scegliere le battaglie

Se il mondo è pieno di ingiustizie cosa possiamo fare?

Quando vai a vivere da solo e inizi a sperimentare la vita al di fuori della famiglia, scopri che il mondo è pieno di ingiustizie. Da molte di queste venivi volontariamente o involontariamente protetto dai tuoi genitori. Adesso che mentre fai la fila per pagare una bolletta c’è il solito furbetto che passa avanti perché conosce il cassiere, non sai a che santo votarti.

O l’incivile che parcheggia in doppia fila, sparisce e ti fa fare tardi ad un appuntamento importante, le tasse ingiuste, i canoni troppo elevati, l’aumento smisurato e incontrollato del carburante, i pedaggi autostradali alle stelle che ti costringono a cambiare strada per non pesare sul bilancio familiare e, non ultimo, l’obbligo di pagare 2 centesimi a busta per gli ortaggi al supermercato.

Dopo un po’ di tempo cominci a giocare d’anticipo, diventi paranoico e parcheggi lontano, immaginando che per pigrizia la gente avrà parcheggiato in tripla fila davanti al bar, poi come per magia, 200 metri più avanti ci sono dieci parcheggi comodi comodi.

 I motivi per i quali bisogna mandare giù il boccone amaro sono sempre di più, il padrone di casa furbetto, i vicini rumorosi, l’ascensore puzzolente, le deiezioni dei cani sui marciapiedi, l’arroganza, la maleducazione, ma anche parenti e amici che spesso passano il limite.
C’è il rischio di diventare rabbiosi verso tutti, soprattutto se siamo brave persone iniziamo a trovare tutto ingiusto, e più sale il senso di ingiustizia più sale la rabbia. E’ successo anche a me. Trovo ingiusto dovermi arrendere. Se conoscete il testo di “Sei Offeso” di Niccolò Fabi è esattamente quello che ad un certo punto tutti noi sentiamo “Dillo pure che sei offeso, da chi distrugge un entusiasmo, da chi prende a calci un cane, da chi è sazio e ormai si è arreso, da tutta la stupidità”.

Cosa fare allora? Certamente non possiamo uscire di casa e fare i folli e litigare con tutti, e sicuramente non possiamo farci giustizia da soli.

Come diceva il  Grande Mago Merlino “Tutti hanno problemi, il mondo è pieno di problemi”, che ci piaccia o no, TUTTI noi avremo ripetutamente a che fare nel corso della nostra vita con degli ostacoli più o meno ardui, soprattutto se ci sono progetti importanti da realizzare.

1. La prima cosa che dobbiamo capire è che queste persone non cambieranno, amici, colleghi, partner o superiori, e non possiamo modificare il loro atteggiamento. Certamente il desiderio di vendetta sarà forte in voi, ma quale costo siete disposti a pagare? Perché la rabbia ed il livore hanno un prezzo molto alto da pagare. Dovete avere la consapevolezza degli elevati costi che può comportare la rivalsa. Smettetela di essere rabbiosi, fa male a voi che non vi godete la vita e vi rodete dentro ed in più gli altri continueranno a fare come vogliono pensando pure che siete sempre nervosi e scontrosi senza capire quale sia il problema o credendo che siete dei “pesantoni”.

2. Il secondo passo da compiere è scegliere le battaglie per le quali vale la pena combattere e quelle che, invece, possiamo far passare in cavalleria. Come fare a far passare in cavalleria?  Allontaniamoci dalla fonte che ci crea rabbia a costo di cambiare casa o quartiere se necessario.

3.Cerchiamo di praticare attività che ci piacciono, ci fanno sentire bene e che ci distraggono da queste arrabbiature e gratifichiamoci. Smettiamola di perdere tempo a pensare che questa o quella cosa è ingiusta. Segnatevi in palestra, andate al cinema o al teatro a vedere quello spettacolo che è da tanto che volevate vedere, uscite e divertitevi e lasciate stare l’ingiusto.

