cose così

A Milano il tiramisù più lungo del mondo: 15mila porzioni per il pubblico

-50mila savoiardi

-500 kg di mascarpone

-65 kg di cacao amaro

-300 litri di caffè

-60 kg di tuorlo

-70 kg di albume

-65 kg di zucchero

E’ questa la lista della spesa che Galbani Santa Lucia ha stilato per portarsi a casa gli ingredienti necessari per preparare il tiramisù dei record.

Sabato 16 marzo il parco commerciale di Milano CityLife Shopping District sarà il teatro dell sfida al precedente primato detenuto da Gorizia con un dessert da 266,9 metri.
L’evento vedrà protagonisti assoluti i pasticceri della Scuola di Cucina Teatro7/Lab e Aadv Entertainment.

In loco è stata allestita una zona appositamente dedicata, i pasticceri lavoreranno su 80 tavoli da 183 cm. L’obiettivo finale è raggiungere una lunghezza complessiva di 303, utile per entrare nel Guinnes World Record.

Lo “spettacolo” avrà inizio alle 14 e sarà animato dagli speaker di Radio Dejay La Pina, Diego e La Vale.

Alla fine ci sarà la parte migliore, l’assaggio. 15Mila porzioni saranno messe a disposizione del pubblico e gli ingredienti per altre 15 mila andranno ad addolcire i pasti di alcune mense dei poveri in Toscana, Lombardia ed Emilia Romagna.

Davvero un’iniziativa lodevole per Galbani in collaborazione con il Banco Alimentare.

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La regola d’oro per rimediare ad un errore in amore

 

Quando sei innamorato un’intensa sensazione di felicità, di esaltazione e di angoscia ti scombussola tutto.

E’ piuttosto probabile, soprattutto all’inizio, commettere qualche errore con la persona che si vuole conquistare. Magari, presi dalla foga dell’innamoramento, e dalle farfalle che alcune volte dallo stomaco passano alla testa, ci lanciamo in un sms inadeguato, una chiamata ad un orario improponibile o una battuta di troppo per poi, dopo aver chiesto a Dio di ucciderci per la vergogna, e dopo non essere morti, tentare di recuperare mandando un secondo sms, dicendo qualcosa in più o facendo una seconda battuta di “recupero”.

Per fare un esempio calcistico che renda l’idea: pensate ad un arbitro che commette un errore, regalando un rigore ad una delle due squadre. Può scattare un meccanismo pericoloso nella sua testa che lo porterà a compensare la decisione sbagliata in precedenza, commettendo altri errori a favore della squadra precedentemente danneggiata.

Questo ci fa capire che spesso, quando agiamo per recuperare qualche mancanza, rischiamo di causare danni peggiori. Se commettiamo un errore non dobbiamo pensare di dover mettere necessariamente delle “toppe”. Dobbiamo solo lasciare che l’errore perda di intensità ed importanza. Come? Esiste nella vita, qualcosa che è equivalente ad una gomma da cancellare. Che cos’è? Il TEMPO.

Se sbagliate con la persona che volete al vostro fianco, evitate di andare in iperventilazione e di correre subito ai ripari convinti che sia l’unico modo per salvare la relazione. Attendete che l’intensità emotiva del vostro errore cali.  A poco a poco a entrambi sembrerà meno importante e meno drammatico. Ve ne dimenticherete senza rendervene conto.

Ovviamente non tutti gli errori possono essere recuperati in questo modo. Se avete offeso la persona amata sarà bene chiedere scusa. Per molte altre situazioni, prima di fare un altro passo, chiedetevi se state agendo in base ad un piano ben preciso o solo perché presi dalla troppa foga di recuperare. Come si dice: “Troppe toppe fanno strappare il vestito”.

Per il resto in bocca al lupo!

Abbiate il coraggio di osare e di sbagliare,  e viva “l’Amore, che muove il sol e l’altre stelle”. Se così è, un motivo ci sarà.

Ek.

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Aspirapolvere senza fili: Pregi e difetti

Ho comprato quattro mesi fa ormai, l’aspirapolvere senza fili Deik dopo un’accurata scelta durata settimane. Ero molto indecisa, avendo il pavimento sia in parquet che con le mattonelle non ero certa che mi avrebbe completamente soddisfatta, ma dopo mesi posso finalmente recensirla.

 
Perché senza fili?
PREGI
  1. Rapidità: il normale aspirapolvere va preso nel luogo in cui è stato riposto, di norma un posto scomodo e faticoso da raggiungere. Poi va srotolato il cavo, presa una prolunga, e poi va trascinato da una parte all’altra dell’appartamento staccando ed attaccando la spina, e se avete acceso la lavatrice non è inusuale che vi salti pure la luce. Il senza fili si prende dalla stazione di ricarica, di norma messa in vista, in posizione comoda da prendere e va semplicemente spinto il tasto on. Pesa solo 2,32 kg.
  2. Praticità: il senza fili una volta staccato dalla stazione di ricarica, va solo acceso. Non ci sono fili da tenere o sui quali inciampare, che si incastrano sotto i divani o si arrotolano intorno ai tavoli.
  3. Pulizia costante: se mi seguite sapete che per la pulizia giornaliera, avendo il cane, optavo per la scopa al silicone e lo swiffer, passando l’aspirapolvere due volte a settimana. Da quando ho la senza fili invece, la passo ogni giorno.  Stai aspettando che tuo marito finisca di prepararsi? Perché non dare una passata in cucina?
  4. Se manca l’elettricità: puoi passare la senza fili anche in punti dove non arrivano le prese elettriche, come in automobile o in abitazioni dove ancora non c’è la corrente. Per non parlare della comodità di passarla sulle scale.
  5. Ciclonici e senza sacchetto: risparmiate sulla sostituzione del sacchetto, il contenitore può essere svuotato, pulito e lavato un’infinità di volte.
  6. Questo aspirapolvere sta in piedi da solo ed occupa poco spazio. Certamente il Dyson è la madre di tutti i senza fili e se potete e volete spendere sui 400€ non ha eguali. L’ho provato da una mia amica ed è favoloso, ma vi assicuro che anche questo fa benissimo il suo lavoro. Questa costava 170€, ad oggi la trovate intorno agli 80€ su Amazon.
  7. 2 in 1: funge da scopa elettrica e da portatile. Basta staccare il corpo motore dal telaio per disporre di un aspirapolvere per divani, auto, davanzali etc.
  8. Luci led: nella parte frontale della testina ha 3 luci led che aiutano ad individuare polvere, peli e detriti durante la pulizia, soprattutto in punti con scarsa luce.
  9. Regolazione potenza: potete scegliere di utilizzarla a potenza normale o super, io la utilizzo sempre alla massima potenza e sono molto soddisfatta.
 
