Mar. Dic 2nd, 2025
Illustrazione concettuale sull’inflazione con monete in euro, portafoglio, carrello e freccia rossa che mostra l’aumento dei prezzi.
L’inflazione spiegata in modo semplice: il valore del denaro che cambia nel tempo e l’aumento dei prezzi nella vita quotidiana.

INTRODUZIONE: CAPIRE L’INFLAZIONE PER NON SUBIRLA

L’inflazione è uno di quei concetti di cui tutti parlano, ma che pochi riescono davvero a comprendere fino in fondo. Eppure incide ogni giorno sulla nostra vita, spesso senza che ce ne accorgiamo.

Nella mia esperienza, ho notato che quando le persone capiscono cosa significa davvero “perdita di potere d’acquisto”, iniziano a gestire meglio le scelte economiche e finanziarie.

Possiamo immaginare l’inflazione come l’acqua che entra lentamente in una barca: all’inizio non accade nulla, ma se non fai nulla per rimuoverla, col tempo la barca si appesantisce e rischia di affondare. Allo stesso modo, se non trovi strategie per proteggere i tuoi risparmi e il tuo reddito, il valore reale del denaro tenderà a diminuire.

In questo articolo vediamo insieme cos’è l’inflazione, perché è importante e come possiamo difenderci dai suoi effetti con strumenti semplici e concreti.


COSA SI INTENDE PER INFLAZIONE

In parole semplici, l’inflazione è l’aumento generale e prolungato dei prezzi di beni (ad esempio una confezione di pasta, un’automobile o un’abitazione) e di servizi (come un taglio di capelli o una corsa in taxi) nel tempo.

Quando l’inflazione sale, ossia quando la percentuale è più alta, l’impatto sulla nostra vita è che con la stessa quantità di denaro potrai acquistare meno beni o servizi rispetto al passato. Il valore reale del denaro si riduce e il tuo potere d’acquisto si indebolisce.

Chiaramente può succedere anche il contrario: quando i prezzi diminuiscono si parla di deflazione, una situazione più rara ma altrettanto complessa.


COSA NON È INFLAZIONE

Se un anno fa una confezione di pasta costava 1 euro e oggi costa 1,10 euro, il prezzo è aumentato del 10%. Questo però non significa che tutti i prodotti abbiano subito un aumento, ma semplicemente che quella marca di pasta ha modificato il suo prezzo.

Non basta quindi un singolo aumento per parlare di inflazione. Si può parlare di inflazione solo quando l’aumento dei prezzi è diffuso su molti beni e servizi, come alimentari, energia, trasporti, abbigliamento e spese quotidiane.


COME SI MISURA L’INFLAZIONE

Per misurare l’inflazione si utilizza l’indice dei prezzi al consumo, calcolato in Italia dall’Istituto Nazionale di Statistica (ISTAT).

Questo indice si basa su un “paniere” di beni e servizi rappresentativi delle abitudini di spesa delle famiglie italiane.

L’ISTAT raccoglie i dati attraverso rilevazioni mensili, questionari e monitoraggi diretti dei prezzi nei negozi, online e sui listini ufficiali. Gli aumenti medi dei prezzi di questo paniere indicano il tasso d’inflazione.

Fonti: ISTAT – Consumer Prices 2025


DA DOVE NASCE L’INFLAZIONE

L’inflazione non è un fenomeno che si è creato di recente: in realtà esiste da quando esiste la moneta. Già in epoca romana si verificavano aumenti dei prezzi legati alla riduzione del valore dei metalli nelle monete.

Oggi, le principali cause dell’inflazione sono cinque.

1. DOMANDA E OFFERTA

Quando la domanda di beni e servizi cresce più rapidamente dell’offerta, i prezzi tendono a salire.

In parole semplici, se molte persone vogliono comprare case e le abitazioni disponibili sono poche, il prezzo medio delle case aumenta. È ciò che è avvenuto in Italia durante la ripresa post-pandemia, quando la forte domanda immobiliare ha spinto i prezzi verso l’alto.

