2020

Perché festeggiamo il capodanno il 1 gennaio? Le tradizioni più diffuse, dai tempi antichi ad oggi

La domanda più temuta del mondo, dopo “quando ti sposi tu?” rivolta ad una single al matrimonio di sua sorella, è “cosa fai a capodanno”?

Scommetto che un brivido vi ha attraversato la schiena e vi ha reso tutta la pelle del corpo a buccia d’arancia. Vi sentireste meglio se vi dicessi che se foste nati più di 2000 anni fa in Egitto, avreste avuto fino al 1 marzo per decidere? Immagino di no.

La data del primo gennaio come inizio dell’anno deriva dal calendario giuliano, adottato da Giulio Cesare nel 46 a.c. . Precedentemente veniva considerato come capodanno, appunto, il 1 marzo.

La festa di capodanno si ispira ai festeggiamenti per il dio romano Giano, dal quale prende il nome il mese di gennaio. I romani erano soliti organizzare pranzi molto ricchi nei quali si scambiavano doni con gli altri commensali, in particolare vasi pieni di miele, datteri e fichi. In più si regalavano dei ramoscelli d’alloro, le strenne, così chiamate perché raccolte in una zona sacra alla dea sabina Strenia, che era portatrice di fortuna e felicità.

Nel medioevo il calendario giuliano venne molto usato, ma non tutti erano concordi sulla data da considerare come l’inizio ufficiale dell’anno. In Inghilterra e Irlanda il capodanno si festeggiava il 25 marzo nel giorno dell’incarnazione, in Francia l’arrivo del nuovo anno si festeggiava a Pasqua.

Solo con l’adozione universale del Calendario Gregoriano, ideato da papa Gregorio XIII nel 1582, la data del 1 gennaio come inizio dell’anno divenne infine comune.

VEDIAMO INSIEME LE TRADIZIONI  DI CAPODANNO PIù DIFFUSE

I botti di capodanno. 

Oltre a rappresentare, soprattutto per i più piccoli, il culmine della serata di capodanno, i famigerati “botti” vengono considerati come un’arma per allontanare gli spiriti maligni che sono soliti attaccarci nel momento del passaggio dal vecchio al nuovo anno.

Le strenne.

Tradizionalmente lo scambio dei regali avviene nel giorno di Natale, ma sappiate che scambiarsi un gran numero di doni nel giorno di capodanno è un augurio di abbondanza per tutto l’anno.

Le lenticchie a mezzanotte.

La tradizione vuole che mangiare lenticchie alla mezzanotte del 31 dicembre sia un augurio di ricchezza e prosperità per tutta la famiglia e per le generazioni future. I legumi vengono considerati come l’unico cibo che nutre nel corso del tempo e che quindi regala una ricchezza più duratura.

Il bacio sotto al vischio.

I popoli antichi ritenevano che questa pianta avesse molte qualità, in particolare veniva utilizzata per rituali di purificazione dai druidi e per rimedi contro la sterilità dagli antichi celti. Festeggiare la mezzanotte con un bacio sotto al vischio è di buon auspicio sia per suggellare una amore eterno, sia per augurare prolificità materiale e spirituale.

La biancheria rossa.

Anche questa usanza si fa risalire ai romani, che indossavano tale biancheria prima di partire per la guerra, in segno di buon auspicio per il sangue dei nemici che avrebbero versato sul campo di battaglia. Oggi è un modo per attirarsi la fortuna per il nuovo anno. Si consiglia di indossare biancheria rossa nuova, perché quella già usata potrebbe aver perso parte del suo potere.

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Prepariamo il cane al capodanno (seconda parte): Come comportarci durante la notte del 31 dicembre – VIDEO

Dopo aver visto nel precedente video come preparare durante l’anno il cane alla notte di San Silvestro e come desensibilizzarlo al rumore dei fuochi artificiali, vediamo in questo video come comportarci, nello specifico, durante i botti di capodanno.

Troverete consigli utili sia per il caso in cui dobbiate lasciare il vostro cucciolo da solo durante i festeggiamenti, sia per il caso in cui condividiate la serata più rumorosa dell’anno con lui.

La regola base vuole che si permetta al cane di stare in casa, anche se siete abituati a farlo dormire fuori.

Buona visione!

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Prepariamo il cane al capodanno (prima parte): La desensibilizzazione – VIDEO

Nella notte più rumorosa dell’anno noi umani tendiamo a divertirci molto, anche grazie all’utilizzo di giochi pirotecnici, ma il nostro amico a 4 zampe non li gradisce quanto noi, anzi, tende ad essere molto spaventato dai botti fragorosi che arrivano da tutte le direzioni.

La scelta migliore sarebbe non lasciare da solo il nostro cane durante la notte di capodanno o comunque farlo stare dentro casa, anche se siete abituati a farlo dormire in giardino.

Desensibilizzare il vostro amico a 4 zampe al rumore dei botti è il modo migliore per prepararli all’eventuale trauma della notte di capodanno. Vi spiego nel video in cosa consiste e come funziona.

 

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Tradizioni natalizie – Perché si mangia il pesce alla vigilia?

E’ un dogma che nessuno è mai riuscito a smentire: il 24 dicembre non si può consumare carne nel tradizionale cenone natalizio, ma si deve propendere per il pesce o per verdure e formaggi

A chi, come me, ha frequentato una scuola di suore alle elementari, è stato sempre insegnato che si tratta di un’usanza religiosa che viene osservata sia alla nascita di Gesù (Natale) che alla sua morte ( nel periodo pasquale). In realtà, però, si tratta più di una tradizione popolare.