Perché senza fili?
DIFETTI
  1. Autonomia (durata della batteria): se avete spazi molto grandi, quando acquistate un’aspirapolvere senza fili dovreste considerare questo come primo parametro. Quella che ho acquistato io ha autonomia fino a 30 minuti al massimo della potenza (modalità turbo). Quindi dovrete imparare ad essere veloci, preparare prima casa, spostando o alzando quello che dovete, evitando di passare più volte sullo stesso punto.
  2. Tempo di ricarica: se la batteria si scarica durante le pulizie dovrete attendere 2/3 ore che l’apparecchio si ricarichi, a me non è ancora mai successo, ma potrebbe accadere.
  3. Capacità del serbatoio: fate attenzione perché molte senza fili hanno capacità di serbatoio talmente limitate che vi toccherà svuotarlo più volte per pulire casa. Questa ha capacità 0,4 litri, sufficiente per me che ho un Labrador in casa in costante muta e 50/ 60 mq da pulire.
  4. Manutenzione: si, perché se è vero che è comoda e veloce, il modello senza fili va pulito ad ogni utilizzo, altrimenti noterete un calo delle prestazioni costante fino alla quasi non aspirazione. Va quindi pulito il contenitore e la spazzola rotante. Vanno anche lavati periodicamente i filtri (la Deik monta filtro Hepa).
  5. Potenza d’aspirazione: come una scopa elettrica, e non come un’aspirapolvere o il folletto.
  6. Durata della batteria: dopo un anno circa, la batteria andrà sostituita, perché la potenza di aspirazione andrà diminuendo man mano ( normale calo fisiologico).

 
Consigli:
Con questo aspirapolvere consigliamo di assumere un nuovo atteggiamento, questo è un elettrodomestico ideale per pulizie pratiche e veloci ogni giorno, quello a corrente potete passarlo una volta a settimana per le pulizie profonde. Se comprate il senza fili con questa consapevolezza, sarete estremamente soddisfatti.
 
 
Sperando di esservi stata utile, se avete domande, dubbi o se volete aggiungere qualcosa, scriveteci nei commenti qui sotto 😊
 
EK
 
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Capelli rovinati: Cause e 8 rimedi infallibili

Prima di tutto vediamo cosa intendiamo per capelli rovinati. Quante di noi, almeno una volta, hanno preso in mano le proprie punte ed hanno pensato di avere i capelli rovinati? Considerate che il capello può avere dei problemi di varia natura e non tutte le situazioni  “problematiche”della nostra chioma possono risolversi con un semplice impacco.

 La struttura del capello è congenita: alcuni li hanno a forma tubolare, forti, lucidi e resistenti, ma altri se li ritrovano fini, ricci, disordinati, pieni di rose e addirittura crespi. Accettare i propri capelli per come sono (con i loro limiti!) è il punto di partenza per cominciare a lavorarci, perfezionandoli, curandoli e modificandoli in modo che abbiano la forma e il colore che desideriamo.

Le tre tipologie di capelli che hanno bisogno di un aiuto in più di olio d’oliva spremuto a freddo dal contadino pugliese, più degli impacchi di miele, degli shampoo di aceto, di limone, di maschere super idratanti con il karitè o l’argan del Madagascar, di aloe vera, e di chi più ne ha più ne metta sono:

1-      Capelli sfibrati: li riconoscete perché le squame della cuticola sono sollevate o in alcuni casi assenti.  Come si presenta il capello? Ruvido al tatto, spento, opaco, indomabile, difficile da pettinare, con perdita di colore e con riduzione della lucentezza.

2-      Capelli Traumatizzati: Amanti delle acconciature io già vi vedo con il phon caldo, la spazzola, la piastra. Il risultato è che il calore  determina aridità e disidratazione del fusto. Come si presenta il capello? Il capello si elettrizza. Il diametro del fusto si riduce.

3-      Tricoptilosi: O più semplicemente le Doppie Punte, i capelli appaiono rovinati, depigmentati e secchi con presenza di punte aride. Per alcuni centimetri possono assumere una forma particolare detta a “coda di rondine”.

Come abbiamo detto per queste problematiche potrebbe non bastare un agente esterno come un impacco, quindi non lasciatevi convincere da prodotti che promettono di trasformare i vostri capelli in quelli di Rapunzel.

Vediamo insieme quali sono le possibili cause dei capelli rovinati:

1-      Mancanza di Ferro: una cosa che poche persone considerano (compresa me) è la carenza di ferro. Ho fatto le analisi perché mi sentivo sempre stanca ed è risultato che il mio valore è 13. Ho iniziato la cura di Ferro e dopo pochi mesi, oltre a sentirmi energica, capelli ed unghie sono tornati meravigliosi. La caduta dei capelli potrebbe essere causata dall’anemia sideropenica, cioè da una carenza di ferro nel sangue. Il ferro infatti è uno dei minerali che compongono i capelli, oltre a garantire l’ossigenazione dei tessuti. Nello specifico il medico mi ha prescritto sideremia, ferritina e transferrina.

 Il consiglio: lo so, non vi piacerà, ma solo un esame del sangue potrà stabilire un’effettiva carenza di ferro che, una volta confermata, si può risolvere con un cambiamento delle abitudini alimentari, introducendo nella dieta cibi ricchi di ferro, o assumendo integratori specifici, soprattutto in caso di menopausa.

