Novembre 2017

Ristoranti Child Free: Siamo sicuri che il problema siano i bambini?

E’ di questa mattina la notizia di una coppia alla quale è stato chiesto di andar via da un ristorante dopo i numerosi inviti da parte dello staff, non accolti, di tenere a bada i propri figli. La situazione è sfociata in una rissa (http://www.trevisotoday.it/cronaca/bambini-chiassosi-al-ristorante-la-cena-di-famiglia-finisce-tra-botte-e-carabinieri.html ). La notizia ha spaccato l’opinione pubblica.

Ovviamente le famiglie si dichiarano sconvolte e richiedono che vi siano locali attrezzati per accogliere i bambini, magari con delle aree dove poterli far correre e sfogare. La controparte  chiede rispetto per il proprio lavoro e attenzione per i pericoli che gli stessi bambini possono correre, se lasciati liberi di scorrazzare in giro per il locale senza che nessuno li controlli. Chi i figli non li porta con sé o non li ha e vuole passare una serata piacevole senza dover tollerare per tutta la sera urla e schiamazzi dei figli degli altri, si schiera al fianco dei titolari del locale.

Io, dal canto mio, posso dire che da bambina ho passato le serate al ristorante della mia infanzia, seduta al mio posto. Sempre. E chi mi conosce sa che sono e sono sempre stata un terremoto, un vulcano di energie.

Non mi è mai stato permesso di alzarmi da tavola, perché mi è stato insegnato che “a tavola ci si sta per mangiare e si rispettano gli altri commensali, ai quali non va dato fastidio, come loro non danno fastidio a noi, perché non siamo a casa nostra”. Da un lato capisco le famiglie che magari non se la sentono di lasciare i bambini a casa con i nonni o con la baby sitter, perché la frenesia di questi tempi, gli permette raramente di passare del tempo con loro.

D’altro canto ritengo, però, che per i bambini sia una noia mortale andare a cena a ristorante, e che forse dovrebbero essere gli adulti ad adattarsi al benessere dei figli che di certo non amano passare 3 ore seduti ad ascoltare discorsi noiosi. Non si possono relegare degli individui che sprizzano energia da tutti i pori su delle sedie scomode. Alla fine finisce che i più pacifici si addormentano e vedi bambini che dormono su pile di cappotti, in braccio ai genitori o i più fortunati nei passeggini. Nella peggiore delle ipotesi vengono tenuti calmi mettendogli davanti il tablet ( molte volte comprato proprio per loro anche se la legge ne vieta l’utilizzo fino ai 12 anni) o un gioco sull’Iphone, se i genitori non sono già presi ad usarlo.

Potrebbe, forse, essere un idea in più, se non è possibile andare nei ristoranti con la Kids Zone ( le aree gioco dedicate esclusivamente a loro, lontane dai commensali) organizzarsi con altri genitori, e pagare una baby sitter che ne tenga 4/5 a casa a giocare tra loro mentre i grandi si rilassano davanti ad un buon vino o ad una succulenta pizza, in pace. Perché il punto è che uscire dovrebbe essere rilassante e piacevole per tutti. In questo modo i bambini sarebbero felici, ed i grandi anche. Tornati a casa coccole nel lettone e ninna per tutti.

Sta dilagando in Italia la tendenza “no kids zone”, normalmente per bambini piccoli da 0 a 8 anni, sempre più diffusa anche nei paesi nordeuropei, da sempre considerati baby friendly. Ristoranti e anche qualche spiaggia dove bambini (e di conseguenza le famiglie) non sono ben accetti. I locali Child Free, non è un segreto che esistano e non è nemmeno così difficile capire perché la loro diffusione sia tale. E’ vero che sono bambini, ma i genitori dovrebbero ricordare che l’educazione è fondamentale.

Io ancora ricordo una sera a cena, quando una bambina è arrivata correndo ed ha sbattuto sul nostro tavolo, rovesciando i bicchieri sui nostri vestiti e ci ha rubato il cestino del pane. Divertente? Dopo una settimana di lavoro, e l’unica uscita settimanale a disposizione, vi assicuro che di divertente non c’è stato niente, soprattutto quando la madre è arrivata dicendo “ Vabbè è solo una bambina” e nemmeno si è scusata.

Il punto è uno ed uno solo e non sono i Bambini, ma la MALEDUCAZIONE.

