Aprile 2019

E’ giusto usare il silenzio come punizione?

” Ci sono alcuni che nel silenzio raggiungono la loro massima cattiveria”. cit.Elias Canetti

La strategia del silenzio

A chi non è mai capitato di trovarsi davanti un interlocutore che per vari motivi non voglia più parlare? E quante volte, soprattutto noi donne, ci siamo fatte mille film e paranoie in testa, cercando di capire i perché ed i percome di quell’improvviso mutismo?

Ci sono casi in cui il silenzio viene usato come punizione. E’ una strategia a cui molte persone ricorrono per “esprimere” rabbia, disapprovazione o per rimproverare qualcuno. Questo può suscitare un senso di impotenza nella “vittima” o farle perdere il controllo.

Instaurare un dialogo con qualcuno non è sempre facile, soprattutto quando c’è di mezzo un conflitto che sembra non avere alcuna soluzione. Certo però, che se invece di affrontare direttamente l’argomento si sceglie di non rivolgere più la parola all’altro, quello che si verrà a creare sarà solo tensione aggiuntiva.

Alcune persone non vorrebbero mai dover affrontare un conflitto, vorrebbero solo che il loro punto di vista fosse chiaro e condiviso. Con atteggiamento infantile scelgono di utilizzare il silenzio come punizione, per poter vincere la battaglia senza dover scendere in guerra.

Il silenzio come arma

C’è anche chi utilizza il silenzio per manipolare o addirittura svilire l’altro. In questi casi il silenzio diventa una vera e propria arma, un’arma maneggiata con destrezza, con mestiere, ma non sempre chi riceve l’attacco è altrettanto addestrato.

C’è chi, dopo un diverbio o uno screzio, o anche senza causa apparente, riesce a “tenere il muso” e alla classica domanda: “Cosa c’è che non va?” risponde un secco, “Niente!”. E poi, ancora silenzio. L’immagine non vi è nuova vero?

Il silenzio positivo

Prima di andare avanti facciamo, però, attenzione a non confondere il silenzio come punizione con il silenzio positivo, che nasce per disinnescare, quando si è compreso che il conflitto ha raggiunto una fase di stallo e non si vuole aggiungere benzina sul fuoco.

«Non trasformare ogni discussione in una lotta di supremazia. Non credo che sia debole chi è disposto a cedere, anzi, è pure saggio. Le uniche coppie che vedo durare sono quelle dove uno dei due, non importa chi, riesce a fare un passo indietro. E invece sta un passo avanti. Io non voglio che finiamo come Barbie e Ken: tu tutta rifatta e io senza palle». frase tratta dal film “Perfetti Sconosciuti”

Le motivazioni del silenzio

Gli insulti: alcuni preferiscono smettere di parlare piuttosto che essere coinvolti in una discussione nella quale ci si scambiano insulti.

Rassegnazione: quando il nostro interlocutore non ascolta, quando abbiamo chiesto di cambiare infinite volte, ma senza ottenere risultati, a che pro continuare a parlare? Fai sapere all’altra persona che sei a sua disposizione se ha bisogno di te, soprattutto se sta attraversando una crisi personale.

Ricevere le Scuse: quando l’altro ha commesso un errore, ci si sente feriti e si pretendono delle scuse per ciò che ci è stato fatto o ci è stato detto (o non è stato fatto, o non ci è stato detto). Fino a quel momento non verrà proferita parola. Si usa il silenzio come avvertimento. Chi si sente profondamente offeso, ma non vuole riconoscerlo usa il silenzio in modo che l’altro si ravveda.

Non cedere sempre per primo: quando si pensa che sia inutile parlare dell’argomento, perché non si riuscirà a raggiungere un accordo. Perché parlare se poi tanto ci ritroviamo al punto di partenza? Meglio interrompere la comunicazione e vedere se l’altro capisce che non ho intenzione di cedere.

Le parole sono inutili: In tutti i casi si afferma che il silenzio è l’opzione migliore per veicolare il conflitto. Per un motivo o per l’altro, la parola si è rivelata inefficace. Si decide, dunque, di smettere di parlare a qualcuno affinché questo venga inteso come punizione e, di conseguenza, l’altro riconsideri il suo atteggiamento.

Ascolto: quando si pensa che il nostro interlocutore non ci ascolti, che non sia aperto al nostro punto di vista, si usa il silenzio per “costringere” l’altro ad ascoltarci.

Cambiare Argomento: quando non si vuole affrontare una questione sensibile, una tecnica è accusare l’altro punendolo con il silenzio, per fare in modo che cambi argomento. Può darsi che non sia ancora pronta a una discussione. Se hai questa impressione, puoi provare a rimandare la discussione di qualche giorno.

