Maggio 2019

15 Consigli per fare centro ad un colloquio di lavoro

Quante volte avete sentito dai vostri genitori o dai vostri nonni la  frase “l’abito non fa il monaco”?

La generazione dei Millennials (i nati tra il 1980 ed il 2000) sa che, soprattutto sul lavoro, è proprio l’abito a fare il monaco.

Il colloquio di lavoro è un’occasione importante per dare una svolta alla propria vita e richiede sicuramente un abbigliamento adeguato. Quando ti chiamano per un colloquio, il mondo delle possibilità ti si apre davanti. Una miriade di emozioni ti attraversa la testa, e ci si fanno mille domande. “Che cosa dirò?” “Che cosa mi chiederanno?” E poi, “che cosa dovrei indossare?”. Un po’ come quando si incontrano i genitori del proprio fidanzato.

Sono tutte domande legittime, e, almeno in questa sede, vogliamo darti una mano per quanto riguarda l’abbigliamento.

Una teoria comprovata da un’indagine inglese, condotta dalla società di recruiting TheLadders.co.uk, afferma che 4 selezionatori su 10 (37%) scelgono i candidati basandosi sul dress code. A dimostrare che i vestiti hanno il potere di condizionare la percezione di sé, secondo un meccanismo che si chiama enclothed cognition, ci hanno pensato due studiosi della Northwestern University, pensiero ripreso anche sulle pagine del “The New York Times”.

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Quando ci presentiamo ad un colloquio il selezionatore non ci conosce e certamente è molto difficile mostrare tutte le nostri doti nascoste nel poco tempo che ci viene concesso. E’ quindi fondamentale dare una buona prima impressione indossando vestiti appropriati e mostrando un aspetto curato. Ci deve essere sempre  una maggiore attenzione al dettaglio, perché è proprio nei piccoli particolari che si nascondono gli indizi relativi all’ordine, all’accuratezza e all’affidabilità che ricercano i selezionatori nel candidato. Abiti e accessori possono essere considerati un’estensione della propria personalità, capaci di rispecchiare l’idea che ognuno ha di sé ed influenzare l’autostima, l’umore e, di conseguenza, anche il comportamento.

 Informatevi sull’azienda: individuate l’equilibrio giusto tra il look richiesto dall’ambiente di lavoro e il rispetto della propria personalità. Infatti essere a proprio agio negli abiti indossati è fondamentale per la buona riuscita di un colloquio. Lo affermano due studiosi americani, Hajo Adam e Adam D. Galinsky della Kellogg School of Management presso la Northwestern University nell’Illinois, i quali hanno dimostrato che ciò che si indossa è in grado di influenzare il modo in cui una persona percepisce se stessa e, di conseguenza, come si pone davanti agli altri.

 Il colore: non eccedete indossando colori sgargianti o accessori troppo stravaganti . Il 36% dei reclutatori ha ritenuto che l’abbinamento di colori e stili fosse un importante indicatore della personalità del candidato.  L’arancione è considerato il colore peggiore da indossare per un colloquio di lavoro (95%), seguito dal rosso (84%) e dal rosa (83%). Imperdonabili infine gli abiti stropicciati e macchiati per il 59% dei dirigenti. Per i maschietti il grigio e il blu sono un passepartout in queste situazioni, ma per chi vuole dare un tocco di personalità al look mantenendo un registro formale è possibile abbinare accessori nelle diverse tonalità del blu, o nei colori bordò, marrone e verde.

I 15 CON I CONSIGLI DEGLI ESPERTI DI STILE PER FARE CENTRO AL COLLOQUIO:

1. Sii il più pulito possibile. Una cattiva igiene può rovinare anche l’abito migliore del mondo. Fai sempre una doccia il giorno del colloquio, trova il tempo per lavare i capelli e il corpo poco prima dell’appuntamento. Non solo la tua pelle sarà pulita e fresca, ma ti farà sentire decisamente meglio. Inizia il colloquio con l’alito fresco. Evita di succhiare una mentina o masticare una chewing-gum durante il colloquio.

2. Evita accessori e gioielli troppo vistosi e profumati in modo gradevole e leggero. E’ importante colpire il tuo potenziale datore di lavoro con il tuo odore pulito e fresco senza che questo sia troppo forte.