2-      Carenza di Folina (acido folico): Un deficit di acido folico può causare una lunga serie di disturbi e portare ad alcune spiacevoli conseguenze anche per quanto riguarda la bellezza e la salute dei capelli. In caso di incanutimento, diradamento e fragilità, è doveroso assicurarsi che i valori di vitamina B9 nel sangue siano ottimali. Favorendo la sintesi proteica e la divisione delle cellule, infatti, questo elemento stimola la crescita di ciglia e capelli, specialmente in associazione con il PABA (Acido para-aminobenzoico).

 Il consiglio: utilizzate un’alta concentrazione di vitamina B9, almeno 400 microgrammi, associata magari con la vitamina C e la B12. Diminuite il consumo di alcol. Oltre a causare problemi di salute, l’eccesso di alcol interferisce con l’assorbimento di acido folico. Consultatevi con il vostro medico se assumete contraccettivi orali. 

Essi possono aumentare la necessità di acido folico. Mangiate verdure a foglia verde, riso, formaggio, datteri, legumi, funghi, arance, germe di grano, tonno, salmone, cereali integrali, pollo e ortaggi a radice. Tutti sono buone fonti di acido folico. Mangiate verdure e frutta crude o poco cotte a vapore. Ricordate che anche cucinare al microonde distrugge l’acido folico.

3-      La Tiroide: Capelli fragili e secchi, che si indeboliscono e cadono facilmente, sono un sintomo comune delle malattie della tiroide. L’aumentata caduta dei capelli è di comune riscontro in presenza di deficit nutrizionali, infezioni, sottoposizione ad interventi chirurgici, ustioni, variazioni ormonali e diverse malattie, incluse quelle tiroidee. In più l’Eutirox (levotiroxina) – può favorire la caduta dei capelli, specie se assunto in quantità non adeguate. Nello specifico il medico mi ha prescritto TSH, FT3, FT4, anti-TPO ( necessario per vedere se ci sono infezioni in una tiroide sana).

Il consiglio: se si sospetta un disturbo alla tiroide, per prima cosa bisogna sottoporsi ad un esame del sangue, dopo di che sarà il medico a prescrivere il farmaco più idoneo a ristabilire il giusto equilibrio degli ormoni tiroidei.

4-      Sindrome dell’ovaio policistico: Questo disturbo endocrino va ad incidere sulla funzione delle ovaie, ma anche i capelli possono risentirne, perché l’eccessiva produzione di androgeni (gli ormoni maschili) rischia di accorciarne la fase di crescita.

Il consiglio: in caso di sindrome dell’ovaio policistico sarà il medico a stabilire la terapia più idonea, sebbene in genere il ricorso ad un farmaco anti-androgeno (come la pillola) sia sufficiente a ristabilire il giusto equilibrio ormonale e ad arrestare di conseguenza anche la caduta dei capelli.

5-      Alimentazione Scorretta: I capelli sono un tessuto non-essenziale, il che significa che sono gli ultimi a ricevere le sostanze nutritive: ecco perché nutrirli risulta tanto difficile e, di conseguenza, basta una dieta sbagliata per provocarne la caduta. Attenzione al dimagrimento, se avviene tutto in un colpo, l’organismo si difende trattandolo come se fosse un trauma fisico (al pari di un parto o di un intervento chirurgico), ovvero trattenendo i nutrienti dai tessuti non essenziali come appunto i capelli che, di conseguenza, finiscono con l’indebolirsi e cadere.

Il consiglio: per permettere ai capelli di crescere sani e forti occorre fare il pieno di proteine, scegliendo fra quelle animali (assorbite più facilmente dall’organismo) e quelle vegetali.

6-      Lo stress: lo stress aumenta i livelli di testosterone che, a loro volta, possono incidere sul processo di crescita dei capelli.

Il consiglio: considerate la perdita dei capelli come un segnale che è arrivato il momento di dare un cambio alla vostra vita. Scegliete il modo a voi più congeniale per ridurre lo stress, che sia un corso di yoga, una seduta settimanale dal terapista o la meditazione.

7-      L’elastico ed il Calore: Se la coda di cavallo è troppo stretta, i follicoli ne risentono e si può così avere quella che viene chiamata “alopecia da trazione”. Se da sporadico, l’impiego di accessori per lisciare o arricciare i capelli, diventa quotidiano, è bene cominciare a pensare di cambiare pettinatura, perché a lungo andare l’eccesso di calore stressa il follicolo pilifero e assottiglia il capello.

Il consiglio: per proteggere i capelli, raffreddate i ferri del mestiere (phon compreso) e aggiungete prima dell’asciugatura dei prodotti specifici a base di ingredienti naturali come olio di oliva o avocado, che rafforzano e reidratano il fusto.

8-      Agenti esterni: Sole, cloro, tinture, permanenti, ma anche siliconi, parabeni ed agenti chimici all’interno dei prodotti per la “cura” dei capelli sono dei nemici subdoli della vostra chioma.

Il consiglio: iniziate a pensare di utilizzare prodotti che non contengano siliconi, parabeni ed agenti chimici che alla lunga danneggiano il capello.     ( Se volete saperne di più leggete le recensioni sui prodotti bio su questo sito)

Come abbiamo visto, la salute del nostro capello può dipendere da vari fattori. Un consulto con il  medico può risultare utilissimo per scoprire la causa del nostro problema, magari attraverso delle analisi del sangue specifiche. In questo modo potremo concentrarci su una cura o su un cambio di abitudini alimentari che possa ridonarci la chioma dei nostri sogni.

Sperando di esservi stata utile.

Ek.

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Impariamo a spazzolare il cane: Ecco gli strumenti migliori

Molte persone non spazzolano mai il loro amico a quattro zampe, per poi portarlo a tosare periodicamente. Perché questa cosa non è consigliata? Perché Madre Natura, che è stata bravissima, ha fatto sì che la pelliccia che resta attaccata alla pelle del cane sia essenziale per tutelarlo dal freddo, ma anche dal clima torrido, quindi a meno di un parere specifico del veterinario, è cosa buona e giusta liberarlo dal pelo morto con il giusto metodo senza tosarlo. Pettinare Fido lo predispone a preparare il pelo per il bagno periodico.

Oltretutto durante le operazioni di spazzolatura e cardatura, sottoponiamo l’animale ad una corretta stimolazione della circolazione sanguigna cutanea, oltre che ad un incremento della relazione tra il proprietario ed il cane. Maggiore sarà la lunghezza del pelo, più frequenti risulteranno le sessioni di spazzolatura, in particolare durante il periodo della muta, cioè del ricambio del sottopelo.

