Carne sintetica: Un’alternativa valida?

La carne artificiale o carne in vitro viene creata prelevando cellule muscolari da tessuti animali e nutrendo tali cellule con proteine che aiutano il tessuto a crescere e a riprodursi.

Il primo hamburger “in provetta” di carne bovina venne presentato nel 2013 in una conferenza stampa a Londra, prodotto da un team di scienziati della Maastricht University in Olanda. La prima cosa che risalta è il prezzo, 330mila dollari per un hamburger di 250 gr.

Lab-grown beef presented in London

Lo chef Richard McGeown la cucinò per un numero ristretto di assaggiatori, tra cui l’autore del libro “TASTE OF TOMORROW” Josh Schonwald e la ricercatrice austriaca, nonché critica culinaria Hanni Rützler  di Future Food Studio che al riguardo disse: “Per me è carne, è qualcosa che posso masticare e credo che l’aspetto sia decisamente simile”, tuttavia aggiunse che, seppure la consistenza fosse perfetta e avesse un sapore intenso, la mancanza di grasso non la rendeva particolarmente succosa e appetitosa come la carne tradizionale.

Le indagini di mercato condotte dal 2013 al 2017 hanno rilevato una certa diffidenza da parte dei futuri consumatori, poco ispirati dall’origine artificiale del prodotto e, probabilmente, spaventati dal prezzo esagerato.

La startup americana Memphis Meat nel marzo del 2017 ha creato in laboratorio la prima carne di pollo e anatra partendo da tessuti animali. Il metodo è lo stesso usato dal team olandese dell’università di Maastricht. ll team ha prelevato dai muscoli le cellule staminali, e le ha poi sviluppate in filamenti adagiandole su supporti specifici. Per creare la carne sintetica, i filamenti utilizzati sono stati 20 mila. L’azienda americana promette di migliorare il prodotto e di renderlo disponibile sul mercato entro 5 anni.

POLLO E ANATRA

DIFFERENZE TRA CARNE TRADIZIONALE E CARNE SINTETICA

La prima differenza sostanziale sta nel prezzo esorbitante della carne sintetica, gli scienziati che ci stanno lavorando assicurano che grazie al miglioramento della tecnologia utilizzata per produrla, il prezzo potrebbe diminuire drasticamente in tempi brevi.

La volontà di produrre grandi quantità di carne sintetica potrebbe richiedere l’aggiunta di ormoni della crescita artificiali, con conseguenze negative sulla nostra salute.

D’altro canto gli scienziati americani e olandesi hanno ipotizzato che si possano inserire principi nutritivi utili per il nostro benessere, come ad esempio acidi grassi Omega3 che di solito troviamo in grandi quantità nel pesce.

Comprare consapevolmente: Quanto è importante leggere le etichette?

La carne artificiale sarebbe meno esposta a batteri e a decomposizione e si manterebbe più a lungo. Inoltre sarebbe sottoposta a controlli molto più specifici e meticolosi della carne tradizionale.

In maniera lungimirante si sta anche pensando che è possibile ricreare il tessuto muscolare di qualsiasi animale, anche l’essere umano. Questo è importantissimo perchè potrebbe anche avere applicazioni mediche.

All’inizio bisognerebbe combattere la diffidenza della gran parte delle persone nei confronti di un prodotto visto come non naturale e che tuttora viene definito “FRANKENMEAT”, la stessa diffidenza che si respira nei confronti degli OGM, in maniera certamente amplificata.

Il gusto della carne artificiale potrebbe risentire della mancanza totale di grasso, ma potrebbe rivelarsi particolarmente adatta ai bambini e a chi ha problemi di colesterolo.

RISVOLTI AMBIENTALI

Tutti i ricercatori impegnati nello studio della carne artificiale sono concordi nell’affermare che l’impatto ambientale della carne sintetica è significamente minore rispetto a quello della carne da macello. Mentre l’industria dell’allevamento tradizionale è responsabile di circa il 18% dei gas serra, la produzione di carne sintetica ne emetterebbe solo il 4%.

Grazie alla produzione di carne sintetica si avrebbe un grande risparmio di energia, di acqua e di terra. In poco tempo si riporterebbe la terra allo stato vergine, con il conseguente ripopolamento anche da parte degli animali selvatici. Senza contare il fattore più ovvio, non sarebbe più necessario macellare ogni anno migliaia di mucche, pecore o in generale animali d’allevamento di ogni tipo.

POSIZIONI ETICHE AL RIGUARDO

I bioeticisti dichiarano che  “La carne sintetica ferma le crudeltà nei confronti degli animali, è migliore per l’ambiente, può essere più sicura, efficiente e anche più salutare.”

All’interno della corrente vegetariana le reazioni sono ambigue, una corrente è favorevole alla carne artificiale in quanto non possedendo sistema nervoso, la carne non può sentire dolore. Una frangia più estremista  considera la carne sintetica presentata nel 2013 non vegetariana, dal momento che è stato utilizzato siero fetale del vitello nel mezzo di coltura.

