Vasellina: 14 modalità di utilizzo che non ti aspettavi

La vaselina bianca è un unguento inodore e incolore ricavato dai residui della distillazione del petrolio

Si presenta come un composto dalla consistenza oleosa e cerosa oppure gelatinosa. Nella versione reperibile in farmacia, è sicura per la salute e può essere utilizzata in modo versatile anche per usi domestici e NON E’ CANCEROGENA.

I possibili utilizzi

Graffi e bruciature: una volta disinfettata e pulita bene la ferita, la vaselina è utile per velocizzare il processo di guarigione, riuscendo a trattenere nella pelle il giusto grado di umidità e proteggendola nel contempo da agenti esterni.


Rimuovere il trucco: è sufficiente mettere una piccola noce di vaselina su un batuffolo di cotone e premere delicatamente il prodotto su palpebre e ciglia.  Per evitare la comparsa dei punti neri però, è necessario lavare bene il viso dopo il trattamento


Lubrificare: ad esempio, per togliere un anello che è rimasto incastrato sul dito o per lubrificare i cardini di una porta.


Rimuovere i calli dai piedi: se applicata dopo la doccia, la vaselina funziona come un idratante occlusivo, che impedisce cioè alla pelle di asciugarsi. Può essere utile in particolare per il trattamento dei talloni screpolati.


Proteggere la pelle dalle macchie di tintura per capelli: coprire tutte le aree della pelle vicino al cuoio capelluto prima di applicare la tintura per capelli. Fronte, spalle, collo, orecchie saranno salve dalle macchie.


Ammorbidire le cuticole, ma anche essere messa intorno alle unghie prima di applicare lo smalto per evitare di macchiarsi.


Nascondere le doppie punte:  è sufficiente applicare una piccola quantità di vaselina sui palmi delle mani, strofinarla e infine cospargere il prodotto sulle punte dei capelli.


Mantenere il profumo più a lungo sulla pelle: applicare piccole quantità di crema sul collo, dietro le orecchie o comunque sulla pelle dove poi spruzzerai il tuo profumo preferito. La vaselina bianca, infatti, è in grado di assorbirne l’essenza facendola durare più a lungo e rendendola più intensa.


Contro la forfora: poco prima di fare lo shampoo applicare la vaselina aiuta a ridurre il prurito e previene l’insorgenza della forfora


Nel trucco: può essere adoperata anche in situazioni di emergenza, ad esempio quando hai improvvisamente esaurito il blush. Basta mischiare una piccola quantità di ombretto o di rossetto con della vaselina in crema per ottenere un blush di buona qualità e pronto all’uso. Puoi aggiungere la Vaselina al mascara per delle ciglia ancora più lunghe ed uno sguardo più intenso.


Olio di vaselina per gatti: questo particolare olio viene talvolta consigliato anche in caso di stitichezza del gatto. Insieme all’olio di oliva, può rappresentare un rimedio naturale per trattare con efficacia la costipazione intestinale del felino.


Proteggere dal freddo: spalmata sulla pelle, la vaselina crea una sorta di pellicola protettiva (film occlusivo), in grado di diminuire la perdita di acqua trans-epidermica. Il film occlusivo che si viene così a creare è anche in grado di proteggere (seppur in maniera limitata) la pelle dall’aggressione di agenti esterni potenzialmente irritanti.

Allergia al polline: utilizzo piuttosto curioso della vaselina ne prevede l’applicazione in prossimità delle narici al fine di evitare attacchi allergici in individui con allergia al polline(quando si tratta di allergie, è comunque necessario il parere del medico prima di effettuare qualsivoglia trattamento fai da te).


Proteggere la pelle appena tatuata: anche se è un rimedio poco utilizzato è stato usato sia in virtù delle sue proprietà emollienti, sia in virtù della sua capacità di creare un film protettivo in corrispondenza dello stesso tatuaggio. La formazione del film occlusivo è molto utile per proteggere la pelle (già irritata e infiammata) dagli insulti esterni.


Effetti collaterali

Uso interno: ritardata guarigione delle ferite anali; possibilità di assorbimento e deposito nei linfonodi, nella mucosa, nel fegato e nella milza, con conseguenti reazioni da corpo estraneo. Perdite anali di vaselina, con conseguente prurito locale fino a quadri di stenosi anale.

Uso esterno: potenziale reazioni allergiche, azione comedogena.

Scopa in silicone: Le pulizie non saranno più le stesse -VIDEO

Nel video all’interno dell’articolo vi presento la scopa in silicone, che rivoluzionerà il vostro modo di fare le pulizie

Se siete sommersi dalla polvere e dai peli del vostro amico a quattro zampe, ma non amate passare l’aspirapolvere per casa o spazzare più volte con una scopa normale, c’è una soluzione davvero geniale per voi.

Vi presento la scopa in silicone, che rivoluzionerà il vostro modo di fare le pulizie.

Provatela e fatemi sapere come vi siete trovati.

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Come conservare la frutta, è possibile congelarla?

La frutta fresca ha una maturazione piuttosto veloce, vediamo come possiamo rallentare questo processo con dei semplici trucchi

Fare la spesa non è certamente fra le attività preferite di chi vive da solo, a meno che non sia una scusa per recarsi al supermercato con lo scopo di incontrare potenziali partner. Le nostre nonne e mamme vanno a fare la spesa anche tutti i giorni, per molti dei neo emancipati, invece, è molto più pratico limitarsi ad una sola volta a settimana, nella quale si fa una bella scorta di cibi pronti e di cibi freschi.

Come abbiamo già visto negli articoli precedenti, si possono sfruttare alleati fedeli come il microonde e il freezer per avere sempre a portata di mano una soluzione per le nostre serate in cui la fame è tanta, ma la voglia di cucinare è quasi inesistente.

COME CONSERVARE LA FRUTTA

Cominciamo subito col dire che può essere saggio fare scorta di scatolame e di altri prodotti che non si deteriorano, ma per quanto riguarda i prodotti freschi, in particolar modo la frutta, meglio non esagerare con le quantità. La frutta fresca, infatti, ha una maturazione abbastanza veloce. Come possiamo rallentare questo processo di deterioramento?