4.Utilizziamo la Resilienza, l’arte di adattarsi al cambiamento e di saper cogliere al volo le risalite dopo discese ardite, senza farsi demoralizzare. Avete ragione, le ingiustizie ci fanno arrabbiare e ci scoraggiano. Ci viene da pensare “che lo facciamo a fare se poi… A cosa serve essere una brava persona se vanno avanti sempre i furbi… Inutile parlarci tanto poi va sempre a finire che si discute… etc” No! Non vi demoralizzate, non siete voi che siete sbagliati, però dovete cercare di trovare un modo di adattarvi, e se non ci riuscite, cambiate.

5. Parliamone. Non dobbiamo essere rabbiosi, evitiamo di urlare. Non è semplice trovare il coraggio di parlarne, e di spiegare quali sono le nostre frustrazioni. Le persone dall’altra parte non ci capiscono, ma  forse alla lunga li faremo riflettere ( soprattutto se sono familiari) e potrebbero provare a modificare il loro atteggiamento. Quantomeno ci abbiamo provato. Se il problema però ci turba particolarmente o se non riusciamo a parlarne con chi ci fa innervosire, io vi consiglio il supporto temporaneo di un terapeuta, una persona imparziale che saprà farvi capire dove sbagliate e come aggiustare il tiro per migliorare la vostra vita.

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Il mondo è dei furbi o degli onesti? Come sopravvivere alla furbocrazia

Se siete capitati su questo blog oggi per la prima volta, Benvenuti!

Chi mi conosce sa che ho sempre avuto un debole per le favole, ed in generale per il lieto fine, dove mi sono rifugiata soprattutto nei momenti più tristi o difficili della mia vita, magari accompagnata da una vaschetta di gelato.

Questo perché nelle favole, soprattutto nel mondo Disney, i buoni alla fine vincono, i giusti vengono premiati ed elogiati, i furbi, i malvagi e i disonesti, in qualche modo vengono puniti o redenti.

Le favole sono il mondo ideale dove vorrei vivere, dove sì, ci sono le ingiustizie, ma alla fine vengono sempre sanate. Quando ero piccola i miei genitori, i miei insegnanti, i miei nonni, mi hanno insegnato che nella vita ci vuole rispetto, rispetto soprattutto per la libertà degli altri che non va violata, esattamente come non va  violata la nostra.

Ci vuole il coraggio di discutere e lottare per i propri valori e per i propri diritti, ascoltando le ragioni altrui, senza imporre con prepotenza le proprie idee. Purtroppo però, crescendo, mi sono resa conto che il mondo è mediamente dei furbi. Certamente le persone giuste e oneste tentano di frequentare persone come loro. Frequentare persone furbe, meschine, che cercano di curare esclusivamente i propri interessi, è molto difficile ed è causa di mal di testa e, a volte, di reazioni nervose incontrollate.

Vediamo insieme una giornata tipo, passando dal risveglio fino alla sera, quando stanchi rientriamo a casa e vediamo quanti tipi furbi incontriamo. Quali sono più o meno fastidiosi, e soprattutto come possiamo fare per affrontarli e per evitare di stare male.
Il furbo si sveglia la mattina e già ha in mente come poter fregare il prossimo, non perché ci pensi appositamente, ma perché il Furbo ce l’ha nel DNA.

PARCHEGGIO NOTTURNO:

Già a partire da come ha parcheggiato la macchina la notte precedente si può capire con che tipo di persona abbiamo a che fare. C’è quello che sa che il suo vicino esce prima di lui e allora, anche se il parcheggio è stretto stretto, si infila ugualmente perché tanto non sarà lui l’indomani mattina a dover fare la manovra difficile per andare in ufficio rischiando di fare tardi.

C’è anche quello che tiene la macchina parcheggiata tutta la notte in seconda fila, perché sa che sarà il primo ad uscire di casa, senza considerare che durante la notte qualcuno potrebbe avere un’emergenza e potrebbe dover uscire di corsa di casa.

Infine c’è il peggiore di tutti, il furbo che posteggia un po’ dove capita perché “Alla fine sei te lo scemo che si fa 1 km a piedi per tornare a casa, io sono stanco e mica è colpa mia se non ci sono parcheggi a Roma eh, la Raggi facesse più parcheggi”.