Ci si aspetta una reazione: smettere di parlare con qualcuno può funzionare momentaneamente. Si infligge la punizione e l’altro reagisce: torna per scusarsi, promettere di cambiare o fare ciò che noi desideriamo. Tuttavia, a lungo termine, finisce per incubare piccoli rancori che possono crescere a dismisura. È raro che il silenzio attenui il conflitto di fondo o che ceda il passo alla sua risoluzione, piuttosto si limita a occultarlo.

Il silenzio come aggressione

Smettere di parlare con qualcuno è un atteggiamento aggressivo. Affronta il mutismo con fermezza, dicendo: “È crudele e non lo tollero”. Non accettare abusi emotivi nella tua vita.

“Ogni parola ha conseguenze. Ogni silenzio anche” (Jan Paul Sarte).

Smettere di parlare con qualcuno corrisponde ad assumere un comportamento passivo-aggressivo. Che significa? Che si sta attaccando l’altro in modo implicito, e questo atteggiamento risulta altrettanto o addirittura più nocivo dell’aggressione diretta, perché il silenzio rappresenta un vuoto suscettibile a qualsiasi interpretazione.

La domanda è: siamo sicuri che l’altro comprenda davvero il significato del silenzio? Sareste pronti a scommettere che il modo migliore affinché cambi, o faccia ciò che voi desiderate, sia attaccarlo con la mancanza di dialogo?

Il silenzio aumenta la distanza. E la distanza non è solita essere un buon alleato per la comprensione o per restaurare legami logori o danneggiati.

Quando è bene tacere

È anche vero che, come diceva sempre mio nonno, a volte è meglio tacere. Quando siamo molto arrabbiati per esempio. L’ira porta ad esagerare nei toni e a voler ferire l’altro con parole che a mente fredda non avremmo mai detto.

Partendo da questi presupposti, non c’è niente di meglio che smettere di parlare per riacquistare il proprio contegno. In questi casi si tratta di una decisione intelligente.

Conosco una persona che quando è molto arrabbiata si infila le scarpe da running e va a correre, per almeno una mezzora, senza mai fermarsi. Sfoga tutta la sua rabbia. torna a casa solo quando è stanca e dopo essersi schiarita le idee.

Il modo migliore che abbia mai visto per avere solo discussioni positive.

Diciamo sì al silenzio in 3 casi:

Quando siamo troppo arrabbiati e ci rendiamo conto che potremmo dire cose di cui ci pentiremmo più tardi.

Quando il nostro interlocutore è troppo esaltato e la discussione sta degenerando.

Quando il silenzio viene utilizzato come una pausa nella discussione perché l’altro rifletta sulle sue parole.

In conclusione

Smettere di parlare per punire o affinché l’altra persona “si arrenda”, raramente porta buoni risultati. A volte dobbiamo affrontare la sfida che presuppone esprimere la nostra ira o arrabbiatura, senza ferire l’altro.

La soluzione non consiste nello smettere di parlare, bensì nel cercare e trovare i mezzi per gettare dei ponti verso la comprensioneL’assenza di parole può far cedere l’altro, ma questo non significa che il conflitto scompaia.

D’altro canto, può anche succedere che ciò non accada e che quella che all’inizio era una palla di neve si trasformi in una valanga.

A volte basterebbe cercare delle condizioni di dialogo migliori, oppure un modo diverso di esprimere la nostra disapprovazione. Rendere l’ambiente quotidiano più caloroso e amorevole può contribuire a rinvigorire la comunicazione.

Parlare col cuore, attenendosi sempre ai propri sentimenti, a ciò che proviamo noi e non a ciò che si crede provi l’altro, è una formula che non guasta mai. Proviamoci.

Se qualcuno è davvero importante per TE è meglio dire in modo assertivo ciò che pensi e senti. Così non ci sarà più spazio per gli equivoci. Nessuno merita di sentirsi indegno di attenzione o immeritevole di amore e di fedeltà. Non far sentire gli altri come non vorresti mai sentirti tu…

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Il potere immenso di una risata

Ricordate lo splendido film del 1998 Patch Adams con l’immenso Robin Williams nei panni del dottore che introdusse per la prima volta la risoterapia nel mondo della medicina?

“La buona salute è una questione di risate” cit. Hunter Patch Adams

Per chi se lo fosse perso, vi invito a recuperarlo, per vivere un connubio di emozioni contrastanti nel giro di pochi minuti l’una dall’altra. Piangerete e riderete tanto, ma in fondo sono entrambe pratiche salutari.

Ridere fa rendere meglio nel lavoro

Una sana risata è un toccasana per la mente e per il corpo, soprattutto se condivisa con altre persone, che siano amici di vecchia data o semplici sconosciuti.