Non dovrebbe essere vietato ai bambini entrare, povere creature innocenti, ma ai genitori maleducati che pensano che possono liberare i loro figli e riposarsi per cena ( a meno che non ci siano spazi baby friendly nei ristoranti stessi, inseriti però in un contesto di socialità). Esattamente come non dovrebbe entrare chi parla in continuazione al cellulare, chi tiene alta la suoneria del telefonino, chi si crede il padrone del locale, chi fuma a tavola senza dar perso al fatto che il fumo arriva addosso ai commensali che stanno mangiando, rovinandogli la cena. 

Sarebbe forse più giusto un cartello con scritto VIETATO L’INGRESSO AI MALEDUCATI.

E’ certamente più facile per un genitore stressato permettere al proprio figlio, anche in un luogo pubblico, di fare quello che vuole, piuttosto che stare di continuo a sgridarlo. Il problema è a monte. Ai figli andrebbe spiegato a casa come ci si comporta fuori dal contesto familiare, dove ci si può concedere qualche libertà in più. E’ fondamentale insegnare il rispetto per le altre persone. E’ bello poter essere liberi, ma la propria libertà finisce dove inizia quella degli altri. Nessuno vieta ad adulti e bambini di stare tutti insieme in un ambiente giocoso, conviviale, divertente, purché l’esuberanza dei più piccoli non rechi troppo fastidio alle persone adulte presenti.

Il bello di essere bambini è la spontaneità, la fantasia, il correre e ballare senza limiti, il cantare a squarciagola stonati e meravigliosamente fuori tempo senza vergogna.

Portare un bambino in un luogo chiuso, e costringerlo a stare composto su un seggiolone ad annoiarsi per ore, è una vera tortura, e credo che molti di voi lo ricordino ancora.

vietato ingresso ai bambini

Come al solito sono gli estremi ad essere sbagliati. Credo che sia sbagliato che un cartello VIETI l’entrata a chiunque, soprattutto ai bambini. Perché è proprio la negazione di qualcosa che risulta essere offensivo, la limitazione alla libertà di ogni individuo. Piuttosto sarebbe meglio scrivere “ il locale dispone di poco spazio per carrozzine e passeggini, è poco adatto ai bambini più piccoli poiché sprovvisto di fasciatoio ed aree apposite”.

Voi cosa ne pensate? Credete che la mancanza di rispetto sia verso le famiglie o che il problema di fondo sia la maleducazione? L’iniziativa delle Kids Zone e delle Aree Child Free la trovate interessante o credete ci siano altri modi per risolvere la situazione?

Come sempre vi auguro il meglio

Ek.

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L’ascesa del Giappone: Da stato isolato a “Guardiano dell’Asia”

Negli ultimi  anni il Giappone ha conosciuto un boom economico incredibile ed è riuscito a mantenersi stabilmente tra le primissime potenze economiche mondiali. E pensare che appena 170 anni fa la situazione era agli antipodi rispetto a quella attuale.

UN PAESE FUORI DAL MONDO

samurai

Intorno al 1850 il Giappone era praticamente isolato dal resto del mondo. La società era strutturata in maniera gerarchica. C’era un Imperatore che aveva poteri limitati. Il vero padrone dello stato era lo Shogun, la massima carica militare, che aveva in pugno anche le famiglie più ricche del paese (Daimyo), obbligate a sottomettersi al suo volere.

In una posizione inferiore si trovava la casta dei Samurai, che non erano solo guerrieri, ma anche funzionari dello stato. Infine, al livello più basso della gerarchia, c’erano i contadini, gli artigiani ed i pescatori, i quali costituivano la maggior parte della popolazione.

 

 

L’economia era molto arretrata e si basava quasi esclusivamente sull’agricoltura e sull’artigianato della seta e della paglia. Non erano presenti industrie e mancava qualsiasi tipo di infrastruttura.

Il Giappone non aveva alcuna intenzione di aprirsi al resto del mondo per allargare i propri orizzonti e migliorare la propria situazione economica.

L’unico contatto con l’estero avveniva una volta l’anno, quando una nave olandese poteva gettare l’ancora nel porto di Nagasaki per lasciare alcune casse di prodotti per scambiarle con altre mercanzie.

UNA SVOLTA IMPREVISTA

Nel 1853 una flotta da guerra degli Stati Uniti, capitanata dal commodoro Matthew C. Perry, intimava l’apertura dei porti per le sue navi. Il Giappone rifiutò e le navi statunitensi, in risposta, bombardarono i villaggi costieri e si allontanarono.

Nel 1854 gli Stati Uniti rinnovarono la richiesta. Il Giappone, seppur controvoglia, cedette. Da quel momento anche alcuni stati europei (Inghilterra, Francia, Germania e Portogallo) ottennero il diritto di commercio con i nipponici.