I tempi variano molto in base al tipo di frutta che prendiamo in considerazione. Se abbiamo intenzione di consumare la nostra razione di vitamine giornaliere con regolarità, non abbiamo bisogno di mettere in frigo banane, mele, pere e kiwi. Certo è che riporre questa frutta nel cassettone apposito del frigo vi permetterà di guadagnare qualche giorno in più.

frutta

Se utilizzate il classico cesto, ricordate di non mettere a contatto le mele con altra frutta, questo perché il frutto preferito da Biancaneve sprigiona il gas etilene che contribuisce all’invecchiamento della frutta.

In particolare gli agrumi possono essere conservati fuori dal frigo per una settimana senza il rischio di doverli buttare. E’ importante che al banco ortofrutticolo scegliate arance, pompelmi, mandarini e limoni duri e senza ammaccature. Poneteli in un luogo aperto e fresco, lontano da fonti di calore.

Il loro punto debole è che sono soggetti al proliferare della muffa. Quando, tastandoli, li sentirete troppo morbidi, è il momento di preparare una bella spremuta ricchissima di vitamina C. Potete tranquillamente fare un mix e spremere insieme anche agrumi diversi.

Uno dei frutti più amati dai ragazzi di tutto il mondo è sicuramente la banana, perfetta per uno spuntino energetico prima dello studio o della palestra. Quando troviamo un’offerta conveniente tendiamo a comprarne anche dieci alla volta e rischiamo di vederle annerirsi sotto i nostri occhi. Oltre a poterle riporre nel cassettone del frigo, un trucco efficace per guadagnare un paio di giorni di vita è quello di avvolgere il gambo in una pellicola di plastica, in questo modo impedirete alla maturazione, che parte dal gambo, di raggiungere il resto del frutto.

Il famigerato pomo rosso presente in numerose fiabe e leggende è uno dei frutti maggiormente presente sulle nostre tavole. Stiamo ovviamente parlando della mela. Fondamentale, come per gli agrumi, è la scelta al supermercato. Una mela danneggiata tenuta vicina ad altre perfette, le può danneggiare facendole maturare in tempi molto più brevi. Vi consiglio di sbucciare quella nella condizione peggiore e di mangiarla subito, o comunque di separarla dalle altre. Se mettete le mele nel cassettone del frigo, state certi che si manterranno in ottimo stato per 2/3 settimane.

E’ POSSIBILE CONGELARE LA FRUTTA?

Prendiamo in considerazione un altro frutto particolarmente apprezzato, perfetto per guarnire torte a base di crema pasticcera, ma non solo. Scommetto che avete indovinato subito, mi riferisco alle fragole, perfette come dessert sia con la classica panna montata che con lo zucchero o, per i più salutisti, condite solo con del succo di limone. Possiamo gustare questo frutto soltanto per un limitato periodo d’estate, a meno che non ricorriate all’aiuto del congelatore, in modo da poterle mangiare anche d’inverno.

Se comprate le fragole in vaschetta controllate sempre bene che siano tutte integre, nel caso ne troviate qualcuna ammuffita o ammaccata, liberatevene subito in modo da non rischiare che contaminino quelle buone.

Uno dei nemici peggiori di questo frutto è l’acqua o meglio l’umidità. Ovviamente se avete intenzione di mangiarle nell’immediato fate bene a lavarle, ma se intendete metterle in frigo per mangiarle la sera o magari il giorno dopo, evitate di lavarle perché tendono ad assorbire umidità e ciò le porta a rovinarsi in maniera prematura. Un ulteriore consiglio che vi do è quello di conservarle in frigo in recipienti larghi che vi permettano di non metterle una sopra l’altra, per evitare che il contatto le porti a maturare prima del tempo. Se possibile lasciate il recipiente aperto, in maniera che le fragole respirino.

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Come organizzare un rito civile da favola

Il rito civile (o simbolico) ha un fascino particolare, non va confuso con il matrimonio civile in una fredda sala comunale, se ben organizzato può diventare un vero spettacolo per gli invitati, ma soprattutto per gli sposi

La burocrazia

Cominciamo subito a toglierci il dente, così poi potremo concentrarci sulle cose più piacevoli come le decorazioni e la cerimonia in sé. Se ha intenzione di sposarti in una location suggestiva come un castello, una dimora storica o anche un parco immerso nel verde lussureggiante, devi assicurarti che la struttura possieda le autorizzazioni per accogliere i registri del matrimonio.

Nulla ti vieta di sposarti prima in comune e poi replicare nel luogo dei tuoi sogni attraverso un rito simbolico, questa è la scelta che sempre più coppie stanno valutando.

Se hai scelto una location con regolare autorizzazione potrai svolgere direttamente il matrimonio civile in loco perché c’è stata una delibera comunale che ha dichiarato la struttura equivalente ad una sede comunale distaccata. Come detto in precedenza, non confondere questo tipo di rito con il classico che si svolge al comune, che dura pochi minuti e non fornisce emozioni supplementari se non quelle dettate dalla gioia del dirsi sì. Con una procedura di delega potrai scegliere un cerimoniere di fiducia che celebrerà il tuo rito civile come lo desideri, nel senso che il testo della cerimonia sarà personalizzato direttamente dagli sposi e dal cerimoniere.

La cerimonia: le varie fasi

La scelta degli addobbi, degli abiti e delle fedi ti ha portato via molto tempo e non hai pensato alla cosa più importante in assoluto, la scaletta ed il testo della cerimonia. Non è il tuo lavoro, quindi un po’ di panico è comprensibile, anche se con qualche piccolo consiglio vedrai che scriverai una cerimonia fantastica ed emozionante.

PRIMA FASE

1)Avete scelto un rito informale, senza i canoni rigidi della chiesa e quelli troppo schematici del comune, quindi fate in modo che gli invitati si sentano a proprio agio e benvenuti.

