PRIMA DI COMINCIARE
Negli ultimi anni leggo sempre più spesso, nei sondaggi e nelle ricerche, che persone giovani, anche sotto i 49 anni, hanno ricevuto una diagnosi oncologica. Non sono solo storie personali: sono numeri, grafici, rapporti ufficiali che raccontano un cambiamento nelle età in cui il cancro viene scoperto.
Quando un tema inizia a comparire ovunque, sui social, nelle conversazioni, nelle statistiche, è il momento di fermarsi, fare ordine e capire cosa c’è dietro. Non per spaventarsi di più, ma per togliere confusione e recuperare margini di azione.
Per questo articolo ho raccolto dati aggiornati, studi internazionali e linee guida ufficiali: l’obiettivo è rispondere a una domanda che preoccupa tante persone: perché si sente parlare di più di tumori tra i giovani e come possiamo fare davvero prevenzione efficace?
Quello che emerge è un quadro complesso, ma non solo negativo: i tumori in generale non esplodono, la mortalità nei giovani cala e abbiamo molti strumenti concreti per proteggerci meglio.
I TUMORI STANNO AUMENTANDO TRA I GIOVANI? COSA DICONO I DATI
LA TENDENZA GLOBALE: I TUMORI UNDER 50 SONO IN CRESCITA
A livello mondiale, gli studi parlano di “early-onset cancer”, cioè tumori diagnosticati prima dei 50 anni.
Un’analisi pubblicata su BMJ Oncology, basata sui dati del Global Burden of Disease, ha mostrato che tra il 1990 e il 2019 i tumori insorti prima dei 50 anni sono aumentati di circa +79,1%, mentre i decessi per questi tumori sono cresciuti di +27,7%.
La crescita riguarda soprattutto tumori come mammella, colon-retto, stomaco e tiroide. Una review molto citata parla di una vera e propria “epidemia emergente” nelle persone tra 15 e 49 anni.
E IN ITALIA? UN QUADRO PIÙ SFUMATO
In Italia la situazione è diversa e un po’ più rassicurante, pur con aspetti da non sottovalutare.
Il rapporto “I numeri del cancro in Italia” di AIOM–AIRTUM–ISS stima per il 2024 circa 390.100 nuove diagnosi, un numero stabile rispetto agli anni precedenti.
Tra i giovani adulti (20–49 anni) la mortalità è in calo da più di dieci anni.
Allo stesso tempo:
- ogni anno si ammalano di tumore circa 15–16.000 giovani tra 15 e 39 anni;
- tra i giovani uomini sono frequenti tumore del testicolo, linfomi e leucemie;
- tra le giovani donne il tumore più frequente è la mammella.
Per alcuni tumori specifici, come il colon-retto sotto i 50 anni, anche in Europa e in Italia si osservano segnali di maggiore attenzione.
PERCHÉ STANNO AUMENTANDO I TUMORI TRA I GIOVANI?
Non esiste una causa sola: i fattori che influenzano il rischio oncologico sono molti.
CAMBIAMENTO NEGLI STILI DI VITA
Le ricerche del WCRF/AICR e diverse review scientifiche mostrano che il modo in cui viviamo influisce profondamente sul rischio oncologico. Negli ultimi decenni sono aumentati sovrappeso e obesità già in giovane età, spesso come conseguenza di un’alimentazione ricca di cibi ultra‑processati, povera di fibre e con un consumo insufficiente di frutta, verdura, legumi e cereali integrali. A questo si aggiunge la sedentarietà: molte ore seduti, poco movimento quotidiano e un generale calo dell’attività fisica spontanea.
Anche l’alcol e il fumo continuano a svolgere un ruolo rilevante. L’alcol, soprattutto se assunto regolarmente, aumenta il rischio di diversi tumori, mentre il tabacco resta uno dei principali fattori oncologici noti. Nel complesso, questi elementi compongono un quadro di stili di vita che, nel tempo, può contribuire all’aumento delle diagnosi precoci.
AMBIENTE, INQUINAMENTO E SOSTANZE CHIMICHE
Una maggiore esposizione a inquinanti e interferenti endocrini potrebbe contribuire a modificare il rischio.
SONNO, ORMONI E RITMI BIOLOGICI
Turni notturni, uso di schermi fino a tardi e sonno irregolare possono alterare i ritmi circadiani, cioè l’orologio interno che regola ormoni, metabolismo e processi di riparazione cellulare. Quando questo equilibrio si rompe in modo continuativo, aumentano infiammazione e stress biologico. Per questo lo IARC considera il lavoro notturno prolungato come “probabilmente cancerogeno”, soprattutto in relazione ad alcuni tumori come quello al seno.
