2017

Convivenza? Si, grazie

L’idea di andare a convivere mette paura.

Ci vuole coraggio e, una volta iniziata l’avventura insieme, una grande pazienza e perseveranza.

Per questo dovete assolutamente farlo!

Convivere con un’amica/o o ancora meglio con la persona amata, è un’esperienza incredibile, alla quale non potete rinunciare solo perché bloccati da insicurezze infantili.

Condividere la casa con un’altra persona vi metterà alla prova, certo, ma cambierà anche la prospettiva della vostra quotidianità. Convivere vi regalerà sorrisi inaspettati e momenti di pura ilarità.

Vi renderete conto di quanto non fossero poi così assurde certe raccomandazioni di vostra madre. “E’ un’ora che sei sotto la doccia, lasci un po’ di acqua calda pure a noi? Appena hai finito togli i capelli dallo scarico e passa la pezzetta sul vetro della doccia.”, “Non puoi tenere le luci di tutta casa accese”, ” Raccogli i calzini e mettili nel cesto dei panni sporchi”. Queste sono tutte cose ovvie, che saranno la normale evoluzione del vivere senza genitori, sarete voi gli adulti e dovrete occuparvi di tutto, senza sconti.

Ma oggi parleremo della convivenza intesa come vivere insieme e non  delle inevitabili problematiche che il vivere senza “ mamma che fa tutto”, vi porterà ad affrontare. La fatica del vivere da soli c’è. Ma non c’entra il vostro partner, a meno che non abbiate già vissuto da soli prima.

Non possiamo dire che sia una passeggiata di salute, difficilmente tutto quello che l’altra persona farà vi andrà a genio. Ma vi sarà subito chiaro che il gioco vale la candela.

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Non vi entusiasma l’idea di gironzolare con lo spazzolino in bocca per casa mentre il vostro partner si intrufola furtivo in bagno e vi chiude fuori per almeno mezz’ora? Immaginate la poesia di essere svegliati dal profumo dolce del caffè e dalla voce soave del vostro amore che vi incita ad iniziare l’ennesima giornata di lavoro. Dopo una decina di sbadigli vi trascinate in cucina e la tavola è già apparecchiata per due, con qualsiasi tipo di leccornia, una colazione degna di un hotel extra lusso.

La convivenza è piena di momenti meravigliosi, non solo discussioni su chi metterà a fare la lavatrice o su chi pulirà i pavimenti. Potrebbe servire fare un plan sul chi fa cosa, ma se qualche volta non lo farà nessuno e resterà tutto com’è, non accadrà niente di grave, perché ora siete a casa vostra, e siete solo voi a decidere quando e come fare le faccende, voi a decidere quando e come lavare i panni, i pavimenti, le tapparelle, i lampadari, il corrimano e se farlo o no!

Date retta a me, fregatevene, la casa non deve sempre sembrare uno specchio, certo è una casa e non una palude, ma organizzandovi potrete gestire il vostro tempo al meglio per fare anche altro. La cosa che dovete tenere bene a mente è Di-ver-ti-te-vi!

Lasciatevi andare, imparate a divertirvi insieme.

Convivere è guardare abbracciati la tv, cucinare insieme, chiacchierare la sera a cena di tutto quello che è successo durante la giornata, dormire fino a tardi tenendosi la mano,  fare le puzzette nel letto e poi ridere, abbracciarsi mentre si lavano i piatti, piangere, sbuffare, fare l’amore, scoprire che passare il week end a casa sotto le lenzuola, insieme, è probabilmente la migliore terapia per la felicità.

Condividerete tutto, l’armadio, la scrivania, i cibi sfiziosi e quelli più sani, le piccole e  grandi cose saranno più facili insieme. Stare accanto alla persona amata nel bene e nel male, anche quando dovrete tenergli i capelli per un attacco di nausea dovuto ai bagordi della sera prima.

La convivenza spaventa, così come il matrimonio, ma  i cambiamenti fanno sempre paura. Ci piace crogiolarci nelle situazioni che conosciamo, nella nostra zona cuscinetto, ma non c’è niente di meglio che lanciarsi col paracadute ad alta quota. Avrete una paura fottuta prima di lanciarvi, ma una volta in cielo, vi renderete conto che il gabbiano Jonathan Livingston aveva ragione da vendere e che volare senza una rete protettiva sotto di voi è la cosa più emozionante che esista.

Quindi aprite le vostre ali e gettatevi nel vuoto!

Ek

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Come lasciare a bocca aperta la vostra suocera altolocata

E’ ormai quasi un anno che convivete con la vostra compagna e non avete mai invitato a cena i suoceri, nonostante lei ve lo chieda ogni fine settimana più o meno velatamente?

E’ arrivato il momento di fare il grande passo e accogliere nella vostra magione i genitori della vostra dolce metà. Come dite?

