Il museo più famoso del mondo, il Louvre di Parigi, ben presto potrebbe essere accessibile solo tramite prenotazione obbligatoria.
File chilometriche dentro e fuori al museo
Sono circa 30 mila i turisti che ogni giorno sfidano il caldo, ma soprattutto le file interminabili, per ammirare le splendide opere presenti al Louvre. Come era prevedibile è la Gioconda di Leonardo il quadro che ambiscono tutti a vedere da vicino per riuscire a scattare un selfie da piazzare in bella mostra sul profilo di facebook o di instagram.
Un pomeriggio di fine luglio la direzione del museo è stata costretta a chiudere, denunciando il tutto esaurito. Migliaia di appassionati d’arte sono rimasti con il cerino in mano davanti alla piramide d’entrata.
E’ Monna Lisa mania
In seguito agli attentati terroristici il flusso di turisti era sensibilmente diminuito, ma nell’ultimo anno si stanno riscontrando numeri da record. Nel 2018 si sono registrate oltre 10 milioni di presenze, nel 2019 questo dato è destinato ad aumentare.
Tutti, o quasi, entrano con in mente una tappa obbligata, arrivare più vicino possibile alla Gioconda per immortalarla in uno scatto che testimoni l’impresa compiuta.
Il 16 luglio, il quadro più famoso del mondo è stato spostato dalla Salle des Etats (attualmente in fase di restauro) alla Galleria Medici. Questo cambio di collocazione ha contribuito a creare ingorghi ancora maggiori all’interno del museo.
Novità importanti in vista
L’amministrazione generale del Louvre intende permettere l’ingresso al museo solo attraverso una prenotazione obbligatoria. La misura potrebbe cominciare ad essere attuata già ad ottobre di quest’anno, ma non mancano le polemiche in merito.
I visitatori da ogni parte del mondo lo trovano un provvedimento insensato: “Oltre alla Gioconda sono in mostra più di 35.000 opere, sarebbe più giusto scegliere soltanto alcune parti del museo accessibili con prenotazione, in modo da non penalizzare quelle zone meno conosciute che sono quasi sempre semi-deserte”.
La vita in ufficio non è sempre facile, si cerca di andare d’accordo con tutti, ma le relazioni interpersonali con i colleghi sono complicate.
Un po’ come il liceo, anche l’ufficio è una vera e propria scuola, che ti insegna a vivere e a stare al mondo. Una palestra per imparare a gestire i rapporti con persone dal carattere e dalla personalità totalmente diversi dai tuoi.
Le categorie di “compagni di classe”
Come a scuola avevi il tuo compagno di banco, in ufficio c’è il collega del cuore, su cui sai di poter contare e che sarà sempre disposto ad aiutarti con una consegna, pur facendo tardi la sera.
Troverai il primo della classe, sempre pronto ad alzare la mano ed a farsi notare. L’invidioso, quello che “se il professore ti ha messo sette allora lo deve avere anche lui”, e così eccoli che ti additano di guadagnare troppo rispetto a loro, che avete lo stesso carico di lavoro e non importa se avete 3 lauree in più, loro vogliono quanto o più di voi.
E come c’era lei, la ragazza più bella che vi ha fatto battere il cuore, oggi c’è una giovane donna che sperate di incontrare alla macchinetta del caffè o che stalkerate per capire quando stacca da lavoro per, casualmente, incrociarla in ascensore.
Immancabile il bulletto che vi rubava la merenda dallo zaino e che oggi si prende i meriti al posto vostro. Il secchione che lavora senza sosta, che non sa dire di no ai colleghi che si approfittano del suo buon cuore e della sua buona volontà.
E poi c’è lui, il preside. Il capo che non esce mai dalla sua stanza. Se ne sta lì, seduto alla sua scrivania di radica e non si sa bene cosa faccia tutto il giorno. L’importante è che nessun professore/responsabile di settore vi ci mandi mai per una punizione.
Siamo tutti lì, sono tutti lì. Le dinamiche che pensavate di esservi lasciati alle spalle, dopo il lancio immaginario dei tocchi il giorno del diploma, vi si riproporrano davanti in una forma nuova, ma familiare.
I popolari, i nerd, i gossipari sono tutti intorno a voi, e se come me, non siete mai stati tipi da etichette e non avevate un gruppo specifico, forse li saprete riconoscere meglio di altri.
Difficile non arrabbiarsi in ufficio
Impossibile non trovare in ufficio una figura che ci faccia uscire fuori di testa. L’attacco di rabbia, però, non manifesta la nostra forza, ma esattamente il contrario: la nostra fragilità e la nostra inadeguatezza nel risolvere un problema.
Non dobbiamo vivere con negatività colui che ci fa arrabbiare. Dovremmo utilizzarlo come mezzo per migliorare noi stessi, per imparare a lasciar correre qualche volta (non sempre) e a scegliere le nostre battaglie.
La rabbia non arriva dalla parte più nobile del cervello, quella che nel corso della storia ci ha permesso di inventare meraviglie, ma dalla parte primitiva, che condividiamo con gli animali dal brutto carattere e con Paperino.
Siamo un po’ tutti Paperino quando prendiamo a calci una sedia, quando lanciamo le cose dalla scrivania, quando urliamo rabbiosi frasi senza senso.
Vediamo allora insieme le tipologie di persone moleste in ufficio, e come trasformarci da Paperino a Flemmatico Britannico che sorseggia Tè.
Come confrontarsi con le figure mitologiche dell’ufficio
Di fronte a colleghi di lavoro con cui non si riesce a instaurare un sano rapporto professionale, non c’è attività di team building o welfare che tenga, ma noi cercheremo di trovare degli escamotage per sopravvivere.
IL PIGRO
Ripetuti ritardi, malattie frequenti, quando c’è staziona per ore davanti alla macchinetta del caffè. Si sente molto in ufficio: continui sospiri, finge di essere sempre pieno di lavoro, continui andirivieni nei corridoi come se avesse mille cose da fare, continue telefonate. Appare al 100% coinvolto nel suo lavoro. Nessuno osa avvicinarsi a lui per non disturbarlo nelle sue importanti e urgentissime attività. E invece lui bighellona tutto il tempo e il lavoro si accumula.