IL TRAFFICO MATTUTINO:
Il furbo mette in moto il suo bolide e si reca nel mondo per creare scompiglio sulle strade. Non so dalle vostre parti, ma qui a Roma di furbi in auto ce ne sono veramente tanti, un po’ perché siamo troppi, un po’ perché c’è tanto nervosismo e un po’ perché le distanze nella nostra città sono veramente lunghe ( considerando che abbiamo 15 municipi ed alcuni sono grandi come la città di Bologna). Oltretutto i furbi sono anche molto maleducati perché a tutti capita di commettere errori, ma se un Onesto sbaglia chiede scusa.

Guardiamo l’esempio pratico:

In macchina, in mezzo al traffico, il furbo non si ferma allo stop. Tu Suoni, lui ti fa un gesto come a dire: “Ma che vuoi idiota?” e tu rispondi: “Tua sorella!” Ma intanto è passato e tu puoi solo vederlo andar via mentre svicola nel traffico, perché il Furbo, pur di evitare la fila, supera tutti, a destra o a sinistra, non ha importanza, e poi prova a rientrare. Eccolo al tuo fianco, tu fai finta di niente e pensi “A costo di buttare via la fiancata della mia auto io non ti faccio passare, fai la fila come tutti.” Lui ti fissa, a volte suona, altre ti dice: “Oh, ma che sei cieca? Fammi passare!.”

E tu  che sei onesto ma non scemo, non ti giri e continui a guardare avanti, oppure accenni un sorriso scuotendo la testa alla “povero idiota”. Almeno un furbo è stato fermato. Forse.

Arrivi a destinazione e vedi un parcheggio, e vi assicuro che in certi quartieri di Roma è un miraggio. Dietro hai un auto, allora  ti accosti per farla passare per evitare che attenda durante la tua manovra, e tac! il furbo che stava ancora più dietro si è fregato il posto. Gli fai presente che c’eri tu e lui, incurante delle più banali norme della buona educazione, gentilmente se ne frega e tu puoi abbozzare oppure reagisci come nella la scena di Pomodori Verdi Fritti (https://www.youtube.com/watch?v=4S74mMvS8qc ).

IN UFFICIO:

Sei finalmente giunto alla tua destinazione, l’ufficio o in generale il luogo di lavoro, ti siedi alla scrivania, accendi il pc e lavori, lavori sodo perché vorresti tanto poter essere tu quest’anno a meritare la promozione, più che altro per avere quel piccolo aumento che tanto sogni. Ovviamente questo lo puoi sognare se non fai parte del gentil sesso altrimenti da statistica non avrai comunque la meglio. Di dinamiche da ufficio ne potremmo vedere milioni, veramente: c’è il collega che si prende i tuoi meriti, quello che si mette in malattia durante tutte e diciamo tutte le scadenze che prevedono il surplus di lavoro. Ci sono colleghi che non si fanno scrupoli pur di farsi notare, altri che parlano ad alta voce mentre sei al telefono e se gli chiedi di abbassare la voce ti rispondono male, altri ancora gironzolano tutto il tempo fingendo di lavorare mentre tu a malapena puoi alzarti per fare pipì, e così via. E tu ti domandi: “Ma non basta essere bravi? Fare il proprio lavoro alla perfezione con coscienza e precisione? Ma allora la Meritocrazia non esiste!” La risposta è: “No, non basta e no, la meritocrazia non esiste.” E sto tralasciando appositamente di parlare dei Furbetti del Cartellino.

ALLA POSTA:

Utilizzi la pausa pranzo per andare alla posta, devi assolutamente mandare quella raccomandata, che poi voglio dire nel 2018. ma non si potrebbe mandare semplicemente una mail? Arrivi, prendi il numero e ti appoggi al muro perché un furbacchione si è seduto ed ha occupato la sedia con la borsa o con effetti personali. Mentre fai la fila ti accorgi che quando vengono chiamati i numeri, se non si presenta nessuno, a giro qualcuno si presenta allo sportello dichiarando “ si si avevo io il 325 ma ho perso il biglietto” e tu, che sai che non è la verità, ti rodi dentro, ma pensi che comunque avresti dovuto attendere quel numero comunque, ed aspetti.