•Gli uomini dovrebbero evitare di esagerare con colonia o dopobarba. Basta qualche goccia.

•Le donne possono indossare un po’ di profumo o di crema profumata, ma dovrebbero evitare di indossare qualcosa che abbia un profumo troppo forte. Cerca di non mettere del profumo subito prima del colloquio.

3. Evita i colori troppo sgargianti.

4. Non arrivare in ritardo, per nessun motivo. Calcola in tempo la durata del tragitto che collega casa tua al luogo in cui si terra il colloquio e preparati in anticipo. Cerca di arrivare almeno 10 minuti prima e, se dovessi ritardare, telefona per avvertire.

5. Indossa scarpe pulite e non usurate. Gli uomini sono invitati ad evitare sneakers e optare per un paio di stringate classiche. Mentre alle donne si consiglia di non indossare tacchi eccessivamente alti e sandali.

6. Assicurati di indossare una cintura coerente con l’outfit e possibilmente abbinata al colore delle scarpe.

7. Presentati con capelli e barba in ordine. E’ importante presentarsi con i capelli puliti e in ordine in modo da apparire precisi. I tuoi capelli dovrebbero essere asciutti e dovresti evitare un uso eccessivo di prodotti come lacca e gel. Prima del tuo colloquio controlla di non avere forfora sulle spalle, soprattutto se indossi un abito scuro. Usa un acconciatura poco vistosa. Gli uomini dovrebbero evitare di portare i capelli dritti o usare il gel per creare acconciature bizzarre,  le donne dovrebbero evitare le pinze vistose o altri accessori e portare i capelli sciolti.

8. Mani e Unghie: Assicurati di avere le mani curate tenendo presente che sono la parte del corpo maggiormente esposta durante il colloquio. Dovresti avere sempre delle unghie presentabili. Il modo in cui curi le tue unghie può far capire al tuo datore di lavoro se fai attenzione ai dettagli. Lava le mani subito prima del colloquio. E’ probabile che la prima cosa che farai quando inizierà, sarà stringere la mano di qualcuno, perciò è importante che le tue mani siano pulite, profumate e non siano appiccicoseqw2dd.

 •Le donne dovrebbero farsi una manicure. Puoi usare uno smalto trasparente o un rosa leggero. Evita i colori troppo vivaci.

•Gli uomini dovrebbero tagliare le unghie in modo che siano tonde e uniformi.

9.Considera che non esistono colloqui informali. Nel dubbio meglio “eccedere con le formalità”.

10. Vestiti lavati e stirati. Assicurati che i vestiti siano puliti e stirati, diversamente chi ti accoglierà al colloquio di lavoro penserà che tu sia appena uscita dal cesto del bucato. Sembrerà un’ovvietà, ma forse tra ansia ed emozione potresti dimenticarlo. Stira tutto quello che indosserai, magari la sera prima. Non soltanto ti farà apparire al meglio, ma mostrerà la cura con cui ti presenti e fai le cose, anche a un livello inconscio.

11. Non esagerare. Evita di scegliere abiti visibilmente troppo stretti e che non si adattano al tuo fisico. Questo non è il momento adatto per mettere in mostra i frutti del tuo lavoro in palestra.

12. Spegni il cellulare prima di iniziare il colloquio. Ci manca solo che si metta a vibrare incessantemente mentre stai spiegando quanto tu sia attento e preciso.

13. Non portare cibo o bevande ( tipo acqua o peggio ancora caffè) durante il colloquio. Sembreresti troppo a tuo agio.

14. Se il colloquio è via Skype vestiti lo stesso. Anche se non è richiesto dal tuo interlocutore, sarà impressionato dal tuo aspetto professionale. Anche se non potrà vedere i tuoi pantaloni, cura comunque la tua scelta, per sentirti più formale.

15. Quello che conta, sei tu. Non barare, ma non darti già sconfitto. Punta a pubblicizzare le tue qualità in merito alle richieste dell’azienda.

E con questo terminano le 15 regole per fare una buona impressione ad un colloquio.

