che assorbiamo le sostanze oleose grazie al ciclo di Krebs.

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Ma quindi come si smaltisce l’olio da frittura?

raccolta oli usati

La procedura può risultare complicata, soprattutto perché è l’utente che deve consegnare di sua iniziativa l’olio da smaltire. Prima di tutto dovete procurarvi un recipiente che potete tenere sul terrazzo o in un angolino della cucina ( comunque in un posto dove non andrete a sbattere). Una volta fritto, lasciamo raffreddare l’olio per poi versarlo nel recipiente ( io personalmente utilizzo la bottiglia di vetro vuota della passata di pomodoro, oppure se c’è tanto da friggere potete utilizzare il contenitore del detersivo vuoto). Una volta pieno , il contenitore va portato nelle apposite “isole ecologiche di cui quasi tutte le città sono ormai dotate. Anche  molti distributori di benzina e supermercati provvedono al ritiro gratuito dell’olio esausto, quindi informatevi sulle procedure nella vostra zona. È vietato lasciare l’olio accanto ai cassonetti della spazzatura (D.lgs. n. 152/2006 – codice dell’ambiente -Art. 216-bis.Oli usati ), trattandosi di un rifiuto pericoloso non smaltibile (RUP – Rifiuto Urbano Pericoloso).

Per quanto riguarda Roma vi lascio il link per tutte le Info (http://www.amaroma.it/raccolta-differenziata/2158-raccolta-oli-vegetali.html )

Una volta raccolto, l’olio riciclato inizia una nuova vita. Grazie ad aziende specializzate nel recupero dell’olio esausto, dopo aver subito appositi processi di trattamento e riciclo, è possibile ricavare svariati prodotti come: lubrificanti vegetali per macchine agricole, biodiesel e glicerina per saponificazione, lubrificanti vegetali ed energia elettrica e termica.

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Lo so che è una scocciatura e che sembra molto più veloce e rapido gettarlo nello scarico, ma inquiniamo la NOSTRA acqua, che poi finisce nei NOSTRI depuratori che non riescono a funzionare bene e contribuiscono ad inquinare I NOSTRI MARI, dove poi tutti noi andiamo a fare il bagno o i NOSTRI FIUMI  che fanno da sfondo a paesaggi molto suggestivi del nostro territorio.

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Author: ErikaStreppa

Erika. Blogger, riccia bionda naturale, amante dei cani e della natura. Mi interesso di Ambiente, Sport, Attualità e faccio anche qualche Recensione. Sono appassionata di Biocosmesi, sempre alla ricerca della Tabella INCI perfetta!