INTRODUZIONE: QUANDO LA GENTILEZZA DIVENTA BERSAGLIO
Essere gentili ed empatici è una forza, perché permette di creare connessioni autentiche, di leggere tra le righe e di comprendere gli altri in profondità.
Ma in certi momenti può sembrare una vulnerabilità.
Facendo parte di quella categoria di persone che praticano la gentilezza ogni giorno — nel lavoro come nella vita — mi capita spesso di osservare come le persone sensibili si scontrino con l’arroganza o l’egoismo altrui, chiedendosi se “essere buoni” abbia ancora senso in un mondo che premia chi si impone.
Eppure, la gentilezza non è debolezza. È una forma di lucidità: scegliere la calma quando l’altro alza la voce, rispondere con rispetto anche quando si riceve durezza.
Il punto non è smettere di essere gentili, ma imparare a esserlo in modo consapevole.
PERCHÉ MOLTE PERSONE OGGI MOSTRANO COMPORTAMENTI PREPOTENTI O EGOISTI
Viviamo nell’epoca dell’individualismo: un tempo in cui l’“io” è spesso più importante del “noi”.
L’Università di Pisa lo definisce “individualismo affettivo”, una forma di libertà che però può sfociare nella solitudine o nella mancanza di legami solidi ([Università di Pisa, 2022]).
Secondo il Censis, la società italiana è sempre più “frammentata”, dove ciascuno costruisce la propria bolla di sicurezza ([Censis, 2022]).
In questo contesto, chi è assertivo o empatico rischia di sembrare “fuori posto”.
La ricerca di status e riconoscimento, come evidenziano studi recenti di Zeigler-Hill ([ScienceDirect, 2023]), alimenta comportamenti competitivi e poco collaborativi.
LE SFIDE DI CHI È GENTILE ED EMPATICO
Le persone empatiche hanno una caratteristica: comprendono, accolgono e spesso assorbono.
Ma questa sensibilità può trasformarsi in sovraccarico emotivo, soprattutto quando si incontrano personalità dominanti o manipolative.
Come spiega il dott. Mazzeo ([Sapienza, 2022]), l’empatia non è sempre un dono facile da gestire: richiede consapevolezza e limiti chiari.
Ed è proprio da lì che nasce la forza: nel dire “no” con rispetto, senza sentirsi in colpa.
COME PROTEGGERSI RESTANDO AUTENTICI
GENTILE NON SIGNIFICA ACCONDISCENDENTE
Gentile non significa “disponibile sempre e comunque”. Stabilire confini chiari è un atto di rispetto, non di egoismo.
Io dico sempre: “accomodante sì, accondiscendente no”.
È una distinzione che fa tutta la differenza. Chi è troppo accomodante rischia di annullarsi. Chi invece sa dire “no” con equilibrio, costruisce relazioni più sane.
L’ASSERTIVITÀ: LA MIA PAROLA PREFERITA
L’assertività è la via di mezzo tra passività e aggressività.
Non significa “alzare la voce”, ma comunicare con fermezza e rispetto.
È una parola che ho trovato sui miei libri di studio tanti anni fa, e me ne sono innamorata a tal punto da provare a metterla in pratica sempre, soprattutto nelle situazioni più scomode.
A volte ha funzionato, a volte no. Ma con il tempo diventa naturale, quasi automatico.
Essere assertivi non è una tecnica: è un modo di abitare la propria dignità.
Puoi citare qui ricerche sulla comunicazione assertiva e l’empatia ([APA / Harvard Communication Study, 2023]).
LA MANUTENZIONE DELL’ANIMA
Ritagliarsi momenti per sé — come camminare, scrivere o meditare — non è fuga, ma manutenzione emotiva. Così come ci si prende cura dell’auto, della casa o della beauty routine, anche l’anima ha bisogno di attenzione regolare.
Non si può dare luce se non si è ricaricati.
La gentilezza verso sé stessi è la base per poterla offrire anche agli altri.
SCEGLIERE LE PERSONE E I CONTESTI GIUSTI
Non tutte le persone valorizzano la gentilezza, ed è giusto così.
Circondarsi di ambienti empatici, colleghi, amici o gruppi che condividono la stessa visione, è un modo per proteggersi senza indurirsi. L’empatia è come un muscolo: cresce solo se la si esercita in contesti che la rispettano.
L’IRONIA COME SCUDO
Da divoratrice di fumetti, tengo sempre a mente una frase di Snoopy che mi fa sorridere ogni volta che qualcosa mi irrita:
“Affronta qualunque cosa stressante come un cane. Se non puoi mangiarla o giocarci, semplicemente facci sopra la pipì e passa oltre.”
A volte l’ironia è la più elegante forma di distacco emotivo.
CONCLUSIONE: LA FORZA TRANQUILLA DELLA GENTILEZZA
Essere gentili in un mondo che spesso confonde la fermezza con la durezza è una forma di coraggio.
Non si tratta di cambiare natura, ma di imparare a dosare le energie, a scegliere dove metterle e con chi condividerle. Proteggersi non significa diventare freddi: significa mantenere intatta la propria autenticità, anche quando intorno tutto sembra gridare.
Come scriveva Mahatma Gandhi:
“La gentilezza non è segno di debolezza, ma di forza controllata.”
Ek.
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