Come gestirlo: Semplicemente ignorateli! Non lasciate che vi captino nel loro radar perché se questo dovesse avvenire vi farebbero impazzire, facendovi chiedere come fanno a stare in pace con loro stessi non facendo nulla per tutta la giornata lavorativa. Sgridarli non servirà a molto perché quello che direte gli entrerà da un orecchio e gli uscirà dall’altro. Sappiamo tutti che agli occhi del capo appaiono come lavoratori infaticabili, quindi lamentarsi di loro coi superiori non servirà a nulla. Ignorateli e continuate regolarmente la vostra giornata lavorativa.
Siate orgogliosi del fatto che lavorate per vivere e vi guadagnate meritatamente il vostro denaro. Bisogna ammetterlo: guadagnare dei soldi perdendo tempo è un talento naturale, tuttavia non è un talento appagante. Queste persone non sanno che cosa vuol dire portare a termine con successo un lavoro e guadagnare uno stipendio per questo. Continuate a vivere la vostra vita con soddisfazione e lasciate che loro perdano tempo.
Guardare un collaboratore pigro underperform ogni giorno può essere fastidioso. Ma se il capo è d’accordo con il suo comportamento e ciò non influenza il vostro carico di lavoro, non consideratelo un vostro problema. Diventa affar tuo se la pigrizia di un collega influisce sulla tua capacità di svolgere il tuo lavoro. Una discussione schietta su ruoli, responsabilità e lavoro di gruppo dovrebbe essere avviata e portata al capo, se necessario.
IL GOSSIPPARO
Farebbe invidia a un agente della CIA. Sa sempre tutto e lo sa prima degli altri. È a lui che dovete rivolgervi per avere qualsiasi notizia stiate cercando. Conosce nel dettaglio ogni singolo assunto ed è quasi sempre al corrente delle strategie aziendali. O lo amate o lo odiate.
Non sempre per quel che racconta è davvero utile, ma tra le migliaia di informazioni che sciorina c’è quella che potrebbe fare al caso vostro. Il posto perfetto per instaurare un rapporto con lui è in mensa o alla macchinetta del caffè, è lì che si ritrova con gli altri come lui e si aggiorna sugli avvenimenti del microcosmo lavorativo.
Pro: Un suo racconto può farvi evadere dal grigiore della vostra monotona giornata lavorativa.
Contro: Meglio che non scopra i vostri segreti più imbarazzanti, potrebbero diventare di dominio pubblico in men che non si dica.
COME GESTIRLO:
Di fronte all’amante del gossip potete fare due cose:
Evitare qualsiasi riferimento a questioni private e limitandovi allo stretto indispensabile per il lavoro;
Responsabilizzarlo chiedendo conferma di quanto sta affermando con domande tipo “Sei certo di quello che dici? Se è come dici forse è meglio avvertire il capo, sono informazioni molto importanti”. Questo è un buon modo per fargli capire che non può spiattellare ai quattro venti tutto di tutti perché, inevitabilmente, i suoi pettegolezzi potrebbero arrivare al capo.
LO SPLENDIDO
È il Tom Cruise dell’organizzazione. Non perde mai l’entusiasmo, corre da un reparto all’altro ed è amato da tutti, soprattutto dai capi. È difficile stargli dietro perché prende subito l’iniziativa e sembra non sbagliare mai un colpo. Ma come fa ad avere sempre le riposte giuste? Non lo sapremo mai, ma siate preparati, questa tipologia ha spesso il carisma delleadere in qualche modo vi troverete a entrare nella sua orbita, attratti da lui come da un Sole.
Pro: C’è sempre qualcosa da imparare, la sua proattività è un esempio virtuoso per tutti.
Contro: Riuscire a stargli dietro può essere faticoso. Prima di lanciarvi all’inseguimento di una persona così, osservatela da lontano; anche lui ha dei punti deboli, non fatevi ingannare!
COME GESTIRLO: La Guest Star va gestita con astuzia a vostra vantaggio. Se si tratta di un vostro superiore, badate bene di non criticarlo di fronte ad altre persone per non demolire il suo ego. Fategli notare l’errore ipotizzando che possa essersi trattato della svista di qualcun altro.
IL LAMENTOSO
Se c’è qualcosa che non va lui l’ha sperimentato di persona. Ha un problema con il capo, con le risorse umane, con l’ultima paga, persino con la macchinetta del caffè e con l’aria condizionata. Non c’è mai nulla che sembra andargli per il verso giusto, e non fa che condividere con tutti la sua frustrazione. La maggior parte delle volte dai colleghi come questi cerchiamo di girare alla larga, ma può capitare di finire intrappolati nella loro rete e dover ascoltare tutte le loro lamentele.
Pro: Se siete di cattivo umore una chiacchierata con lui o lei potrebbe risollevarvi la giornata.
Contro: La negatività può essere contagiosa, state attenti!
COME GESTIRLO: Se avete una discreta confidenza con il collega ansioso potreste provare a suggerirgli delle sedute con uno specialista. Se preferite non urtare la sua sensibilità provate a indirizzarlo su argomenti piacevoli e positivi. E’ fondamentale non adeguarsi al suo stato d’animo perennemente negativo.
IL RUBACUORI
Ci sono persone che catalizzano la nostra attenzione non appena le vediamo. Sono affascinanti, spesso di bella presenza, passeremmo ore ad ascoltarle. Non c’è gruppo di lavoro dove non ci sia un rubacuori e questa tipologia di colleghi è ben consapevole del fascino che emana, al punto che lo utilizza con disinvoltura per collezionare conquiste.
Di solito i rubacuorinon sono una vera autorità all’interno dell’ufficio, ma utilizzano tutte le armi in loro possesso per farvelo credere. Di positivo c’è che queste persone amano l’ambiente lavorativo in cui sono immersi, sono perciò affidabili e quasi sempre presenti, non cercano scuse per rimanere a casa e non fanno assenze ingiustificate.
Pro: Il fascino che emanano può essere un vero toccasana, la loro presenza può essere un incentivo per andare più contenti a lavoro.
Contro: Spesso sono selettivi, non rivolgono a tutti le loro attenzioni, non rientrare nel loro giro potrebbe essere negativo per la vostra autostima.
COME GESTIRLO: Guardare e non toccare potrebbe essere la strategia più prudente, ma se dovesse essere lui ad approcciarvi, tenetevelo buono, potrebbe essere un alleato prezioso quando ci sarà da chiedere favori a qualcuno che è particolarmente sensibile al suo fascino.