Il Codex Iuris Canonini nel 1917 aveva prescritto l‘astinenza dalla carne e il digiuno nei giorni della vigilia di Pentecoste, dell’Assunta, di tutti i Santi e del Natale. Nel 1966 Paolo VI firmò la Costituzione Apostolica Paenitemini, che andava oltre tali prescrizioni, stabilendo il digiuno soltanto il mercoledì delle Ceneri e il Venerdì Santo, mentre l’astinenza dalla carne tutti i venerdì dell’anno, ma non nelle vigilie. Indi per cui, dato che il 24 dicembre del 2020 cadrà di giovedì e non di venerdì, in realtà sarà possibile mangiare carne senza violare alcun precetto religioso.

Qualche curiosità in più

La Chiesa prevede inoltre alcune eccezioni: il digiuno riguarda solamente i soggetti dai 18 ai 60 anni, mentre l’astinenza da carne quelli dai 14 ai 60. Oltre alla carne, sarebbero vietati anche quei cibi che “a un prudente giudizio sono da considerarsi come particolarmente ricercati o costosi”. Quest’ultima regola fa un po’ sorridere perché ci invita a considerare il pesce come pietanza più austera della carne, ma pensate soltanto ai piatti di crudo, ai vari sauté di cozze o di telline o ancora alle linguine all’astice. Non mi sembra proprio che si tratti di piatti più poveri e meno ricercati.

FOTO: Quotidiano.net

Marco Fabio Ceccatelli

Cosa potremo fare e chi potremo incontrare a Natale

Cosa ha stabilito il nuovo decreto per le festività natalizie? Cerchiamo insieme di vederci più chiaro sulle scelte che abbiamo, in modo da riuscire a passare un piacevole Natale nonostante la situazione complicata dovuto al Covid

Impossibile immaginare il cenone del 24 ed il pranzo del 25 con tavolate chilometriche come, magari, eravamo abituati a fare gli anni passati. Tuttavia il nuovo decreto ha concesso delle deroghe agli spostamenti che consentiranno, ad esempio, di pranzare anche con persone non conviventi.

COSA VIENE CONSENTITO DAL DECRETO?

Sarà possibile spostarsi una volta al giorno verso un’altra abitazione, ovviamente sempre fra le 5 del mattino e le 22 della sera. Potranno muoversi massimo due persone, ma i ragazzi con età inferiore ai 14 anni non verranno conteggiati. Tali deroghe valgono sia per il giorno di Natale che per i festivi e prefestivi fra il 24 dicembre 2020 e il 6 gennaio 2021.

ANDIAMO PIU’ NELLO SPECIFICO

Possiamo raggiungere casa dei nonni per il canonico pranzo natalizio? Soltanto se gli adulti che si spostano nell’abitazione dei nonni sono due. Per fare un esempio più chiaro. Se una famiglia ha due figli con età inferiore ai 14 anni potrà recarsi in toto nella casa dei propri cari. Qualora uno dei ragazzi superi quella soglia, non si potrà pranzare insieme. Come mai questa regola?

Il governo ha pensato alle persone anziane che avrebbero dovuto passare il Natale da sole. Con tale deroga, potranno raggiungere l’abitazione dei famigliari, incontrando i propri nipoti di tutte le età. Oltre ai quattordicenni sono esclusi dal computo i parenti con disabilità o conviventi non autosufficienti.

ATTENZIONE!!! Intorno al tavolo per pranzi e cene non potranno esserci più di due persone non conviventi. Dovrete invitare i genitori materni alla Vigilia e quelli paterni a Natale o viceversa.

Ecco quindi alcuni esempi di cosa sarà consentito per il pranzo di Natale, ricordando che vale sempre la raccomandazione di indossare la mascherina (quando non si mangia) e mantenere la distanza interpersonale:

SI PUO’ PASSARE IL NATALE CON GLI AMICI?

Si possono ospitare due persone non conviventi, che possono essere benissimo fidanzati o amici. Chi controllerà che tutti rispettino le regole? E’ ovvio che le forze dell’ordine non verranno a stanare i trasgressori in casa, a meno che non ci siano segnalazioni particolari. Sicuramente ci saranno controlli rigidi sugli spostamenti. Nell’arco della giornata non si potrà effettuare più di uno spostamento. Ad esempio, se a pranzo vi vedete con degli amici, la sera non potrete incontrare i parenti in un’altra abitazione.

COME FUNZIONA PER L’AUTOCERTIFICAZIONE?

Sarà necessaria per gli spostamenti durante i giorni di zona rossa in modo da giustificare l’uscita dalla propria abitazione.

FOTO: Palermotoday.it

Marco Fabio Ceccatelli

10 Film cult natalizi da guardare e riguardare

Quanto sono belle le tradizioni natalizie. Si mangia pesce il 24 a cena e carne il 25 a pranzo, i regali si possono scartare esclusivamente dopo lo scoccare della mezzanotte, si deve per forza giocare a tombola per fare contenti i bambini piccoli che a malapena sanno contare fino a venti. Vista la situazione attuale di emergenza alcune di queste tradizioni potrebbero subire delle modifiche. In particolare non potremo goderci il canonico cenone, se non con il nucleo familiare più stretto (a meno che, miracolosamente, non cambi qualcosa nei prossimi giorni).

Nessuno, però, può limitarci in uno dei passatempi più piacevoli di questo periodo: concedersi una scorpacciata di film natalizi, che puntualmente ogni anno vengono trasmessi in tv anche più di una volta.

Vediamo insieme quali sono quei  10 film cult che non ci stanchiamo mai di vedere e rivedere ogni volta e che per noi sono sinonimo del Natale stesso.