GLI STRUMENTI DA UTILIZZARE SU FIDO:

Scegliere una spazzola adatta per il nostro cane  può non essere così semplice come si tende a pensare. Nella scelta il primo criterio da tenere in considerazione è la tipologia di pelo del nostro amico a quattro zampe. Cercate di evitare le spazzole con setole dure, perché se non vengono usate con la dovuta delicatezza, rischiate di fargli male. Spazzolare e cardare il cane non è in sé un movimento difficile, ci vogliono semplicemente mano leggera e comprensione per lo stato d’animo dell’animale. Considerate che dopo il vostro prezioso lavoro il cane sarà liberato dai grovigli del pelo e proverà un grande sollievo di cui vi riterrà fautori.

SPAZZOLA CON SETOLE IN ACCIAIO:

E’ uno strumento che non dovrebbe mai mancare nel beauty del nostro cane. Fate attenzione a comprarla della dimensione giusta a seconda della stazza  e della lunghezza del suo pelo. Spazzolate Fido in direzione del pelo, probabilmente sarà necessario passare il cardatore prima della spazzola vera e propria, per quel pelo infeltrito che non si riesce a spazzolare.

Quando spazzolate e cardate il vostro animale, dovete usare molta delicatezza, perché c’è sempre il rischio di ferire o irritare la pelle. Prestate particolare attenzione alle parti sensibili come occhi, orecchie e naso dove potreste optare per una spazzola a setole morbide.

Quando si spazzolano cani dal pelo riccio e lungo, meglio utilizzare una spazzola con larghe setole in metallo, solamente dopo aver eliminato gli eventuali nodi con il rastrello. Se il vostro è un cane dal pelo lungo, spazzolarlo permette di fargli sfoggiare un pelo ancora più brillante ed elegante, eliminando polvere e pelo morto.

CARDATORE:

Si tratta di un altro strumento utilissimo, è una spazzola con i dentini in ferro che strappa (senza fare male) il pelo morto e vecchio, ripulendo velocemente la pelliccia. La cardatura serve per ripulire e sfoltire il sottopelo, consentendo così una miglior ossigenazione di tutto il manto. L’operazione di cardatura si può fare con minor frequenza rispetto alla spazzolatura, che andrebbe, invece, eseguita ogni giorno.

Per un lavoro ben fatto, seguite questi consigli: cardate o spazzolate una ciocca alla volta, iniziando dalle zampe, a mano a mano, salite verso la coscia; evitate il contropelo, perché fa male all’animale e lo infastidisce; fate attenzione a non far impigliare la spazzola nei nodi; la spazzolatura va fatta cambiando direzione, a zig zag, in modo che i nodi si sbroglino più facilmente.

Per spazzolare e cardare il sottopelo lungo e folto, come per il pastore belga, è preferibile utilizzare un cardatore a rastrello. In questo modo si evita la formazione di nodi e si elimina il pelo morto. Per i peli di tipo medio-lungo, per esempio di un golden retriever, vi troverete in presenza di un sottopelo moderatamente folto che tende ad annodarsi con relativa facilità.

Cardare e spazzolare il cane con cadenza regolare previene ogni tipo di problema e difficoltà. Usate il cardatore per districare i peli annodati dei barboncini e di tutti quei i cani che presentano un pelo arricciato e duro. In particolare per il cane barbone, visto che il pelo non smette mai di crescere, dovrete tosare e regolare continuamente il pelo. Chiaramente essendo queste operazioni delicate, vi consigliamo di rivolgervi ad un toelettatore professionista, soprattutto le prime volte, se non foste perfettamente in grado di farlo.

FURMINATOR:

Una parentesi doverosa va fatta sul Furminator che è una spazzola Ibrida, che unisce la spazzola con le setole in acciaio ad un cardatore, per questo è una delle spazzole più amate dai proprietari di amici pelosi. Spazzolare significa pettinare l’animale, mentre cardare significa sbrogliare il manto del cane in modo che i peli siano posti in modo parallelo, eliminando le impurità ed asportando in modo indolore il sottopelo in eccesso, questa spazzola offre entrambe le opzioni.

SPAZZOLA A RASTRELLO:

Chi ha un cane a pelo corto-raso, dovrà dotarsi della classica spazzolina con estremità a pettine, simile ad un piccolo rastrello, utile ad eliminare i micro grovigli e a toelettare bene il nostro amico di zampa. In questi casi è possibile usare anche una spazzola con setole naturali, facendola passare in direzione di crescita del pelo. I

Iniziando a pulire il pelo con un pettine, seguendo la direzione del mantello partendo dalla testa, proseguendo sul corpo e successivamente zampe e coda. Si consiglia di insistere sulle zone più difficili, senza però spingere troppo forte, dove il pelo sedimenta maggiormente, come l’area del collo e la parte posteriore del corpo. In un secondo momento si passa alla spazzola che potrà rimuovere eventuali corpi estranei, come foglie, legnetti, insetti, districando anche eventuali nodi. Sappiate che esiste anche la spazzola per rimuovere le pulci, a forma di rastrello con dentini stretti stretti, che portano via i parassiti.

TAGLIA NODI:

Se la situazione è critica, potrebbe essere necessario un taglia nodi, che elimina il problema senza strappare o tirare la peluria del nostro cane. A questo punto usiamo la spazzola in tutte le direzioni per eliminare il pelo morto, concludendo con una passata finale che segue la direzione di crescita del pelo.

GUANTO IN SILICONE:

Se la spazzola è fonte di stress per Fido, possiamo intervallare il suo utilizzo con quello del classico guanto con piastra in gomma, che accarezza dolcemente la cute del cane, trattenendo il pelo fra le setole. Ricordiamoci sempre che se il nostro amico a quattro zampe ha l’abitudine di rotolarsi nella terra, potrebbe essere necessario un lavaggio prima della spazzolatura, per eliminare la sporcizia che ci renderebbe difficile pettinare in profondità il manto.