Sua madre ha discendenze nobili? E’ una signora estremamente attenta al galateo e ha già dimostrato di notare qualsiasi dettaglio fuori posto? L’articolo di oggi vi spiegherà come apparecchiare la tavola in maniera impeccabile, e lascerà a bocca aperta la “contessa” vostra ospite.

Naturalmente abbiamo un po’ esasperato la situazione, dubito che nel vostro appartamento dobbiate ospitare la regina Elisabetta, ma presentare una tavola elegante ed apparecchiata seguendo quasi alla lettera i dettami del galateo, non potrà che farvi guadagnare punti agli occhi di vostra suocera e, di conseguenza, a quelli della vostra amata.

apparecchiare la tavola giusto

LA TOVAGLIA

Se per la colazione sono comode e simpatiche da vedere, non vi venisse in mente di apparecchiare la tavola con le tovagliette colorate che usate al mattino, ancora sporche di marmellata e macchiate di caffè. Scegliete una tovaglia semplice, non è importante che sia a tinta unita o con una sobria fantasia, ma fate in modo che si abbini al colore dei piatti. Fondamentale è che abbia la stessa forma del tavolo (rettangolare, quadrata, tonda) e che abbia una caduta laterale di 30 cm circa.

Se volete dare un tocco in più, aggiungete un centrotavola, a tema floreale o a base di frutta fresca. Non esagerate con le dimensioni per due motivi: 1) Non deve ridurre troppo lo spazio a vostra disposizione sul tavolo; 2) Tutti i commensali devono potersi guardare negli occhi senza dover muovere il collo di qua e di là tutta la sera per via dell’altezza della vostra composizione.

I PIATTI

Se avete intenzione di servire una cena completa di tutte le portate, sappiate che vi dovrete procurare un servizio di piatti di almeno 16 pezzi. Il galateo consiglia di posizionare prima il piatto piano per il secondo (7), sopra ad esso quello per il primo (6) (a meno che non si tratti di una zuppa o una minestra, sarà anche questo un piatto piano) e infine il piatto dell’antipasto (5), leggermente più piccolo.

Come chicca finale, potete mettere in alto a sinistra (secondo alcuni andrebbe a destra) un piattino per il pane (12), magari coperto da un tovagliolo.

A mio avviso dei bei piatti bianchi e lucenti sono la soluzione più elegante.

LE POSATE

Cominciamo da quelle da dessert. Posizionate orizzontalmente davanti ai piatti, la forchetta con il manico volto verso sinistra (14) e il cucchiaio (13) verso destra.

Alla sinistra del piatto sistemate la forchetta della portata principale (3), che sarà vostra cura cambiare tra la prima e la seconda portata. Ad un paio di cm alla sua sinistra disponete la forchetta da antipasto (2). Alla destra del piatto sistemate il coltello della portata principale (8) (anche questo da cambiare fra il primo e il secondo), alla sua destra disponete il coltello da antipasto (9). Ancora più a destra mettete un cucchiaio per la portata principale (10) Nel caso in cui sia prevista una minestra o una zuppa dovete aggiungere, sempre sulla destra, un ulteriore cucchiaio.

I BICCHIERI

Il bicchiere per l’acqua (15) va disposto a destra del piatto, sopra i coltelli. Procedendo verso destra la coppa o il calice per il vino rosso (16) e quella per il vino bianco (17).

I TOVAGLIOLI

Ci sono due scuole di pensiero riguardo alla posizione del tovagliolo. La prima preferisce collocarlo sul piatto dell’antipasto, la seconda sceglie di posizionarlo a sinistra del piatto (1)accanto alla forchetta più esterna.

Le regole di base sono quelle che vi ho appena esposto, esistono numerose varianti a seconda della formalità della cena o del ricevimento.

Un ultimo consiglio che mi sento di darvi è quello di far trovare agli ospiti  la tavola già apparecchiata, in modo da non creare imbarazzo sia in loro, che saranno in dubbio sul dovervi aiutare o meno, sia in voi, che non avrete tempo di correggere eventuali errori di disposizione di fronte agli occhi inquisitori della vostra carissima suocera.

Buon appetito e in bocca al lupo per la cena!

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Da dove nasce la tradizione del Pesce d’Aprile?

pesce d'aprile

Ci sono diverse teorie riguardo l’origine della tradizione del Pesce d’Aprile.

La più conosciuta ne colloca la nascita nella Francia del XVI secolo. Prima dell’entrata in vigore del calendario Gregoriano, avvenuta ufficialmente nel 1582, in Europa si celebrava il Capodanno tra il 25 marzo ed il primo aprile ed era usanza scambiarsi dei doni in questo periodo.