2. AUMENTO DEI COSTI DI PRODUZIONE

Se il costo di materie prime, energia o trasporti cresce, le aziende spesso trasferiscono parte di questi rincari ai clienti.

Ad esempio quando aumenta il prezzo del carburante, anche il trasporto delle merci diventa più costoso e il prezzo finale dei prodotti tende ad aumentare.

3. INFLAZIONE IMPORTATA

L’Italia importa gran parte delle materie prime come petrolio, gas naturale, cereali e metalli.

Quando i prezzi internazionali di queste risorse crescono, il costo finale dei prodotti aumenta anche nel nostro Paese. È ciò che accadde nel 2022 con la guerra in Ucraina, che fece impennare il prezzo del gas e dell’energia, spingendo l’inflazione italiana oltre l’8%.

4. ASPETTATIVE D’INFLAZIONE

Se imprese e consumatori si aspettano che i prezzi aumenteranno, iniziano ad adeguarsi in anticipo: le aziende alzano i listini e i lavoratori chiedono salari più alti.

Un esempio recente riguarda il conflitto in Medio Oriente del 2023: il timore di un nuovo rialzo dei prezzi energetici ha spinto molti operatori economici ad aumentare preventivamente i prezzi, pur in assenza di un rincaro immediato.

5. POLITICHE MONETARIE ESPANSIVE

Quando le banche centrali abbassano i tassi d’interesse o immettono più denaro nell’economia, il credito e i consumi aumentano. Se però la produzione non cresce allo stesso ritmo, i prezzi possono salire.

È quanto avvenuto dopo la crisi del 2020, quando le politiche monetarie molto espansive hanno stimolato la ripresa ma anche alimentato un aumento generalizzato dei prezzi.

Se ti interessa approfondire l’argomento OECD – Inflation and Cost of Living 2025


L’INFLAZIONE CRESCE E DIMINUISCE: PERCHÉ

L’inflazione è una variabile sempre in movimento. Può salire o scendere in base a diversi fattori economici.

  • Condizioni economiche generali: in periodi di crescita economica l’inflazione tende ad aumentare. Ad esempio, negli anni Ottanta, durante l’espansione economica italiana, il tasso d’inflazione superò il 10%. Al contrario, durante la crisi del 2008, molti Paesi europei registrarono un calo dell’inflazione fino alla soglia della deflazione.
  • Politiche monetarie: la Banca Centrale Europea può aumentare i tassi d’interesse per frenare l’inflazione o ridurli per stimolare la crescita economica.
  • Shock esterni: guerre e crisi energetiche incidono fortemente sui prezzi. Durante la guerra in Ucraina, l’inflazione italiana raggiunse il picco del 12% a ottobre 2022. Con il conflitto in Medio Oriente nel 2023, si verificò un nuovo aumento dei prezzi dell’energia, anche se più contenuto.
  • Aspettative dei consumatori e delle imprese: se le persone si aspettano prezzi più alti, anticipano gli acquisti o chiedono aumenti salariali, contribuendo così a far crescere realmente i prezzi.

COME L’INFLAZIONE INFLUISCE SULLA VITA QUOTIDIANA

POTERE D’ACQUISTO

Facciamo un esempio pratico: se l’inflazione aumenta del 3 % in un anno e il tuo stipendio resta invariato, alla fine dell’anno potrai comprare il 3 % in meno rispetto all’anno precedente. È come se il tuo denaro “valesse” meno.

COSTI DELLA VITA

La sensazione che “tutto costi di più” è una delle conseguenze più visibili dell’inflazione. Gli aumenti dei prezzi di alimentari, energia, affitti e trasporti incidono direttamente sul bilancio familiare.

A settembre 2025, secondo l’ISTAT, l’inflazione in Italia è stata pari a +1,6 % su base annua, con rincari più evidenti per energia regolamentata e alimentari non lavorati.