2)Probabilmente molti degli invitati non si conosceranno fra loro. Il vostro compito, per quanto possibile, sarà quello di creare una comunità che interagisca, nonostante le probabili differenze di vario tipo.

3) Siete voi i protagonisti, ma una mossa vincente per rendere il matrimonio meraviglioso anche per gli invitati è farli partecipare. Ritagliate un ruolo preciso alle persone più vicine a voi, in modo che si sentano coprotagonisti.

4) Se qualche invitato, magari più in là con l’età, ha dubbi o perplessità, fate in modo che qualcuno si premuri di rassicurarlo e di sciogliere ogni sua diffidenza.

FASE CENTRALE

  1. E’ il vostro momento, pianti, risate, emozioni. Il grande passo è vicino e tutti gli invitati ormai sono immersi nel vostro universo d’amore.
  2. Il cerimoniere si curerà di sottolineare l’importanza del passo che i due sposi stanno per compiere e magari racconterà degli aneddoti su come la coppia si sia conosciuta.
  3. Per personalizzare il rito si dovrà fare in modo di mettere in luce l’unicità della coppia, dell’esperienza di vita insieme fin qui compiuta e di quella che verrà.
  4. Evitare le “sceneggiate” di dubbio gusto, propendere per gesti e parole personalizzati, ma comunque appropriati.

FASE FINALE

  1. Si è giunti al momento più delicato dell’intera cerimonia. Il rito civile vero e proprio con conseguente lettura degli articoli del codice civile.
  2. E’ fondamentale che il cerimoniere si dia un contegno e ricordi agli sposi l’importanza della loro unione.
  3. Sarà fondamentale dare modo a familiari e amici di esprimere auguri per la futura felicità della coppia, anche attraverso delle letture scelte dagli sposi stessi.
  4. Come un più angelico Caronte.il cerimoniere accompagnerà gli invitati verso il momento più allegro della cerimonia, i festeggiamenti ed il banchetto. Fornirà informazioni sulla “scaletta” della giornata.

Quanto dovrebbe durare la cerimonia?

In media stat virtus, ma appare scontato se si passa da cerimonie di oltre un’ora celebrate in chiesa e riti di pochi minuti che hanno luogo in una sala comunale. Non esiste un canone ben definito, 30,40, 50 minuti, dipende da voi.

Una cerimonia troppo breve non avrebbe senso, ci si sposa una volta sola (in teoria!), quindi è necessario che sia gli invitati che soprattutto gli sposi si rendano effettivamente conto di quello che sta succedendo. Date modo ai vostri genitori di piangere, asciugarsi le lacrime e di ricominciare poco dopo. Ovviamente non è il caso di esagerare, perché non c’è nulla di peggio di un invitato annoiato e distratto durante il rito.

Se una zia particolarmente prolissa prende la parola e dopo 20 minuti non accenna a smettere, concedetegli una deroga speciale e speditela a spizzicare gli antipasti.

Lo stile della cerimonia

Lo stile perfetto universalmente non esiste, ma quello perfetto per voi dovrebbe tenere conto del vostro modo di essere. Difficile pensare ad una cerimonia che si protragga con un stile univoco. Ci sarà certamente una parte più solenne, una più divertente e scherzosa e ovviamente quella più romantica, magari dedicata ai racconti sulla coppia.

Perché è importante scegliere uno stile prevalente?

Vi sarà utile soprattutto per scegliere le letture più adatte al contesto che avrete creato. Un consiglio ulteriore è quello di affidare ai lettori che avrete scelto delle letture che in qualche modo si avvicinino al loro modo di essere. Inutile far leggere un brano spiritoso alla zia musona o una poesia di Shakespeare a chi trova eccessivamente sdolcinati anche le frasi dei baci Perugina.

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Cibi afrodisiaci: I più comuni e i meno conosciuti, funzionano davvero?

Una breve guida sui cibi afrodisiaci: come funzionano e se funzionano, quali sono i più comuni e i meno noti: buona lettura

La donna dei tuoi sogni ha accettato l’invito a cena a casa tua? Sai benissimo che per arrivare in terza base non puoi semplicemente prenderla tra le tue braccia vigorose e farla tua.

O magari sì, ma devi essere certo che lei sia predisposta a lasciarsi andare, che sia dell’umore. Ricorda che la sessualità femminile parte dal cervello, quindi parole dolci e frasi allusive possono essere un buon metodo per farti strada nelle sue…grazie.

Anche curare l’atmosfera con candele e un’apparecchiatura scenografica può contribuire a farla sentire importante.

Un aiuto in più dal menù

Leggenda e scienza sostengono che esistono dei cibi che risvegliano la libido sopita e invogliano uomini e donne a seguire le proprie pulsioni sessuali.

Si tratta dei cibi afrodisiaci, a detta di molti più efficaci, ma soprattutto più gustosi, di pasticchette colorate insapore.

Afrodisiaco proviene dal greco ἀϕροδισιακός «sessuale», derivante da᾿Αϕροδίτη «Afrodite» la dea dell’amore e della passione.

Tra mito e realtà, gli esperti spiegano che le sostanze contenute in alcuni cibi migliorano la salute degli organi sessuali. Inoltre possono amplificare sensazioni che portano l’essere umano ad eccitarsi, come l’aumento del battito cardiaco e della temperatura fisica e a sentirsi tutto d’un tratto pieni di energia.

Gli afrodisiaci più noti

LE OSTRICHE

Il binomio ostriche e champagne dovrebbe preludere ad una notte di passione sfrenata.

La nomea delle ostriche si fa risalire al celebre rubacuori Casanova che nel 18esimo secolo sosteneva di fare colazione tutte le mattine con le ostriche crude per fare il pieno di energie in previsione dei suoi innumerevoli incontri galanti.

La grande quantità di zinco presente in questi molluschi, che ricordano a grandi linee i genitali femminili, contribuisce alla produzione di testosterone e sperma.

