Serate Natalizie: 10 Giochi che vi faranno fare bella figura




La cosa più importante che i genitori possono insegnare ai loro figli è come andare avanti senza di loro. (Frank A. Clark)
Oggi prepariamo dei biscotti tipici toscani, in particolare della città di Prato. Consumati a fine pasto, accompagnati da un corposo vino rosso, stiamo parlando dei cantucci toscani. Noi li prepareremo nella versione con mandorle e cacao, ma potete scegliere la versione classica (senza cacao) o altre varianti di vostro gradimento.
Tempo: 1h
Strumenti necessari:
piano da lavoro/ spianatoia- setaccio per cacao/farina- minipimer per tritare pistacchi- teglia da forno- carta da forno- coltello- forno- piatto o ciotola per servire
Ecco gli ingredienti per la nostra ricetta (30 biscotti circa):
-250 gr farina
-50 gr cacao
-3 uova
-300 gr zucchero
-1 cucchiaio di scorza di arancia grattuggiata
-100 gr pistacchi sgusciati
-3 g bicarbonato
-100 gr mandorle sgusciate
-latte (facoltativo)
-sale
1°Passo:
Disponete a fontana sulla spianatoia la farina, setacciata con il cacao; al centro versate le uova, lo zucchero, la scorza di arancia, i pistacchi tritati grossolanamente, il bicarbonato ed un pizzico di sale.
2°Passo:
Impastate fino ad ottenere un composto omogeneo, aggiungendo un po’ di latte se risultasse troppo asciutto, quindi incorporate le mandorle, intere e con la pellicina.
3°Passo:
Ricavate dall’impasto 3 filoncini dello spessore di circa 3 cm, disponeteli su una teglia foderata di carta da forno e cuoceteli per 15 minuti in forno già caldo a 190°C.
4°Passo:
Sfornate i filoncini, lasciateli intiepidire e tagliateli in fette oblique spesse circa 1 cm.
5°Passo:
Ripassate i cantucci in forno a 180° C per circa 10 minuti. Sfornate e lasciate raffreddare prima di servire.
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I Love Shopping è un film nel quale si è riconosciuta più di una generazione.
L’impulso ossessivo di comprare capi d’abbigliamento firmati, in particolare scarpe, ma anche dispositivi elettronici, modellini super costosi, console per videogiochi e svariate altre “golosità”, sta caratterizzando in particolare le nuove leve, che non hanno necessità di disporre di molti contanti.
Con la carta di credito e con il bancomat non ci si rende subito conto di quanto si è speso. I messaggini della banca si possono tranquillamente cestinare e ci si può pensare più avanti, fino a che non arrivano i dolori ed i malumori per il conto in rosso a fine mese.
Avete mai sentito parlare di Maneesh Sethi?
E’ un imprenditore statunitense divenuto famoso per aver chiesto ad un suo collega di schiaffeggiarlo ogniqualvolta si fosse connesso a Facebook durante l’orario di lavoro.
Cosa si è inventato stavolta il caro Maneesh?
Ha creato Pavlok, un bracciale anti-shopping che invia una scarica di 225 volt al proprietario quando supera una certa soglia di spesa facendo compere.
Questa invenzione prende il nome da Ivan Pavlok, uno scienziato russo che aveva studiato il riflesso incondizionato nei cani.
Con i suoi esperimenti era riuscito a dimostrare che attraverso un sistema di premi e punizioni si poteva condizionare il comportamento dei nostri amici a 4 zampe.
Lo scaltro Maneesh ha pensato di “punire” il compratore compulsivo con delle scosse elettriche, per fare in modo di inibire la sua ossessione per lo shopping.
Potete trovare Pavlok in commercio alla modica cifra di 190 euro.
Potrà sembrarvi tanto, ma pensate in prospettiva quanto vi permetterebbe di risparmiare, a meno che non abbiate intenzione di comprarne una decina per il semplice gusto di farlo.