MANOPOLE IN GOMMA:

Nei cani a pelo corto e raso, come ad esempio i dobermann e i boxer, il sottopelo è spesso assente, mentre il pelo di copertura è liscio, fitto, omogeneo e corto. Con questo tipo di pelo non ci sono problemi di nodi, ma c’è l’inconveniente del pelo morto che può arrecare particolare fastidio al proprietario. Infatti, cadendo il pelo si infila nei divani, negli abiti o nei tappeti e si riesce ad eliminare con fatica. Al fine di prevenire il problema, ci sono in commercio delle apposite manopole/spugne in gomma morbida, che con facilità e delicatezza si devono passare sul mantello del cane per togliere ed eliminare il pelo morto.

STRUMENTI PER IL PROPRIETARIO:

Anche noi proprietari quando spazzoliamo il cane dovremmo munirci di alcuni strumenti. Utile è il grembiule dedicato alla spazzolatura, possibilmente di gomma o di un materiale acetato che non trattiene i peli, da indossare sopra gli abiti, così da non dover passare poi una buona mezz’ora a toglierci peli da dosso. Utile anche una busta da mettersi accanto dove buttare i peli del cane, per evitare che volino in giro. Se volete potete munirvi di guanti usa e getta. Ricordate di vestirvi comodi e di trovare un luogo dove possiate posizionare fido abbastanza in alto per non stare ricurvi.

Almeno una volta la settimana il pelo deve essere controllato con cura, soprattutto dopo la passeggiata se il cane vive in campagna o scorazza nei parchi con erba alta e secca. Durante l’ispezione vanno verificati la presenza di nodi del sottopelo, eventuali residui d’erba o spighette (i famosi forasacchi). Verificate anche che la perdita di pelo sia naturale e non eccessiva.

E voi che cane avete e che spazzola utilizzate? Scrivetelo nei commenti qui sotto.

Un abbraccio

Ek.

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Dormire con il proprio cane: Quali benefici può trarne il nostro sonno?

Se ricordate l’inizio del cartone Lilly ed il Vagabondo, vi verrà sicuramente in mente il momento in cui “Gianni caro” non vuole che il cane appena arrivato dorma con loro, mettendolo in uno scatolone in garage, cedendo solo a tarda notte portando la piccola cucciola in casa e dichiarando che sarà solo per quella notte, e poi, invece, la dolce Lilly dormirà con i suoi umani per sempre.

Dalla teoria alla pratica:

Secondo l’American Veterinary Association, più di 40 milioni di famiglie americane possiede almeno un cane. Di queste, il 63% considera i compagni a quattro zampe come familiari a tutti gli effetti.

Quasi tutti ci ripromettiamo che il cucciolo non dormirà nella nostra stanza, ma i primi tempi cediamo perché “è così piccolo e adorabile” e senza rendercene conto ci ritroviamo con un “pargolo” di 40 kg sotto le coperte con noi.

Perché vogliamo dormire con i nostri amici a 4 zampe?

“La relazione tra le persone e i loro animali domestici è cambiata nel tempo, probabilmente perché molti individui permettono ai loro animali domestici di dormire nella loro stanza – osserva la dottoressa Krahn -. Oggi molti proprietari di animali domestici trascorrono gran parte della giornata lontano dai loro animali domestici, perciò vogliono massimizzare il tempo da passare in loro compagnia quando sono a casa. Averli in camera da letto durante la notte è un modo semplice per farlo. Finalmente i proprietari di animali possono trovare il conforto della loro presenza con la consapevolezza che non avrà un impatto negativo sul loro sonno”.

Dormire con il proprio cane o gatto migliora il sonno?

Secondo una ricerca della Mayo Sleep Clinic degli Stati Uniti, (http://www.mayoclinicproceedings.org/article/S0025-6196%2817%2930486-X/fulltext ) che ha coinvolto 150 volontari, di cui il 49% proprietario di un animale domestico, un numero consistente di persone afferma di dormire meglio con il proprio “pet”: non solo single, ma anche persone che passano la notte da sole perché il partner viaggia per lavoro o lavora di notte.

Pareri favorevoli:

Oltre la metà degli amici a 4 zampe divide la camera o il letto con il padrone e l’80% ne è felice. Gli intervistati riferiscono che l’esperienza di condivisione del sonno con il proprio compagno peloso è appagante, distensiva e anche utile, perché la presenza dell’animale fa sentire al sicuro, scalda il letto e rilassa. Dormire col proprio cane o gatto riduce i livelli di stress e aiuta a sentirsi sereni perché aumenta il livello di ossitocina, l’ormone del benessere. La compagnia di un cane, un gatto o un coniglio risveglia l’interesse di chi ne viene a contatto, catalizza la sua attenzione, stimola energie positive distogliendo o rendendo più accettabili i problemi di tutti i giorni. Il contatto con un animale soddisfa una serie di bisogni umani (affetto, sicurezza, compagnia) che servono a mantenere un buon equilibrio psicofisico e può servire da “allenamento” per mantenere attivi quelle abilità sociali (incontri, uscite, passeggiate) fondamentali per il benessere dell’individuo in ogni fase della vita.  Ora questo studio aggiunge che dormire con il proprio cane o gatto migliora il sonno.

Pareri contrari:

Dall’altra parte il 20% lamenta che gli animali disturbano il sonno russando, piagnucolando o a causa dei bisogni fisiologici. C’è inoltre da considerare che il sonno umano e quello canino sono differenti: il cane tende a svegliarsi più spesso, emettendo rumori e mugolii che possono compromettere la qualità del nostro riposo. Infine, secondo alcuni esperti, la mancata separazione degli spazi può confondere l’animale e influire negativamente sulla sua educazione.

Benefici di notte ma anche di giorno:

I benefici della presenza di un pet nel letto continuano di giorno: diversi studi hanno dimostrato, infatti, che il contatto con un animale, oltre a compensare eventuali carenze di affetto e attenzione, facilita le relazioni interpersonali grazie a una speciale empatia che si crea con l’uomo.