DUBBI

DUBBI

Ci sono degli interrogativi ai quali non sono ancora state date risposte esaurienti.

Che tipo di proteine vengono utilizzate, se riescono a mantenere le stesse proprietà nutritive della carne vera?

Sarebbe bello poter imporre alle aziende il cruelty free per quanto riguarda gli animali da macello, che dovrebbero poter condurre una vita dignitosa. Probabilmente non è economicamente conveniente tenere un comportamento così rispettoso della natura per le aziende produttrici?

Nulla toglie che le due tipologie di carne possano coesistere e sia il consumatore a poter scegliere quale utilizzare, ma il consumatore medio è già pronto per un cibo tanto innovativo e con un prezzo così proibitivo?

Voi che ne pensate? La assaggereste una bistecca sintetica o degli arrosticini in provetta?

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Il nuovo IT e le origini del male

L’attesa è finita, tra due giorni, il 19 ottobre, uscirà finalmente nelle sale italiane il film horror che ha battuto tutti i record in fatto di incassi per una pellicola di genere. Stiamo parlando di IT di Andres Muschietti, trasposizione cinematografica del celebre romanzo omonimo di Stephen King.

NEW YORK, NY - JUNE 03: Stephen King attends Meet the Creators at Apple Store Soho on June 3, 2013 in New York City. (Photo by Jim Spellman/WireImage)

La vicenda si svolge nella cittadina di Derry, nel Maine, teatro di numerosi omicidi ad opera di un demone mutaforma, che sceglie “l’accattivante” forma del pagliaccio IT, Pennywise, per attirare più facilmente i bambini del posto e trascinarli nella sua tana sotterranea. Un gruppo di ragazzi, il CLUB DEI PERDENTI, dopo l’omicidio del fratellino di uno di loro, decide di affrontare il terribile Pennywise, che tenterà di sconfiggere i coraggiosi ragazzini incarnando tutte le loro paure più recondite.

LA MINISERIE TV
Esiste già una miniserie televisiva in due puntate ispirata al romanzo di King, andata in onda nel 1990 e diretta da Tommy Lee Wallace. Il poliedrico protagonista IT era interpretato da Tim Curry, che aveva già vestito i panni di una creatura demoniaca in LEGEND del 1985.

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La miniserie IT lanciò nell’immaginario collettivo la figura del clown visto come creatura inquietante, capace di commettere delitti efferati. Molti quarantenni e cinquatenni di oggi attribuiscono proprio alla visione di quella miniserie la loro fobia per i pagliacci (coulrofobia).

Questa prima versione subì critiche molto feroci per la sua scarsa fedeltà al romanzo di King. La produzione si giustificò sostenendo di essere stata condizionata da un budget limitato e dal fantasma di una censura televisiva implacabile.

 

 

L’ESORCISTA SCALZATO DAL PRIMO POSTO

Il film di Muschietti del 2017 ha già infranto numerosi record, diventando il film horror vietato ai minori di 17 anni, non accompagnati da un adulto, che ha incassato di più nella storia degli Stati Uniti. Ha spodestato dal trono un cult come L’Esorcista (1973) di William Friedkin, sceso al secondo posto.

L’eredità di Curry viene raccolta dal giovane attore svedese Bill Skarsgård, star della serie Netflix Hemlock Grove. La locandina mostra un Pennywise ancora più spaventoso del precedente, che in alcuni frangenti poteva regalare anche qualche sorriso per la sua ironia ed il suo black humor.

IT LOCANDINA

IL SECONDO CAPITOLO

E’ già in cantiere il secondo film di IT, con il regista Muschietti che, dato l’incredibile successo del primo capitolo, potrà disporre di un budget molto più elevato di quello avuto a disposizione per la prima pellicola (“soltanto” 35 milioni di $). Non vogliamo svelare nulla, diciamo solo che verrà seguito l’iter naturale del romanzo e si vedranno come protagonisti i PERDENTI qualche anno dopo.

ISPIRATO AD UNA STORIA VERA

Il personaggio di Pennywise è ispirato a John Wayne Gacy, il clow assassino, che animava feste ed eventi per bambini con il nome d’arte Pogo il clown. 

Si trattava di un uomo che aveva ottenuto grandi successi imprenditoriali e politici, e che godeva di molta stima anche da parte di alte cariche istituzionali. Questo, probabilmente, lo aiutò a cavarsela più di una volta di fronte a pesanti accuse nei suoi confronti per aggressione a danni di minori. Tuttavia la resa dei conti arrivò anche per lui.