1.NIGHTMARE BEFORE CHRISTMAS (1993)

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Uno dei personaggi più famosi creati dalla fervida immaginazione di Tim Burton è Jack Skeletron, signore del paese di Halloween che va alla ricerca di risposte sull’essenza del Natale. Nella sua difficile missione sarà aiutato dalla sensuale bambola di pezza Sally. Usando qualsiasi mezzo, arrivando a rapire persino Babbo Natale, riuscirà il nostro eroe a spiegare la magia del Natale?

2.CANTO DI NATALE DI TOPOLINO (1983)

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Abbiamo scelto la versione Disney di un grande classico, Canto di Natale di Charles Dickens. Il racconto del 1843 dello scrittore britannico vanta numerose versioni cinematografiche, ultima in ordine di tempo  “A Christmas Carol” di Robert Zemeckis del 2009,con Jim Carrey nei quadrupli panni del signor Ebenezer Scrooge, dello Spirito del Natale passato, dello Spirito del Natale presente e dello Spirito del Natale futuro. La versione Disney è particolarmente indicata da mostrare ai bambini per insegnargli che c’è sempre tempo per redimersi ed essere gentili con gli altri.

3.MAMMA HO PERSO L’AEREO (1990)

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Macaulay Culkin diventa un idolo negli anni ’90 grazie al personaggio di Kevin in questa esilarante commedia per tutta la famiglia diretta da Chris Columbus. Ecco appunto, famiglia che dimentica il proprio figlio a casa durante le feste natalizie. Il nostro piccolo eroe se la vedrà con due ladri davvero maldestri, probabilmente l’intervento dei genitori sarà provvidenziale per salvare i due “poveri” furfanti dalle trappole di Kevin, piuttosto che il contrario.

4.MIRACOLO SULLA 34th STRADA (1994)

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Si tratta del remake di un film del 1947 vincitore di ben 3 Oscar. Un film piacevolmente smielato e pieno di buoni sentimenti nel quale una bimba disillusa torna a credere in Babbo Natale dopo un incontro molto molto speciale.

 

5.UNA POLTRONA PER DUE (1983)

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Un film diretto da John Landis che non può mancare nel menù dei film cult tipicamente natalizi. Dan Aykroyd e Eddie Murphy sono una coppia fantastica. L’intento del regista è quello di muovere una critica al perbenismo e al consumismo americano di quegli anni, attraverso delle situazioni esilaranti e dei personaggi stereotipati caratterizzati dall’attaccamento viscerale al denaro.

6. LOVE ACTUALLY-L’AMORE DAVVERO (2003)

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Una commedia romantica natalizia molto brillante diretta da Richard Curtis, nella quale si intrecciano le storie di innumerevoli personaggi interpretati da un cast stellare, Hugh Grant, Liam Neeson, Colin Firth e Keira Knightley, solo per citarne alcuni. Il filo conduttore di tutto il film è l’amore, amore di qualsiasi tipo. Colonna sonora straordinaria nella quale spicca la hit “Christmas is all around”.

7. POLAR EXPRESS (2004)

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Dietro la macchina da presa ancora Robert Zemeckis per un film da molti ritenuto un capolavoro. Completamente girato con la tecnica del motion capture che digitalizza le movenze e le espressioni di attori in carne ed ossa e le inserisce in paesaggi creati al computer. Il protagonista è l’attore americano Tom Hanks. Attraverso un viaggio incredibile con il Polar Express nel “Luna Park del Natale”, un bambino che “sta diventando grande” riscopre la magia del Natale.

8.LA STORIA INFINITA (1984)

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Film fantastico ricco di personaggi memorabili, dal Fortunadrago Falcor al coraggioso guerriero bambino Atreyu in groppa al suo fidato cavallo Artax. Chi non ha sognato nella propria infanzia di vivere le incredibili avventure di Bastian e dei suoi amici di Fantasia? Dopo aver visto questo film probabilmente vi verrà una voglia incredibile di aprire un libro ed iniziare a leggere. La regia è firmata da Wolfgang Petersen.

9. SERENDIPITY – QUANDO L’AMORE è MAGIA (2001)

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Tra i film più romantici della storia del cinema, la pellicola diretta da Peter Chelsom con Kate Beckinsale e John Cusack, tratta in maniera sublime il tema del “fortunato incidente” e dell’anima gemella.  Mai come in questo caso, chiunque inizi a vedere questo film, è in trepidante attesa del lieto fine.

10. WILLY WONKA E LA FABBRICA DI CIOCCOLATO (2005)

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Remake del celebre film del 1971 di Roald Dahl, ad opera del genio Tim Burton, con un Johnny Depp in forma smagliante, nel ruolo di Willy Wonka. Il giovanissimo Charlie trova il famigerato biglietto d’oro in una tavoletta di cioccolata e vince la possibilità, insieme ad altri fortunati bambini, di visitare la fabbrica di cioccolato dell’eccentrico proprietario Willy Wonka. Un viaggio nel classico stile burtoniano, ma con una maggiore quantità di colori, di comicità e di citazioni.

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La vera star del Natale: L’abete vivo

Il Natale si avvicina e con esso il momento di riempire casa di addobbi, ma soprattutto di scegliere il nuovo albero che illuminerà e arrederà la vostra casa

Se per quest’anno la vostra scelta ricadrà su un “Vero Abete”, prima di acquistarlo vediamo insieme come comportarci durante il periodo delle festività e come prendersene cura una volta passata anche l’Epifania.

Durante il periodo di Natale: E’ opportuno non posizionare l’albero nelle vicinanze di fonti di calore eccessive come i camini, le stufe e i termosifoni. Dopotutto stiamo parlando di abeti, alberi abituati a basse temperature. In ogni caso è buona norma tenere l’albero esposto a fonti dirette di luce e nella zona più fresca della casa. Essendo per l’albero una “tortura” vivere in casa per un certo periodo, si consiglia di comprarlo in prossimità delle festività e di tenerlo addobbato solamente durante i giorni di festa, in modo da limitare il più possibile i danni.