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Quando vai a vivere da solo e inizi a sperimentare la vita al di fuori della famiglia, scopri che il mondo è pieno di ingiustizie. Da molte di queste venivi volontariamente o involontariamente protetto dai tuoi genitori. Adesso che mentre fai la fila per pagare una bolletta c’è il solito furbetto che passa avanti perché conosce il cassiere, non sai a che santo votarti.
O l’incivile che parcheggia in doppia fila, sparisce e ti fa fare tardi ad un appuntamento importante, le tasse ingiuste, i canoni troppo elevati, l’aumento smisurato e incontrollato del carburante, i pedaggi autostradali alle stelle che ti costringono a cambiare strada per non pesare sul bilancio familiare e, non ultimo, l’obbligo di pagare 2 centesimi a busta per gli ortaggi al supermercato.
Dopo un po’ di tempo cominci a giocare d’anticipo, diventi paranoico e parcheggi lontano, immaginando che per pigrizia la gente avrà parcheggiato in tripla fila davanti al bar, poi come per magia, 200 metri più avanti ci sono dieci parcheggi comodi comodi.
I motivi per i quali bisogna mandare giù il boccone amaro sono sempre di più, il padrone di casa furbetto, i vicini rumorosi, l’ascensore puzzolente, le deiezioni dei cani sui marciapiedi, l’arroganza, la maleducazione, ma anche parenti e amici che spesso passano il limite.
C’è il rischio di diventare rabbiosi verso tutti, soprattutto se siamo brave persone iniziamo a trovare tutto ingiusto, e più sale il senso di ingiustizia più sale la rabbia. E’ successo anche a me. Trovo ingiusto dovermi arrendere. Se conoscete il testo di “Sei Offeso” di Niccolò Fabi è esattamente quello che ad un certo punto tutti noi sentiamo “Dillo pure che sei offeso, da chi distrugge un entusiasmo, da chi prende a calci un cane, da chi è sazio e ormai si è arreso, da tutta la stupidità”.
Cosa fare allora? Certamente non possiamo uscire di casa e fare i folli e litigare con tutti, e sicuramente non possiamo farci giustizia da soli.
Come diceva il Grande Mago Merlino “Tutti hanno problemi, il mondo è pieno di problemi”, che ci piaccia o no, TUTTI noi avremo ripetutamente a che fare nel corso della nostra vita con degli ostacoli più o meno ardui, soprattutto se ci sono progetti importanti da realizzare.
1. La prima cosa che dobbiamo capire è che queste persone non cambieranno, amici, colleghi, partner o superiori, e non possiamo modificare il loro atteggiamento. Certamente il desiderio di vendetta sarà forte in voi, ma quale costo siete disposti a pagare? Perché la rabbia ed il livore hanno un prezzo molto alto da pagare. Dovete avere la consapevolezza degli elevati costi che può comportare la rivalsa. Smettetela di essere rabbiosi, fa male a voi che non vi godete la vita e vi rodete dentro ed in più gli altri continueranno a fare come vogliono pensando pure che siete sempre nervosi e scontrosi senza capire quale sia il problema o credendo che siete dei “pesantoni”.
2. Il secondo passo da compiere è scegliere le battaglie per le quali vale la pena combattere e quelle che, invece, possiamo far passare in cavalleria. Come fare a far passare in cavalleria? Allontaniamoci dalla fonte che ci crea rabbia a costo di cambiare casa o quartiere se necessario.
3.Cerchiamo di praticare attività che ci piacciono, ci fanno sentire bene e che ci distraggono da queste arrabbiature e gratifichiamoci. Smettiamola di perdere tempo a pensare che questa o quella cosa è ingiusta. Segnatevi in palestra, andate al cinema o al teatro a vedere quello spettacolo che è da tanto che volevate vedere, uscite e divertitevi e lasciate stare l’ingiusto.