La casa di Gacy venne perquisita, in seguito a diverse segnalazioni da parte dei vicini che non sopportavano più l’odore nauseabondo che proveniva dal suo scantinato. La polizia vi trovò numerosi corpi di adolescenti in avanzato stato di decomposizione, sotterrati in maniera approssimativa. Gacy venne arrestato e condannato a morte. L’esecuzione avvenne il 10 maggio 1994 tramite iniezione letale. Le ultime parole di Pogo il clown davanti al boia furono “Baciatemi il culo”.

 

Non ci resta che salutarvi e darvi appuntamento al cinema per la visione di questo gioiello del cinema Horror che ha appassionato il pubblico americano e che promette di fare scintille anche nel Belpaese. Il parere positivo del Re del Brivido Stephen King è una garanzia in più, ma non fatevi condizionare e commentate l’articolo con le vostre opinioni al riguardo, assolutamente senza censure e senza timori reverenziali nei confronti del Papà di Pennywise, il pagliaccio danzante.

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8 Rimedi infallibili per rimuovere i peli dai tessuti

Sono sempre di più le famiglie che accolgono in casa degli amici a quattro zampe. Tutti noi li adoriamo e spesso permettiamo loro di salire sul divano, sul letto e ci lasciamo andare ad abbracci e coccole. E’ un’immagine meravigliosa vero? Certo che sì, ma dobbiamo tenere presente che quando invitiamo degli ospiti in casa, non tutti potrebbero essere entusiasti di trovare il divano pieno di peli.

Il problema dei peli si ripropone anche per quanto riguarda i nostri vestiti, sia per una questione di igiene, soprattutto quando si è in pubblico, sia per una questione di rispetto nei confronti di chi potrebbe soffrire di allergie al pelo di cani, gatti o altri nostri amici pelosi.

Vi propongo 8 metodi efficaci e soprattutto a basso costo, per rimuovere i peli dei vostri amici a 4 zampe da tutti i tipi di tessuti.

Come sempre, fatemi sapere se conoscete altri metodi efficaci , scrivendomeli nei commenti.

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Condizionatori vs Ventilconvettori: Qual è la scelta migliore?

Ciao a tutti,

se state effettuando delle ristrutturazioni e siete indecisi se mettere i condizionatori o i ventilconvettori, spero di esservi utile nella scelta.

Condizionatori Split:

 

Gli split sono condizionatori composti da due sezioni separate ( dall’inglese “split” separare) che sono collegate al motore esterno tramite unità interne ( a parete, a pavimento, a soffitto, consolle a cassetta o canalizzabili). Sono ideali per ambienti medio-piccoli e non hanno bisogno di opere murarie.

Possiamo scegliere fra Monosplit, che hanno un’unità esterna collegata ad una sola unità interna, per condizionare un solo ambiente e  Multisplit, dove l’unità esterna è collegata da 2 a fino un massimo di 5 unità interne, generalmente uno per ogni ambiente da condizionare.

PARTICOLARITà DEGLI SPLIT:

-estrema rapidità di adeguamento ai carichi

– maggiore volatilità della temperatura ambiente a causa della mancanza di massa radiante

– presenza di masse d’aria in movimento.

PARTICOLARITà TERMOSIFONI:

-maggiore lentezza nel riscaldamento degli ambienti

-temperatura molto più stabile a causa della presenza di una massa radiante.

Impianti Idronici ( fan coil o ventilconvettori)

fan coil ventilcovettori

Sono sistemi ad acqua, costituiti da un refrigeratore  collegato mediante linee di distribuzione a più ventilconvettori di vario tipo ( parete, pavimento. cassetta o canalizzabili). Con questo sistema si può sfruttare un unico impianto ad acqua per il riscaldamento ed il refrigeramento. I radiatori, grazie ad una ventola che soffia sullo scambiatore, scaldano o rinfrescano l’ambiente.

Possono essere alimentati totalmente ad energia elettrica ( sia per il freddo che per il caldo con pompa di calore)  o parzialmente a gas ( metano o gpl) solo per il caldo. Sono particolarmente indicati per le installazioni civili e  per uffici anche di grandi dimensioni.

La differenza principale rispetto al multisplit sta nel fluido termovettore che circola nelle linee di collegamento tra unità esterna e unità interne, acqua anziché un refrigerante alogenato.

Il fan coil è una unità interna di un sistema, in cui il caldo o il fresco vengono prodotti facendo circolare al suo interno acqua calda o refrigerata. E’ un sistema ad espansione indiretta e, generalmente, la fonte di calore non è una pompa di calore, ma una caldaia. I termo convettori vanno considerati nell’ACE nel caso in cui l’impianto a pompa di calore costituisca l’impianto di riscaldamento prevalente dell’edificio.

I consumi dei due sistemi sono del tutto simili a parità di caratteristiche delle macchine.

Il confronto va fatto fra un centralizzato ad espansione diretta in tecnologia inverter ed un’analoga macchina che viene chiamata refrigeratore d’acqua in pompa di calore che gestisce i ventilconvettori, sempre in tecnologia inverter.

Quindi si devono paragonare inverter con inverter e on-off con on-off.