Questa vicenda portò ad una svolta nella storia giapponese. L’Imperatore del tempo, Meiji Tenno ( sovrano celeste), si rese conto che il Giappone avrebbe dovuto modernizzarsi ed adeguarsi agli stati occidentali, proprio per evitare altre umiliazioni da parte degli americani e degli europei.

UNO SVILUPPO INCREDIBILE

Nel 1868 la struttura dello Stato giapponese cambiò radicalmente. I poteri vennero accentrati nelle mani dell’Imperatore che era affiancato da pochi fidati funzionari e da un ristretto Parlamento. Vennero confiscati tutti i beni dello Shogun, delle ricche famiglie nobili e dei Samurai, ma soprattutto vennero attuate delle riforme importantissime.

In ambito fiscale vengono sostituiti i vecchi tributi, che venivano pagati per lo più in natura , con delle tasse in denaro. Queste permisero alle finanze giapponesi di rifiatare. Venne introdotto l’obbligo scolastico di 5 anni per i bambini maschi. Le famiglie che potevano permetterselo mandavano i propri figli a studiare all’estero. Negli Stati Uniti per studiare medicina, in Germania per imparare la chimica e migliorare la tecnica di fabbricazione delle armi, in Inghilterra per rubare i segreti della lavorazione dei tessuti e delle costruzioni navali.

Si cominciarono a tradurre migliaia di libri occidentali, fu messo da parte il calendario tradizionale e fu introdotto il modello occidentale scandito in settimane ed anni.

Dulcis in fundo, furono chiamati tecnici stranieri per addestrare il personale giapponese. Bastarono appena 40 anni (dal 1870 al 1910) per permettere al Giappone di diventare una delle più grandi potenze mondiali.

IL GUARDIANO DELL’ ASIA

Dopo il clamoroso sviluppo economico, il Giappone organizzò anche un esercito ed una flotta molto potenti. Nel 1894 si accese un conflitto con la Cina per il controllo della Corea. L’esercito giapponese spazzò via quello cinese e assunse il controllo non solo sulla Corea, ma anche su Formosa (odierna Taiwan). Il Giappone andava assumendo a tutti gli effetti il ruolo di “Guardiano dell’Asia”.

IL CROLLO DEL MITO DELL’UOMO EUROPEO

Nel 1904 la Russia tentò un’incursione in territorio cinese, ma il Giappone intervenne militarmente e in meno di un anno sconfisse sia l’esercito che la flotta russa, arrivando anche ad un passo da Mosca. Per la prima volta, dopo centinaia di anni crollava il mito dell’invincibilità dell’uomo europeo.

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Perché i cani ululano? Presagiscono l’arrivo della morte? -VIDEO

I cani hanno un sesto sesto per quanto riguarda eventi futuri che potrebbero accadere a distanza di pochi minuti o di pochi secondi. Ma possiamo parlare del nostro migliore amico come di un vero e proprio veggente?

Come si comporta il vostro cane quando suonano le campane o quando sente la sirena dell’autoambulanza?

Se volete conoscere il motivo della sua reazione di fronte a determinati tipi di suoni, prendetevi qualche minuto e gustatevi il video.

Buona visione!

 

 

 

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Chi mi salverà?

 

Chi mi salverà? 

Certe notti sono lì che ascolto un po’ di musica per cercare di mettere ordine nei pensieri, che come onde del mare si infrangono sugli scogli.
Stasera la playlist suona “chi mi salverà?” . Una lacrima mi riga il viso, un ricordo di un tempo passato, in cui da piccino potevi correre tra le braccia del tuo adulto di riferimento perché avevi paura, perché non sapevi cosa fare o come affrontare una situazione, perché un bullo ti trattava male, o semplicemente perché in camera c’era “il buio”.
Quando potevi piangere e sapevi che tutto si sarebbe risolto.
La nostalgia. 
Uno studio eurostat dice che l’età adulta comincia ufficialmente a 30 anni, io credo che inizi prima, quando devi prendere decisioni delle quali sarai responsabile, quando nessuno può salvarti più da certi dolori, quando non basta più un cerotto di winnie pooh per farti smettere di piangere. L’adultitudine. 
Come fare allora? La risposta è facile e molto difficile da accettare.
Chi ti salverà?
Tu. 
Tu ti salverai dal dolore, dalle incertezze, dalle difficoltà. Dovrai essere forte e coraggioso come tutte le favole insegnano, temerario e pronto.
Se sarai fortunato sarai circondato dalla seconda cosa che ti salverà sempre, l’Amore.
Non posso dire che sia facile, quando ripenso alla me bambina che gioca in giardino alle principesse con mia sorella o a fare a cuscinate. Proprio ieri con mia sorella ricordavamo delle sgridate prese per non aver mai voluto indossare le scarpe anche in giardino. Ero sempre scalza e venivo inseguita fin sui rami degli alberi dalla mia santa Tata, che adoravo.