In seguito alle riforme di papa Gregorio XIII il capodanno venne spostato al 1 gennaio, ma rimase la tradizione di scambiarsi scherzosamente dei pacchi vuoti il giorno primo aprile, per simboleggiare quella festività non più esistente. Tale usanza venne soprannominata  “poisson d’Avril” , pesce d’aprile appunto.

Una delle teorie più antiche fa risalire la nascita del Pesce d’Aprile al beato Bertrando di San Genesio, patriarca di Aquileia dal 1334 al 1350, che avrebbe salvato il papa dal soffocamento dovuto ad una spina di pesce rimastagli in gola. Il pontefice, in segno di gratitudine, decretò che il primo aprile ad Aquileia non si mangiasse pesce.

Infine un’altra teoria divertente è da ricollegarsi alle prime pesche primaverili. I pescatori tornavano spesso a mani vuote dalle pesche dei primi giorni di aprile, perché i pesci non avevano ancora ripopolato i fondali. Per questo motivo erano oggetto di scherno da parte dei compaesani.

In Italia il Pesce d’Aprile arrivò tra il 1860 e il 1880 e prese piede prima fra i ceti medio-alti, da sempre avvezzi agli scherzi, si diffuse, poi, fra tutta la popolazione.

Nel Regno Unito e in America il primo di aprile si festeggia l’ “April fool’s day” (“Il giorno dello sciocco d’aprile”).

La tradizione più simpatica, che si è in seguito diffusa anche in Italia, appartiene alla Scozia dove in quella data si festeggia il Gowkie Day (letteralmente “il giorno del cuculo”). Pare che proprio qui sia nato il diffuso scherzo di attaccare sulla schiena delle vittime un foglio con la scritta “Kick me” (dammi un calcio).

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Proteggete le vostre mani: Meglio guanti in lattice o di gomma?

Dopo aver fatto le pulizie domestiche, in particolare dopo aver lavato i piatti, hai le mani secche e screpolate? Le hai protette adeguatamente, considerando che nello svolgimento delle faccende verrai a contatto con prodotti chimici che potrebbero provocare da semplici irritazioni fino a più gravi ustioni chimiche?

La soluzione per evitare che le tue mani invecchino molto prima di te consiste nel proteggerle con i guanti.

Vediamo insieme quali rischi si corrono nel tralasciare questo semplice accorgimento:

1.Le mani sono il tuo biglietto da visita sia nelle relazioni sociali, sia in alcuni lavori. Meglio evitare, quindi, di seccarle sottoponendole a continui cambi di temperatura sotto acqua calda e fredda per interminabili minuti. PROTEGGETELE CON I GUANTI. Non sempre le creme idratanti posso salvarvi dall’avere mani screpolate e secche.

2. Magari avete cambiato il vostro sapone per i piatti e il nuovo prodotto contiene ingredienti ai quali siete allergici. Perché rischiare di ricoprirsi di antiestetiche e fastidiose bolle sulle braccia. PROTEGGETE LE MANI CON I GUANTI.

3. Ci sono anche degli “incoscienti” che maneggiano prodotti ancora più aggressivi dei canonici saponi per piatti, come ammoniaca e candeggina o addirittura idraulico liquido. In questi casi il rischio di un’ustione chimica è a portata di mano. PROTEGGETEVI CON I GUANTI.

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QUALI SONO I TIPI DI GUANTI PIù COMUNI?

C’è da dire che il mercato ha ormai creato dei modelli super sicuri e super comodi, felpati, con prodotti emollienti all’interno che coccolano le tue mani anche mentre stai lavorando con prodotti “pericolosi”, super sottili, ma super resistenti etc.

I più comuni sono senza ombra di dubbio quelli in lattice e quelli in gomma.

GUANTI IN LATTICE.

guanti lattice

Esistono sia quelli “usa e getta”, che quelli più spessi e duraturi. I primi hanno il vantaggio di essere molto sottili, comodi ed economici, ma non assicurano una protezione adeguata in caso di contatto con oggetti taglienti o con prodotti altamente corrosivi, come i secondi.

GUANTI IN GOMMA.

guanti gomma

Se dovete maneggiare prodotti altamente corrosivi come la candeggina o l’idraulico liquido e volete stare tranquilli, utilizzate i guanti in gomma. Questo tipo di guanti, essendo, di solito, meno stretto e aderente alle mani, le farà sudare di meno. L’unica pecca è che sono meno comodi, in quanto il loro spessore vi concederà una sensibilità minore rispetto a quelli di gomma.

Su qualsiasi tipologia di guanti ricada la vostra scelta, ricordate di sciacquare le mani con sapone neutro alla fine delle pulizie, ma soprattutto di utilizzare la crema idratante. Vi consiglio di idratare le mani prima di andare a dormire, in maniera da lasciare che la crema agisca per tutta la notte, donandovi al mattino delle mani morbide e piacevoli da toccare.