Il resto è nelle vostre mani (e in quelle di… Voisapetechi, no non Voldemort, ma il selezionatore!).

Sperando che il post vi sia stato utile, incrociamo le dita ed in bocca al lupo!

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L’Amore è una cosa spaventosamente semplice

Ogni volta che decido di non crederci più, lui mi mostra tutto il suo potere, tutta la sua forza prorompente e folgorante. Ti ferisce e ti fa male non l’amore, ma la delusione che provi quando se ne va, o quando ne dai troppo a chi non ricambia.

Non è l’amore a ferire, ma la sua assenza. E così che ogni volta che con rabbia dichiari “basta, non voglio amare più così!” lui ti accontenta e ti fa amare ancora più forte.
Alla fine un innamorato chi è? Un cumulo di ormoni della felicità che si chiede di continuo «starò sbagliando? E se poi finisce? E se mi fa male?».

Lasciatevi andare, la vita è troppo breve

Smettetela di seguire dogmi precisi, come aspettare 3 appuntamenti per fare l’amore, 6 mesi per convivere, 1 anno per ufficializzarlo in famiglia. Non ascoltate quello che dicono parenti serpenti ed amici (soprattutto quelli delusi, che vi dispensano consigli che loro non hanno seguito e non seguirebbero mai).

Scoprirete che lasciarsi andare è meraviglioso. La vita è troppo breve per vivere di paranoie e rimpianti.

Avrete dei rimorsi? Sì probabilmente sì, ma da adulti, nella terza età, i rimorsi vi faranno sorridere molto più dei rimpianti. Si è giovani una volta sola. Se quella ragazza vi piace provateci! Se vi dirà di no, avrete una storia in più da raccontare agli amici. E se farà male ci saranno i vostri affetti pronti a consolarvi.


E’ molto difficile trovare una persona compatibile con noi al 100%

Siete stati feriti e non volete più tentare, io già vi sento con i vostri “è inutile, non esiste nessuno che sia giusto per me, mi butterò sul gelato”.

La persona giusta esiste. Essere compatibili al 100% con un altro essere umano è quasi impossibile, ma a voi basterà un’affinità che si attesti oltre sul 75% per vivere una bella storia d’amore.

Io vi auguro di trovare un 99%, ma ci sono coppie che si amano e sono compatibili al 50% quindi non disperate!

Se volete divertirvi per capire quanto siete compatibili con il vostro partner: https://girlpower.pianetadonna.it/test/amore/quanto-siete-compatibili/41279


Non c’è rischio maggiore del non rischiare mai

Che vi piaccia o no, la nostra vita è sempre incerta, perché viviamo in un pianeta che, sebbene ci permetta di respirare e ci nutra, può anche porre fine alla nostra esistenza da un momento all’altro. Perché non andare oltre, invece di rimanere in superficie? Perché non correre qualsiasi rischio necessario per essere felici?

Uscite da quella che gli psicologi definiscono “comfort zone sentimentale”, la condizione che si viene a creare quando non si ha un partner per molto tempo e ci si abitua alla vita da single.

E’ vero che chi non rischia non soffre, ma, allo stesso tempo, non cresce, non impara, non ama, non vive. Bisogna rimpararlo l’amore, ed imparare nuovamente cosa sono la solidarietà, il rispetto, la capacità di ascoltare profondamente se stessi e di conseguenza l’altro.

Non fatevi condizionare dal passato

E’ vero, l’ultima storia è finita male, ma solo il suo finale è stato tragico. Se si inizia ad avere coscienza del fatto che si cresce, si cambia, si evolve ogni giorno e che la vita è un continuo mutamento, è possibile proiettarsi in una relazione in modo totalmente diverso.

Se ogni giorno della vita si è in contatto con la propria trasformazione interiore si può scegliere di conoscere chi già si è scelto come compagno di vita, riscegliendolo nuovamente, ancora, ancora e ancora…

Quello che andava bene per voi dieci anni fa, non è detto che sia quello che vi vada bene oggi. Non abbiate paura di cambiare idea, se ciò può portarvi alla felicità.

L’Amore ci trasforma

Amare è un rischio, poiché amando ci si trasforma e si mettono in discussione tutti i modelli preconcetti.