 

Qualche precauzione:

Quando si dorme con il proprio amico fedele, bisognerebbe adottare piccoli accorgimenti, come arieggiare spesso stanza e materasso. Sarebbe meglio se Fido dormisse su una coperta/lenzuolo dedicata cambiata ogni 2/3 giorni. Prestate sempre la massima attenzione alla sua igiene (nel pelo e sulle zampe si accumulano batteri e funghi, quindi pulitelo sempre ogni sera prima di darvi la buonanotte, magari con delle salviette dedicate) e salute (non saltate nessun controllo veterinario, rispettate il piano di vaccinazioni e de-parassitatelo spesso, soprattutto perché nel caso in cui una zecca finisse nel vostro letto, il suo morso potrebbe provocarvi la malattia di Lyme). Insieme o separati, un riposo rigenerante influisce sul benessere di cane e padrone, quindi non dormiteci sopra!

La conclusione:

Dormire con il proprio cane o gatto migliora il sonno. Il risultato dello studio, secondo gli autori, non deve essere sottovalutato, perché il sonno dipende proprio in gran parte da uno stato di rilassamento fisico e mentale. Dormite quindi felici con il vostro amato amico, ma fategli capire che ognuno ha il suo posto e che non è il caso di dormire per forza appiccicati.

Se poi, oltre al cane, nel letto dorme anche il vostro partner, assicuratevi che faccia piacere anche a lui. Tre anime in un letto sono tante, ma facendosi piccoli uno spazio si trova sempre.

Ek.
 
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Sognate una vita a piedi scalzi? Essere infelici è una nostra scelta

“Vado al lavoro per comprarmi la macchina per andare al lavoro”. Che non sarebbe neanche male se nel mentre avessi la possibilità anche di vivere. Per chi o per cosa si lavora? Il Filosofo José Pepe Mujica dice “quando compriamo qualcosa, non la compriamo con i soldi, ma con il tempo della nostra vita che ci è servito per guadagnarli”.

Se state leggendo questo articolo probabilmente siete incuriositi o forse siete stufi di sentire quella terribile sensazione al mattino, quel magone frustrante che vi rende tristi e che fa scattare quella vocina che vi dice di spegnere la sveglia e tornare a dormire. Lavorare, tutti sul pezzo per 8/10 ore al giorno, cioè tutto il tempo diurno di una vita. Sentite di non avere altro scopo che lavorare e guadagnare, poco, per sempre. Passioni, sogni, libertà, leggerezza nel cuore, cultura, affetti, meditazione, sport, ma anche le attività necessarie a vivere (gestione della casa, fare la spesa, cucinare, pulire, pensare alla cura del proprio corpo ecc) tutto nei ritagli di tempo. Quando siete sfiniti.

Troppi straordinari, troppo stress, poche soddisfazioni, e ferie che non arrivavano mai e che sono sempre troppo poche. Se cerchi di confidarti con gli affetti o con gli amici, confessando loro che ogni tanto pensi che vorresti licenziarti perché non ce la fai più, ti senti rispondere che sei pazzo, in questi tempi dove la gente pagherebbe per avere un lavoro, figuriamoci un posto fisso.

La vita dopo la fine degli studi inizia a correre in fretta. Ti svegli un giorno più vecchio di tre anni e non te ne sei nemmeno accorto. Tutte le mattine ti alzi sbuffando e l’unica cosa che vorresti fare è tornare a dormire. il tempo che passa non ti lascia nient’altro che capelli bianchi sulla testa e chili in più sui fianchi. Ti rendi conto che la vita ti sta sfuggendo dalle mani, come sabbia tra le dita, e tutti attorno a te sembrano ripetere solo una cosa, ossessivamente, continuamente: “E’ così che funziona, la vita è questa, devi avere pazienza, vedrai che le cose si sistemeranno…”.

Ti senti infelice.

Essere infelici è una nostra scelta, gran parte della nostra infelicità è creata dalle nostre aspettative, c’è chi sostiene che per essere felici basterebbe abbassare le nostre aspettative: non è vero! Quello che dobbiamo iniziare a fare è portare la nostra realtà allo stesso livello delle nostre aspettative. Come? Spostando il focus dai risultati che otterremo in un ipotetico domani, alle azioni che dobbiamo compiere oggi stesso. Non possiamo avere il pieno controllo sui risultati che otterremo tra 1, 2 o 5 anni, ma possiamo sempre decidere cosa faremo oggi per ottenere quei risultati, perché come dice A.J. D’Angelo “Se hai tempo per lamentarti, hai tempo per cambiare ciò di cui ti lamenti.”

Non preoccuparti ossessivamente di ciò che pensano gli altri, non aver paura dei tuoi fallimenti e soprattutto non ripensare continuamente agli errori commessi in passato e ai pericoli del futuro. “Se oggi non stai vivendo i tuoi sogni è perché ieri hai deciso di rimandare a domani.” Gran parte della tua felicità deriva dalla capacità di credere in te stesso; ed ancora una volta, credere di più nei tuoi mezzi è una tua responsabilità. Il maestro tartaruga in Kung Fu Panda diceva “Ieri è storia, domani è un mistero ma oggi è un dono, per questo si chiama presente”.

La tua priorità dev’essere quella di essere qui e di esserci adesso. Ci saranno momenti durante i quali penserai: “sì, sì, dopo mi concentrerò sul presente, è che adesso ho quest’altra cosa più importante da fare”. Se lascerai sempre per ultimo te stesso e le tue priorità, niente diventerà realtà. Non preoccupatevi di dare priorità al quì e adesso, questo non rallenterà la vostra vita. La arricchirà soltanto.

Certamente a meno che voi non siate miliardari e possiate vivere di rendita (inutile pensarci, vi farà solo venire attacchi di invidia acuti con relativa colite), un lavoro lo dovrete svolgere per sostentarvi, ma pensando alla frase di Confucio “Scegli un lavoro che ami, e non dovrai lavorare nemmeno un giorno della tua vita” possiamo provare a modificare la nostra vita lavorativa. Come con tutte le cose semplici e banali, spesso non ci facciamo caso. Abbiamo determinate opportunità davanti agli occhi tutti i giorni eppure non ce ne accorgiamo. Dobbiamo quindi partire dalle basi. Chiediamoci: qual è la mia più grande passione? Qual è quella cosa che mi riempie l’anima? È solo un’idea astratta o è davvero realizzabile? E soprattutto come è realizzabile? La chiave di svolta, la soluzione, in fin dei conti non è così difficile: basta saper trasformare la propria passione più grande in lavoro. Forza su, #alzalechiappe .