Inoltre contengono anche tirosina, un amminoacido fondamentale per la produzione di dopamina. La scienza afferma che una carenza di quest’ultima sostanza può portare a diminuzione del desiderio sessuale.

IL PEPERONCINO

Il peperoncino è un vasodilatatore naturale e come tale migliora la circolazione e aumenta la temperatura corporea.

La capsaicina, la sostanza oleosa contenuta in esso, gli conferisce il caratteristico sapore piccante. La sensazione di pizzicore che si avverte nella bocca provoca il rilascio di epinefrina ed endorfine, conosciute universalmente come oppiacei naturali.

IL CIOCCOLATO

Purtroppo i più golosi resteranno delusi, ma non esistono conferme scientifiche sul fatto che il cioccolato abbia degli effetti rilevanti sulla libido.

Di sicuro qualche cioccolatino non può che migliorare l’umore di chi lo gusta, grazie all’eccezionale quantità di feniletilammina, un elemento chimico che provoca sensazione di benessere ed eccitazione.

Gli afrodisiaci meno conosciuti

IL COCOMERO

L’insospettabile cocomero contiene citrullina, un amminoacido che ha lo stesso effetto del Viagra, dilata i vasi sanguigni e aumenta il flusso di sangue con conseguente e crescente eccitazione sessuale.

C’è un però…

La citrullina si trova in maggiori quantità nella buccia di questo frutto prevalentemente estivo. Per avere effetti rilevanti sarebbe necessario mangiare anche la parte verde del cocomero, non esattamente la migliore.

LE MANDORLE

Ascoltate bene uomini! Le mandorle stimolano la fertilità ed il desiderio sessuale, soprattutto nelle donne, grazie al loro contenuto di vitamina E. La medicina naturale le ritiene tra gli alimenti più afrodisiaci.

LE BANANE

Se le mandorle agiscono soprattutto sul desiderio sessuale femminile, le banane, ricche di potassio e di vitamina B6 rappresentano una mano santa per il testosterone.

Alcuni medici le consigliano anche come rimedio naturale contro l’impotenza e l’infertilità.

L’effetto placebo può fare la sua parte

Siamo pronti a scommettere che se organizzerete una cenetta a lume di candela con un aperitivo a base di ostriche e champagne ed un dessert che preveda una coppa di fragole coperte da cioccolato e panna, avrete ottime chance di raggiungere la terza base.

Il buon esito del corteggiamento potrebbe dipendere dalle sostanze contenute nelle pietanze da voi servite, ma non sottovalutate l’effetto placebo, ovvero la convinzione da parte del partner che determinati cibi possano amplificare le pulsioni sessuali.

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Credenze popolari| Il significato del prurito al naso: la verità

Scaramanzie, tradizioni secolari, credenze popolari più o meno bizzarre fanno parte della vita di qualsiasi generazione

Sin dal medioevo il prurito al naso veniva associato ad un presagio che a seconda dei casi poteva essere negativo o positivo. Poteva indicare sia l’arrivo di disgrazie o problemi, che quello di una lieta notizia o di una visita gradita.

A Roma si dice che quando ti prude il naso fuori “son botte”, quando il prurito è interno “son soldi”. C’è anche chi sostiene che quando ti prude il naso vuol dire che qualcuno ti sta pensando.

LE VERE CAUSE

Ma volendo essere meno poetici, il prurito al naso spesso dipende da reazioni allergiche. Il nemico numero uno è il polline dei fiori che venendo a contatto con le nostre narici, scatena pruriti e starnuti.

Al secondo posto non possiamo che menzionare i peli dei nostri amici a 4 zampe, in particolare dei felini. Sul podio sale anche l’allergia alla polvere, che a volte provoca delle scariche di starnuti che sembrano infiniti.

Chiudiamo in bellezza con il nasino disidratato. Quando la pelle è particolarmente secca, si può sentire un po’ di bruciore e di prurito.

FOTO: Amoretarocchi.com

La Supereroina degli smacchiatori\ La Trielina

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Se siete arrivati ad usare la Trielina vuol dire che siete dei tipi audaci, ma soprattutto che avete bisogno di un aiuto portentoso per salvare un capo al quale siete particolarmente affezionati.

Normalmente viene utilizzata come solvente industriale, spesso anche nelle lavanderie ed infatti è fra gli odori che le caratterizza.

Prima di tutto, che cos’è la Trielina o Tricloroetilene? 
E’uno smacchiatore che serve sia per mandare via le macchie dai tessuti, sia per eliminarle dalla pelle, ma dobbiamo fare MOLTA MOLTA ATTENZIONE a come la usiamo. E’ l’ultima spiaggia prima di buttare il capo macchiato, non dovete usarla come prima soluzione.  A tal proposito vi consiglio di leggere l’articolo sulle macchie impossibili da togliere dove troverete le soluzioni per eliminare qualsiasi tipo di macchia. 
 
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La Trielina è uno degli smacchiatori e degli sgrassatori più potenti del mondo, toglie grasso, olio e vernici in maniera veloce e senza lasciare la minima traccia. E’ utile su cotone  e lana e per togliere il grasso dalle superfici, ma non dobbiamo MAI utilizzarlo su tessuti delicati perché li rovinerebbe per sempre. In più è anche altamente tossica. Bene ora che vi ho spaventati a sufficienza possiamo iniziare.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Per questa missione ci serviranno: Trielina, tuta protettiva ( o grembiule), guanti e mascherina, un panno rigorosamente bianco.
 
    1. Quando si lavora con la trielina bisogna lavorare all’aperto o se non è possibile aprire tutte le finestre.
    1. Ricordate che la trielina ha la tendenza a scolorire i tessuti, quindi prima di utilizzarla su una macchia effettuate una prova mettendo un po’ di prodotto in una parte piccola ed invisibile del capo, perché una volta tolto il colore sappiate che è irrimediabile.
  1. La macchia va trattata sottosopra, cioè dovete mettere il capo alla rovescia e smacchiare prima la parte interna del capo, una volta che la macchia sul rovescio del tessuto è sparita potete metterlo al dritto e con estrema delicatezza lo smacchierete definitivamente. 
      4. Prendete lo straccio bianco, imbevetelo nella trielina e poi sfregate la parte dell’indumento da smacchiare, ovviamente non dimenticate di  indossare i guanti durante tutta l’operazione. 
 