Fonti: ISTAT – Inflazione settembre 2025

STIPENDI NOMINALI E REALI

Il salario nominale è la cifra che ricevi in busta paga, mentre il salario reale rappresenta quanto puoi effettivamente acquistare con quel denaro.

Se lo stipendio aumenta del 2 % ma l’inflazione è del 3 %, il tuo potere d’acquisto reale diminuisce dell’1 %.

Secondo le previsioni per il 2025, i salari nominali in Italia cresceranno del 2,6 %, mentre l’inflazione media sarà intorno all’1,8 %. Se questi dati verranno confermati, si registrerà un lieve aumento reale del reddito medio.

Fonti: Confindustria – Previsioni Economiche 2025

CONTRATTI E ADEGUAMENTI

In passato, in Italia era attiva una forma di adeguamento chiamata scala mobile, un sistema che rivalutava automaticamente gli stipendi in base all’inflazione.

Oggi non esiste più in quella forma, e molti contratti collettivi non prevedono meccanismi di aggiornamento automatico. Ciò significa che, in caso di inflazione elevata, molti lavoratori rischiano di perdere potere d’acquisto se non vengono adeguati i contratti, un tema oggi seguito principalmente dai sindacati.


QUAL È IL LIVELLO IDEALE DI INFLAZIONE

Potremmo pensare che l’inflazione ideale sia pari a zero, ma in realtà un livello moderato, intorno al 2 %, è considerato ottimale.

Un’inflazione troppo alta riduce il valore dei risparmi e genera incertezza. Al contrario, una inflazione troppo bassa o negativa (deflazione) può rallentare l’economia, perché le persone rinviano gli acquisti aspettando che i prezzi scendano.

La Banca Centrale Europea per il 2025 prevede un’inflazione media del 2,1 % nell’area euro, con una discesa verso l’1,7 % nel 2026. In parole semplici, questo significa che la BCE punta a mantenere l’inflazione su un livello “sano”: abbastanza alto da stimolare la crescita, ma non tanto da erodere i risparmi.

Fonti: European Central Bank – Economic Bulletin 2025


UN ESEMPIO PRATICO

Immaginiamo di avere 1.000 € al mese da spendere nel 2025. Se l’inflazione resta costante al 3 % annuo per cinque anni e il tuo stipendio rimane invariato, il valore reale del denaro diminuirà così:

2025: 1.000 €

2026: 970,87 €

2027: 942,59 €

2028: 915,13 €

2029: 888,48 €

2030: 862,61 €

Dopo cinque anni, i tuoi 1.000 € avranno un potere d’acquisto reale pari a 862,61 €. In altre parole, senza alcuna rivalutazione o investimento, perderesti oltre il 13 % del valore iniziale.


UNO SGUARDO FINALE

Capire l’inflazione significa imparare a gestire meglio il proprio denaro e quindi essere liberi di scegliere come agire. Anche quando è moderata, l’inflazione incide sui risparmi e sul tenore di vita. Conoscere il suo funzionamento è il primo passo per difendersi, scegliere con consapevolezza e pianificare il futuro in modo realistico.

Come diceva Benjamin Franklin, “un investimento nella conoscenza paga sempre il miglior interesse”

Ek.

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di ErikaStreppa

Ciao sono Erika, questo blog si chiama “Cose Così” perché qui trovi davvero un po’ di tutto: dall’attualità alla musica, dalla politica alle curiosità passando per libri, economia, organizzazione e riflessioni. Sono un ingegnere con un master in economia, ma soprattutto una persona curiosa che ama osservare il mondo e raccontarlo in modo semplice e diretto. Mi piace prendere temi complessi, dall’economia ai piccoli dilemmi quotidiani, e renderli chiari, fruibili e vicini alla vita di tutti i giorni. La mia filosofia si racchiude nella frase “Se non riesci a spiegarlo in maniera semplice, allora non l’hai capito abbastanza bene”. Scrivo di “cose così”, argomenti che ci fanno riflettere, sorridere, discutere e, qualche volta, anche cambiare prospettiva.

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