Novembre 2016

Ricette facili: Frittata patate e prosciutto cotto

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Tempo cottura: 20 minuti

Ingredienti: 1 patata (0,30 €) , 2 uova (0,25€) , 2 fette di prosciutto cotto (0,80€), ( se vi piace aggiungete 100 grammi i mozzarella (0,50€) o 1 sottiletta), olio extravergine d’oliva ( non usiamo altri oli perché questo è l’unico che ha il punto di fumo a 210°, quindi molto alto, al secondo posto se volete usare altro olio potete comprare olio di arachidi con il punto di fumo a 180°, non vanno bene olio di mais 160°,olio di soia e girasole 130°), sale.

Per questa ricetta ci serviranno: 1 pentola per cucinare la patata, 1 ciotola per sbattere l’uovo, una frusta da cucina, un coltello o una mezzaluna, una padella.

Procediamo:

Mettete in una pentola larga 20 cm ( più o meno dal vostro pollice al mignolo con la mano aperta) 750 ml di acqua fredda, accedete il fuoco e appena l’acqua inizia a borbottare ( fare le prime bollicine) aggiungete 1 cucchiaio di sale grosso.

Nel frattempo pelate la patata con il pelapatate e poi tagliatela a cubetti piccoli.  Quando l’acqua bolle aggiungete le patate e lasciatele cuocere per 15/20 minuti senza coperchio.

Laviamo le uova sotto l’acqua fredda, così da eliminare possibili tracce di sporco, e poi le apriamo e le mettiamo in una ciotola alta almeno 20 cm e stretta, massimo 15 cm di diametro, altrimenti sarà difficile sbatterle.  Prendete la frusta da cucina e iniziate a sbattere le uova, impugnate la frusta come una bacchetta da direttore d’orchestra, con la parte della frusta verso l’indice e poi fate un movimento circolare con il polso, e sbattete le uova per 1/2 minuti. Se non avete la frusta utilizzate una forchetta compiendo lo stesso movimento.

Prendete un tagliere e metteteci sopra il prosciutto cotto e dopo aver preso il coltello o la mezzaluna (lama semicircolare con i manici che facilita il taglio delle pietanze), tritate sottilmente il prosciutto. Una volta cotte le patate, scolatele e poi unitele alle uova ed al prosciutto, e sbattete tutti insieme gli ingredienti. Aggiungete un pizzico di sale fino ( mezzo cucchiaino) e se volete un pochino di pepe.

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Mentre finite di mescolare mettete sul fuoco ( fiamma media) una padella con due cucchiai di olio extravergine d’oliva e quando sarà caldo versate il composto ed aiutandovi con un mestolo disponete in maniera uniforme le patate ed il prosciutto. Abbassate il fuoco e coprite con un coperchio, così da far cuocere le uova anche sopra ed evitare di dover girare la frittata. Fate cuocere per 5 minuti e poi controllate. Non alzate il fuoco per la fretta. Una volta cotta la frittata, passate sotto di lei una spatola piatta per staccare eventualmente dalla padella le parti che si sono attaccate, prendete un piatto piano e fatecela scivolare sopra.

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Il bucato a mano? Non è difficile come sembra

 

Lo so che è molto più facile e pratico utilizzare la lavatrice, ma ci sono dei capi o delle situazioni che richiedono l’utilizzo della meravigliosa bacinella. Il sapone che ci servirà in questo caso è sapone di marsiglia oppure un sapone per lavare i capi a mano. Vi consiglio di  tenerne  un po’ sempre in casa perché se doveste sporcarvi accidentalmente, potrete smacchiare subito il capo con un po’ di questo sapone.

Riempite la bacinella a metà con acqua (meglio se distillata) calda, tiepida o fredda ( rispettivamente per bianchi, colorati o scuri), immergete poi il bucato già pretrattato e, una volta immerso, girate il bucato per bene e poi lasciatelo in ammollo per almeno 30 minuti. A questo punto infilate i guanti (assolutamente non fate mai mai mai i lavori domestici senza guanti, soprattutto se utilizzate prodotti chimici) e strofinate per bene e con energia ogni parte di ogni capo che avete messo in ammollo, insistendo sulle macchie. Dopo questo passaggio, cambiate l’acqua e versate sui capi dell’aceto bianco che ammorbidirà le fibre, sbiancherà i vestiti e non lascerà odori. Mettetevi sotto l’acqua corrente e sciacquate bene il bucato. Strizzate senza esagerare, mettete tutti i capi nella bacinella vuota ed andate a stendere. Ricordate di stendere non direttamente al sole. Prima di stendere date una vigorosa sbattuta ai capi così da stirarli dalle grinze della strizzatura.