MICROBIOTA, INFEZIONI E FARMACI
Il microbiota intestinale ha un ruolo decisivo nel modulare infiammazione e sistema immunitario. Quando questo equilibrio si altera (per esempio a causa di una dieta povera di fibre, di cibi molto processati o dell’uso frequente di antibiotici) il corpo può diventare più esposto a stati infiammatori che nel lungo periodo incidono sul rischio di alcune malattie. Anche alcune infezioni, come HPV o H. pylori, sono riconosciute come fattori di rischio per specifici tumori, motivo per cui vaccini e trattamenti adeguati restano strumenti fondamentali di prevenzione.
GENETICA E FAMILIARITÀ
Una parte dei tumori in età giovane è legata a mutazioni ereditarie.
DIAGNOSI PIÙ PRECOCE
Un numero maggiore di esami diagnostici può contribuire ad aumentare le diagnosi di tumori piccoli che in passato sarebbero rimasti non identificati.
LO STRESS PUÒ FAVORIRE LO SVILUPPO DI UN TUMORE?
Le ricerche suggeriscono che lo stress cronico non sia una causa diretta di tumore, ma possa agire come co-fattore, perché:
- altera il sistema immunitario
- aumenta l’infiammazione
- influisce sugli ormoni
- favorisce abitudini non salutari
Influisce soprattutto sulla progressione e sulla capacità dell’organismo di reagire.
COME FARE UNA PREVENZIONE “PER TUTTO IL CORPO”
La prevenzione davvero efficace si basa su un approccio integrato, che coinvolge lo stile di vita, la partecipazione agli screening e l’uso consapevole delle vaccinazioni disponibili. Non è un gesto isolato, ma un modo di prendersi cura del proprio corpo nel tempo, con continuità e gentilezza.
Prendersi cura del proprio stile di vita è uno dei pilastri principali. Mantenere un peso sano, muoversi ogni giorno, privilegiare un’alimentazione ricca di frutta, verdura, cereali integrali e legumi e limitare i cibi ultra-processati sono scelte che aiutano a ridurre in modo significativo il rischio di diverse forme di tumore. Anche l’alcol e il fumo hanno un ruolo noto nel favorire lo sviluppo di molte patologie oncologiche: limitarli o evitarli resta una delle decisioni più protettive che possiamo prendere.
Gli screening oncologici rappresentano un secondo elemento fondamentale. Programmi come la mammografia (generalmente tra i 45 e i 74 anni, in base alla Regione), il Pap test o HPV test (tra i 25 e i 64 anni) e lo screening del colon-retto (di solito dai 50 ai 69 anni, con alcune Regioni che anticipano a 45) permettono di intercettare lesioni precoci, spesso ancora completamente curabili. Partecipare agli screening quando si riceve l’invito è una forma concreta di prevenzione e un atto di responsabilità verso se stessi.
Le vaccinazioni completano questo quadro. Il vaccino anti‑HPV, offerto gratuitamente nel dodicesimo anno di età a ragazze e ragazzi, protegge da virus responsabili di diversi tumori, tra cui quelli del collo dell’utero, dell’ano e dell’orofaringe. Il vaccino contro l’epatite B, invece, riduce il rischio di sviluppare in futuro il tumore del fegato. Sono strumenti semplici, sicuri e scientificamente efficaci.
Infine, la prevenzione riguarda anche l’ascolto del proprio corpo e la gestione dello stress. Non ignorare sintomi persistenti, chiedere chiarimenti al medico quando qualcosa non convince e introdurre nella routine quotidiana pratiche che aiutano a ridurre la tensione – come il movimento leggero, la respirazione profonda o momenti di pausa – significa creare un ambiente interno più favorevole alla salute complessiva.
UNO SGUARDO FINALE
Quando leggiamo di tumori in persone giovani, è normale provare un senso di inquietudine. Ma se andiamo oltre i titoli e guardiamo i dati con onestà, emerge un messaggio diverso: non tutto è fuori controllo.
In Italia i numeri complessivi sono stabili, la mortalità nei giovani continua a diminuire e oggi abbiamo strumenti più efficaci che mai per prenderci cura della nostra salute. La prevenzione è fatta di piccoli gesti quotidiani, non perfetti ma significativi.
Quando una persona inizia a prendersi cura di sé in modo gentile e costante, cambia tutto: non solo la salute fisica, ma anche la qualità delle giornate e la capacità di sentire cosa serve davvero.
Come ricordava Thich Nhat Hanh: “Prendersi cura di sé è prendersi cura del futuro.”
Ek.
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