Il tempo passa, siamo ormai vicini, il prossimo numero è il tuo e si sono liberate ben due casse! Ti senti arrivata. Aspetti di essere chiamata, ma niente, le cassiere si alzano e vanno a chiacchierare con altre dentro la stanza, si siedono e si fanno gli affari loro e tu resti lì, davanti a tutte le casse chiuse, con gli ultimi 3 di 20 sportelli aperti, e se provi a dire qualcosa ti dicono “signora è pausa pranzo” e tu “ pausa pranzo? Ma scusate fate i turni! No che fate pausa pranzo tutte insieme!” e loro abbassano la tendina.

Sei arrabbiato, ma i Furbi vincono ancora. Finalmente ecco che il tuo numero compare sul led, e tu felice ti rechi al bancone davanti ad una cassiera che trasmette la stessa gioia di un alpaca che mastica prato. e lì trovi l’ennesimo Furbo, la sua allergia alla fila non gli consente di aspettare il suo turno, e la sua scarsa educazione non gli permette di chiederti se può passare. Lui si piazza prima di te e basta. Tu gli fai gentilmente notare che è il tuo turno. Lui risponde che deve fare solo una domanda. A quel punto tu hai due possibilità: lo lasci passare, pur controvoglia, oppure gli illustri in maniera sommaria quanto sia vasto il ca°°° che te ne frega. E passi.

AL SUPERMERCATO:

Fortunatamente tutte le giornate lavorative, anche le peggiori, finiscono. E così, dopo essere sopravvissuta ai Furbi giornalieri ed al furbo motorizzato del tragitto di ritorno, ti fiondi nel supermercato aperto fino alle 22, per cercare qualcosa di commestibile con cui riempire il tuo frigorifero vuoto. In qualche modo riesci a raggiungere la cassa, col tuo carrello pieno e la tua batteria vitale giornaliera quasi esaurita.  Dietro di te si avvicina una signora con un pacchetto di cereali in mano, tu le fai “ signora se ha solo quello passi pure” e lei, si mette avanti ringraziando e poi chiama il marito “ Antò vieni che qui ho fatto” ed arriva lui con il cestino pieno. Ti arrabbi, ma ormai l’hai fatta passare. Alla fine la giornata è finita e non ce la fai a discutere con l’ennesimo furbo.

SALVIAMOCI

Potrei citare altri mille Furbi che ogni giorno incontriamo, e quindi la domanda che sorge spontanea è “Il mondo è dei furbi?”. Di quelli che sanno sempre come fregare e prevaricare gli altri? O più semplicemente di chi si sa vendere? E gli altri, quelli fregati e prevaricati, che fanno? Le persone si comportano con noi come permettiamo loro di comportarsi, perché non li fermiamo?

Perché dobbiamo scegliere le nostre battaglie.

Da un certo punto di vista, proprio grazie alla “furbocrazia” esistono sempre meno ingenui e tanti altri che hanno imparato o impareranno a rendere il furbo inoffensivo. La cosa che tutti dovremmo fare è smascherare la sua furbizia grazie alla nostra esperienza ed intelligenza. Bisogna renderlo ridicolo e innocuo, magari facendogli passare la voglia di rifarlo in futuro perché ormai sa che tu non sei l’ ultimo arrivato, anzi uno degno di rispetto che non ama essere fregato.

Per il furbo prepotente invece non vi è altra regola che quella del far valere i propri diritti là dove ne vale la pena, altrimenti lasciare il passo a chi prima o poi troverà qualcuno che lo ripagherà a dovere, perché come dice sempre mio padre “Lascialo andare, che è la vita che lo punisce”, o se non volete dare retta a mio padre, date retta a Fracoise de la Rochefoucauld.

“Si può essere o credersi più furbi di un altro ma non di tutti gli altri “.

Con Affetto

Ek.

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