Attenzione: i capi lavati a mano non andrebbero stesi appesi , perché potrebbero allargarsi; andrebbero stesi su una superficie piana così da evitare che si deformino o si sgualciscano.

 I BIANCHI

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Nel caso in cui  i vostri capi siano diventati grigi, oppure si siano  ingialliti o abbiano delle macchie insistenti,  dovrete pretrattare i vostri capi utilizzando un trucchetto facile e non impegnativo.

La prima cosa da fare è prendere la vostra meravigliosa ed utilissima bacinella e versare al suo interno 3 litri di acqua (meglio se distillata) calda , in  una ciotola a parte mettete 100 grammi di bicarbonato (oppure  un tubetto intero di dentifricio al bicarbonato e perossido), 50 grammi di sale e 500 ml di aceto e dopo aver mescolato bene versate nella bacinella e mescolate ancora con un mestolo di legno pulito fino al completo scioglimento del bicarbonato. A questo punto immergete i panni ingialliti o ingrigiti stando attenti che siano sommersi completamente. Lasciateli in ammollo per almeno 8 ore, mescolando di tanto in tanto. Dopo questo passaggio, cambiate l’acqua e versate sui capi dell’aceto bianco che ammorbidirà le fibre, sbiancherà i vestiti e non lascerà odori. Mettetevi sotto l’acqua corrente e sciacquate bene il bucato. Strizzate senza esagerare, mettete tutti i capi nella bacinella vuota ed andate a stendere. Ricordate di stendere non direttamente al sole. Prima di stendere date una vigorosa sbattuta ai capi così da stirarli dalle grinze della strizzatura.

Se i vostri capi bianchi escono grigi e non brillanti fate attenzione che non siano di materiale Elastan, cioè la biancheria elasticizzata tipo reggiseni, che è un materiale che, anche se bianco, non va lavato ad alte temperature altrimenti ingrigisce.

Laviamo i Peluche: 6 metodi rapidi e performanti

I COLORATI

Ci sono capi che non si possono lavare a mano, per esempio perché sono nuovi e scaricano ancora troppo colore oppure perché di un materiale particolare. Come sempre dovrete prendere la  vostra meravigliosa ed utilissima bacinella e versare al suo interno 3 litri di acqua (meglio se         distillata) tiepida ( tendente al freddo), altrimenti i panni si restringeranno e potrete regalarli ai vostri nipotini di  2 anni! Se ci sono delle macchie basterà pretrattare con uno smacchiatore specifico. Riempita la bacinella, versate un tappo di detersivo e mescolate bene. A questo punto immergete i panni nella bacinella e lasciateli in ammollo per 10/15 minuti, quindi se ci sono delle macchie strofinatele e poi risciacquatele. Dopo questo passaggio, cambiate l’acqua e versate sui capi mezzo tappo di ammorbidente che ammorbidirà le fibre. Mettetevi sotto l’acqua corrente e sciacquate bene il bucato. Strizzate senza esagerare, mettete tutti i capi nella bacinella vuota ed andate a stendere. Ricordate di stendere non direttamente al sole. Prima di stendere date una vigorosa sbattuta ai capi così da stirarli dalle grinze della strizzatura.