      5. Una volta smacchiato, mettere il panno all’aria per consentire alle sostanze chimiche ancora presenti sul corpo di disperdersi all’esterno. Non   indossare l’abito subito dopo averlo smacchiato e non mettetelo al sole.
 
      6. Riporre la Trielina in un luogo privo di fonti di calore e luce ed ovviamente lontano da bambini ed animali. 
 
Può essere utilizzata anche durante la stiratura sui colli ed i polsini delle camicie, mettendo in una tazza una soluzione di acqua e trielina ( in rapporto 6 a 1) , ed immergendoci un panno bianco strizzato tamponando fino a quando la camicia non risulta pulita e la macchia sparita.
 
 
Chicca in più? Ottima anche per trasferire immagini da una rivista ad un tessuto, per personalizzarlo.  Si mette il pezzo di giornale capovolto sul foglio o sul tessuto bianco e poi si tampona con ovatta inzuppata di trielina.
 
Consigli generali per togliere le macchie:
    1. leggere sempre le etichette con i simboli di lavaggio.
    1. fate sempre una prova di smacchiatura in un angolo nascosto.
    1. non lasciate invecchiare le macchie, ma agite prima possibile.
    1. per evitare gli aloni, stendete all’ombra i capi smacchiati.
  1. per macchie penetrate nel tessuto, mettete sotto i tessuti un panno assorbente, come una garza, l’ovatta, un fazzoletto, panno carta… così da permettere ai residui rimossi dallo smacchiatore di finire lì.

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Migliorare la memoria si può: ecco dei semplici trucchi

Quante volte avete sentito dire “una volta che ho dato un esame mi dimentico tutto quello che ho studiato”? Questo avviene perché si tende a ripetere infinite volte i vari argomenti, pensando, in questo modo, di fissarli per sempre nella nostra testa. La memoria di chiunque ha delle potenzialità inaudite, basta solo conoscere le strategie migliori per sfruttarle

Ricordate il film Limitless con Bradley Cooper e Robert De Niro? Grazie ad una pillola magica il protagonista riesce ad utilizzare al massimo le proprie potenzialità mentali. Probabilmente non esiste un escamotage del genere per rendere al top, ma ci sono dei trucchi che permetteranno alla vostra memoria di migliorare giorno dopo giorno, anche con l’avanzare dell’età.

Concentrati sulle immagini

Come accennavamo sopra, durante lo studio tendiamo a cercare di memorizzare più nozioni possibili ripetendole decine di volte, quasi come una cantilena, raramente ci concentriamo sul significato di quello che stiamo ripetendo. Questo avviene perché la nostra mente fatica ad incamerare informazioni verbali, mentre è più elastica se si tratta di ricordare delle immagini.

Volete fare un test? Guardate per un’ora una serie tv e per un’ora rilassatevi leggendo un libro. Scommettiamo che ricorderete molti più dettagli della prima (es: abbigliamento attori, eventi che accadono, location) che non della vostra lettura? Questo semplicemente perché i luoghi e i protagonisti del libro non li avete visti, ma solo eventualmente immaginati.

Stai più attento

Tre anni fa ho frequentato un corso di teatro in cui eravamo più di venti persone. Il primo giorno ci siamo presentati, ma mi ci è voluto più di un mese per ricordare i nomi di tutti, mentre ero in grado di identificare i miei “colleghi” in base alle caratteristiche fisiche o al modo di vestire.

La motivazione è di tipo antropologico e risale agli uomini primitivi, che tendevano a ricordare i dettagli più utili alla sopravvivenza, quindi l’aspetto ed il comportamento, piuttosto che il nome della persona o dell’animale che avevano di fronte.

Un trucco che dovrebbe aiutarvi a ricordare il nome della persona che vi viene presentata per la prima volta, è cercare di soffermarsi sul momento della pronuncia del suo nome, ripetendo ad esempio nella vostra testa: “il ragazzo rosso vestito di nero si chiama Luca”. In questo modo non appena rivedrete il rosso di scuro vestito capirete che si tratta di Luca. Sembra troppo semplice vero? Ma lo è!

Più sbagli più impari

Uno degli errori che ho sempre commesso durante il mio studio universitario è stato quello di ripetere sempre con il libro ed il quaderno davanti, in modo da avere la possibilità di controllare una nozione se non ero sicuro che la stessi dicendo esattamente.

Pensate ai bambini che all’inizio pronunciano molte parole storpiandole, poi vengono corretti e ci riprovano, magari sbagliano di nuovo pronunciando la parola anche diversamente, ma dopo un po’ di tempo imparano a pronunciarla perfettamente.

Provate a ripetere la lezione senza libro, andate avanti anche se vi bloccate su alcuni argomenti, buttatevi, solo alla fine andate a ricontrollare se avete azzeccato i concetti. In caso positivo avrete consolidato il vostro processo logico ( sarete arrivati alla soluzione, non ve la sarete semplicemente imparata a memoria), in caso di errore, fidatevi, ve lo ricorderete la volta successiva e non sbaglierete più.

Utilizza le associazioni e le analogie

Questa è una tecnica che può apparire complicata, ma in realtà non lo è.

Ti capita mai di vedere per la prima volta un oggetto che non conosci e di dire “assomiglia proprio a..” oppure di conoscere una persona e pensare “sembra il cugino di…”, immagino di sì.

Quello che devi fare è associare la cosa che non vuoi dimenticare ad un’altra molto simile o anche completamente opposta che conosci bene, in questo modo legherai indissolubilmente quei due concetti e creerai un ricordo più stabile.