Per farlo non dovete subito lasciare il vostro lavoro, meglio iniziare con le spalle coperte. A meno che la situazione sia insostenibile. Chi sta già lavorando, infatti, è più tranquillo ed ha la testa per affrontare al meglio le prime, inevitabili, difficoltà, potendo contare su un capitale continuo da investire, fino a quando la passione non si trasforma in lavoro. Continuando a lavorare, ma avendo un nuovo meraviglioso obiettivo da portare avanti vi sentirete meglio, perché inizierete a pensare che quella vita lavorativa che odiate e che vi ruba la cosa più preziosa che avete, il tempo, non sarà per sempre, perché state già lottando per cambiarlo quel lavoro che non vi piace, e ce la farete! Pensate anche al fatto che avete lavorato in posti ed in condizioni peggiori, quindi se avete resistito prima potete resistere ancora fino a quando la vostra passione vi darà abbastanza denaro per lasciare definitivamente il lavoro da ufficio e sarete finalmente soddisfatti. Dovete solo avere pazienza e crederci senza mollare mai. Soprattutto quando sarete stanchi e penserete che siete stati dei folli ad iniziare questo percorso difficile ed inesplorato, ricordate sempre perché avete iniziato.

Se puoi pensarlo e vuoi farlo, puoi farlo!

Ek.

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Il mondo è dei furbi o degli onesti? Come sopravvivere alla furbocrazia

Se siete capitati su questo blog oggi per la prima volta, Benvenuti!

Chi mi conosce sa che ho sempre avuto un debole per le favole, ed in generale per il lieto fine, dove mi sono rifugiata soprattutto nei momenti più tristi o difficili della mia vita, magari accompagnata da una vaschetta di gelato.

Questo perché nelle favole, soprattutto nel mondo Disney, i buoni alla fine vincono, i giusti vengono premiati ed elogiati, i furbi, i malvagi e i disonesti, in qualche modo vengono puniti o redenti.

Le favole sono il mondo ideale dove vorrei vivere, dove sì, ci sono le ingiustizie, ma alla fine vengono sempre sanate. Quando ero piccola i miei genitori, i miei insegnanti, i miei nonni, mi hanno insegnato che nella vita ci vuole rispetto, rispetto soprattutto per la libertà degli altri che non va violata, esattamente come non va  violata la nostra.

Ci vuole il coraggio di discutere e lottare per i propri valori e per i propri diritti, ascoltando le ragioni altrui, senza imporre con prepotenza le proprie idee. Purtroppo però, crescendo, mi sono resa conto che il mondo è mediamente dei furbi. Certamente le persone giuste e oneste tentano di frequentare persone come loro. Frequentare persone furbe, meschine, che cercano di curare esclusivamente i propri interessi, è molto difficile ed è causa di mal di testa e, a volte, di reazioni nervose incontrollate.

Vediamo insieme una giornata tipo, passando dal risveglio fino alla sera, quando stanchi rientriamo a casa e vediamo quanti tipi furbi incontriamo. Quali sono più o meno fastidiosi, e soprattutto come possiamo fare per affrontarli e per evitare di stare male.
Il furbo si sveglia la mattina e già ha in mente come poter fregare il prossimo, non perché ci pensi appositamente, ma perché il Furbo ce l’ha nel DNA.

PARCHEGGIO NOTTURNO:

Già a partire da come ha parcheggiato la macchina la notte precedente si può capire con che tipo di persona abbiamo a che fare. C’è quello che sa che il suo vicino esce prima di lui e allora, anche se il parcheggio è stretto stretto, si infila ugualmente perché tanto non sarà lui l’indomani mattina a dover fare la manovra difficile per andare in ufficio rischiando di fare tardi.

C’è anche quello che tiene la macchina parcheggiata tutta la notte in seconda fila, perché sa che sarà il primo ad uscire di casa, senza considerare che durante la notte qualcuno potrebbe avere un’emergenza e potrebbe dover uscire di corsa di casa.

Infine c’è il peggiore di tutti, il furbo che posteggia un po’ dove capita perché “Alla fine sei te lo scemo che si fa 1 km a piedi per tornare a casa, io sono stanco e mica è colpa mia se non ci sono parcheggi a Roma eh, la Raggi facesse più parcheggi”.

IL TRAFFICO MATTUTINO:
Il furbo mette in moto il suo bolide e si reca nel mondo per creare scompiglio sulle strade. Non so dalle vostre parti, ma qui a Roma di furbi in auto ce ne sono veramente tanti, un po’ perché siamo troppi, un po’ perché c’è tanto nervosismo e un po’ perché le distanze nella nostra città sono veramente lunghe ( considerando che abbiamo 15 municipi ed alcuni sono grandi come la città di Bologna). Oltretutto i furbi sono anche molto maleducati perché a tutti capita di commettere errori, ma se un Onesto sbaglia chiede scusa.

Guardiamo l’esempio pratico:

In macchina, in mezzo al traffico, il furbo non si ferma allo stop. Tu Suoni, lui ti fa un gesto come a dire: “Ma che vuoi idiota?” e tu rispondi: “Tua sorella!” Ma intanto è passato e tu puoi solo vederlo andar via mentre svicola nel traffico, perché il Furbo, pur di evitare la fila, supera tutti, a destra o a sinistra, non ha importanza, e poi prova a rientrare. Eccolo al tuo fianco, tu fai finta di niente e pensi “A costo di buttare via la fiancata della mia auto io non ti faccio passare, fai la fila come tutti.” Lui ti fissa, a volte suona, altre ti dice: “Oh, ma che sei cieca? Fammi passare!.”

E tu  che sei onesto ma non scemo, non ti giri e continui a guardare avanti, oppure accenni un sorriso scuotendo la testa alla “povero idiota”. Almeno un furbo è stato fermato. Forse.