Gli alberi sono essenziali per la nostra salute, se si considera che grazie agli alberi nelle aree verdi d’Italia, vengono assorbite 12 milioni di tonnellate di CO2. Gli alberi valgono oro per chi vive in città, contribuiscono ad eliminare parte dell’inquinamento provocato dai tubi di scarico di automobili e abitazioni.

Una ricerca internazionale ha infatti dimostrato che gli alberi in città hanno un valore pari a 1,2 milioni di dollari per chilometro quadrato. (Per sapere quanta anidride carbonica, per esempio, viene assorbita da ciascun tipo di alberi, lo smog catturato, l’ombra creata in alternativa all’aria condizionata. E perfino i vantaggi economici, puoi scaricare l’App I-Tree).

LE TRADIZIONI NATALIZIE PIU’ DIFFUSE DAI TEMPI ANTICHI AD OGGI

E quando il Natale finisce?

Tenere l’abete in vaso per l’anno successivo: L’abete è una bella pianta da giardino, soprattutto per ambienti di collina e montagna. In pianura e in terrazzo è consigliabile tenerlo in un grande vaso. Se al momento dell’acquisto non avete provveduto a rinvasarlo, sarà necessario farlo dopo le feste e collocarlo all’aperto, al sole o in mezz’ombra (in ombra perde gli aghi) e al riparo dal vento asciutto. Il terriccio va tenuto sempre appena umido, concimando ogni 20 giorni circa. Attenzione in particolare ai venti, poiché se esposto a venti troppo forti gli aghi possono cadere.

Se compriamo un albero di piccole dimensioni abbiamo più possibilità di mantenerlo in vita. In media il nostro albero di Natale in vaso dura circa 3 anni. In ogni caso, prima o poi, l’albero deve essere piantato direttamente nel terreno.

Trapiantare l’albero in giardino: Nel caso decidessimo di trapiantarlo direttamente nel terreno, le regole da seguire sono quasi le stesse. Ovviamente in questo caso l’albero non si adeguerà più alle dimensioni del vaso e quindi la sua crescita sarà esponenziale. Per questo motivo bisogna valutare bene dove piantarlo, perché in seguito occuperà molto spazio andando ad ombreggiare una vasta zona (per vedere le leggi in vigore per piantare gli alberi clicca qui http://www.conalpa.it/come-evitare-labbattimento-degli-alberi-leggi-e-regolamenti/ ).

La manutenzione di questo abete sarà più accurata soprattutto durante i mesi estivi, dove necessiterà del giusto apporto idrico. Si consiglia di far scorrere l’acqua alla base del tronco, in modo che la terra assorba l’acqua in profondità. Quando le temperature sono alte e le estati particolarmente calde, è meglio spruzzare sulla chioma un po’ di acqua in modo da far seccare il meno possibile i rami. Ovviamente decidere di conservare l’albero di Natale vero è una scelta che va fatta in base alle proprie possibilità, essendo consapevoli che in ogni caso l’albero ha bisogno di manutenzione.

Portare l’Albero nei punti di raccolta in città: In alcune città italiane dopo le festività natalizie viene organizzata una raccolta straordinaria dei rifiuti ingombranti, che comprendono gli alberi di Natale. A Roma l’Ama si occupa di questo servizio di solito dopo l’Epifania. Vi consigliamo di consultare il sito Web del vostro Comune di appartenenza in modo da essere aggiornati sull’organizzazione di simili iniziative nel luogo in cui abitate. Per conoscere le iniziative nella tua città:https://www.nonsprecare.it/associazioni-per-piantare-alberi-iniziative?refresh_cens o  www.alberiperilfuturo.it

Portare l’Albero al Vivaio: Se avete acquistato il vostro abete in un vivaio, informatevi in merito alla possibilità di riconsegnarlo in loco.

Questi i piccoli consigli per gestire al meglio il vostro Abete, ricordando che, come disse Charles N. Barnard “L’albero di Natale perfetto? Tutti gli alberi di Natale sono perfetti!”,quindi che sia un abete vivo o meno, sarà sicuramente simbolo di gioia in casa, perché per fare un albero di Natale ci vogliono tre cose: gli ornamenti, l’albero e la fede nel futuro.

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Ek.

FOTO: www.zenone.eu

Come posizionare i tappeti in casa

Un bel tappeto può diventare un punto di forza in una casa. Serve a completare ogni suo ambiente , ad arricchirlo e a donargli un tocco personale

“Mia madre dice sempre che per arredare una casa bastano due cose: Tende e Tappeti”.

E si sa, la mamma ha sempre ragione. Si perché un bel tappeto può diventare un punto di forza in una casa. Serve a completare ogni suo ambiente, sempre se in armonia con quello che lo circonda, con il pavimento, con il colore delle pareti e con i mobili. I tappeti arricchiscono, completano, danno colore e carattere, aiutano a definire gli spazi e a conferire un’atmosfera personale all’ambiente. Ma no, il loro scopo non è quello di coprire un brutto pavimento o qualche difetto. E ora vediamo il modo più corretto di posizionarli.

GRANDEZZA

Prima di pensare al colore, al disegno o all’altezza del pelo, dovreste essere sicuri di quanto grande dovrà essere il tappeto. Pertanto, ci si occupa innanzitutto della dimensione della stanza. Per stanze piccole, dovreste scegliere un tappeto corrispondentemente piccolo, per le stanze grandi un tappeto corrispondentemente grande, una regola iniziale abbastanza semplice. Per giocare sul sicuro, è preferibile comprare un tappeto un po’ più grande piuttosto che piccolo.