In entrambe le tecnologie il refrigeratore d’acqua adegua la sua potenza se in tecnologia inverter oppure spegne il compressore se in tecnologia on/off, nè più nè meno di un compressore al servizio di split.

Pulizia:

Condizionatore:

Split: nei filtri si annidano germi e batteri, ogni volta che accendete il vostro condizionatore, respirate ESATTAMENTE tutto quello che si trova al suo interno, compromettendo il vostro benessere. A questo punto non avete alternative, DOVETE PULIRE I FILTRI. In questo modo eviterete mal di testa e nausea e avrete garantita una maggiore efficienza dell’impianto oltre ad un minore spreco di energia. Operazione da eseguire almeno ogni 6 mesi. Se lo utilizzate solo in estate meglio pulirlo a maggio ( prima della prima accensione) ed a Settembre ( dopo l’ultima accensione).

Unità esterna: Anche l’unità esterna va pulita con la stessa cadenza di quella interna. Con un pennello togliere polvere e pollini e poi passare l’aspirapolvere.

Termoconvettore: Per due volte l’anno, i termoconvettori hanno bisogno di questa pulizia, effettuata nel seguente modo: prima di tutto bisogna togliere lo schermo protettore. In secondo luogo, bisogna pulire e disinfettare il radiante e la vaschetta che raccoglie la condensa. Poi bisogna verificare in che condizioni è il filtro, se è particolarmente usurato, potete cambiarlo. Tutte queste pulizie devono essere effettuate con prodotti specifici dei quali potete chiedere consiglio alla ditta produttrice del termoconvettore.

Ricarica Gas:

Se il condizionatore non riesce a raffreddare la stanza (in condizioni di buona coibentazione e di un buon dimensionamento dell’apparato), la prima cosa da fare è controllare il gas refrigerante. In questo caso sarebbe più opportuno contattare un tecnico per verificare insieme che non vi siano perdite del gas refrigerante oppure potrebbe esserci necessità di ricaricarlo.

Il Fan coil non necessita di ricarica, essendo alimentato ad acqua.

Il sistema split è decisamente più semplice ed ha un rendimento di sistema leggermente migliore, lo sanno installare tutti.

Il sistema a refrigeratore d’acqua ha il grande vantaggio che può essere abbinato ad un’altra fonte di energia termica: pannelli solari, termocamini/termostufe/caldaie a biomassa, caldaie a gas in grado di riscaldare acqua.

Quest’ultima possibilità è particolarmente importante nella scelta quanto più è fredda la zona di installazione.

In generale in zona climatica F ed E meglio i ventilconvettori, in zona B e C split, in zona D è da vedere.

Comunque, riscaldare un’abitazione con split o fan coil non è il massimo, l’aria si raffredda subito appena spento, circola parecchia polvere e hai sempre aria in movimento nella stanza.

Io in casa ho i termosifoni con l’aggiunta del fan coil per riscaldare d’inverno ed è eccezionale perché in poco tempo la casa diventa subito calda e non è necessario tenere accesi i termosifoni più di un’ora.

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La mia fantasia golosa: I mitici Pancake

Chi di voi non ha mai sognato di svegliarsi con un profumino invitante che arriva dalla cucina?

Magari avete avuto una serata piacevolissima con il vostro partner, e la mattina dopo trovate il suo lato del letto vuoto.

Niente paura! La vostra dolce metà si è alzata presto per prepararvi una colazione con i fiocchi. Non so quali siano i vostri gusti, ma la mia fantasia golosa più sfrenata è iniziare la giornata con una montagna di pancake farciti con ogni tipo di leccornia possibile.

D’altronde non trovo giusto che solo ai protagonisti delle commedie romantiche americane  capiti questa fortuna.

pancake

Non è un’impresa titanica preparare queste deliziose frittelle, adatte sia per una colazione da campioni sia come sfizioso dessert.

Gli ingredienti sono molto semplici:

-200 gr di farina

-2 uova

-250 ml di latte

-1 cucchiaio di zucchero

– 2 cucchiaini di lievito in polvere

-1 pizzico di sale

-25 gr di burro

Come procediamo:

Mettete il burro in una padella a fuoco basso per farlo fondere. Non appena si sarà fuso spegnete la fiamma. Nel frattempo dividete gli albumi dai tuorli. Sbattete i tuorli in una ciotola utilizzando una frusta a mano e versateci il burro fuso, che nel frattempo si sarà raffreddato. Aggiungete a poco a poco anche il latte e non dimenticate di continuare a mescolare il composto fino a che non diventerà omogeneo.

Mettete insieme il lievito alla farina, curandovi di setacciarli, se necessario, per evitare che si creino dei grumi. Poi versateli nella ciotola con il composto che avete preparato.

Montate con la frusta anche gli albumi, che avevate messo da parte, aggiungendovi lo zucchero, fino a creare una spuma. Ora potete versarli con gli altri ingredienti nella ciotola per ottenere il composto finale.