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Zucchero bianco vs zucchero di canna, chi vincerà la sfida del secolo?

E’ nato prima l’uovo o la gallina? Meglio un uovo oggi o una gallina domani?

No, in questo articolo non parleremo degli inestricabili dilemmi che affliggono gli uomini da tempo immemore, ma affronteremo una diatriba alimentare che non cessa di generare discussioni piuttosto accese, è meglio lo zucchero bianco o lo zucchero di canna?

I “puristi” della salute si abbattono senza pietà sullo zucchero bianco definendolo un alimento “morto”, in contrapposizione a quello di canna che esaltano come alimento “vivo”.

Ricette facili: Frappe fritte

Cominciamo col dire che lo zucchero è un alimento indispensabile per il nostro organismo perché ci fornisce energia pulita, in quanto la sua metabolizzazione non produce scorie residue, anzi lo zucchero si trasforma in acqua ed anidride carbonica che vengono eliminati completamente dal nostro corpo.

Analizziamo ora nel dettaglio le differenze fra i nostri due sfidanti. 

Dal punto di vista chimico, lo zucchero bianco e lo zucchero di canna contengono la stessa molecola, il saccarosio. Lo zucchero di canna, che non subisce le varie raffinazioni dello zucchero bianco, in più contiene la melassa, seppur in piccole quantità. La melassa contiene una piccola percentuale di  minerali e vitamine, che spingono a considerare lo zucchero di canna più nutriente.

A tale riguardo c’è senz’altro una considerazione da fare. Già queste vitamine e minerali in più sono presenti in percentuali davvero esigue nello zucchero di canna, inoltre va considerato che durante il giorno assumiamo piccole quantità di questo alimento. Diciamo, quindi, che i benefici effettivi per il nostro organismo non sono così evidenti.

Quale zucchero è più calorico?

Lo zucchero bianco ha circa 15 calorie in più per 100 gr rispetto al collega giallognolo (392 kcal vs 377).

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Conclusioni

Dietologi, nutrizionisti ed esperti di sana alimentazione sono sostanzialmente d’accordo nell’equiparare, dal punto di vista nutrizionale, lo zucchero bianco con lo zucchero di canna, in quanto le esigue quantità di potassio, ferro, sodio e vitamine B e PP presenti nel secondo, non giustificano una vera e propria superiorità dello stesso, soprattutto perché una dieta sana ricerca vitamine e minerali nella frutta e nella verdura e non nelle due/tre bustine di zucchero di canna che possiamo consumare giornalmente.

Per tutelare al meglio la nostra salute, invece di metterci a sindacare su come dolcificare il nostro caffè, dovremmo concentrarci sull’evitare tutti quegli zuccheri semplici che assumiamo tramite il consumo di merendine, succhi di frutta, dolciumi e bevande gassate.

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Fatalisti sì, ma non troppo! Dite basta alla “corsa del topo”

Fatalisti si, ma non troppo!

Nel mondo in cui viviamo , sempre di corsa, sempre orientati verso il lavoro o verso qualcosa da raggiungere, perdiamo di vista le cose importanti, le cose per le quali vale davvero la pena vivere.

Amore, Famiglia, Affetti.

famiglia

Crediamo di avere sempre tempo per poter rimediare alle nostre assenze, perché tanto tutti sono sempre lì, in un modo o nell’altro. Essendo fatalisti crediamo che non accadrà nulla di male alle persone care intorno a noi, e ci ripetiamo “se deve accadere, accadrà. Non posso stare dietro a tutto”.

Eppure non è così, perché un giorno, all’improvviso, potremmo perdere la persona amata, un genitore, una sorella o addirittura un figlio. In momenti tragici come questi, ci si rende finalmente conto dell’immenso valore che hanno le persone che ci sono accanto e che ci vogliono bene.

Prima di arrivare a questo punto, fermiamoci un attimo a pensare. Quello che stiamo facendo è abbastanza? Lavorare 12 ore al giorno e credere che il nostro “compito” giornaliero sia solo quello, è un errore madornale. Quindi, dicevo, stiamo facendo abbastanza  per riempirci il cuore di amore o solo per riempire il nostro portafoglio di soldi?

Sognate una vita a piedi scalzi? Essere infelici è una nostra scelta

Non voglio essere ipocrita, se è vero che i soldi da soli non danno la felicità, hanno comunque il potere di donarti una serenità ed una libertà maggiore. Ti consentono di avere le cure adeguate, di disporre di un buon sistema di trasporto, di poter godere di svaghi che rigenerano il fisico e l’umore. Ma la felicità, quella vera, genuina, totale, può donartela solamente l’amore, non parlo di amore solo verso di un compagno di vita, ma anche di amore per un fratello, per un figlio, per un genitore o per un amico molto caro (umano e non).

