E’ di questa mattina la notizia di una coppia alla quale è stato chiesto di andar via da un ristorante dopo i numerosi inviti da parte dello staff, non accolti, di tenere a bada i propri figli. La situazione è sfociata in una rissa (http://www.trevisotoday.it/cronaca/bambini-chiassosi-al-ristorante-la-cena-di-famiglia-finisce-tra-botte-e-carabinieri.html ). La notizia ha spaccato l’opinione pubblica.

Ovviamente le famiglie si dichiarano sconvolte e richiedono che vi siano locali attrezzati per accogliere i bambini, magari con delle aree dove poterli far correre e sfogare. La controparte  chiede rispetto per il proprio lavoro e attenzione per i pericoli che gli stessi bambini possono correre, se lasciati liberi di scorrazzare in giro per il locale senza che nessuno li controlli. Chi i figli non li porta con sé o non li ha e vuole passare una serata piacevole senza dover tollerare per tutta la sera urla e schiamazzi dei figli degli altri, si schiera al fianco dei titolari del locale.

Io, dal canto mio, posso dire che da bambina ho passato le serate al ristorante della mia infanzia, seduta al mio posto. Sempre. E chi mi conosce sa che sono e sono sempre stata un terremoto, un vulcano di energie.

Non mi è mai stato permesso di alzarmi da tavola, perché mi è stato insegnato che “a tavola ci si sta per mangiare e si rispettano gli altri commensali, ai quali non va dato fastidio, come loro non danno fastidio a noi, perché non siamo a casa nostra”. Da un lato capisco le famiglie che magari non se la sentono di lasciare i bambini a casa con i nonni o con la baby sitter, perché la frenesia di questi tempi, gli permette raramente di passare del tempo con loro.

D’altro canto ritengo, però, che per i bambini sia una noia mortale andare a cena a ristorante, e che forse dovrebbero essere gli adulti ad adattarsi al benessere dei figli che di certo non amano passare 3 ore seduti ad ascoltare discorsi noiosi. Non si possono relegare degli individui che sprizzano energia da tutti i pori su delle sedie scomode. Alla fine finisce che i più pacifici si addormentano e vedi bambini che dormono su pile di cappotti, in braccio ai genitori o i più fortunati nei passeggini. Nella peggiore delle ipotesi vengono tenuti calmi mettendogli davanti il tablet ( molte volte comprato proprio per loro anche se la legge ne vieta l’utilizzo fino ai 12 anni) o un gioco sull’Iphone, se i genitori non sono già presi ad usarlo.

Potrebbe, forse, essere un idea in più, se non è possibile andare nei ristoranti con la Kids Zone ( le aree gioco dedicate esclusivamente a loro, lontane dai commensali) organizzarsi con altri genitori, e pagare una baby sitter che ne tenga 4/5 a casa a giocare tra loro mentre i grandi si rilassano davanti ad un buon vino o ad una succulenta pizza, in pace. Perché il punto è che uscire dovrebbe essere rilassante e piacevole per tutti. In questo modo i bambini sarebbero felici, ed i grandi anche. Tornati a casa coccole nel lettone e ninna per tutti.

Sta dilagando in Italia la tendenza “no kids zone”, normalmente per bambini piccoli da 0 a 8 anni, sempre più diffusa anche nei paesi nordeuropei, da sempre considerati baby friendly. Ristoranti e anche qualche spiaggia dove bambini (e di conseguenza le famiglie) non sono ben accetti. I locali Child Free, non è un segreto che esistano e non è nemmeno così difficile capire perché la loro diffusione sia tale. E’ vero che sono bambini, ma i genitori dovrebbero ricordare che l’educazione è fondamentale.

Io ancora ricordo una sera a cena, quando una bambina è arrivata correndo ed ha sbattuto sul nostro tavolo, rovesciando i bicchieri sui nostri vestiti e ci ha rubato il cestino del pane. Divertente? Dopo una settimana di lavoro, e l’unica uscita settimanale a disposizione, vi assicuro che di divertente non c’è stato niente, soprattutto quando la madre è arrivata dicendo “ Vabbè è solo una bambina” e nemmeno si è scusata.

Il punto è uno ed uno solo e non sono i Bambini, ma la MALEDUCAZIONE.

Non dovrebbe essere vietato ai bambini entrare, povere creature innocenti, ma ai genitori maleducati che pensano che possono liberare i loro figli e riposarsi per cena ( a meno che non ci siano spazi baby friendly nei ristoranti stessi, inseriti però in un contesto di socialità). Esattamente come non dovrebbe entrare chi parla in continuazione al cellulare, chi tiene alta la suoneria del telefonino, chi si crede il padrone del locale, chi fuma a tavola senza dar perso al fatto che il fumo arriva addosso ai commensali che stanno mangiando, rovinandogli la cena. 

Sarebbe forse più giusto un cartello con scritto VIETATO L’INGRESSO AI MALEDUCATI.

E’ certamente più facile per un genitore stressato permettere al proprio figlio, anche in un luogo pubblico, di fare quello che vuole, piuttosto che stare di continuo a sgridarlo. Il problema è a monte. Ai figli andrebbe spiegato a casa come ci si comporta fuori dal contesto familiare, dove ci si può concedere qualche libertà in più. E’ fondamentale insegnare il rispetto per le altre persone. E’ bello poter essere liberi, ma la propria libertà finisce dove inizia quella degli altri. Nessuno vieta ad adulti e bambini di stare tutti insieme in un ambiente giocoso, conviviale, divertente, purché l’esuberanza dei più piccoli non rechi troppo fastidio alle persone adulte presenti.

Il bello di essere bambini è la spontaneità, la fantasia, il correre e ballare senza limiti, il cantare a squarciagola stonati e meravigliosamente fuori tempo senza vergogna.

Portare un bambino in un luogo chiuso, e costringerlo a stare composto su un seggiolone ad annoiarsi per ore, è una vera tortura, e credo che molti di voi lo ricordino ancora.

vietato ingresso ai bambini

Come al solito sono gli estremi ad essere sbagliati. Credo che sia sbagliato che un cartello VIETI l’entrata a chiunque, soprattutto ai bambini. Perché è proprio la negazione di qualcosa che risulta essere offensivo, la limitazione alla libertà di ogni individuo. Piuttosto sarebbe meglio scrivere “ il locale dispone di poco spazio per carrozzine e passeggini, è poco adatto ai bambini più piccoli poiché sprovvisto di fasciatoio ed aree apposite”.

Voi cosa ne pensate? Credete che la mancanza di rispetto sia verso le famiglie o che il problema di fondo sia la maleducazione? L’iniziativa delle Kids Zone e delle Aree Child Free la trovate interessante o credete ci siano altri modi per risolvere la situazione?

Come sempre vi auguro il meglio

Ek.

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Author: ErikaStreppa

Erika. Blogger, riccia bionda naturale, amante dei cani e della natura. Mi interesso di Ambiente, Sport, Attualità e faccio anche qualche Recensione. Sono appassionata di Biocosmesi, sempre alla ricerca della Tabella INCI perfetta!