Il magico mondo della lavatrice: Come pretrattare i capi

GLI SCURI

Per questa missione ci serve: Bacinella, lavandino, guanti ,smacchiatore, detersivo liquido( non in polvere che è troppo aggressivo), ammorbidente, acqua fredda.
Se alcuni capi presentano delle macchie difficili è bene smacchiarli prima con un apposito prodotto smacchiante. Controllate sempre le etichette interne dei vestiti per apprendere delle informazioni precise sul lavaggio degli stessi.
Prendiamo la bacinella e riempiamola per metà con acqua fredda, (acqua fredda: danneggia meno i tessuti, rispetta di più i colori e sembra agisca anche meglio sulle macchie. Non credete alla leggenda metropolitana che dice che l’acqua calda abbia un potere igienizzante superiore rispetto a quella fredda. Nulla di più errato! ). Facciamo un calcolo del quantitativo di acqua messa nella bacinella per regolarci con il sapone a mano, non esagerate con questo detersivo perché potreste dover faticare per togliere tutti i residui.Una volta messo il detersivo mescolatelo con la mano ( dopo aver indossato i guanti) finché non risulterà omogeneo.  Mettete al rovescio tutti i capi da lavare. Seguendo bene le istruzioni riportate sulla confezione del sapone scelto, immergete i capi per un tempo che va da un quarto d’ora a un’ora al massimo. Tenuti in ammollo per circa dieci minuti, mettete i guanti e  si potranno smacchiare i punti più difficili del nostro vestiario, per le camicie i colletti e i polsi, per i pantaloni l’orlo, per i calzini le punte ecc. Lasciamo agire il detersivo per circa 10 minuti e sciacquiamo i panni. Non serve strizzarli poichè ora procederemo con un lavaggio in ammorbidente. Riempiamo nuovamente la bacinella o il lavandino, con dell’acqua fredda ed aggiungiamo l’ammorbidente (provate anche ad aggiungere all’acqua un paio di bicchierini di aceto, che ammorbidisce maggiormente le fibre senza dare ai vestiti un cattivo odore). Risciacquiamo sotto acqua corrente fredda nel lavandino.
Non stendete l’abbigliamento vicino a fonti di calore o a luce diretta dei raggi solari. Per ultimo, quando li stiriamo, facciamolo sempre al rovescio, oppure frapponiamo tra la piastra del ferro, e l’indumento, un leggero panno di cotone tipo un fazzoletto di stoffa. Lasciamo agire per altri 10 minuti. Risciacquiamo con abbondante acqua per evitare che si formino aloni.

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Cucinare la pasta a regola d’arte

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La prima volta che ci troviamo davanti ai fornelli per cucinare la pasta, ci rendiamo conto che non è proprio facile, veloce ed intuitivo come lo fa sembrare la mamma a casa. Il sale si mette nell’acqua fredda o calda? Quanta acqua va nella pentola? Come abbino la pasta al sugo? Il coperchio va messo? Uso il timer per scolarla o la assaggio come fa mamma?

PROVATE  MARCHE DIVERSE 

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Partiamo con ordine. Siete andati a vivere da soli, avete imparato a fare la spesa, e vi siete sicuramente accorti che la pasta ha un prezzo che oscilla dai 0,30 euro fino anche ai 2,00 euro al 1/2 kg, questo perché quando alcuni dicono “c’è pasta e pasta” non dicono il falso. Non impuntatevi su una singola marca. Una pasta trafilata al bronzo, per esempio, rende sempre meglio e accoglie qualsiasi condimento alla perfezione, la pasta di grano duro e quella di grano tenero sono differenti. Vi consiglio di provare più marche. A me piacciono la De Cecco e la Gragnano, ma sono gusti personali.

AD OGNI SUGO LA SUA PASTA

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Una volta scelta la marca della pasta dobbiamo pensare a come abbinarla al tipo di sugo, perché dovete sapere che i formati della pasta nascono proprio per accompagnare bene una tipologia di sugo. Per esempio la pasta lunga ( lo spaghetto, la linguina, il bucatino, la fettuccina) sta bene con sughi liquidi e/o cremosi ( amatriciana, carbonara, gricia, al pomodoro, alla norma e così via), la pasta corta è adatta a sughi poco omogenei come il ragù, la pasta a spirale sta bene con i sughi classici ed omogenei, come il sugo classico o il pesto.                                                 Adesso si sente tanto in tv una nota marca che sta proponendo la sua nuova pasta rigata, a cosa serve la rigatura e perché è importante? La pasta rigata assorbe meglio il condimento, quindi risulta più saporita. E’ particolarmente indicata per le paste al forno, dove la pasta viene cotta nel sugo. L’amido che esce dalle righe contribuisce a legare il sugo alla pasta. I veri amanti della pasta la prediligono liscia e non rigata, perché le antiche trafile erano state progettate con semplicità e si badava più alla qualità del prodotto che all’estetica. I formati di pasta rigata sono stati ideati in seguito per nascondere una qualità che andava diventando via via più scadente.  Migliore è la qualità del grano e della lavorazione e più lunga è la cottura ( quindi se volete scegliere una pasta buona, puntate a quelle con la cottura più lunga).

PASSIAMO ALL’AZIONE

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Prima di tutto scegliamo la pentola, per la pasta lunga sarà necessaria una pentola alta, la pasta non deve sporgere più di 5 cm dal bordo, mi raccomando non spezzate, non piegate e non forzate la pasta ad entrare nella pentola; per la pasta corta andrà bene una pentola alta 20 cm, ovviamente per il diametro dipende per quante persone cucinerete la pasta. La pentola da utilizzare è di forma cilindrica per la pasta lunga e tonda per la pasta corta o pasta fresca.