Come si fa a coltivare questa immensa ricchezza che è l’amore per se stessi e per il prossimo? Dobbiamo essere in grado di trovare quel qualcosa che è più prezioso del platino, del diamante, di un milione di euro, IL TEMPO.

Una carezza, un bacio, una risata sonora, un sorriso timido, magari ricambiato con lo stessa timidezza, una passeggiata mano nella mano in riva al mare, l’abbraccio protettivo del babbo che si vede sempre più raramente per gli impegni di lavoro sempre più pressanti, il piatto di pasta da tre etti di una mamma che ti trova sciupata anche se hai preso 3 kg nell’ultimo mese, la impareggiabile complicità fraterna, lo scodinzolio e le attenzioni del tuo cane rivolte esclusivamente a te, il bacio della buonanotte di tuo marito che non si accontenta mai solo di un bacio.

Davvero volete rinunciare a tutto questo soltanto per i soldi e per la prospettiva di una vita migliore? I vostri intenti sono ammirevoli, ma la vita è adesso. Vivetela, non vi limitate a rincorrerne una migliore. Non rinunciate alla famiglia, non rinunciate ad uscire con le vostre amiche, per inseguire esclusivamente la carriera.

 Buddha diceva “Quando scoprirai chi sei , riderai di ciò che credevi di essere”.

Non è il lavoro che fai o quanti soldi hai ad indicare chi sei, troppo spesso ce ne dimentichiamo. Siamo prigionieri della classica “corsa del topo”, l’inseguire costantemente il guadagno per realizzare qualcosa di grandioso che possa portarci all’autoaffermazione. Non date per scontate le persone che vi aspettano a casa, ogni tanto lasciate da parte il fatalismo, perché la vita è imprevedibile e non è poi così lunga come crediamo. Frequentate i vostri cari,  la carriera può avere evoluzioni in qualunque momento, crescendo potreste rendervi conto che in realtà vi piace fare altro, mentre le persone amate, una volta andate via, non torneranno più.

 Ek.

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Come rendere il vostro water pulito e brillante. Ecco 5 trucchi infallibili

La stanza della casa che, più delle altre, richiede una pulizia giornaliera e approfondita è senza ombra di dubbio il bagno.

Qualunque ospite vostro coetaneo, che non sia un fissato dell’ordine e della pulizia, non sarà particolarmente colpito nel trovare montagne di vestiti buttati su una sedia della vostra camera o addirittura sul letto. Probabilmente non farà caso alle tazze della colazione che ancora giacciono nel lavandino e che hanno attirato allegre famigliole di moscerini, ma potrà provare un forte fastidio o addirittura un accenno di nausea di fronte ad un bagno sudicio e ad un water dove galleggiano oggetti non esattamente identificati.

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PULIRE WATER

Oggi vi rivelo 5 trucchi per offrire ai vostri ospiti, nonché avventori del vostro bagno, un water talmente bianco da fare invidia al sorriso di Julia Roberts appena uscita da una seduta di sbiancamento dal dentista.

1.Non aspettate di andare al bagno 3 o 4 volte prima di tirare l’acqua. Risparmiate su altre cose. Lo spazzolone è accanto al water per una ragione, utilizzatelo ogni volta che tirate lo sciacquone per ottimizzare la pulizia delle pareti del sanitario.

2.Bicarbonato e aceto sono un’accoppiata vincente per neutralizzare le macchie più ostinate e per sbiancare il vostro water. Se avete letto qualcuno dei miei articoli precedenti, sapete quanto sono affezionata a questi due prodotti, davvero utili in tantissime situazioni. Mettete il bicarbonato sulle macchie incriminate e poco dopo versateci sopra l’aceto, lasciate agire per almeno 20 minuti e poi utilizzate lo spazzolone con vigore per completare l’opera. Alla fine del trattamento, basterà risciacquare tirando lo sciacquone per avere un risultato superlativo.

3.Borace e succo di limone, un’altra coppia d’oro! Se preferite che il vostro water emani una piacevole fragranza limonosa, potete affidarvi a quest’altra coppia di prodotti davvero infallibili. Create un composto di borace (una sostanza in polvere che ha un alto potere detergente) e succo di limone e passatelo sopra le macchie e le incrostazioni del vostro water, lasciate agire una mezzora e strofinate con lo spazzolone. Ricordatevi che l’olio di gomito è l’ingrediente in più. Infine tirate lo sciacquone e specchiatevi nel bianco del vostro water.

