Mar. Dic 2nd, 2025

PERCHÉ ESSERE ALLENABILI VALE PIÙ DEL TALENTO (LA LEZIONE DI MICHAEL JORDAN)

Silhouette di una persona che raggiunge la cima di una montagna al tramonto, simbolo della crescita personale e dell’essere allenabili.
Raggiungere la cima è spesso una questione di mentalità: è l’atteggiamento allenabile che ci permette di salire un po’ più in alto ogni giorno.

UNO SGUARDO CHE PARTE DA NOI

Ci sono momenti in cui, nella vita o nel lavoro, ci sembra di dover dimostrare di sapere già tutto. È una sensazione che conosco bene: nel mio percorso accademico e professionale ho spesso osservato quanto sia forte la tentazione di apparire “competenti”, a prescindere dal punto in cui ci troviamo davvero.

Eppure, ogni volta che ascolto qualcuno o collaboro in un progetto, noto un dettaglio ricorrente: chi cresce più velocemente non è chi parte “migliore”, ma chi è disposto ad essere “allenabile“, cioè ad ascoltare, a mettersi in discussione e a imparare.

È una verità che vale anche nello sport. Quando chiesero quale fosse la qualità principale di Michael Jordan, emerse una risposta sorprendente: non il talento, ma la sua capacità di essere allenato. Jordan stesso ha dichiarato: “My best skill was that I was coachable. I was a sponge and aggressive to learn”.

Da qui nasce una riflessione preziosa: forse la vera forza non è sapere tutto, ma essere pronti ad imparare sempre.


ESSERE ALLENABILI: COSA SIGNIFICA DAVVERO?

Essere allenabili non riguarda l’obbedienza cieca, ma la disponibilità ad accogliere feedback, a migliorare e a restare aperti.

Secondo la psicologa Carol Dweck della Stanford University , questa qualità si intreccia con il growth mindset, la mentalità che vede le capacità come qualcosa che può essere sviluppato.

  • affronta meglio gli ostacoli
  • impara più rapidamente
  • interpreta l’errore come opportunità

COSA DICE LA SCIENZA SULL’IMPORTANZA DEL FEEDBACK

Accettare un feedback non è sempre facile, ma la ricerca è molto chiara.

Secondo l’American Psychological Association, le persone che ricevono e utilizzano feedback costruttivi ottengono fino al 39% di performance migliori.

La Harvard Business Review conferma che la coachability è un predittore chiave del successo professionale.


ESEMPI ECCELLENTI DALLOSPORT E DAL BUSINESS

La storia dello sport e del business ci mostra una verità semplice ma potente: non sempre vince chi parte avvantaggiato, ma chi sceglie di imparare ogni giorno. Le persone davvero straordinarie hanno tutte un tratto in comune: sanno mettersi in discussione anche quando sono già al vertice.

MICHAEL JORDAN

Di Jordan si parla spesso per il talento, ma chi lo ha visto allenarsi racconta molto di più: era un osservatore instancabile, uno che voleva capire ogni dettaglio. Non dava mai per scontato ciò che già sapeva. Era proprio questa apertura che gli permetteva di trasformare ogni suggerimento in un miglioramento concreto.

KOBE BRYANT

Kobe aveva l’abitudine di rivedere le sue prestazioni come se fossero lezioni. Ogni errore diventava un capitolo di un manuale personale. Non cercava la perfezione immediata, ma il progresso costante. Un approccio che lo ha reso un punto di riferimento anche fuori dal campo.

SERENA WILLIAMS

Serena, pur essendo una delle atlete più complete della storia, ha sempre chiesto feedback anche nei momenti di massima vittoria. È un gesto di umiltà e insieme di ambizione: sapere che si può sempre affinare qualcosa.

Nel mondo del lavoro, questa stessa mentalità è ciò che distingue chi cresce da chi si ferma.

SATYA NADELLA

Quando è diventato CEO di Microsoft, Nadella ha capito subito cosa serviva: riportare curiosità, apertura e capacità di imparare dentro alla cultura aziendale. Ha trasformato un colosso rigido in un’organizzazione più flessibile e innovativa.