Molte aziende fanno frequentare ai propri dipendenti dei workshop della risata, basati non solo sul racconto di situazioni comiche e paradossali che inducono al sorriso, ma soprattutto su sessioni di risate indotte che servono ad allentare tensioni e stress accumulati.

Il risultato è incredibile. I dipendenti si sentono molto più motivati e rendono in media il 30% in più nelle successive ore di lavoro.

Perché ridere fa bene alla mente?

1)Come abbiamo accennato in precedenza, ridere riduce i livelli di stress, ci ricarica e ci fa essere più efficienti durante la giornata.

2)Per quanto tu possa essere triste e ansioso, quando ridi dimentichi tutto e ti senti più leggero.

3)Ridere ti permette di essere più lucido e di guardare alle situazioni apparentemente irrecuperabili da un’altra prospettiva.

Benefici per la salute fisica

  1. Ridere di gusto ossigena il cervello e fa entrare in gioco le endorfine che donano all’istante una sensazione di benessere e di rilassatezza.
  2. Ridere migliora l’ossigenazione e la circolazione sanguigna, previene le patologie cardiovascolari e gli attacchi di cuore.
  3. Ridere dona al nostro corpo una maggiore resistenza alle malattie in quanto aumenta gli anticorpi che combattono le infezioni.
  4. Ridere rilassa non soltanto la mente, ma anche i muscoli del corpo, come un massaggio che protrae i suoi effetti anche dopo la fine della risata.

Dopo una risata il pianto

Quante volte vi sarà capitato di ridere talmente tanto da arrivare addirittura a piangere?

Le lacrime contengono encefalina, un neurotrasmettitore che contribuisce ad alleviare il dolore. Le endorfine e l’encefalina insieme determinano una specie di anestesia che ci permette di sopportare anche notizie drammatiche o dolori fisici acuti.

Può accadere anche l’inverso. Nel caso di un lutto che non venga accettato subito, capita di passare da una risata amara fino ad un pianto singhiozzato.

La giornata mondiale della risata

Il World Laughter Day si celebra la prima domenica di maggio (quest’anno il 5) fin dal 1998.

L’idea venne al medico indiano Madan Kataria, l’inventore dello yoga della risata, una pratica basata sulla risata autoindotta.

La giornata ha lo scopo di sensibilizzare le persone sull’enorme potere della risata, che non può guarire da sola una grave malattia, ma può contribuire a sconfiggerla insieme alle cure canoniche.

http://www.yogadellarisata.it/home/eventi/giornata-mondiale-risata/



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Festa della Liberazione: Perché si festeggia il 25 aprile?

Il 25 aprile 1945 è una data storica per la Repubblica Italiana. Si festeggia la liberazione dall’occupazione nazista coadiuvata dai fascisti della Repubblica di Salò.

Perché proprio questo giorno?

Si è scelta come data simbolo il 25 aprile perché in quel giorno i soldati nazisti e fascisti iniziarono la ritirata dalle città di Milano e Torino, dopo che la Resistenza italiana, formata da 200.000 uomini e donne, aveva dato vita ad un’insurrezione armata contro di loro.

Già dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943, firmato dal governo Badoglio con gli angloamericani, si erano costituite delle formazioni partigiane.

Si passò in breve tempo da poche migliaia di uomini a più di 200.000 individui, molti di questi contadini, operai e giovani che si rifiutarono di arruolarsi tra le file della Repubblica Sociale.

Il ruolo dei Comitati di Liberazione Nazionale

Le truppe angloamericane impiegano un anno per piegare le resistenze tedesche lungo la linea gotica che si estendeva da Massa Carrara a Pesaro.

Nella primavera del ’45 conquistano le maggiori città dell’Italia Settentrionale, anche grazie alla Resistenza armata dei partigiani coordinata dai CLN che rappresentavano i partiti sorti nel 1943.

C’erano un CLN centrale a Roma e un C.L.N.A.I. (Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia) con sede a Milano, a cui i comitati periferici facevano capo.

Il 25 aprile 1945 l’Italia è libera dal Nazismo. Fondamentale è l’eroismo delle formazioni partigiane, ma anche dei civili che si uniscono alla battaglia senza risparmiarsi.

Il 28 aprile di quell’anno Mussolini sarà fucilato dai partigiani a Giulino di Mezzegra, sulle rive del Lago di Como.

Il 30 aprile i tedeschi firmeranno la resa senza condizioni.

Quando il 25 aprile diventa festa nazionale?

Fu il governo provvisorio guidato da Alcide De Gasperi a proporre al principe Umberto II, di stabilire il 25 aprile come festa nazionale.

