Uno dei misteri che infervora i discorsi fra amici del calcetto, amici del pub o fra amici e basta, è perché mai le donne non riescono ad andare alla toilette da sole, ma hanno sempre bisogno di almeno un’altra femmina che le accompagni.

Devono obbligatoriamente terminare il discorso che hanno incominciato sull’ultimo film con Bradley Cooper e temono di perdere il filo del discorso interrompendolo bruscamente? Vogliono conoscere la fine del pettegolezzo che l’amica sta loro raccontando cercando di creare suspense e non arrivando mai al punto?

Oppure hanno semplicemente paura di andare al bagno da sole?

Mi sento di puntare di più sulle prime due motivazioni, anche se un antropologo potrebbe spiazzarmi dicendomi che la risposta non è così scontata.

Dobbiamo considerare che fino alla fine del 1800 i bagni erano situati all’esterno delle case, alcune volte addirittura all’aperto. I più fortunati potevano disporre di anguste cabine per espletare i loro bisogni.

Quindi le donne, spesso, andavano al bagno in compagnia per una questione di sicurezza. Gli uomini, spavaldi, andavano da soli e nonostante disponessero dell’apposito locale, preferivano comunque orinare dietro ad un albero o ad un cespuglio. Pratica che dona ancora oggi una soddisfazione maggiore rispetto a recarsi in una maleodorante toilette di un autogrill.

Thomas Crapper nel 1886 concepì un’idea geniale, inventò lo sciacquone. Il gabinetto cominciò a diventare una vera e propria stanza della casa, situata, per comodità, vicino alle camere da letto. Nonostante questa innovazione le donne conservarono e conservano tutt’oggi l’abitudine di recarsi alla toilette in comitiva.

Il processo della tavoletta

Negli aperitivi vegetariani tra amiche iper glamour, non può mancare l’invettiva nei confronti di “quei porci dei maschi” che non sono nemmeno in grado di riabbassare la tavoletta.

Dopo il tradimento e il dentifricio non spremuto dalla base, questa è la terza causa di divorzio nel mondo.Trattandosi di una questione così delicata e spinosa, non potevo non affrontarla.

Partiamo dall’esposizione dei fatti: le donne, condizioni igieniche permettendo, si siedono tutte sul water per espletare le loro funzioni fisiologiche. Nessun uomo, o quasi, si siede. Un po’ perché potrebbe trovare difficoltà a rialzarsi, un po’ perché la comodità e la libertà della posizione eretta non ha eguali.

A meno che non si senta un cecchino infallibile, l’uomo alza la tavoletta e poi la riabbassa, in modo che la donna non la trovi bagnata. Nel malaugurato caso in cui ciò non avvenga, preparatevi ad affrontare le ire di Belzebù.

Gli agguerriti avvocati difensori degli uomini chiedono alla corte: “Perché non devono essere le donne ad abbassare la tavoletta nel momento in cui vogliono sedersi? Non c’è dunque la parità dei sessi?”

Un consulente della difesa aggiunge: “Mie care femmine, non siete forse consapevoli che il membro maschile ha un cervello proprio e non sempre l’uomo riesce a controllarlo del tutto”.

In fondo all’aula si alzano le grida delle femministe: “E allora se lo tagliassero”.

La sentenza

Per fortuna un giudice equidistante ristabilisce l’ordine e sentenzia con saggezza: “Non voglio arrivare ad ordinare agli uomini di orinare da seduti, perché sappiamo bene tutti come reagiscono i maschi di fronte a certe costrizioni, ma vorrei che considerassero una dimostrazione di amore e di rispetto per le proprie mogli riabbassare la tavoletta, di tanto in tanto. Le donne, dal canto loro, si impegnino ad abbassare la tavoletta nei casi in cui il proprio marito non lo farà e a chiedere con gentilezza di ricordarsi di farlo se dovesse diventare un’abitudine lasciare il bagno di casa come quello di un autogrill non pulito da 8 ore”.

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MARCO FABIO CECCATELLI (marcofabio85@hotmail.it)

Foto: Sologossip.it

Author: ErikaStreppa

Erika. Blogger, riccia bionda naturale, amante dei cani e della natura. Mi interesso di Ambiente, Sport, Attualità e faccio anche qualche Recensione. Sono appassionata di Biocosmesi, sempre alla ricerca della Tabella INCI perfetta!