JEFF WEINER

Weiner, guida di LinkedIn per anni, ripeteva spesso che la coachability era uno dei criteri più importanti durante un colloquio. Non cercava solo competenze, ma la disponibilità ad evolversi.

Quello che emerge da tutti questi esempi è un filo rosso molto chiaro: la differenza non la fa il talento iniziale, ma la capacità di trasformare ogni esperienza in un’occasione di crescita.


PERCHÉ ESSERE ALLENABILI CAMBIA DAVVERO LA NOSTRA VITA

Essere allenabili non significa mettere da parte le proprie competenze, ma lasciare spazio alla crescita.

Nel mio lavoro noto spesso tre trasformazioni quando una persona decide di aprirsi ai feedback:

  1. sviluppa maggiore consapevolezza
  2. prende decisioni con più sicurezza
  3. diventa più flessibile mentalmente

Secondo il MIT Sloan Management Review, le aziende che investono nella capacità di apprendere continuamente ottengono un aumento di produttività dal 30% al 50%.


COME COLTIVARE L’ALLENABILITÀ OGNI GIORNO

Coltivare l’allenabilità è un processo che richiede presenza, curiosità e una buona dose di sincerità verso sé stessi. Non serve stravolgere il proprio modo di essere: spesso sono i piccoli gesti quotidiani a fare la differenza. Uno dei primi passi è imparare ad ascoltare davvero. Non l’ascolto “di cortesia”, ma quello che permette di cogliere il senso di ciò che l’altra persona ci sta comunicando, senza prepararci a rispondere o a difenderci. Questo tipo di ascolto apre spazi di crescita che non immaginiamo finché non li viviamo.

Un altro elemento fondamentale è la capacità di chiedere feedback in modo consapevole. Domande semplici come “Cosa potrei migliorare?” oppure “Cosa hai notato che mi è sfuggito?” trasformano ogni esperienza in un terreno fertile per imparare. Non si tratta di cercare conferme, ma di accogliere spunti che ampliino la nostra visione.

Anche il modo in cui viviamo l’errore è centrale. Chi è allenabile non teme l’errore: lo osserva. Lo considera una fonte di informazioni preziose. Quando smettiamo di giudicarci e iniziamo a leggere gli errori come indicazioni di direzione, tutto cambia. È un ribaltamento silenzioso ma potente.

Infine, circondarsi di persone che sanno vedere il nostro potenziale è un acceleratore naturale. Mentori, colleghi, amici o professionisti che ci incoraggiano e ci offrono punti di vista diversi possono aiutarci a costruire una versione più completa e consapevole di noi. A volte basta una conversazione fatta con onestà per aprire una nuova strada.

In fondo, coltivare l’allenabilità significa questo: restare curiosi, mantenere il cuore e la mente aperti, e scegliere ogni giorno di crescere un po’ di più.


UNA RIFLESSIONE FINALE PER CONTINUARE A CRESCERE

Essere allenabili non è un talento innato: è una scelta quotidiana, significa ricordarsi che la crescita è un processo continuo, e che aprirsi ai feedback è un atto di maturità, ma anche di libertà.

Come diceva Confucio:
“Sapere di sapere ciò che si sa e sapere di non sapere ciò che non si sa: questa è la vera conoscenza.”

Ek.

RIPRODUZIONE RISERVATA.

di ErikaStreppa

Ciao sono Erika, questo blog si chiama “Cose Così” perché qui trovi davvero un po’ di tutto: dall’attualità alla musica, dalla politica alle curiosità passando per libri, economia, organizzazione e riflessioni. Sono un ingegnere con un master in economia, ma soprattutto una persona curiosa che ama osservare il mondo e raccontarlo in modo semplice e diretto. Mi piace prendere temi complessi, dall’economia ai piccoli dilemmi quotidiani, e renderli chiari, fruibili e vicini alla vita di tutti i giorni. La mia filosofia si racchiude nella frase “Se non riesci a spiegarlo in maniera semplice, allora non l’hai capito abbastanza bene”. Scrivo di “cose così”, argomenti che ci fanno riflettere, sorridere, discutere e, qualche volta, anche cambiare prospettiva.

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