Il decreto legislativo luogotenenziale del 22 aprile del 1946 recitava: “A celebrazione della totale liberazione del territorio italiano, il 25 aprile 1946 è dichiarato festa nazionale”.

Con la legge n.269 del maggio 1949, la data è fissata in maniera definitiva. Da quel dì, il 25 aprile è giorno festivo come il Natale ed il primo maggio.

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6 consigli per tornare in forma dopo la feste

Ve lo dico subito, RASSEGNATEVI!

La vostra casa sarà un covo di coniglietti cioccolatosi e di colombe zuccherate ancora per qualche giorno. Dovrete combattere con il coltello fra i denti per uscire vivi da questo inevitabile periodo di luculliani pranzi in famiglia, ciclopiche braciolate fra amici e colossali picnic sotto la pioggia.

Non voglio allarmarvi, ma l’estate è dietro l’angolo!

Scusatemi per la violenza psicologica che vi ho inflitto, sono qui per aiutarvi a migliorare la situazione attuale, non per affossarvi ancora di più.

Gli avanzi di Pasqua tutti per colazione

Un primo consiglio che mi sento di darvi è quello di consumare i dolciumi che vi sono rimasti, la mattina a colazione. In fondo una consistente dose di energia all’inizio della giornata, quando le calorie da bruciare sono tutte di fronte a voi, non potrà essere deleteria come ingurgitare un uovo intero dopo cena davanti a Game Of Thrones.

Riprendere le buone abitudini

Se in previsione di pranzi megagalattici avete saltato la colazione e la merenda di metà mattina, tornate ai canonici 5 pasti giornalieri equilibrati.

Il vostro mantra dovrà essere “mangiare poco e spesso”, non “sfondarsi a pranzo o a cena e poi digiuno”.

Ricominciate subito ad allenarvi

Sebbene una pausa dalle lezioni di fitness sia stata perfino produttiva per il vostro fisico, non c’è tempo da perdere. Guai a pensare un solo secondo “ricomincio dopo il ponte del primo maggio”.

Ma che siete matti? Quasi due settimane senza allenarvi? Più tempo vi fermate e più sarà difficile riprendere crossfit e power yoga.

Non vergognatevi se le lasagne hanno creato un grazioso rigonfiamento sul vostro addome. Armatevi di scarpe comode, bottiglia da un litro e mezzo d’acqua (minimo) e cominciate a correre, ma non solo.

Dolci pasquali vs sport

-Uovo di Pasqua 600 kcal vs 1 ora di corsa/ 1 ora di zumba/ 2 ore di camminata

-Colomba pasquale 350 kcal vs 35 min di corsa/ 35 min di nuoto/ 70 minuti di camminata

-Pastiera 700 kcal vs 1h di calcetto/ 1h di free climbing

-Casatiello 800 kcal vs 1h di kick boxing/ 1h di Kung fu

Dove trovare le motivazioni?

Dormire è importante, ma non in palestra

“Chi me lo fa fare”? “Mangio meno così non serve fare sport”, “ma chi ci va al mare questa estate”!

Volete davvero nascondervi dietro a queste scuse? Non siete impazienti di mostrare il vostro fisico guizzante in bikini di fronte alle amiche e ai mariti delle amiche?

Un suggerimento basico è quello di coinvolgere qualcuno nel vostro progetto: vostra sorella, un’amica che ha il vostro stesso obiettivo, il vostro partner.

“Two is meglio che one” recitava un famoso slogan di una pubblicità di…gelati!

Concedetevi una giornata di detox

Anche chi durante l’anno è fedele ad un regime alimentare impeccabile, di fronte a uova di cioccolata con gusti sempre più variegati, vacilla e si lascia scivolare dolcemente nella valle delle calorie.

Concedetevi una giornata di detox a base esclusivamente di frutta e verdura. Gli antiossidanti, le vitamine e i minerali in dose massiccia, contribuiranno a disintossicarvi e a liberarvi dalla spossatezza che vi pervade.

“Esagerate” con l’acqua e con le tisane

Bevete tanta acqua, i due litri canonici dovrebbero essere la quantità minima. Nulla vi vieta di esaltare il sapore dell’acqua con degli infusi e delle tisane drenanti (al tarassaco e betulla sono le migliori) e depuranti (vi consigliamo quelle al finocchio e alla curcuma).

Riposate e dormite negli orari giusti

Penso che dormire almeno 8 ore di seguito a notte possa essere considerata pura utopia per la maggior parte di noi.

Secondo i nutrizionisti e i naturopati è essenziale andare a dormire presto, in particolare l’intervallo di tempo fra le 23 e le 3 è fondamentale perché è il momento in cui il nostro organismo si disintossica dagli stravizi giornalieri.