Abbiamo preso la pentola, adesso dobbiamo metterci l’acqua. Se possedete un depuratore d’acqua vi consiglio di cucinare con acqua depurata, la pasta verrà molto più saporita perché priva di calcare. Quanta acqua dobbiamo mettere? Il trucco è semplice, 1 litro di acqua per ogni 100 grammi di pasta, così da permettere alla pasta di muoversi bene all’interno della pentola e di riportare l’acqua più rapidamente al punto di bollitura una volta calata la pasta.

QUANDO VA MESSO IL SALE NELL’ACQUA?

Accendiamo il fuoco e copriamo la pentola con il coperchio perché con il coperchio bollirà prima. Eccoci all’argomento più discusso, quando si mette il sale nell’acqua?  Il sale ( grosso non fino) si aggiunge appena l’acqua inizia a fremere ( a fare le prime bollicine), circa 3 minuti prima di buttare la pasta , così da permettergli di sciogliersi, non prima, altrimenti  si rallenta il procedimento di riscaldamento dell’acqua e ci metterà di più a bollire. Quanto sale? 7 grammi ogni litro di acqua, ovviamente vi regolerete in base al gusto, assaggiate l’acqua, se non è abbastanza salata aumentate un pochino. Consiglio di assaggiare la pasta a metà cottura per essere certi “che sia giusta di sale”.  Con l’esperienza imparerete a dosare il sale  con il classico pugnetto. Da adesso in poi via il coperchio, la pasta non va coperta durante la cottura. Se l’acqua fa la schiuma e sta per uscire fuori basterà girare per farla diminuire, non vi impanicate. Per arginare il fenomeno potete mettere sulla pentola un mestolo di legno che fermerà l’esondazione ed abbassate leggermente la fiamma.

Pesiamo la pasta su una bilancia da cucina ( se non l’avete regolatevi mettendo la pasta cruda nel piatto fondo, considerando che crescerà del 30%) , per una persona potete mettere da 80 a 120 grammi di pasta. Buttiamo la pasta, la pasta va buttata in un colpo solo, ma lentamente altrimenti rischierete di bruciarvi con l’acqua bollente. Quando l’acqua raggiunge il bollore pieno, la pasta lunga buttatela “a Shangai”, stringetela nel pugno, portatela sulla pentola e allargate la mano facendola aprire a vortice. Aspettate un minuto, in modo che si ammorbidisca un po’, e poi aiutatela a piegarsi in un solo senso usando un forchettone di legno. Gli spaghetti non andrebbero mai e poi mai spezzati.  Leggete sulla confezione il tempo di cottura e mettete il timer a 2 minuti di meno, quando suonerà assaggiate la pasta e sentite se vi piace o se è troppo al dente attendete ancora un minuto di timer, non andate mai oltre il tempo di cottura della confezione. Ricordate che se poi volete amalgamarla con il sugo nella pentola la dovete togliere 2 minuti prima della fine della cottura, altrimenti si scuocerà. Mescolate la pasta spesso con un mestolo lungo, soprattutto la pasta corta, per evitare che si attacchi al fondo. Io non amo girare la pasta con i mestoli in legno, preferisco l’acciaio con il manico in gomma, ma è una scelta in base a come più vi piace. La pasta fresca cuoce in pochi minuti, da 2 a 4 dopo che è venuta a galla, il tempo esatto dipende dallo spessore che è variabile. I tempi di cottura della pasta fresca non all’uovo (orecchiette, trofie etc.) sono intermedi fra quelli della pasta all’uovo e della pasta secca, cioè 6 minuti circa.

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Mentre attendete che la pasta termini la cottura, preparate l’occorrente per scolarla.  Vi consiglio di comprare uno scolapasta in acciaio da inserire prima della cottura nella pentola, così da poter tirar su direttamente la pasta e tenere l’acqua della cottura che è preziosissima ( è ottima anche per sgrassare le stoviglie, fare del buon brodo, per la cottura al vapore e, perché no, per fare la pasta di sale, ovviamente utile per risottare e per aggiungere liquido se si sta seccando il vostro condimento e dovete cuocere ancora un po’ ).

