“Non credo di spendere molto per guardare la TV, in fondo è solo qualche abbonamento…”. È una frase che probabilmente abbiamo pensato tutti almeno una volta. Anch’io, lo ammetto, per molto tempo non mi ero resa conto di quanto queste spese, prese singolarmente minuscole, diventassero significative se sommate insieme.
Guardiamo serie, film, documentari, eventi sportivi… e ogni piattaforma ha il suo mondo di contenuti irresistibili. Così finiamo a sottoscrivere due, tre, quattro servizi senza accorgercene davvero. E quando arriva la fine del mese, una parte del nostro budget “sparisce” in queste spese ricorrenti.
Visto che le piattaforme di streaming continuano ad aumentare i prezzi, ho deciso di fare chiarezza: capire quanto costano davvero, quali differenze ci sono tra piani base e piani 4K, e soprattutto come possiamo evitare di pagare più del necessario.
PERCHÉ È COSÌ FACILE PERDERE IL CONTROLLO DELLE SPESE DIGITALI
Nella mia esperienza, gli abbonamenti streaming sono tra le voci più “ingannevoli” del bilancio personale. Costano poco singolarmente, spesso si rinnovano automaticamente, non li percepiamo come un vero impegno. E quando una piattaforma introduce un piano “migliore”, magari con 4K o senza pubblicità, l’upgrade sembra una scelta naturale.
Il problema è che questi piccoli aumenti, mese dopo mese, diventano una spesa importante. In più, molte persone pagano piani avanzati senza sfruttarli davvero. Per questo è utile fermarsi, osservare le cifre e capire quanto ci costa veramente “guardare la TV”.
COSTO PIATTAFORME STREAMING: QUANTO PAGHIAMO OGGI?
Negli ultimi due anni i prezzi sono aumentati quasi ovunque. Disney+, Netflix, Prime Video, NOW, e perfino HBO Max (che arriverà in Italia nel 2026) hanno introdotto nuovi piani, spesso più costosi. Le differenze principali riguardano:
- la qualità di visione (HD, Full HD, 4K)
- la presenza o meno di pubblicità
- il numero di dispositivi attivi
- la possibilità di condividere l’account
Se ti chiedi se conviene davvero il 4k, la risposta, come spesso accade, è: dipende da ciò che usi davvero e dalla qualità della tua TV.
TABELLONE COMPARATIVO COMPATTO DELLE PRINCIPALI PAY-TV

MA QUANTO COSTEREBBE AVERE TUTTI GLI ABBONAMENTI?
Avere tutte le piattaforme oggi significa superare facilmente i 110 euro al mese. Ma c’è un punto ancora più importante: questa spesa non è sempre stata così alta.
Dal 2020 a oggi, infatti, i prezzi dello streaming sono aumentati in modo significativo:
- Netflix: +4 euro sul piano Premium in cinque anni.
- Disney+: da 6,99 € nel 2020 a 15,99 € per il Premium del 2025 (+9 euro).
- Prime Video: più caro l’annuale, più caro il piano senza pubblicità (ma include spedizioni gratuite).
- NOW: diversi aumenti sui pacchetti Sport e Entertainment.
In media, gli aumenti vanno dal 25% al 60%, ben oltre l’inflazione.
E DA GENNAIO? ARRIVA HBO MAX
Dal 13 gennaio 2026, HBO Max entrerà ufficialmente in Italia.
Questo comporta un cambiamento importante: molti contenuti oggi distribuiti su Netflix, Prime Video o Sky verranno trasferiti su HBO Max, e saranno disponibili in esclusiva.
Risultato?
- più piattaforme
- più frammentazione
- più abbonamenti necessari per seguire tutto
- prezzi complessivi più alti
Facendo i conti:
- Netflix Premium: 19,99 €
- Disney+ Premium: 15,99 €
- HBO Max Premium: 16,99 €
- Prime Video: 4,99 €
- Paramount+: 7,99 €
- NOW TV Sport: 29,99 €
- Sky TV base: 14,90 €
TOTALE: circa 110 € al mese
TOTALE ANNUALE: oltre 1.300 €
PERCHÉ AUMENTANO GLI UTILIZZI DELLO STREAMING NON LEGALIZZATO?