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Biscotti della fortuna, dal Giappone con furore

Proprio ieri sera sono stata al ristorante cinese col mio gruppo di Wing Chun e a fine pasto sono arrivati in dono gli immancabili biscotti della fortuna.

Il mio era abitato da un romantico spirito giapponese, la frase che conteneva non lascia dubbi: “Visto con gli occhi dell’amore tutto appare diverso”.

State fantasticando sull’uomo o sulla donna dei vostri sogni o avete colto il segreto che vi è stato svelato? Nessun problema, ci penso io a riportarvi alla realtà.

Cosa sono i biscotti della fortuna?

Si tratta di biscotti croccanti, che contengono al loro interno una “fortuna”, cioè un messaggio di buon auspicio per il futuro o una profezia che dovrebbe avverarsi in poco tempo.

In realtà le frasi che si trovano di solito sono volutamente vaghe, in modo da andare bene per un campione di persone più vasto possibile.

Questo dolcetto è semplice da preparare, per realizzarlo bastano farina, zucchero, vanilina e burro. Link della ricetta:
https://erikastreppa.it/ricette-facili-i-biscotti-della-fortuna

La vera origine dei フォーチュンクッキー

Le prime tracce dei biscotti della fortuna risalgono al diciannovesimo secolo in quel di Kyoto, in Giappone.

In particolare, la studiosa nipponica Yasuko Nakamaki ha redatto una tesi sull’argomento. Le ricerche, durate sei anni, l’hanno portata a scovare un’illustrazione del 1878 contenuta in un libro di racconti chiamato Moshiogusa Kinsei Kidan, raffigurante i nostri amati dolcetti.

Il personaggio di uno dei racconti lavorava in un negozio di Sembee, dove venivano preparati gli tsujura sembe, letteralmente i cracker della fortuna.

L’arguta donna giapponese ha scoperto che gli originali biscotti della fortuna avevano una forma diversa da quelli attuali, erano più grandi ed il biglietto con la profezia beneaugurante era inserito in una fessura, non all’interno del dolcetto. Pare che si volesse evitare l’inavvertito ingerimento del pezzetto di carta.

La diffusione negli Stati Uniti

I primi biscotti della fortuna in America furono serviti al Golden Gate Park di San Francisco nel 1890 da Makoto Hagiwara.

Il fondatore di Fugetsu-do a Little Tokyo (Los Angeles), Seichii Kito rivendica l’invenzione di questo dolcetto e la sua diffusione nei ristoranti cinesi di San Francisco e Los Angeles.

Nakamachi ha intervistato numerose famiglie giapponesi e cinesi stabilitesi negli Stati Uniti, le quali hanno testimoniato come i biscotti della fortuna, prima della seconda guerra mondiale, fossero conosciuti come “torte da tè della fortuna” in quanto erano consumati come pasticcini durante l’ora del tè.

Perché vengono associati alla Cina?

Biscotti della fortuna nella classica confezione che troviamo anche in Italia.

La teoria più verosimile al riguardo sostiene che durante la seconda guerra mondiale oltre 100.000 giapponesi vennero internati nei campi di isolamento cinesi. Fra i prigionieri erano presenti anche i produttori dei biscotti.

Per evitare che la produzione si fermasse, i cinesi presero il posto dei nipponici e diffusero la ricetta nei panifici della costa occidentale.

Si stima che alla fine degli anni ’50 se ne producessero 250 milioni l’anno. Attualmente per il mercato mondiale, americano ed europeo in particolare, se ne producono 3 miliardi all’anno.

Chi scrive i messaggi all’interno dei biscotti della fortuna?

Può sembrare un compito semplice, di cui chiunque potrebbe occuparsi, ma in realtà…

Sono degli scrittori emergenti che si dilettano in questa pratica per guadagnare qualcosa in attesa della pubblicazione del loro best seller.

Le frasi vanno scritte e pensate con cura, il segreto è che ci si possano rispecchiare tutti, dal teenager alla persona più anziana. Il contenuto non deve essere offensivo, ma ispirare la fantasia, le speranze o provocare un sorriso.

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Ricette facili: I biscotti della Fortuna

Contrariamente a quello che si pensa i biscotti della fortuna hanno avuto la loro origine nella tradizione giapponese e non cinese. Per saperne di più
https://erikastreppa.it/biscotti-della-fortuna-dal-giappone-con-furore

Potrebbero essere un dessert originale da offrire a degli amici che avete invitato a casa a cena o un modo estremamente romantico per chiedere alla vostra dolce metà di sposarvi.

Ma vediamo insieme come prepararli.