VEDIAMO INSIEME IL METODO DEI LOCI

Tale metodo venne creato dagli antichi greci. Si basa sull’immagazzinare i ricordi in dei luoghi conosciuti, come possono essere le stanze della vostra casa.

Provate con una lista della spesa formata da una decina di prodotti. Cercate di memorizzarli in circa un minuto e provate a ripeterli senza guardare. Difficilmente riuscirete a ricordarli tutti.

Scegliete una stanza o un luogo della casa dove collochereste ogni singolo oggetto. Immaginate di camminare e di mettere ogni oggetto nel posto che avevate scelto. Appuntatevi i loci, ovvero i luoghi pratici dove avete collocato i prodotti.

Ora percorrete il tragitto mettendo effettivamente gli oggetti dove avete immaginato di farlo. Non occorre essere sempre scontati, es: mela nel cesto della frutta, bagnoschiuma nella doccia etc. Per assurdo se mettete il dolce al cioccolato sulla tazza del bagno, difficilmente vi potrete dimenticare di averlo posto in un luogo così strano.

Questa tecnica funziona perché vi permette di utilizzare entrambi gli emisferi cerebrali: l’emisfero destro (della creatività) sistemando gli oggetti dove più vi piace, l’emisfero sinistro (della razionalità) scegliendo i luoghi reali della vostra casa.

Vi sfido a ripetere tutti i prodotti della lista senza guardare, sono certo che si riuscirete. Potete provare anche con un numero maggiore di oggetti.

Ripete di meno, ma più volte

Si tratta della cosiddetta ripetizione dilazionata.

Quanti di voi si riducono all’ultimo per studiare e fanno nottata il giorno prima dell’esame? Niente di più sbagliato per memorizzare meglio. Organizzatevi il tempo in modo da preferire sessioni di studio di meno ore per più volte al giorno. In ogni caso se avete deciso di dedicare 4 ore allo studio di un argomento, è molto meglio che facciate due ore oggi e due ore domani piuttosto che tutte e quattro nello stesso giorno.

Questo tipo di tecnica funziona molto bene nel caso in cui tu debba memorizzare nuovi vocaboli in una lingua straniera.

L’importanza del fare gli schemi

Anche in questo caso devo ammettere i miei errori. Nel periodo universitario ero solito scrivere riassunti più lunghi del libro stesso, con la conseguenza di sprecare tantissimo tempo e di ritrovarmi a studiare un numero sproporzionato di pagine colme di informazioni inutili.

Anche nel fare gli schemi c’è un metodo vincente. Il primo passo è dare una gerarchia alle nozioni che stai leggendo e trovare le connessioni tra i diversi argomenti che stai affrontando. Non devi aver paura di eliminare le ripetizioni di un concetto in altre salse e tutto ciò che è superfluo.

Perché è importante analizzare quello che stai studiando?

Perché non solo ti sarà più facile memorizzare le nozioni, ma avrai soprattutto una migliore rappresentazione di tali nozioni.

All’inizio ti sembrerà di metterci più tempo, anche se, paradossalmente le informazioni a tua disposizione saranno più chiare e più sintetiche, così come sarà più facile collegare un argomento a quello immediatamente successivo.

Volete mettere a pochi giorni dall’esame ripassare una ventina di pagine di schemi ben fatti rispetto a due quadernoni di roba di cui vi ricorderete solo un decimo?

Foto: adhocnews.it

Marco Fabio Ceccatelli

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Mangi e non sei mai sazio? Fai attenzione, potrebbe essere gastrite!

L’intro in questo caso mi sembra doverosa. Non sono un medico, ma una paziente.

Ho iniziato a soffrire di gastrite fin da piccola, ricordo episodi già intorno ai 10 anni. Quando sei piccolo non capisci bene cos’hai e nemmeno come descriverlo. Mia madre racconta come fosse un incubo farmi mangiare, e che volevo rimpinzarmi solamente di riso in bianco. Le cause scatenanti della forma acuta probabilmente furono la separazione dei miei genitori e la situazione scolastica, con le prese in giro per qualunque sciocchezza da parte dei compagni di classe.

Col passare degli anni la situazione peggiorò, saltavo giorni di scuola perché costretta rannicchiata a letto con i dolori allo stomaco, con fitte e nausee. Ho ingurgitato Maalox, Gaviscon, Diosmectal, Buscopan, Biochetasi, Aloe, Tisane al Finocchio, litri di camomilla, ho parlato con gastroenterologi e ho fatto due gastroscopie. Stavo bene per un po’ e poi di nuovo quel dolore improvviso che mi ha rovinato cene, serate e che per un periodo ha condizionato le mie uscite.

Ho iniziato a capire tanto su questa patologia dopo la seconda gastroscopia, quando stanca di girare senza trovare una soluzione, ho seguito il mio istinto ed il mio medico, che ha saputo consigliarmi ed indirizzarmi verso uno stile di vita adeguato per convivere con la gastrite. Ho trovato una cura che mi ha aiutata nelle fasi acute, che sono andate via via passate da attacchi settimanali  a mensili fino a diventare sporadici. Ho dovuto necessariamente cambiare la mia alimentazione.

Lo scrivo oggi in questo post, perché parlando con un’amica mi sono resa conto che in pochi sanno riconoscere tutti i sintomi che la gastrite porta con sé.

Sintomi

Sicuramente tra i più comuni c’è la sensazione di bruciore, il dolore è localizzato nella parte superiore sinistra dell’addome ed alcune volte si può irradiare fino alla schiena. In generale i sintomi si acutizzano lontano dai pasti. Tali sintomi sono anche accompagnati da gonfiore addominale, con conseguenti rumori intestinali e, inoltre, possono anche verificarsi episodi di diarrea e febbre. Altro sintomo abbastanza comune è l’alitosi, una sensazione  come di aver masticato qualche alimento tra l’acidulo e l’amaro. Tosse stizzosa: è causata anch’essa dalla secrezione eccessiva di succhi gastrici e crea forte disagio soprattutto durante le ore notturne, quando ci si corica.