4.Passiamo alle maniere forti. Se i metodi che vi ho suggerito fino ad ora dovessero fallire (cosa che ritengo altamente improbabile), probabilmente è perché le macchie con cui avete a che fare risalgono a qualche settimana fa, se non di più. In questo caso procuratevi una pietra pomice (esatto, proprio quella che utilizzate per prendervi cura dei vostri piedi) e passateci sopra del detersivo per wc o del semplice succo di limone e strofinate energicamente sulle macchie più tenaci. Tirate lo sciacquone e date il colpo di grazia versando mezza bottiglia di coca cola da 1, 5 l facendo bene attenzione a far colare la bevanda su tutta la circonferenza interna del vostro sanitario. Lasciate agire almeno 2/3 ore senza utilizzare il bagno. Il risultato sarà stupefacente, anche se, data la mia passione per la Coca Cola e la Pepsi, trovo veramente uno spreco utilizzare tutto quel nettare per uno scopo del genere.

5. Il metodo che preferisco. 

Io mi affido alla candeggina. So che molti pensano che sia un metodo troppo aggressivo, che a lungo andare possa danneggiare la lucentezza del sanitario, ma io mi sono sempre trovata benissimo e ho riscontrato una pulizia impeccabile. Prendo la candeggina e la verso abbondantemente sulle pareti interne del water, la faccio agire per una decina di minuti e poi passo una spugnetta sulle pareti, mettendoci più olio di gomito che mai. Utilizzo lo spazzolone per pulire il fondo. Tiro lo sciacquone e mi godo lo straordinario potere pulente della candeggina. Quando voglio pulire anche lo spazzolone, lo lascio nel water e verso altra candeggina intorno alle pareti del sanitario e lascio agire per un paio d’ore. Alla fine di questo trattamento sono pronta a scommettere che il water sia pronto per una durissima ispezione anche da parte dell’ospite più esigente.

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Cosa è veramente importante? Solo sovrappensiero possiamo capirlo

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Ehi, mi ascolti o sei sovrappensiero?

Sovrappensiero è un luogo sereno nel quale ci rifugiamo il più delle volte quando abbiamo bisogno di staccare la spina. E’ un luogo dove si può andare sempre, senza mai allontanarsi.  

Sovrappensiero è un luogo bellissimo. Quante volte, seduti ad una scrivania, tenendo una matita tra le mani, ci capita di guardare fuori dalla finestra o di fissare un punto e di colpo eccoci lì, dentro il sovrappensiero?

Nel mio, la maggior parte delle volte, c’è una spiaggia calda, il mare, giochi, scherzi e risate, passeggiate a piedi nudi sulla sabbia oppure su un prato verde con il mio cane.

Ma di cosa abbiamo bisogno?

Finiamo nel sovrappensiero perché il mondo reale ci mette sotto pressione, ci stressa, non ci rendiamo conto che la nostra realtà ( si perché non in tutti i paesi si vive pensando solo a lavorare) è molto complicata. Pensate  alle epoche precedenti, all’uomo moderno è richiesto uno sforzo enorme. C’era un epoca in cui potevi governare il paese senza saper nemmeno leggere e scrivere, oggi è richiesto saper parlare varie lingue, leggere, scrivere, essere digitalizzati, ricchi di nozioni, e molto del nostro tempo viene impiegato per imparare come funzionano gli strumenti che dovremo usare. Tutto il tempo che risparmiamo grazie alla tecnologia lo impieghiamo per imparare altro. Passiamo molto tempo in simbiosi con le tecnologie (soprattutto nelle nostre auto e con i nostri smartphone), ma poi sogniamo luoghi lontani.

Perché?

Non assecondando più i ritmi e le regole della natura, siamo sempre presi nel girare tra tanti impegni, senza avere mai la possibilità di soffermarci veramente ed a fondo su uno in particolare.

Che fare allora? Se capitiamo nel meraviglioso mondo del sovrappensiero, ci si potrebbe fermare ogni tanto e chiedersi: “Ma tutto quello che faccio è veramente importante per me? C’è qualcosa che posso organizzare meglio, o qualcosa che posso eliminare dalla lista dei miei impegni? Qual è il vero motivo per cui non riesco mai a fermarmi un momento?”

Pochi giorni fa ho incontrato una mia vecchia amica ed abbiamo finito per fare tardi. Le ho chiesto scusa “ quando ci vediamo ti faccio fare sempre tardi” E lei ha risposto: “Oh no, parlare con un’amica non è tempo sprecato, è il resto del tempo che è sprecato”.

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Perché non ci sentiamo felici?

bimbi che giocano

Ci sono dei momenti nella vita in cui tutto ti crolla addosso. Leggo la lettera di Michele, trentenne che si toglie la vita perché stufo del precariato, della ricerca frenetica di un lavoro, dei riconoscimenti che non arrivano mai, della società malata che non premia la meritocrazia, ma la furbizia.

Sul momento ho pensato: “perché non sei fuggito all’estero come tanti altri e ti sei precluso ogni possibilità mettendo fine alla tua vita?”.