Mettete a scaldare a fuoco lento una padella antiaderente, maggiore sarà il suo diametro e maggiori saranno le dimensioni dei vostri pancake. Versate al centro della padella un mestolo del vostro composto e vedrete iniziare la magia.

Non appena vedete dorato uno dei lati, potete girare il vostro pancake con una spatolina. Disponete le vostre creazioni una sopra l’altra su un piatto piano e preparatevi a sbizzarrirvi con le guarnizioni.

Oltre al classico sciroppo d’acero, meritano una chance di assaggio tutti i tipi di marmellate, la nutella con della panna montata sopra e, per chi ama la versione salata, potete abbondare con uova e fette di bacon croccante.

Dopo una scorpacciata del genere non potrete che iniziare la giornata con il piede giusto.

Buon appetito!

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Lavorare i festivi, sicuri che sia questo il vero problema?

lavorare festivi

Al giorno d’oggi la nostra generazione sempre più spesso si trova a dover affrontare innumerevoli colloqui di lavoro per riuscire ad arrivare ad una assunzione, la guerra è spietata e la maggior parte delle volte ci si presenta in tantissimi per un unico posto.

E così ci ritroviamo ad accettare condizioni lavorative che non approviamo e che ci fanno soffrire, distanze abissali da casa all’ufficio, trasferimenti in altre città, orari di lavoro lunghi e massacranti, nessun ticket per il pranzo, stipendi che partono dai 300 euro mensili utilizzando contratti di stage o di apprendistato. Per non parlare dell’assenza della meritocrazia, delle zero tutele per genitori e donne, dell’assenza di una vita oltre al lavoro,  perché se vuoi avere una vita privata sei un pigro e non ti va di lavorare “ fare 10 – 20 è il minimo se vuoi lavorare qui”.

https://erikastreppa.it/lavorare-troppo-e-dannoso-dopo-i-40-anni-largo-al-part-time

Parliamoci chiaro, la condizione lavorativa è pessima per la maggior parte di noi e lo sappiamo tutti.

Il punto non è se sia giusto o sbagliato che le attività commerciali siano aperte di domenica e festivi. Il punto fondamentale è il trattamento economico e contrattuale che viene dato ai lavoratori nell’ambito del commercio.

Il loro trattamento economico dovrebbe prevedere una maggiorazione  di stipendio nelle giornate festive e la possibilità di turni per permettere a tutti di godere di almeno una festività a scelta. Esattamente come dovrebbe prevedere il pagamento degli straordinari  dopo le otto ore lavorative, perché non è tanto il lavorare 10 ore (in realtà è sbagliato, e dovrebbe essere facile per il datore di lavoro poter assumere due persone part-time a sei ore con sgravi fiscali per evitare di  incidere sullo stipendio del lavoratore), l’errore sta nel pagare o sottopagare il lavoro nell’ambito del commercio.

Il problema non consiste tanto nell’apertura nei giorni festivi, perché ormai nel 2017 non possiamo permetterci di tornare indietro e non essere al passo con la globalizzazione. Ci sono attività, come la ristorazione, le forze armate, la sanità, ma anche gli stabilimenti balneari per tutta la stagione estiva, che non si possono concedere sabati, domeniche e altre festività. Tante attività prevedono di lavorare quando gli altri non lavorano, pensiamo ad esempio alle occupazioni notturne.

Non possiamo pensare di lavorare tutti dalle 8 alle 16 dal lunedì al venerdì, ci sono lavori che inevitabilmente necessitano di turnazioni durante i festivi. Potete boicottare i centri commerciali durante la domenica e le festività, ma considerate che alcune persone lavorando dalle 10 alle 20,  non hanno mai il tempo di concedersi una giornata di shopping se non durante la domenica o durante le feste, e molte altre, che lavorando dalle 9 alle 19 non hanno tempo, se non dopo le ore 20, di fare la spesa.

È proprio il mercato del lavoro a dover cambiare, ma la nostra società è troppo radicata per permettere un cambiamento deciso. Quindi abbiamo donne che fanno la spesa alle nove di sera perché tutto il resto del tempo nella giornata lo hanno passato lavorando o girando come trottole dietro ai figli e alla casa.

Se vuoi lavorare in Italia, attento a quello che scegli di studiare!

Viviamo in un paese dove i lavoratori vengono trattati come dei rompiscatole pretenziosi che si lamentano perché vorrebbero, oltre che lavorare, vivere la propria vita. In questo sistema sbagliato ci siamo dentro tutti. La carenza di lavoro fa sì che le persone accettino di lavorare in condizioni vergognose,  questo alimenta la richiesta di personale sempre più preparato, ma di manodopera a bassissimo costo, a discapito di professionisti e delle famiglie che alla fine non arrivano più a fine mese.