Uno dei sintomi meno noti di questa patologia è di non sentirci mai sazi, mangiamo e subito dopo il pasto abbiamo di nuovo fame. La prima volta che me ne sono accorta è stata quando la bilancia ha segnato 3 kg in più nell’arco di una settimana. Non ci avevo fatto caso, e ci sono voluti altri 3 episodi prima di farmi capire che le cose fossero correlate. Bruciori lievi dopo un pasto, stanchezza, occhi sbattuti e fame, tanta fame che viene alimentata dal desiderio di alleviare il bruciore.

Ho notato che accade nei cambi di stagione o nei cambi repentini di clima. Tutto questo per colpa della cattiva digestione. Questo perché la gastrite è correlata anche  allo stress, L’aumento della produzione di adrenalina e cortisolo porta il nostro organismo a pensare di essere sotto attacco e a richiedere maggiore energia per affrontare lo stress.

Digerire bene significa sentirsi sazi e appagati, e non solo perché una buona digestione fornisce le sostanze di cui corpo e mente hanno bisogno: sentirsi sazi significa anche assaporare il piacere di abbandonarsi, di godersi la calma e la tranquillità. Ecco perché, chi soffre di gastrite e di reflusso, avverte un bruciante dolore fisico e digerisce male, eliminando il piacere legato al cibo e alla convivialità.

Avere difficoltà digestive croniche rende il pasto quasi un momento temuto da affrontare.  Cosa, come, quando e anche con chi si mangia, viene valutato in modo minuzioso. Soprattutto se devi stare attento ad ogni minimo cambiamento per avvertire la prima insorgenza di dolore e poter intervenire in modo adeguato e repentino. Facile intuire come questo possa spalancare le porte all’ansia, innescando un circolo vizioso: più ansia uguale più gastrite, più gastrite uguale più ansia.

Cosa vuole la gastrite da noi? Che smettiamo di controllare cosa fanno gli altri, di rimuginare sul passato, che proviamo a rilassarci e a prendere la vita per come viene.

Cause

Stress: come abbiamo visto in precedenza anche uno stato d’animo particolarmente teso è in grado di provocare un’ipersecrezione acida, essendo lo stomaco un organo particolarmente sensibile.

Abitudini Alimentari: eccessiva assunzione di cibi troppo grassi, caffeina, spezie. Queste sostanze, infatti, se assunte in quantità esagerata, sono in grado di distruggere lo strato protettivo della mucosa dello stomaco, rendendolo quindi più vulnerabile alle secrezioni gastriche acide; così come l’abuso di alcool, responsabile della cosiddetta “gastrite alcolica”.

Farmaci: alcune persone che non hanno mai sofferto di gastrite in vita loro manifestano i primi sintomi dopo una cura ( per esempio cortisonica) se non associata a protettori per lo stomaco. L’uso eccessivo di farmaci antidolorifici (FANS), antiaggreganti, aspirine e il fumo sono tutti fattori che provocano un’ipersecrezione acida, che a sua volta va ad irritare la mucosa gastrica determinando la gastrite. Parlate sempre con il vostro medico e chiedete se sia necessario assumere un protettore associato al farmaco.

Helicobacter Pylori: batterio in grado di colonizzare e infettare lo stomaco. Questo microorganismo è in grado di sopravvivere nell’ambiente acido grazie alla produzione di ureasi, enzimi che vanno a scindere l’urea in ammoniaca e anidride carbonica. Circondandosi di una nuvola di ammoniaca, il batterio riesce così a neutralizzare gli acidi e a sopravvivere. Generalmente, l’infezione avviene durante l’infanzia: il batterio, una volta ingerito, riesce ad attraversare lo strato di mucosa che protegge la parete interna dello stomaco e a colonizzare i tessuti circostanti, dando inizio a una serie di risposte infiammatorie, tra cui la gastrite.

La Mamma: Alcuni studi dimostrano che molto spesso le persone che soffrono di gastrite hanno una madre invadente, che vuole imporre ai figli le proprie scelte di vita in ambito scolastico, professionale e sentimentale. Questo avviene anche attraverso “ricatti” mentali impliciti che influenzano soprattutto il momento in cui si è seduti a tavola, dove si è spesso costretti a consumare il pasto in un clima carico di tensione. Il cibo assumerà così una valenza negativa e quando verrà ingerito risulterà immediatamente indigesto, proprio come la situazione familiare.

La Rabbia: Ciò che più è evidente nei soggetti con gastrite è un’aggressività che difficilmente riescono a gestire. Si tratta di individui molto sospettosi che possono arrivare a soffrire di veri e propri complessi di persecuzione. E’ possibile che ogni tanto la rabbia trattenuta si tramuti in esplosioni di collera. Il digerire torti, offese e l’ingoiare bocconi amari è sicuramente una delle cose più difficili per questi soggetti che tendono a legarsi al dito ogni ingiustizia o presunta tale.

COME AIUTARSI:

Attività fisica: Gastrite e reflusso nascono dall’eccesso di tensione. Per allentare questo stato che chiude letteralmente la bocca dello stomaco, svolgere regolare attività fisica aiuta. Nella mia vita ho sofferto di stomaco soprattutto quando ho smesso di allenarmi. L’attività fisica fa miracoli sulla nostra salute. Dovrebbe essere obbligatoria e gratuita per quanto fa bene.

Fai con calma: mantenersi calmi ed evitare stress e nervosismo, specialmente quando si è a tavola, mangiando lentamente, perché una buona masticazione è alla base della corretta digestione.

Attenzione a come dormi: Non sdraiarsi o stendersi appena mangiato, meglio aspettare almeno due ore. Dormire sul fianco sinistro piuttosto che sul fianco destro. Ciò perché il cibo entra nello stomaco da destra e se si dorme sul fianco destro si favorisce la sua risalita nell’esofago, causando bruciore. Sollevare di 30 ° la testa del materasso.

