Mar. Dic 2nd, 2025

QUANDO GLI INTELLIGENTI DEVONO TACERE: COME DIFENDERSI NELL’EPOCA DEGLI IMBECILLI

Due persone discutono: una urla con rabbia, l’altra resta calma e alza gli occhi al cielo. Toni caldi e freddi si contrappongono, simbolo della lucidità contro la confusione nell’epoca degli imbecilli.
Chi pensa non urla: immagine simbolica della calma e della consapevolezza nell’epoca degli imbecilli.

IL TEMPO DEL SILENZIO INTELLIGENTE

“Arriverà un tempo in cui gli intelligenti non potranno più fare una riflessione per non offendere gli imbecilli.”

Quel tempo è arrivato.

La frase, attribuita spesso a Dostoevskij, anche se mai documentata, oggi suona come una profezia che si è avverata.

Viviamo in un’epoca dove la libertà di riflettere o esprimere un pensiero non è vietata per legge, ma resa difficile dal contesto sociale. Chi ragiona troppo viene spesso considerato “saccente”, chi dubita viene frainteso, chi prova a spiegare viene accusato di voler “insegnare”.

Chi non l’ha provato? Hai un pensiero, un dubbio o un’osservazione che potrebbe aprire un confronto, ma decidi di tacere. Non per mancanza di coraggio, ma per stanchezza.

Perché oggi pensare è faticoso, ma spiegare il proprio pensiero lo è ancora di più.

Viviamo in una società dove tutto può diventare offensivo: un’opinione, una battuta, perfino una domanda.

Mi trovo spesso a pensare a quanto mi mancano gli anni in cui studiavo il “so di non sapere” di Socrate e lo trovavo così vero e affascinante. Quel pensiero così profondo, in un’epoca così antica, diceva che il sapiente è colui che sa di non sapere, non chi si illude di sapere ignorando la propria ignoranza.

Oggi, invece, la certezza è diventata una difesa. Chi ha dubbi viene considerato debole, e chi riflette troppo diventa un bersaglio.

Il problema non è la sensibilità, ma la fragilità.

Si confonde il dissenso con l’attacco personale, e così le persone più riflessive smettono di parlare. Alla fine, per avere la libertà di parola, non abbiamo più la libertà di parola.

I social hanno amplificato tutto questo: ci mostrano solo ciò che ci fa sentire d’accordo. Quando qualcuno esprime un’idea diversa, la reazione è immediata: viene escluso, deriso o attaccato.

E l’anonimato online fa cadere anche l’ultima barriera: quella che un tempo separava il dissenso dalla maleducazione.

Oggi chi pensa di avere ragione non discute: giudica. E chi pensa, semplicemente, smette di parlare.


COME PROTEGGERSI E RESTARE LUCIDI

Non possiamo cambiare il mondo in un giorno, ma possiamo scegliere come stare dentro al rumore.

Ecco alcuni strumenti pratici per restare lucidi e difendere la propria libertà interiore.


1. RICONOSCI QUANDO TI AUTOCENSURI

Il primo passo è accorgersi di quando ti fermi per paura del giudizio. Non sempre è sbagliato tacere, ma deve essere una scelta consapevole, non un riflesso di difesa.

Una volta che lo riconosci, fai un piccolo esercizio: scrivi il pensiero che hai censurato su un foglio, senza filtri. Poi rileggilo a mente fredda: davvero sarebbe stato offensivo? O solo “scomodo”? Quasi sempre scoprirai che non era un problema di contenuto, ma di contesto.

E allora potrai decidere dove e come dirlo, invece di soffocarlo.


2. SCEGLI I CONTESTI GIUSTI

Non tutte le discussioni meritano la tua energia. C’è una grande differenza tra chi vuole capire e chi vuole solo vincere.

Gli “imbecilli” non si riconoscono dal tono della voce, ma dal rifiuto di ascoltare.

Se ti accorgi che stai parlando con qualcuno che non cerca risposte ma conferme, sorridi e passa oltre.

Come diceva Snoopy in una delle mie frasi preferite:

“Affronta qualunque cosa stressante come un cane. Se non puoi mangiarla o giocarci, semplicemente facci la pipì sopra e passa oltre.”

Tradotto: scegli le tue battaglie, e lascia andare quelle che non meritano il tuo tempo.


3. COLTIVA LA COMPLESSITÀ

Viviamo in un’epoca in cui si ragiona per estremi: o bianco o nero, o giusto o sbagliato. Eppure la vita vera si muove tra mille sfumature. Coltivare la complessità non significa non avere opinioni, ma riconoscere che la verità non è mai a senso unico.

Chi accetta la complessità resta libero, perché non ha bisogno di semplificare tutto per sentirsi sicuro.


4. COSTRUISCI SPAZI DI CONFRONTO AUTENTICO

Trova luoghi, fisici o digitali, dove la parola “dibattito” non è sinonimo di guerra.

Un gruppo di lettura, una community consapevole, una conversazione privata: piccoli spazi di pensiero possono ancora esistere, se li curiamo.

Il tuo gruppo di amici, ad esempio, può diventare un luogo dove ognuno esprime la propria idea senza sentirsi giudicato. E se non hai questo spazio, crealo tu: esistono forum, canali e gruppi online che valorizzano la riflessione, non la rissa.

Il segreto è frequentare chi ti fa pensare, non chi ti fa arrabbiare.


5. USA UN LINGUAGGIO CHE DISARMA

L’intelligenza non deve ferire.

Chi sa riflettere può anche imparare a comunicare con empatia. Non serve alzare la voce per farsi ascoltare: basta parlare con chiarezza e rispetto.

Due esempi pratici:

  • Invece di dire: “Non capisci niente di questo argomento”, prova con: “Forse lo stiamo guardando da due prospettive diverse.”
  • Invece di: “Hai torto completamente”, usa: “Posso mostrarti perché la vedo diversamente?”

Un linguaggio disarmante non indebolisce l’argomento: lo rafforza. Perché chi non si sente attaccato, ascolta. E chi ascolta, a volte, cambia idea.


UNA RIFLESSIONE FINALE

Viviamo in un tempo in cui pensare richiede coraggio, ma tacere è ancora più rischioso.

Non dobbiamo rinunciare alla riflessione per paura di disturbare, ma imparare a difenderla con gentilezza, con ironia e con misura. Non serve gridare per farsi capire: basta restare lucidi mentre gli altri urlano.

Come scriveva Voltaire:

“Non condivido la tua opinione, ma difenderò fino alla morte il tuo diritto a esprimerla.”

In fondo, il vero atto di intelligenza oggi è questo: continuare a pensare anche quando tutti ti dicono di smettere.

Ek.

RIPRODUZIONE RISERVATA.

di ErikaStreppa

Ciao sono Erika, questo blog si chiama “Cose Così” perché qui trovi davvero un po’ di tutto: dall’attualità alla musica, dalla politica alle curiosità passando per libri, economia, organizzazione e riflessioni. Sono un ingegnere con un master in economia, ma soprattutto una persona curiosa che ama osservare il mondo e raccontarlo in modo semplice e diretto. Mi piace prendere temi complessi, dall’economia ai piccoli dilemmi quotidiani, e renderli chiari, fruibili e vicini alla vita di tutti i giorni. La mia filosofia si racchiude nella frase “Se non riesci a spiegarlo in maniera semplice, allora non l’hai capito abbastanza bene”. Scrivo di “cose così”, argomenti che ci fanno riflettere, sorridere, discutere e, qualche volta, anche cambiare prospettiva.

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