Quindi invece di concentrarci sul problema delle chiusure delle attività commerciali durante le festività, dovremmo preoccuparci soprattutto delle condizioni lavorative del paese nel quale viviamo, e delle quali non ci lamentiamo abbastanza.

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Convivenza? Si, grazie

L’idea di andare a convivere mette paura.

Ci vuole coraggio e, una volta iniziata l’avventura insieme, una grande pazienza e perseveranza.

Per questo dovete assolutamente farlo!

Convivere con un’amica/o o ancora meglio con la persona amata, è un’esperienza incredibile, alla quale non potete rinunciare solo perché bloccati da insicurezze infantili.

Condividere la casa con un’altra persona vi metterà alla prova, certo, ma cambierà anche la prospettiva della vostra quotidianità. Convivere vi regalerà sorrisi inaspettati e momenti di pura ilarità.

Vi renderete conto di quanto non fossero poi così assurde certe raccomandazioni di vostra madre. “E’ un’ora che sei sotto la doccia, lasci un po’ di acqua calda pure a noi? Appena hai finito togli i capelli dallo scarico e passa la pezzetta sul vetro della doccia.”, “Non puoi tenere le luci di tutta casa accese”, ” Raccogli i calzini e mettili nel cesto dei panni sporchi”. Queste sono tutte cose ovvie, che saranno la normale evoluzione del vivere senza genitori, sarete voi gli adulti e dovrete occuparvi di tutto, senza sconti.

Ma oggi parleremo della convivenza intesa come vivere insieme e non  delle inevitabili problematiche che il vivere senza “ mamma che fa tutto”, vi porterà ad affrontare. La fatica del vivere da soli c’è. Ma non c’entra il vostro partner, a meno che non abbiate già vissuto da soli prima.

Non possiamo dire che sia una passeggiata di salute, difficilmente tutto quello che l’altra persona farà vi andrà a genio. Ma vi sarà subito chiaro che il gioco vale la candela.

https://erikastreppa.it/uomini-e-donne-chi-ama-di-piu-fare-zapping-in-tv

Non vi entusiasma l’idea di gironzolare con lo spazzolino in bocca per casa mentre il vostro partner si intrufola furtivo in bagno e vi chiude fuori per almeno mezz’ora? Immaginate la poesia di essere svegliati dal profumo dolce del caffè e dalla voce soave del vostro amore che vi incita ad iniziare l’ennesima giornata di lavoro. Dopo una decina di sbadigli vi trascinate in cucina e la tavola è già apparecchiata per due, con qualsiasi tipo di leccornia, una colazione degna di un hotel extra lusso.

La convivenza è piena di momenti meravigliosi, non solo discussioni su chi metterà a fare la lavatrice o su chi pulirà i pavimenti. Potrebbe servire fare un plan sul chi fa cosa, ma se qualche volta non lo farà nessuno e resterà tutto com’è, non accadrà niente di grave, perché ora siete a casa vostra, e siete solo voi a decidere quando e come fare le faccende, voi a decidere quando e come lavare i panni, i pavimenti, le tapparelle, i lampadari, il corrimano e se farlo o no!

Date retta a me, fregatevene, la casa non deve sempre sembrare uno specchio, certo è una casa e non una palude, ma organizzandovi potrete gestire il vostro tempo al meglio per fare anche altro. La cosa che dovete tenere bene a mente è Di-ver-ti-te-vi!

Lasciatevi andare, imparate a divertirvi insieme.

Convivere è guardare abbracciati la tv, cucinare insieme, chiacchierare la sera a cena di tutto quello che è successo durante la giornata, dormire fino a tardi tenendosi la mano,  fare le puzzette nel letto e poi ridere, abbracciarsi mentre si lavano i piatti, piangere, sbuffare, fare l’amore, scoprire che passare il week end a casa sotto le lenzuola, insieme, è probabilmente la migliore terapia per la felicità.

Condividerete tutto, l’armadio, la scrivania, i cibi sfiziosi e quelli più sani, le piccole e  grandi cose saranno più facili insieme. Stare accanto alla persona amata nel bene e nel male, anche quando dovrete tenergli i capelli per un attacco di nausea dovuto ai bagordi della sera prima.

La convivenza spaventa, così come il matrimonio, ma  i cambiamenti fanno sempre paura. Ci piace crogiolarci nelle situazioni che conosciamo, nella nostra zona cuscinetto, ma non c’è niente di meglio che lanciarsi col paracadute ad alta quota. Avrete una paura fottuta prima di lanciarvi, ma una volta in cielo, vi renderete conto che il gabbiano Jonathan Livingston aveva ragione da vendere e che volare senza una rete protettiva sotto di voi è la cosa più emozionante che esista.

Quindi aprite le vostre ali e gettatevi nel vuoto!

Ek

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Come lasciare a bocca aperta la vostra suocera altolocata

E’ ormai quasi un anno che convivete con la vostra compagna e non avete mai invitato a cena i suoceri, nonostante lei ve lo chieda ogni fine settimana più o meno velatamente?