4.Utilizziamo la Resilienza, l’arte di adattarsi al cambiamento e di saper cogliere al volo le risalite dopo discese ardite, senza farsi demoralizzare. Avete ragione, le ingiustizie ci fanno arrabbiare e ci scoraggiano. Ci viene da pensare “che lo facciamo a fare se poi… A cosa serve essere una brava persona se vanno avanti sempre i furbi… Inutile parlarci tanto poi va sempre a finire che si discute… etc” No! Non vi demoralizzate, non siete voi che siete sbagliati, però dovete cercare di trovare un modo di adattarvi, e se non ci riuscite, cambiate.
5. Parliamone. Non dobbiamo essere rabbiosi, evitiamo di urlare. Non è semplice trovare il coraggio di parlarne, e di spiegare quali sono le nostre frustrazioni. Le persone dall’altra parte non ci capiscono, ma forse alla lunga li faremo riflettere ( soprattutto se sono familiari) e potrebbero provare a modificare il loro atteggiamento. Quantomeno ci abbiamo provato. Se il problema però ci turba particolarmente o se non riusciamo a parlarne con chi ci fa innervosire, io vi consiglio il supporto temporaneo di un terapeuta, una persona imparziale che saprà farvi capire dove sbagliate e come aggiustare il tiro per migliorare la vostra vita.
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Quanti di voi si sentono intrappolati in una vita lavorativa che lascia poco spazio all’immaginazione e al tempo libero? Che vi costringe a rimanere chiusi fra quattro mura per una quantità interminabile di ore?
Per quanto, in alcuni casi, l’ufficio non sia l’ambiente peggiore dove trascorrere il proprio tempo, esiste un desiderio mai sopito di libertà che ci fa balenare l’idea di mollare tutto e partire per un lungo, lunghissimo viaggio.
Anche in Italia si sta diffondendo sempre di più il lavoro da remoto, che permette alle persone di lavorare comodamente da casa o da qualsiasi altro luogo che preveda una connessione ad internet.
Avrete sentito parlare dei nomadi digitali, identificati quasi sempre con i giovani o i giovanissimi, profondi conoscitori delle nuove tecnologie, ma soprattutto liberi da vincoli familiari e lavorativi.
CHI SONO I NOMADI DIGITALI?
Sono persone che amano viaggiare e lavorare quando e dove vogliono. Hanno bisogno solamente di un pc e di una connessione ad internet.
COSA FANNO?
Esempli classici di nomadi digitali sono gli youtuber, gli influencer, i networker, ma anche i consulenti Ceo, i web designer e i commercialisti che lavorano da casa.
CONSIGLI PER INTRAPRENDERE QUESTA CARRIERA
Innanzitutto bisogna individuare il proprio settore di competenza e specializzarsi in quell’ambito tanto da acquisire una credibilità adeguata ed un curriculum ricco. Se diventerete bravi davvero, le vostre consulenze saranno richieste e potrete farvi pagare per fornirle.
Elemento imprescindibile per portare avanti questo tipo di lavoro è imparare l’inglese come se fosse la vostra lingua madre. Frequentate corsi, cercate di conversare il più possibile con amici e conoscenti inglesi o irlandesi dal vivo o tramite Skype.
Comperate un portatile che possa garantirvi delle prestazioni eccellenti anche quando dovrete tenere aperte più finestre e programmi contemporaneamente.
Se sceglierete di viaggiare in lungo ed in largo per il mondo, assicuratevi sempre che l’hotel che vi accoglierà disponga di una connessione wi-fi libera o con costi contenuti.
Non avrete un capo che vi pressa per una consegna imminente, ma la vostra forza di volontà dovrà essere tanto gagliarda da permettervi di raggiungere gli obiettivi prefissati, anche se non siete “obbligati” a farlo. Non siete in vacanza, per almeno 5/6 ore dovreste dedicarvi al vostro lavoro, magari in spiaggia e sorseggiando un cocktail, ma dovrete essere disciplinati. Rimandare un compito è un rischio.
Valutate se le entrate derivanti dal vostro lavoro vi permettono di viaggiare senza rimetterci denaro.
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