Ingredienti:

-100 gr di farina

-3 albumi

-60 gr di burro

-60 gr di zucchero a velo

-una bustina di vanilina

-un pizzico di sale

Preparazione:

Prendete una ciotola capiente e montateci gli albumi a neve. Nel frattempo mettete il burro a sciogliere a bagnomaria.

Versate nella ciotola farina e zucchero a velo setacciati, mi raccomando a pioggia!

Infine aggiungete la bustina di vanilina ed il burro fuso, mentre mescolerete il tutto con una frusta per ottenere un composto omogeneo.

Preparate una teglia foderandola con la carta forno. Poneteci sopra dei cerchi d’impasto in modo che non si tocchino fra loro.

Accendete il forno a 180° per una decina di minuti.

Scrivete la frase romantica o la fatidica proposta che intendete rivolgere al vostro partner e, quando i bordi dei biscotti appariranno dorati, ripiegateli velocemente nella forma canonica.

Vi consigliamo di farli raffreddare prima di servirli o di inserirli in pacchetto che avrete creato voi ad artem.

Buona Fortuna!

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Come costruire un giardino pensile

Non tutti hanno la fortuna di poter godere di una villa o un appartamento con giardino. Chi abita al centro delle grandi città difficilmente ha la possibilità di prendere il sole sul proprio prato o di permettere ai propri figli di giocare a pallone in spazi all’aperto adiacenti alla propria abitazione.

E chi ha la passione per il giardinaggio? Ha la possibilità di dare libero sfogo al suo pollice verde? La risposta a queste domande è il giardino pensile.

Cos’è un giardino pensile?

Si tratta di giardini che non hanno un diretto contatto con il suolo naturale. Di solito vengono realizzati in verticale su terrazzi, tetti o altre strutture sopraelevate rispetto al suolo.

Chi li crea lo fa per garantirsi un angolo di verde in zone dove non è possibile disporre di un appezzamento di terra. Ovviamente anche il lato estetico è importante, considerando che il giardino pensile è alquanto scenografico, se ben curato.

Che benefici offre?

  1. Rendere la propria città più verde è sempre un’iniziativa lodevole, è un ottimo modo per abbellire terrazzi e tetti inutilizzati
  2. Si possono coltivare piante utili in cucina o per preparare tisane
  3. Un tetto giardino permette l’isolamento della superficie dal punto di vista termico, consentendo un notevole risparmio energetico
  4. Una quantità maggiore di ossigeno presente nell’aria e l’abbattimento del livello di smog
  5. Permette di accumulare acqua piovana da utilizzare per irrigare o per uso domestico

Come creare un giardino pensile

Per prima cosa è necessario accertarsi, tramite la consulenza di un professionista, che il proprio terrazzo o tetto possa sopportare il peso delle strutture, dei vasi, della terra e delle piante che andranno a comporre il nostro giardino pensile.

Una volta ottenuto l’ok del tecnico si potrà passare all’azione:

  1. Per assicurare una buona tenuta stagna va steso un telo di poliestere e sopra di esso una guaina in PVC.
  2. Il secondo strato dovrà essere drenante, composto da ghiaia, ciottoli e un tessuto che permetta il filtraggio dell’acqua
  3. Ora possiamo posizionare il terriccio, è consigliabile innaffiarlo poco e spesso per evitare di gravare con un peso eccessivo sulla struttura
  4. Dobbiamo posizionare le piante e gli arbusti che abbiamo scelto

Come scegliere cosa piantare

Cominciamo col dire che molto dipende dal clima e dalla posizione del nostro tetto/terrazzo rispetto al sole.

-La scelta più ovvia potrebbe ricadere sulle piante grasse, non hanno praticamente bisogno di manutenzione e offrono un caleidoscopio di colori che renderà il vostro giardino un quadro. S

-Potreste puntare sulle cosiddette erbe che si autoinseminano, rendendo la loro cura semplice e sporadica. Inoltre ci sono erbe come l’Armeria che espongono dei fiori gradevoli

-Infine consigliamo di optare per le erbe aromatiche come timo e origano che vivono tranquillamente anche su terreni rocciosi e resistono con tenacia alle intemperie.

Quanto costa un giardino pensile

Vi forniamo una media dei prezzi che si trovano sul mercato:

  • Giardino pensile estensivo (chiavi in mano): da 45,00 € a 160,00 € al mq.
  • Giardino pensile intensivo (chiavi in mano): da 55,00 € a 200,00 € al mq.
  • Giardino pensile inclinato (chiavi in mano): da 62,50 € a 150,00 € al mq.
  • Giardino pensile, sola direzioni lavori: da 675,00 € a 4.000,00 €.
  • Giardino pensile: sola fornitura piante: da 450,00 € a 6.250,00 €.