No alle abbuffate: fare pasti piccoli e frequenti allo scopo di sfruttare l’azione tampone del cibo sull’acidità dello stomaco (fare almeno cinque pasti poco abbondanti ogni giorno). Evitare di bere acqua dopo cena, e alla sera consumare cibi densi, evitando la minestrina.

La Liquirizia: la mia migliore amica, chi mi conosce sa che ne ho sempre qualcuna con me. Gli estratti di liquirizia (rizoma) contengono flavonoidi, che espletano una spiccata attività antispastica sulla muscolatura liscia dello stomaco, e glicirizzina, che protegge il muco e cicatrizza le lesioni gastriche. Non bisogna assumerla in dosi eccessive per le note proprietà ipertensive che la caratterizzano. Al contrario no alla Menta.

I Broccoli: Io letteralmente li adoro! I germogli del broccolo proteggono lo stomaco. Consumare una porzione al giorno di germogli del broccolo potrebbe aiutare a tenere sotto controllo il batterio H. pylori. Uno studio condotto su 50 persone in Giappone  ha scoperto che mangiare circa 70 gr di germogli di broccolo al giorno per due mesi forniva una certa protezione allo stomaco. Si è appurato, infatti, che in questo modo i livelli di un marker dell’H. pylori nelle feci chiamato HpSA si era ridotto del 40%. Questo alimento contiene infatti sulforafano, già noto per le proprietà antibiotiche. Sfortunatamente questa sostanza non è in grado di distruggere il batterio, ma solo di tenerlo sotto controllo, limitandone però i danni a livello della mucosa.

Camomilla: utile per il contenuto in mucillagini, flavonoidi ad azione spasmolitica ed olio essenziale ad azione antiflogistica, spasmolitica ed ulcero-protettrice.

La Cottura: Favorire metodi di cottura semplici (lesso, al vapore, ai ferri, alla griglia, al cartoccio) e che non prevedano la cottura prolungata di grassi in quanti porta alla produzione di acroleina, sostanza tossica derivata appunto dalle temperature troppo elevate di cottura dei grassi (fritti, arrosto). Evitare l’aggiunta di condimenti extra come salse.

COSA MANGIARE:

Soprattutto nella fase acuta prediligiamo pasta, pane ben cotto, riso, cracker, grissini, fette biscottate, biscotti secchi, carni magre, prosciutti cotto e crudo, bresaola, pesci magri, frutta fresca cruda o cotta, sbucciata e privata dei semi, meglio se matura (tranne gli agrumi e relativi succhi),Formaggi freschi non fermentati (mascarpone, mozzarella, scamorza, robiola, stracchino, crescenza, fontina, bel paese),Parmigiano e grana, Yogurt.

CIBI DA EVITARE:

-Il caffè, il thè, la cioccolata, in quanto cibi “nervini” che stimolano la secrezione acida.

-Pane bianco poco cotto o integrale

-Carni grasse, carni salate o affumicate ed insaccate,

-Carciofi, cavoli, verze e coste, melanzane, pomodori, piselli, peperoni, crauti, ravanelli (favoriscono la formazione di gas),

-Legumi, tutta la verdura in scatolacipolle crude perché contengono sostanze in grado di rilasciare il muscolo che chiude la bocca dello stomaco, favorendo quindi il reflusso gastro-esofageo, anch’esso causa di una sensazione di bruciore all’apparato digerente.

-Frutta poco matura, arance, limoni, pompelmi e la frutta acida in genere

-Frutta secca (datteri,castagne,nocciole,arachidi,noci,mandorle)

-Salse piccanti, maionese, ketchup, senape, mostarda, peperoncino, sughi con spezie, pepe,zafferano, paprica, noce moscata,

-Alcolici, tutte le bevande gassate, acqua compresa;

– Tutte le bevande ghiacciate, tutti i liquidi troppo caldi, succhi di frutta acidi (limone, pompelmo, arancio, albicocca) e la menta.

L’articolo si conclude qui, sperando di esservi stata utile.

Ek.

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Ricette facili: Castagne al forno, un trucco che vi farà impazzire

Ecco a voi per la rubrica “Cucina facile con Erika” una semplice ricetta per gustare le castagne evitando di perdere troppo tempo a sbucciarle

Ah l’autunno, le foglie cadono, il primo freddo arriva e soprattutto arriva il desiderio di mangiare le caldarroste.
Non so voi, ma a me piacciono da morire, ma odio quando rimane attaccata la pellicina o non si aprono correttamente. Così voglio condividere con voi la ricetta perfetta per cucinarle in casa.
Quindi senza ulteriori chiacchiere procediamo con una nuova puntata di “cucina facile con Erika”.


Prendete le castagne, intagliatele per metà della loro ampiezza sulla parte bombata, con un taglio di circa 2 cm, senza tagliare a metà la castagna. E mettetele in ammollo in acqua fredda per almeno due ore.
Aggiungete un cucchiaio di sale grosso.
Incidere le castagne è fondamentale, in caso contrario scoppieranno nel forno.

Tenere le castagne in ammollo renderà l’operazione di sbucciarle più facile.


Passate due ore accendete il forno a 200 gradi ventilato.
Scolate le castagne e mettetele sulla carta forno.
Infornate le castagne, ogni 8/10 minuti smuovete la teglia facedo rotolare le castagne, così da non farle bruciare sotto.


Dopo 30 minuti le castagne saranno cotte. Per accertarsi della cottura, sbucciate una castagna ed assaggiatela.
Fate attenzione alle castagne più grandi, che ci metteranno più tempo.
Una volta tolte dal forno chiudetele in un canovaccio oppure mettere in un sacchetto del pane.


Io mi aiuto con la presina per aprirle da calde, in generale è più facile sbucciarle quando sono ancora calde.
E questo è tutto.

Il consiglio in più: se le dita si sono annerite sbucciando le castagne, strofinate con del limone.

Ps. attenzione alla dieta:
anche se non contengono colesterolo, 100 grammi di castagne bollite forniscono circa 120 calorie al nostro organismo, quelle arrostite 193 calorie mentre quelle secche 287 calorie.