E’ arrivato il momento di fare il grande passo e accogliere nella vostra magione i genitori della vostra dolce metà. Come dite?

Sua madre ha discendenze nobili? E’ una signora estremamente attenta al galateo e ha già dimostrato di notare qualsiasi dettaglio fuori posto? L’articolo di oggi vi spiegherà come apparecchiare la tavola in maniera impeccabile, e lascerà a bocca aperta la “contessa” vostra ospite.

Naturalmente abbiamo un po’ esasperato la situazione, dubito che nel vostro appartamento dobbiate ospitare la regina Elisabetta, ma presentare una tavola elegante ed apparecchiata seguendo quasi alla lettera i dettami del galateo, non potrà che farvi guadagnare punti agli occhi di vostra suocera e, di conseguenza, a quelli della vostra amata.

apparecchiare la tavola giusto

LA TOVAGLIA

Se per la colazione sono comode e simpatiche da vedere, non vi venisse in mente di apparecchiare la tavola con le tovagliette colorate che usate al mattino, ancora sporche di marmellata e macchiate di caffè. Scegliete una tovaglia semplice, non è importante che sia a tinta unita o con una sobria fantasia, ma fate in modo che si abbini al colore dei piatti. Fondamentale è che abbia la stessa forma del tavolo (rettangolare, quadrata, tonda) e che abbia una caduta laterale di 30 cm circa.

Se volete dare un tocco in più, aggiungete un centrotavola, a tema floreale o a base di frutta fresca. Non esagerate con le dimensioni per due motivi: 1) Non deve ridurre troppo lo spazio a vostra disposizione sul tavolo; 2) Tutti i commensali devono potersi guardare negli occhi senza dover muovere il collo di qua e di là tutta la sera per via dell’altezza della vostra composizione.

I PIATTI

Se avete intenzione di servire una cena completa di tutte le portate, sappiate che vi dovrete procurare un servizio di piatti di almeno 16 pezzi. Il galateo consiglia di posizionare prima il piatto piano per il secondo (7), sopra ad esso quello per il primo (6) (a meno che non si tratti di una zuppa o una minestra, sarà anche questo un piatto piano) e infine il piatto dell’antipasto (5), leggermente più piccolo.

Come chicca finale, potete mettere in alto a sinistra (secondo alcuni andrebbe a destra) un piattino per il pane (12), magari coperto da un tovagliolo.

A mio avviso dei bei piatti bianchi e lucenti sono la soluzione più elegante.

LE POSATE

Cominciamo da quelle da dessert. Posizionate orizzontalmente davanti ai piatti, la forchetta con il manico volto verso sinistra (14) e il cucchiaio (13) verso destra.

Alla sinistra del piatto sistemate la forchetta della portata principale (3), che sarà vostra cura cambiare tra la prima e la seconda portata. Ad un paio di cm alla sua sinistra disponete la forchetta da antipasto (2). Alla destra del piatto sistemate il coltello della portata principale (8) (anche questo da cambiare fra il primo e il secondo), alla sua destra disponete il coltello da antipasto (9). Ancora più a destra mettete un cucchiaio per la portata principale (10) Nel caso in cui sia prevista una minestra o una zuppa dovete aggiungere, sempre sulla destra, un ulteriore cucchiaio.

I BICCHIERI

Il bicchiere per l’acqua (15) va disposto a destra del piatto, sopra i coltelli. Procedendo verso destra la coppa o il calice per il vino rosso (16) e quella per il vino bianco (17).

I TOVAGLIOLI

Ci sono due scuole di pensiero riguardo alla posizione del tovagliolo. La prima preferisce collocarlo sul piatto dell’antipasto, la seconda sceglie di posizionarlo a sinistra del piatto (1)accanto alla forchetta più esterna.

Le regole di base sono quelle che vi ho appena esposto, esistono numerose varianti a seconda della formalità della cena o del ricevimento.

Un ultimo consiglio che mi sento di darvi è quello di far trovare agli ospiti  la tavola già apparecchiata, in modo da non creare imbarazzo sia in loro, che saranno in dubbio sul dovervi aiutare o meno, sia in voi, che non avrete tempo di correggere eventuali errori di disposizione di fronte agli occhi inquisitori della vostra carissima suocera.

Buon appetito e in bocca al lupo per la cena!

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Da dove nasce la tradizione del Pesce d’Aprile?

pesce d'aprile

Ci sono diverse teorie riguardo l’origine della tradizione del Pesce d’Aprile.

La più conosciuta ne colloca la nascita nella Francia del XVI secolo. Prima dell’entrata in vigore del calendario Gregoriano, avvenuta ufficialmente nel 1582, in Europa si celebrava il Capodanno tra il 25 marzo ed il primo aprile ed era usanza scambiarsi dei doni in questo periodo.

