Aprile 2017

Lavorare i festivi, sicuri che sia questo il vero problema?

lavorare festivi

Al giorno d’oggi la nostra generazione sempre più spesso si trova a dover affrontare innumerevoli colloqui di lavoro per riuscire ad arrivare ad una assunzione, la guerra è spietata e la maggior parte delle volte ci si presenta in tantissimi per un unico posto.

E così ci ritroviamo ad accettare condizioni lavorative che non approviamo e che ci fanno soffrire, distanze abissali da casa all’ufficio, trasferimenti in altre città, orari di lavoro lunghi e massacranti, nessun ticket per il pranzo, stipendi che partono dai 300 euro mensili utilizzando contratti di stage o di apprendistato. Per non parlare dell’assenza della meritocrazia, delle zero tutele per genitori e donne, dell’assenza di una vita oltre al lavoro,  perché se vuoi avere una vita privata sei un pigro e non ti va di lavorare “ fare 10 – 20 è il minimo se vuoi lavorare qui”.

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Parliamoci chiaro, la condizione lavorativa è pessima per la maggior parte di noi e lo sappiamo tutti.

Il punto non è se sia giusto o sbagliato che le attività commerciali siano aperte di domenica e festivi. Il punto fondamentale è il trattamento economico e contrattuale che viene dato ai lavoratori nell’ambito del commercio.

Il loro trattamento economico dovrebbe prevedere una maggiorazione  di stipendio nelle giornate festive e la possibilità di turni per permettere a tutti di godere di almeno una festività a scelta. Esattamente come dovrebbe prevedere il pagamento degli straordinari  dopo le otto ore lavorative, perché non è tanto il lavorare 10 ore (in realtà è sbagliato, e dovrebbe essere facile per il datore di lavoro poter assumere due persone part-time a sei ore con sgravi fiscali per evitare di  incidere sullo stipendio del lavoratore), l’errore sta nel pagare o sottopagare il lavoro nell’ambito del commercio.

Il problema non consiste tanto nell’apertura nei giorni festivi, perché ormai nel 2017 non possiamo permetterci di tornare indietro e non essere al passo con la globalizzazione. Ci sono attività, come la ristorazione, le forze armate, la sanità, ma anche gli stabilimenti balneari per tutta la stagione estiva, che non si possono concedere sabati, domeniche e altre festività. Tante attività prevedono di lavorare quando gli altri non lavorano, pensiamo ad esempio alle occupazioni notturne.

Non possiamo pensare di lavorare tutti dalle 8 alle 16 dal lunedì al venerdì, ci sono lavori che inevitabilmente necessitano di turnazioni durante i festivi. Potete boicottare i centri commerciali durante la domenica e le festività, ma considerate che alcune persone lavorando dalle 10 alle 20,  non hanno mai il tempo di concedersi una giornata di shopping se non durante la domenica o durante le feste, e molte altre, che lavorando dalle 9 alle 19 non hanno tempo, se non dopo le ore 20, di fare la spesa.

È proprio il mercato del lavoro a dover cambiare, ma la nostra società è troppo radicata per permettere un cambiamento deciso. Quindi abbiamo donne che fanno la spesa alle nove di sera perché tutto il resto del tempo nella giornata lo hanno passato lavorando o girando come trottole dietro ai figli e alla casa.

Se vuoi lavorare in Italia, attento a quello che scegli di studiare!

Viviamo in un paese dove i lavoratori vengono trattati come dei rompiscatole pretenziosi che si lamentano perché vorrebbero, oltre che lavorare, vivere la propria vita. In questo sistema sbagliato ci siamo dentro tutti. La carenza di lavoro fa sì che le persone accettino di lavorare in condizioni vergognose,  questo alimenta la richiesta di personale sempre più preparato, ma di manodopera a bassissimo costo, a discapito di professionisti e delle famiglie che alla fine non arrivano più a fine mese.

Quindi invece di concentrarci sul problema delle chiusure delle attività commerciali durante le festività, dovremmo preoccuparci soprattutto delle condizioni lavorative del paese nel quale viviamo, e delle quali non ci lamentiamo abbastanza.

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Convivenza? Si, grazie

L’idea di andare a convivere mette paura.

Ci vuole coraggio e, una volta iniziata l’avventura insieme, una grande pazienza e perseveranza.

Per questo dovete assolutamente farlo!