Impariamo a gestire i conflitti. Suoniamo la campana!

Credi che non sarai più così felice . 
La spensieratezza che avevi, la apprezzi solo quando la perdi, come tutte le cose belle. Certo da piccola volevo crescere perché stufa di non poter decidere, ed è buffo che oggi pagherei per aver qualcuno che decida al posto mio ogni tanto.
Le risate avevano un sapore più dolce? Forse sì o forse le ricordiamo diverse perché i pensieri e la vita non ci avevano ancora segnato. Quando le persone ci lasciano, ci mancano gli abbracci ed il loro profumo, ed ecco la nostalgia, però quelle persone ci hanno lasciato anche tanti insegnamenti, e  più si diventa grandi più si diventa maestri per i più piccoli, e quindi da salvati si diventa salvatori.
Di una cosa possiamo essere certi per fortuna, ogni tanto qualcuno ci salverà ancora, solo, in maniera differente.  Credetemi, l’amore che avete accanto vi salverà sempre, e sarà sempre lì per voi.
Forse nessuno ci metterà più un cerotto su un ginocchio sbucciato o verrà in ufficio a dire al bullo di turno di smetterla e chiamerà la sua mamma, saranno salvataggi differenti, ma ci saranno.
E così, cambiando prospettiva, ci renderemo conto che la nostra rete di salvataggio esiste. Amici, coniuge o compagno, fratelli, cugini, e perché no, animali domestici. La nostra rete ci abbraccia quando ne abbiamo bisogno, dobbiamo solo ricordarlo sempre, soprattutto nei momenti tristi, quando una canzone ci metterà malinconia.

Asciughiamo la lacrima che scende una sera triste di novembre, e pensiamo che tutto passerà. Il tempo piano piano ci guarirà, l’amore ci aiuterà.

Con l’augurio che la forza ed il coraggio siano sempre in voi. 

Ek

 

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Clever Dog Smart Camera: Il modo migliore per spiare il vostro cucciolo quando siete fuori

Siete curiosi di sapere come il vostro cucciolo abbia fatto a ridurre il vostro divano nuovo ad un cumulo di pelle e gomma piuma?

Volete scoprire quale dei vostri due cani ha il vizio di sgranocchiare le vostre ciabatte indisturbato e se l’altro si limita ad essere un complice silenzioso o si da da fare anche lui?

Scoprite nel video qui sotto come mi sono organizzata io per spiare il mio Labrador Charlye e la mia Barboncina Nuvola quando sono fuori casa.

 

 

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Dentastix ai raggi X

La pubblicità lo dipinge come il prodotto migliore per far ottenere ai vostri amici a 4 zampe un sorriso smagliante. Oltre alla sua efficacia sul tartaro e la placca, dobbiamo considerare se i suoi ingredienti sono l’ideale per i nostri cani.

Qual è l’ingrediente maggiormente presente?

Considerando che il cane è carnivoro all’80% e vegetariano al 20%,  la cosa alla quale dobbiamo fare maggiormente attenzione è la lista degli ingredienti.

Questi argomenti approfonditi e molti altri ancora li trovate nel video qui sotto.

 

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Houl Olio di Neem: I mille usi di un prodotto ancora poco conosciuto

Proteggere i vostri amici a 4 zampe da pulci e zanzare è solo uno dei tanti utilizzi di questo meraviglioso Olio! Sapevate che potete utilizzarlo anche su ferite e morsi? Lenitivo naturale, ottimo per le vie respiratorie, per le dermatiti, per i dolori reumatici e delle articolazioni… E tanto altro ancora!

 

 

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FOTO:SocialDogCat

La storia si ripete: Roma di nuovo in tilt per colpa della pioggia

E’ un ritornello sul quale ormai tutti i romani sono d’accordo, “Ogni volta che piove a Roma è un disastro”.