LO YES MAN
Dice sempre di sì, a ogni proposta, a ogni compito, anche a ogni rimprovero. Non perde occasione per impressionare il capo e spesso è il suo tirapiedi. Di solito gli yes-man tendono a formare un gruppo unito, si ritrovano tra loro, parlano solo tra loro (e con i boss), sono i primi ad arrivare e gli ultimi ad andarsene. Non sono molto amati dalle altre tipologie di colleghi, soprattutto perché spesso si arrogano il diritto di dire a voiquello che dovete fare e come dovete farlo, e non perdono occasione per andare a riferire al capo quello che avete fatto (e secondo loro non avreste dovuto fare, o almeno non così).
Pro: Sono così smaniosi di fare e farsi notare che potrebbero togliervi qualche impiccio.
Contro: Tendono a fare la spia.
COME GESTIRLI: Amano essere visti come i primi della classe dai capi, provate ad essere accondiscendenti con loro, facendoli sentire importanti. Se avete dubbi su qualche progetto chiedete il loro consiglio, in modo che non possano criticarvi nel caso di un vostro errore, perché sarebbe indirettamente anche colpa loro.
IL RUMINATORE SERIALE
Lo trovate sempre intento a sgranocchiare qualcosa. Che sia fame nervosa o un metabolismo che lavora alla velocità della luce non ci è dato saperlo, l’unica cosa che sappiamo è che la sua scrivania è sempre imbandita (e spesso disordinata), la sua bocca sempre piena. Se avete una cucina condivisa questo individuo ne sarà il re indiscusso. Gli odori che si spandono per il corridoio sono opera sua, il microonde ruota da ore solo per scaldare le sue portare.
Pro: Nel bel mezzo si una crisi ipoglicemica sapete a chi potete rivolgervi.
Contro: Se siete sotto pressione, allo scadere di una deadline fondamentale o più semplicemente vi siete svegliati con il piede storto, tutto quello sgranocchiare potrebbe darvi sui nervi.
COME GESTIRLO: E’ fondamentalmente innocuo, magari un po’ disordinato. Fossi in voi eviterei di lasciargli un documento urgente da lavorare sulla scrivania, potreste ritrovarlo, dopo pochi minuti, impiastricciato di cioccolato.
IL SEMPRE PRESENTE
Se avete una presentazione da terminare e siete costretti ad arrivare in ufficio la mattina alle 6 o andarvene la sera alle 23, state pur certi che lui ci sarà. Il sempre presente fa parte di quella categoria di colleghi che non dormono mai,sempre disponibili, sempre impegnati. Verrebbe da chiedergli: ma ce l’hai una casa?
Pro: Sono reperibili anche quando il mondo intero sembra avervi abbandonato.
Contro: Con loro che arrivano alle 7 anche arrivando in orario vi sembrerà di arrivare in ritardo.
COME GESTIRLI: A meno che questa “patologia” non affligga il vostro capo o il collega con il quale siete in competizione, considerate i “sempre presenti” come una risorsa preziosa e qualche volta ringraziateli invitandoli ad un aperitivo per farli distrarre un po’.
IL SIMPATICO
È sempre pronto a fare una battuta, e non c’è evento aziendale che non lo vedrà protagonista di un racconto divertente o di una serie di barzellette. Nulla sembra metterlo di cattivo umore ed è capace di sdrammatizzare qualsiasi cosa. Non sono facili da collocare, ve li ritrovare dietro nei momenti più inaspettati, pronti a qualche perla delle loro, ma svaniscono dopo poco, decisi a dispensare buonumore da qualche altra parte.
Pro: Una chiacchierata di cinque minuti con loro può cambiarvi la giornata.
Contro: Ci sono giorni in cui avete bisogno di piangervi addosso, ascoltare canzoni tristi e fantasticare sul barattolo di gelato che vi aspetta a casa. In quei giorni… stategli alla larga.
COME GESTIRLI: Sono una medicina, se avete bisogno di staccare la spina da una consegna molto impegnativa, entrate nel loro radar per 5 minuti e poi tornate a lavoro. Come qualsiasi farmaco, una dose eccessiva può provocare effetti collaterali come irritazione e sbattimenti al muro per l’eccessiva felicità ostentata.
IL POLEMICO
Ci sono quelli che cercano di evitare le discussioni e quelli che sembrano nati per far polemica. Con questi ultimi il rischio di alzare i toni e trovarsi in mezzo a vere e proprie litigate è sempre dietro l’angolo. Alle riunioninon perdono mai occasione di far notare che qualcosa non è stata fatta come loro ritengono avrebbe dovuto essere fatta, e possono trasformare il meeting in un campo minato. È bene sapere quali sono gli argomenti da evitare per non innescare la miccia, ma spesso le loro sfuriate sono inevitabili, preparatevi perché prima o poi saranno dirette a voi.
Pro: Non sono capaci di tenersi nulla per loro, sono quindi molto sinceri.
Contro: Le polemiche inutili rischiano di ritardare il lavoro, spesso per questi individui la parsdestruens è – purtroppo – molto più rilevante di quella costruens.
COME GESTIRLI: Sarebbe meglio tenerli lontani con l’aglio o con le croci, ma se non dovessero essere sensibili a questi stratagemmi, provate a ribadire colpo su colpo. Fateli ragionare chiedendogli, magari davanti ad un superiore: “Caro … potresti gentilmente spiegarci come questa tua polemica può esserci utile a risolvere il problema che si è creato”?
LA COPPIA
Quando si passa molto tempo in un certo ambiente è facile invaghirsi di qualcuno che questo ambiente lo frequenta tanto quanto noi, qualcuno con cui ci troviamo a condividere momenti positivi e negativi, che vediamo tutti i giorni e con cui parliamo anche di argomenti non lavorativi. Ci sono infatuazioni che non si spingono mai oltre e amori che sbocciano (e a volte sfioriscono) tra le mura lavorative. Può capitare anche che alcune coppie si dichiarino, altre che cerchino di mantenere la loro relazione segreta ai colleghi. In questo caso il dubbio potrebbe essere fastidioso, ma la privacy va rispettata. Non incaponitevi, nel caso lo vogliano saranno loro a venire allo scoperto, stanarli non spetta a voi.
Pro: Se l’amore è nell’aria possono beneficiarne tutti.
Contro: Nel caso arrivaste a uno scontrocon uno dei due consideratevi ai ferri corti anche con l’altro della coppia.