L’aumento dei prezzi e la frammentazione dei contenuti hanno portato molte persone verso soluzioni non legali, spesso senza rendersi conto dei rischi.
Prima di capire il fenomeno, è importante distinguere tra IPTV legali e IPTV illegali.
ESISTONO IPTV LEGALI? SÌ, ECCO QUALI SONO
La tecnologia IPTV è perfettamente legale. In Italia, sono IPTV legali:
- TIMVISION
- Vodafone TV
- Sky Q via internet
- DAZN
- Amazon Prime Video Channels
Questi servizi trasmettono contenuti per i quali pagano regolarmente i diritti.
Come si riconosce un’IPTV legale?
- ha un sito ufficiale
- usa metodi di pagamento standard
- fornisce fatture e assistenza
- non promette “tutto incluso a pochi euro”
- non include piattaforme concorrenti nel prezzo
E LE IPTV NON LEGALI?
Accanto ai servizi IPTV perfettamente regolari esiste un universo parallelo, quello delle IPTV non legali, che negli ultimi anni si è diffuso in modo significativo. Il motivo principale è che queste offerte promettono qualcosa che, a prima vista, sembra irresistibile: avere tutti i contenuti di tutte le piattaforme a un prezzo estremamente basso. Molti abbonamenti illegali mettono insieme, in un unico pacchetto, film appena usciti, serie originali, sport, calcio e l’intero catalogo delle principali pay-TV, il tutto a cifre che non hanno alcuna relazione con i costi reali dei servizi ufficiali. È proprio questo il primo segnale a cui prestare attenzione: quando un servizio offre “tutto” a pochi euro, quasi sempre significa che non possiede le licenze necessarie per trasmettere quei contenuti.
Le persone che ricorrono a queste soluzioni spesso non lo fanno per malizia, ma per una combinazione di fattori: i prezzi delle piattaforme sono aumentati, i contenuti sono sempre più dispersi su servizi diversi e per seguire le stesse serie o gli stessi eventi che prima si trovavano in un unico posto oggi servono tre o quattro abbonamenti. È comprensibile che qualcuno senta il bisogno di trovare una scorciatoia, soprattutto in un periodo storico in cui molte famiglie hanno un budget sempre più limitato.
Il problema, però, è che le IPTV non autorizzate comportano rischi reali e spesso sottovalutati. Le autorità italiane ed europee hanno intensificato i controlli e le sanzioni per chi utilizza questi servizi, che possono andare da qualche centinaio a diverse migliaia di euro. A questo si aggiunge un tema di sicurezza: molti abbonamenti illegali funzionano tramite app o dispositivi che non offrono alcuna protezione, esponendo gli utenti a malware, furti di dati, intrusioni nei dispositivi e perfino all’accesso non autorizzato alle reti domestiche. Senza contare che questi servizi vengono oscurati di frequente, lasciando improvvisamente l’utente senza ciò per cui ha pagato.
Si tratta quindi di un fenomeno complesso, che non ha a che fare solo con la legalità, ma anche con dinamiche economiche e sociali. Quando i prezzi diventano troppo alti e l’offerta troppo frammentata, una parte delle persone cerca alternative, a volte senza rendersi conto delle conseguenze. Ed è proprio per questo che è importante parlarne in modo chiaro, senza giudizio, per aiutare tutti a fare scelte più consapevoli e sostenibili.
L’EQUILIBRIO CHE RIGENERA PERSONE E ORGANIZZAZIONI
Trovare equilibrio nelle nostre spese significa scegliere con cura, senza privazioni e senza eccessi. Le piattaforme streaming ci portano compagnia, cultura, intrattenimento… ma come ogni voce del bilancio, vanno osservate con consapevolezza.
A volte basta rivedere due o tre abbonamenti per sentirsi già più leggeri e ritrovare spazio nel proprio budget.
Come diceva William Sharpe:
“Ogni decisione economica è un compromesso. La libertà nasce dal sapere cosa stai scegliendo.”
E conoscere le proprie spese è già metà del risparmio.
Ek.
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