L’Amore ci porta a mettere da parte il nostro egoismo ed individualismo, ci costringe ad affrontare, tramite l’altro, tutto quello che di noi stessi non abbiamo ma voluto vedere ed accettare.

E’ come se aveste uno specchio di fronte con dentro tutto ciò che c’è di irrisolto in voi. Potete scegliere se affrontare le vostre paure, se crescere insieme al vostro compagno/a oppure tirarvi indietro e continuare a negare chi siete in realtà.

Coraggio! Bisogna saper osare, sapersi mettere in gioco, rischiare, sapere che non ci sono garanzie e che nessuno potrà dirvi come andrà a finire (nemmeno dei Guru indiani, le carte, le rune o le stelle).

Salite su quella nave senza avere alcuna certezza! Salpate l’ancora verso l’isola che non c’è, ed amate senza timore! Questo è il mio augurio per voi: di amare senza freni, con passione e follia.

Sempre a piedi scalzi

Ek.

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Parcheggiare su un posto per disabili è reato penale

Fra le tante cattive abitudini italiane, una di quelle che provoca maggior sdegno nell’opinione pubblica è il parcheggiare nei posti riservati ai disabili. Nonostante questo, gli incuranti del divieto sono molti di più di quanti si creda, ma da ora ci penseranno due volte prima di farlo.

Le sanzioni previste

Chi parcheggia la propria autovettura su un parcheggio riservato ai disabili senza il necessario permesso incorrerà in una multa che va da 84 a 335 euro. Se il veicolo parcheggiato è un motociclo la multa scende dai 40 ai 163 euro.

Inoltre gli verrano decurtati due punti dalla patente.

Stessa sorte toccherà a chi parcheggerà sullo scivolo del marciapiede dedicato al passaggio dei disabili.

Cosa cambia se il posto è riservato nominalmente

La Corte di Cassazione quinta sezione penale, nella sentenza 17794/2017, ha stabilito che chi parcheggerà in un posto riservato nominalmente ad un portatore di handicap incorrerà nel reato penale di violenza privata.

Il posto direttamente assegnato al disabile sarà individuato da apposita segnaletica con gli estremi del contrassegno invalidi rilasciato al soggetto autorizzato ad usufruirne.

Lo spazio viene concesso dal Comune a quei soggetti che necessitano di un parcheggio vicino alla propria abitazione o luogo di lavoro in quanto hanno difficoltà di deambulazione.

Il caso giuridico

La vicenda giuridica inizia nel 2009 e ha come protagonisti la Sig.ra Giuseppina, disabile di 49 anni, che ha querelato il Sig. Mario, di 63 anni, normodotato, colpevole di aver parcheggiato la propria auto per 16 ore nel posto riservato alla signora.

Nonostante le continue chiamate alla Polizia Municipale e ai Carabinieri di zona, nessuno interviene, fino a che la richiesta non viene inoltrata ai Vigili che finalmente rimuovono l’auto del Sig. Mario.

Il giudice di Palermo condanna l’uomo a 4 mesi, confermati in appello. A nulla sono valse le giustificazioni del Sig. Mario che incolpava il figlio di aver distrattamente parcheggiato dove non lo aveva mai fatto prima.

Il condannato, imperterrito, ricorre in Cassazione, ma il ricorso è rigettato. Il Sig. Mario dovrà versare nelle casse della Sig.ra Giuseppina 5.000 euro, oltre a pagare le spese processuali di entrambi.

Spiegazione della Suprema Corte

La Corte di Cassazione ha spiegato nella sentenza che parcheggiare in un posto riservato direttamente ad un portatore di handicap impedisce a quest’ultimo di godere di un diritto che gli spetta legittimamente.

Per questo motivo non basta una multa per punire il colpevole, in quanto si incorre nel reato di violenza privata e bisogna procedere penalmente.

Sono necessari maggiori controlli

Punire i colpevoli di questo reato in maniera severa è sicuramente un’iniziativa lodevole, ma devono esserci anche dei controlli costanti per impedire ai furbetti di pensare “vabbè tanto ne beccano uno ogni morte di papa, perché devono beccare proprio me”?

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