COME GESTIRLI: Conquistatene uno e l’altro sarà dalla vostra parte per sempre, a meno che non abbiate conquistato la metà della coppia del sesso opposto al vostro. In quel caso è probabile che una guerra di gelosia possa scatenarsi di lì a breve.
IL DISORGANIZZATO
È il Lebowski della situazione. Arriva puntualmente in ritardo e trafelato perché gli capitano ogni giorno mille peripezie e disavventure nel tragitto casa-lavoro. Si dimentica sempre qualcosa di fondamentale e, per questo, ha un motivo per chiedervi un favore, coinvolgendovi nel suo caos.
QUANTO E’ DISORGANIZZATO?
Se è semplicemente un po’ distratto e caotico, potete provare ad aiutarlo insegnandogli a pianificare il lavoro. Se la disorganizzazione è solo una manifestazione di una piaga molto più purulenta come la pigrizia, allora dovrete comportarvi diversamente. Cercate di non essere coinvolti in progetti lavorativi insieme a lui, potrebbe rivelarsi una pesantissima palla al piede.
E voi che tipo di collega siete? Quali altre categorie vi vengono in mente? Lasciateci un commento qui sotto!
Intanto il rodatissimo Filippo Bisciglia è una presenza rassicurante con le sue espressioni di conforto che tira fuori chissà da quale recondito cassetto. La sua pazienza è da oscar ed i suoi consigli ai fidanzati che si scannano degni di un sensei navigato.
Ho scoperto questo programma l’anno scorso, quando una mia amica ha organizzato la serata Temptation Island a casa. All’inizio l’ho ritenuta un’assurdità, ma dopo due puntate e mille risate, ero letteralmente colpita e non vedevo l’ora di vedere la puntata successiva.
Tutto questo precede la domanda: ma perché a noi piace così tanto questo programma?
I dati Auditel estivi, anche per merito di Temptation Island, non hanno nulla da invidiare ai tanto decantati dati invernali. Le puntate finali delle varie edizioni raggiungono quasi sempre i 4 milioni di spettatori, mica male!
Con questi ragazzi che decidono di raccontare all’Italia intera le loro “privatissime” dinamiche personali, con sbandate da adolescenti, corna vere o presunte e scenate ultra trash. A livello di contenuti è un programma con poca roba, ma se ha un successo così evidente, in estate inoltrata e con storie piene di “poraccitudine”, la domanda posta all’inizio è d’obbligo.
Sarà per i picchi di suspense super trash? Sarà perché il divertimento nel “perculare” qualunque cosa sui social è tanto e ci fa sentire tutti uniti? O perché ci piace commentare e coalizzarci?
Probabilmente perché i pianti, i litigi e le tentazioni ( vere o presunte) esaltano il telespettatore, tanto che non è raro vedere amiche che ridono a crepapelle sul divano o saltellano sui letti con un misto di imbarazzo e ghigni mentre mangiano gelato o patatine. Diciamo che è come per i film splatter che non vorremmo mai guardare, ma che poi sbirciamo tra le dita mentre ci copriamo gli occhi. Un fenomeno che diventa argomento di conversazione sui social, perché alla fine si sa, a tutti piace farsi i fatti degli altri, è questo il fenomeno più antico del mondo, è scritto nel nostro DNA.
Se poi ci aggiungi che le sfighe amorose altrui ti fanno sentire che alla fine non sei solo e che dai, non ti sta andando così male e non sei poi così perdente come immaginavi. In più sono programmi leggeri, poco impegnativi che non richiedono attenzione costante, così nel frattempo puoi chiacchierare con chi ti sta accanto, mandare messaggini, chattare, stare sui social, cucinare e fare tutto quello che vuoi mentre ti fanno fare due risate e nei giorni più pesanti e faticosi ridere di gusto è sempre un piacere. Per finire mostrano il bello ed il brutto che c’è nella vita.
Chi guarda il programma? Piace a tutti, non solo alle persone di livello culturale più basso, ma anche a quelle più colte che vogliono misurare il livello di degrado sociale e cercano spunti di analisi psicologica, sociologica e antropologica. Essere colti oltretutto non è sinonimo di serietà, esattamente come una persona bella non è necessariamente sciocca. Alla fine questo programma spinge a riflettere ed a prendersi meno sul serio, ridendo dei propri difetti ricordandosi che nessuno è perfetto.
Detto ciò preparate i pop-corn o il gelato e chiamate le amiche, Temptation Island tornerà presto in onda con la quinta stagione, promettendo anche quest’anno risate e pettegolezzi hot. Ovviamente ci si vede sui social!
Quante volte al giorno ripetiamo, “ che stress!”, “che nervi!”, “ ma perché capitano tutte a me?”, “io non ce la faccio!”.
I ritmi della nostra vita sono diventati sempre più frenetici, non abbiamo mai tempo di rilassarci e di ricaricare le batterie. Lo stress ha raggiunto livelli talmente esasperati che un cambio di programma improvviso, un imprevisto dell’ultimo momento, unito ai problemi che ci affliggono quotidianamente come la precarietà del lavoro, i soldi che non bastano mai e l’immancabile traffico, possono portarci a voler mollare tutto e a rannicchiarci sconsolati sotto le coperte per giorni.
Ad oggi lo stress è considerato un problema sociale tra i più comuni e preoccupanti. Nella prima fase, un evento stressante produce il cosiddetto stress acuto, detto anche eustress, che è benefico. La persona riceve una forte sollecitazione psicofisica ed è messa in condizione di reagire ad eventi esterni che devono essere tempestivamente affrontati e risolti. Quello che invece è grave per la salute dell’essere umano è il trasformarsi dello stress da acuto in stress cronico (detto altrimenti distress). Lo stress cronico non è dato da un eccessivo carico di compiti o da una condizione di stanchezza eccessiva, ma dall’incapacità dell’organismo di ritornare, dopo l’attivazione necessaria a superare ostacoli ed eventi importanti, ad uno stato di tranquillità e di rilassamento.
Come capire allora se siamo stressati?Vediamo insieme 6 comportamenti tipici:
Ti senti spesso sopraffatto dalle preoccupazioni e non sai come liberartene?
Ti svegli stanco la mattina e trascorri gran parte della notte a rigirarti nel letto senza riuscire a chiudere occhio?