Come vedete la spesa da sostenere non è indifferente. Vi consigliamo perciò di contattare più aziende e di chiedere preventivi per soluzioni differenti. Con un po’ di pazienza riuscirete a risparmiare un bel gruzzoletto e a rendere il vostro terrazzo un’oasi verde a tutti gli effetti.

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Come preparare le uova di Pasqua in casa. Non serve essere pasticceri provetti

Volete davvero stupire la vostra dolce metà o i vostri amici e parenti sia a Pasqua che a Pasquetta? Non regalate il solito uovo della Kinder, ma scegliete un piccolo pensiero, che sia un oggetto o anche un semplice bigliettino, e inseritelo nell’uovo di Pasqua che sarete voi a preparare. Vi sembra impossibile? Certo non sarà una passeggiata di salute, ma con le indicazioni che vi darò, sono certa che sarete in grado di fare un ottimo lavoro.

Cosa ci serve per iniziare?

 -2 Mezzi stampi da uova di Pasqua che trovate in tutti i negozi di pasticceria, ma anche nei supermercati dei grandi centri commerciali. Vi consiglio di scegliere quelli in plastica trasparente e flessibile, più semplici da maneggiare.

-1 Termometro per dolci (o caramellometro), anche questo potete reperirlo nei negozi di pasticceria.

-500 gr di cioccolato fondente da copertura, che contiene una quantità maggiore di burro di cacao rispetto al fondente normale ed è, quindi, più facilmente lavorabile.

-1 Pentola grande e 1 pentolino

-1 Teglia da forno

-1 Cucchiaio di legno

Passiamo all’azione. 

Riempite la pentola grande d’acqua almeno fino alla sua metà e portate a ebollizione. Appena l’acqua bolle abbassate la fiamma e immergete nella pentola grande il pentolino con dentro il cioccolato da sciogliere, facendo attenzione che l’acqua non finisca nel pentolino.

In questo momento entra in gioco il caramellometro, con il quale dovete controllare che la temperatura del cioccolato che si sta sciogliendo si attesti sui 42°. Ora arriva la fase più difficile, portare il cioccolato fino al punto di cristallizzazione attraverso un procedimento che si chiama temperaggio. Prendete i 3/4 del cioccolato fuso e versatelo su una superficie liscia, anche il piano in marmo della vostra cucina va bene, e il restante cioccolato lasciatelo a bagnomaria nel pentolino.

Fate raffreddare il cioccolato che avete versato sulla superficie liscia e giratelo con un cucchiaio di legno e, sempre armati di caramellometro, portatelo ad una temperatura di 30°. Versatelo di nuovo nel pentolino dove c’era il cioccolato restante.

Potete finalmente prendere i due mezzi stampi e versarci il cioccolato fuso, facendo in modo che si distribuisca uniformemente su tutta la superficie.

Mettete gli stampi in frigo per 3 ore fino a che il cioccolato non si sia solidificato. Dopo questa attesa interminabile potete prendere gli stampi e staccare il cioccolato con molta delicatezza.

Inserite il vostro regalo per la persona amata all’interno di una delle estremità. Nel frattempo avrete messo in forno a 200° per 15 minuti una teglia vuota.

Appoggiate delicatamente le due estremità del vostro uovo sulla teglia bollente per farle ammorbidire e unitele, cercando di essere il più precisi possibile. Non esagerate con la forza, le due estremità si salderanno esercitando una pressione “normale”.

Il vostro Uovo di Pasqua fatto in casa è pronto per essere gustato. Potete sbizzarrirvi confezionandolo con carta e nastri colorati personalizzati.

Agrodolce

La persona che lo riceverà in dono resterà a bocca aperta, ma soprattutto a bocca piena!

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La verità sull’uso della cannabis e le suggestioni

E’ sempre più acceso il dibattito sugli effetti del consumo della cannabis. Una fazione ne esalta gli effetti benefici, soprattutto in ambito medico, la fazione opposta sostiene che l’erba sarebbe l’anticamera di droghe molto più pericolose.

Cosa dice la legge in Italia?

La legge 242 del dicembre 2016 dichiara la produzione e la vendita di cannabis legali a patto che il THC (il principio attivo) non superi lo 0,2%. Qualora la percentuale sia al di sotto dello 0,6% il coltivatore non incorrerà in alcuna responsabilità.

In caso si superi il limite dello 0,6% gli agenti giudiziari potranno sequestrare e distruggere la coltivazione di cannabis.

L’utilizzo è consentito in ambito medico e per consumo personale fino a 5 gr.

Effetti benefici della cannabis

Secondo gli ultimi studi compiuti dalla National Academies of Sciences la cannabis ha dato prova di funzionare nelle terapie del dolore legate a patologie come la sclerosi multipla. Si sono notati effetti positivi anche nell’inibizione di nausea e vomito conseguenti alle sedute di chemioterapia.