Se non si seguono tali regole, l’atmosfera di una stanza può apparire rapidamente offuscata, perché i tappeti troppo grandi o troppo piccoli fanno apparire squilibrate le proporzioni della stanza. I tappeti troppo piccoli si perdono nella stanza, mentre i tappeti troppo grandi fanno sembrare la stanza più piccola.

COLORE

Innanzitutto, devi chiederti se il tappeto diventerà il fulcro della stanza o se si adatterà semplicemente al resto. Nel primo caso scegli colori in forte contrasto con quelli circostanti, nel secondo caso invece mantieni gli stessi toni e la stessa scala cromatica dell’intero ambiente. Se vuoi uno spazio stimolante opta per colori caldi (rosso, giallo, crema), se invece vuoi creare un’atmosfera rilassante scegli quelli freddi (grigio, verde, blu). Il tappeto aiuta a dare una sensazione di ambiente caldo o freddo quindi scegli con cura i colori e le texture. Per una casa moderna e minimalista meglio un tappeto monocromo, in alternativa colori e disegni possono conferire eleganza, raffinatezza e classe (tappeti persiani) o allegria per un ambiente pop e divertente.

Toni scuri – Meglio un tappeto scuro per spazi di passaggio e poco funzionali come ingresso e corridoio, un tappeto molto scuro è meglio se inserito in un ambiente spazioso e illuminato.

Toni chiari –  i colori chiari sono adatti alla camera da letto (da evitare in cucina e bagno per ovvie ragioni). Il colore chiaro può essere utile per una stanza piccola perché le darà maggiore ariosità e luminosità.

Va da sé che se la stanza a cui state pensando presenta arredi e accessori in tinta unita, potete scegliere un tappeto dai colori accesi e in fantasia. Al contrario se la camera è già piena di stampe e colori, meglio andare sul semplice e sul monocromatico.

SOGGIORNO

Nel soggiorno, il divano è il punto di riferimento per determinare la misura perfetta del tappeto. Una regola non scritta dice: La lunghezza del divano, più circa 30 cm a sinistra e a destra, dà la lunghezza del suo tappeto.

Se desiderassi posizionare un tappeto nel tuo soggiorno, dovrebbe prima sistemare i mobili come se già ci fosse il tappeto.

Small Room (15-20 mq) – Classicamente, in una piccola stanza, un tappeto rettangolare è posizionato proprio di fronte al divano. Il tappeto deve essere largo almeno quanto il divano, ma non più di 10 cm su ciascun lato. Il divano non dovrebbe stare sul tappeto, in quanto il tappeto di solito dovrebbe essere già abbastanza piccolo a causa delle dimensioni della camera limitata. Sgabelli, tavolini o simili possono quindi essere posizionati sul tappeto.

Camera di medie dimensioni (circa 30 mq) – In una stanza di medie dimensioni spesso troverete diverse opzioni di posti a sedere. Nel nostro esempio, un divano per due e due poltrone. Anche in questo caso, il tappeto viene posizionato di fronte al divano, ma può sporgere da 20 a 30 cm su ciascun lato del divano. Al centro trova posto il tavolino. Le poltrone sono leggermente inclinate, di fronte al divano agli angoli del tappeto. Divano e poltrona possono essere disposti solo con i piedi anteriori sul tappeto. In entrambi i casi, i posti a sedere in combinazione con il tappeto creano un’immagine armoniosa.

Camera ampia (oltre 40 mq) – Per una stanza grande in cui ci sono gli stessi mobili della nostra stanza di medie dimensioni, il tappeto dovrebbe essere acquistato molto più grande. Può sporgere di almeno un metro su entrambi i lati del divano e di almeno 50 cm. dietro i posti a sedere. I mobili vengono posizionati secondo il principio dell’isola, tutti sul tappeto, in modo che ciascun mobile possa avere sul tappeto spazio sufficiente. Altri mobili, come cassettiere o scaffali, non vengono posizionati sul tappeto.

Camera stretta e lunga – Se lo spazio è lungo e stretto non fare lo sbaglio di scegliere un tappeto tipo passatoia (non è un tappeto da soggiorno), ma meglio sceglierne uno quadrato. Lascia almeno 40 cm tra i margini del tappeto e le pareti della stanza, posizionalo con il lato lungo parallelo al divano. Esso deve essere lungo almeno quanto il divano stesso, lasciando circa 20 cm ai suoi lati.

Divano ad angolo – Utilizzare gli stessi principi per un divano ad angolo, ma con un tappeto quadrato e non rettangolare.

Tappeti rotondi – I tappeti rotondi nel soggiorno devono essere usati con cura. Si prestano sotto un tavolino rotondo o sotto un angolo del divano.

SALA DA PRANZO

Il tappeto in questo caso deve essere abbastanza grande da coprire tutta la superficie del tavolo, comprese le sedie (anche quando vengono spostate per accomodarsi). Scegli un tappeto almeno 60 cm più largo del tavolo, meglio se della stessa forma. Un bel tappeto rotondo sotto a un tavolo rotondo darà un effetto più armonico all’intera stanza. Il tappeto deve sempre essere centrato rispetto al tavolo. Quindi se il tuo tavolo è a 6 posti, un tappeto 120×230 o 200×290 fa al caso tuo.

Scegli una superficie che sia lavabile e in grado di resistere alle sfregature frequenti di tavolo e sedie. Vi sono tappeti a pelo corto, come i sisal, che permettono di far scivolare agevolmente le sedute. Attenzione a non posizionare sul tappeto solo due anziché i quattro piedi della sedia. Questo non solo sembra disarmonico, ma è anche poco pratico quando si spostano le sedie e vengono eseguite azzardate manovre di inclinazione.