Sei irritabile e nervoso con le persone che ti circondano, comprese quelle che ami di più? Perdi facilmente il controllo delle tue emozioni e reagisci d’impulso?
Senti il peso del mondo intero sulle tue spalle?
Soffri di mal di testa, tensione muscolare, tachicardia, perdita di appetito, calo del desiderio, ulcera, pressione alta, improvvisi cali di energia, difficoltà di digestione, insonnia e ti ammali spesso?
Fai fatica a concentrarti, hai scarsa fiducia in te stesso, ti arrabbi facilmente, ti senti spesso a disagio e fuori luogo, soffri di attacchi di panico, sbalzi d’umore, depressione, o attacchi di pianto incontrollato?
Sono tutti chiari segnali di uno stress accumulato nel tempo!
Lo stress si manifesta diversamente per ognuno di noi. Ci sono quelli a cui prende allo stomaco, a chi viene il mal di testa, chi avverte della tachicardia, chi lo percepisce per la tensione muscolare. Non si riesce a dormire e ciò genera sempre maggiore stanchezza.
La quantità di stress che può essere tollerata varia da persona a persona. Lo stress può condurre a problemi di natura psicologica, ridurre lo stato di benessere e portare a vere e proprie malattie che interessano diverse parti del corpo, tra cui lo stomaco, l’intestino, la pelle, la bocca, la vescica, i polmoni ed il cuore. Possiamo annotare, ad esempio, come frequentemente associati a stress, l’ulcera, la stitichezza, l’herpes, l’acne, dermatiti ed aritmie. Soprattutto nell’età avanzata, lo stress può essere la causa di attacchi cardiaci.
Cosa possiamo fare per evitare che lo stress quotidiano si accumuli:
Prendersi momenti di riposo durante la giornata, momenti di pausa, chiudendo gli occhi e respirando profondamente. Un ottimo espediente è rappresentato dalle passeggiate, meglio se in spazi verdi e con panorami stimolanti. Passeggiare aiuta a schiarirsi i pensieri e fa rilasciare endorfine al nostro corpo, migliorando il nostro umore.
Prova la posizione dell’aquila: Sono tante le posizioni dello yoga che servono a combattere lo stress, aprendo le spalle, diminuendo la tensione del collo e donando una sensazione di benessere. La posizione dell’aquila ne è un esempio, agendo su schiena e collo. (Vedi foto in alto)
Fare regolarmente del moto. L’esercizio fisico praticato regolarmente aiuta a ridurre la tensione e favorisce il sonno, non fatevi prendere dalla pigrizia, provate!
Nutrirsi con una dieta bilanciata. Mangiare lentamente, gustando il cibo e dimenticando i problemi del lavoro, cercando di fare del pranzo un momento piacevole.
Cercate didormire un quantitativo sufficiente di ore.
Allontanati dallo schermo. L’uso ininterrotto del computer è associato allo stress, alla perdita del sonno e alla depressione nelle donne, secondo uno studio dell’Università di Goteborg, in Svezia. Assicurati di fare delle pause e cerca di spegnere il computer almeno un’ora prima di coricarti.
Baciate! Baciare è un potente rimedio contro lo stress perché aiuta il cervello a rilasciare endorfina. Una ricercatrice della Northwestern University, Laura Berman, ha scoperto che su 2mila coppie, quelle che si concedevano baci solo durante i rapporti sessuali erano 8 volte più predisposte a soffrire lo stress o cadere in depressione.
Mastica una gomma: Masticare una gomma alla menta non serve solo a profumare l’alito, può anche alleviare l’ansia, migliorare la ricettività e ridurre lo stress in momenti in cui le cose da fare si sono accumulate.
Il 4 luglio è considerata la festa più importante degli Stati Uniti d’America, quella che celebra lo straordinario patriottismo di questo popolo, l’Indipendence Day.
Cosa si festeggia esattamente il 4 luglio
Torniamo indietro a 243 anni fa, era il lontano 4 luglio 1776 quando le 13 colonie americane ottennero ufficialmente l’indipendenza dalla Gran Bretagna.
Il primo nucleo degli attuali USA era appunto costituito da 13 colonie: New Hampshire, Massachusetts, Rhode Island, Connecticut, New York, New Jersey, Pennsylvania, Delaware, Maryland, Virginia, Carolina del Nord, Carolina del Sud e Georgia.
Thomas Jefferson aveva redatto la dichiarazione d’indipendenza già il 2 luglio, ma la ratifica ufficiale avvenne durante il congresso di Philadelphia, in Pennsylvania.
George Washington divenne il primo presidente degli Stati Uniti nel 1789.
La festa tra parate e barbecue
Durante questa giornata banche, poste e uffici federali rimangono chiusi. A mezzogiorno nelle basi militari vengono sparati tanti colpi di pistola quanti sono gli stati dell’Unione. Questo per riprendere il “Salute to the Union” , delle primissime celebrazioni, quando le colonie erano appena 13 e si sparavano “soltanto” 13 colpi.
Le famiglie americane seguono un preciso rituale durante la festa del 4 luglio. Appuntamento imperdibile è quello con le parate mattutine. Ci si riunisce con parenti ed amici per assistere a quella che è la manifestazione più limpida del patriottismo e dell’amor di patria americani.
Si prosegue con pic nic e barbecue nei parchi, su asciugamani e tovaglie rigorosamente a stelle e strisce.
L’apoteosi per qualsiasi Yankee che si rispetti arriva la sera, quando sullo sfondo di spettacolari fuochi d’artificio che illuminano ogni città americana, si intona l’inno americano The Star-Spangled Banner con la mano sul cuore.
Il menù tradizionale dell’evento
Hotdog e hamburger sono irrinunciabili per qualsiasi americano durante tutto l’anno, figuriamoci nella festa del pic nic e del barbecue per antonomasia.
Per gli amanti della carne saporita, ecco le spare ribs (le mitiche costolette di maiale) impreziosite dalla salsa BBQ. Anche il petto e le ali di pollo abbondano sulle griglie, intervallate da patate e verdure arrostite in quantità esagerata.
Per dessert non può mancare il tipico dolcetto da pic nic, il brownies al cioccolato e burro d’arachidi.
Quante volte avete sentito dai vostri genitori o dai vostri nonni la frase “l’abito non fa il monaco”?
La generazione dei Millennials (i nati tra il 1980 ed il 2000) sa che, soprattutto sul lavoro, è proprio l’abito a fare il monaco.