Convivere con un’amica/o o ancora meglio con la persona amata, è un’esperienza incredibile, alla quale non potete rinunciare solo perché bloccati da insicurezze infantili.

Condividere la casa con un’altra persona vi metterà alla prova, certo, ma cambierà anche la prospettiva della vostra quotidianità. Convivere vi regalerà sorrisi inaspettati e momenti di pura ilarità.

Vi renderete conto di quanto non fossero poi così assurde certe raccomandazioni di vostra madre. “E’ un’ora che sei sotto la doccia, lasci un po’ di acqua calda pure a noi? Appena hai finito togli i capelli dallo scarico e passa la pezzetta sul vetro della doccia.”, “Non puoi tenere le luci di tutta casa accese”, ” Raccogli i calzini e mettili nel cesto dei panni sporchi”. Queste sono tutte cose ovvie, che saranno la normale evoluzione del vivere senza genitori, sarete voi gli adulti e dovrete occuparvi di tutto, senza sconti.

Ma oggi parleremo della convivenza intesa come vivere insieme e non  delle inevitabili problematiche che il vivere senza “ mamma che fa tutto”, vi porterà ad affrontare. La fatica del vivere da soli c’è. Ma non c’entra il vostro partner, a meno che non abbiate già vissuto da soli prima.

Non possiamo dire che sia una passeggiata di salute, difficilmente tutto quello che l’altra persona farà vi andrà a genio. Ma vi sarà subito chiaro che il gioco vale la candela.

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Non vi entusiasma l’idea di gironzolare con lo spazzolino in bocca per casa mentre il vostro partner si intrufola furtivo in bagno e vi chiude fuori per almeno mezz’ora? Immaginate la poesia di essere svegliati dal profumo dolce del caffè e dalla voce soave del vostro amore che vi incita ad iniziare l’ennesima giornata di lavoro. Dopo una decina di sbadigli vi trascinate in cucina e la tavola è già apparecchiata per due, con qualsiasi tipo di leccornia, una colazione degna di un hotel extra lusso.

La convivenza è piena di momenti meravigliosi, non solo discussioni su chi metterà a fare la lavatrice o su chi pulirà i pavimenti. Potrebbe servire fare un plan sul chi fa cosa, ma se qualche volta non lo farà nessuno e resterà tutto com’è, non accadrà niente di grave, perché ora siete a casa vostra, e siete solo voi a decidere quando e come fare le faccende, voi a decidere quando e come lavare i panni, i pavimenti, le tapparelle, i lampadari, il corrimano e se farlo o no!

Date retta a me, fregatevene, la casa non deve sempre sembrare uno specchio, certo è una casa e non una palude, ma organizzandovi potrete gestire il vostro tempo al meglio per fare anche altro. La cosa che dovete tenere bene a mente è Di-ver-ti-te-vi!

Lasciatevi andare, imparate a divertirvi insieme.

Convivere è guardare abbracciati la tv, cucinare insieme, chiacchierare la sera a cena di tutto quello che è successo durante la giornata, dormire fino a tardi tenendosi la mano,  fare le puzzette nel letto e poi ridere, abbracciarsi mentre si lavano i piatti, piangere, sbuffare, fare l’amore, scoprire che passare il week end a casa sotto le lenzuola, insieme, è probabilmente la migliore terapia per la felicità.

Condividerete tutto, l’armadio, la scrivania, i cibi sfiziosi e quelli più sani, le piccole e  grandi cose saranno più facili insieme. Stare accanto alla persona amata nel bene e nel male, anche quando dovrete tenergli i capelli per un attacco di nausea dovuto ai bagordi della sera prima.

La convivenza spaventa, così come il matrimonio, ma  i cambiamenti fanno sempre paura. Ci piace crogiolarci nelle situazioni che conosciamo, nella nostra zona cuscinetto, ma non c’è niente di meglio che lanciarsi col paracadute ad alta quota. Avrete una paura fottuta prima di lanciarvi, ma una volta in cielo, vi renderete conto che il gabbiano Jonathan Livingston aveva ragione da vendere e che volare senza una rete protettiva sotto di voi è la cosa più emozionante che esista.

Quindi aprite le vostre ali e gettatevi nel vuoto!

Ek

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Come lasciare a bocca aperta la vostra suocera altolocata

E’ ormai quasi un anno che convivete con la vostra compagna e non avete mai invitato a cena i suoceri, nonostante lei ve lo chieda ogni fine settimana più o meno velatamente?