Se non lo possedete, prendete un po’ di acqua di cottura e mettetela in una tazza,  posizionate lo scolapasta nel lavandino, aprite l’acqua fredda accanto allo scolapasta in modo che l’acqua non lo tocchi ( servirà per diminuire il vapore) e, dopo aver preso 2 presine e posizionate sui manici, scolatela.  Una volta scolata sarete pronti per versarla nel condimento nella padella. Non passate mai la pasta appena scolata sotto il getto del rubinetto, fermare la cottura è sbagliato, anche se dovete preparare la pasta fredda, lasciatela raffreddare in una zuppiera ( recipiente fondo e cilindrico che contiene la pasta per portarla a tavola) aggiungendo un filo d’olio così da evitare che si attacchi.

LA CHICCA FINALE

I più raffinati riscaldano molto bene la zuppiera per la pasta prima di mettercela per portarla a tavola, ed i super raffinati riscaldano anche i piatti 😉

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Asciugatrice: A cosa serve e quanto costa

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FINO A POCO TEMPO IN POCHI POTEVANO PERMETTERSELA

L’asciugatrice anche detta asciugabiancheria o dryer, è un elettrodomestico all’apparenza simile alla lavatrice,  ma che fa l’esatto contrario, cioè consente l’asciugatura del bucato in tempi molto brevi. Se ci state pensando vedremo pro e contro di questo elettrodomestico che in tanti nel nostro paese stanno comprando e che fino a qualche tempo fa era un tabù a causa dei costi eccessivi, della macchina e dei consumi.

Anche su questo in italia siamo rimasti indietro, nei paesi del Nord Europa, per non parlare degli Stati Uniti, l’asciugatrice è importante quanto la lavatrice, e nessuno si sognerebbe di farne a meno. E’ vero che da noi il clima è più  caldo e ci sono tante ore di luce, in estate il modo più veloce per far asciugare i nostri vestiti è stenderli all’aria aperta. In inverno le cose cambiano.  Avrete notato come le case di molte mamme e nonne siano invase da stendini, collocati nei posti più improbabili, dalle vasche da bagno ai termosifoni (così si asciugano i panni, ma la casa resta fredda ed umida). Chi ha la fortuna di possedere un balcone li mette fuori a stendere per giorni, coperti da una plastica dura per evitare che la pioggia renda inutile il lavoro della lavatrice. Ciò comporta che per  rimettere il vostro bellissimo maglioncino bianco dovrete attendere anche due settimane. Le stagioni sono impazzite e per quanto da noi l’inverno non sia rigido è comunque freddo e umido, condizione non ideale per far asciugare i panni, soprattutto le lenzuola e gli asciugamani.

QUALI SONO LE SUE FUNZIONI?

Ecco che da qualche anno a questa parte è arrivata in nostro soccorso l’asciugatrice, che di norma ha la stessa grandezza della lavatrice.  C’è la classica 60×60 e la salva spazio 60×45, e la capacità di carico (cioè quanti panni ci potete mettere dentro) varia da 3,5 kg a 8kg. Come per la lavatrice esiste il carico dall’alto e quello frontale e possono essere da terra oppure da incolonnare sulla lavatrice oppure da incassare nei mobili.  In più chi usa l’asciugatrice ed ha l’accortezza di togliere i panni ancora caldi, ad asciugatura finita può stirare con le mani molti capi e ripiegarli immediatamente, evitando così di stirare la maggior parte dei panni! E’ utile non solo per asciugare i panni, ma con i suoi programmi ad aria fredda è utile per rinfrescare e deodorare abiti che sono stati per molto tempo nell’armadio ed hanno preso odore della muffa. La funzione refresh permette di togliere cattivi odori dai vestiti (tipo fritto e fumo), e c’è anche il classico lavaggio a secco. Ok, abbiamo deciso che la vogliamo comprare, come la scegliamo?

Prima di tutto c’è da dire che ne esistono di due tipi:

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ASCIUGATRICE AD ESPULSIONE: 3, 2,1, lancio! Si più o meno come lanciare lo shuttle nello spazio, questa asciugatrice espelle l’umidità presente nella biancheria sotto forma di vapore. La rottura di queste asciugatrici è che dovete considerare lo spazio per il tubo flessibile per l’espulsione dell’aria e quindi poi dovrete essere disposti a praticare un foro nel muro o una presa a vetro. Quindi sconsigliato se la volete mettere in locali piccini perché altrimenti l’umidità saturerebbe la stanza facendo comparire in poco tempo la muffa sul muro. Considerate, oltre al costo del macchinario, anche il costo del tecnico specializzato per l’istallazione. Il costo per queste macchine parte da 200€.