Il colloquio di lavoro è un’occasione importante per dare una svolta alla propria vita e richiede sicuramente un abbigliamento adeguato. Quando ti chiamano per un colloquio, il mondo delle possibilità ti si apre davanti. Una miriade di emozioni ti attraversa la testa, e ci si fanno mille domande. “Che cosa dirò?” “Che cosa mi chiederanno?” E poi, “che cosa dovrei indossare?”. Un po’ come quando si incontrano i genitori del proprio fidanzato.
Sono tutte domande legittime, e, almeno in questa sede, vogliamo darti una mano per quanto riguarda l’abbigliamento.
Una teoria comprovata da un’indagine inglese, condotta dalla società di recruiting TheLadders.co.uk, afferma che 4 selezionatori su 10 (37%) scelgono i candidati basandosi sul dress code. A dimostrare che i vestiti hanno il potere di condizionare la percezione di sé, secondo un meccanismo che si chiama enclothed cognition, ci hanno pensato due studiosi della Northwestern University, pensiero ripreso anche sulle pagine del “The New York Times”.
https://erikastreppa.it/2433-2
Quando ci presentiamo ad un colloquio il selezionatore non ci conosce e certamente è molto difficile mostrare tutte le nostri doti nascoste nel poco tempo che ci viene concesso. E’ quindi fondamentale dare una buona prima impressione indossando vestiti appropriati e mostrando un aspetto curato. Ci deve essere sempre una maggiore attenzione al dettaglio, perché è proprio nei piccoli particolari che si nascondono gli indizi relativi all’ordine, all’accuratezza e all’affidabilità che ricercano i selezionatori nel candidato. Abiti e accessori possono essere considerati un’estensione della propria personalità, capaci di rispecchiare l’idea che ognuno ha di sé ed influenzare l’autostima, l’umore e, di conseguenza, anche il comportamento.
Informatevi sull’azienda: individuate l’equilibrio giusto tra il look richiesto dall’ambiente di lavoro e il rispetto della propria personalità. Infatti essere a proprio agio negli abiti indossati è fondamentale per la buona riuscita di un colloquio. Lo affermano due studiosi americani, Hajo Adam e Adam D.Galinsky della Kellogg School of Management presso la Northwestern University nell’Illinois, i quali hanno dimostrato che ciò che si indossa è in grado di influenzare il modo in cui una persona percepisce se stessa e, di conseguenza, come si pone davanti agli altri.
Il colore: non eccedete indossando colori sgargianti o accessori troppo stravaganti . Il 36% dei reclutatori ha ritenuto che l’abbinamento di colori e stili fosse un importante indicatore della personalità del candidato. L’arancione è considerato il colore peggiore da indossare per un colloquio di lavoro (95%), seguito dal rosso (84%) e dal rosa (83%). Imperdonabili infine gli abiti stropicciati e macchiati per il 59% dei dirigenti. Per i maschietti il grigio e il blu sono un passepartout in queste situazioni, ma per chi vuole dare un tocco di personalità al look mantenendo un registro formale è possibile abbinare accessori nelle diverse tonalità del blu, o nei colori bordò, marrone e verde.
I 15 CON I CONSIGLI DEGLI ESPERTI DI STILE PER FARE CENTRO AL COLLOQUIO:
1. Sii il più pulito possibile. Una cattiva igiene può rovinare anche l’abito migliore del mondo. Fai sempre una doccia il giorno del colloquio, trova il tempo per lavare i capelli e il corpo poco prima dell’appuntamento. Non solo la tua pelle sarà pulita e fresca, ma ti farà sentire decisamente meglio. Inizia il colloquio con l’alito fresco. Evita di succhiare una mentina o masticare una chewing-gum durante il colloquio.
2.Evita accessori e gioielli troppo vistosi e profumati in modo gradevole e leggero. E’ importante colpire il tuo potenziale datore di lavoro con il tuo odore pulito e fresco senza che questo sia troppo forte.
•Gli uomini dovrebbero evitare di esagerare con colonia o dopobarba. Basta qualche goccia.
•Le donne possono indossare un po’ di profumo o di crema profumata, ma dovrebbero evitare di indossare qualcosa che abbia un profumo troppo forte. Cerca di non mettere del profumo subito prima del colloquio.
3. Evita i colori troppo sgargianti.
4. Non arrivare in ritardo, per nessun motivo. Calcola in tempo la durata del tragitto che collega casa tua al luogo in cui si terra il colloquio e preparati in anticipo. Cerca di arrivare almeno 10 minuti prima e, se dovessi ritardare, telefona per avvertire.
5. Indossa scarpe pulite e non usurate. Gli uomini sono invitati ad evitare sneakers e optare per un paio di stringate classiche. Mentre alle donne si consiglia di non indossare tacchi eccessivamente alti e sandali.
6. Assicurati di indossare una cintura coerente con l’outfit e possibilmente abbinata al colore delle scarpe.
7. Presentati con capelli e barba in ordine. E’ importante presentarsi con i capelli puliti e in ordine in modo da apparire precisi. I tuoi capelli dovrebbero essere asciutti e dovresti evitare un uso eccessivo di prodotti come lacca e gel. Prima del tuo colloquio controlla di non avere forfora sulle spalle, soprattutto se indossi un abito scuro. Usa un acconciatura poco vistosa. Gli uomini dovrebbero evitare di portare i capelli dritti o usare il gel per creare acconciature bizzarre, le donne dovrebbero evitare le pinze vistose o altri accessori e portare i capelli sciolti.
8. Mani e Unghie: Assicurati di avere le mani curate tenendo presente che sono la parte del corpo maggiormente esposta durante il colloquio. Dovresti avere sempre delle unghie presentabili. Il modo in cui curi le tue unghie può far capire al tuo datore di lavoro se fai attenzione ai dettagli. Lava le mani subito prima del colloquio. E’ probabile che la prima cosa che farai quando inizierà, sarà stringere la mano di qualcuno, perciò è importante che le tue mani siano pulite, profumate e non siano appiccicoseqw2dd.
•Le donne dovrebbero farsi una manicure. Puoi usare uno smalto trasparente o un rosa leggero. Evita i colori troppo vivaci.
•Gli uomini dovrebbero tagliare le unghie in modo che siano tonde e uniformi.