In seguito alle riforme di papa Gregorio XIII il capodanno venne spostato al 1 gennaio, ma rimase la tradizione di scambiarsi scherzosamente dei pacchi vuoti il giorno primo aprile, per simboleggiare quella festività non più esistente. Tale usanza venne soprannominata  “poisson d’Avril” , pesce d’aprile appunto.

Una delle teorie più antiche fa risalire la nascita del Pesce d’Aprile al beato Bertrando di San Genesio, patriarca di Aquileia dal 1334 al 1350, che avrebbe salvato il papa dal soffocamento dovuto ad una spina di pesce rimastagli in gola. Il pontefice, in segno di gratitudine, decretò che il primo aprile ad Aquileia non si mangiasse pesce.

Infine un’altra teoria divertente è da ricollegarsi alle prime pesche primaverili. I pescatori tornavano spesso a mani vuote dalle pesche dei primi giorni di aprile, perché i pesci non avevano ancora ripopolato i fondali. Per questo motivo erano oggetto di scherno da parte dei compaesani.

In Italia il Pesce d’Aprile arrivò tra il 1860 e il 1880 e prese piede prima fra i ceti medio-alti, da sempre avvezzi agli scherzi, si diffuse, poi, fra tutta la popolazione.

Nel Regno Unito e in America il primo di aprile si festeggia l’ “April fool’s day” (“Il giorno dello sciocco d’aprile”).

La tradizione più simpatica, che si è in seguito diffusa anche in Italia, appartiene alla Scozia dove in quella data si festeggia il Gowkie Day (letteralmente “il giorno del cuculo”). Pare che proprio qui sia nato il diffuso scherzo di attaccare sulla schiena delle vittime un foglio con la scritta “Kick me” (dammi un calcio).

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Proteggete le vostre mani: Meglio guanti in lattice o di gomma?

Dopo aver fatto le pulizie domestiche, in particolare dopo aver lavato i piatti, hai le mani secche e screpolate? Le hai protette adeguatamente, considerando che nello svolgimento delle faccende verrai a contatto con prodotti chimici che potrebbero provocare da semplici irritazioni fino a più gravi ustioni chimiche?

La soluzione per evitare che le tue mani invecchino molto prima di te consiste nel proteggerle con i guanti.

Vediamo insieme quali rischi si corrono nel tralasciare questo semplice accorgimento:

1.Le mani sono il tuo biglietto da visita sia nelle relazioni sociali, sia in alcuni lavori. Meglio evitare, quindi, di seccarle sottoponendole a continui cambi di temperatura sotto acqua calda e fredda per interminabili minuti. PROTEGGETELE CON I GUANTI. Non sempre le creme idratanti posso salvarvi dall’avere mani screpolate e secche.

2. Magari avete cambiato il vostro sapone per i piatti e il nuovo prodotto contiene ingredienti ai quali siete allergici. Perché rischiare di ricoprirsi di antiestetiche e fastidiose bolle sulle braccia. PROTEGGETE LE MANI CON I GUANTI.

3. Ci sono anche degli “incoscienti” che maneggiano prodotti ancora più aggressivi dei canonici saponi per piatti, come ammoniaca e candeggina o addirittura idraulico liquido. In questi casi il rischio di un’ustione chimica è a portata di mano. PROTEGGETEVI CON I GUANTI.

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QUALI SONO I TIPI DI GUANTI PIù COMUNI?

C’è da dire che il mercato ha ormai creato dei modelli super sicuri e super comodi, felpati, con prodotti emollienti all’interno che coccolano le tue mani anche mentre stai lavorando con prodotti “pericolosi”, super sottili, ma super resistenti etc.

I più comuni sono senza ombra di dubbio quelli in lattice e quelli in gomma.

GUANTI IN LATTICE.

guanti lattice

Esistono sia quelli “usa e getta”, che quelli più spessi e duraturi. I primi hanno il vantaggio di essere molto sottili, comodi ed economici, ma non assicurano una protezione adeguata in caso di contatto con oggetti taglienti o con prodotti altamente corrosivi, come i secondi.

GUANTI IN GOMMA.

guanti gomma

Se dovete maneggiare prodotti altamente corrosivi come la candeggina o l’idraulico liquido e volete stare tranquilli, utilizzate i guanti in gomma. Questo tipo di guanti, essendo, di solito, meno stretto e aderente alle mani, le farà sudare di meno. L’unica pecca è che sono meno comodi, in quanto il loro spessore vi concederà una sensibilità minore rispetto a quelli di gomma.

Su qualsiasi tipologia di guanti ricada la vostra scelta, ricordate di sciacquare le mani con sapone neutro alla fine delle pulizie, ma soprattutto di utilizzare la crema idratante. Vi consiglio di idratare le mani prima di andare a dormire, in maniera da lasciare che la crema agisca per tutta la notte, donandovi al mattino delle mani morbide e piacevoli da toccare.

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