È importante fare attenzione non solo alle dimensioni del tavolo da pranzo, ma anche alle sedie e soprattutto al loro uso. Pertanto, il tappeto dovrebbe essere di almeno 70 cm più largo del tavolo da pranzo. Se ci fossero anche le sedie a capotavola, il tappeto dovrebbe anche essere più lungo di 70 cm.

La forma del tappeto dipende anche dalla forma del tavolo. Tavolo da pranzo rotondo = tappeto rotondo, tavolo rettangolare = tappeto rettangolare, facile no? Non dimenticare, se hai un tavolo estraibile calcola la dimensione del tavolo nella sua interezza.

CUCINA

In cucina il tappeto svolge principalmente una funzione pratica, protegge il pavimento dall’acqua, dall’olio e dai prodotti per la preparazione del cibo. Il formato migliore, in questo caso, è quello rettangolare, meglio se di grandi dimensioni, lungo e stretto. Da evitare i classici tappetini da cucina posizionati fronte lavello, dall’aspetto poco moderno ed elegante. In commercio ne trovi anche anticaduta e antimacchia, adatti proprio per l’ambiente cucina.

CAMERA DA LETTO

Il motivo per cui un tappeto è utile in camera da letto diventa evidente solo in una fredda mattina d’inverno, quando si poggiano i piedi su un soffice tappeto piuttosto che su un pavimento duro e freddo. Solo allora ci si rende conto che non si può fare a meno di un tappeto, soprattutto perché influisce enormemente sull’intimità della stanza.

Come posizionare il tappeto in camera da letto è abbastanza semplice, perché le tre opzioni più comuni sono tutte orientate al letto. Particolarmente consigliato è l’uso dei tappeti in tale stanza, se si desidera distinguere visivamente la zona notte dal resto della casa.

Area ampia – La tendenza è sempre più quella di un bel tappeto grande da posizionare sotto il letto e anche sotto i comodini, che esca almeno 50 cm da tutti e tre i lati. Per non apparire come schiacciato, i bordi del tappeto dovrebbero distare nella parte posteriore almeno 30 cm dai comodini.

In parte – Un tappeto è posizionato solo parzialmente sotto il letto, per essere precisi sotto l’ultimo terzo del capezzale. Quindi questo è otticamente esteso e allo stesso tempo la stanza è isolata dal rumore e dal freddo. Se le dimensioni lo permettono, scegli un tappeto che copra tutta l’estensione del letto, esclusi i comodini, e che fuoriesca almeno di 50 cm dai piedi del letto stesso.

Come attirare l’attenzione – Se vuoi migliorare la tua camera da letto con discrezione, puoi anche posizionare un tappeto piccolo per attirare l’attenzione. Di fronte a un letto posto sul lato del muro, un tappeto rettangolare si adatta perfettamente o si posiziona un tappeto rotondo diagonalmente accanto al letto.

CORRIDOIO

Se pensi all’entrata di casa, sicuramente il tappeto è uno dei primi elementi su cui si posano i tuoi occhi e quelli dei tuoi ospiti. La funzione di questo complemento in un ingresso è puramente estetica e di arredo, quindi spesso se ne può fare a meno. La cosa più semplice è probabilmente la scelta delle dimensioni del tappeto per il corridoio. Da un lato, il tappeto dovrebbe essere a circa 15-20 cm dal muro. D’altro lato è importante che le porte possano essere aperte facilmente, soprattutto con un tappeto a pelo alto.

CAMERA DEI BAMBINI

I bambini, si sa, trascorrono un sacco di tempo per terra a giocare. Un tappeto, anche abbastanza grande, consentirà loro di attenuare le cadute nel periodo dei primi passi e di farli divertire comodamente e al caldo pur stando sul pavimento. Utile anche sul parquet perché lo proteggerà dai graffi. Funzionali anche i tappeti gioco che raffigurano parchi o strade dove poter giocare con macchinine, palline o pupazzi, oppure quelli musicali con cui i più piccoli possano interagire. Scegli un tappeto facilmente lavabile in lavatrice, sarà molto più pratico e igienico.

BAGNO

Anche nella stanza da bagno, come in cucina, il tappeto è soprattutto funzionale oltre che ornamentale. La posizione corretta è davanti a una doccia o a una vasca perché aiuta a non scivolare. Si può posizionare anche ai piedi del lavabo dove è facile che acqua e prodotti di bellezza cadano a terra. Puoi pensare a un grande tappeto se il tuo bagno è spazioso e luminoso o a più tappeti piccoli combinati se l’ambiente è piccolo o con una disposizione complicata. I tappeti grandi rappresentano una soluzione più moderna e sofisticata. Scegline uno che sia coordinato a piastrelle e pavimento e che sia abbinato agli asciugamani, se possibile.

CONCLUSIONE

Finiamo dicendo che se in casa sono presenti persone allergiche a polvere ed acari, l’uso di tappeti in linea di massima sarebbe sconsigliato. Ma se proprio non si vuole rinunciare a questo prezioso dettaglio, è bene allora scegliere tappeti a tessitura piatta che possano essere puliti ogni giorno con l’aspirapolvere. Per una pulizia ordinaria e rapida del tappeto, si consiglia di spargere del bicarbonato sulla superficie, lasciare agire per almeno 30 minuti e poi spazzolare il tutto con forza.

FOTO: Zingarate.com; Benuta.it; Diotti.com

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La Regina degli Scacchi, l’unico supereroe che riesce a salvare se stesso

The Queen’s Gambit vi ipnotizza e vi spinge con forza su un’ascensore che sale dall’Inferno all’Olimpo in 24 mosse

Ci avviciniamo sempre di più al periodo natalizio. Non sono le luci o le decorazioni per le strade ad annunciarci l’arrivo imminente di Babbo Natale, ma la valanga di film e serie tv a sfondo natalizio che impazzano su Netflix e Amazon Prime. A tal proposito mi permetto di consigliarvi Dash e Lily, una miniserie da 8 episodi dal romanticismo sconfinato che non trascende, però, nello smielato.