9.Considera che non esistono colloqui informali. Nel dubbio meglio “eccedere con le formalità”.
10. Vestiti lavati e stirati. Assicurati che i vestiti siano puliti e stirati, diversamente chi ti accoglierà al colloquio di lavoro penserà che tu sia appena uscita dal cesto del bucato. Sembrerà un’ovvietà, ma forse tra ansia ed emozione potresti dimenticarlo. Stira tutto quello che indosserai, magari la sera prima. Non soltanto ti farà apparire al meglio, ma mostrerà la cura con cui ti presenti e fai le cose, anche a un livello inconscio.
11. Non esagerare. Evita di scegliere abiti visibilmente troppo stretti e che non si adattano al tuo fisico. Questo non è il momento adatto per mettere in mostra i frutti del tuo lavoro in palestra.
12. Spegni il cellulare prima di iniziare il colloquio. Ci manca solo che si metta a vibrare incessantemente mentre stai spiegando quanto tu sia attento e preciso.
13. Non portare cibo o bevande ( tipo acqua o peggio ancora caffè) durante il colloquio. Sembreresti troppo a tuo agio.
14. Se il colloquio è via Skype vestiti lo stesso. Anche se non è richiesto dal tuo interlocutore, sarà impressionato dal tuo aspetto professionale. Anche se non potrà vedere i tuoi pantaloni, cura comunque la tua scelta, per sentirti più formale.
15. Quello che conta, sei tu. Non barare, ma non darti già sconfitto. Punta a pubblicizzare le tue qualità in merito alle richieste dell’azienda.
E con questo terminano le 15 regole per fare una buona impressione ad un colloquio.
Il resto è nelle vostre mani (e in quelle di… Voisapetechi, no non Voldemort, ma il selezionatore!).
Sperando che il post vi sia stato utile, incrociamo le dita ed in bocca al lupo!
Fra le tante cattive abitudini italiane, una di quelle che provoca maggior sdegno nell’opinione pubblica è il parcheggiare nei posti riservati ai disabili. Nonostante questo, gli incuranti del divieto sono molti di più di quanti si creda, ma da ora ci penseranno due volte prima di farlo.
Le sanzioni previste
Chi parcheggia la propria autovettura su un parcheggio riservato ai disabili senza il necessario permesso incorrerà in una multa che va da 84 a 335 euro. Se il veicolo parcheggiato è un motociclo la multa scende dai 40 ai 163 euro.
Inoltre gli verrano decurtati due punti dalla patente.
Stessa sorte toccherà a chi parcheggerà sullo scivolo del marciapiede dedicato al passaggio dei disabili.
La Corte di Cassazione quinta sezione penale, nella sentenza 17794/2017, ha stabilito che chi parcheggerà in un posto riservato nominalmente ad un portatore di handicap incorrerà nel reato penale di violenza privata.
Il posto direttamente assegnato al disabile sarà individuato da apposita segnaletica con gli estremi del contrassegno invalidi rilasciato al soggetto autorizzato ad usufruirne.
Lo spazio viene concesso dal Comune a quei soggetti che necessitano di un parcheggio vicino alla propria abitazione o luogo di lavoro in quanto hanno difficoltà di deambulazione.
Il caso giuridico
La vicenda giuridica inizia nel 2009 e ha come protagonisti la Sig.ra Giuseppina, disabile di 49 anni, che ha querelato il Sig. Mario, di 63 anni, normodotato, colpevole di aver parcheggiato la propria auto per 16 ore nel posto riservato alla signora.
Nonostante le continue chiamate alla Polizia Municipale e ai Carabinieri di zona, nessuno interviene, fino a che la richiesta non viene inoltrata ai Vigili che finalmente rimuovono l’auto del Sig. Mario.
Il giudice di Palermo condanna l’uomo a 4 mesi, confermati in appello. A nulla sono valse le giustificazioni del Sig. Mario che incolpava il figlio di aver distrattamente parcheggiato dove non lo aveva mai fatto prima.
Il condannato, imperterrito, ricorre in Cassazione, ma il ricorso è rigettato. Il Sig. Mario dovrà versare nelle casse della Sig.ra Giuseppina 5.000 euro, oltre a pagare le spese processuali di entrambi.
Spiegazione della Suprema Corte
La Corte di Cassazione ha spiegato nella sentenza che parcheggiare in un posto riservato direttamente ad un portatore di handicap impedisce a quest’ultimo di godere di un diritto che gli spetta legittimamente.
Per questo motivo non basta una multa per punire il colpevole, in quanto si incorre nel reato di violenza privata e bisogna procedere penalmente.
Sono necessari maggiori controlli
Punire i colpevoli di questo reato in maniera severa è sicuramente un’iniziativa lodevole, ma devono esserci anche dei controlli costanti per impedire ai furbetti di pensare “vabbè tanto ne beccano uno ogni morte di papa, perché devono beccare proprio me”?
Il 25 aprile 1945 è una data storica per la Repubblica Italiana. Si festeggia la liberazione dall’occupazione nazista coadiuvata dai fascisti della Repubblica di Salò.
Perché proprio questo giorno?
Si è scelta come data simbolo il 25 aprile perché in quel giorno i soldati nazisti e fascisti iniziarono la ritirata dalle città di Milano e Torino, dopo che la Resistenza italiana, formata da 200.000 uomini e donne, aveva dato vita ad un’insurrezione armata contro di loro.
Già dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943, firmato dal governo Badoglio con gli angloamericani, si erano costituite delle formazioni partigiane.
Si passò in breve tempo da poche migliaia di uomini a più di 200.000 individui, molti di questi contadini, operai e giovani che si rifiutarono di arruolarsi tra le file della Repubblica Sociale.
Il ruolo dei Comitati di Liberazione Nazionale
Le truppe angloamericane impiegano un anno per piegare le resistenze tedesche lungo la linea gotica che si estendeva da Massa Carrara a Pesaro.
Nella primavera del ’45 conquistano le maggiori città dell’Italia Settentrionale, anche grazie alla Resistenza armata dei partigiani coordinata dai CLN che rappresentavano i partiti sorti nel 1943.
C’erano un CLN centrale a Roma e un C.L.N.A.I. (Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia) con sede a Milano, a cui i comitati periferici facevano capo.
Il 25 aprile 1945 l’Italia è libera dal Nazismo. Fondamentale è l’eroismo delle formazioni partigiane, ma anche dei civili che si uniscono alla battaglia senza risparmiarsi.