Benefici in fase di studio

Si sta cercando di dimostrare l’efficacia del consumo di cannabis per migliorare i disturbi del sonno nei pazienti che soffrono di forti stati d’ansia. I ricercatori americani sono convinti che possa aumentare l’appetito di tutti quei malati che rischiano di perdere troppo peso a causa delle loro malattie gravi.

Non si è ancora riusciti a provare in maniera definitiva che la cannabis possa avere qualche effetto positivo sui pazienti affetti dal morbo di Parkinson e dalla sindrome di Tourette.

Conseguenze dannose del consumo di cannabis

Uno dei cavalli di battaglia di chi difende la causa della legalizzazione totale del consumo di erba è che non si hanno notizie di qualcuno che sia morto per overdose di cannabis. Questo contribuisce a farla considerare come una droga meno pericolosa di cocaina, eroina, MDMA etc.

Fino ad ora gli effetti negativi accertati sono legati ad un consumo prolungato nel tempo. Si va dai classici problemi respiratori derivanti anche dall’abuso di sigarette, fino al rischio per la madre incinta che fa uso di marijuana che il proprio bambino possa nascere sotto peso.

Vi sconsigliamo caldamente di fare uso di questa sostanza prima di un esame o di un’interrogazione a scuola, dato che influisce negativamente sull’apprendimento e sulla memoria.

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Possibili danni non ancora dimostrati

Non si hanno prove che il fumare marijuana possa portare al cancro ai testicoli o ad attacchi di cuore, come qualcuno ha sostenuto.

Si ha il timore che possa influire negativamente su persone mentalmente instabili e che tendono alla depressione.

La cannabis è l’anticamera delle droghe pesanti?

Provate a domandare a qualsiasi genitore, o quasi, e vi dirà che “si comincia con le canne e poi si passa alle droghe pesanti”.

Come per ogni cosa, un consumo eccessivo rischia di portare alla dipendenza, ma non necessariamente a trascendere e ad andare oltre.

Rischiano di più i soggetti di sesso maschile, che hanno cominciato in tenere età a fare uso di droghe leggere, fumatori abituali anche di sigarette, consumatori di alcool e persone che hanno accusato frequenti episodi di depressione.

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Nasce il primo Hotel Trivial Pursuit: si pagherà con la cultura

Chi non ha mai giocato al Trivial Pursuit, il terzo gioco da tavolo più venduto nel mondo dopo Scarabeo e Monopoli. Per vincere bisogna rispondere a delle domande su varie materie ed ottenere le relative lauree.

In occasione del 40esimo anniversario di creazione del famoso gioco, la Hasbro, in collaborazione con l’agenzia pubblicitaria Leo Burnet, sta per inaugurare il primo Hotel Trivial Pursuit del mondo.

La campagna pubblicitaria per la promozione di questa iniziativa ha così esordito: “Benvenuti al TrivialPursuit Hotel, il primo hotel al mondo dove si accetta il pagamento in conoscenza”.

Come è strutturato l’hotel e dove si trova

L’originale location sorge a 45 km da Mosca, in Russia. E’ costituita da un cottage con 3 camere lussuosamente arredate, situate all’interno del complesso alberghiero Svezy Veter Country Hotel.

Che servizi offre e come si possono ottenere?

All’interno del cottage si potrà disporre di una sauna, un caminetto, una zona barbecue, ma non sarà così scontato poterne usufruire. Per prenotare sarà necessario rispondere a delle domande di storia, geografia, arte, scienze, sport, spettacolo e letteratura.

Se sarete così bravi e fortunati da accaparrarvi una stanza, dovrete cimentarvi in un’altra prova di cultura una volta arrivati in loco, in modo da ottenere letti king size, televisori iper tecnologici ed altri servizi deluxe.

Nel caso in cui non doveste superare il remake dell’esame di maturità, preparatevi a subire delle “terribili penalità”, come brandine sgangherate e televisori in bianco e nero, rigorosamente a tubo catodico e con un solo canale disponibile.

Come e quando si può prenotare?

Avete tempo fino al 28 aprile per registrarvi alla gara. Sarà possibile soggiornale nell’Hotel Trivial Pursuit soltanto tra il 20 maggio ed il 14 giugno. Per verificare la disponibilità di una stanza vi basterà andare sul sito dell’hotel:https://trivialpursuithotel.com/en/ .

Come ulteriore passo per concedersi questa avventura culturale verrà richiesto o di comprare una scatola dell’omonimo gioco o di linkare su un proprio social il link dell’albergo.

Buona permanenza, ma soprattutto buono studio. Che la cultura sia con voi!

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