Mar. Dic 2nd, 2025

EUROPEAN DIGITAL IDENTITY WALLET: CHE COS’È, COME FUNZIONA E COSA CAMBIA PER L’ITALIA

Illustrazione del European Digital Identity Wallet con mappa dell’Europa e simboli digitali, rappresentazione dell’identità digitale europea
Rappresentazione del European Digital Identity Wallet, il nuovo portafoglio digitale dell’Unione Europea.

UNA CORNICE DI PARTENZA PERSONALE

Negli ultimi mesi mi sono ritrovata spesso a studiare l’evoluzione dell’identità digitale in Europa. Ogni cambiamento legato ai documenti personali suscita un misto di curiosità e timore. È un sentimento naturale: quando si parla di dati sensibili, ognuno di noi desidera sapere cosa accadrà, quali saranno le implicazioni pratiche e se ci troveremo davanti a nuovi obblighi.

L’European Digital Identity Wallet, conosciuto come EUDI Wallet, rappresenta uno dei passaggi più significativi nel percorso di digitalizzazione avviato dall’Unione Europea. In questo articolo ti accompagno passo dopo passo per capire con chiarezza che cos’è, a cosa serve, se sarà obbligatorio e come si sta muovendo l’Italia, mettendolo in relazione con strumenti come SPID, CIE e l’app IO. L’obiettivo è offrirti un quadro preciso, aggiornato e basato su fonti ufficiali, per orientarti in un cambiamento che tocca tutti noi.


CHE COS’È L’EUROPEAN DIGITAL IDENTITY WALLET

L’European Digital Identity Wallet è un portafoglio digitale europeo progettato per consentire a cittadini e imprese di conservare in formato digitale una serie di documenti e credenziali verificabili. Oltre alla semplice conservazione, permette di autenticarsi online, firmare documenti con validità legale in tutta l’Unione Europea e condividere solo gli attributi strettamente necessari, come ad esempio dimostrare la maggiore età senza rivelare la data di nascita.

Questo strumento rientra nella strategia europea “Europe Fit for the Digital Age”. Informazioni ufficiali sono disponibili sui portali della Commissione Europea, nella pagina dedicata di Wikipedia e in diversi approfondimenti tecnici, come quello pubblicato da Intesa.


A COSA SERVE L’EUDI WALLET

L’EUDI Wallet consente innanzitutto l’identificazione digitale in qualunque Stato membro, facilitando l’accesso a servizi pubblici e privati a livello transfrontaliero. Questo significa che un cittadino potrà, ad esempio, iscriversi a un’università all’estero, registrarsi presso un istituto finanziario di un altro paese o utilizzare servizi digitali che richiedono una verifica dell’identità senza dover ricorrere a procedure diverse per ciascun paese.

Oltre alla funzione di identificazione, l’EUDI Wallet sarà un contenitore digitale che potrà includere la carta d’identità, la patente, la tessera sanitaria, i diplomi di studio, le certificazioni professionali e varie autorizzazioni ufficiali. Tutti questi documenti potranno essere utilizzati in formato digitale con elevati standard di sicurezza.

Un altro elemento fondamentale è la presenza di una firma elettronica qualificata, valida in tutta l’Unione Europea e riconosciuta come equivalente alla firma autografa. L’EUDI si basa inoltre su un modello di privacy avanzato, che mette l’utente al centro: ogni cittadino potrà scegliere quali dati condividere, con chi e per quanto tempo, con la possibilità di revocare il consenso in qualsiasi momento.


IL QUADRO NORMATIVO EUROPEO

L’istituzione dell’EUDI Wallet è regolata dal Regolamento (UE) 2024/1183, che aggiorna il precedente regolamento eIDAS. Questo nuovo testo normativo è entrato in vigore il 20 maggio 2024, come confermato dalla Commissione Europea.

Il regolamento stabilisce che ogni Stato membro dovrà rendere disponibile almeno un wallet conforme entro la fine del 2026. Inoltre, dal 2027, tutti i servizi privati che richiedono un’autenticazione forte saranno obbligati ad accettare il wallet. La pubblica amministrazione dovrà invece renderlo utilizzabile in maniera generalizzata. Le tempistiche e gli obblighi sono descritti nelle comunicazioni ufficiali della Commissione e nella documentazione della “Digital Strategy” dell’UE.


L’EUDI WALLET SARÀ OBBLIGATORIO PER I CITTADINI?

L’uso dell’EUDI Wallet non sarà obbligatorio per i cittadini. La normativa afferma chiaramente che il wallet è volontario e che la sua versione base sarà gratuita.