Il 28 aprile di quell’anno Mussolini sarà fucilato dai partigiani a Giulino di Mezzegra, sulle rive del Lago di Como.
Il 30 aprile i tedeschi firmeranno la resa senza condizioni.
Fu il governo provvisorio guidato da Alcide De Gasperi a proporre al principe Umberto II, di stabilire il 25 aprile come festa nazionale.
Il decreto legislativo luogotenenziale del 22 aprile del 1946 recitava: “A celebrazione della totale liberazione del territorio italiano, il 25 aprile 1946 è dichiarato festa nazionale”.
Con la legge n.269 del maggio 1949, la data è fissata in maniera definitiva. Da quel dì, il 25 aprile è giorno festivo come il Natale ed il primo maggio.
E’ sempre più acceso il dibattito sugli effetti del consumo della cannabis. Una fazione ne esalta gli effetti benefici, soprattutto in ambito medico, la fazione opposta sostiene che l’erba sarebbe l’anticamera di droghe molto più pericolose.
Cosa dice la legge in Italia?
La legge 242 del dicembre 2016 dichiara la produzione e la vendita di cannabis legali a patto che il THC (il principio attivo) non superi lo 0,2%. Qualora la percentuale sia al di sotto dello 0,6% il coltivatore non incorrerà in alcuna responsabilità.
In caso si superi il limite dello 0,6% gli agenti giudiziari potranno sequestrare e distruggere la coltivazione di cannabis.
L’utilizzo è consentito in ambito medico e per consumo personale fino a 5 gr.
Effetti benefici della cannabis
Secondo gli ultimi studi compiuti dalla National Academies of Sciencesla cannabis ha dato prova di funzionare nelle terapie del dolore legate a patologie come la sclerosi multipla. Si sono notati effetti positivi anche nell’inibizione di nausea e vomito conseguenti alle sedute di chemioterapia.
Benefici in fase di studio
Si sta cercando di dimostrare l’efficacia del consumo di cannabis per migliorare i disturbi del sonno nei pazienti che soffrono di forti stati d’ansia. I ricercatori americani sono convinti che possa aumentare l’appetito di tutti quei malati che rischiano di perdere troppo peso a causa delle loro malattie gravi.
Non si è ancora riusciti a provare in maniera definitiva che la cannabis possa avere qualche effetto positivo sui pazienti affetti dal morbo di Parkinson e dalla sindrome di Tourette.
Conseguenze dannose del consumo di cannabis
Uno dei cavalli di battaglia di chi difende la causa della legalizzazione totale del consumo di erba è che non si hanno notizie di qualcuno che sia morto per overdose di cannabis. Questo contribuisce a farla considerare come una droga meno pericolosa di cocaina, eroina, MDMA etc.
Fino ad ora gli effetti negativi accertati sono legati ad un consumo prolungato nel tempo. Si va dai classici problemi respiratori derivanti anche dall’abuso di sigarette, fino al rischio per la madre incinta che fa uso di marijuana che il proprio bambino possa nascere sotto peso.
Vi sconsigliamo caldamente di fare uso di questa sostanza prima di un esame o di un’interrogazione a scuola, dato che influisce negativamente sull’apprendimento e sulla memoria.
Non si hanno prove che il fumare marijuana possa portare al cancro ai testicoli o ad attacchi di cuore, come qualcuno ha sostenuto.
Si ha il timore che possa influire negativamente su persone mentalmente instabili e che tendono alla depressione.
La cannabis è l’anticamera delle droghe pesanti?
Provate a domandare a qualsiasi genitore, o quasi, e vi dirà che “si comincia con le canne e poi si passa alle droghe pesanti”.
Come per ogni cosa, un consumo eccessivo rischia di portare alla dipendenza, ma non necessariamente a trascendere e ad andare oltre.
Rischiano di più i soggetti di sesso maschile, che hanno cominciato in tenere età a fare uso di droghe leggere, fumatori abituali anche di sigarette, consumatori di alcool e persone che hanno accusato frequenti episodi di depressione.
Chi non ha mai giocato al Trivial Pursuit, il terzo gioco da tavolo più venduto nel mondo dopo Scarabeo e Monopoli. Per vincere bisogna rispondere a delle domande su varie materie ed ottenere le relative lauree.
In occasione del 40esimo anniversario di creazione del famoso gioco, la Hasbro, in collaborazione con l’agenzia pubblicitaria Leo Burnet, sta per inaugurare il primo Hotel Trivial Pursuit del mondo.
La campagna pubblicitaria per la promozione di questa iniziativa ha così esordito: “Benvenuti al TrivialPursuit Hotel, il primo hotel al mondo dove si accetta il pagamento in conoscenza”.
Come è strutturato l’hotel e dove si trova
L’originale location sorge a 45 km da Mosca, in Russia. E’ costituita da un cottage con 3 camere lussuosamente arredate, situate all’interno del complesso alberghiero Svezy Veter Country Hotel.
Che servizi offre e come si possono ottenere?
All’interno del cottage si potrà disporre di una sauna, un caminetto, una zona barbecue, ma non sarà così scontato poterne usufruire. Per prenotare sarà necessario rispondere a delle domande di storia, geografia, arte, scienze, sport, spettacolo e letteratura.
Se sarete così bravi e fortunati da accaparrarvi una stanza, dovrete cimentarvi in un’altra prova di cultura una volta arrivati in loco, in modo da ottenere letti king size, televisori iper tecnologici ed altri servizi deluxe.
Nel caso in cui non doveste superare il remake dell’esame di maturità, preparatevi a subire delle “terribili penalità”, come brandine sgangherate e televisori in bianco e nero, rigorosamente a tubo catodico e con un solo canale disponibile.
Come e quando si può prenotare?
Avete tempo fino al 28 aprile per registrarvi alla gara. Sarà possibile soggiornale nell’Hotel Trivial Pursuit soltanto tra il 20 maggio ed il 14 giugno. Per verificare la disponibilità di una stanza vi basterà andare sul sito dell’hotel:https://trivialpursuithotel.com/en/ .
Come ulteriore passo per concedersi questa avventura culturale verrà richiesto o di comprare una scatola dell’omonimo gioco o di linkare su un proprio social il link dell’albergo.
Buona permanenza, ma soprattutto buono studio. Che la cultura sia con voi!