A seguito degli ennesimi disagi registrati nella capitale dopo il temporale di domenica 5 novembre è arrivata anche la conferma ufficiale da parte del Codacons, emblematiche sono le parole del suo presidente Carlo Rienzi:  “Sono bastate due ore di pioggia per mandare in tilt strade, viabilità, trasporti e stazioni della metropolitana, e provocare allagamenti con conseguenti disagi per gli utenti. Un film già visto e rivisto centinaia di volte, e una situazione di criticità cronica che rende senza alcun dubbio Roma la peggiore città d’Europa sotto la pioggia, quella cioè dove si vive peggio in caso di maltempo perché non in grado di assicurare servizi basilari ai cittadini e garantire la fruibilità di strade e trasporti pubblici”.

Rienzi continua: ““Dal momento che il temporale era stato annunciato da giorni e considerata l’esperienza degli ultimi anni, ci chiediamo cosa abbia fatto l’amministrazione comunale per evitare l’ennesima giornata da incubo nella capitale, e quali misure siano state adottate per garantire la funzionalità delle stazioni della metro ed impedire gli allagamenti delle strade”.

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L’effetto serra è alla base della vita sulla Terra. Perché è diventato un grosso problema?

Si sente parlare in modo quasi esclusivamente negativo dell’effetto serra, ma in realtà la vita sul nostro pianeta è possibile anche grazie a questo fenomeno naturale, che permette di conservare sulla Terra il calore necessario allo sviluppo di tutte le forme di vita. Vi basti pensare che, senza l’effetto serra, la temperatura media sul nostro pianeta sarebbe -18°.

terra

COME AVVIENE L’EFFETTO SERRA?

Durante il giorno i raggi del Sole penetrano nella nostra atmosfera e riscaldano la superficie terrestre. Durante la notte la Terra perde calore sotto forma di raggi infrarossi, i quali tornano nello spazio, ma una parte di questi viene bloccata dai cosiddetti gas serra, in particolare dall’anidride carbonica. Ciò permette al nostro pianeta di mantenere una temperatura mite e temperata.

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DUE TIPI DI EFFETTO SERRA

Effetto serra naturale: è l’effetto naturale descritto nel paragrafo precedente che consente al nostro pianeta di mantenere una temperatura media di +15°. Senza di esso la temperatura media scenderebbe vertiginosamente a -18° e molte forme di vita non riuscirebbero a sopravvivere.

Effetto serra antropico: è uno dei principali problemi ambientali di cui discutono i leader mondiali. L’effetto serra antropico è quello provocato dalle attività umane come le industrie, l’allevamento e l’agricoltura, ma non solo. Anche per il riscaldamento della nostra casa o per quello della nostra auto vengono prodotte ingenti quantità di anidride carbonica, che contribuiscono ad intensificare l’effetto serra e di conseguenza il riscaldamento globale.

Altra attività umana altamente responsabile dell’aumento di temperatura sul nostro pianeta è la costante riduzione di superfici agricole e boschive. Privandoci dell’aiuto delle piante, che con la fotosintesi clorofilliana trasformano l’anidride carbonica in ossigeno, stiamo condannando la Terra a delle conseguenze disastrose.

effetto serra industrie

QUALI SONO LE CONSEGUENZE DELL’EFFETTO SERRA?

L’aumento della temperatura media del nostro pianeta sta provocando degli sconvolgimenti climatici di grande portata, come lo scioglimento dei ghiacci, un numero sempre crescente di uragani e tornadi,  l’innalzamento del livello degli oceani di un metro e mezzo. In particolare, in Italia, c’è il rischio che tra qualche decennio la città di Venezia possa ritrovarsi completamente sommersa dalle acque. Lo stesso rischio viene corso da chilometri di coste che potrebbero essere cancellate dall’innalzamento del livello dei mari.

PROTOCOLLO DI KYOTO

Nel 1997, gli studi condotti dall’IPCC (Intergovernmental panel on climate change), un comitato scientifico internazionale dell’ONU, hanno portato alla creazione di un accordo internazionale, noto come Protocollo di Kyoto, in cui i paesi aderenti si impegnano ad adottare dei provvedimenti per ridurre la produzione dei gas serra e il conseguente riscaldamento globale.

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COSA POSSIAMO FARE NOI?

  1. Ridurre il consumo di combustibili fossili (petrolio, gas carbone) per produrre energia, in modo da ridurre la produzione di anidride carbonica, in poche parole non abusare del riscaldamento sia in casa che in auto.
  2. Aumentare la superficie di verde nelle nostra città. Piantare un albero o prendersi adeguatamente cura delle piante nel nostro giardino può essere un primo passo per dare modo alla fotosintesi clorofilliana di eliminare più anidride carbonica possibile.
  3. Passare a forme di energia rinnovabili e poco inquinanti come quella solare o quella eolica.

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