Allo stesso tempo, molte organizzazioni – sia pubbliche sia private – saranno tenute ad accettarlo come modalità di identificazione. Questo significa che, pur non essendo obbligatorio per i cittadini, il suo utilizzo potrebbe diventare la scelta più semplice e immediata in numerosi contesti.


DIFFERENZE TRA SPID, CIE E EUDI WALLET

SPID e CIE sono strumenti pensati per l’identificazione digitale principalmente all’interno dei confini nazionali. L’EUDI Wallet nasce invece come soluzione europea unificata, valida in tutti i paesi dell’Unione. La differenza principale riguarda quindi la portata geografica, ma non solo.

SPID e CIE servono essenzialmente a dimostrare la propria identità digitale. L’EUDI Wallet, oltre a questo, permette di gestire documenti come patente, tessera sanitaria, diplomi e certificazioni professionali. Inoltre integra una firma elettronica qualificata con valore europeo. Anche sul piano della privacy si registra un’evoluzione significativa: l’EUDI introduce un sistema che consente di condividere solo gli attributi necessari, limitando la diffusione non richiesta di informazioni personali.


COME SI STA MUOVENDO L’ITALIA: L’IT-WALLET

L’Italia ha avviato la propria implementazione attraverso l’IT-Wallet, integrato nell’app IO. Il 4 dicembre 2024 è stata resa disponibile una prima versione dell’IT-Wallet che permette ai cittadini di visualizzare in formato digitale la patente, la tessera sanitaria e la carta europea della disabilità. Questi documenti hanno già valore legale in diversi contesti.

Il Governo italiano ha indicato l’obiettivo di rendere l’IT-Wallet pienamente conforme all’EUDI entro il 2026. La roadmap nazionale è illustrata in dettaglio anche da IDcert, che descrive il percorso previsto per raggiungere l’interoperabilità europea.

È importante ricordare che l’IT-Wallet non è obbligatorio. Lo ha chiarito anche Wired, confermando che l’adozione rimane una scelta personale. L’app IO sarà l’interfaccia principale attraverso la quale gli utenti italiani potranno accedere al proprio portafoglio digitale europeo, diventando il punto di contatto tra il sistema nazionale e quello europeo.


ASPETTI CRITICI E PUNTI DI ATTENZIONE

Come ogni trasformazione tecnologica di grande portata, anche l’EUDI Wallet presenta alcune criticità. Per un periodo coesisteranno diversi strumenti di identità digitale, come SPID, CIE, IT-Wallet ed EUDI Wallet, e questo potrebbe generare incertezza negli utenti.

Un altro tema rilevante è il digital divide: non tutte le persone hanno la stessa familiarità con gli strumenti informatici, e sarà necessario offrire supporto per garantire l’accesso a tutti. Anche la sicurezza informatica è un punto cruciale, perché un sistema che concentra così tante informazioni personali rappresenta un obiettivo sensibile. Infine, i tempi imposti dall’UE sono ambiziosi e richiedono uno sforzo significativo da parte degli Stati membri per garantire l’interoperabilità entro il 2026.


RIFLESSIONE FINALE E SGUARDO AL FUTURO

L’European Digital Identity Wallet rappresenta un passo importante verso un’Europa più moderna, semplice e integrata. Le innovazioni digitali possono sembrare complesse quando non le conosciamo, ma diventano opportunità quando iniziamo a comprenderle davvero. Nella mia esperienza, informarsi con calma e curiosità è il primo passo per vivere i cambiamenti con maggiore consapevolezza e serenità.

Come diceva John Maynard Keynes:

“Il problema non è tanto sviluppare nuove idee, quanto riuscire a sfuggire alle vecchie.”

Ek.

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di ErikaStreppa

Ciao sono Erika, questo blog si chiama “Cose Così” perché qui trovi davvero un po’ di tutto: dall’attualità alla musica, dalla politica alle curiosità passando per libri, economia, organizzazione e riflessioni. Sono un ingegnere con un master in economia, ma soprattutto una persona curiosa che ama osservare il mondo e raccontarlo in modo semplice e diretto. Mi piace prendere temi complessi, dall’economia ai piccoli dilemmi quotidiani, e renderli chiari, fruibili e vicini alla vita di tutti i giorni. La mia filosofia si racchiude nella frase “Se non riesci a spiegarlo in maniera semplice, allora non l’hai capito abbastanza bene”. Scrivo di “cose così”, argomenti che ci fanno riflettere, sorridere, discutere e, qualche volta, anche cambiare prospettiva.

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