 

 

 

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ASCIUGATRICI A CONDENSAZIONE: Queste asciugatrici non hanno bisogno del tubo flessibile aggiuntivo, perché sono dotate di un condensatore che trasforma l’umidità in acqua, il che oltre ad essere meno impegnativo sia nel montaggio che nella manutenzione, vi permetterà di tenere quest’acqua e di utilizzarla in molteplici campi essendo depurata dal calcare, quindi ottima per stirare,  per l’acquario di acqua dolce, che necessita di acqua tenera ed acida come questa e per di più essendo priva di fosfati e silicati previene la formazione di alghe. E’ ottima anche per innaffiare le piante perché è pura come l’acqua piovana ed è indicata soprattutto per piante acidofile come le ortensie e le camelie.  Potete usarla anche per  il radiatore della macchina,  per lavare i capelli (saranno molto più luminosi perché il calcare li rende opachi), per risciacquare i pavimenti dopo aver passato lo straccio con il sapone (per renderli brillanti) e così via… Ottime per ambienti non areati, e non necessitano del tecnico specializzato per installarle, basterà leggere il manuale d’istruzioni.  Il costo per queste macchine parte da 450€. In generale i prezzi delle asciugatrici variano dai 200 ai 1500 euro e questo in base a tanti fattori ( classe energetica, funzioni, rumore, dimensioni, marca), quindi vi conviene prima pensare a qual è il vostro budget. Un investimento iniziale maggiore può essere ammortizzato, a seconda del prezzo iniziale di acquisto, nel giro di due o tre anni al massimo; sicuramente vale la pena di riflettere attentamente su questo punto, un’asciugatrice è un bene dalla durata pluriennale e molto spesso un “sacrificio” economico iniziale viene ripagato con i giusti interessi.

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ASCIUGATRICI CON POMPA DI CALORE: Variante delle Asciugatrici ad espulsione, molto in voga nei paesi anglosassoni, sono quelle con il consumo più basso di elettricità. Il riscaldamento e raffreddamento dell’aria sono regolati da un compressore a gas refrigerante che produce calore per l’asciugatura e condensa l’umidità estratta dalla biancheria. Alimentate a Gas o GPL, raggiungono la temperatura molto velocemente, riducendo i tempi di asciugatura.

 

 

 

 

CAPACITà DI CARICO

Così come per la lavatrice anche per l’asciugatrice esistono diverse capacità di carico, per prima cosa dovete considerare quanti siete in famiglia. Se siete soli potete pensare di prendere quella da 4kg, ma se siete più di 2 conviene comprare quella da 8kg che  permette di asciugare anche le coperte.

QUANTO CONSUMA

Come sempre c’è un altro fattore che dovete considerare, il consumo di elettricità della vostra asciugatrice. Infatti il motivo che ha inizialmente frenato la diffusione delle asciugatrici nel mercato Italiano era non tanto il prezzo di acquisto, ma soprattutto le bollette salate che arrivavano a casa. Ma quanto consuma un’asciugatrice? Non possiamo negare che il consumo  sia elevato, ma molto dipende dalla classe energetica. Una classe B o C consumano in generale dai 3 ai 5 KW/h per un ciclo di asciugatura, mentre le classi A da 1,5 a 3 KW/h (per capirsi una classe A utilizzata 20/30 volte può costare sui 150€/annui, quindi sui 12€/mese). Perché consuma più della lavatrice? Perché al contrario della lavatrice che consuma di più solo all’inizio, mentre riscalda l’acqua, l’asciugatrice assorbe energia durante tutta la durata del ciclo.

COME LEGGERE L’ETICHETTA E CONSIGLI PER SPENDERE MENO

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Considerate che le asciugatrici di ultima generazione consumano sempre meno, comunque potete usare dei piccoli accorgimenti, per esempio far partire l’asciugatrice solo a pieno carico, far fare alla lavatrice la centrifuga massima, così da far diminuire il tempo di lavoro dell’asciugatrice. Vi consiglio di evitare temperature troppo elevate per non “seccare” troppo i vostri indumenti. Pulite regolarmente i filtri, utilizzate l’opzione “bassa tariffa”, utilizzate l’asciugatrice durante la vostra tariffazione energetica più bassa, magari impostando la partenza ritardata. Quindi, un ottimo investimento che può farvi risparmiare tempo e fatica (evitando di stendere e stirare). Ultimo consiglio, quando comprate la vostra asciugatrice sceglietene una che abbia almeno due programmi speciali per il risparmio energetico e per il trattamento dei capi delicati.