Arrivi a destinazione e vedi un parcheggio, e vi assicuro che in certi quartieri di Roma è un miraggio. Dietro hai un auto, allora  ti accosti per farla passare per evitare che attenda durante la tua manovra, e tac! il furbo che stava ancora più dietro si è fregato il posto. Gli fai presente che c’eri tu e lui, incurante delle più banali norme della buona educazione, gentilmente se ne frega e tu puoi abbozzare oppure reagisci come nella la scena di Pomodori Verdi Fritti (https://www.youtube.com/watch?v=4S74mMvS8qc ).

IN UFFICIO:

Sei finalmente giunto alla tua destinazione, l’ufficio o in generale il luogo di lavoro, ti siedi alla scrivania, accendi il pc e lavori, lavori sodo perché vorresti tanto poter essere tu quest’anno a meritare la promozione, più che altro per avere quel piccolo aumento che tanto sogni. Ovviamente questo lo puoi sognare se non fai parte del gentil sesso altrimenti da statistica non avrai comunque la meglio. Di dinamiche da ufficio ne potremmo vedere milioni, veramente: c’è il collega che si prende i tuoi meriti, quello che si mette in malattia durante tutte e diciamo tutte le scadenze che prevedono il surplus di lavoro. Ci sono colleghi che non si fanno scrupoli pur di farsi notare, altri che parlano ad alta voce mentre sei al telefono e se gli chiedi di abbassare la voce ti rispondono male, altri ancora gironzolano tutto il tempo fingendo di lavorare mentre tu a malapena puoi alzarti per fare pipì, e così via. E tu ti domandi: “Ma non basta essere bravi? Fare il proprio lavoro alla perfezione con coscienza e precisione? Ma allora la Meritocrazia non esiste!” La risposta è: “No, non basta e no, la meritocrazia non esiste.” E sto tralasciando appositamente di parlare dei Furbetti del Cartellino.

ALLA POSTA:

Utilizzi la pausa pranzo per andare alla posta, devi assolutamente mandare quella raccomandata, che poi voglio dire nel 2018. ma non si potrebbe mandare semplicemente una mail? Arrivi, prendi il numero e ti appoggi al muro perché un furbacchione si è seduto ed ha occupato la sedia con la borsa o con effetti personali. Mentre fai la fila ti accorgi che quando vengono chiamati i numeri, se non si presenta nessuno, a giro qualcuno si presenta allo sportello dichiarando “ si si avevo io il 325 ma ho perso il biglietto” e tu, che sai che non è la verità, ti rodi dentro, ma pensi che comunque avresti dovuto attendere quel numero comunque, ed aspetti.

Il tempo passa, siamo ormai vicini, il prossimo numero è il tuo e si sono liberate ben due casse! Ti senti arrivata. Aspetti di essere chiamata, ma niente, le cassiere si alzano e vanno a chiacchierare con altre dentro la stanza, si siedono e si fanno gli affari loro e tu resti lì, davanti a tutte le casse chiuse, con gli ultimi 3 di 20 sportelli aperti, e se provi a dire qualcosa ti dicono “signora è pausa pranzo” e tu “ pausa pranzo? Ma scusate fate i turni! No che fate pausa pranzo tutte insieme!” e loro abbassano la tendina.

Sei arrabbiato, ma i Furbi vincono ancora. Finalmente ecco che il tuo numero compare sul led, e tu felice ti rechi al bancone davanti ad una cassiera che trasmette la stessa gioia di un alpaca che mastica prato. e lì trovi l’ennesimo Furbo, la sua allergia alla fila non gli consente di aspettare il suo turno, e la sua scarsa educazione non gli permette di chiederti se può passare. Lui si piazza prima di te e basta. Tu gli fai gentilmente notare che è il tuo turno. Lui risponde che deve fare solo una domanda. A quel punto tu hai due possibilità: lo lasci passare, pur controvoglia, oppure gli illustri in maniera sommaria quanto sia vasto il ca°°° che te ne frega. E passi.

AL SUPERMERCATO:

Fortunatamente tutte le giornate lavorative, anche le peggiori, finiscono. E così, dopo essere sopravvissuta ai Furbi giornalieri ed al furbo motorizzato del tragitto di ritorno, ti fiondi nel supermercato aperto fino alle 22, per cercare qualcosa di commestibile con cui riempire il tuo frigorifero vuoto. In qualche modo riesci a raggiungere la cassa, col tuo carrello pieno e la tua batteria vitale giornaliera quasi esaurita.  Dietro di te si avvicina una signora con un pacchetto di cereali in mano, tu le fai “ signora se ha solo quello passi pure” e lei, si mette avanti ringraziando e poi chiama il marito “ Antò vieni che qui ho fatto” ed arriva lui con il cestino pieno. Ti arrabbi, ma ormai l’hai fatta passare. Alla fine la giornata è finita e non ce la fai a discutere con l’ennesimo furbo.

SALVIAMOCI

Potrei citare altri mille Furbi che ogni giorno incontriamo, e quindi la domanda che sorge spontanea è “Il mondo è dei furbi?”. Di quelli che sanno sempre come fregare e prevaricare gli altri? O più semplicemente di chi si sa vendere? E gli altri, quelli fregati e prevaricati, che fanno? Le persone si comportano con noi come permettiamo loro di comportarsi, perché non li fermiamo?

Perché dobbiamo scegliere le nostre battaglie.

Da un certo punto di vista, proprio grazie alla “furbocrazia” esistono sempre meno ingenui e tanti altri che hanno imparato o impareranno a rendere il furbo inoffensivo. La cosa che tutti dovremmo fare è smascherare la sua furbizia grazie alla nostra esperienza ed intelligenza. Bisogna renderlo ridicolo e innocuo, magari facendogli passare la voglia di rifarlo in futuro perché ormai sa che tu non sei l’ ultimo arrivato, anzi uno degno di rispetto che non ama essere fregato.

Per il furbo prepotente invece non vi è altra regola che quella del far valere i propri diritti là dove ne vale la pena, altrimenti lasciare il passo a chi prima o poi troverà qualcuno che lo ripagherà a dovere, perché come dice sempre mio padre “Lascialo andare, che è la vita che lo punisce”, o se non volete dare retta a mio padre, date retta a Fracoise de la Rochefoucauld.

“Si può essere o credersi più furbi di un altro ma non di tutti gli altri “.

Con Affetto

Ek.

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