E’ arrivato il momento di fare il grande passo e accogliere nella vostra magione i genitori della vostra dolce metà. Come dite?

Sua madre ha discendenze nobili? E’ una signora estremamente attenta al galateo e ha già dimostrato di notare qualsiasi dettaglio fuori posto? L’articolo di oggi vi spiegherà come apparecchiare la tavola in maniera impeccabile, e lascerà a bocca aperta la “contessa” vostra ospite.

Naturalmente abbiamo un po’ esasperato la situazione, dubito che nel vostro appartamento dobbiate ospitare la regina Elisabetta, ma presentare una tavola elegante ed apparecchiata seguendo quasi alla lettera i dettami del galateo, non potrà che farvi guadagnare punti agli occhi di vostra suocera e, di conseguenza, a quelli della vostra amata.

apparecchiare la tavola giusto

LA TOVAGLIA

Se per la colazione sono comode e simpatiche da vedere, non vi venisse in mente di apparecchiare la tavola con le tovagliette colorate che usate al mattino, ancora sporche di marmellata e macchiate di caffè. Scegliete una tovaglia semplice, non è importante che sia a tinta unita o con una sobria fantasia, ma fate in modo che si abbini al colore dei piatti. Fondamentale è che abbia la stessa forma del tavolo (rettangolare, quadrata, tonda) e che abbia una caduta laterale di 30 cm circa.

Se volete dare un tocco in più, aggiungete un centrotavola, a tema floreale o a base di frutta fresca. Non esagerate con le dimensioni per due motivi: 1) Non deve ridurre troppo lo spazio a vostra disposizione sul tavolo; 2) Tutti i commensali devono potersi guardare negli occhi senza dover muovere il collo di qua e di là tutta la sera per via dell’altezza della vostra composizione.

I PIATTI

Se avete intenzione di servire una cena completa di tutte le portate, sappiate che vi dovrete procurare un servizio di piatti di almeno 16 pezzi. Il galateo consiglia di posizionare prima il piatto piano per il secondo (7), sopra ad esso quello per il primo (6) (a meno che non si tratti di una zuppa o una minestra, sarà anche questo un piatto piano) e infine il piatto dell’antipasto (5), leggermente più piccolo.

Come chicca finale, potete mettere in alto a sinistra (secondo alcuni andrebbe a destra) un piattino per il pane (12), magari coperto da un tovagliolo.

A mio avviso dei bei piatti bianchi e lucenti sono la soluzione più elegante.

LE POSATE

Cominciamo da quelle da dessert. Posizionate orizzontalmente davanti ai piatti, la forchetta con il manico volto verso sinistra (14) e il cucchiaio (13) verso destra.

Alla sinistra del piatto sistemate la forchetta della portata principale (3), che sarà vostra cura cambiare tra la prima e la seconda portata. Ad un paio di cm alla sua sinistra disponete la forchetta da antipasto (2). Alla destra del piatto sistemate il coltello della portata principale (8) (anche questo da cambiare fra il primo e il secondo), alla sua destra disponete il coltello da antipasto (9). Ancora più a destra mettete un cucchiaio per la portata principale (10) Nel caso in cui sia prevista una minestra o una zuppa dovete aggiungere, sempre sulla destra, un ulteriore cucchiaio.

I BICCHIERI

Il bicchiere per l’acqua (15) va disposto a destra del piatto, sopra i coltelli. Procedendo verso destra la coppa o il calice per il vino rosso (16) e quella per il vino bianco (17).

I TOVAGLIOLI

Ci sono due scuole di pensiero riguardo alla posizione del tovagliolo. La prima preferisce collocarlo sul piatto dell’antipasto, la seconda sceglie di posizionarlo a sinistra del piatto (1)accanto alla forchetta più esterna.

Le regole di base sono quelle che vi ho appena esposto, esistono numerose varianti a seconda della formalità della cena o del ricevimento.

Un ultimo consiglio che mi sento di darvi è quello di far trovare agli ospiti  la tavola già apparecchiata, in modo da non creare imbarazzo sia in loro, che saranno in dubbio sul dovervi aiutare o meno, sia in voi, che non avrete tempo di correggere eventuali errori di disposizione di fronte agli occhi inquisitori della vostra carissima suocera.

Buon appetito e in bocca al lupo per la cena!

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