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Il magico mondo della lavatrice: Il nemico n°1 è il calcare

 

QUALI SONO I MIGLIORI ALLEATI PER COMBATTERE IL CALCARE?

Solo nel momento in cui una persona va a vivere da sola  si rende conto che sono tantissime le cose alle quali si deve prestare attenzione in casa. Le nostre mamme e le nostre nonne, quelle che possedevano la lavatrice,  hanno dovuto affrontare numerosi problemi connessi alla manutenzione di questo elettrodomestico. Le più sfortunate sono quelle che si sono scontrate più volte col demone del calcare. Magari sono nate in zone dove l’acqua è particolarmente dura, con molto carbonato di calcio, e quindi i residui bianchi sono tanti e spiacevoli e raggiungono a volte le dimensioni di sassolini.  Ma come possiamo eliminare il calcare dalla lavatrice che utilizza principalmente acqua dura e piena di calcare? Anche in questo caso i nostri migliori amici  saranno l’ ACETO, il BICARBONATO e anche l’Anticalcare e una cosa che non vi aspettate, IL MAGNETE ANTICALCARE.

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La prima soluzione, con Aceto e Bicarbonato, come per l’eliminazione dei cattivi odori, è la soluzione per chi non ama utilizzare prodotti chimici. L’aceto ha un forte potere anticalcare, il bicarbonato aumenta notevolmente questo suo potere. Mettete mezzo litro di aceto bianco direttamente nel cestello vuoto della lavatrice, e , dopo aver indossato i guanti, fate fare un giro al cestello. Chiudete poi il cestello. Adesso realizziamo una crema: mettete in un recipiente due bicchieri di aceto bianco, un bicchiere di bicarbonato, che avrà un’azione disincrostante e mezzo bicchiere di sale grosso, che avrà un’azione brillantante. Mescolate il tutto e poi versatelo nel cassetto del sapone. A questo punto basterà dare il via al lavaggio a 60 gradi. Ricordate di non mettere insieme all’aceto il detersivo altrimenti l’azione acida dell’aceto e quella basica del detergente si annulleranno.

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L’ANTICALCARE

“La lavatrice vive di più con…” eh si, ma qual è il problema di questo prodotto oltre al costo elevato considerando che dovremmo utilizzarlo ad ogni lavaggio?  Questo prodotto è un rallentante del problema, cioè diluirà il problema nel tempo, quindi la lavatrice vivrà di più, ma sarà comunque attaccata dal calcare perché l’anticalcare andrà via con il primo risciacquo e, non essendo più presente alla fine del lavaggio il calcare si formerà lo stesso, meno, ma lo stesso. In più i detersivi contengono già piccole dosi di anticalcare sufficiente per la prevenzione ordinaria delle incrostazioni. Un altro metodo per un lavaggio una volta al mese è  mettere una bottiglia di anticalcare nella lavatrice, lasciare agire per un’oretta, girando di tanto in tanto il cestello (dopo aver messo i guanti!) e mandare il lavaggio a 60 gradi.

 

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IL MAGNETE ANTICALCARE

Cercherò di spiegarlo in maniera semplice, se volete approfondire cliccate su “come funzionano i magneti anticalcare”. Avete mai sentito qualcuno lamentarsi perché la sua acqua è troppo dura? Ma che significa essere serviti da un’acqua troppo dura? Nell’acqua, normalmente, sono disciolti in varie quantità degli ioni di calcio e di magnesio che sono i così detti Sali duri ( è normale e non è pericoloso). Quando l’acqua viene riscaldata (tanto che chi fa lavaggi a basse temperature non ha problemi di calcare) i Sali duri precipitano ( la precipitazione si può spiegare così: mettete delle particelle nella soluzione, loro si aggrappano alle altre e diventando pesanti vanno sul fondo ) sotto forma di cristalli e legandosi insieme formano il calcare. Il magnete anticalcare costringe l’acqua a passare nel filtro che ha al suo interno un forte campo magnetico, questo campo dissocia (separa) le molecole dei Sali duri (ioni di calcio e magnesio) trasformandoli in polvere tipo talco, che si chiama Argonite, che rimane sospesa e non si deposita, evitando quindi la formazione del calcare. Quello che c’è all’interno di questo filtro sono dei magneti  che resistono ad alte temperature e all’acqua, quindi una volta installati non ci sono costi di manutenzione , come invece accade per gli addolcitori di acqua ad osmosi inversa. Il costo non è proibitivo, considerate che si trovano a partire da 10€ e che il prezzo medio si aggira intorno ai 30€. Se vivete in zone con acqua particolarmente dura credo che potreste tenerlo in considerazione. Unica pecca  è la possibilità che  nel corso di molto tempo si possa accumulare il ferro presente nell’acqua e quindi andrà disotturato dal ferro , ma è una situazione davvero molto rara.