Una visione rassicurante

Dopo questa breve digressione passiamo però al tema dell’articolo di oggi. Se desiderate una serie tv da domenica pomeriggio sotto le coperte di pile Ikea, ho quello che fa per voi: The Queen’s Gambit, ovvero La regina degli scacchi. Probabilmente in molti non saranno d’accordo con me nel definirla una serie da sonnecchiosi pomeriggi invernali, ma io ci ho trovato un non so che di rassicurante. Ma andiamo con ordine.

La regina di scacchi è una miniserie tratta dal romanzo omonimo di Walter Tevis del 1983. Al centro della vicenda, raccontata in 7 episodi da circa un’ora, figura una prodigiosa giocatrice di scacchi. “Che barba eh, vista così!”.

Beth Harmon come Spiderman e Batman

Amate i telefilm di super eroi? A mio avviso The Queen’s Gambit fa per voi. Cosa ci gasa maggiormente dei vari Spider-Man, Batman e compagnia cantante? Il loro passare da un’infanzia tremenda ad un’età adulta caratterizzata dalle loro straordinarie doti. E’ proprio la rivalsa della protagonista Beth Harmon (una magnetica Anya Taylor-Joy), che passa da orfana stramboide a Gran Maestro degli scacchi osannata in tutto il mondo. Nessun cavallo l’ha morsa. Semplicemente la ragazzina dai capelli rossi ha una mente formidabile, aggressiva, impulsiva. Probabilmente ereditata dalla madre, brillante matematica caduta in disgrazia.

Beth rimane orfana a 8 anni perché la madre decide di mollare. Questa bimba dal volto arcigno viene trasferita in un’orfanotrofio dalle regole rigide che la Nostra trasgredisce in maniera sfacciata, ma elegante. Il colpo di fulmine per la scacchiera scoperta nel seminterrato dell’istituto, davanti alla quale siede il suo mentore Mr Schaibel (Bill Camp), dona la propulsione che serve alla serie per attrarre lo spettatore. Anche perché le doti straordinarie di Beth appaiono fin da subito evidenti. Ci si chiede: “fin dove può arrivare una mente del genere?”.

Ma soprattutto, senza l’autodistruzione che caratterizza il personaggio per gran parte del racconto, sarebbe arrivata a scacco ugualmente? Le scene spruzzate di onirismo lynchiano evocano un universo mentale intricato della protagonista, ma profondamente affascinante e accattivante.

Un’eroina solitaria?

Beth combatte innumerevoli battaglie non solo contro gli avversari che di volta in volta gli si piazzano davanti, con la spavalderia dell’essere uomini, ma anche contro i propri demoni interiori. Sessantaquattro come le caselle della scacchiera? Forse anche di più. Una delle prima considerazioni che ci verrebbe da fare è “ma come può affrontare tutto questa da sola?”. All’inizio la Nostra non mostra grandi segni di debolezza, come se l’ammirazione altrui le bastasse per tenere duro.

Uno degli aspetti che mi hanno esaltato di più è proprio è stato il crescendo dell’intensità dei rapporti interpersonali. Apparentemente anaffettiva, Beth strega le persone che incontra non solo per l’incanto delle sue gesta, ma anche perché non è mai ingiusta con chi gli si para davanti. E’ leale con amici e nemici, è perfetta per gli altri, imperfetta per se stessa. L’aspetto interessante e galvanizzante della serie, è il modo in cui arriva la redenzione per la protagonista. Non grazie alla vittoria più importante per lei, ma alla modalità con cui tale trionfo arriva.

Non tollera di non poter vincere sempre, la sconfitta con Vasily Borgov la sconvolge emotivamente, ma le dà anche la motivazione per inseguire nuovi obiettivi. Se avesse vinto subito tutti i tornei più prestigiosi avrebbe comunque continuato a giocare a scacchi con la medesima passione?

Il Gambetto di donna

E’ fra le aperture più popolari del mondo degli scacchi, nonché la traduzione letterale del titolo originale The Queen’s Gambit. Una mossa molto aggressiva che affida alla regina grandi responsabilità. Così come Beth Harmon è impaziente di vincere le proprie partite, così il pezzo pregiato della scacchiera si avventura in attacchi micidiali per umiliare il nemico (tutti gli altri pezzi sono per lo più maschili, a parte le torri).

La morale

Il gioco degli scacchi non è solo l’occasione per la protagonista per riscattarsi da un’infanzia nefasta, ma anche il mezzo per creare legami interpersonali molto profondi. Fin dall’inizio, non si ha mai la sensazione che Beth giochi contro Mr Schaibel, ma nella stessa squadra, con l’obiettivo comune di farla diventare la migliore giocatrice del mondo. Grazie alla scacchiera la Nostra si connette con il mondo, con la bella vita, ma instaura anche legami autentici con altri personaggi e, soprattutto, con quelli che sono dei potenziali temibili avversari.

Anche nella vita reale, di questi tempi, quanti videogiochi sono rimasti che non siano multiplayer? Il gioco è sempre, anche nei tempi moderni, un modo per creare relazioni. Certo uscire di casa ogni tanto a fare movimento con il proprio corpo e non soltanto con quello dei propri alter ego virtuali potrebbe essere una buona idea. Chissà che il vostro compagno di battaglie non si faccia trovare sul prato per una bella partita di pallone.