Con rabbia e dolore ho letto le sue parole   “Tutte balle. Se la sensibilità fosse davvero una grande qualità, sarebbe oggetto di ricerca. Non lo è mai stata e mai lo sarà, perché questa è la realtà sbagliata, è una dimensione dove conta la praticità che non premia i talenti, le alternative, sbeffeggia le ambizioni, insulta i sogni e qualunque cosa non si possa inquadrare nella cosiddetta normalità. Non la posso riconoscere come mia. Da questa realtà non si può pretendere niente. Non si può pretendere un lavoro, non si può pretendere di essere amati, non si possono pretendere riconoscimenti, non si può pretendere di pretendere la sicurezza, non si può pretendere un ambiente stabile.” Parole che sento spesso dette dai miei coetanei, parole che a volte, nei momenti bui ho pensato anche io.

Mi sono chiesta il perché, cosa è successo, cosa ci ha portato così allo sbaraglio? La prima cosa che mi è venuta in mente è stata la mancanza di disciplina. Da anni la società ci sta insegnando che non è giusto sottostare alle regole, che ognuno può far quel che vuole, che non bisogna temere le autorità perché tanto non ti succede niente.

Questo cambio di vedute ci ha trasformato in bambini viziati che pretendono e pensano che tutto sia loro dovuto, che non apprezzano più le piccole cose della vita.  Eppure, se ci pensiamo, perché tutti vorremo tornare bambini?

I bambini hanno sicuramente meno ricordi brutti da dimenticare, ma hanno anche ben chiaro come si fa ad essere felici. I ricordi migliori che abbiamo, quelli che ci emozionano e ci fanno sorridere o commuovere, sono quelli riferiti ai luoghi dove giocavamo da piccoli, magari in spiaggia fino al tramonto con i cuginetti a fare castelli di sabbia, le serate a cantare a squarciagola con gli amici, i giochi, le risate, i natali con i nonni, tenere per mano mamma e papà, giocare alla maestra  con tua sorella, ballare scatenati in cameretta con un’amica, le gare di biglie.

Cosa salta agli occhi? Nessuno ha un ricordo emozionante legato  “a quel giorno che ho comprato…”, perché quello che conta nella vita sono le emozioni, gli affetti e gli amori.

Molti hanno difficoltà a rimanere per ore in silenzio, perché il silenzio porta a riflettere, ad ascoltare noi stessi, ci fa sentire che qualcosa non va, che siamo alla ricerca di qualcosa, che vogliamo altro. Passiamo ore a fare zapping alla ricerca di “qualcosa”, andiamo a lavoro e facciamo tante cose, sempre di fretta, con la convinzione che saremo giudicati per lo status che la società impone, per la macchina che guidiamo, per il telefono che possediamo, per i posti che visitiamo, eppure non siamo mai “Felici”.

Vogliamo il telefono che ci tiene connessi con tutti, ma poi ci sentiamo soli, l’auto più potente per andare più veloce, ma alla fine andiamo sempre dagli stessi amici e parenti che ci amano così come siamo. Vogliamo i vestiti firmati, ma le cose più divertenti le facciamo con i pantaloncini e una maglietta corta e quelle ancora più divertenti le facciamo senza vestiti, vogliamo case belle, ma poi passiamo le giornate in ufficio per guadagnare più soldi.

E la famiglia? Molti di noi rinunciano ad avere figli perché non ricevono aiuto, perché in questa società dove ognuno pensa a sé, i sensibili e gli altruisti cercano sempre dei loro simili per fare “branco”, perché alla fine siamo animali anche noi, e siamo animali da branco, che necessitano di un capo che li guidi e li faccia sentire sicuri,  che gli mostri qual è il modo giusto di fare le cose e comportarsi.

L’epoca senza regole porta ad una anarchia di sentimenti e di umanità che non possiamo permetterci. Dovremo iniziare a rivalutare le cose belle ed importanti della vita, e ritrovare un po’ della nostra umanità e del rispetto verso gli altri e verso la vita.

EK

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La base per una buona dieta? Una buona spesa. 10 e più consigli per riempire il carrello al meglio

post it spesa buona per dieta

Sono finalmente finiti tutti gli “avanzi” ipercalorici delle feste natalizie? Panettoni, torroni e dolci di ogni sorta che avete trovato nella calza della Befana? Bene, è ora di dare una sistemata al vostro frigo e alla vostra dispensa, di ricominciare a mangiare sano e di rimettervi in forma.

Oggi vedremo insieme dei trucchi per fare una spesa adatta a mantenervi in salute e con una linea invidiabile per tutto l’anno, permettendovi in ogni caso di sgarrare durante dei particolari periodi.