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Il magico mondo della lavatrice: Aiuto, la mia lavatrice puzza!

LA CAUSA DEL CATTIVO ODORE             

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Quando vi siete conosciuti era brillante ed aveva quel meraviglioso profumo di nuovo e di pulito, quando la aprite oggi, invece, puzza. Ma che succede alla vostra lavatrice?  Non vi preoccupate, è un problema comune a molte lavatrici di ultima generazione,  soprattutto se lavano i capi a basse temperature ( sotto i 40 gradi).  Cerchiamo di capire innanzitutto perché la nostra lavatrice emana cattivo odore. Di solito questo accade quando le colonie di batteri che si formano all’interno della macchina sono tante e creano la muffa, è lei la principale responsabile del cattivo odore. Dovete considerare che con le  basse temperature i batteri non muoiono, anche se usate degli antibatterici di qualità, che sono studiati per avere una maggiore efficacia quando la temperatura dell’acqua sale. Non è necessario spendere soldi per prodotti miracolosi, non lasciatevi ingannare dalla pubblicità, basteranno poche dritte e tutto si risolverà in maniera facile e veloce. Ricordatevi di non trascurare la pulizia di questo elettrodomestico, perché lavaggio dopo lavaggio, lo sporco ed i residui dei tessuti  e dei detersivi tenderanno a formare dei depositi maleodoranti e la lavatrice faticherà sempre di più a svolgere il suo compito al meglio.  Se come me fai tutte lavatrici a pieno carico, il fine settimana devi prenderti un po’ di tempo per curarne la pulizia.

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LA SOLUZIONE 

Dopo quel che vi ho detto fino ad ora, la soluzione sono certa che l’avete già in mente, fare un lavaggio a 90 gradi con uno dei prodotti battericidi per eccellenza, la candeggina. Se amate i prodotti naturali un ottima alternativa è costituita dall’aceto di vino bianco (se avete la lavatrice nuova o appena pulita sfruttate l’aceto di sidro di mele che è acido al 5%, quindi non danneggia nessuna parte della lavatrice e laverà via ogni odore) mischiato al bicarbonato ( il bicarbonato aggiunto all’aceto potenzia l’effetto sgrassante dell’aceto).

COME PROCEDERE

La lavatrice deve essere ovviamente vuota, senza panni, e non dovrete aggiungere detersivo.  Prendiamo un bicchiere di plastica di aceto o di candeggina e uno di sale grosso o bicarbonato (riempite metà bicchiere con il bicarbonato e metà con acqua calda e girate, poi mettetelo nella vaschetta così da evitare residui in vaschetta) e versiamo tutto nella vaschetta del sapone, poi facciamo partire il lavaggio a 90 gradi ( o comunque sopra i 60 Gradi). Lasciatelo finire e vedrete che la vostra lavatrice sarà profumata e debatterizzata. Se la lavatrice è in uno stato terribile una soluzione drastica è versare 1 litro di aceto bianco e un bicchiere di bicarbonato di sodio. Un’altra dritta è quella di lasciare  lo sportello aperto fino a quando il cestello non è completamente asciutto ( oppure asciugarlo con un panno), e una volta al mese potete imbevere un panno con una miscela di acqua calda e bicarbonato (riempite metà bicchiere con il bicarbonato e metà con acqua calda e girate) e poi passate il panno sulle guarnizioni così da eliminare eventuali residui ed igienizzare la guarnizione. Indossate SEMPRE i guanti durante queste operazioni o vi ritroverete ad avere le mani di un contadino di 90 anni.

MEGLIO I SAPONI LIQUIDI O IN POLVERE?

Un altro consiglio per evitare cattivi odori è utilizzare saponi liquidi e non in polvere, questo perché i detersivi in polvere fanno difficoltà a sciogliersi e quindi lasciano residui che tenderanno a creare muffe ( se proprio amate i detersivi in polvere provate a prendere in considerazione l’idea di diluirli con l’acqua prima di inserirli nel cestello, così da diminuire il rischio residui). Una volta al mese smontate la vaschetta del sapone e lavatela così da eliminare gli eventuali residui.

Ogni quanto va fatto questo trattamento? Cicca qui per andare nella sezione “come organizzare le pulizie di casa – metodi e tempistiche”.

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