La protagonista

Beth Harmon è l’unica protagonista della serie. La sola che venga caratterizzata nei minimi dettagli, gli altri sono satelliti che brillano soprattutto di luce riflessa. Non fraintendetemi, ci sono personaggi interessanti, ma la rossa magnetica è talmente totalizzante da scaraventare tutti gli altri a km di distanza dal suo alone mistico. La Nostra subisce un’evoluzione clamorosa in quello che si rivela come un percorso di formazione che la porta in breve tempo da giovane orfana con prospettive di vita felice zero, fino al supereroe che guarda tutti dall’alto in basso. Supereroe in grado di salvare se stesso (per ora), quanti altri personaggi dei fumetti che conoscete ci sono riusciti?

Ci sarà una seconda stagione?

Non ci sono molti indizi che lascino presagire l’arrivo di una seconda serie, dato che al termine delle sette puntate la vicenda si conclude in maniera perfetta. Possiamo, tuttavia, riscontrare alcune questioni che potrebbero aprire ad un eventuale seguito. Come si evolverà il suo rapporto con la federazione di scacchi, intenzionata a sfruttare la sua popolarità? Beth è finalmente uscita dal tunnel dell’alcolismo e dell’abuso di sostanze stupefacenti? Ora che è Gran Maestro di scacchi, si apriranno per lei nuove e avvincenti sfide?

FOTO: Justnerd.it; serial.everyeye.it.

Marco Fabio Ceccatelli

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Come affrontare il rientro dalle vacanze: 6 consigli per combattere l’ansia

E’ sempre traumatico ritornare alla stressante vita di tutti i giorni, soprattutto dopo una lunga vacanza: ecco come evitare un rientro shock

Meno 7, meno 6, meno 5, il conto alla rovescia per la fine di agosto è uno dei passatempi preferiti per chi pensa che l’estate passi sempre troppo in fretta. Con la tensione ed il panico che ci tormenta, ricordandoci che a stretto giro di posta si dovrà tornare al solito tran tran quotidiano.

Come dite? Vi sentite carichissimi per tornare a lavoro e conquistare l’azienda nella quale siete l’ultima ruota del carro? Bravi, l’entusiasmo è importante, ma il sentirsi particolarmente motivati PRIMA di tornare a trottare è uno stato d’animo piuttosto comune. Il problema è che l’illusione dura poco, in meno di una settimana vi ritroverete a sognare la spiaggia, i sentieri di montagna, lo snorkeling esotico e l’open bar del villaggio in cui avete soggiornato pochi giorni addietro.

LA SINDROME DA RIENTRO

Come detto in precedenza, la maggior parte delle persone ritorna in ufficio con un’energia invidiabile, ci si sente più leggeri grazie allo stress scaricato in vacanza. Bastano pochi giorni per piombare nella classica sindrome da rientro, si fa sempre più fatica a ritrovare il ritmo vita-lavoro, si dorme male e l’umore, inevitabilmente, ne risente.

Come si fa per rendere meno traumatico il ritorno all'”odiata” normalità? Un primo trucco è quello di prendersi un numero maggiore di pause, magari allungandole. Questo non vuol dire tralasciare i mille impegni e le varie commissioni da eseguire, ma soltanto staccare la spina un po’ più spesso anche durante i periodi lavorativi di fuoco. Può sembrare un’impresa titanica, ma è il modo migliore per affrontare lo stress quotidiano fino alle ferie successive. Spazio ai weekend in totale relax, magari in località vacanziere, dove il cellulare nemmeno prende.

6 CONSIGLI PER COMBATTERE L’ANSIA DEL RIENTRO

  1. IL SONNO – Mettetevi bene in testa che dormire è la panacea di tutti i mali, o quasi. Evitate di passare in maniera repentina dalle 9-10 ore di sonno estive alle 5 striminzite del periodo invernale. Largo alle famigerate camomille e ai bagni caldi per conciliare le ninne.
  2. LE PAUSE – Non aspettate la pausa pranzo per concedervi degli stop nella giornata lavorativa, staccare ogni tanto fa bene anche alla concentrazione. Tornate gradualmente alle vecchie abitudini.
  3. ATTIVITA’ FISICA Se avete continuato a fare sport durante le vacanze, la vostra missione sarà più semplice. Non aspettate di arrivare a gennaio per riprendere ad andare in palestra, rimanere allenati vi aiuta ad essere meno stanchi durante la giornata in ufficio.
  4. SFRUTTATE I WEEKEND – Settembre offre ancora delle bellissime giornate da passare al mare o in montagna, sfruttate i fine settimana per ricaricare le batterie: in questo modo i lunedì saranno meno terribili del previsto.
  5. NON PIGIATE SULL’ACCELERATORE – Va benissimo l’entusiasmo, ma il rientro a lavoro non è il momento per esaurire tutte le vostre energie alla ricerca del raggiungimento dell’obiettivo annuale. Gestite le vostre forze fisiche e mentali. Ricordate il vecchio adagio “chi va piano va sano e va lontano”?
  6. NIENTE LAVORO A LETTO – Sarebbe fantastico se riusciste a non far entrare pc, tablet e cellulari in camera da letto, soprattutto se utilizzati per controllare le mail di lavoro e per avvantaggiarvi qualche pratica del giorno successivo. Il sonno ne gioverà e anche la vostra produttività.

E’ un qualcosa che ho imparato soprattutto nel periodo dell’università. All’inizio cercavo di non fermarmi mai, anche quando ero distrutto preferivo continuare a studiare pur non assimilando nessun concetto, piuttosto che fermarmi, svagarmi e ripartire. Quando ho capito che la strategia giusta era un’altra e cioè puntare più sulla qualità del tempo che sulla quantità, i risultati sono stati nettamente migliori. Per quanto possiate lavorare tante ore in più grazie alla mancanza di pause, gli obiettivi saranno decisamente inferiori rispetto a quelli che otterrete dedicando le ore giuste al massimo dell’efficienza.

FOTO: uominiedonnecomunicazione.com

MFC

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