LA BASE DI UNA BUONA DIETA è UNA BUONA SPESA

1)E’ inevitabile che trovare nella credenza merendine e cibi appetitosi vi spingerà a lasciarvi andare a spuntini molto calorici non appena ne avrete occasione. Come prima regola cercate di riempire il frigo e la dispensa di cibi salutari e non di cibi grassi e tentatori.

2)Preparate a casa una lista completa di quello che dovete comprare, non pensate “vedo quello che c’è e decido cosa comprare sul momento”. Se avrete da subito le idee chiare sui prodotti di cui avete bisogno e sulle corsie da percorrere, vi salverete dai reparti più pericolosi.

3)Evitate di andare a fare la spesa a stomaco vuoto, da sazi sarete in grado di passare davanti alle centinaia di varietà di cioccolata senza battere ciglio.

carrello della spesa

 

 

QUALI SONO I PRODOTTI CHE NON POSSONO MANCARE NEL VOSTRO CARRELLO?

1)Soffermatevi di più nel reparto ortofrutta, che di solito è il primo reparto che incontrate nei supermercati. Ricordate che dovreste mangiare una porzione di frutta e verdura per 5 volte al giorno, quindi almeno un terzo del vostro carrello dovrebbe essere pieno di questi alimenti. Preferite prodotti freschi e di stagione, ma anche quelli congelati non sono da disprezzare.

2)Non limitatevi a comprare sempre la solita pasta (meglio se integrale). Orzo, farro, riso, quinoa e miglio sono delle alternative sfiziose e rimangono buonissime anche per il giorno seguente, se conservate in frigo. Non dovete bandire il pane, ma state alla larga da quello troppo lavorato (panini all’olio, al latte, con i pezzi di pancetta), meglio il classico filone di grano duro o il pane integrale.

3)Se siete amanti degli affettati, scegliete quelli più magri come bresaola, petto di pollo o petto di tacchino. Non siate pigri, fate la fila al banco e prendeteli freschi, quelli già confezionati costano di più e per essere conservati più a lungo sono stati riempiti di nitriti e di nitrati.

4) Comprate carne e pesce freschi, se le vostre finanze ve lo permettono. Mangiate carne rossa una volta a settimana, prediligete tagli magri e carni bianche come il pollo, il tacchino o il coniglio.

5) Evitate i formaggi troppo grassi, soprattutto quelli cremosi. Largo alla ricotta e allo stracchino.

6) Con lo yogurt potete abbondare, ma attenzione a scegliere quelli con lo 0,1% di grassi.

7) Un tasto dolente sono i prodotti per la colazione. E’ vero che la mattina potete permettervi di mangiare di più perché avete bisogno di incamerare energie per affrontare la giornata, ma strafogarvi di biscotti e di merendine vi appesantirà e basta. Puntate su latte, cereali, frutta fresca e l’immancabile yogurt.

8) Un altro prodotto che non può mancare nel vostro carrello è la frutta secca, in particolare mandorle, noci e nocciole. Sono ricche di grassi buoni e con una manciata potete garantirvi uno spuntino molto sano e saziante. Non esagerate perché sono abbastanza caloriche.

9) Vi ho detto di preferire prodotti freschi, ma la vostra dispensa ha comunque bisogno di un po’ di scatolame per situazioni di emergenza o quando, semplicemente, non avete tempo di tenere a bagno per ore i fagioli secchi. Comprate un paio di barattoli ciascuno di ceci, fagioli e lenticchie.

10)Concedetevi un paio di uova a settimana. Puntate su quelle fresche, biologiche e provenienti da galline allevate a terra.

11) Per quanto riguarda le bevande, pollice in sù per l’acqua naturale, il tè verde e tisane di vari tipi. Pollice in giù per gli alcoolici, le bibite gassate. Non esagerate con i succhi di frutta, a meno che non siano quelli senza zuccheri aggiunti.

Non è necessario seguire alla lettera questi suggerimenti, anche perché nessuno merita la sofferenza di essere perennemente a dieta, neppure il peggiore dei vostri nemici. Prima di salutarvi voglio lasciarvi degli ultimi consigli.

1)Leggete le etichette: Potrete evitare errori madornali come comprare biscotti che contengono grassi idrogenati. Vi sarà utile anche per trovare i prodotti con le caratteristiche che fanno al caso vostro, es: poche calorie, alto valore proteico, presenza di fibre etc.

2)Provate  alimenti alternativi: Avete mai provato il latte vegetale? Quello di cocco, di soia, di mandorla sono delle soluzioni perfette per chi è intollerante al lattosio.

3)Guarda in alto e in basso sugli scaffali: Le aziende spesso pagano di più per collocare i loro prodotti al “livello degli occhi” e questi costi aggiuntivi sono generalmente trasferiti sui consumatori.

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